#giuro non riesco a seguire
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Edo un secondo aspetta non ho capito un cazzo
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1 GIUGNO 2023
Si inizia a sentire il caldo. Io non riesco più a stare a casa a meno che non abbia niente da fare. Non riesco a studiare, a lavorare, a concentrarmi su qualsiasi cosa seria e non sopporto più la voce dei miei. Non avrei retto gli anni del covid se avevo lezioni da seguire o se avessi iniziato a lavorare.
Oggi ho fatto mezza giornata nello studio vecchio e adesso faccio l’altra metà giornata in smart a casa. Non sapevo la mail dell’account di google drive che usiamo in studio e sul gruppo ho scritto se possono dirmi la mail dato che password la sapevo, ma ovviamente la password non andava e ho chiesto a Cosimo ma è inutile e quindi ho chiesto in privato a Susanna (che poi ha mandato una foto dallo studio nuovo, idk io non ho capito, potevo stare anche io là stamattina ma non so perché mi hanno detto di andare ancora nel vecchio). Almeno ho rivisto il mare nel mio morning commute per l’ultima volta. Non che non posso ritornarci, è il lungomare della mia città dopotutto, solo non lo percorrerò più la mattina. Non sono una fan del mare anche se è una città di mare (tipo Bobba), se mi sposto altrove all’interno non ne sento la mancanza ma per questo periodo mi è piaciuto camminarci vicino.
Non vedo l’ora di poter portare un po’ di cose mie nello studio nuovo. Ho bisogno di una tazza per il tea, dell’agenda a nuova, posso avere un portapenne tutto mio e posso appoggiare le bustine degli snack sulla mia scrivania senza invadere più spazi altrui. Vorrei sapere come decideranno le stanze, Cosimo e Giuseppe intendo, ma Cosimo prima decide lui e poi non volendo fare la figura del capo dice che siamo libere di organizzarci noi e ci saranno dei problems, già lo so. Ieri, dopo la mia riunione con in team per la gara di Genova (che ho vinto facendo le mie prime due tavole in assoluto) era rimasta Anna ad aspettare che finissi così si portava il portatile che stavo usando per lavorare oggi in smart. Quando sono tornato anche quei due ha detto la sua opinione di divisione stanze separandosi da Grazia (ha accettato me insieme, idk come prenderla questa cosa) andando a dividere grafici e tecnici (ha ragione quando dice che le grafiche che dicono di voler fare anche il lavoro dei tecnici quando gli viene detto di fare relazioni e quant’altro si lamentano). Io non so, mi ero convinta nella divisione grafici/tecnici ma è anche vero che se nei tecnici, Martina se ne andrà e Anna dovrà sorbirsi Grazia da sola per tutti i pomeriggi, io impazzirei. Bho si vedrà martedì o lunedì, non ho capito tanto per cambiare.
Ho l’ansia per queste cose che sto facendo per Genova ma alla fine sto eseguendo le direttive di Cosimo e lui mi sta tranquillizzando, anche perché vede che sto gestendo da sola un bel po’ di cose. Speriamo serva a qualcosa questa responsabilità che mi sto prendendo. Devo solo fidarmi. Ah. Come se fosse facile. Non riesco manco a dire alle altre di aggiungermi sul gruppo con i boss. Vabbè lunedì risolvo anche questa cosa. E se Daniele se ne esce dicendo un’altra volta che è contento che sto gestendo nuove cose e che sto crescendo dandomi della ‘piccola’ giuro lo picchio. Non ho uno sfogo fisico ultimamente e lui se la sta cercando. Arrivo fino a dove abita prendendo treni e pullman solo per mollargli uno schiaffo in faccia.
Nel frattempo non sento più Cate e Bobba. Anzi, solo Bobba, lei sparisce come me, sarà piena di cose da fare che manco scrive per più di 10 secondi sul gruppo. Cate dovrebbe stare in fase di orale di scienza con Benedetto (ifkyk) e sarebbe fantastico incontrarsi con loro senza che se lo porta dietro. Mi ha inviato i biglietti dell’ interrail e ho finalmente prenotato i miei posti sui traghetti, spero di averlo fatto bene. Mi porterò quel gilet off white che mi sono presa per la festa della laurea di Marco tra 3 sabati, così la metto il giorno del mio compleanno. Mi sento carinissima con questo outfit :)
Ora aggiorno il mio bullet journal dato che ho tempo e devo aspettare direttive, e tra un po’ mi prendo un po’ di te freddo.
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Amarti non significa "starci male" ma "guarire da tutte quelle ferite nascoste dentro la mia anima che non ho mai accettato, amando te riesco a farlo. Riesco ad accettarmi, riesco a guardarmi allo specchio e vedermi "bella" amando te io amo me stessa ed è così non lo spieghi e basta perché siamo anime intere e complete scisse in due corpi differenti con lo stesso incastro per poterci completare...😔 non posso essere io a spiegartelo, io credo in te, ti conosco, so che hai abbastanza forza e tenacia per riuscirci, sei la sola che può riuscirci piccola mia. Riesci a percepirmi? Sono in ogni attimo che vivi e tu in ogni mio ricordo passato, ti sveglierai da questo sonno profondo ne sono sicura, lo sento, un giorno aprirai gli occhi e mi riconoscerai ci prenderemo per mano e capiremo che siamo sempre state lì.
❤😔Sono qui. Per te. Mi troverai accanto a te e sarà il giorno più bello della nostra vita. Accadrà...devi solo seguire quella "sensazione" non combatterla ti prego.😔
Guarirai da questo stato di trance in cui ti convinci di essere "felice" ma in realtà non lo sei...😭 sarà una mia impressione? Può darsi, ma per me tu non sei felice...e la bambina che ho conosciuto qui dentro desiderava esserlo "sul serio" e ti giuro lo saremo entrambe.
@occhicastanitristi-blog
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Allora, chiariamo una cosa: io non ho mai amato le persone incoerenti... Perché io in primis penso di non esserlo. Ma porca miseria, se decidete di seguire un blog, almeno siate presenti. Giuro non faccio questo discorso per due like in più , credetemi, non me ne può fregare di meno... ma appunto, essendo che siamo moltissimi, purtroppo o per fortuna, non lo so in questo social. 😊 Quindi che si fa? A mio modesto parere, si va a controllare le notifiche cosi da ricambiare i like ricevuti... altrimenti non vedo il senso del segui... anzi vi cancello in automatico!
Capisco benissimo che durante la settimana lavorativa non si ha il tempo di controllare la dashboard, perché anche io ci riesco... quindi, se non siete capaci di fare questo 😞 allora quando uno vi toglie il segui, abbiate almeno il rispetto della scelta fatta!!! Chiudendo il discorso perché mi sono prolungato anche troppo.
Spero non ci sia anche la terza volta??? Il detto recitava non c'è il due senza tre! 😆 Ma spero proprio di no!!!...!!!...!!!...
#io di fantasmi nel l'armadio non è voglio#kseenefrega#gif web#Giovanni#perplessità#foto Giovanni Paolo II#se mi sbaglio corrigerete#che cazz
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Sempre peggio...
Mi sto facendo seguire da una professionista.
Il discorso è il seguente: io vorrei continuare ad andare a lavoro con l’autobus (perché ho dei vantaggi di orario) ma allo stesso tempo smettere di macinare pensieri nella testa.
Sapendo che su quella tratta posso incontrare lei, il pensiero me lo faccio sempre; è un po’ come se con la testa cercassi un modo di avere un contatto. Un saluto, un “come stai”, ma ovviamente non succede mai nulla. Ci ignoriamo, un “ciao” una volta ma freddissimo.
Per questo motivo ho pensato di cercare aiuto, capire se sta diventando un’ossessione e vedere di uscirne, liberare la testa, smettere di essere depresso e apatico; di avere questa ansia.
Però stamattina è successa una roba che mi ha destabilizzato tanto.
Come da suggerimento della psicologa ho preso l’autobus al capolinea, onde evitare incontri proprio alla fermata. Sono arrivato un po’ all’ultimo minuto e quindi il bus era già pieno.
Giuro su quello che volete che io non la ho vista. Quando passo dalla sua fermata ci guardo sempre e non c’era.
Dopo un po’ l’autobus diventa veramente pienissimo; con la app dei trasporti guardo e avevo un altro bus (che fa pure un tragitto migliore) praticamente a 2 minuti di attesa.
Alla prima fermata in cui riesco, scendo e cambio bus.
Sento la sua voce che esclama “no vabbè”. Mi sono sforzato di non girarmi, stare per i cazzi miei, però con la coda dell’occhio avevo visto dove stava.
A un certo momento mi giro un attimo, mi fulmina con lo sguardo: “lo fai apposta, eri sul 18 ti ho visto poi mi hai vista scendere e sei sceso anche tu. Te lo dico hai rotto il cazzo”.
E poi è scappata, è scesa dal bus di colpo a una fermata a caso, non ho fatto in tempo a dire nulla tranne “non è come credi”.
Sono consapevole che questa cosa la ricerco nella mia testa, mi sto facendo aiutare da una specialista anche per questo, ma stamattina non mi sono accorto di nulla di tutte le cose che ha detto; ho solo buttato uno sguardo alla solita fermata e non c’era. Ho cambiato perché il viaggio stava diventando scomodo.
Ieri, dopo l’incontro con la psicologa, mi sentivo molto meglio, ora mi sento di nuovo “rotto”, sbagliato, una persona malata.
In un certo senso ho avuto il famoso contatto che mi ossessionava, e ho scoperto una cosa grave. Lei è come spaventata da me, come se avesse l’ansia di me e non riesco a capirne il motivo...
Ma non importa, ora che ho capito, che questa cosa è diventata palese mi devo adoperare in qualche modo. Cambio capolinea, vedo se riesco a prendere il bus anche a un orario diverso, in anticipo.
Se lei sapeva in che bus ero, per esempio, significa che ci guarda. Cerca di capire in che bus sono per eventualmente scartarlo e non va bene. Senza rendermene conto le sto trasmettendo un ansia, magari immotivata, che la condiziona, la porta a cambiare le sue abitudini e non deve succedere. E’ come se le facessi violenza psicologica indirettamente.
No no, questa cosa mi fa stare malissimo.
Magari starete pensando: Perché mai dovresti cambiare tu le tue di abitudini?
Non mi costa così tanto, poi a me sembra una sorta di fobia la sua, quindi non voglio. Ora l’ho capito quindi basta.
Le ho scritto un sms di scuse, dove cerco di spiegare, dove dico che andrò a un certo capolinea per cercare di evitare...ma ovviamente non mi ha risposto.
Questa situazione è veramente pesante, straziante e assurda...
Una storia che finisce, senza un litigio ne nulla e ci si ritrova ad avere un rapporto del genere.
Domani ne parlo con la psicologa
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K-drama and books. Lista di libri per fan dei K-drama coreani
Ebbene sì, dopo anni di resistenza, di occhi troppo stanchi per leggere sottotitoli, di incapacità di concentrarmi senza lasciarmi distrarre dalle voci a volte parecchio sopra le righe degli attori, finalmente sono riuscita a vedere qualche K- Drama, e devo dire che il genere mi sta piacendo molto.
Visto i miei gusti letterari non sapete quante persone mi abbiano consigliato negli anni di guardare i K-Drma , ma giuro che non ci riuscivo, poi quest’anno dopo aver visto Squid Game il miracolo. Qualcosa ha fatto clic nel mio cervello e ora riesco a seguirli. Non chiedetemi come e perchè, ma è così.
E visto che il genere mi ha preso tanto mi son detta che potevo trarne un bel post, creando una lista di libri secondo me adatta appunto agli amanti dei K-Drama (ossia serie tv sud coreane/asiatiche).
Se amate i K- Drama non potrete non amare questi libri, garantito.
Iniziamo con un drama malese, tratto proprio da un romanzo disponibile anche in italiano:
The ghost bride. La sposa fantasma
Autore: Yangsze Choo
Potete seguire il drama tratto da questo libro su Netflix!
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Trama: Malesia, 1893. È una serata afosa e la giovane Li Lan siede nello studio del padre nel tentativo di rallegrarlo. Spirali di fumo si innalzano lente dalla pipa da oppio dell'uomo che, seduto nella sua poltrona di vimini, si lascia andare al vizio che li ha condannati alla bancarotta. I Pan erano una famiglia benestante della ricca città portuale di Malacca, ma da quando il vaiolo si è portato via la madre e ha lasciato sfigurato il padre, Li Lan sa di avere poche prospettive per il futuro. Improvvisamente suo padre, risvegliatosi dal torpore, le fa una strana richiesta. La ricca e potente casata Lim l'ha scelta come sposa per il loro primogenito, Lim Tian Ching, morto in circostanze misteriose. Si tratterebbe dunque di un "matrimonio fantasma", di quelli che si celebravano quando una famiglia desiderava placare uno spirito inquieto. L'unione potrebbe garantire una casa e una posizione di privilegio a Li Lan per il resto della vita, ma il prezzo da pagare sarebbe terribile. Lei sa che da questa scelta dipende il futuro della sua famiglia, eppure nel profondo del cuore sente che non deve accettare. Dopo una semplice visita di cortesia nella nobile dimora dei Lim, Li Lan comincia a essere perseguitata nel sonno dallo spirito del promesso sposo. Notte dopo notte viene trascinata contro la sua volontà nel paese delle ombre, un mondo parallelo fatto di città fantasma e demoni assetati di vendetta, schiacciato da una mostruosa e ineluttabile burocrazia. È qui che il ricco e borioso Lim Tian Ching la aspetta e non intende lasciarla andare. Eppure è solo qui che Li Lan può liberarsi dal maleficio: deve scoprire i segreti più oscuri della famiglia Lim, ma anche di suo padre. E deve farlo in fretta, prima di rimanere intrappolata nell'Oltretomba per sempre...
Lo straordinario viaggio di Edward Tulane
Autore: Kate DiCamillo
Questo libro non ha ispirato un k-drama, ma è citato molte volte dal protagonista del famosissimo drama coreano My Love from the star, un vero classico del genere, perciò meritava un posto in questa lista.
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Trama: "Se vuoi essere amato, prima devi imparare ad amare". Una volta, in una casa in Egypt Street, viveva un coniglio di nome Edward Tulane. Il coniglio era estremamente soddisfatto di se stesso, e per molte buone ragioni: apparteneva a una bambina di nome Abilene che lo adorava e lo trattava con ogni cura. Ma poi, un giorno, il coniglio andò perduto e iniziò per lui un lungo viaggio straordinario, dal fondo dell'oceano alla rete di un pescatore, da un mucchio di spazzatura al falò di un campo di vagabondi, dal capezzale di una bambina malata alle strade di Memphis. E strada facendo ci mostra un vero miracolo: come perfino un cuore fragile può imparare ad amare, a soffrire, e amare di nuovo. Una delle citazioni più famose di questo libro è: “Se non hai intenzione di amare o essere amato, allora l’intero viaggio sarà inutile.”
I sette killer dello Shinkansen
Autore: Kotaro Isaka
Da questo romanzo non è stato tratto un K-drama, ma da altre opere di questo autore sì, e da questo comunque arriverà un film di Hollywood prossimamente, perciò dovevo citarlo. Anche per dimostrare che esistono drama coreani di ogni genere, non solo romantici, ma anche ricchi di suspance, penso ad esempio a Flower of evil.
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Trama: Un treno partito da Tōkyō e lanciato a trecento all'ora nella campagna giapponese. Una valigia piena di soldi nascosta in una delle carrozze. E sette assassini pronti a entrare in azione. Ōji ha la faccia innocente di uno studente per bene, in realtà è un pericoloso psicopatico. È lui ad aver mandato in ospedale il figlio di Kimura, che ora si trova sullo Shinkansen – il treno proiettile – per vendicarsi. Ma Kimura e Ōji non sono gli unici passeggeri pericolosi. Nanao, a suo dire l'assassino piú sfigato del mondo, e la letale coppia formata da Mikan e Lemon sono sullo stesso treno. Chi o che cosa li ha riuniti in una manciata di vagoni? E chi arriverà vivo all'ultima stazione?
La partita vincente
Autore: Kristen Callihan
Molti K-drama intrecciano scuola, sport, sogni di gloria e primi amori, ad esempio Strong Girl, Weightlifting Fairy Kim Bok Joo , questo libro della Callihan intreccia gli stessi temi solo in modo più hot, ma la base in fondo è quella
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Trama: Anna Jones è determinata a finire il college per scrollarsi di dosso le insicurezze dell'adolescenza e riuscire, finalmente, a trovare la sua strada nella vita. Nessuna distrazione, tanto impegno e un solo proposito: tenere alla larga il quarterback superstar del college che continua a lanciarle sguardi infuocati a la attrae disperatamente. Drew Baylor ha un luminoso futuro davanti a sé: quarterback di talento per un college prestigioso, è pronto al grande salto verso l'NFL. La notorietà, dentro e fuori dal campus, è parte di lui, anche se l'affascinante QB non sembra darci troppo peso. Ma non avrebbe mai pensato di incontrare, o peggio, di perdere la testa, per l'unica persona che sembra infastidita e intollerante alla sua fama. Una stella del football come Drew Baylor certamente sa come vincere una partita, ma riuscirà, a colpi di incontri bollenti, tanta dolcezza e perseveranza, a segnare il punto della vittoria nel cuore della sua irriverente Jones? Tutto è lecito in amore e nel football, inizia la partita!
Idol
Autore: Kristen Callihan
Altro tema tipico dei K-Drama è la presenza di star del K-Pop, gli Idol appunto, perciò questo libro già dal titolo si inserisce perfettamente nel contesto, un k-drama con argomento simile ad esempio è Twenty years old, un piccolo gioiellino
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Trama: Leader e front-man della più grande rock band del mondo, Killian James è in crisi: in seguito ad un drammatico evento la sua vita perfetta si è sgretolata, e lui decide che sparire dalle scene per un po' sia la scelta migliore. Schiantarsi con la moto e svenire ubriaco fradicio in mezzo al nulla, nel prato della casa di una bella ragazza, solitaria quanto irascibile, però non è il modo migliore di cominciare il suo ritiro in solitudine. Nonostante Killian distrugga la tranquillità della vita da eremita di Liberty Bell, le loro strade non sembrano più destinate a separarsi.
Rock duro e puro
Autore: Nalini Singh
Altro tema caro ai K-Drama sono gli office romance, in stile What’s wrong with secretary Kim (che tra l’altro ha la stessa trama di base del romance storico di Laura Lee Guhrke E infine la baciò che io adoro e vi consiglio), perciò questo libro rosa contemporaneo di Nalini Singh è perfetto se amate questo tema e questo tipo di K-Drama
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Trama: Gabriel Bishop, ex giocatore professionista di rugby con un record insuperabile di presenze in campo, dirige ora il consiglio di amministrazione della Saxon & Archer con la stessa determinazione che ha fatto di lui una rockstar sportiva. Gabriel è abituato a suscitare reazioni nel sesso femminile. In sua presenza le ragazze alte, sicure di sé e sexy assumono atteggiamenti seduttivi. Ma Gabriel è anche il classico tipo che sa quello che vuole: Charlotte Baird. Charlotte è timida come una topolina, la tipica ragazza normale che intende far bene il suo lavoro e vivere il più defilata possibile. Per lei Gabriel, oltre a essere il suo capo, è un vero e proprio T-Rex. Ma anche gli affari di lavoro a volte riservano imprevedibili piaceri...
Contratto indecente
Autore: Jennifer Probst
Come poi non citare i k-drama con matrimoni a contratto, o convivenze forzate che poi sbocciano nel vero amore, tipo Full House o Marriage Contract o Because This is my first life, e quale libro per esemplificarli alla perfezione se non questo, che sì è molto più hot dei K-drama, ma è proprio centrato in pieno sull’argomento
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Trama: Per salvare la villa di famiglia, l'impulsiva Alexa Maria McKenzie, ventisettenne proprietaria di una piccola libreria, sarebbe disposta addirittura a far bere un filtro d'amore a un rospo, possibilmente ricchissimo. Ma mai avrebbe immaginato di incappare nel fratello maggiore della sua migliore amica, uno degli uomini più ricchi, potenti e... appetibili di cui parlano le cronache mondane e di cui, da teenager, Alexa si era perdutamente innamorata senza speranza alcuna. Il miliardario Nicholas Ryan da parte sua non crede per nulla nel matrimonio, ma per ereditare l'azienda dai suoi che lui stesso ha convertito in un business di successo nell'ambito delle nuove tecnologie, è costretto da un patto di famiglia a trovare una moglie. E in fretta. Così, quando scopre che quella scocciatrice della migliore amica d'infanzia di sua sorella è in ristrettezze economiche, le offre un contratto di un anno: matrimonio, nessun coinvolgimento emotivo, proibito innamorarsi. Ma almeno il sesso, no quello non è proibito... E come Alexa scopre che Nicholas supera ogni suo ricordo di ragazzina, Nicholas andrà ben oltre l'immagine che aveva di lei e dovrà venire a patti con le sue stesse convinzioni...
The Restorer, La signora dei cimiteri
Autore: Amanda Stevens
Altro genere molto popolare di K-Drama sono quelli con elementi paranormal, con protagonisti vampiri come in Blood, esseri immortali come in Goblin, o persone che vedono i defunti come nei super famosi Master’s sun e Hotel de Luna e molto altro, e potrei citarvi molti romanzi con elementi paranormal che potrebbero piacervi se amate questo genere di drama, visto che buona parte del mio blog è dedicata proprio ai romanzi paranormal (quindi vi invito a spulciare tra le sue pagine e liste di libri), penso ad esempio a Se solo fosse vero di Marc Levy, ma ho deciso di optare per un titolo meno conosciuto ai più e che ha come protagonista una donna che vede appunto i fantasmi
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Trama: Sono Amelia Gray e restauro cimiteri. Sono condannata a poter vedere i morti, ed è un'esperienza angosciante. Hanno fame di vita. Per questo non li posso guardare, non devo far loro capire che li vedo, o sono perduta. Ultimamente però tutto è diverso. È accaduto qualcosa nel cimitero di Oak Grove, dove sto lavorando, qualcosa che va oltre la semplice violenza, che coinvolge i vivi e i dannati. Ho paura, perché il senso di tutto ciò mi sfugge. Sono sempre più confusa, sopraffatta dalle circostanze e da un mistero che, invece di sciogliersi, pare diventare più fitto e più oscuro. Spero di trovare delle risposte, prima che tutto ciò possa uccidermi.
Il dono e il sacrificio - La fiamma e la guerriera (Naamah’s kiss)
Autore: Jacqueline Carey
Per chi invece ama i korean drama storici fantasy, come le Arthdal Chronicles ad esempio, non posso non sugerire la lettura della terza trilogia ambientata a Terre d’Ange di Jacqueline Carey, che vede la protagonista Moirin viaggiare proprio in versioni fantasy molto affascinanti della Cina e dell’Asia in generale e formata dai libri Naamah's Kiss, Naamah’s Curse e Naamah’s Blessing. Purtroppo solo il primo volume è disponibile in italiano, spezzato in due libri, ed è un vero peccato. Ma se potete leggerlo e leggere anche i suoi due seguiti ne vale veramente la pena.
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Trama: Nata dall'incontro di una notte tra una discendente diretta di Alais e del popolo magico dei the Maghuin Dhonn; e un prete D'Angeline dell'ordine di Naamah, Moirin è sempre stata speciale. Bella come i D'Angeline con occhi verdissimi, ma dai tratti esotici, ha davanti a sè un destino scritto dagli Dei. Dopo il rito di passaggio all'età adulta del suo popolo scopre che la dea Orsa ha per un destino che la porterà molto lontana da casa. Il suo diadh-anam, l'anima magica, lo spirito, che è nucleo del suo essere e del suo potere, tipico del suo popolo, che risiede nel suo sterno pulsa verso il mare, indicandole la via del suo destino. Così Moirin parte e decide di iniziare il suo viaggio andando alla ricerca del padre e perciò verso Terre d'ange. Lì Moirin incontrerà Raphael l'amante della regina di Terre d'Ange, medico dalla grande passione ed ambizione e crederà che lui sia parte del suo destino, se ne innamorerà finendo così intrappolata nelle sue trame e nel suo amore per la regina…regina che l'amerà a sua volta e la salverà, ma sarà un maestro Cinese a condurla alla prossima tappa del suo destino nella lontana, là, l'anima magica nucleo del suo potere e del suo spirito tipico del suo popolo pulsa verso il marm, Q Ch'in. Durante il lungo viaggio la giovane Morin maturerà e capirà meglio i suoi sentimenti scoprendo un nuovo tipo d'amore con Bao, l'assistente del Maestro Lo e con lui al suo fianco salverà la pricipessa erede dellìimpero cinese dal drago che l'ha opsseduta e dai nemici che tramano contro di lei……
Dreamwalker, la ragazza che camminava nei sogni
Autore: Mariachiara Cabrini
Come decimo e ultimo libro di questa lista, in rappresentanza di quei K-Drama che affrontano temi sociali e di disagio, come lotte politiche o malattie, fisiche o mentali, in modo delicato e a volte anche metaforico o con un pizzico di oniricità, come It’s okay to not be okay, mi autocito con un romanzo che parla appunto di malattia mentale e mondi paralleli.
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Trama: Diana ha perso cinque anni della sua vita. Vorrebbe che non fosse accaduto, ma non può cambiare il passato, né cancellare le cicatrici che le ha lasciato. Può solo ricominciare da capo. Costruirsi una nuova identità, trovare nuovi amici, un nuovo scopo, e nascondere a tutti il suo segreto. Nessuno potrebbe mai immaginare che dietro i suoi abiti sempre coordinati, la sua quieta determinazione nello studio e l’abilità di creare dolci squisiti, si celi una paura che stenta a tenere a bada. Nemmeno Sebastiano, l’assistente del corso di giapponese che Diana ha iniziato da poco a seguire.Quando la guarda, lui vede solo una ragazza attraente, con gli occhi grigi più belli che abbia mai visto, ma quando lei lo guarda vede ciò che sta cercando disperatamente di lasciarsi alle spalle. Vede un incubo che le impedisce di dormire, un dolore che l’ha cambiata per sempre e che non vuole mai più provare. Amare è un rischio che non vuole correre di nuovo, ma la scelta non è unicamente nelle sue mani, e osare potrebbe permetterle di raggiungere un traguardo che non aveva mai neppure osato sognare.
Per completezza, fuori lista, non posso non citare anche i k-drama con i viaggi del tempo, e per chi ama questo genere, certamente consiglio il libro:
La straniera, di Diana Gabaldon
Spero questa lista vi possa essere utile, se anche voi amate i K-drama ditemi i vostri preferiti.
#jennifer probst#nalini singh#kristen callihan#kotaro isaka#kate dicamillo#yangsze choo#Diana Gabaldon
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L’abilismo silenziosamente radicato
E mentre con le gambe sollevate su una sedia, il PC con una puntata di Lucifer che scorre veloce e di cui riesco a seguire a malapena un 60%; mangio lentamente il gelato alla nocciola portatomi ieri da mio fratello ripensando a stamattina e rivivendo nella mia mente l’ennesimo episodio di abilismo che mi ha vista coinvolta.
Per chi non lo sapesse l’abilismo è la discriminazione nei confronti delle persone che hanno una disabilità. Non è sempre intenzionale o apertamente ostile, spesso ci sono dietro addirittura delle buone intenzioni, ma non significa che sia meno da combattere: in questi casi è una sorta di "razzismo" benevolo.
Non per essere la solita lagnosa che combatte contro i pregiudizi, come una tigre da poco incarcerata che sbatte ovunque con la convinzione di riuscire a scappar via dai suoi aguzzini; eppure vi assicuro che ne ho piene le scatole di ingoiare certi atteggiamenti e, molto probabilmente la quarantena ha amplificato a dismisura la mia intolleranza verso certe ingiustizie.
A farla breve stamattina avevo appuntamento, fissato tramite prenotazione online, alle 10 presso gli uffici comunali della mia città, per il rinnovo della carta di identità. Purtroppo non è mai semplice raggiungere certi uffici, perché il più delle volte sono ubicati in vecchie palazzine storiche ricche di barriere architettoniche. Eh già, il Decreto del Presidente della Repubblica 503/1996 è il più delle volte solo una salvietta per lavarsi la coscienza, ma non è il caso questo di dilagare troppo.
Tornando ai fatti, questa mattina conoscendo bene i miei polli, nonostante avessi appuntamento appunto alle 10 e trovandosi gli uffici comunali a malapena a 6 minuti di macchina da casa; alle 9:25 ci siamo messi in tre in auto alla volta di questa avventura. Dopo aver incrociato un non bene identificato numero (vi assicuro molto elevato per in miei gusti) di volti privi di protezioni, sapendo che l’unica entrata accessibile fosse quella sul retro - manco se noi disabili fossimo dei ratti di appartamento da far sgattaiolare di nascosto -, ci siamo subito diretti verso quella entrata, scoprendo in loco essere stata chiusa “causa COVID-19”.
Ora, io capisco che magari per evitare il sovraffollamento si cerca di contingentare le entrate riducendo la ridistribuzione delle stesse; ma almeno installare un citofono, capannello, affiggere un cartello con un numero a cui telefonare in caso di necessità, non credo fosse così difficile considerando che dall’entrata principale vi è una scalinata degna del Teatro Ariston di Sanremo e noi disabili, nonostante spesso veniamo accomunati a figure angeliche, non ci siamo ancora attrezzati purtroppo con le ali.
Vi giuro che prima o poi lo faremo, fino ad allora però voi bipedi cercate almeno di fare la polvere un po’ più spesso a quell’organo che molto volentieri dimenticate di avere, così giusto per non atrofizzarlo troppo, che di atrofici siamo già tanti al mondo.
Frecciatina ironica a parte, tornando alla narrazione, mentre padre sostava in terza fila fra borbottii vari, abbiamo spedito madre all’avan scoperta del perché fosse tutto chiuso, trovandocela 10 minuti dopo accanto ad un vigilante dietro il cancello, che magicamente si stava aprendo, con l’espressione stranita scoperta dopo essere stata causata da un’uscita infelice di un addetto che, sbuffando aveva ammesso che gli stavamo dando fastidio.
Ahhh che fortunato è stato l’addetto a non aver incrociato la sottoscritta, non sarei stata molto diplomatica.
Dopo aver finalmente parcheggiato nell’unico posto per disabili lasciato libero nel parcheggio custodito, essere finalmente scesa dalla macchina, sfoggiando la mia bella mascherina chirurgica a quadretti (eh perché io le cose più diffuse non le voglio 😌), sono entrata affiancata da mia madre, dirigendomi direttamente verso gli uffici preposti quando, ho udito un vecchietto che urlava un “seee e a cher non la facet passè?!?” (traduzione risistemata: “a lei la lasciate passare?”). Ho preferito ignorare, perché non sarei stata molto educata e fortuna ha voluto che ho incontrato subito una mia conoscente che mi ha fatta passare chiudendo la porta per evitare che altri entrassero.
Arrivata finalmente a destinazione, con le ruote che giravan già un bel po’ male 🙄, dopo che la mia conoscente ci aveva raccomandate all’addetto per carte di identità, ho consegnato al suddetto le carte (prenotazione, pagamento del MAV, foto tessera e vecchia carta di identità) e che con una flemma esasperante, le analizzate minuziosamente prima di aprire la pratica. La mia pazienza oramai era ai minimi termini e, nel momento in cui l’impiegato ha subito rivolto la parola a mia madre anziché a me, credo di essermi fatta una violenza immane nel risparmiargli una partaccia e limitarmi a rispondere prontamente.
Siccome però certa gente è molto dura di comprendonio e nonostante le evidenze, continua a reiterare errando, ha insistito nel rivolgere le domande a mia madre ed io di conseguenza a controbattere seccamente. Insomma il solito giochetto conosciuto dello strabico che in realtà non lo è, perché sinceramente non ho altre idee sul come definire un simile atteggiamento abilista.
Il “bello” - si fa per dire - però è avvenuto quando, chiedendo se fossi favorevole alla donazione degli organi e ricevendo un “sì” convinto da me, ha incalzato con un “è sicura?” sempre guardando mia madre. A quel punto non ci ho visto più e, probabilmente alzando un po’ la voce, ho sbottato dicendo “lei no, ma io sì, e siccome il corpo è mio, metta che sono favorevole”. Dopo quella mia uscita penso di averlo spaventato, perché da quel momento in poi non ha più guardato mia madre, ma neppure me; ma come si dice, mal comune mezzo gaudio, almeno non ha fatto altre gaffe.
Io non voglio essere prevenuta, ho un atteggiamento ancora molto fiducioso nell’essere umano, non faccio mai di tutta l'erba un fascio; però sono proprio gli episodi come questi che mi lasciano in bocca quel retrogusto amaro della frustrazione. Purtroppo agli occhi di molti chi è seduto su una carrozzina automaticamente è incapace di intendere e di volere e, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, il tema trattato su vari fronti e canali, purtroppo l’ignoranza è dilagante.
Io più che far notare a chi sbaglia l’errore commesso, più che denunciare e parlare sempre e comunque divulgando senza filtri certi episodi inaccettabili, non posso fare altro e sperare nelle generazioni future.
Io ci credo ancora nell’intelligenza altrui e nel giusto discernimento, voglio crederci perché altrimenti questo amaro in bocca si trasformerebbe inevitabilmente in una perenne nausea, ed io non voglio vivere male per il resto dei miei giorni.
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Diario
Le giornate uggiose e umide mi hanno sempre influenzato negativamente, ma oggi per fortuna ho mezza giornata di permesso e quindi sono contento :D
Al nord fa freddo qui invece si può stare con una maglia di cotone. Sono stato all'ospedale per una visita, quando ho scoperto che mi avrebbero dovuto infilare degli aghi ho detto che va bene così, che è stato un vero piacere e che me ne stavo andando. L'esame me lo hanno fatto per metà ma va benissimo così XD il problema maggiore è che il pasticciotto crema e amarena che ho preso al bar non era in granché! Brutta storia! Ahahaha
Sto cercando un altro lavoro, alla fine mi sono deciso. Però non so se davvero accetterò qualche proposta. Ce ne sono diverse in ballo. Il mio collega alla fine è diventato ex, se n'è andato. Vorrei tanto imparare da lui ad essere così lecchino e paraculo, giuro che ci ho provato ma proprio non ci riesco ad essere falso anche quando uno mi sta sul cacchio! Dovrei seguire un corso, devo imparare!!:D
Seguendo corsi e workshop spero di aprire presto un'attività come fotografo nel tempo libero! Per i corsi ci sono i video online, per avviare un'attività dovrei partire online. E poi workshop su workshop, libri su libri, e magari alla fine ce la farò a mollare l'ingegneria!! Staremo a vedere.
30.10.2019
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Rompiamo il silenzio.
Eccomi qui. Non credevo che sarei ritornata a scrivere su questo blog, perché lo consideravo un semplice sfogo “adolescenziale”, in cui raccontavo situazioni che magari non potevo confidare a nessuno, però scrivere mi aiutava a superare i mille dolori dell’anima.
Ho scritto per anni, e quando più ne sentivo la necessità. Poi però è subentrato il fenomeno dei social, e così magari su Instagram fingevo di avere una vita normale, in cui “stavo bene”, e poi mi rifugiavo su questo blog per rivelare quelle parole nascoste per troppo tempo dentro me. In questi mesi però ho scritto sempre di meno, anzi per niente e l’ultimo mio post risale a Luglio.
Quel giorno mi resi conto che non scrivevo dal giorno del mio compleanno e di solito era mia abitudine condividere episodi importanti della mia vita qui, per lasciare una traccia di ricordi che un giorno forse perderò per sempre. Quell'ultimo post è ermetico per chi lo legge, ma non per me che in quelle poche righe riesco a risvegliare emozioni che per mesi ho cercato di soffocare nel cuscino.
Mi sono interrogata mille volta se fosse il caso di scrivere pagine di giorni della mia vita che ormai ho vissuto così intensamente da credere di essere riuscita a lasciarmeli alle spalle. Da un lato ho sempre rimandato questo momento perché ormai essendo una ragazza o meglio donna di 22 anni, non sentivo più il bisogno di sfogarmi su un blog virtuale davanti a milioni di sconosciuti, ma dall'altro dentro me sapevo che liberarmi di quelle parole era ciò di cui davvero avevo bisogno. Ed ora eccomi qui, che cerco di seguire un filo logico per raccontare quello che mi è successo in questi 7 mesi, e mi ritrovo a litigare con le parole perché per la prima volta in vita mia sento di non riuscire a trovare quelle giuste per rendere giustizia ai pensieri che si affollano nella mia testa.
Quando il 24 maggio ho spento le mie 22 candeline ho espresso il desiderio di essere felice, ma non avevo in programma quello che poi sarebbe successo a Luglio. No, non starò qui a raccontare la mia storia descrivendone tutti i dettagli, perché è ciò che ho fatto nel mio libro “E poi ti ho visto... Un incontro chiamato Destino”, ma voglio solo mettere nero su bianco un silenzio durato 7 mesi.
Il 15 luglio la mia vita è stata stravolta da un fulmine in piena estate. Ho rivisto un ragazzo che avevo incontrato poco meno di un mese prima, ed entrambi ci siamo riconosciuti. Da quel nostro sguardo è partita una corsa contro il tempo, e il 18 luglio, al nostro primo appuntamento ci fidanzammo. Stava accadendo tutto così velocemente, che per quanto volessi chiedermi se era giusto quello che mi stava accadendo, la felicità che stavo provando era talmente immensa da riuscire a spazzare via le mie mille paranoie e paure. Era il mio primo fidanzato, e tra le sue mani il mio cuore sentiva di aver trovato la parte mancante del puzzle. Ero felice, era felice, eravamo felici. Quel desiderio si era realizzato, e finalmente avevo cominciato a credere di meritare anch’io la felicità, dopo aver sofferto per anni con delusioni di amicizia e cotte mai ricambiate.
L’amore non era nei miei piani, lo giuro anche perché sapevo che di lì a pochi mesi avrei dovuto cambiare città, ma lui beh era quello GIUSTO.
Il 22 luglio un messaggio in piena notte distrugge la mia felicità, perché quel fulmine aveva smesso di illuminare la mia vita. Il mio “fidanzato”, mi lascia perché ero troppo perfetta. Da quel messaggio giorno dopo giorno ho mandato in rovina la mia vita, perché quella perfezione un tempo amata, ora era la mia nemica. Ho cercato di salvare quel sentimento che lui respingeva per paura d’amare, ma che in realtà continuava a nutrire in segreto. Ci siamo detti addio il 27 luglio, ma nei 6 mesi successivi abbiamo continuato a farci del male a distanza. L’ho cercato perché vivevo dei suoi sorrisi, lui invece si nascondeva dietro un anonimo solo per sentire la mia voce. Lui è andato avanti cercando qualcuna in grado di colmare quel vuoto, io invece sono precipitata nel baratro della depressione, perché quella partenza verso un’altra città non è mai arrivata. Mi sono salvata scrivendo un libro, poi un altro e un altro ancora, e in tutte le pagine ho scritto di lui, perché quella felicità mi ha fatta sentire viva. Non volevo dargli importanza perché non la meritava dopo tutto il male che mi stava facendo, ma i suoi ricordi ancora mi fanno ridere il cuore e ho scoperto di essermi innamorata forse troppo presto o troppo tardi, ma so per certo di non essere capace di odiarlo.
So che da queste parole non si riesce a capire granché, ma ritorno a scrivere perché adesso sono pronta. Sono guarita con le parole, o forse no siccome sono ritornata nel passato, ma so che è giusto mettere nero su bianco.
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Ennesima lettera del suicidio
Che fai quando non ti importa più un cazzo di niente? Quando ti viene troppo da piangere ma non ci riesci nemmeno. Cosa si fa quando non respiri più? Quando vai in panico, come respiri? Come fai a camminare tra la gente? Come fai a stare ancora in vita? Nella tua testa c’è un tale casino e tu vorresti solo ingoiare tutta la confezione di anti depressivi pur di non sentire la merda che ti infogna e ti mangia la carne finché non ti consuma lentamente fino a non farti sentire più niente. Forse non sento davvero più niente e tra la gente vado sempre in paranoia. Sto scrivendo velocemente ho fumato e mi sono resa conto che lui mi ha detto un’altra bugia. Mi sento presa per il culo, ferita e abbandonata ma so che comunque lo stesso non riuscirei a lasciarlo andare anzi lui lascia andare me, ovvio. Sto male mi sento di impazzire, perché sono così fragile, perché ? Perché devo a forza dipendere da qualcuno e perché la mia vita non ha nessun senso senza le persone? Volevo solo essere amata, io non riesco ad amarmi. Vorrei spegnere tutto, sono così infelice, non ci riesco. Non mi resta più nulla, sento di aver perso ogni cosa, sento di avermi perso per sempre e forse non si ritorna più indietro. Io ci ho provato, ci ho provato davvero tanto a seguire la terapia, a cercare di essere felice, ma giuro non ci riesco e penso che l’unica soluzione sia spegnere tutto una volta in questa cazzo di vita di merda che mi ha distrutto fino ad uccidermi. Che senso ha vivere ? Io mi sento già morta da molto tempo, io sono già morta forse da anni e solo adesso prendo consapevolezza del fatto di non essere più viva. Sento il mio cuore crepare lentamente, è come se non sentissi più il mio battito. Sento che questa volta è la fine davvero, lo sento dentro, brucia e fa male da morire. Perdonatemi, perdonatemi tutti se non sono riuscita a guarire, sono disperata e ok questa vita non la reggo più. Non riesco ad adattarmi alla vita, non sono mai stata fatta per questa vita. Non ce l’ho fatta, mi arrendo, depono le armi dopo aver combattuto senza sosta e ripetutamente. Sto male e nessuno riesce a sentire le mie urla, anche se ormai non urlo più. Resto in silenzio e incasso. Non ho più sogni, non ho più nulla. Non m’interessa più del mio sogno irrealizzabile, non diventerò mai un dottore, non salverò proprio nessuna vita. Forse avrò la stessa stupida età per sempre, è vero mamma dice che quando sei morto prima o poi gli altri vanno avanti , mentre tu resti sottoterra a magiare i vermi. È tutto vero, ma io non posso più reggere il peso del mio dolore, non posso più pensare, sentire i miei pensieri perché è peggio che morire. Non farò niente adesso perché sono in giro, ma tornerò a casa e sarà ancora peggio di prima. Sto male, sto molto male.
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Viecce
Tra poco più di un mese la storia con la tipa più bella con cui sono mai stato sarà finita.
Due ore dopo mi scrivono per dirmi che un accordo con cui dovevo prendere è un cliente importante è saltato di un mese. E da quel cliente dipende il mio lavoro.
Mi scrive una tipa che non solo mi ricorda quanto alla sua stessa età fossi un segaiolo urbriacone, e le mie sorelle mi guardavano passare i pomeriggi di fronte a Sky nella speranza che passasse un video musicale sexy per farmi una sega. Mi ricorda anche che è bellissimo lasciar perdere tutto.
Perché si, a me la vita fa schifo, e tutte le notti sogno di infilarmi una pistola in bocca e farla finita, così la smetterò di ricordarmi da sveglio e mentre dormo la gente che ho visto morire, la gente che ho fatto soffrire o che ho visto soffrire senza poter fare niente. Solo che mi chiedo se 50 euro li spendo per un bocchino oppure per una pistola e un proiettile e finisco sempre ad addormentarmi con l’uccello in mano. Per adesso ho l’anima caricata a pallettoni e rabbia, e da quando ho scoperto di poter avere fiducia in me stesso sembra che la mia determinazione non voglia arrendersi.
Lavoro di domenica, per ovvi motivi, nella speranza di prendere un cliente e di non essere licenziato.
Sono stato su una montagna, sono sceso con le scarpe che ora sono bucate e non ho idea di dove trovare i soldi per ripararle. È la seconda volta che mi procuro 1000 euro di promettenti piccoli vari lavori, che poi quando chiami e chiedi “Iniziamo?” ti rispondono di no, oppure non rispondono. È la seconda volta che accade in 4 mesi, e mi sono stufato di lavorare con gli italiani, per adesso raccolgo quei 50 euro, che sono diventati quegli ipotetici 1000 e forse con quelli riesco a comprarmi un paio di scarpe, ma non so se basteranno per l’inverno.
I miei miti dicono che bisogna seguire 2/3 mentori e seguirli fino alla morte, ma a me viene l’ansia e ho passato la notte a guardare documentari sui dinosauri.
La mia famiglia mi chiama per dirmi che non capiscono per quale motivo odi così tanto i vecchi:gente che ha fatto i propri interessi per 20 anni, che ha massacrato ambientalmente e politicamente questo paese, i vecchi porcoddio mi fate schifo. Non odio i neri, non odio i gialli, non odio gli arancioni. Odio i vecchi, profondamente e intimamente, ti giuro vorrei mettersi dentro le camere a gas come i nazisti con gli ebrei, e se mi dite “Ah ma anche tu un giorno sarai vecchio” vi ricordo che se volete uccidermi adesso potete farlo anche subito.
Non ho più paura oramai che tutto finisca, e per la verità non mi importa neanche più tanto. Le ho passate tutte, non ho paura di morire così, solo di viverci troppo a lungo. Vorrei essere un eroe l’eroe del pc che resta qui davanti finché non risolve tutti i suoi casini, perché in fondo non ho bisogno di altro.
Tiro pugni tremendi all’aria immaginando di colpire la faccia di mio padre. Non ho mai avuto bicipiti così grandi, di sicuro gli farei male.
Io non ho idea di come finirà, so solo che ho affrontato momenti peggiori. E allora ti dico VIECCE. Non ho un cazzo da perdere, non ho motivo per vivere, se vuoi venire ti aspetto alle porte dell’inferno. E vediamo chi dei due vince.
https://www.youtube.com/watch?v=kcBlH-coA8w
#testo#testo mio#vecchi#viecce#citazioni di vita#vita dura#rabbia#periferia#blog italiani#giovani scrittori#lottare
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Mi sforzo ma non riesco a ricordare.
Ieri mia sorella mi ha raccontato che quando ero piccola me la prendevo con mamma anche se in verità ero arrabbiata con mio papà, che lei si ricorda; io invece ho accantonato tutto, ed è per questo, dice, che ora odio mamma cosí tanto. Ho sempre avuto un vuoto, un vuoto incolmabile, che mamma mi ha scavato dentro. Per me è ancora piú colpa sua, ma poi è davvero colpa di qualcuno se le cose non funzionano ed i sentimenti svaniscono? Papà c'è stato per me, non sempre, ma abbastanza da ricordarmelo. Mamma invece l'ho sempre vista come un'antagonista, piú si avvicinava piú mi feriva togliendomi tutto poco dopo, lasciandomi con un'impellente voglia di affetto.
Ci sono sentimenti che non ho mai provato, o che forse non riesco a ricordare. Mia sorella dice che ho messo tutto sotto chiave nella mia testa per non dover soffrire piú, per trovare un lato positivo a tutto. Mi sforzo ma non riesco a ricordare.
Com'eri vestito la prima volta che ti ho visto sette anni fa? Com'erano i tuoi capelli? Come ci siamo presentati ma soprattutto come abbiamo fatto ad arrivare fino ad oggi? Vorrei poter ricordare il momento in cui mi dissi che ti piacevo; ricordare il tuo sguardo, il tuo viso rosso dall'imbarazzo e la tua voce tremante.
Dov'eravamo quando ci siamo rivisti l'anno scorso? Sei venuto in bici o ci siamo incontrati a metà strada? Quali sono state le nostre prime parole? Abbiamo parlato in Italiano o in Inglese? Ti giuro che non riesco a fare luce su niente. Nemmeno sulle volte dopo, ricordo solo la nostra prima notte a casa tua, suonavi la chitarra e cantavi una canzone che avevi scritto per lei; ti rubai la chitarra dalle mani e cantai la tua canzone, ma con accordi diversi “Ma dai, io ci ho messo due mesi a trovare degli accordi decenti e tu in due minuti ne trovi di migliori? Non è mica giusto.” io cercavo solo di cambiare qualcosa, qualsiasi cosa che ti allontanasse da lei e ti facesse notare il mio viso in mezzo alla folla e dire “Ma quella era lei?”.
Erano ormai le tre di notte ma tu non vai mai a dormire fino a quando il telefono non è carico al 100%, quindi passammo un'ora a guardare video divertenti su youtube, mi resi conto che ormai dormire sarebbe stato meglio rimandarlo alla sera seguente. “Non so quanto ti convenga dormire ora, fra tre ore dovresti svegliarti per andare a scuola, tanto vale che stiamo svegli insieme tutta la notte.” Eri d'accordo. Cosí inizió tutto.
Dopo ore passate al buio abbracciati, con le tue labbra appoggiate dolcemente sulla punta del mio naso, finalmente ti uscí qualcosa di bocca “Vuoi sapere tre segreti?”
“...Certo”
“Primo: vorrei baciarti. Secondo: vorrei farlo con te. Terzo: ho paura.”
“Paura di cosa?”
“Di sbagliarmi.”
“Beh, tu ami lei...non me. Sarei stupida a baciarti.”
“Già. Almeno tu non lo sei quanto me.”
Un'ora dopo ero la ragazza piú stupida del mondo. Ti diedi un bacio veloce prima di alzarci dal letto e tu mi dissi che eri confuso; “Non potevo non baciarti, me ne sarei pentita per sempre.” me ne vado da casa tua accarezzandomi le labbra, cercando quel poco sapore di te rimasto.
Non volevi che gli altri sapessero di quella notte, e cosí fu.
Ci sono sempre state tante cose di te che non mi sono mai piaciute, ma col tempo ho imparato ad amarle sinceramente. Ogni cosa, se la fai tu, è bella. Le tue facce buffe, le frasi stupide urlate per strada, il tuo accento inglese da finto gentleman; persino la pizza, che tutti sanno quanto (seppur stranamente) a me non piaccia. Eppure ho passato piú di un'ora a seguire un tuo stupido tutorial sul come farla, tu mi fai piacere tutto, anche quello che odio; perchè quando ti ho rivisto, ho realizzato che qualcosa di buono per me c'era ancora.
Non avró mai indietro il tempo che ho sprecato nè quello che gli altri hanno sprecato al posto mio. Non torneró mai bambina per riuscire ad avere attenzioni da mamma ed essere svegliata da papà con latte e Nesquik in tavola ogni mattina; il passato resta dov'è ma le cicatrici pure.
Faccio di tutto ma non riesco a ricordare ogni singola ferita, ne ho dimenticato i veri artefici ed i veri motivi.
Quando si tratta di te, peró, non riesco a dimenticare. Ti penso costantemente e tutto mi ricorda di te; mi sei sempre sulla punta della lingua.
E quando non ci sei, mi manchi.
Quando ci sei, penso a quanto mi mancherai
appena te ne andrai.
G.
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Testo random
Prima volta, non ho idea di come funzioni Tumblr e tutto il resto, ho scritto questo testo, sul blocco note, all’una di notte e niente volevo condividerlo con qualcuno, rimanendo anonima.
Non mi accontento mai, sono una stronza colossale, penso solo a me stessa; ok è davvero brutto leggerlo però sono io io a 360 gradi e lo ammetto, e a volte ne vado pure fiera, ma è una vita che porta alla depressione, alla tristezza e alla solitudine. Chi si accontenta gode? Alla grande e chi non si accontenta come me? Rimane fregato.
Parliamoci chiaro, non è un fatto di accontentarsi o meno, io credo che sia fisiologico, è carattere, è chimica.
Ho amiche che si innamorano una volta ogni due mesi, e non è che si accontentano sono semplicemente fatte così, e buon per loro, è invidia quella che provo nei loro confronti.
Sul serio, la mia è una vita di merda: nella mia cronologia Google troviamo ricerche come:
“Perché non riesco ad avere un orgasmo “oppure “sono troppo complicata cosa devo fare” o “libri per farti lasciare andare “ o addirittura “ non mi accontento mai degli uomini”
Sono stata fidanzata 3 anni fa, il classico primo amore adolescenziale, fidanzata per due anni, ma parliamoci chiaro: non ci capivo ancora niente di uomini e di sesso, non sapevo cosa volevo e cercavo in un ragazzo.
Ed indovinate un po’? Single, single da 3 anni, ok forse dovrei fare un po’ di chiarezza sennò mi prendete per una sfigata che sta rinchiusa in casa( eh bè in questo caso la mia solitudine sarebbe giustificata) no! Non per vantarmi, ma sono una ragazza ambita, guardata, il sabato sera esco con i vestitini a mezza coscia ed un paio di tacchi, e sono guardata cazzo, sul serio, potrei prendermi chi voglio, potrei pescare il ragazzo che più mi piace ma niente, nessuno che mi fa venire quella “chimica”.
Ovviamente non ho fatto il ritiro in questi 3 anni, ed è proprio questa la cosa che più sconvolge, che io in questi 3 anni ho conosciuto, ho frequentato, ho fatto le classiche cene fuori, le banali passeggiate in riva al mare, gli apatici baci, si perché non c’è stato un ragazzo che mi abbia trasmesso qualcosa, non dico che dovesse farmi venire un orgasmo a letto ok, ma almeno un brividino con un bacio me lo meritavo. Niente, apatica, ok forse sto esagerando, non sono proprio apatica, magari vedo un ragazzo e dico “cazzo voglio farmelo è l’uomo della mia vita” poi magari ci esco pure, ma ogni cazzo di volta non riesco mai ad andare oltre la 3-4 uscita, marca di scarpe che non mi piace? Tono di voce non attraente? Ragionamenti troppi stupidi? Carattere che non fa per me? Lavoro che non condivido? Qualsiasi dettaglio, qualsiasi parola che mi va storta e niente, fine della partita, sono fatta così, è più forte di me è fisiologico è il mio modo di essere, non parliamo di attrazione e sesso che, viste le premesse ovviamente è ancora peggio, orgasmo neanche a pagare, voglia di sperimentare, ma anche solo voglia di farmi uno zero. Per un periodo mi interrogai sul fatto che potessi essere pure lesbica, ma niente ragazzi, ho provato a guardare i porno, e quello che mi piace è il c***o , non voglio risultare volgare, ma è la realtà dei fatti; dunque, esclusa questa opzione, escluse tutte le malattie assurde tipo quelle che non puoi avere orgasmi (che automasturbandomi ho) cosa resta? Resto io, resta il mio carattere, è questo il problema, il mio carattere, sono troppo esigente, sono pure una grandissima stronza, si perché i ragazzi non li tratto mica tanto bene, sono vaga con loro, rispondo ai messaggi dopo ore, a volte giorni, un giorno esco con te , gli altri tre no, cioè vi rendete conto? Faccio pure la stronza, ma giuro che non sono io a volerlo, probabilmente è menefreghismo, a volte mi dimentico proprio di rispondere ai messaggi, probabilmente è il pensare solo a me stessa, si perché faccio in modo che tutti i ragazzi in un modo o nell’altro rimangano li, ai miei piedi.
Le ho provate tutte, sono passata da uscire con i 30enni ai 18enni, dagli uomini d’affari in giacca e cravatta ai ragazzetti in tuta che si fanno le canne al parco, ho provato a cambiare ambienti, ho provato pure a cambiare me stessa, ho provato a chiudermi in casa per mesi sperando in una “rinascita”, ho provato a fare meditazione, a leggere articoli, mi sono fatta seguire da uno psicoterapeuta....
Potrei continuare ancora, e niente mi ritrovo qui, all’una di notte dopo l’ennesima ricerca di Google sul’ “essere troppo esigente” a scrivere due righe, come non avevo mai fatto, senza sapere il perché, o a chi. Sono una , boh , volevo scrivere un aggettivo che mi descrivesse, ma sinceramente non lo trovò, volevo solo dire che ho una vita del cazzo, notte.
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Ma non riesco proprio a capire comunque lei cosa ha fatto 😂 non capisco ti giuro l’odio. Se si sono lasciati non è stata colpa sua dato che è arrivata dopo quindi perché attaccarla così. È una persona come tutte le persone ci rimane sicuro male.
Io capisco che possa non piacere, soprattutto alle fans ragazzine di 13-16 anni affezionate alla precedente coppia, però, non ti piace? Non la seguire. Non commentare. Non prenderla in giro.
La sua unica colpa è stata mettersi con un personaggio pubblico con molto seguito.
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The Tomorrow War
Ho visto ieri sera su PRIME VIDEO, il servizio streaming di Amazon, il film sci-fi THE TOMORROW WAR del regista Chris McKay, con protagonista Chris Pratt.
Ora, io non sono un critico cinematografico, nè voglio ergermi a tale, ma da semplice spettatrice, dopo la visione sia su Prime video che su Netflix di parecchi film che dire deludenti e sconclusionati è dire poco, ho deciso di sfogarmi a riguardo sul mio blog.
Capisco le difficoltà che il mondo del cinema sta attraversando, ma molti dei progetti che vediamo ora sono stati girati e prodotti prima della pandemia, perciò questa non può essere una scusa valida per il basso livello di tutti questi film.
Io credo che in molti casi manchi proprio la volontà di impegnarsi a fare un prodotto decente e manchi il rispetto per lo spettatore.
Credetemi, non pretendo chissà cosa da un film, ma la coerenza sì, e che almeno abbia un senso. Inoltre se ti metti in testa che vuoi fare un film di fantascienza devi avere un budget adatto, se non l’hai, lascia stare.
Ma la parte che vedo comunque più carenti in tutti questi film è la sceneggiatura, a volte imbarazzante.
Prendiamo ad esempio TOMORROW WAR, un film che sulla carta poteva avere una trama piuttosto lineare e semplice: Alieni invadono la terra, ergo occorre sconfiggerli. Una Trama base. Stile Guerra dei mondi.
Aggiungiamoci la variante viaggi del tempo e occorre un attimo riflettere sul COME FARLO. Poichè se gli uomini del futuro hanno la tecnologia, sia pure sperimentale, sia pure con mille limitazioni, sia pure che li porta indietro solo di trent’ anni....fatto sta che possono tornare indietro nel tempo a prima dell’invasione ergo, qual è la prima cosa che verrebbe in mente a tutti di fare nei loro panni? Evitiamo avvenga l’invasione, avvertendo il passato del pericolo.
Metti che non puoi avvertirli nel modo migliore perchè non sai esattamente come gli alieni arrivano sul pianeta, ok, però più o meno sai quando saltano fuori, sai abbastanza della loro fisiologia, hai campioni dei loro tessuti, conosci i loro comportamenti, hai la tecnologia del viaggio nel tempo...cavolo, dai tutte queste informazioni al passato e loro avranno trentanni per studiarle e sviluppare tecnologie o armi biologiche per sconfiggerli.
Invece no, no, il regista o lo sceneggiatore non ha deciso di seguire questo filo logico, no.
Ha deciso che gli uomini dal futuro torneranno indietro solo per arruolare nuove forze per il loro esercito nel futuro (che tra l’altro ormai sta perdendo e non ha speranza di rovesciare le sorti della guerra). COSA??? Ma che cavolo di senso ha?
E non arruolano militari esperti, scienziati sopraffini, arruolano anche gente comune, perchè per evitare paradossi temporali arruolano solo adulti che da lì a trent’anni saranno morti comunque e non possono quindi incontrare se stessi o la loro assenza nel presente, se verranno uccisi, non cambierà di molto il futuro.
Ma che senso ha? Il futuro lo stanno già cambiando, vogliono farlo!!!!!!!!!!! Ma ci rendiamo conto che non ha il minimo di senso mandare casalinghe, cuochi o impiegati che non hanno mai imbracciato un’arma in vita loro nel futuro a farsi massacrare???????? Ma che senso ha?
Ma non abbiamo ancora raggiunto la vetta dell’assurdo no, questa arriva dopo un’ora e mezza di film in quando scopriamo che il piano finale degli uomini del futuro è: rimandare una fiala con il prototipo di una tossina che può uccidere gli alieni nel passato in modo che possano farli fuori non appena appariranno.
Ma cavolo! Perchè non hai mandato subito nel passato i tuoi studi ed esperimenti sulla tossina e tessuti alieni e hai dato loro trent’anni per lavorarci, invece di farlo tu sotto assedio alieno e senza tempo????Perchè????
Vuoi farmi credere che agli uomini del futuro serviva l’aiuto degli uomini del passato per catturare una femmina aliena, studiarla e ricavare la tossina? Vuoi farmi credere questo, no perchè io non ci credo, visto che non li hanno aiutati affatto, si sono solo fatti massacfrare come carne da macello e basta. Serviva questo nel futuro? Carne da macello per guadagnare tempo???? Ma se viaggiano nel tempo, è col viaggio che guadagni tempo, non facendo ammazzare degli innocenti.!!!!!!
NON HA SENSO. TUTTO IL FILM NON HA SENSO. Proprio di base. Perciò poi tutte le altre cose che non hanno senso passano persino in secondo piano e sono tante vi avverto:
-Tipo che non viene mai spiegato come funziona il viaggio nel tempo che utilizzano, perchè prima dicono che non possono tornare avanti e indietro come vogliono, però poi vediamo che mandano soldati dal passato al futuro per sette giorni e se sopravvivono per sette giorni, li rimandano nel passato....quindi boh, ma tanto tutto non ha senso perciò perchè porci il problema?
-che non vediamo gli alieni se non dopo 49 minuti di film
-che il sistema ‘spediamo nel futuro carne da macello’ viene spiegato solo dopo 35 minuti di film totalmente inutili.
-che alla fine chi svelerà dove probabilmente si trova la nave aliena e che probabilmente era già sulla terra da tempo solo che gli alieni si risveglieranno solo tra tent’anni sono: una terapista che butta lì l’idea non si sa perchè, non si sa come, e uno studente di liceo amante dei vulcani, che insieme devo dedurre ne sanno di più di tutti gli scienziati della terra del futuro che hanno creato la tecnologia del viaggio nel tempo ma non avevano mai ipotizzato questa teoria basilare che a loro viene naturale,. Certo, come no?
Ma che cavolata è questo film? Non posso spegnere il mio cervello totalmente e godermi un film che non ha il minimo, giuro, il minimo di senso. Non ce la faccio.
E non mi interessa se poi il regista infarcisce il tutto con la triste storia del protagonista abbandonato dal padre che teme per la sua figllioletta, non riesco nemmeno ad empatizzare con lui, perchè è coinvolto in una cosa totalmente senza senso!!!!!!!!!!!
Sono delusissima.
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La sera, quando mi metto a letto, all'inizio ho un sacco di energie e buone intenzioni sulle cose da fare nei giorni a seguire. Poi, man mano che passa il tempo, mi sale un'ansia e un'angoscia infinita e affondo nelle mie paure. Tutta l'energia passa e viene sostituita da un mal umore, tristezza e paura infinita. Così, non riesco neanche più a dormire, perché continuo a pensare a tutte le cose che non vanno, alle cose che mi creano difficoltà e che mi fanno stare male. Dopo un po', a forza di piangere, mi addormento ma poi mi sveglio di continuo di soprassalto con il fiatone ed è una cosa che non auguro neanche al mio peggior nemico, lo giuro!
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