#felicità e successo
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pier-carlo-universe · 10 days ago
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Happiness On Tour torna a Milano: attese 20.000 persone al Forum di Assago per una serata di ispirazione e benessere
Oscar Farinetti, Paolo Borzacchiello e Walter Rolfo tra gli ospiti di un evento gratuito che celebra la felicità come chiave del successo Il 20 marzo 2025, il Forum di Assago ospiterà un evento unico nel suo genere: “Happiness On Tour”, una live experience gratuita ideata dal Professor Walter Rolfo e organizzata dalla Fondazione della Felicità ETS. L’iniziativa, realizzata in occasione…
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maurobroccalifecoach · 11 months ago
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der-papero · 29 days ago
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Aumentano, per mia enorme felicità, i momenti in cui io e Lilly siamo da soli, seduti sul divano o mangiando una torta insieme in una Bäckerei, e parliamo di quello che sentiamo, cosa ci rende felici, cosa ci rende tristi, cosa sogniamo, cosa temiamo, quei discorsi che tanto avrei voluto fare con una figlia, e che adesso non mi rendo conto manco io di come sia stato possibile che diventasse il mio presente.
Proprio l'altra sera, mentre eravamo immersi nei nostri discorsi, mi lancia una domanda complicatissima:
Sei il mio ultimo papà? O dovrò andare di nuovo via quando sarò grande?
Modulo sempre il mio comportamento con chi ho di fronte, perché gli adulti elaborano, quasi sempre la versione opposta a quella che avevi in mente, perché bisogna dimostrare di essere più intelligenti e furbi di chiunque, ma lei per fortuna non è una adulta, e le ho detto l'unica verità possibile, ovvero che se merito di essere suo padre non avrà alcun bisogno di andare via, sceglierà lei chi la rende felice, e potrà restare con me finché vorrà, e che spero sia quanto più a lungo possibile.
Caso voglia che questa domanda sia arrivata proprio la sera di quella giornata dove ho incontrato il suo vero padre, un ragazzo di circa 25 anni che ha avuto Lilly quando ne aveva 20, mi ha raccontato tutto quello che gli è successo negli ultimi 4 anni, non aveva la più pallida idea di cosa fare e ha preferito dimenticare quella scelta perché non si sentiva pronto. Dove mi ha stretto il cuore è stato quando mi ha raccontato di tutte le volte che Lilly cercava un suo abbraccio e lui si è girato dall'altra parte, oltre all'immagine pesante in sé da gestire è stata la prova del perché io ho impiegato tantissimo tempo a costruire la mia fiducia con lei, per mesi mi ha rifiutato, era come se fossi trasparente ai suoi occhi, nonostante tutti i miei sforzi di cercare un contatto con lei, quando il vero motivo era che aveva semplicemente perso fiducia in quello che per lei rappresentava l'idea di padre, e si era rassegnata all'idea di non averne uno, forse pensava di non meritarlo. Dico queste cose senza alcun giudizio verso questo ragazzo, ho il doppio dei suoi anni e sto imparando solo adesso cosa voglia dire prendersi cura in modo profondo di qualcuno, non oso nemmeno immaginare la sensazione di panico che possa aver provato all'epoca e che l'ha portato a scappare via, a non cercare più per tanto tempo un contatto con la propria figlia, al punto tale che non ha più ricordi di lui (sarà un casino organizzare il suo primo incontro), e che adesso che ha scelto di rivederla, a maggior ragione che la legge tedesca non gli perdona questo errore e non si torna più indietro, si rende davvero conto di cosa abbia perso.
E forse questa è l'unica cosa che mi rende diverso, non migliore, è che io di persone importanti nella mia vita ne ho perse, a ragione o a torto, per scelta o per caso, e mi ricordo di ognuna di queste, ognuna mi ha lasciato dentro una cicatrice, e la somma di tutte loro è il filo che mi lega a questa bimba di quasi 5 anni.
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unbiviosicuro · 7 days ago
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passiamo diverse ore nel letto, in uno stato quasi di dormiveglia. trovo un certo conforto nel buio mentre parlo piano, con le parole che escono dalla mia bocca ed entrano in questa bolla intorno a noi. ti dico che a volte sono terrorizzata dalla felicità, che a volte sono incredula, che cerco l'imperfezione, il difetto sempre perché altrimenti chissà cosa arriva, chissà, è bene non abituarsi mai. questa vita è un continuo bilanciare, continuamente bilanciare la sventura con il successo e con la profonda gioia dell'amore
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angelap3 · 2 months ago
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“Quando mi chiedono: Cosa farà? Non lo so, è come chiedermi: Quanto vivrà? Non lo so, cosa ne so io, non dipende mica da me.
– E da che cosa dipende, a suo avviso, la durevolezza del successo?
Da voi, da loro… soltanto da loro”.
Monica Vitti
"L'amore è un atto di fede. In amore è bello anche esagerare...fino a trovare un'armonia e a volte un'amicizia".
Monica Vitti
"In fondo che ne so io cos'è la felicità...A me mi sa che siccome abbiamo dei colpi continui, uno appresso all'altro, il momento in cui riesci a schivarne uno...beh sono momenti di felicità sublime".
Monica Vitti
«Sono fatta non solo di contraddizioni, ma di caratteri opposti. Sono una persona estremamente angosciata, triste, e nello stesso tempo allegra, trascinante, vitale. E tutto questo in modo molto estremo».
Monica Vitti
Sono passati 3 anni da quando la nostra Monica ci ha lasciato, dopo una lunga malattia degenerativa.
Era il 2 febbraio del 2022, aveva 90 anni e dal 2002 non appariva in pubblico.
Era nata il 3 novembre del 1931 con il nome di Maria Luisa Ceciarelli, ma tutto il mondo la ricorda, e sempre la ricorderà, come Monica Vitti. Un'attrice strepitosa, meravigliosamente capace di incarnare sia le nevrosi dell'uomo contemporaneo di Antonioni che di dimostrarsi eccelsa mattatrice della commedia all'italiana. Interprete bellissima, seducente e ironica – incarnò donne complesse e affascinanti, malinconiche e divertenti, riuscendo sempre a comprenderle e dare forma alle loro mille sfaccettature e inquietudini, al loro coraggio. "
Monica Vitti è stata una tra le attrici italiane più amate. È riuscita a farsi strada nel cinema italiano, grazie alla sua intelligenza e a un grandissimo senso dell’umorismo. Non era facile, nella stagione d’oro delle maggiorate, imporsi nel mondo dello spettacolo. La concorrenza delle varie Lollobrigida, Loren, Pampanini e Allasio era fortissima e Maria Luisa Ceciarelli - bella e dal volto illuminato e sensibile, senza essere procacemente provocante - dovette crearsi, partendo dalla gavetta, il proprio posto al sole. Il suo talento e l’espressività cinematografica le hanno permesso, durante la sua carriera, di ottenere molti riconoscimenti: il Leone d’oro alla carriera al Festival di Venezia nel 1995, l’Orso d’oro a Berlino 1984 per Flirt e tre Nastri d’Argento.
Web
RIP💐❤️🎶
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mondaymelon · 1 year ago
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I. adoro il tuo blog e sarò sempre e per sempre un fan di quanto sia estetico e piacevole alla vista. I tuoi contenuti mi fanno sempre sorridere di felicità perché i tuoi lavori sono semplicemente meravigliosi e tu sei un essere umano magnifico che crea le opere migliori e sei anche un essere umano di grande talento che sa suonare magistralmente il piano mentre io mi siedo lì come un gamberetto suono 'twinkle twinkle little star' perché non ho il tempo della giornata per andare a lezione di piano e e tu avrai molto successo nella vita perché lo so e e e mi fermerò proprio lì perché io ora sto divagando in italiano e tu non capisci una parola, molto probabilmente sto scrivendo, tuttavia ho avuto un bisogno davvero casuale di mostrare affetto a qualcuno in una frase molto lunga senza punti, quindi sì, c'è questo e ora arrivederci perché devo studiare per il test di storia che ho domani quindi sera notte <33
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IMC RYIHNG JSIJGLKDF??? PFTAHAH
wai wai..... i think i have a recording of me playing somewhere in my voice memos hold on wait why the fuck cant i screen record w sound hold on hOLD ON
GOT IT (if you can hear my drying machine going on, nonono you cant. shuhs)
@papiliotao GRABS YOU. YOU SHOULD RECOGNIZE THSI SONG. ( hint: its from pjsk sung by leoneed graldksgjlsk;f )
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elperegrinodedios · 4 months ago
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La tua cartella ricca di sogni, può diventare una ventiquattrore piena di realizzazione e di felicità. Non lasciare mai la mano del Signore e sarà lui a benedire il tuo viaggio per aiutarti e guidarti fino alla meta da te tanto desiderata. Abbi fede in lui.
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Cosa devi fare? Semplicemente non cedere alla routine e continuare a sognare e realizzare i tuoi sogni. Se lo vorrai, se ci metti il cuore e lo decidi, potrai esaudire i tuoi desideri. E mi raccomando, non ascoltarlo chi ti dice che è impossibile, fagli vedere quanto non ti conosce. Il coraggio si sa è di pochi, ma pure il successo. Fammi sapere eh?
lan ✍️
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clarissasworld · 2 months ago
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Ho provato,
che dire, a farmi scegliere.
Ho sperato.
Dovevo.
Era una possibilità, capisci?
Come fare a metterla via, a dimenticarla.
Forse aspettando, forse non era il momento.
Forse io e te abbiamo un altro tempo.
Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei portato via con me.
È l’idea che almeno una volta succeda, no?
Hai presente?
Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di niente se hai un po’ di senno.
Come un sibilo fluttuante e sinuoso.
A me è successo questo..
non sono riuscito a fare finta di niente,
non volevo, in fondo.
Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene.
Anche se sapevo di non potere.
Anche se era rischioso.
Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me.
E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo.
Solo per essere sicuro.
Verresti?
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_Italo Calvino 
Gli amori difficili
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pier-carlo-universe · 12 days ago
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"Nella mia vita manco io" di Natalia De Barbaro. Recensione di Alessandria today
📖 Titolo: Nella mia vita manco io✍️ Autore: Natalia De Barbaro📅 Data di pubblicazione: 26 febbraio 2025📚 Genere: Psicologia, Sviluppo personale, Empowerment femminile⭐ Valutazione: ★★★★★ (5/5) Un libro che ha già conquistato il cuore di oltre 700.000 lettrici in 11 paesi, Nella mia vita manco io è una riflessione profonda e necessaria sull’identità femminile e sugli schemi autoimposti che…
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pizzettauniversale · 5 months ago
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Ho letto un tweet dove una ragazza ha scritto che noi italiani siamo un popolo di rosiconi e invidiosi e ha ragione. Ogni persona che pubblica una sua foto o un post che riguarda un suo traguardo sotto trovi decine e decine di commenti che la sminuiscono, che quello che ha fatto non vale niente etc etc. Oggi mi è capitato un video della vittoria di Sinner vs Alcaraz e i commenti "è scarso" "non capisco come possa piacere Sinner scarso" "sopravvalutato" "niente di che", come minimo scritti dal divano di casa propria, come me che sto scrivendo questo post. Ma che problemi avete con il successo e/o la felicità altrui? Ho scritto di essere brava nel mio lavoro e che la cosa mi è stata riconosciuta e ho ricevuto i peggio insulti in anonimo. Da dove viene questo astio nei confronti delle persone felici?
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sottileincanto · 6 months ago
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@blackmammaaa nel nostro lavoro se non si cerca di alleggerire un po' il carico emotivo e mentale, si esplode. Ci si brucia. A me è successo, quindi so di cosa parlo e non è affatto bello crollare in quel modo. Per cui ben venga sdrammatizzare, sfogarsi, fare quello che si può (sempre nell' ambito del lecito e del consono, del buonsenso e di tutto il resto) per alleggerire il peso che questo lavoro comporta. Ho una paziente completamente allettata, chiusa su se stessa a libretto da un sacco di tempo e regredita all' età di una bambina di pochi mesi. Quando entro in camera sua, oltre a chiacchierare con lei, la saluto sempre "Ciao piccolo mostro!" e lei sorride. Ovviamente il "mostro" è in senso affettuoso. E così tutti i nomignoli affettuosi che ai miei pazienti piacciono: principessa fragolina di bosco, ad esempio. Bella bionda. Signora Felicità. Perché è il mio modo di coccolarli. Oppure fermarsi a fare quattro chiacchiere con uno dei pochi che ancora ci stanno con la testa. La nostra è una resistenza, giorno dopo giorno. Contro la malattia, contro la solitudine, contro il degrado, contro il dolore. Tante volte contro l' abbandono. E a quelli che mi dicono "Oddio, ma quel lavoro fai??? Ma possibile che non hai trovato niente di meglio???" Vorrei tanto rispondere (e magari prima o poi lo far��!) "Vienici tu a fare il lavoro mio. Vogliamo vedere quanto resisti?". Se fai il tuo lavoro in scienza e coscienza, nessuno e dico NESSUNO deve permettersi di metterci bocca. MAI.
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libero-de-mente · 2 days ago
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Ieri era la Giornata della Felicità, e ovviamente me la sono persa. Me lo sono proprio dimenticato tra le mille cose che avevo da fare. Non che cambi molto, anche se me ne fossi accorto, cosa avrei potuto fare? Intendo proprio ieri che non possa fare oggi, domani e dopo domani. Ieri avrei potuto celebrare la #giornatadellefelicità con un balletto sotto la pioggia per sentirmi vivo. Non pioveva, c'era un sole brillante. E ballare sotto il sole, a meno che non fossi stato su una spiaggia deserta, non ha molto senso. O magari avrei potuto scattarmi un selfie, con il set di filtri "Miracolo a Lourdes", per convincermi che sto bene? La verità è che la felicità non aspetta calendari, eppure eccoci qui, a rincorrerla come se fosse il famoso treno che passa una sola volta. Il 20 di marzo per l'esattezza.
Tanti pensano che l'essere felici stia nella differenza tra l'essere scelti, oppure respinti. Questo concetto, secondo me, ci trasformerebbe in margherite che camminano su due gambe, dove nella nostra testa il "mi vuole, non mi vuole" deciderà se essere felici o meno. Mai lasciare la nostra felicità nelle mani, o nelle decisioni, di un'altra persona. Io l'ho fatto, credetemi è una sofferenza enorme mista a umiliazione. Anche quei piccoli ostacoli quotidiani che si trasformano in montagne russe emotive, il "ci penso domani" dei sentimenti, il rimandare le attenzioni a noi stessi mentre la vita passa, inesorabile.
La felicità, però, ha una spia luminosa, ed è su di un ipotetico cruscotto ovvero il nostro viso. La spia che si accende con la felicità, però, non è il sorriso ma sono gli occhi. Sta negli occhi. Puoi sfoggiare il sorriso più smagliante del mondo, ma se gli occhi sono spenti, è solo una recita. Marco Aurelio lo aveva capito quando disse: "La felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri". Non è là fuori ma dentro di noi. È un germoglio che cresce solo se lo annaffi e ne hai cura. Non fatevi ingannare a chi vi vende la felicità con delle promesse di successo, amore o di una vita perfetta. La felicità vera sta nei dettagli come un gesto, una presenza, del cibo cucinato apposta per te come si deve. Il cibo come una metafora, può essere sia l'alimentazione per il corpo come il nutrimento per l’anima; e saperlo gustare è ciò che ti salva nei giorni negativi. Nutrite l'anima leggendo, più che potete.
Il problema è che la felicità va afferrata al volo, ma in troppi hanno la stessa prontezza con cui capiscono l'ironia. Cioè zero. E così restano lì, a mani vuote, chiedendosi perché la spia nei loro occhi non si accende mai. Non aspettate il prossimo 20 marzo per celebrare questo sentimento di gioia, cercatelo e celebratelo tutti i giorni dell'anno. Io ci provo e ammetto che non è per nulla semplice, ecco perché cerco di circondarmi di anime nobili. Sono isole in mezzo al mare del qualunquismo e, se riesco, cerco di far accendere più spie luminose negli occhi di chi incontro. La felicità va condivisa.
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smokingago · 8 days ago
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Ho provato, che dire, a farmi scegliere.
Ho sperato. Dovevo.
Era una possibilità, capisci?
Come fare a metterla via, a dimenticarla.
Forse aspettando, forse non era il momento.
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Forse io e te abbiamo un altro tempo.
Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei portato via con me.
È l’idea che almeno una volta succeda, no?
Hai presente?
Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di niente se hai un po’ di senno.
Come un sibilo fluttuante e sinuoso.
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A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo.
Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene.
Anche se sapevo di non potere.
Anche se era rischioso.
Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me.
E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro.
Verresti?
Italo Calvino, Gli amori difficili
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lunamagicablu · 1 month ago
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“Quando abbiamo successo e raggiungiamo la fama, non ci rendiamo conto che stiamo perdendo le cose più importanti. Più abbiamo e più vogliamo e se non otteniamo quello che vogliamo, ci sentiamo arrabbiati e frustrati e i problemi si moltiplicano. La nostra felicità non dovrebbe dipendere da fattori esterni. La pace e la gioia vera sono già dentro di noi. Dovremmo semplicemente essere contenti di ciò che abbiamo e renderci conto che l’unica vera ricchezza è l’amore.” Maestro Swami Satchidananda ****************************** “When we become successful and famous, we do not realize that we are losing the most important things. The more we have, the more we want, and if we do not get what we want, we feel angry and frustrated and the problems multiply. Our happiness should not depend on external factors. Peace and true joy are already within us. We should simply be content with what we have and realize that the only true wealth is love.” Master Swami Satchidananda 
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sunelrose · 10 days ago
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Nel mondo contemporaneo, dove l’individualismo e la libertà personale dovrebbero essere valori consolidati, persiste ancora una mentalità invadente e antiquata che porta molte persone a formulare domande inappropriate sulla vita privata altrui. Domande come "Sei sposata?", "Hai figli?", "Perché a 30 anni non hai ancora una famiglia?" vengono spesso poste con leggerezza, senza considerare il loro impatto su chi le riceve. In realtà, questi interrogativi rivelano una concezione della realizzazione personale ancora troppo legata agli schemi tradizionali della società, che vedono nel matrimonio e nella genitorialità tappe obbligate dell’esistenza di un individuo. Questa prospettiva, tuttavia, è riduttiva e superata. La felicità e il successo personale non possono essere misurati unicamente attraverso lo stato civile o la presenza di una famiglia. Ognuno ha un percorso unico, con priorità e aspirazioni differenti, e non tutti desiderano – o hanno la possibilità – di seguire il modello tradizionale di vita. Essere single non significa essere soli o insoddisfatti, così come essere in una relazione non garantisce necessariamente la felicità. Al contrario, molte persone si trovano intrappolate in relazioni infelici o dannose proprio perché hanno sentito la pressione di adeguarsi alle aspettative sociali. Un aspetto spesso trascurato è il peso delle conseguenze di una scelta sbagliata. Chi insiste nel suggerire che "non è bello essere soli" raramente considera l'alternativa: un matrimonio infelice, una relazione tossica, il lungo e faticoso percorso di separazione o divorzio per riconquistare la propria libertà. In questi casi, la solitudine non è un problema, ma piuttosto una conquista, una scelta consapevole per preservare il proprio equilibrio interiore.
È quindi fondamentale un cambiamento culturale che porti le persone a riflettere su ciò che realmente conta nelle relazioni umane. Invece di porre domande che mirano a incasellare gli altri in schemi predefiniti, sarebbe più significativo chiedere "Come stai?", "Sei felice?", "Hai bisogno di qualcosa?". Questi interrogativi dimostrano un interesse autentico per il benessere dell’altro, anziché un giudizio velato sulle sue scelte di vita.
Viviamo in un’epoca in cui il rispetto per l’individualità e per la diversità dei percorsi esistenziali dovrebbe essere un valore centrale. Ognuno è libero di costruire la propria felicità nel modo che ritiene più giusto, senza dover sottostare a pressioni esterne. Forse è giunto il momento che le persone imparino a guardare con maggiore attenzione la propria vita, anziché preoccuparsi ossessivamente di quella degli altri.
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francesca-70 · 10 months ago
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Una forza e una generosità straordinarie sono il dono di ogni madre, e sono la base di quell’amore incondizionato che solo una madre sa offrire e che tutti dovremmo avere la possibilità di assaporare. Un vecchio proverbio napoletano recita: «Chi tene ‘a mamma, nun chiagne» (chi ha la mamma, non piange), ed è vero. Le madri sono scudo pronto a difenderci da ogni dolore, a volte persino esagerando.
La verità è che l’amore può tutto, che un sorriso, uno sguardo sincero, una carezza sono sorsi di eternità, che nel dolore la fiducia nel domani può soltanto diventare più grande.
Una terribile battaglia da combattere “un lungo addio”.. “un addio rubato..un addio mancato.. un addio finto”.
Perché tra di noi, mamma, non può esserci addio.
La mia persona più amata si dissolve lentamente in piccoli pezzi, ed è impossibile andare a ripescare quale sia stata l’ultima conversazione. Struggente ed emozionante, «il segreto della vita».
Tutto ruota intorno ai ricordi e alla memoria, al loro disperdersi e riemergere continuo e imprevedibile, trasportando tutti in una sorta di infinito presente. Una storia di cui non conosco né l’inizio né la fine, ma di cui ho vissuto e vivo intensamente ogni giorno con dolore, paura, rabbia, fatica, solitudine, curiosità, ostinazione. Facile perdersi in questo guazzabuglio di emozioni. Non so dire con precisione quando quel processo abbia avuto inizio. Sono stata incapace di cogliere i primi segnali quotidiani. E mi sono trovata direttamente a decidere quanti scatoloni avrebbero occupato i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza, riempiendoli ad una velocità molto superiore a quella delle mie emozioni, che mi soffocavano la gola. “Questo è il momento più difficile”, mi racconto ma intanto sto tatuando il mio cuore. In maniera indelebile.
Figlia unica di un genitore non autosufficiente, come la definisce la USL.
Il muro che ho dovuto attraversare per trovare il mio binario è fatto di rifiuto, disoriento.
Dovevo combattere con i fantasmi del mio passato, guardare negli occhi una persone che non mi riconosceva piu e specchiarmi nelle sue paure. Una micidiale danza di emozioni contrastanti: l’eterno presente senza ieri e senza domani il passato remoto improvvisamente prende vita catapultandoti in una dimensione surreale e spiazzante. Mi trito il cuore cercando di cogliere un’espressione diversa sul volto, un lampo negli occhi, un gesto, ma lei ė in un'altra dimensione e questo fa male. Come tenere tutto dentro.
Ecco come vedo, assisto e vivo questo lento perdersi. Un lento svanire. Spegnersi poco a poco, spettatore di questa surreale esibizione della vita. Dove il regista è il tempo e la trama è composta dalla memoria, dai ricordi, che a tratti riemergono da quel luogo fuori dallo spazio e dal tempo. Sono sempre lì. Sono sempre loro. Solo nascosti in qualche angolino. Basta aspettare il momento giusto... ed eccoli.
Un viaggio nei legami affettivi più forti, nelle nostre paure e nei nostri bisogni di amare, alla ricerca della felicità anche nelle situazioni apparentemente più avverse.
A 52 anni proprio non me lo aspettavo. Di figli ne avevo già uno, ormai grande, proiettato verso un futuro luminoso insieme alla famiglia che si era creato.
Ed io, invece, ecco che mi ritrovo, inaspettatamente, a dover fare i conti con la dolorosa esperienza di diventare “madre di mia madre", nel suo lento declino fisico e mentale.
Eppure il suo sguardo, di tanto in tanto, torna per un fugace momento (tanto fugace che, a volte mi chiedo se sia veramente successo) a fissarsi su di me, limpido e cosciente. Come se davvero fosse tornata a vederMi...tornata ad essere mia madre. Quella che si preoccupava per me. E si prendeva cura di me, sempre con un sorriso sulle labbra. Non so bene come spiegarmi. C’è da non trovare le parole quando hai a che fare con una persona che se ne sta andando lontano, sempre più, suo malgrado. C’è da augurarselo di non trovarle, mettere in fila i pensieri richiederebbe di voler vedere quello che si ha davanti e io non voglio.
“Mamma, sono io, sono Francesca”. Te lo ricordo, te lo ripeto, non perderlo il mio nome. Non lasciarmi andare. Nei tuoi pensieri troncati, assillanti, confusi non sei persa, perché non si può affogare in una pozzanghera, e non sei rinchiusa finché fai di tutto per stare a galla. Attaccati a me, aggrappati all'amo, salda più che puoi, con le mani e con lo sguardo, che ti tiro verso di me, non smettere di respirare.
Quanto fa male trasformarsi. “Sono io, mamma, sono Francesca”. “Lo so,” mi rispondi. Sei arrabbiata. In te c’è ancora forza...non molli, non cedi, ti ribelli. Mi prenderesti a schiaffi. Ti vedo, seduta sul divano. Ti stringi, ti rimpicciolisci, scompari, eppure io ti trovo sempre. So dove cercarti. So dove trovarmi. Anche se potremmo essere il gioco dei contrari io e te. Tu, che sei tanto diversa da me eppure ti assomiglio. Ho paura..e nello stesso tempo ho Il bisogno di non far vedere agli altri che sto male.
Ho tanti sensi di colpa: sono una mamma, come te. Quanta malinconia c’è, quanto mi ricordo di te..ricordi che si diluiscono. All’inizio mi concentro sul come fare per catturarti e quando ti ho catturata penso a come trattenerti; quando sto per perderti cerco di invogliarti a restare con un nuovo stratagemma; quando ti ho persa iniziano i propositi per fare meglio la volta dopo. Ricomincio, riprovo, non mollo mai. I tentativi si susseguono senza sosta. Non c’è fine, non c’è pausa. Ci pensi anche quando non lo fai. Ci deve essere da qualche parte una linea di confine che, se oltrepassata, è un cambio perenne di stato. E ci pensi mentre fai la spesa o sei in fila dal dottore, mentre parli al telefono con un’amica e perfino mentre ti fai la doccia. Quando sei sotto il getto dell’acqua tiepida piangi per il fallimento: non importa quanto poco ti consoli l’esserci per accudirla. L’acqua si miscela alle lacrime nel gorgo dello scarico e dovrebbe andare giù, lasciarti, non tornare, giusto? No, non va giù. La lacrima stagna, imputridisce. Si deposita. È l’acqua delle pozzanghere. Non conosce colore, non conosce fine. Non riflette tutto il cielo, non è nemmeno una finestra. Non bisogna scoraggiarsi.. ma mi mancano le forze o forse il coraggio. A volte ricordo i tempi piu felici che sono anche i più taglienti.“Eccomi! Ciao, come stai oggi? Hai visto che è arrivata l'estate???....
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Guardami,
"sono Francesca, mamma
Mamma❤”.
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