#giovani scrittori italiani
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Claudio Di Consoli: un nuovo talento nella redazione di Alessandria today
Un giovane autore tra letteratura e poesia. Alessandria today è lieta di dare il benvenuto a Claudio Di Consoli, giovane autore di Matera, classe 2005, attualmente studente di lettere presso l’Università “La Sapienza” di Roma.
Un giovane autore tra letteratura e poesia. Alessandria today è lieta di dare il benvenuto a Claudio Di Consoli, giovane autore di Matera, classe 2005, attualmente studente di lettere presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Con la sua passione per la scrittura e la letteratura, Claudio si unisce alla nostra redazione, portando freschezza e una prospettiva unica. Chi è Claudio Di Consoli? Nato…
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lucioganciblog · 22 days ago
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Alessia Castellini Presenta il Suo Ultimo Libro a Tante Storie di Palermo
Rientra nell'elenco dei buoni propositi di anno nuovo, ma mi propongo con questa di pubblicare tutte le presentazione di libri che fotograferò e anche quelle che ho fotografato.
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m2024a · 1 year ago
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/la-poesia-deve-alzare-le-proprie.html La poesia deve alzare le proprie barricate contro l'invasione dell'antiumanesimo Soltanto chi come me, o come qualcuno dei miei lettori, ama davvero la letteratura si rende conto, senza ipocrisia, che nella società odierna e per le attuali classi dirigenti la letteratura è diventata un impiccio, un residuato, qualcosa da portare in cantina a riempirsi di polvere. Oggi è, o sembra, tutto finito. Inutile ricordare agli uomini della politica e dell'economia, qualunque sia il loro colore politico, che se l'Italia non è rimasta una espressione geografica, ed è nata in quanto entità storica e statuale è stato soprattutto perché l'hanno sognata, preconizzata, amata i poeti, da Dante a Petrarca, da Foscolo a Manzoni al giovane Leopardi, da Carducci a D'Annunzio, da Ungaretti a Pasolini. Inutile ricordare che l'Italia è prima di tutto la sua lingua meravigliosa e dorata, è il suo patrimonio inesauribile d'anima, d'arte, di poesia, di musica. Sembra che sia chiaro soltanto tra i pochissimi grandi uomini rimasti in Italia, penso a Riccardo Muti. Sono venuti in odio i modelli eccellenti, erosi da un falso egualitarismo straccione, e dal dominio dei social, dove «uno vale uno» e il primo pirla può impunemente apostrofare un premio Nobel: fenomeno che condannò anche Umberto Eco, non sospettabile certo di simpatie per gli «apocalittici» nemici della modernità. La scuola, disastrata in maniera equanime da governi di sinistra e di destra sino all'abominio grillino dei banchi a rotelle, ha ridotto lo studio della letteratura a pochi autori, spesso soltanto del Novecento, ignorando i classici e il loro splendore e, di fronte ad ancora tanti bravissimi insegnanti, c'è sempre qualcuno (a volte ministri come il non rimpianto Franceschini) che preme per dare più spazio a fumettisti, saltimbanchi, cuochi, comici, rapper, trapper, cantautori, dj, influencer: seguendo pedissequamente ogni moda. Si è inventato il binomio scuola lavoro, come se l'insegnamento invece di formare prima di tutto esseri umani nella loro interezza dovesse formare pizzaioli, con tutto il rispetto per la categoria. Il lavoro della scuola era far crescere il sapere e l'anima del ragazzo, la sua comprensione di se stesso, della società, della storia, del mondo. E niente poteva farlo meglio di quell'antico ma sempre nuovo sistema di conoscenza che è la Letteratura. Niente formava di più e più in profondità che leggere poesie e romanzi, grandi strumenti di educazione al destino. Niente formava di più che il pensiero dei grandi, da Machiavelli a Galileo, da Vico a De Sanctis. Intendiamoci, non è che oggi non ci siano più quelli che scrivono poesie e romanzi. Ormai il 90 per cento degli italiani ha pubblicato un romanzo, i social diffondono a piene mani poesia, e chiamano poesia anche ogni incolpevole vagito e belato sentimentale. Ci sono in giro migliaia di sedicenti autori che scrivono tutti allo stesso modo, carino e insignificante, quasi sempre lontani da ogni scossa metafisica, da ogni senso del mistero, da ogni empito fantastico, e riducono il romanzo a qualche bella frase, a qualche trovata, o a tanto lacrimoso patetismo autobiografico. Eppure in questo mare magnum, dove nessuno distingue più niente da niente, ci sono ancora libri appassionanti e autori veri. Fiorisce la letteratura di genere, dove almeno persistono i temi eterni del male, della giustizia, della verità, e che il mercato premia (cosa che è vano vituperare): io leggo con piacere per esempio Donato Carrisi, e quando mi è capitato di conversare con Maurizio De Giovanni ho toccato con lui temi a me cari come il mito con più vivacità che con autori snobbetti e un po' premiati, magari usciti dalla celebratissima scuola Holden. Poeti veri e grandi, penso ad esempio a Milo De Angelis, esistono ancora. E ogni giorno ricevo testi di giovani che credono nella poesia e scrivono in cerca di nuove forme del vivere e di assoluto. Scrittori di alta qualità ci sono, Sandro Veronesi, Antonio Scurati, Eraldo Affinati, per esempio. E ci sono i critici, penso a Giorgio Ficara, a Alfonso Berardinelli, a Massimo Onofri, a Silvio Perrella, per altro saggisti e scrittori in proprio: ma esiste sempre di meno lo spazio editoriale e istituzionale per esercitare l'importantissimo compito della critica, vagliare la produzione letteraria, individuare i valori più forti, non transeunti, seguire gli autori, sostenere una tendenza. Oggi tutto è effimero, volatile, virtuale. Leggero: ma non si dica con criminale menzogna che è la leggerezza di Italo Calvino: tutt'al più è quella di Luciana Littizzetto. A cui preferisco le giovani tiktoker, che quando cinguettano innamorate di un titolo possono anche riservare sorprese, magari stanno rileggendo e rinverdendo un classico... Il vuoto è prima di tutto un vuoto sociale, culturale, spirituale. Ed è da connettersi al crollo dell'umanesimo, che dalla Firenze del Rinascimento sino all'esistenzialismo di Sartre e di Camus aveva innervato la cultura europea. Per molti esponenti del mondo intellettuale l'essere umano non è più al centro della società, l'essere umano intero, in carne ed ossa, con i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue debolezze, la sua follia, la sua capacità di ribellione, di autodeterminazione del proprio futuro. Ed è caduto a picco il senso della Tradizione, che è da modaioli imbecilli vedere come passato e polvere, mentre è conoscenza attiva e critica delle radici e insieme forza propulsiva per proseguire nella costruzione di una civiltà. La letteratura è stata a lungo il midollo spinale (l'espressione è di Jacques Attali) di una Nazione. E certamente di quella Europa che per primo Victor Hugo sognò come «Stati Uniti d'Europa». Senza letteratura, senza poesia, senza il primato dello spirito si configura una società non liquida, come vuole una celebre definizione sociologica, ma smidollata, un'Europa vaso di coccio tra le Potenze del nuovo ordine mondiale, prona di fronte alle insidiose idiozie nichiliste della cosiddetta cancel culture che ha soffiato dall'America in questi anni e alla fine si è rivelata una cultura della cancellazione, o del tentativo di cancellazione, guarda caso, proprio della parte gloriosa della cultura europea, oggi indifesa, incapace di reagire, di ritrovare l'orgoglio e l'amore di se stessa. Per la prima volta nella storia dell'umanità al vertice dei valori, come potere assoluto e incontestabile, è rimasta l'economia, declinata come finanza e profitto. E per la prima volta nella storia dell'umanità tutto il resto viene considerato un ingombro, qualcosa di attardato e inutile: il sacro, l'ideale, la gratuità, il valore, l'onore, la bellezza spirituale, la ribellione: il tesoro millenario della letteratura, da Omero a Borges. Il primato totalitario del profitto non ha niente a che fare col liberalismo che conosco io, quello di Benedetto Croce, Panfilo Gentile, Salvador De Madariaga. È in realtà un feticcio, un idolo, un Vitello d'Oro senza nessun Mosè in vista pronto ad abbatterlo: una irresistibile forza disumanizzante. Il pericolo, senza un nuovo umanesimo per il XXI secolo, è che si corra verso un'era di uomini-macchina, in balia di piccoli desideri indotti dalla pubblicità (e non so ancora per quanto dai miserabili imbonitori elettronici detti influencer), un'era di esseri privi di carne, di anima, di sesso, di radici, di sogni, vacui consumatori di tempo libero, prodotti deperibili e altrettanto deperibili ideologie. Uno strumento di opposizione, di resistenza e forse di contrattacco rispetto alle forze dell'antiumanesimo è la voce legislatrice (anche se mai riconosciuta come tale) della poesia, quell'antico e attualissimo sistema di conoscenza dell'anima e dell'universo che chiamiamo letteratura. Per questo nel disegno dei dominatori tecnologici ed economici del mondo poesia e letteratura non devono valere più niente, non devono avere spazio né ascolto. O, come ho appreso interrogando Chat GPT, opere poetiche e narrative potranno essere prodotte, pulite e anestetizzate, dalla IA, «assolutamente sì». Non so se un disegno così riuscirà. Dico soltanto che se riuscirà, quando saranno abbattute le statue di Virgilio, Dante, Shakespeare, Michelangelo, Goethe, Beethoven, Voltaire, Tolstoj la civiltà europea sarà finita. A me questo disegno non piace, e sono disposto, cari lettori, ad avversarlo sino all'ultimo sangue. All'ultima pagina.
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londranotizie24 · 9 months ago
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The Book Club, il 29 maggio all'Iic Il Paese dove non si muore mai
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Di Pietro Nigro Il 29 maggio all'Iic nuovo appuntamento con The Book Club: è la volta di Il paese dove non si muore mai di Ornela Vorpsi. The Book Club, il 29 maggio all'Iic Il Paese dove non si muore mai Nuovo appuntamento con The Book Club 2024, il circolo di lettura dedicato al tema "I Romanzi e il Luoghi" ospitato nella bellissima biblioteca intitolata a Eugenio Montale dell'Istituto Italiano di Cultura a Londra: il prossimo 29 maggio alle ore 18 è la volta di Il paese dove non si muore mai, romanzo scritto dalla scrittrice ed artista di origini albanesi e milanese di adozione Ornela Vorpsi. Il tema degli incontri di quest’anno è “I romanzi e i luoghi”, perché - come segnalano i promotori della rassegna - "i romanzi che leggeremo sono vari sia per genere che per periodo di pubblicazione. Si va dai classici del ‘900 a scrittori contemporanei seguendo come filo conduttore il legame forte di ogni libro con un luogo o una città". “I romanzi e i luoghi” è ovviamente un tema immenso e con questa scelta si è mirato a dare un ventaglio variegato di possibilità con temi, stili e, appunto, ambientazioni che si prestano a rendere vivace la discussione nei nostri incontri. Come sempre conduce gli incontri Paolo Nelli, Lecturer di Lingua e Cultura italiana al King’s College. Residente a Londra da diversi anni, ha pubblicato racconti e romanzi, tra i quali il suo primo La fabbrica di paraurti (1999), Golden boot (2012), Trattato di economia affettiva (2018) e il recente Il terzo giorno (2020, La Nave di Teseo). Il 29 maggio, il romanzo di Ornela Vorpsi Il paese dove non si muore mai è opera di Ornela Vorpsi, autrice albanese che ha scritto il romanzo in italiano. Quella presentata è un’Albania raccontata attraverso vicende personali e con una forte tensione stilistiche intrisa di ironia e dolore. The Book Club, i prossimi libri da leggere Di seguito i successivi appuntamenti di The Book Club: - Fa troppo freddo per morire di Christian Fascella è un giallo veloce e ironico, scritto con grande abilità letteraria e uno stile scanzonato e ci si muove in una Torino meno riconoscibile. - Con Canne al vento del premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda, si ripropone un classico visceralmente legato alla Sardegna. - Con Il corpo nero, Anna Maria Gehnyei scrive un romanzo basato sulla propria vita di bambina e poi donna, nata e cresciuta a Roma ma non italiana per le istituzioni e, attraverso la propria storia, dà voce a un’intera “seconda generazione” di giovani italiani. - Si finirà con Il treno dei bambini di Viola Ardone, uno dei casi letterari di questi ultimi anni, dalla povertà di Napoli del dopoguerra allo spaesamento di un bambino trapiantato nella pianura padane. Per partecipare e ricevere regolarmente i reminders dei prossimi incontri è sufficiente inviare un’email a [email protected]. ... Continua a leggere su Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 9 months ago
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Gli anni novanta: un decennio di esplorazione letteraria in Italia
Gli anni Novanta rappresentano soprattutto un decennio di grande fermento nella letteratura italiana. In questo periodo, emersero nuove voci e si consolidarono quelle già affermate, dando vita a un panorama letterario ricco e variegato. I romanzi di questo periodo riflettono i profondi cambiamenti sociali, politici e culturali che l'Italia stava vivendo, offrendo al lettore uno spaccato autentico della società italiana di quel tempo. Anni novanta: i grandi romanzi italiani "Sostiene Pereira" (1994) di Antonio Tabucchi: Un thriller storico ambientato nel Portogallo fascista di Salazar. Pereira, un mite archivista, si ritrova invischiato in un intrigo politico che lo porterà a confrontarsi con la brutalità del regime e con la propria coscienza. "Oceano mare" (1993) di Alessandro Baricco: Un romanzo breve che narra la storia di un violinista e del suo violino Stradivari. Attraverso una scrittura evocativa e poetica, Baricco esplora il rapporto tra l'uomo e l'arte, la bellezza e la morte. "Io non ho paura" (1999) di Niccolò Ammaniti: Un romanzo di formazione che narra la storia di due amici dodicenni alle prese con un mistero inquietante. Ammaniti, con il suo stile narrativo coinvolgente e ricco di suspense, dipinge un ritratto vivido e commovente dell'infanzia. "Tutti giù per terra" (1990) di Giuseppe Culicchia: Un romanzo generazionale che racconta le vicende di un gruppo di giovani precari nella Roma degli anni Ottanta. Culicchia, con ironia e disillusione, descrive la disoccupazione, la mancanza di prospettive e il malessere di una generazione. I grandi classici della letteratura italiane "recente" Oltre a questi titoli, gli anni Novanta hanno visto la pubblicazione di numerosi altri romanzi di grande valore, tra cui "Il male oscuro" di Giuseppe Bufalino, "Le parole di Giovanni" di Andrea De Carlo e "Un amore" di Margherite Duras. La letteratura italiana degli anni Novanta si caratterizza soprattutto per la sua ricchezza di temi, stili e voci. Gli scrittori di questo periodo hanno saputo raccontare le trasformazioni della società italiana con sguardo acuto e sensibile, offrendo al lettore opere che continuano ad appassionare e commuovere a distanza di anni. Gli anni Novanta rappresentano anche un decennio di grande importanza per la letteratura italiana. In questo periodo, sono nati romanzi che hanno segnato la storia letteraria del nostro Paese e che continuano ad essere letti e apprezzati da lettori di tutto il mondo. Foto di Tom da Pixabay Read the full article
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personal-reporter · 1 year ago
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I laghi italiani e la letteratura: i romanzi e i racconti ambientati sulle sponde dei laghi
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I laghi italiani sono luoghi di grande bellezza naturale e attrattiva turistica. Non è quindi sorprendente che siano stati fonte di ispirazione per molti scrittori, che ne hanno raccontato la storia, la cultura e le tradizioni. Tra i romanzi e i racconti più famosi ambientati sulle sponde dei laghi italiani troviamo: Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas (1844), ambientato in parte sul Lago Maggiore. I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni (1827), ambientato in parte sul Lago di Como. La storia di un amore di Dino Buzzati (1960), ambientato sul Lago di Como. Il nome della rosa di Umberto Eco (1980), ambientato sul Lago di Garda. L'isola di Arturo di Elsa Morante (1957), ambientata sull'Isola di Procida, nel Golfo di Napoli. La luna e i falò di Cesare Pavese (1950), ambientato sul Lago di Garda. Il lago di ghiaccio di Primo Levi (1985), ambientato sul Lago di Garda. La ragazza del lago di Andrea Camilleri (2006), ambientato sul Lago di Lugano. L'isola disabitata di Italo Calvino (1945), ambientata su un'isola immaginaria nel Lago Maggiore. Questi romanzi e racconti offrono una visione affascinante dei laghi italiani, che vengono presentati come luoghi di bellezza, mistero e avventura. Il conte di Montecristo di Dumas è un classico della letteratura mondiale che racconta la storia di Edmond Dantès, un giovane marinaio che viene ingiustamente condannato a morte. Fuggito dal carcere, Dantès si vendica dei suoi nemici e diventa un ricco banchiere. Nel corso della sua storia, Dantès visita il Lago Maggiore, dove incontra la marchesa di Villefort e la sua figlia Mercedes, di cui è innamorato. I Promessi Sposi di Manzoni è un altro classico della letteratura italiana che racconta la storia di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani innamorati che vengono ostacolati nelle loro nozze dalla malvagità del conte Attilio. Nel corso della loro storia, Renzo e Lucia si rifugiano sul Lago di Como, dove incontrano il cardinale Federigo Borromeo. La storia di un amore di Buzzati è un romanzo d'amore che racconta la storia di Corrado e Giuliana, due giovani che si innamorano durante una vacanza sul Lago di Como. La loro storia è però destinata a finire tragicamente, quando Giuliana viene uccisa in un incidente stradale. Il nome della rosa di Eco è un romanzo giallo che racconta la storia di Guglielmo da Baskerville, un frate francescano che viene inviato a indagare su una serie di omicidi avvenuti in un'abbazia sul Lago di Garda. L'isola di Arturo di Morante è un romanzo che racconta la storia di Arturo, un bambino che vive sull'Isola di Procida con la sua famiglia. Arturo cresce in un ambiente magico e misterioso, che lo porta a riflettere sulla vita, l'amore e la morte. La luna e i falò di Pavese è un romanzo che racconta la storia di un gruppo di amici che trascorrono le vacanze estive in un paese sul Lago di Garda. Il romanzo è ambientato negli anni '30, in un periodo di grande incertezza e violenza. Il lago di ghiaccio di Levi è un romanzo che racconta la storia di un gruppo di prigionieri ebrei che sono costretti a lavorare in un campo di concentramento sul Lago di Garda. Il romanzo è un racconto drammatico e commovente della Shoah. La ragazza del lago di Camilleri è un romanzo giallo che racconta la storia di un commissario di polizia che indaga sull'omicidio di una ragazza sul Lago di Lugano. L'isola disabitata di Calvino è un racconto fantastico che racconta la storia di un gruppo di bambini che scoprono un'isola incantata sul Lago Maggiore. Questi sono solo alcuni dei tanti romanzi e racconti ambientati sulle sponde dei laghi italiani. La letteratura ha contribuito a rendere questi luoghi ancora più affascinanti e misteriosi, e ha permesso ai lettori di conoscere e apprezzare la loro bellezza. Read the full article
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volareinaltoversoilcielo · 2 years ago
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se interessa a qualcuno comunque ho creato un gruppo di lettura per l'ultimo libro della trilogia L'ora dei dannati di Luca Tarenzi. Se siete interessati contattatemi
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gregor-samsung · 3 years ago
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“ Uno dei temi più misteriosi del teatro tragico greco è la predestinazione dei figli a pagare le colpe dei padri. Non importa se i figli sono buoni, innocenti, pii: se i loro padri hanno peccato, essi devono essere puniti. È il coro — un coro democratico — che si dichiara depositario di tale verità: e la enuncia senza introdurla e senza illustrarla, tanto gli pare naturale. Confesso che questo tema del teatro greco io l'ho sempre accettato come qualcosa di estraneo al mio sapere, accaduto «altrove» e in un «altro tempo». Non senza una certa ingenuità scolastica, ho sempre considerato tale tema come assurdo e, a sua volta, ingenuo, «antropologicamente» ingenuo. Ma poi è arrivato il momento della mia vita in cui ho dovuto ammettere di appartenere senza scampo alla generazione dei padri. Senza scampo, perché i figli non solo sono nati, non solo sono cresciuti, ma sono giunti all'età della ragione e il loro destino, quindi, comincia a essere ineluttabilmente quello che deve essere, rendendoli adulti. Ho osservato a lungo in questi ultimi anni, questi figli. Alla fine, il mio giudizio, per quanto esso sembri anche a me stesso ingiusto e impietoso, è di condanna. Ho cercato molto di capire, di fingere di non capire, di contare sulle eccezioni, di sperare in qualche cambiamento, di considerare storicamente, cioè fuori dai soggettivi giudizi di male e di bene, la loro realtà. Ma è stato inutile. Il mio sentimento è di condanna. I sentimenti non si possono cambiare. Sono essi che sono storici. È ciò che si prova, che è reale (malgrado tutte le insincerità che possiamo avere con noi stessi). Alla fine — cioè oggi, primi giorni del '75 — il mio sentimento è, ripeto, di condanna. Ma poiché, forse, condanna è una parola sbagliata (dettata, forse, dal riferimento iniziale al contesto linguistico del teatro greco), dovrò precisarla: più che una condanna, infatti il mio sentimento è una «cessazione di amore»: cessazione di amore, che, appunto, non dà luogo a «odio» ma a «condanna». Io ho qualcosa di generale, di immenso, di oscuro da rimproverare ai figli. Qualcosa che resta al di qua del verbale: manifestandosi irrazionalmente, nell'esistere, nel «provare sentimenti». Ora, poiché io — padre ideale — padre storico — condanno i figli, è naturale che, di conseguenza, accetti, in qualche modo l'idea della loro punizione. Per la prima volta in vita mia, riesco così a liberare nella mia coscienza, attraverso un meccanismo intimo e personale, quella terribile, astratta fatalità del coro ateniese che ribadisce come naturale la «punizione dei figli». Solo che il coro, dotato di tanta immemore e profonda saggezza, aggiungeva che ciò di cui i figli erano puniti era la «colpa dei padri». Ebbene, non esito neanche un momento ad ammetterlo: ad accettare cioè personalmente tale colpa. Se io condanno i figli (a causa di una cessazione di amore verso di essi) e quindi presuppongo una loro punizione, non ho il minimo dubbio che tutto ciò accada per colpa mia. In quanto padre. In quanto uno dei padri. Uno dei padri che si son resi responsabili, prima, del fascismo, poi di un regime clerico-fascista, fintamente democratico, e, infine, hanno accettato la nuova forma del potere, il potere dei consumi, ultima delle rovine, rovina delle rovine. “
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Brano tratto dallo scritto I giovani infelici (inedito, al primo posto nella cartella Lettere luterane della Biblioteca Nazionale di Roma) raccolto in:
Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane; 1ª edizione originale 1976.
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some-times-ihate-you · 3 years ago
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Scrivere non è più una mia virtù. Ho consumato le parole scolorendo il mio umore
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ladradipensieriblog · 5 years ago
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𝑺𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆𝒊 𝒅𝒊 𝒕𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆
𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒆𝒅𝒆𝒓𝒕𝒊 𝒓𝒊𝒔𝒑𝒍𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒆, 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒍𝒖𝒄𝒄𝒊𝒐𝒍𝒂 𝒓𝒊𝒃𝒆𝒍𝒍𝒆.
𝑫𝒊𝒑𝒊𝒏𝒈𝒆𝒓𝒆𝒊 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒐 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒆 𝒐𝒏𝒅𝒆
𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒅𝒂𝒈𝒊𝒂𝒓𝒎𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒊𝒄𝒂𝒕𝒂, 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒆 𝒕𝒖𝒆 𝒔𝒑𝒐𝒏𝒅𝒆.
𝑷𝒂𝒓𝒍𝒆𝒓𝒆𝒊 𝒅𝒊 𝒕𝒆 𝒂𝒍 𝒗𝒆𝒏𝒕𝒐
𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒏𝒐𝒎𝒆, 𝒓𝒊𝒔𝒖𝒐𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐.
𝒂 𝑻𝒆 - @ladradipensieriblog
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Contribuire al Proprio Paese: Un'Analisi Poetica del Significato di Appartenenza e Impegno
La Poesia di Stella di Nadirov come Specchio di Una Giovane Generazione.
La Poesia di Stella di Nadirov come Specchio di Una Giovane Generazione. Biografia dell’Autore.Stella di Nadirov, giovane studente di primo livello presso l’Università Pedagogica Statale di Jizzakh, emerge come una voce fresca e riflessiva nel panorama della poesia contemporanea. Con uno stile diretto e genuino, Stella esplora temi universali come il dovere civico, la crescita personale e il…
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rebeldenamorada · 4 years ago
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eropaola · 5 years ago
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La forza di te che sorridi mentre torni in superficie dopo l'apnea.
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londranotizie24 · 9 months ago
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The Book Club, il 29 maggio all'Iic Il Paese dove non si muore mai
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Di Pietro Nigro Il 29 maggio alle 18 all'Istituto italiano di Cultura di londra, riparte The Book Club 2024 - I Romanzi e i Luoghi. Primo appuntamento, il paese dove non si muore mai di Ornella Vorpsi. Al via The Book Club all'Iic: il 29 maggio all'Iic Il Paese dove non si muore mai di Ornella Vorpsi Il 29 Maggio 2024 alle 18 all'Istituto Italiano di Cultura di Londra parte The Book Club 2024, dedicato a I romanzi e i luoghi. Il primo degli appuntamenti, che saranno ospitati nella bellissima biblioteca dedicata a Eugenio Montale, è con Il paese dove non si muore mai, di Ornela Vorpsi, scrittrice e artista nata in Albania ma residente in Italia. Il tema di quest'anno degli appuntamenti di The BookClub è dunque “I romanzi e i luoghi”. Come da abitudine, segnalano gli organizzatori, i romanzi proposti in lettura sono vari sia per genere che per periodo di pubblicazione. Si va dai classici del ‘900 a scrittori contemporanei seguendo come filo conduttore il legame forte di ogni libro con un luogo o una città. “I romanzi e i luoghi” è un tema immenso e con questa scelta si è mirato a dare un ventaglio variegato di possibilità con temi, stili e, appunto, ambientazioni che si prestano a rendere vivace la discussione nei nostri incontri. Come sempre conduce gli incontri Paolo Nelli, Lecturer di Lingua e Cultura italiana al King’s College. Residente a Londra da diversi anni, ha pubblicato racconti e romanzi, tra i quali il suo primo La fabbrica di paraurti (1999), Golden boot (2012), Trattato di economia affettiva (2018) e il recente Il terzo giorno (2020, La Nave di Teseo). L'appunamento del 29 maggio è con Il paese dove non si muore mai di Ornela Vorpsi, autrice albanese che ha scritto il romanzo in italiano. Quella presentata è un’Albania raccontata attraverso vicende personali e con una forte tensione stilistiche intrisa di ironia e dolore. I prossimi libri in programma Ecco di seguito gli altri proposti nei successivi appuntamenti di The Book Club 2024. - Fa troppo freddo per morire di Christian Fascella è un giallo veloce e ironico, scritto con grande abilità letteraria e uno stile scanzonato e ci si muove in una Torino meno riconoscibile. - Con Canne al vento del premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda, si ripropone un classico visceralmente legato alla Sardegna. - Con Il corpo nero, Anna Maria Gehnyei scrive un romanzo basato sulla propria vita di bambina e poi donna, nata e cresciuta a Roma ma non italiana per le istituzioni e, attraverso la propria storia, dà voce a un’intera “seconda generazione” di giovani italiani. - Si finirà con Il treno dei bambini di Viola Ardone, uno dei casi letterari di questi ultimi anni, dalla povertà di Napoli del Dopoguerra allo spaesamento di un bambino trapiantato nella Pianura padana. Per partecipare e ricevere regolarmente i reminders dei prossimi incontri è sufficiente iinviare un’email a [email protected]. ... Continua a leggere su Read the full article
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alesupreme · 4 years ago
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‼️‼️
- @alesupreme
IG: se_non_scrivo_scoppio_dentro
(Ogni tanto scrivo la @ al contrario 'cause why not?)
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enneinfragilis · 5 years ago
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Costruisco muri di autodifesa, ma i mattoni me li date voi.
Enne
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