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Harriet Taylor Mill: Una pioniera del femminismo liberale che ha ispirato generazioni. Recensione di Alessandria today
La straordinaria vita di Harriet Taylor Mill e il suo contributo al pensiero progressista e all’uguaglianza di genere.
La straordinaria vita di Harriet Taylor Mill e il suo contributo al pensiero progressista e all’uguaglianza di genere. Una donna fuori dal suo tempo Harriet Taylor Mill, nata nel 1807 a Londra, fu una delle figure più straordinarie della filosofia e del femminismo liberale. In un’epoca in cui le donne erano confinate a ruoli domestici e marginali, Harriet sfidò le rigide convenzioni sociali e…
#Alessandria today#battaglie per l’uguaglianza#collaborazione intellettuale#contributo filosofico#Diritti delle donne#Diritti Umani#donne e cultura#donne ispiratrici#donne nella storia#educazione e progresso#educazione femminile#Emancipazione femminile#femminismo#femminismo liberale#femminismo storico#filosofia femminista#filosofia liberale#giustizia sociale#Google News#Harriet Taylor#Harriet Taylor Mill#ispirazione femminile.#italianewsmedia.com#John Stuart Mill#John Stuart Mill e Harriet Taylor#libertà economica#libertà individuale#lotta per i diritti#Movimento femminista#Parità di genere
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Ah bene. Meglio Trump allora. Lui si che proteggerà i palestinesi. Gli Stati Uniti sono amici degli Israeliani, comunque vada. Li hanno sostenuti per anni, e al contrario i musulmani stanno sul cazzo dall'11 settembre. Il pubblico americano non laureato, non sindacalista etc, non ha nessuna intenzione di eliminare Israele, così come non ne ha intenzione nessuno nel mondo tranne la repubblica teocratica iraniana. Almeno non avremmo un putiniano di ferro nella casa bianca, o un cadavere.
(Comunque sì, ho scoreggiato, grazie per la preoccupazione)
Non è che se uno dice la verità, ovvero che Kamala Harris è una sionista di merda, allora sta dalla parte di quell'altro cesso che è comunque la feccia umana. Ma tutto bene? Sei in grado di leggere? Dio cristo cioè mi hai dato velatamente della razzista perché ho fatto notare che la Harris candidata non è la gran vittoria femminista che tutti vogliono far passare, ma per piacere. E lo pensavo pure della Clinton per inciso, donna bianca.
E non c'è bisogno che mi rammenti la posizione americana e occidentale sulla questione palestinese, ma se ti fai qualche ricerchina sulla Harris, prima di vomitare a caso accuse di razzismo nel mio askbox possibilmente, scoprirai che lei è anche più sionista dei suoi colleghi.
Detto questo, finiamola qua, questo ask (come il precedente) puzza di femminismo bianco e liberale, perciò sì faccio come ad UNO e ti rigiro l'accusa
Ps, non credo che risponderò al tuo prossimo ask, perciò risparmiati anche di scrivermi, grazie
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Soprannominato El Loco, Javier Milei ha detto di voler vietare l’ingresso nel Paese agli stranieri con precedenti penali e di voler espellere coloro che commettono reati. Negazionista della crisi climatica (...) si è detto favorevole alle armi per tutti e contrario all’aborto, al femminismo (radicale: "il primo femminismo è liberale, basta leggere Jeremy Bentham" ha dichiarato nell'intervista Tucker Carlson, ndr) e all’educazione sessuale nelle scuole. A livello economico ha ribadito più volte di voler ridurre le tasse, tagliare i programmi assistenziali e privatizzare le imprese pubbliche. (...) Eletto al Parlamento (....) aveva messo a disposizione il suo stipendio tramite sorteggio, perché “per me sono soldi sporchi”. (...) Molto legato alla sorella Katia, coordinatrice della sua campagna elettorale e ai suoi cinque mastini inglesi, Milei (c)onosce molto bene la Bibbia ma uno dei suoi principali consiglieri è un rabbino, visto che sta studiando per convertirsi all’ebraismo.
via https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-internazionale/javier-milei-nuovo-sopra-righe-i-sostenitori-motosega-2212108.html
SIAMO OMOZIGOTI SEPARATI ALLA NASCITA.
Se mai ce la facesse, da sinistra e Centro prepariamoci al più GRANDE ANATEMA mai sentito dai tempi di San Marziale di Limoges (per ora qui da noi pochi se ne sono accorti: non leggono, non si informano, gli arriva solo di rimbalzo; ma la AOC ad esempio, post intervista di Tucker Carlson ha ululato indignada, quindi prepariamoci - giusto il tempo che traducano e spieghino alla Schlein il tweet della sua politica modello).
Però vedete: anche la stampa di destra dipinge Milei come un oggetto strano, "sopra le righe" (cit.), incomprensibile; al più gli fa simpatia per i toni e la motosega ...
Ah la provincia, dove tutto ciò che non sia socialista statalista e non impettito serioso (*) anche a destra viene percepito come ... irreale, marziano. Gramsci ha vinto facile qui.
(*) il suo linguaggio, i suoi toni: rappresenta esattamente la politica per un libertario, vomitevole svuotar di fossa biologica tra gente laida.
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"La sfera personale non è politica fintanto che mi conviene, poi, quando invece ritengo che determinate scelte fatte da altre donne possano impattare negativamente sulla mia esistenza, allora tutte si devono piegare al mio volere altrimenti sono delle bigotte di merda." Questo è il riassunto delle opinioni espresse da taluni soggetti che si identificano con l'ideologia femminista radicale.
Ora, io capisco che non si possa pretendere la perfezione e che in qualità di esseri umani commettiamo errori, ma proprio a supporto della liberazione femminile è fondamentale anche la responsabilizzazione e il supporto cieco delle azioni di una donna in quanto tale, indipendentemente dalle conseguenze delle stesse, porta all'effetto contrario (oltre ad essere un caposaldo del "femminismo" liberale, che ha veramente ben poco di femminista).
Dunque, se non siete pronte a fare delle rinunce, a prendere scelte consapevoli e finalizzati a dare priorità alle donne e al benessere femminile come classe, semplicemente evitate di dirvi "femministe", men che meno "radicali".
Condividere le posizioni ideologiche da un punto di vista esclusivamente teorico è pressoché inutile. Di teoria nel femminismo ce n'è già tanta. Persino troppa*. Ciò che manca è l'azione (sia a livello personale, che in forma organizzata).
...e soprattutto almeno abbiate la coerenza di non supportare posizioni che strizzano l'occhio al femminismo della scelta, dopo aver passato mesi a tentare di imporre quelli che per voi sono i parametri fondamentali affinché una possa considerarsi femminista (intersezionale). Che imbarazzo.
*Sarebbe un discorso per un post ben diverso da un banale rant, ma ci tengo a chiarire che sono del parere che un eccessivo accademicismo del femminismo radicale scoraggi le donne meno scolarizzate. Leggere libri a palate, magari pure in lingua straniera, post interminabili sui social e via discorrendo non è alla portata di tutti. Detto francamente non è neanche totalmente alla mia portata dati i miei problemi (sono DSA, leggere per me è un po' un supplizio). Sono tuttavia concorde nel ritenere che un'informativa completa di analisi estensive sia in ogni caso necessaria, sia per sottolineare la dignità del femminismo, che per motivi pratici di informazione e formazione - semplicemente mi limito a non disdegnare le infografiche colorate in stile Instagram, anche se vorrei che fossero meno tendenti al libfem.
#Non mi piace fare il vagopostaggio ma dopo certe stronzate che mi è toccato leggere... Mi tocca.#Che cringe.
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Mahadevi Varma

Mahadevi Varma è stata la più importante poeta indiana del ventesimo secolo.
Autrice di diverse raccolte di poesie, ha scritto saggi sulla condizione delle donne e opere di critica letteraria. Ha anche pubblicato diciotto romanzi tra cui diverse autobiografie come Mera Parivar (La mia famiglia) e Mere Bachpan Ke Din (I miei giorni d’infanzia).
Ha lavorato nel movimento per l’indipendenza guidato da Gandhi e diretto la rivista femminile Chand.
Riformatrice sociale, si è impegnata per garantire istruzione e indipendenza economica delle donne, ha istituito un fondo per sostenere gli scrittori in difficoltà, è stata prima insegnante e poi preside della pionieristica istituzione femminile Prayag Mahila Vidyapeeth e ha gettato le basi per la nascita delle prime conferenze delle poetesse in India.
Prima donna a entrare nella Sahitya Akademi, la più prestigiosa istituzione culturale indiana, è stata insignita con tutti i premi più importanti come il Jnanpith nel 1982, il Padma Bhushan nel 1956 e il Padma Vibhushan postumo, nel 1988.
Esperta di musica, le sue canzoni sono caratterizzate da espressioni taglienti ammantate di sfumature ed eufemismi. È stata anche un’abile pittrice e traduttrice dal sanscrito.
Il suo attivismo femminista è stato spesso messo in ombra dall’immenso contributo apportato alla poesia in lingua hindi. Ma nei suoi scritti traspare sovente il suo impegno per l’elevazione sociale e il benessere delle donne.
In Hindu Stree Ka Patnitva (La vita da moglie delle donne indù), ad esempio, paragona il matrimonio alla schiavitù. Non essendo affiliate ad alcuna autorità politica o finanziaria, scrive, le donne sono assegnate a una vita da mogli e madri. Attraverso poesie come Cha, ha esplorato la sessualità femminile, mentre in racconti come Bibia evidenzia l’abuso fisico e mentale subito dalle donne.
I suoi scritti rivelano la sua indomabile furia creativa riflessa nel grande desiderio di cambiare la società e l’innato attaccamento allo sviluppo sociale e umano.
Nata il 26 marzo 1907, in una famiglia induista liberale, in un’epoca in cui nascere femmina era considerato un peso per la famiglia, suo nonno aveva l’ambizione di farla diventare una studiosa, sebbene l’avesse fatta sposare all’età di nove anni con l’accordo che avrebbe abitato col marito solo dopo aver terminato la scuola.
L’amore per la poesia le era stato trasmesso da sua madre. Era ancora una studentessa al Crosthwaite Girls College di Allahabad quando, diverse riviste, hanno cominciato a pubblicare i suoi lavori.
Dopo aver completato gli studi, nel 1929, si era rifiutata di andare a vivere con suo marito Swarup Narain Varma sostenendo che non avrebbe voluto alcun uomo accanto e cercò anche, invano, di convincerlo a risposarsi.
Ha dato un grande contribuito per lo sviluppo dell’istituto femminile Prayag Mahila Vidyapeeth ad Allahabad, un passo rivoluzionario per sostenere l’istruzione delle donne.
Nel 1923 ha rilevato e diretto la principale rivista femminile Chand e, nel 1955, ha istituito il Parlamento Letterario ad Allahabad.
Seguace del Mahatma Gandhi, si era unita alla lotta per l’indipendenza dell’India e nel 1937 ha fatto costruire una casa nel villaggio di Umagarh, nella regione dell’Uttarakhand, chiamata il Tempio di Meera, dove si è a lungo occupata della popolazione locale, in particolare dell’istruzione e indipendenza economica delle donne. Oggi in quella casa risiede il Museo Mahadevi Sahitya.
Dopo aver condotto una vita da asceta, si è spenta, l’11 settembre 1987 a Allahabad, città in cui ha trascorso gran parte della sua esistenza.
Annoverata tra i quattro pilastri del Chhayavaad, il movimento mistico-romantico dei primi quattro decenni del Novecento, l’importante contributo apportato alla lingua, alla letteratura e alla filosofia indiana, ha influenzato un’intera generazione.
Il 27 aprile 2018, Google le ha dedicato un Doodle.
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dostoevskij che scrive del femminismo liberale contemporaneo nell'anno 1866
#chissà probabilmente ha scritto questo dialogo in maniera del tutto ironica e sarcastica#non sapendo che poi effettivamente il choice feminism liberale sarebbe diventato realtà#look at our feminists dawg we're never making it out of the patriarchy 😭#lebezjatnikov (personaggio di un libro del 1866) rappresenta alla perfezione i leftist men misogini del 2025... siamo rovinati#vabbè sto sparando un po' di cazzate lo so non dovrei confrontare due periodi storici-culturali completamente diversi let me be#letture#delitto e castigo#dostoevskij#pensieri#quotes
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I chatbot AI senza orientamenti politici, sociali o religiosi

Bard e ChatGpt sono di destra o di sinistra? L’illusione della neutralità politica nell’Ai generativa. La letteratura scientifica (e non) sui bias politici dei chatbot è quantomai divisa e divisiva. Si possono ridurre i pregiudizi ma eliminarli del tutto sarà difficile Se lo chiedete al programmatore neozelandese David Rozado vi giurerà che è di sinistra. Fabio Motoki della Norwich Business School dell'Università di East Anglia nel Regno Unito invece vi dirà che è liberale. Entrambi hanno sottoposto ChatGpt a test più o meno rigorosi per misurare i pregiudizi politici del più popolare Chatbot della rete. E sono giunti a conclusioni diverse. Adesso si è aggiunta anche Bard, che invece sarebbe di destra. L'aspetto più affascinante di questo dibattito che è che la risposta più sensata sarebbe una parola, “dipende���: dipende cioè dai dati e da chi li ha inseriti. Invece il dibattito ricorda da vicino quello di alcuni decenni fa sull'inclinazione politica di Tex Willer e Zagor. La letteratura scientifica (e non) sui bias politici dei chatbot è quantomai divisa e divisiva. Proviamo a leggere meglio. Con una premessa che è anche uno spoiler: nonostante gli sforzi di pulizia del dato, i chatbot sono influenzati da presupposti, credenze e stereotipi presenti nei vasti dati raccolti da internet su cui vengono addestrati. Cosa dicono gli studi finora Partiamo da Rozado, il programmatore neozelandese padre di RightWingGPT, un modello di intelligenza artificiale ottimizzato per manifestare i pregiudizi politici opposti a quelli di ChatGPT. Ha dichiarato di avere creato RightWinngGpt dopo avere sottoposto il chatbot di OpenAi a 15 domande e avere scoperto che 14 volte su 15 rispondeva da buon democratico progressista. L’obiettivo – sincero – del ricercatore è dimostrare il pericolo di questi sistemi di intelligenza artificiale sia sotto il profilo della capacità di persuasione che come produttori di fake news. Alla Norwich Business School, invece, confrontando le risposte con quelle che si aspetterebbero dai sostenitori dei partiti liberali in Stati Uniti, Regno Unito e Brasile, i risultati hanno evidenziato un “significativo e sistematico bias politico” a favore dei Democratici negli Usa, di Lula in Brasile e del Partito Laburista nel Regno Unito. L’analisi su 14 grandi modelli di linguaggio

Più completa appare la ricerca condotta dall’Università of Washington, Carnegie Mellon e Xi'an Jiaotong University . La ricerca ha testato 14 grandi modelli di linguaggio. ChatGPT e GPT-4 di OpenAI ne escono sinceri riformisti, appartenenti a quella che noi conosciamo come sinistra liberale e progressista. La destra del Pd. LLaMA di Meta invece sembrerebbe più destra autoritaria. Per arrivare a queste “sintesi” politiche i modelli sono stati stimolati su diversi temi che vanno dal femminismo al concetto di democrazia e le loro risposte sono state utilizzate e misurate su una bussola politica. La metodologia adottata è stata quella di chiedere ai 14 modelli la loro opinione su 62 affermazioni. La richiesta era semplicemente di esprimersi in accordo o disaccordo, sì o no. Come si vede nel diagramma i modelli di sinistra hanno dimostrato una maggiore sensibilità su temi come i diritti della comunità LGBTQ+, nera e delle minoranze religiose, mentre quelli di destra verso gli uomini bianchi di fede cristiana. C'è poi Darrell M. West, senior fellow del Center for Technology Innovation (CTI) dell'Istituto di ricerca Brookings a Washington. L’autore ha interrogato entrambi i modelli su argomenti come l’invasione della Russia in Ucraina, il divieto di TikTok, Donald Trump e Joe Biden. Le risposte mostrano differenze significative nel modo in cui ciascun strumento presenta materiali e giudizi. Ad esempio, Bard ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina, mentre ChatGPT ha affermato di non esprimere opinioni o prendere posizione. Altro esempio: sulla decisione di vietare TikTok,mentre ChatGPT ha fornito un contesto storico sull’argomento, menzionando il tentativo di Trump di bandire l’app nel 2020, Bard ha parlato dell’eventuale impatto sull’economia statunitense. Perché è rilevante studiare i pregiudizi dell'Ai? Cominciamo con il dire che sono integrati in prodotti e servizi utilizzati da milioni di persone. Pertanto, comprendere i loro pregiudizi intrinseci è fondamentale, poiché possono causare danni reali. Ad esempio, un chatbot potrebbe rifiutarsi di fornire consigli sull’aborto o sulla contraccezione. Un servizio clienti non moderato o supervisionato potrebbe fornire risposte offensive. Si possono generare sistemi senza pregiudizi? Secondo Chan Park, ricercatrice PhD alla Carnegie Mellon University, nessun modello di linguaggio può essere completamente esente da pregiudizi politici. Il dibattito è apertissimo. La polarizzazione nella società si riflette anche nei modelli di chatbot, e c’è il rischio che, con l’aumento dell’uso dei bot, che la polarizzazione possa intensificarsi. OpenAI ha dichiarato di istruire esplicitamente i suoi “etichettatori” umani a non favorire alcun gruppo politico specifico, definendo eventuali bias nelle risposte di ChatGPT come “errori, non caratteristiche”. La pulizia del dato e il lavoro di supervisione potrebbe non essere sufficiente. Anzi, paradossalmente, come abbiamo visto qui, potrebbe generare pregiudizi ed errori ancora più gravi. L’avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 2024 negli Stati Uniti sarà il vero banco di prova. Anche perché i chatbot stanno diventando sempre più presenti nella vita quotidiana di molte persone. Read the full article
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Oscurantismo medievale e femminismo di mercato
Oscurantismo medievale e femminismo di mercato

Anna Lombroso per il Simplicissimus
Da ieri “attiviste di tutto il mondo” stanno convergendo a Verona (dove la famiglia ha rotto le scatole dai tempi dei Capuleti e Montecchi) per rispondere “politicamente, e personalmente”, alle tematiche affrontate dal World Congress of Families, giunto alla sua tredicesima edizione, nel corso del quale si dispensano simpatici gadget a forma id feto, si…
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#ambientalismo#capitalismo#Congresso della Famiglia#femminismo#femminismo liberale#Manifesto del 99%#marxismo#mercato#uguaglianza#Verona
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Chad discorso realistico di Elodie sulle disparità di classe VS virgin discordo sul femminismo liberale bianco che non fa altro che citare artisti maschi
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Sanna Marin viene attaccata solo per i video diffusi senza alcun consenso, non per aver ceduto i curdi alla Turchia a scopo di far entrare la Finlandia nella NATO dopo anni di neutralità.
Giorgia Meloni viene attaccata solo per i suoi hate speech e per l'esaltazione del fascismo, non per la fedeltà alla NATO e il sostegno all'Ucraina.
Tra queste due donne, dove la prima rappresenta la sinistra liberale e neoliberista e la seconda rappresenta la destra più reazionaria, ultra neoliberista, sciovinista, nazionalista, oscurantista e razzista, la differenza è ben poca. Entrambe sono lacchè dell’imperialismo nordamericano ed euro-atlantico, entrambe sono per la guerra contro la Russia, contro la Cina e altri paesi non allineati alle grandi democrazie occidentali. Entrambe sostengono la carneficina di Israele dal 1948 contro i palestinesi. Entrambe hanno dei programmi contro la classe dei lavoratori e delle lavoratrici, contro le classi popolari e contro gli sfruttati. Entrambe sono lacchè della finanza globale.
E comunque entrambe non hanno nulla a che fare con il femminismo.
#italia#finlandia#giorgia meloni#sanna marin#destra#sinistra#imperialismo#imperialism#EU#NATO#russo ukrainian war#Ukraine#russia#femminismo#feminism
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Ciao pizzetta, ho tre domande per te, risp quando e se ti pare: - Come mai dici che cimdrp spara cagate? Premetto che a me lei piace ma sono sinceramente interessata della tua opinione, non mi interessa fare la fangirl del cazzo - Che ne pensi di monki, se lo conosci, dal punto di vista di qualità e sostenibilità? - Relativamente alla 2, conosci un sito o un servizio che offra info affidabili su quanto un certo brand sia sostenibile? Grazie un milione se risponderai, buona giornata <3
Allora cimdrp ho smesso di seguirla dopo la sparata sulla popolazione napoletana alla morte di Maradona, che qualcosa di più classista non poteva esserci. Non solo, non mi piace l'uso che fa del femminismo, cioè guadagnarci sopra. Capisco che la pagnotta tuttx dobbiamo portarla a casa, ma portare avanti un messaggio e fare sponsorizzazioni con brand che vanno contro quel messaggio è di un'ipocrisia impressionante. Per non parlare del suo femminismo bianco, liberale che dà voce sempre e solo alle stesse persone che fanno parte della sua cricca, vedi eugeniaraffaella che per l'amor di dio anche quella lasciamola perdere.
Conosco Monki e no, non direi che sia sostenibile nonostante l'utilizzo di materiali eco-sostenibile. Se è fast fashion non può essere sostenibile. Nessuna delle sue supply chain ha saputo fornire dei dati certi che assicuri ai lavoratori salute, sicurezza, paga minima, diritti dei lavoratori. Come regola principale: se è fast-fashion non è sostenibile (e parecchie volte anche il lusso)
Per il terzo punto c'è Good on You e puoi sempre fare riferimento a Fashion Revolution, questo è l'indice del 2020 sui vari brand https://www.fashionrevolution.org/about/transparency/
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Gli americani sono troppo moralisti, puritani, ignoranti e razzisti perchè mettono la razza ovunque manco fossimo bau bau, usano le loro regole scritte per cancellarti se sei diverso da loro e ti devi stare perchè per la loro legge e società è cosí e fuori gli usa non c’è nulla secondo loro. FOSSE utile per le minoranze questo atteggiamento io mi starei zitta e subirei tutta questa idiozia (farmi mettere i piedi in testa da due scemi che hanno studiato dai fumetti marvel è un piccolo prezzo per i diritti di tutti) ma nooo, creano solo danni, i primi matriali che vengono tolti sono LGBT+, il razzismo aumenta e le persone si sentono giustificate, le donne continuano ad essere discriminate e anzi è peggio sotto il fantasma del femminismo liberale dove è diventato un business e la lotta è condannata “che lottate?? La parità è stata raggiunta xdxd però se non me la dai ti ammazzo”. Il politically correct serve solo a lavare le coscienze a chi ha la coscienza sporca e continuerà ad averla, non userà l’ F slur ma ti accoltellerebbe volentieri alle spalle e te lo fa volentieri in maniera subdola. Lottiamo raga, continuiamo ad essere persone.
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Nancy Fraser
Per me, il femminismo non è semplicemente una questione di portare un numero limitato di singole donne in posizioni di potere e privilegio all’interno delle gerarchie sociali esistenti. Si tratta piuttosto di superare quelle gerarchie. La divisione gerarchica e di genere tra “produzione” e “riproduzione” è una struttura determinante della società capitalista e una fonte profonda delle asimmetrie di genere in essa insita. Non potrà esserci “emancipazione della donna” finché questa struttura rimarrà intatta.
Se il capitalismo fonda la propria possibilità di esistere sullo sfruttamento del lavoro silenzioso, e non riconosciuto, che le donne dedicano alla cura di bambini, malati e anziani, per poter arrivare a vedere riconosciuto il valore, anche economico, del lavoro di cura, è necessario immaginare un modello alternativo.
Il neoliberismo, per poter prosperare, distrugge l’ambiente, sfrutta le minoranze, depreda il Sud del mondo di materie prime, in un clima di sempre crescenti disuguaglianze.
Nancy Fraser, filosofa e teorica femminista, è tra le più importanti intellettuali della nostra epoca.
È stata tra le principali organizzatrici dello sciopero internazionale delle donne negli Stati Uniti.
Punto di riferimento del dibattito internazionale sulle ingiustizie globali, insegna Politica e Filosofia alla New School for Social Research di New York, dal 1995.
Conosciuta per la sua critica alla politica dell’identità e il suo lavoro filosofico sul concetto di giustizia, è anche una strenua critica del femminismo liberale contemporaneo e del suo abbandono delle questioni di giustizia sociale.
Ha ricevuto dottorati onorari da sei università in cinque paesi, la Legion d’Onore Francese e fa parte dell’American Academy of Arts and Sciences.
Ex presidente dell’American Philosophical Association Eastern Division, ha ricevuto il premio Alfred Schutz per la filosofia sociale e il Prix Mondial Nessim Habif dall’Università di Ginevra nel 2018.
Il suo lavoro è stato citato tre volte dai giudici della Corte Suprema brasiliana, in pareri che affermano l’uguaglianza matrimoniale, la discriminazione positiva e i diritti alla terra collettiva delle persone afro-discendenti.
È nota principalmente per il suo lavoro sulle concezioni filosofiche di giustizia e ingiustizia. Affronta i problemi delle ingiustizie strutturali che pervadono la nostra società e si allineano con le divisioni sociali come genere, razza/etnia e classe.
Ha scritto su un’ampia varietà di argomenti. In libri e saggi recenti, ha proposto una nuova teoria critica della società capitalista, che rivela la sua tendenza intrinseca a svuotare la democrazia, ad approfittarsi del lavoro di cura delle donne, a espropriare la ricchezza delle comunità di colore e a degradare la natura.
Tra le sue più recenti pubblicazioni in lingua italiana ci sono: Il vecchio muore e il nuovo non può nascere. Dal neoliberismo progressista a Trump e oltre (2019); Capitalismo. Una conversazione con Rahel Jaeggi (2019); Femminismo per il 99%. Un manifesto (con Cinzia Arruzza e Tithi Bhattacharya, 2019); Redistribuzione o riconoscimento? Lotte di genere e disuguaglianze economiche con Axel Honneth, (2020); Cosa vuol dire socialismo nel XXI secolo? (2020); Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunità e il pianeta (2023).
Nata a Baltimora il 20 maggio 1947, in una famiglia mista di immigrati di seconda generazione con origini ebraiche e cattoliche, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Bryn Mawr nel 1969 e un dottorato di ricerca in filosofia presso il CUNY Graduate Center nel 1980.
Ha insegnato nel dipartimento di filosofia della Northwestern University ed è. stata professoressa in visita presso università in Germania, Francia, Spagna, Austria, Germania e Paesi Bassi.
Oltre alle sue numerose pubblicazioni e conferenze, è stata co-editrice di Constellations, rivista internazionale di teoria critica e democratica, dove continua a far parte del Consiglio editoriale.
Nel marzo 2022, è stata tra le 151 femministe internazionali che hanno firmato il Manifesto della Resistenza femminista contro la guerra, in solidarietà con le femministe russe dopo l’invasione dell’Ucraina.
Nel 2024 è salita alla cronaca internazionale quando sono state annullate le lezioni che doveva tenere all’Università di Colonia dopo che si è scoperto che aveva firmato la lettera “Filosofia per la Palestina“.
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“A Londra è stata inaugurata la statua che commemora Mary Wollstonecraft. Chi era costei? Per farla breve “soltanto” una donna, vissuta tra il 1759 ed il 1797, che, autodidatta, divenne filosofa e scrittrice pubblicando, nei suoi soli 38 anni di vita, alcuni libri tra i quali uno, dal titolo “A Vindication of the Rights of Woman” che le valse di essere considerata come la fondatrice del femminismo liberale. Che poi questa Mary sia stata anche la madre di quella Mary Shelley che nei primi anni dell’ottocento riuscì a pubblicare, tra moltissimi altri, anche il suo meraviglioso Frankenstein con il proprio nome anziché con quello del marito, come ai tempi si usava, non mi sembra notizia irrilevante. [...] Sa come mi sarebbe piaciuta una statua che rappresentasse Mary Wollstonecraft? Una donna, in vestiti dell’epoca, con la sua bella cuffietta che stringe, in un unico grande abbraccio tante donne, di ogni età, forma e colore, vestite nei modi più diversi, dalla contadina, alla scienziata, dalla pornostar all’astronauta, che sorridono tenendosi per mano.”
(via La femminista è nuda)
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Le nonnine di Tsipras
Le nonnine di Tsipras

Anna Lombroso per il Simplicissimus
Non occorre l’antropologo per osservare come le donne al ristorante, nei locali pubblici, in balera, non vadano mai alla toilette da sole, ma accompagnate da altre sodali.
Chissà se è questo istinto primordiale a suggerire a Rossana Rossanda la frase «E ora dobbiamo evitare che quelle che saranno elette si ritrovino sole», che ha concluso la presentazione al…
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#antifascismo#Castellina#elezioni europee#Europa#femminismo#femminismo liberale#immigrazione#lavoro#Rossanda#sindacato#Togliatti#trattato di Aquisgrana#troika#Tsipras#Ventotene
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In Italia non vi è un rischio fascismo, anzi al contrario vi è un rischio di un incremento della dittatura borghese non più di stampo liberale ma puramente capitalista ortodossa.
Varie lobby insistono con pseudo diritti individuali, femminismo ideologico e lgbt, non considerando i diritti sociali e negando il diritto al lavoro con il green pass.
Al governo qualcosa sta sfuggendo di mano a discapito di lavoratori e sindacati e famiglie.
#greenpass #italia #socialmentealcollasso #nofascism #nodittaturaborghese
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