#giovanni farina
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Il podcast integrale in cinque puntate su Rai Play Sound : https://www.raiplaysound.it/programmi/9999unagrandevitalunga
“Mi auguravano una grande vita lunga”,dice Giovanni Farina. Fino al 31 dicembre 9999. Giovanni Farina è stato ergastolano. Fine Pena Mai. Giovanni Farina è sopravvissuto all’ergastolo al quale era stato condannato. Giovanni Farina è sopravvissuto alla sua leggenda, quella dell’imprendibile bandito Farina, indicato come la mente del sequestro di Giuseppe Soffiantini, uno degli ultimi e più clamorosi sequestri di persona, nel 1998. Gli avevano detto che non avrebbe più rivisto i suoi monti, i Monti della Calvana, gli chiedevano se non aveva capito che doveva morire in carcere.
Questi Monti della Calvana dove Giovanni Farina è cresciuto, sono i monti dove il cineasta Giovanni Cioni è tornato a vivere, proprio negli anni del sequestro Soffiantini, che è stato nascosto qui. È su questi monti, in una casa non lontana dalla sua casa abbandonata, che Giovanni Farina e Giovanni Cioni si ritrovano per questa conversazione –e si ritrovano proprio il giorno in cui Farina finisce di scontare la sua pena. Il giorno in cui sarebbe libero. Sarebbe, dice.
Un viaggio sonoro e cinematografico –di immagini sonore come delle reminiscenze. Le parole ripercorrono una vita, la rivivono. Ci portano lontano nel tempo –la sua infanzia di pastore sardo in Toscana, il clima di sospetto e di criminalizzazione con il quale si scontra, i primi arresti e le fughe, la famiglia dispersa. Le parole ci portano lontano nello spazio -nella giungla del Venezuela, in Australia, nella caverna dei lunghi anni di isolamento. Le parole –negli anni di carcere per sopravvivere Giovanni ha iniziato a usare le parole, a scrivere testi, racconti, poesie, di uno splendore struggente per lottare contro l’oscurità. Nelle parole di Giovanni c’è l’ostinazione alla vita, una vita dispersa da ritrovare.
9999 UNA GRANDE VITA LUNGA
un podcast di Giovanni Cioni,
prodotto da RUMORE
registrazione e sound design Saverio Damiani
produzione artistica Pinangelo Marino
vincitore del Premio Lucia 2024:opere
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SAVING PRIVATE RYAN 1998
You can tell her that when you found me, I was with the only brothers I had left. And that there was no way I was deserting them. I think she'd understand that.
#saving private ryan#1998#tom hanks#edward burns#tom sizemore#jeremy davies#vin diesel#adam goldberg#barry pepper#giovanni ribisi#matt damon#dennis farina#ted danson#harve presnell#bryan cranston#david wohl#nathan fillion#paul giamatti#ryan hurst#max martini#leland orser
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The Mod Squad (1999)
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dal 13 dicembre, a salerno: "universi possibili. carte, documenti e pagine sparse", mostra collettiva a cura di sandro bongiani
Universi Possibili, carte, documenti e pagine sparse L’Archivio di Stato di Salerno ha il piacere di presentare, venerdì 13 dicembre 2024 alle ore 19:00, la mostra collettiva dal titolo “Universi Possibili, carte, documenti e pagine sparse”, a cura di Sandro Bongiani. La mostra è organizzata dalla Collezione Bongiani Art Museum di Salerno. Archivio di Stato di Salerno – Ministero della…
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#Alessandra Angelini#Andrea Bonanno#Anna Boschi#Antonio Baglivo#Archivio di Stato di Salerno#art#arte#artisti#asemic#Bongiani Art Museum#Carlo Iacomucci#Carmela Corsitto#carte#Cinzia Farina#Coco Gordon#Collezione Bongiani Art Museum#documenti#Elena Marini#Enzo Patti#Ernesto Terlizzi#Filippo Panseca#Francesco Aprile#Franco Panella#Gabi Minedi#Gabriella Taddeo#Gian Paolo Roffi#Giorgio Moio#Giovanni Bonanno#Giovanni Fontana#Giovanni Leto
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Due erano i meccanismi con cui Calvi faceva arrivare fondi alla galassia di società estere, tramite lo IOR
Se il Vaticano e la sua banca ebbero un peso rilevante nella vicenda Sindona, lo ebbero ancora di più con Roberto Calvi. Come abbiamo visto, il banchiere milanese conobbe Paul Marcinkus, da poco divenuto presidente dello IOR, grazie a Michele Sindona, e i tre finirono per costituire un triumvirato finanziario, nel quale, almeno fino alla metà degli anni ’70, il finanziere di Patti ebbe il ruolo…
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#1978#banche#Carmine Pecorelli#finanza#Giovanni Paolo I#Giovanni Paolo II#IOR#Michele Sindona#Paul Casimir Marcinkus#Pierpaolo Farina#Roberto Calvi
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Due erano i meccanismi con cui Calvi faceva arrivare fondi alla galassia di società estere, tramite lo IOR
Se il Vaticano e la sua banca ebbero un peso rilevante nella vicenda Sindona, lo ebbero ancora di più con Roberto Calvi. Come abbiamo visto, il banchiere milanese conobbe Paul Marcinkus, da poco divenuto presidente dello IOR, grazie a Michele Sindona, e i tre finirono per costituire un triumvirato finanziario, nel quale, almeno fino alla metà degli anni ’70, il finanziere di Patti ebbe il ruolo…
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Due erano i meccanismi con cui Calvi faceva arrivare fondi alla galassia di società estere, tramite lo IOR
Se il Vaticano e la sua banca ebbero un peso rilevante nella vicenda Sindona, lo ebbero ancora di più con Roberto Calvi. Come abbiamo visto, il banchiere milanese conobbe Paul Marcinkus, da poco divenuto presidente dello IOR, grazie a Michele Sindona, e i tre finirono per costituire un triumvirato finanziario, nel quale, almeno fino alla metà degli anni ’70, il finanziere di Patti ebbe il ruolo…
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Due erano i meccanismi con cui Calvi faceva arrivare fondi alla galassia di società estere, tramite lo IOR
Se il Vaticano e la sua banca ebbero un peso rilevante nella vicenda Sindona, lo ebbero ancora di più con Roberto Calvi. Come abbiamo visto, il banchiere milanese conobbe Paul Marcinkus, da poco divenuto presidente dello IOR, grazie a Michele Sindona, e i tre finirono per costituire un triumvirato finanziario, nel quale, almeno fino alla metà degli anni ’70, il finanziere di Patti ebbe il ruolo…
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The Mod Squad, US lobby card. 1999
#Lobby Cards#submission#The Mod Squad#Scott Silver#Claire Danes#Omar Epps#Giovanni Ribisi#Dennis Farina#Lobby Card
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PANNOCIATO E PÀ NNOCIATO
Festa dell’esaltazione della Croce insieme alle tradizioni popolari a Petriolo e dintorni Pannociato Pà nnociato ricetta salata con noci uva pecorino Pannociato dolce Pà nnociato alle noci Pà nnociato alle noci e pecorino
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#costumanze marchigiane#farina 0 bio#festa dell’esaltazione della Croce#Giovanni Ginobili#marche#noci#pane alle noci#pannociato#pà nnociato#pecorino#Petriolo#Pitrió&039; mmia#Saltarello#tradizione
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Fiat 850 Spiaggetta, 1970, by Michelotti. The result of a coloration between yacht designer Phillip Schell and Giovanni Michelotti, the Spiaggetta drew heavily from Michelotti's earlier one-off DAF Kini. Both cars featured wicker interiors through the DAF had its engine in the front whereas the Fiat was rear-engined. Though he has worked extensively throughout the 1950s and 60s for coachbuilders including Vignale, Farina, and Ghia-Aigle, the circa 80 Fiat beach cars (AKA the Fiat Shellette) were some of the first to wear the GM Michelotti Torino branding. Only around ten 850 Spiaggettas have survived to the present day
#Fiat#Fiat 850#Fiat 850 Spiaggetta#1970#rear engine#Giovanni Michelotti#Michelotti#coachbuilt#beach car#Phillip Schell#open roof#Michelotti Torino#Spiaggetta#Fiat Shellette
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This movie breaks me every time I watch it. Wade’s story, especially, is heart wrenching. This really is a masterpiece, and the attention to detail by Spielberg and Hanks is incredible. This is a movie everyone should watch at least once, if only to gain some perspective.
📽 Saving Private Ryan (1998)
If you like heart wrenching war movies, then this is the movie for you. Saving Private Ryan is a sobering film about the horrors of war. Spoiler alert: they save Private Ryan. But they lose almost everyone to do it. Don’t expect a happy ending, instead expect mixed feelings of sadness and joy.
Sex/nudity: 2/10
Violence: 9/10
Language: 10/10
Overall rating: 9/10
#movie#review#movie review#drama#action#second world war#world war 2#saving private ryan#world war ii#steven spielberg#tom hanks#edward burns#matt damon#tom sizemore#barry pepper#adam goldberg#vin diesel#giovanni ribisi#jeremy davies#ted danson#paul giamatti#dennis farina#max martini#dylan bruno#epic#war
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Alfa Romeo GTV 2.0 V6 Turbo : une icône intemporelle dans l'écrin de Vérone
Rouge éclatant, lignes sculptées et un V6 sous le capot : la Lancia GTV 2.0 V6 Turbo est bien plus qu’une voiture, c’est une œuvre d’art mécanique. Découverte au Salon de Genève en 1995, cette élégante sportive a fait battre le cœur des passionnés d’Alfa Romeo à une époque où la marque renaissait sous l’égide du groupe Fiat. Aujourd’hui, cette GTV, bichonnée par un collectionneur passionné, traverse les rues historiques de Vérone avec une grâce intemporelle, rappelant l’âge d’or de l’automobile italienne.
Une quête de six ans pour une perle rare
Giovanni Farina, alfiste invétéré, a passé six longues années à chercher la GTV parfaite pour compléter sa collection. Résidant à Vérone, il est tombé sur ce joyau : une GTV 2.0 V6 Turbo immatriculée en 1996, arborant une peinture rouge pastelle et affichant seulement 33 000 kilomètres au compteur. Issue d’une concession Alfa Romeo, cette voiture est restée dans un état exceptionnel, presque comme neuve. Depuis son acquisition en 2018, Farina l’a soigneusement préservée, ne parcourant que quelques kilomètres pour maintenir son éclat.
Sous le capot : un chef-d’œuvre technique
Le cœur de cette GTV est son moteur V6 Turbo de 2 litres, une merveille d’ingénierie Alfa Romeo. Avec ses 200 chevaux, il offre une puissance progressive et raffinée, caractéristique des grands moteurs de la marque. Installé transversalement, il occupe chaque centimètre sous le capot, témoignant de l’audace technique de l’époque. Ce moteur se distingue par sa réactivité et son élasticité, procurant une conduite dynamique tout en restant confortable, même à bas régime.
Une expérience de conduite unique
La GTV séduit par ses sensations de conduite immersives. La position basse, les jambes légèrement étendues et les instruments nichés dans un tableau de bord en forme de "cannocchiale" transportent instantanément dans l’univers des grandes sportives italiennes. Farina souligne que cette version turbo est plus vive et plus plaisante que le modèle 3.0 V6, offrant une puissance immédiate et une aisance en conduite urbaine comme sur route sinueuse.
Malgré ses 30 ans, la GTV conserve une agilité remarquable grâce à son châssis bien équilibré et son système de suspension arrière multilink. Ses commandes robustes, bien que légèrement fermes, renforcent le lien entre le conducteur et la machine, un aspect essentiel pour les amateurs de sensations authentiques.
Un design intemporel dans un cadre historique
Le service photo réalisé dans la ville de Vérone met en valeur l’élégance de la GTV. Devant la basilique de San Zeno Maggiore ou avec Castelvecchio en toile de fond, cette Alfa Romeo semble parfaitement à sa place. Ses lignes en coin, signées Pininfarina, et sa teinte rouge éclatante rappellent que l’Italie est autant le berceau de l’art que de l’automobile.
Un hommage à une époque révolue
Avec seulement 33 000 kilomètres et un entretien méticuleux, cette GTV est une véritable capsule temporelle, incarnant l’esprit d’une époque où Alfa Romeo redéfinissait l’élégance et la sportivité. Aujourd’hui, elle ne se contente pas de rappeler le passé : elle continue d’inspirer les passionnés et de susciter l’admiration.
Pour tout amateur d’automobile, cette GTV est bien plus qu’une voiture : elle est une déclaration d’amour au plaisir de conduire, à l’ingénierie italienne et à la passion éternelle pour la route.
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STORIA DEL CORNETTO: INTERESSANTISSIMO!!!
La tipica forma a mezzaluna viene, in modo forse leggendario, correlata alla battaglia di Vienna del 1683 che pose fine all'assedio della città da parte dell'Impero Ottomano. La città era stata posta sotto assedio il 14 luglio del 1683 da 140.000 turchi guidati dal gran visir Mustafa pascià. L'assalto turco fu durissimo e molti furono i tentativi di penetrare in città. Si narra infatti che per conquistare definitivamente Vienna, abbattendo le sue poderose mura, l'esercito ottomano andava scavando nottetempo delle gallerie sotterranee al di sotto di queste per minarle e farne saltare così le fondamenta. I rumori delle pale e dei picconi furono udite dagli unici lavoratori svegli a notte fonda: i fornai, che diedero tempestivamente l'allarme sventando l'imminente pericolo. L'11 settembre 1683 Giovanni III Sobieski, re di Polonia, giunse a Vienna guidando la coalizione cristiana e i turchi vennero rovinosamente sconfitti. Per celebrare l'importante vittoria Giovanni III chiese ai panettieri di ideare un dolce che ricordasse l'avvenimento. Secondo la tradizione sembra sia stato un fornaio di nome Peter Wendler a inventare la specialità a forma di mezzaluna. La ricetta era simile a quella attualmente usata per il cornetto: uova, farina, burro, zucchero, lievito, acqua tiepida. La particolare forma rimandava chiaramente al simbolo della bandiera turca: la nuova golosità venne chiamata kipferl, mezzaluna in tedesco proprio come in francese il termine croissant. Mangiando il kipferl simbolicamente si mangiava il turco.
La specialità si diffuse in Italia e più specificatamente in Veneto subito dopo il 1683, grazie agli intensi rapporti commerciali tra l'allora Serenissima Repubblica di Venezia e Vienna. Bisognerà attendere invece il 1770 perché anche la Francia, con il matrimonio tra l'austriaca Maria Antonietta e il futuro re Luigi XVI, scopra il cornetto. La sua ricetta venne modificata dai pasticceri di Versailles, che lo arricchirono di burro e lo battezzarono croissant.
Nel 1797, con il trattato di Campoformio e successivamente con l'istituzione del Lombardo Veneto, il kipferl o cornetto, insieme ai krapfen e al gulasch, accrebbe ulteriormente la propria popolarità. L'arte di prepararli divenne patrimonio di maestri fornai veneti.
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Three Eaux de Cologne (Guerlain)
Tomas -- the cheerful philanderer of Milan Kundera's novel The Unbearable Lightness of Being -- adheres to a self-written code of ethics when arranging his many liaisons. "The important thing," he claims, "is to abide by the rule of threes. Either you see a woman three times in quick succession and then never again, or you maintain relations over the years but make sure that the rendezvous are at least three weeks apart".
Tomas breaks his own rule by remaining with (and even marrying) the tormented Tereza-- but the woman who "understands him best" is Sabina, an artist with whom he shares a bond untrammeled by jealousy or possessiveness. While Tereza represents all that is heavy and serious, Sabina personifies the weightlessness of freedom from attachment. Over time, her ephemeral quality proves contradictory to both Tomas and Tereza, for while she slips in and out of their lives, they cannot forget her-- nor she them. There is something about Sabina which lingers in memory, if not in actuality.
If Sabina were a fragrance, could she be anything but eau de cologne?
When something lovely, brief, plentiful, and refreshing is called for, eau de cologne is the obvious answer. Other fragrance compositions are "heavy" -- complex, deliberate, meant to be taken (and worn) seriously. Cologne is "light" -- a fleeting pleasure intended for impromptu use.
Yet for all its transience, eau de cologne can make a deep impression on the psyche. Many perfume wearers I've met tell of the indelible mark made in their memories by a certain fragrance worn by an older relative. More than half the time, that fragrance is an EDC. The paradox inherent in eau de cologne is that one enjoys so brief a time with it-- but once the bond is established, loyalty lasts a lifetime.
The first eau de cologne released by Giovanni Maria Farina in 1709 set a new standard in fragrance composition and usage. The rules were simple: take a base of orange blossom, peel, and leaf essential oils. Combine them variously with other citrus oils (lemon, lime, mandarin, grapefruit, bergamot), herbs (rosemary, thyme, lavender, artemisia), and florals (usually indolic white flowers such as jasmine or narcissus). Dilute the result in a disproportionately large amount of alcohol (up to nine parts out of ten). Lose the inhibitions, and start splashing it on.
Guerlain's introduction to the eau de cologne playing field came fairly late in the game (1853), by which time the genre was well-established. Guerlain's contribution was the use of stronger aromatic fixatives such as musk and cedar, which preserved the airiness of the classic EDC format while extending its life by a crucial heartbeat. Aside from Farina 1709 Original, 4711 Kölnisch Wasser, and Lanman & Murray Florida Water, the Guerlain series of eaux offers about the best introduction to the eau de cologne aesthetic that I can think of.
Over the last two weeks -- during which the East Coast became a veritable EZ-Bake Oven and the B.O. factor among the public I serve reached an all-time ascendancy -- I've thoroughly enjoyed flitting back and forth between Impériale, Fleurs de Cédrat, and Eau de Guerlain. If breezy, fresh, and fruity is the antidote to summer doldrums, I never needed it more than now.
Created in 1853, Eau de Cologne Impériale is the oldest of Guerlain's colognes. It kicks off with an intense lemon-lime accord, vibrant and exuberant, before revealing its beautiful-but-brief verveine-and-orange-blossom heart. Of course it lasts no longer on skin than it has taken me to type these words, but it's not meant to. One only needs a momentary boost to avoid slipping into a hot-weather case of the vapours.
Eau de Fleurs de Cédrat requires a little more time to appreciate. This one's a sorbet, creamy in texture but not milky in the slightest, with the dryness of powdered sugar and a mild animalic element which keeps it on skin somewhat longer than its counterparts. Its name is a subtle play on words, touching on cèdrat (citron) and cèdre (cedar), both of which it contains. Whether one is more prominent than the other appears to be a matter for the weatherman to decide. On a cooler day -- if you want to call 90°F "cooler"! -- I found much more orange blossom filling the air around me. During a scorcher, the emphasis is on cedarwood. Either way, enchantée.
What can be said about Eau de Guerlain that could possibly further embellish its well-deserved reputation? In descriptive terms, one could call it a delicious lemon-creme and herbal eau de cologne, and stop right there. Who needs more?
Well, I do.
Having never really tried my hand at layering before, I enlisted the Guerlain eaux within the last week for a running experiment in this time-honored perfume practice. Impériale and Eau de Guerlain were close enough in temperament so as to seem destined to be together, while Fleurs de Cédrat -- while playing well with others -- did just as well on its own. I would like to say that nothing could beat the three eaux layered together, one on top of the other. But as it happened, a bottom layer of Tauer's Lonestar Memories propelled the trio into a new and unexpected paradise. (Who knew that Guerlain could benefit from a touch of the dude ranch?)
Sabina, maybe. At the close of The Unbearable Lightness of Being, she too has migrated toward the setting sun-- settling fitfully on the West Coast, where she continues to create despite the alien quality of life around her. Upon learning of Tomas' and Tereza's demise, she writes a will stipulating that her cremated ashes be dispersed to the four winds, so that she may "die under the sign of lightness".
As she has lived, so Sabina will live on-- faithless, free, and true to her inner nature. She would, says Kundera, be lighter than air.
Scent Elements: Hesperides and herbs
#guerlain#Eau de Cologne Impériale#Eau de Guerlain#Eau de Fleurs de Cédrat#perfume review#parfümieren
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In realtà, dietro la manovra di Agnelli si nascondeva anche la volontà di sbarrare la strada a Eugenio Cefis al vertice di Confindustria
La strategia dell’Avvocato riprendeva parte del refrain della borghesia industriale di inizio secolo contro gli sprechi e i disservizi della pubblica amministrazione, ma vi aggiungeva anche una critica radicale alle grandi rendite di posizione i cui costi finivano per gravare tanto sui salari degli operai (dato che assorbivano risorse a scapito dei servizi sociali), quanto sui profitti delle…
#1974#1975#Brigate Rosse#Confindustria#DC#elezioni#Eugenio Cefis#Giovanni Agnelli#PCI#Pierpaolo Farina#PSI#stragi
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