#presupposti
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DISFATTA D'UN IGNOTO LONTANO
Nel fermo di mani inertisancisce emotivitàl’intrusione d’un volto estraneo.Ipotesi e scie di lucereclamano presuppostivisibili e invisibilioltre ogni confine del profondo.Un vociare in caduta liberaaccentua il sentore d’una mossaattraverso sconosciute traiettoriein cui perdere il sennoforse per effetto d’un’illusionenella disfatta d’un ignoto lontanocui ricorre la memoriaper riappropriarsi a…
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#disfatta d&039;un ignoto lontano#estraneo#Invisibili#ipotesi#memoria#presupposti#profondo#scie#smacco#traiettorie
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I chatbot AI senza orientamenti politici, sociali o religiosi

Bard e ChatGpt sono di destra o di sinistra? L’illusione della neutralità politica nell’Ai generativa. La letteratura scientifica (e non) sui bias politici dei chatbot è quantomai divisa e divisiva. Si possono ridurre i pregiudizi ma eliminarli del tutto sarà difficile Se lo chiedete al programmatore neozelandese David Rozado vi giurerà che è di sinistra. Fabio Motoki della Norwich Business School dell'Università di East Anglia nel Regno Unito invece vi dirà che è liberale. Entrambi hanno sottoposto ChatGpt a test più o meno rigorosi per misurare i pregiudizi politici del più popolare Chatbot della rete. E sono giunti a conclusioni diverse. Adesso si è aggiunta anche Bard, che invece sarebbe di destra. L'aspetto più affascinante di questo dibattito che è che la risposta più sensata sarebbe una parola, “dipende”: dipende cioè dai dati e da chi li ha inseriti. Invece il dibattito ricorda da vicino quello di alcuni decenni fa sull'inclinazione politica di Tex Willer e Zagor. La letteratura scientifica (e non) sui bias politici dei chatbot è quantomai divisa e divisiva. Proviamo a leggere meglio. Con una premessa che è anche uno spoiler: nonostante gli sforzi di pulizia del dato, i chatbot sono influenzati da presupposti, credenze e stereotipi presenti nei vasti dati raccolti da internet su cui vengono addestrati. Cosa dicono gli studi finora Partiamo da Rozado, il programmatore neozelandese padre di RightWingGPT, un modello di intelligenza artificiale ottimizzato per manifestare i pregiudizi politici opposti a quelli di ChatGPT. Ha dichiarato di avere creato RightWinngGpt dopo avere sottoposto il chatbot di OpenAi a 15 domande e avere scoperto che 14 volte su 15 rispondeva da buon democratico progressista. L’obiettivo – sincero – del ricercatore è dimostrare il pericolo di questi sistemi di intelligenza artificiale sia sotto il profilo della capacità di persuasione che come produttori di fake news. Alla Norwich Business School, invece, confrontando le risposte con quelle che si aspetterebbero dai sostenitori dei partiti liberali in Stati Uniti, Regno Unito e Brasile, i risultati hanno evidenziato un “significativo e sistematico bias politico” a favore dei Democratici negli Usa, di Lula in Brasile e del Partito Laburista nel Regno Unito. L’analisi su 14 grandi modelli di linguaggio

Più completa appare la ricerca condotta dall’Università of Washington, Carnegie Mellon e Xi'an Jiaotong University . La ricerca ha testato 14 grandi modelli di linguaggio. ChatGPT e GPT-4 di OpenAI ne escono sinceri riformisti, appartenenti a quella che noi conosciamo come sinistra liberale e progressista. La destra del Pd. LLaMA di Meta invece sembrerebbe più destra autoritaria. Per arrivare a queste “sintesi” politiche i modelli sono stati stimolati su diversi temi che vanno dal femminismo al concetto di democrazia e le loro risposte sono state utilizzate e misurate su una bussola politica. La metodologia adottata è stata quella di chiedere ai 14 modelli la loro opinione su 62 affermazioni. La richiesta era semplicemente di esprimersi in accordo o disaccordo, sì o no. Come si vede nel diagramma i modelli di sinistra hanno dimostrato una maggiore sensibilità su temi come i diritti della comunità LGBTQ+, nera e delle minoranze religiose, mentre quelli di destra verso gli uomini bianchi di fede cristiana. C'è poi Darrell M. West, senior fellow del Center for Technology Innovation (CTI) dell'Istituto di ricerca Brookings a Washington. L’autore ha interrogato entrambi i modelli su argomenti come l’invasione della Russia in Ucraina, il divieto di TikTok, Donald Trump e Joe Biden. Le risposte mostrano differenze significative nel modo in cui ciascun strumento presenta materiali e giudizi. Ad esempio, Bard ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina, mentre ChatGPT ha affermato di non esprimere opinioni o prendere posizione. Altro esempio: sulla decisione di vietare TikTok,mentre ChatGPT ha fornito un contesto storico sull’argomento, menzionando il tentativo di Trump di bandire l’app nel 2020, Bard ha parlato dell’eventuale impatto sull’economia statunitense. Perché è rilevante studiare i pregiudizi dell'Ai? Cominciamo con il dire che sono integrati in prodotti e servizi utilizzati da milioni di persone. Pertanto, comprendere i loro pregiudizi intrinseci è fondamentale, poiché possono causare danni reali. Ad esempio, un chatbot potrebbe rifiutarsi di fornire consigli sull’aborto o sulla contraccezione. Un servizio clienti non moderato o supervisionato potrebbe fornire risposte offensive. Si possono generare sistemi senza pregiudizi? Secondo Chan Park, ricercatrice PhD alla Carnegie Mellon University, nessun modello di linguaggio può essere completamente esente da pregiudizi politici. Il dibattito è apertissimo. La polarizzazione nella società si riflette anche nei modelli di chatbot, e c’è il rischio che, con l’aumento dell’uso dei bot, che la polarizzazione possa intensificarsi. OpenAI ha dichiarato di istruire esplicitamente i suoi “etichettatori” umani a non favorire alcun gruppo politico specifico, definendo eventuali bias nelle risposte di ChatGPT come “errori, non caratteristiche”. La pulizia del dato e il lavoro di supervisione potrebbe non essere sufficiente. Anzi, paradossalmente, come abbiamo visto qui, potrebbe generare pregiudizi ed errori ancora più gravi. L’avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 2024 negli Stati Uniti sarà il vero banco di prova. Anche perché i chatbot stanno diventando sempre più presenti nella vita quotidiana di molte persone. Read the full article
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yoooooo non male per una candidata in due sole circoscrizioni mentre quel coglione era candidato in tutte e cinque
#in generale non capisco il disfattismo di chi commenta queste elezioni#PD e AVS son cresciuti tantissimo e la crescita di FdI è andata a svantaggio netto della lega#è una situazione delicatissima ma ci son tutti i presupposti per ricominciare a costruire il campo progressista più compatto che mai
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piano di oggi che sono qui da sola: finire due cose tra cui le correzioni alla relazione, mandare la relazione, uscire prestissimo, prendermi un gelato e fare un giro in libreria. spesina casina doccia e qualcosa di confortevole da guardare. vivendo il sogno
#il tutto mentre mi dilanio l’anima per redacted e come lettura di conforto ho joyce che ancora sei pagine e mi manda in terapia#no comunque veramente ci sono rimasta sotto tantissimo perché abbiamo un bel rapporto!!! bellissimo addirittura!!!!! dove c’è intesa nelle#cose serie e nelle baggianate ci si capisce a sguardi e soprattutto la ratio di cercare l’altra persona/essere cercat* dall’altra persona è#equa c’è confidenza c’è chimica ci sono veramente tutti i presupposti. eppure#so sad alexa play la prossima canzone con sound allegro e testo depresso che la mia playlist ha da offrire
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Appena letto su LInkedIn postato da un funzionario di Polizia: il migliore che io abbia letto in queste ore e che SPIEGA SCIENTIFICAMENTE che l'algerina NON si può considerare DONNA:
Commento da parte di un “bioeticista medico”
Da bioeticista medico rispondo a bioeticista non medico.
Leggo l'intervista del Corriere della Sera fatta alla professoressa Silvia Camporesi che gira sui social. La tesi della professoressa è che l'atleta pugile Imane Khelif è una donna perché semplicemente affetta da un iperandogenismo assimilato alla sindrome dell'ovaio policistico.
In premessa si deve dire che le opinioni espresse derivano da una conoscenza de relato derivante dai media.
È riferito che l'atleta algerino è portatore di un assetto cromosomico maschile XY. Ciò ha fatto decidere alla federazione pugilistica mondiale l'estromissione dalle competizioni femminili. Non così ha deciso il comitato olimpico che avrebbe giudicato in base ai livelli ormonali nel sangue.
Nella sindrome dell'ovaio policistico si ha però un assetto genetico femminile, XX. Peraltro non tutte le donne affette da policistosi ovarica presentano l'iperandogenismo. Dunque l'assimilazione è impropria.
Quando abbiamo un assetto genetico maschile, al raggiungimento della pubertà (in assenza di patologie che lo impediscono) l'ambiente ormonale androgenico determina modificazioni corporee così marcate e stabili, che un successivo abbassamento dei livelli androgenici non riesce a farle regredire (questo è proprio uno dei presupposti teorici del blocco puberale per i prepuberi con disforia di genere). I livelli di androgeni nel range femminile non rendono un maschio una donna, ma piuttosto consentono di descriverlo come un maschio con ipoandrogenismo affetto da sintomi e segni che ne sono la conseguenza.
Di converso, l'iperandogenismo che affligge le femmine affette da sindrome dell'ovaio policistico, può causare sintomi di virilizzazione più o meno accentuati, ma non fa di queste donne dei maschi.
Nel campo dello sport, la riduzione androgenica dopo lo sviluppo puberale, non atrofizza la massa ossea e muscolare a livelli femminili.
Salvo dunque miglior giudizio reso tale da informazioni che non sono al momento disponibili, l'atleta italiana è stata costretta a combattere contro un atleta maschio con una struttura neurologica, ossea e muscolare di ordine maschile. Presentarla come femmina è incoerente con il normale approccio medico-scientifico con cui capiamo quella costellazione di alterazioni patologiche comprese nel termine "Variazioni delle caratteristiche del sesso".
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Chiudiamo qui ogni ulteriore discussione.
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I HAVE A DREAM
- Quindi mi può ripetere cosa aveva detto?
- "Non ti vaccini, ti ammali, muori - oppure fai morire - non ti vaccini, ti ammali, contagi lui lei muore -, questo è”
- In base a quali presupposti scientifici lo aveva detto?
- Me lo aveva detto Speranza.
- E adesso che sappiamo che era una cazzata, come la pensa circa le sanzioni tolte ai non vaccinati?
- Che è giusto togliere le sanzioni a gente che non si è vaccinata e che quindi è già morta.
- Capito, lei è de coccio. E' almeno pentito di aver detto cazzate che hanno compromesso la vita di milioni di persone?
- Se dico di sì mi fate portare la doppia razione di panna cotta in cella? Dico quello che volete.
Segui ➡️ 🌐 t.me/ArsenaleKappa 🅰️ ���💥
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...ogni tanto è bene ripostarlo:
7 frasi da evitare per non sembrare un analfabeta funzionale, di Dario Bressanini
1) “A me una volta è successo che…”:
sulla terra siamo 7 miliardi di persone, quindi quello che è successo a te costituisce “un settemiliardesimo” delle ipotesi possibili. L’esperienza personale non è una legge universale.
2) “Ho letto su internet che…”:
su internet c’è tutto, il contrario di tutto e tutte le sfumature che ci stanno in mezzo; se non hai le competenze specifiche per distinguere ciò che è plausibile da ciò che è inverosimile, quello che hai letto tu non significa assolutamente nulla perché tanto su internet c’è sempre anche il suo esatto contrario.
3) “Non credo alla versione/teoria ufficiale, dimostrami tu che è valida”:
una versione/teoria ufficiale è tale proprio perché gode già del supporto probatorio necessario per essere considerata preferibile a tutte le altre. Pertanto, se non credi alla versione ufficiale spetta a te l’onere di provare perché questa sia errata, e anche perché la tua sia invece valida. Pretendere l’inversione dell’onere della prova è un atteggiamento profondamente illogico e antiscientifico.
Il fatto che tu non comprenda il contenuto di quelle prove non significa che quelle prove non esistano o non siano valide, significa solo che tu non hai gli strumenti e le conoscenze per comprenderle.
4) “Ci guadagnano sopra, quindi sicuramente c’è qualcosa sotto”: se escludete i volontari e gli stagisti, tutte le professioni del mondo sono a scopo di lucro, quindi tutti noi guadagniamo da quello che facciamo. Ciò non ci rende tutti automaticamente parte di un qualche complotto o sotterfugio.
5) “Quella volta è accaduto che…, quindi anche questa volta…”:
“quella volta” è diversa da “questa volta”. Se una cosa capita in una occasione non c’è nessuna legge che stabilisce automaticamente che accada sempre e a tutti. Se un medico vende organi sotto banco, non significa che tutti i medici lo facciano ogni giorno; se un ingegnere sbaglia i calcoli, non significa che tutti gli ingegneri siano cani e non sappiano fare il loro lavoro; se un avvocato prende una mazzetta, non significa che tutti gli avvocati siano corrotti o corruttibili. Serve una prova specifica per ogni singolo caso.
6) “Tu hai la tua opinione, io ho diritto ad avere la mia”:
questo è un principio sacrosanto quando si parla di preferire le bionde o le brune, il mare o la montagna, la Juve o il Milan. Ma quando si parla di argomenti scientifici, la tua opinione non conta assolutamente nulla se non hai competenze e ragioni tecniche che possano dimostrare la validità di quella opinione; o forse pretendi di avere un’opinione anche su come si calcola l’area del triangolo?
7) “Non mi fido della roba chimica, quindi…”:
La chimica spiega la composizione della materia in generale, di conseguenza tutto ciò che esiste nell’universo è chimico. L’acqua ad esempio è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, quindi è fatta di sostanze chimiche. E lo sei anche tu.
Se il vostro ragionamento si basa su uno o più di questi presupposti, sappiate che il vostro approccio è stupido, illogico e antiscientifico, quindi evitate di renderlo pubblico.
Ne va della vostra reputazione.
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Kamala sta impostando un campagna molto AGGRESSIVA.
L'esponente delle élite blasé milionarie della west coast, aggressiva contro le masse dei redneck workers dell'America di Mezzo, wow. Sicura, davvero?
Mi sa che non ha capito bene. In compenso ho capito come mai Obama non la può vedere.
Ci sono i presupposti per uno SCHIANTO EPOCALE.
Quel che gli sciampisti italiani che straparlano di età non hanno compreso, è che Trump lascerà al giovane fatto da sé Vance picchiar duro la privilegiata borghese Kamala, l'ha scelto per quello, mentre lui si concentra sul COMITATO che decide tutto alle spalle dei boccaloni.
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La differenza...
... tra coloro che hanno compreso davvero la storia e coloro che non ne conoscono neppure i presupposti temporali, sta nel fatto che quando si nomina Sua Maestà Vittorio Emanuele III pochi pensano al Re di Peschiera e molti al Re di Pescara eppure nessun monarca, in Italia, per quanto sia stato grande è stato un Re Soldato!
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DUCA AMEDEO DI SAVOIA AOSTA
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(...) Questo è avvenuto fino all’entrata del cosiddetto “Decreto Caivano”, convertito in legge nel mese di novembre del 2023, emanato dal governo Meloni a fronte di una dichiarata “emergenza criminale minorile” che confligge con i dati (Istat) sui minori denunciati all’autorità giudiziaria, che evidenziano un andamento oscillatorio che ha visto i numeri relativi al 2022 completamente in linea con gli anni precedenti. Nel giro di pochi mesi l’“effetto Caivano” ha produtto quasi il raddoppio delle presenze di ragazzi negli Ipm facendo esplodere quasi tutti gli Istituti. La nuova legge è intervenuta sul sistema della giustizia penale minorile italiana (che a detta di molti giuristi era tra le più avanzate d’Europa) attraverso varie misure che hanno prodotto un vero e proprio contraccolpo “carcero-centrico” in spregio alle cosiddette “pene di comunità” e alla territorializzazione dei processi educativi. Sono state aggravate le pene detentive anche per reati lievi in materia di stupefacenti e sono stati ampliati tutti i presupposti della custodia cautelare in carcere.
È deprimente perché vien da dire che in un campo delicato come questo sarebbe auspicabile che le decisioni partissero (e finissero) con riscontri oggettivi ad esempio sulle recidive per valutare gli effetti che hanno (o non hanno) certi provvedimenti. Che so, ci vorrebbe una figura di riferimento che abbia un vago polso della situazione e qualche idea sul tema. O forse c'è già ma dà risposte meno strombazzabili di buttiamo-tutti-in-carcere.
“La vera emergenza non è quella di prevedere un maggior ricorso al carcere, ma quella di potenziare le strutture, sia carcerarie che comunitarie, per renderle luoghi di efficace e reale recupero dei minorenni. È necessario chiedersi, prima di tutto, quale debba essere il fine di un periodo di carcerazione, non limitarsi al mezzo”, ha dichiarato Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che ribadisce l’importanza di valorizzare la giustizia riparativa in ambito minorile. “È uno strumento prezioso, che incide positivamente sulla vita delle persone coinvolte, sul tasso di recidiva e si affianca alle risposte della giustizia tradizionale senza sostituirle”. (*)
Alcuni risultati li abbiamo ottenuti, ma con grande fatica. Altri non ancora, come la richiesta che ogni decisione politica venga accompagnata da una valutazione preventiva e un monitoraggio successivo rispetto all’impatto che può avere sui ragazzi. Sarebbe molto importante perché certamente sono il futuro, ma sono anche il presente e delle loro esigenze va tenuto conto adesso. (...) se vogliamo abbattere la recidiva bisogna lavorare sulla presa di coscienza di ciò che è stato fatto e sulla rieducazione. Basta guardare i risultati: non è l’aumento della pena che spinge il minorenne a non commettere il reato. (*)
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Dalla discesa in campo, di tragica grottesca arcoriana memoria, con conseguente modifica antropologica dell'italico pensiero, al Tausendjähriges Reich (reich millenario), come accadrà (già in corso in Europa), grazie alla propaganda sui social dell'uomo più ricco del globo, il passo è brevissimo.
Se ci sono tutti i presupposti e, il brodo culturale ha forte presa sull'immaginario collettivo, quali sono gli strumenti e i mezzi di controinformazione che dispone la sinistra, italica in primis? Come e quali argomentazioni riusciremo a divulgare?
Lo scrissi qualche post addietro e, lo ribadisco con veemenza oggi: non comprendemmo (intellighenzia in orimis) la discesa in campo e gli effetti a lungo termine sulla popolazione italiana, non hanno nemmeno idealizzato (non occorrono voli pindarici) l'ingresso a gamba tesa di musk e dei propri satelliti, tanto a livello planetario, quanto con particolare riferimento alla politica del vecchio continente.
Ancora fermi sugli esiti del congresso di Livorno e, immobili di fronte al cannibalismo interno - proprio della sinistra, ci limiteremo a cantare BellaCiao o, a partecipare a identitari quanto cosolatori raduni di massa, quando, ahitutti, il quarto reich millenario, sarà già consolidato.
Mai più profetiche le parole di silviodaarcore, in quel dicembre del 2007, quando ci defini' coglioni.
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Comunque l’ending di my hero accademia è una merda e mi vergogno di averlo seguito dai miei 14 anni che tristezza raga un altro shonen potenzialmente diverso finito da shonen del cazzo come tutti gli altri senza un verso senza un fine senza portare a termine nulla dei presupposti che aveva creato, ormai tutta la mia fiducia è solo in dandadan che presa ammale
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E' giunto il Tempo di riscrivere la Storia
Il 𝘀𝗲𝘀𝘀𝗶𝘀𝗺𝗼 è legato ai pregiudizi costruiti attorno alle caratteristiche fisiche ed intellettuali che differenzierebbero le donne dagli uomini: pregiudizi che hanno dato vita a diversi ruoli che uomini e donne dovrebbero svolgere all'interno della Società.
I presupposti sessisti, che si manifestano come stereotipi di genere, classificano il genere maschile come superiore rispetto a quello femminile; la società ancora profondamente sessista che viviamo è caratterizzata da estrema povertà, estrema ricchezza, classismo, violenza, guerre, genocidi: tutta quella genialità superiore che i maschi si attribuiscono rispetto alle donne di fatto non esiste.
E' quindi giunto il tempo di Riscrivere La Storia, al Femminile.
#riscrivere#Storia#sessismo#pregiudizi#donne#uomini#ruoli#Società#stereotipi di genere#genere maschile#genere femminile#società sessista#povertà#ricchezza#classismo#violenza#guerre#genocidi#genialità#Al Femminile
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giannamaria guarda che se vuoi criticare la cultura occidentale però non c’è bisogno di rinnegarla così tanto quasi al punto da fare marcia indietro pure sulla parità di genere. ché quella non fa così schifo, dai
#no in realtà il ragionamento che fa è necessariamente più complesso e condivisibile#e cioè ragiona sul modo in cui le politiche di integrazione dei paesi proposti siano in realtà discriminatorie#e basate su presupposti razzisti e neo-coloniali relativi alla superiorità della cultura occidentale#e pertanto all’imposizione a chi arriva di rinunciare alla cultura di provenienza per integrarsi del tutto#in tutto ciò figura anche una promozione dei diritti delle donne + lgbt etc che si rivela solo strumentale#poiché alle destre nazionaliste non gliene frega una mazza ma è pur sempre un ottimo espediente retorico per rafforzare la propria posizione#contro ‘l’Altro’#e fin qui sono super d’accordo con quello che dice l’autrice. ci mancherebbe#solo che in alcuni passaggi mi pare abbondare eccessivamente nelle critiche alla cultura occidentale che certo. ha INFINITI problemi al suo#interno e figuriamoci poi nei rapporti con le altre culture#anche qui sono d’accordo con lei#MA non è che allora dobbiamo buttare via tutto. le conquiste relative ai diritti sono qualcosa su cui arroccarsi con le unghie e con i denti#è disgustoso razzista e ipocrita dire che x valori ci contraddistinguono e noi li incarniamo perfettamente mentre ‘Loro’ devono acquisirli?#assolutamente sì. proprio perché v. supra la cultura occidentale ha problemi anche con questo#detto ciò è auspicabile che una cultura dei diritti - anche quelli di matrice occidentale. elaborati certo grazie a un benessere di cui#abbiamo goduto anche a discapito di altri (e di ciò bisogna esserne consapevoli)#dicevo è auspicabile che una ampia e plurale cultura dei diritti si sviluppi e coinvolga tutti. secondo tempi modi e misure adeguati ma con#l’obiettivo di beneficiare tutti? io dico di sì in fin dei conti#non per tirare fuori il dibattito relativismo vs universalismo e non per fare la democristiana ma forse la via di mezzo tra un assoluto#relativismo e un aggressivo universalismo ha senso#boh è tutto molto interessante ci devo riflettere
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Il giorno della memoria...corta e inesistente.
A sentire i politici e vari personaggi italiani, il giorno della memoria è un giorno da ricordare perché è un passato che deve insegnare a costruire un mondo migliore; un passato che deve fare in modo che certe cose non si ripetano più.
Ma in che modo non si ripetono più? Nel fornire armi per una guerra in corso, anziché fungere da mediatori? Oppure manipolando i cittadini inducendoli ad odiare chi non fa i loro interessi? Un po' come fece Hitler inducendo i tedeschi, stanchi e incazzati per il Precariato, ad odiare gli ebrei fino allo sterminio. Un po' come fecero qui in Italia, durante la pandemia, tra pro vax e no vax inducendo l'uno ad odiare l'altro, ma la gente assorta nel panico più totale neppure lo notò. Ma per fortuna non c'erano i presupposti per arrivare ad uno sterminio Hitleriano. E poi un po' come fecero nei confronti dei percettori del reddito di cittadinanza, facendo credere che i richiedenti erano solo parassiti... inducendo così la maggior parte delle persone ad odiarli e schifarli senza neppure sapere se fossero parassiti o in vera difficoltà. Un po' come fecero verso gli stranieri immigrati, inducendo il popolo ad odiare una persona solo perché immigrata clandestina. Però erano "boni" i soldi che vi entravano per ogni clandestino sbarcato... Ah... Un immigrato violentava? Ed ecco lì che, pur di colpire l'avversario politico, concentravano il problema delle violenze sugli immigrati convincendo gli italiani ad odiarli, quando in realtà siamo pieni di italiani stupratori e spesso ci mangiamo insieme senza neppure sapere che lo sono. Come si può credere che questi politici piangano la morte di milioni di poveri ebrei, quando lo stesso Stato in cui viviamo lascia morire ogni giorno, nel silenzio, il popolo meno abbiente tra tagli sulla Sanità, Precariato causato dalle loro stesse leggi inefficaci nel mondo del lavoro, tagli alle Forze dell'ordine oramai quasi prive di ogni potere e intervento diretto per i cittadini?! Manipolatori e divulgatori di odio, incapaci di gestire il proprio Stato oramai alla deriva tra Malasanità, Malagiustizia, Malaistruzione, Precariato, mancanza di controlli e ordine, pronti a mietere vittime fornendo armi anziché tentare altre strade, ma parlano del giorno della memoria... Ma di quale memoria si parla? Io vedo sempre gli stessi scenari e purtroppo non si salva nessuno. Come fate ancora a credere in loro? Come fate ancora a difendervi un Partito? Come fate ancora a farvi manipolare da questi sciacalli?
Beati voi che credete ancora in qualcuno, io ho smesso da un pezzo...
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Pensare e agire controtempo
Non credo che vada appoggiata, come ha fatto il principale sindacato italiano, la manifestazione per l’Europa promossa dall’appello di Michele Serra su Repubblica: credo si tratti di una grave mistificazione, non di un errore. È casomai un errore quello di un giurista democratico, Luigi Ferrajoli, che sul Manifesto dell’11 marzo argomenta come occorra partecipare comunque perché in tutto l’occidente trionfano le “derive parafasciste” di Trump e di Milei. Ferrajoli ammette che “ormai da molti anni l’Europa ha rinnegato se stessa”, violando due suoi valori costitutivi: la pace con la corsa “insensata” agli armamenti e l’uguaglianza, con “le politiche disumane contro i migranti”.
Von der Leyen e Macron in effetti sono costitutivamente omologhi a Trump, a Meloni o a Milei: ne sono l’altra faccia e, al contempo, la spinta propulsiva. Per storicizzare il
fenomeno, e per demistificare le mura e i tetti della nostra “casa comune”, è consigliabile la visione del film di Costa Gavras Adulti nella stanza disponibile su Raiplay: vi si narra di come l’Europa della finanza abbia umiliato nel 2015 il progetto di Syriza e la volontà popolare dei greci. Al progetto “non abbastanza capitalistico” di gestione del debito, l’Europa di Draghi ha opposto il muro del suo memorandum e il tetto della spending review e dei tecnici neoliberali: oggi quel muro e quel tetto sono viceversa resi permeabili alle spese per la guerra. Dunque: se gli apologeti del riarmo europeo insistono con l’idea che Trump abbia lasciato sguarniti gli ex alleati europei contro una possibile invasione russa, va detto con fermezza che si tratta di pura, puerile propaganda bellica.
L’Europa da tempo non è più il soggetto politico nato su un’ipotesi di pace costruita sulle macerie della seconda guerra mondiale: i balletti di morte intorno all’Ucraina e il massacro di Gaza, le condanne Onu cinicamente disattese, la ragion di stato sbandierata in prima serata, rendono vuoti i rassicuranti presupposti pedagogici di democrazia e di cittadinanza, in vigore (anche nel sistema educativo delle skills) nell’ordine europeo e occidentale.
Credo fermamente che, come docenti, dobbiamo agire sul nostro stesso inconscio politico, subalterno al TINA, l’acronimo dello slogan thatcheriano secondo cui il capitalismo è il solo sistema possibile, sulla nostra impotenza, sulla nostra falsa coscienza liberal. La tragedia in atto denuda la condizione del presente: davanti alla propaganda di guerra e all’esibizione sfacciata dei privilegi, va inventato un nuovo alfabeto del dissenso e della diserzione.
Emanuele Zinato - Via: Si vis pacem para bellum? Sulla manifestazione del 15 marzo
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