#favole per la famiglia.
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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DIECI FAVOLE PER BAMBINI: Lezioni di vita di Salamano Fiorenza. Recensione di Alessandria today
Un viaggio nel mondo delle favole per scoprire insegnamenti senza tempo.
Un viaggio nel mondo delle favole per scoprire insegnamenti senza tempo. Una raccolta di favole che insegnano con magia e saggezza. Fiorenza Salamano, con il suo libro Dieci favole per bambini: Lezioni di vita, offre ai piccoli lettori e alle loro famiglie un’opera che unisce l’incanto della narrazione alla profondità di insegnamenti senza tempo. Pubblicato l’8 ottobre 2024, questo volume è una…
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angelap3 · 30 days ago
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Da " Favole al telefono" propongo la storia
" Una Viola al Polo Nord"
Rodari in questo racconto affronta un tema di grande attualità: il Cambiamento climatico.
Una mattina al Polo Nord, l’orso bianco fiutò nell’aria un odore insolito e lo fece notare all’orsa maggiore (la minore era sua figlia).
«Che sia arrivata qualche spedizione?».
Furono invece gli orsacchiotti a trovare la viola. Era una piccola violetta mammola e tremava di freddo, ma continuava coraggiosamente a profumare l’aria, perché quello era il suo dovere.
«Mamma, papà» gridarono gli orsacchiotti.
«Io l’avevo detto subito che c’era qualcosa di strano», fece osservare per prima cosa l’orso bianco alla famiglia. «E secondo me non è un pesce».
«No di sicuro – disse l’orsa maggiore, – ma non è nemmeno un uccello».
«Hai ragione anche tu», disse l’orso dopo averci pensato su un bel pezzo.
Prima di sera si sparse per tutto il Polo la notizia: un piccolo, strano essere profumato, di colore violetto, era apparso nel deserto di ghiaccio, si reggeva su una sola zampa e non si muoveva. A vedere la viola vennero foche e trichechi, vennero dalla Siberia le renne, dall’America i buoi muschiati, e più di lontano ancora volpi bianche, lupi e gazze marine. Tutti ammiravano il fiore sconosciuto, il suo stelo tremante, tutti aspiravano il suo profumo, ma ne restava sempre abbastanza per quelli che arrivavano ultimi ad annusare, ne restava sempre come prima.
«Per mandare tanto profumo, – disse una foca – deve avere una riserva sotto il ghiaccio».
«Io l’avevo detto subito – esclamò l’orso bianco – che c’era sotto qualcosa».
Non aveva proprio detto così, ma nessun se ne ricordava.
Un gabbiano, spedito al Sud per raccogliere informazioni, tornò con la notizia che il piccolo essere profumato si chiamava viola e che in certi paesi, laggiù, ce n’erano milioni.
«Ne sappiamo quanto prima», osservò la foca. «Com’è che questa viola è arrivata proprio qui? Vi dirò tutto il mio pensiero: mi sento alquanto perplessa»
«Come ha detto che si sente?», domandò l’orso bianco a sua moglie.
«Perplessa. Cioè, non sa che pesci pigliare».
«Ecco – esclamò l’orso bianco – proprio quello che penso io».
Quella notte corse per tutto il Polo un pauroso scricchiolio. I ghiacci eterni tremavano come vetri e in più punti si spaccarono.
La violetta mandò un profumo più intenso, come se avesse deciso di sciogliere in una sola volta l’immenso deserto gelato, per trasformarlo in un mare azzurro e caldo, o in un prato di velluto verde. Lo sforzo la esaurì. All’alba fu vista appassire, piegarsi sullo stelo, perdere il colore e la vita. Tradotto nelle nostre parole e nella nostra lingua il suo ultimo pensiero dev’essere stato pressappoco questo «Ecco, io muoio… Ma bisognava che qualcuno cominciasse… Un giorno le viole giungeranno qui a milioni. I ghiacci si scioglieranno, e qui ci saranno isole, case e bambini».
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smokingago · 2 years ago
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I sentimenti si apprendono. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso le storie mitologiche. Se guardiamo alla storia greca ci ritroviamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, Zeus il potere, Afrodite l’amore, Atena l’intelligenza, Apollo la bellezza, etc. C’era tutta la fenomenologia dei sentimenti umani. Noi invece li impariamo attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo. Ma se la letteratura non viene “frequentata” e i libri non vengono letti, se la scuola disamora allora il sentimento non si forma. E se la cultura non interviene, i ragazzi rimangono a livello d’impulso o al massimo di emozione. Da qui la necessità di educare al sentimento, a partire dalle favole per bambini dove si impara cosa è bene e cosa è male, e poi, crescendo, con la scuola dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i loro nomi e i loro possibili percorsi. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dal l'indifferenza. Ma la famiglia e la scuola oggi educano al sentimento? Questa è la domanda da rivolgere non a Dio, ma alle nostre istituzioni educative. Umberto Galimberti, Intervista
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j-j0ker · 1 month ago
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100 ragioni per riprovarci insieme
Ci siamo sempre amati
Ci manchiamo da morire
Manca il tuo profumo
Manca il tuo sguardo
La nostra complicità
Quella casa che avevamo in mente
I gatti che volevamo
I cani che volevamo
Astrid
Erik
Tu
Io
Viaggi insieme
Norvegia
Islanda
Madrid
Barcellona
Roma
Firenze
Liguria
Carnevale di venezia
Gite in motagna
Le nostre risate
Le nostre litigate
La lotta di cuscini
Coccole
Amore prima di andare a letto
Amore appena svegli
Amore ovunque in qualunque momento
I piedini che si sfiorano la notte
Le mani che si intrecciano
Le mille canzoni cantate a squarcia gola
Concerti di ultimo insieme
Gite a cavallo
Road trip in auto, a vedere tramonti
Aperitivi
Cene
Pranzi
Famiglia
Passioni
Diegni
Sorrisi rubati
Pianti insieme
I nostri baci
I nostri abbracci
Shopping insieme
Tatuaggi matchati
Magliette rubate
Felpe rubate
Calzini rubate
Spalmare la crema a vicenda
Le nostre favole
Gli sguardi complici di chi si intende senza parlarsi
Le cadute fatte in montagna
Gite al lago
Giro in barca sul Garda
Prima volta a gardaland
Prima volta in aereo insieme
Le nostre prime volte
Tramonti in riva al mare
Freschezza dell'aria che ci bacia la pelle all'alba
Aiutarci a finire il cibo a vicenda
Esperienze enogastronomiche
Viaggio sotto la tour eifelle
Visitare gli Harry potter studios
Scegliere i colori delle pareti di casa
Il colore delle ante di casa
Delle porte di casa
Le lenzuola
Creare la nostra parete di lego
I peluches ovunque per la casa
Tutte la battaglie superate
Guardarsi e sapere già che si prenderà un campari
Trovare insieme la nostra strada
La prima pazzia fatta assieme a Sarnico...
Le code in autostrada
Le serate a rimini
Le nostre anime che con un abbraccio si uniscono
I punti neri che mi tartassavi ed io a te
Le notti abbracciati
Le giornate intere mano nella mano
Gli scherzi fatti a vicenda
Baci sul collo
Morderci le orecchie
Baci sul corpo
Carezze appena svegli
I grattini a qualsiasi ora del giorno e della notte
Film visti
Serie TV fino a notte fonda
Il sudore sulla pelle mentre dormiamo d'estate
L'amicizia che avevamo e la complicità che ci ha sempre contraddistinto
La nostra collana
Le serate a chiamarci per dormire insieme ma distanti
Abbracciarci in montagna per il freddo
Darti i miei vestiti quando in giro hai freddo
Siamo la nostra medicina
La crescita fatta in questi anni
Noi e solo noi
Il nostro futuro come lo immaginiamo
Ripartire senza paura di cadere insieme ci realizzeremo sempre
Ragioni per cui non dovremmo riprovarci
Non so cosa vuoi tu...
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canesenzafissadimora · 7 months ago
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I sentimenti si apprendono. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso le storie mitologiche. Se guardiamo alla storia greca ci ritroviamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, Zeus il potere, Afrodite l’amore, Atena l’intelligenza, Apollo la bellezza, etc. C’era tutta la fenomenologia dei sentimenti umani. Noi invece li impariamo attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo. Ma se la letteratura non viene “frequentata” e i libri non vengono letti, se la scuola disamora allora il sentimento non si forma. E se la cultura non interviene, i ragazzi rimangono a livello d’impulso o al massimo di emozione.
Da qui la necessità di educare al sentimento, a partire dalle favole per bambini dove si impara cosa è bene e cosa è male, e poi, crescendo, con la scuola dove si apprende dalla letteratura tutta la gamma dei sentimenti, i loro nomi e i loro possibili percorsi. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dal l'indifferenza. Ma la famiglia e la scuola oggi educano al sentimento? Questa è la domanda da rivolgere non a Dio, ma alle nostre istituzioni educative.
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Umberto Galimberti
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rebelandoutlawrock · 3 months ago
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Mia madre a quarant'anni era vedova, io a meno di sette ero già orfano di padre. Io il quinto di sei fratelli e mia madre mi ha viziato. Mi ha trattato subito da grande e mi ha insegnato l'educazione più con i proverbi e con i detti in romanesco che con la teoria o le parole. Da piccolo lei, invece di raccontarmi le favole di cappuccetto rosso o dei sette nani che non mi piacevano, mi raccontava le storie e le imprese del Marchese del Grillo. Io infatti ne conosco qualcuna più del famoso film.
Senti questa!
Dunque c'era una volta er Marchese der Grillo...
youtube
Ecco una delle tante storie che mi raccontava mia madre. Non la cercate nel film capolavoro del grande Alberto Sordi perchè no, là non c'è.
Una notte raccolse sulla sua carrozza, uno dei tanti ubriaconi, che all'epoca era facile trovare sparsi quà e là per tutta Roma fuori da bettole cantine e osterie varie. E come sempre aiutato dal suo fedele servitore Riccio' (che tra le altre cose era ed è di Fiumicino) lo condussero nella sua enorme sala giochi dove tra tutte le cose vi era posta un grande botte alla cui apertura ci si arrivava salendo la scaletta posta alla base. Lui fece salire prima ed entrarvi poi l'ubriacone che non si rese subito conto, che la botte era colma non di acqua, e neanche di vino, bensì di cacca. Quando realizzò dove si era immerso era troppo tardi, davanti a lui si trovò il Marchese, che, con una sciabola in mano iniziò a tirare dei fendenti in orizzontale che per la paura, costringevano il malcapitato ubriacone, ad immergersi del tutto. Beh, proprio malcapitato alla fine non era stato perchè come riconosciuto da tutti e per la fama di cui godeva il suo divertimento lo pagava caro e come a tutti quelli che lo avevano preceduto il Marchese faceva fare una doccia purificatrice e profumata, gli faceva preparare e servire poi un pasto da Re e infine liquidarlo non prima di aver elargito lui una grande ricompensa in danaro.
=marchesedelgrilloproverbiedettiromaneschi=
Lo scherzo al Papa per esempio ed il confronto con lui, insegna che sono tutti corruttibili e tutti peccatori clero e Papa compresi. Ci aggiungeva sempre la frase: fa quello che dicono non quello che fanno. E quanti proverbi! Chi va co' lo zoppo impara a zoppica'. Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quello che lascia ma nun sa quello che trova. Ma vabbè mi fermo qui, potrei scriverne a non finire. A dieci anni poi, per diplomarmi io ho dovuto lasciarla e ho vissuto con una sorella e la sua famiglia lontano da Fiumicino. Io, l'ho amata molto mia madre e ancora oggi la ringrazio.
#artrochelefavoledecappuccettorosso!🤍
lan ✍️
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mancino · 6 months ago
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Mi sono guardata allo specchio, con tutti i miei anni, con qualche ruga in più e qualche imperfezione qua e là...
Ma sapete una cosa?
Mi è piaciuto ciò che ho visto davanti a quel specchio,
e mi sono detta:
Sei bella, donna, nonostante il tuo corpo abbia dato vita più volte, sei bella...
Sei intelligente, hai portato avanti la tua famiglia, hai messo da parte le tue paure per dare sicurezza ai tuoi cari...
Sei produttiva, e altamente attiva, non temi la competizione al lavoro...
Sei un poema, perché conosci tutte le emozioni e i sentimenti sulla tua pelle, e da ciò puoi creare versi grandi e belli...
Sei un libro di storia, perché dai tuoi autunni vissuti, e da quelli che ti restano da vivere, puoi scrivere e condividere le tue esperienze...
Sei forza e coraggio, e allo stesso tempo paurosa e timorosa, con un immenso desiderio di protezione...
Mi è piaciuto ciò che ho visto davanti allo specchio.
Una donna completa, fortunatamente perfettibile nei suoi errori, che conserva sempre dentro di sé il candore della bambina che crede nei sogni e nelle favole...
Web
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carmenvicinanza · 10 months ago
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Marjane Satrapi
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Marjane Satrapi, fumettista, regista, sceneggiatrice e illustratrice, con il suo lavoro illustrato ha dato voce all’Iran contemporaneo. 
È l’autrice del famosissimo Persepolis, il primo fumetto autobiografico sulla storia iraniana poi diventato un film, nel quale descrive la sua infanzia in patria e la sua adolescenza in Europa. La protagonista è una bambina, i suoi giochi, la scuola e la scoperta del rock, che si svolgono in mezzo all’ascesa del fondamentalismo religioso in Medio Oriente.
Una riflessione sui comportamenti legati alla superficialità e al pregiudizio che portano a identificare un paese, un’intera civiltà, con alcuni estremi, drammatici aspetti della sua storia recente.
Scritta con l’intento di “ribattere ai pregiudizi sul mio Paese senza essere interrotta” è la saga di una famiglia iraniana a Teheran tra il 1960 e il 1990.
Sua è anche l’immagine simbolo della lotta delle donne iraniane contro il regime: Donna, Vita, Libertà.
Nata a Rasht, il 22 novembre 1969, è stata educata secondo principi progressisti da genitori illuminati, che, per evitarle il clima oppressivo ed estremista del regime di Khomeini, l’hanno fatta studiare prima al Liceo Francese di Teheran e poi, ancora giovanissima, a Vienna, dove ha dovuto fare i conti con pregiudizio e razzismo nei suoi confronti.
Nel 1988, alla fine della guerra con l’Iraq, è tornata a casa e ha frequentato la Facoltà delle Belle Arti. Incapace di reggere il clima di censura e privazione delle libertà, terminati gli studi, si è trasferita prima a Strasburgo e poi a Parigi dove, frequentando l’Atelier des Vosges, gruppo di disegnatori e disegnatrici che hanno dato vita al movimento d’avanguardia della Nouvelle bande dessinée.
Nel 2001 è nato il suo capolavoro Persepolis che ha riscosso subito un grande successo grazie allo stile semplice e immediato del disegno, volutamente naif e talvolta elementare, sempre efficace.
Il libro ha venduto oltre tre milioni di copie in tutto il mondo ed è stato tradotto in oltre venti lingue. La storia ha assunto un carattere universale grazie all’astrazione conferita dal segno in bianco e nero e alla semplificazione delle figure. La forma del romanzo grafico è riuscita magistralmente a sintetizzare specificità culturali entrando in comunicazione con culture e età diverse.
Nel 2007 ne è stato tratto l’omonimo film d’animazione candidato al Premio Oscar nel 2008. Scritto e diretto da Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud è stato realizzato interamente a mano, secondo le tecniche più tradizionali, per ricreare il segno del fumetto.
Dopo Persepolis ha pubblicato Taglia e cuci, Pollo alle Prugne con cui ha vinto l’Oscar del fumetto al festival internazionale di Angoulême, Il sospiro, favole persiane, Il velo di Maia. Marjane Satrapi o dell’ironia dell’Iran.
La trasposizione filmica di Pollo alle prugne, in live action, del 2011, è stata presentata in anteprima alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ha anche diretto The Voices (2014) e Radioactive (2019).
La sua ultima fatica letteraria è stata Donna, vita, libertà, in cui ha riunito esperti di storia,  politica e comunicazione e i più grandi talenti del mondo del fumetto per raccontare l’evento che ha segnato la storia contemporanea: l’uccisione di Mahsa Amini dovuta al pestaggio della polizia morale perché non indossava “correttamente” il velo. La morte della giovane ha scatenato in tutto l’Iran un’ondata di protesta che ha dato vita a un movimento femminista senza precedenti.
Marjane Satrapi  vive e lavora a Parigi, collabora con numerose riviste e cura una colonna illustrata per il The New York Times.
Nel 2024 è stata insignita del prestigioso Premio Principessa delle Asturie 2024 per la comunicazioni e gli studi umanistici per “la sua voce essenziale nella difesa dei diritti umani e della libertà“.
Nella motivazione, la giuria ha evidenziato che “è un simbolo dell’impegno civico guidato dalle donne. Per il suo coraggio e la sua produzione artistica è considerata una delle persone più influenti nel dialogo fra culture e generazioni“.
Nel ringraziare per il riconoscimento, Marjane Satrapi ha affermato: “approfitto l’opportunità per celebrare la feroce lotta del mio popolo per i diritti umani e la libertà. Oggi si onorano tutti i giovani che hanno perso la vita e a quanti continuano nella battaglia per la libertà in Iran“. E ha dedicato il premio a Toomaj Salhebi, artista di rap, condannato a morte per il suo canto alla libertà.
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colonna-durruti · 1 year ago
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Il Natale l’ho ereditato dalla mia famiglia proprio come gli occhi, il naso o i capelli. Va al di là della mia volontà, non l’ho scelto, e’ stato lui a scegliere me . Il Natale semplicemente mi capita, ogni anno, e ogni anno mi cattura e mi tiene in scacco per qualche giorno e poi, come è arrivato, se ne va . È un Natale che segue i riti e le tradizioni di una festa laica e non mi sento in difetto per questo , non ci leggo alcuna ipocrisia, lo sento prepotentemente e legittimamente mio e me lo tengo. Quindi voglio augurare un buon Natale a tutti, anche a quelli come me che non credono nel bue e nell’asinello e lo faccio con queste parole nelle quali mi riconosco e di cui voglio farvi dono: PERCHÉ NON CREDO IN DIO:
“Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio: mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e ciascuna sincera, esistono al mondo.
Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.”
Carlo Rovelli
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eseildomanifosseieri · 1 year ago
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Lui è stata la mia "prima volta" di un sacco di cose: il primo bacio, il primo viaggio da sola, il primo tramonto con un ragazzo e il primo cinema da amanti. E non capisco, non riesco a razionalizzare, su come sia possibile lasciare andare qualcuno che ha esattamente la metà dei miei ricordi. Di quei momenti insieme potremo raccontarne solo due versioni, che son poi la stessa, la mia e la sua, e poi nessun altro; nessuno che conosca la vera versione dei fatti oltre noi. Però questo siamo oggi, una bella storia da raccontare a qualcuno che poi, a chi frega di questa storia?
Io mi auguro che lui trovi un'altra donna, e che ne faccia una famiglia bella come quella che mi ha sempre raccontato nelle notti insommi, magari dopo aver fatto l'amore. Mi auguro che possa avere dei figli e forse, allora, questa storia sarà raccontata a qualcuno : come favole della buona notte o come racconto di forza ai primi amori andati male in adolescenza o magari chissà, addirittura come racconti di storia ai propri nipoti di quelle storie che i figli non sanno niente e finiscono con un "papà ma questa storia non me l'hai mai raccontata a me, non sapevo che avevi avuto qualcuno oltre la mamma" o forse chissà, quella storia scritta in cianfrusaglie che saranno trovate solo quando troppo tardi per chiederti spiegazioni.
Mi auguro che possa restare per sempre, un pó di me, dentro le cose che fai.
Mi auguro che tu possa costruire il "nostro" bagno dei sogni (lo so, fa un po ridere, ma immaginavamo un bagno con una doccia grande dove poter essere nudi insieme e fare l'amore sotto l'acqua calda) o magari il giardino della casa come avevamo immaginato di vederci correre Ciak (il nostro cane immaginario).
Mi auguro, che i tuoi figli portino a casa un'amichetta con il mio stesso nome o con i miei stessi occhi e tu possa ricordati di quella volta che hai visto per la prima volta me. Mi auguro anche, però, che tu possa avere sempre gli stessi occhi felici che ho conosciuto io, il sorriso grande sul volto e un paio di scarpe da trekking ai piedi.
Ti auguro tanti tramonti sulle vette delle montagne, tante notti nella tenda o a guardar le stelle e soprattutto, ti auguro un amore sincero fatto di pura felicità.
Invece, per quanto riguarda me, mi auguro di poter ricominciare, di ripartire da dove sono e non tornare invece al punto zero. Mi auguro di amarmi sempre, come mi hai insegnato tu; perché le violenze non si dimenticano e tu lo sai bene. Mi auguro di esser forte e di riuscire a consolare da sola quei singhiozzi, di lacrime spezzate, che ho qualche volta di notte. Mi auguro di non commettere gli stessi errori del passato; che per dimenticare quelle mani sporche su di me, mi son nascosta dietro a kg di grasso per poi rendermi conto, allo specchio, che non riuscivo a riconoscere neanche più me stessa e che di me erano rimasti solo gli occhi tristi e terrorizzati dalla vita. Mi auguro, di poter essere forte sempre e di darmi la possibilità di esser fragile.
Non lo so neanche cosa ho scritto, ma va bene così.
-Eseildomanifosseieri.
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sottileincanto · 2 years ago
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Se non fosse per il clima troppo mite sembrerebbe una giornata di novembre, con questa pioggia fitta e sottile che inzuppa i pensieri e appesantisce i sentimenti.
Oggi sarebbe la festa della mamma. In giro già dal mattino presto si vedono tutti questi figli con mazzi colorati di fiori in mano, che fanno uno strano contrasto con le macchine bagnate e il cielo grigio.
Allora mi viene in mente la mia di mamma, che non ricorda più il mio nome e non sa più chi sono. Mi ricordo di quando ero piccola e non facevo altro che sognarla e cercarla. Sognavo una mamma come quelle dei libri illustrati delle suore dell'asilo, angelo del focolare affettuoso e dedito alla famiglia, una di quelle mamme che ti aspettano a casa con il pranzo pronto e un abbraccio caldo. Invece tutto quello che ricordo è una spasmodica attesa, un'assenza infinita perché lei, innamorata prima di tutto del suo lavoro, si alzava troppo presto la mattina e la sera tornava troppo tardi. Così sono cresciuta con una mamma a forma di assenza, che, quando c'era, era troppo stanca o troppo triste o troppo spaventata dalle minacce del marito. Ma che nonostante questo diceva di conoscermi meglio di chiunque altro e che avrebbe sempre saputo quale fosse la cosa migliore per me. Io mi fidavo, perché in fondo, la mamma è sempre la mamma, ti ha fatto lei...chi potrebbe conoscerti meglio?
Però più crescevo e più mi rendevo conto che se al posto della mamma io avevo un sogno, lei al posto di una figlia aveva la sua idea di figlia, di come ero e di come sarei dovuta diventare. Ci ho messo molto tempo per capirlo, per rendermi conto che, a parte una manciata di ricordi comuni, eravamo due estranee sotto lo stesso tetto e che per quanto mi fossi impegnata non sarei mai riuscita a riempire il suo vuoto. Mi avevano raccontato un'altra bugia, mi avevano detto che un figlio è sempre la cosa più grande che una madre possa avere, ma evidentemente non è così. Vedi a volte cosa succede a credere alle favole.
E adesso che, anche se sei viva mamma, non ci sei più, vorrei avere la forza e la capacità di lasciarti andare. Di buttare via il peso dell'idea che proteggerti e renderti felice fosse compito mio e di aver fallito tutta la vita. Di lasciarmi alle spalle tutto il vuoto e la mancanza, il tuo e il mio, perché non lo voglio più. Di abbracciare la realtà così com'è - per niente fiabesca - e riuscire a pensare che, in fondo, va bene anche così. Di aver cura di ciò che è rimasto di te per tutto il tempo che rimane, senza viverlo come una perdita costante ma interpretandolo come una forma di pienezza.
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pier-carlo-universe · 23 days ago
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Dieci favole per bambini - Lezioni di vita. Recensione di Alessandria today
"Dieci favole per bambini: Lezioni di vita" è un libro incantevole in cui ogni racconto diventa un’avventura educativa. Attraverso personaggi saggi e coraggiosi, queste storie esplorano dilemmi morali e valori universali, trasmettendo messaggi profondi e
Autore: Fiorenza SalamanoPubblicazione: 8 ottobre 2024Formato: Copertina flessibile, stampa grandeGenere: Letteratura per l’infanzia, educativo Sinossi. “Dieci favole per bambini: Lezioni di vita” è un libro incantevole in cui ogni racconto diventa un’avventura educativa. Attraverso personaggi saggi e coraggiosi, queste storie esplorano dilemmi morali e valori universali, trasmettendo messaggi…
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Saltimbanchi
Marie Desplechin, Emmanuelle Houdart
Logos, Modena 2012, 48 pagine, ill. , Rilegato, 28x37,5 cm, ISBN 9788857604411
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
"Accorrete, non abbiate paura in città è arrivato il circo. Siamo saltimbanchi e viviamo alla giornata. Venite a vedere, grandi e bambini, lasciatevi cullare dalle nostre parole: siamo narratori di favole, mescoliamo magia, illusione e poesia. Sotto il nostro tendone tutto è possibile!" 
Le sorelle siamesi, la donna barbuta, il colosso, la lillipuziana, il musicista senza braccia e senza mani… Undici ritratti strani e bellissimi che immortalano artisti circensi come altrettanti inviti a immaginare per loro vite straordinarie e numeri stupefacenti. L’illustratrice ha affidato i suoi personaggi a Marie Desplechin, che ha dato loro un nome e ha inventato per loro un destino necessariamente fuori dal comune: “Emmanuelle ha immaginato e disegnato undici personaggi favolosi. Me li ha affidati. Sono arrivati alla spicciolata, prima le gemelle siamesi, poi l’uomo senza arti e la donna barbuta, poi il colosso, la cartomante e la lillipuziana… Uno dopo l’altro, ho dato a ciascuno di loro un nome e una storia, poi una famiglia che andava formandosi da sola man mano che scrivevo. È stato facile e divertente: ai vari personaggi i ritratti calzavano a pennello! Così abbiamo inventato il nostro circo itinerante, una famiglia profondamente umana, in cui regnano la fantasia, il coraggio, l’ingegno. E, ovviamente, l’amore.” Marie Desplechin
Dal racconto di una vita rocambolesca a un altro, Emmanuelle e Marie intrecciano i legami che uniscono questi saltimbanchi e ci raccontano questo circo con un umorismo tenero e una profonda poesia. Su un tema dalle immagini abbastanza stereotipate, Emmanuelle trova nuove piste per trascinarci al centro di una moltitudine di personaggi favolosi. Le figure rappresentate appaiono insieme stranamente familiari e al contempo molto enigmatiche, ben riconoscibili e tuttavia avvolte da un velo trasparente che ce ne separa; gli sguardi, le pose, gli elementi che li compongono e li circondano ce li rendono lontani e misteriosi. Hanno una presenza magnetica e stupefacente. Ritroviamo qui l’universo ibrido di Emmanuelle Houdart – corallo o vegetale, maschio o femmina, piuma o pelo? – e i suoi motivi ricorrenti – l’uovo, la spugna, i libri. E quando l’immagine potrebbe rivelarsi troppo disturbante o crudele, ecco che il testo di Marie Desplechin interviene a rassicurare. La diversità diventa fonte di fascino e seduzione. E come al circo, ci si stupisce, si trema, si ride con quegli uomini e quelle donne che non sono come tutti gli altri ma sono comunque nostri simili, nostri fratelli.
08/07/23
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smokingago · 1 year ago
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È così che si fa fin dall'antichità: una donna dà energia a un uomo attraverso il sesso e in cambio riceve benefici, cure e protezione per la continuazione della famiglia.
Se una donna non riceve nulla, non importa quanto dorma con lui, non darà nulla. Tutte le argomentazioni su questo tema dello scambio di energia, in cui entrambi danno e ricevono qualcosa da qualsiasi rapporto sessuale occasionale, sono solo chiacchiere vuote in cucina. Ecco perché molti Casanova, istintivamente, raccontano favole, promettono montagne d'oro, si comportano necessariamente da fighi, fanno tutto splendidamente, conquistano, non solo per "dare", ma per "dare" a lei. ma per "dare" la loro energia, a credito, per così dire, per un possibile favore o regalo futuro.
Ecco perché si dice: una donna ama le orecchie. Dopotutto, se si va solo a letto con una donna, se lei non è incantata da te, non brilla, se inoltre non ha ottenuto nulla di importante, non c'è energia da parte sua, è solo sesso, ginnastica, riscaldamento, massaggio reciproco dei genitali. Dopo tale sesso di solito non chiamano nemmeno, e di certo non scrivono libri, dopo tale sesso sicuramente non creano, non si ispirano, non cambiano, e se lo fanno, allora solo "merda" completa.
Un uomo che non capisce la ruota elementare dello scambio di energia, che ignora l'esperienza di generazioni di altri uomini di successo, è solo un asino con cui non c'è assolutamente nulla da prendere. Quindi non cercate quelli con cui c'è qualcosa da prendere, ma quelli che sono affascinati da voi e vogliono dare e rendere migliore la vostra vita.
Dal web
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canesenzafissadimora · 9 months ago
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In me tutto è incendio
Perché io non sono fatta per la vita. In me tutto è incendio! [...]
Io sono una creatura scorticata a nudo, e tutti voi portate la corazza. Tutti voi avete: l’arte, la vita sociale, le amicizie, le distrazioni, la famiglia, il dovere, io, nel profondo, non ho NUL-LA. Tutto cade come pelle, e sotto la pelle carne viva, o fuoco – io: Psiche. In nessuna forma trovo posto – neanche in quella, spaziosissima, dei miei versi!
Non riesco a vivere. In me nulla va come negli altri. Riesco a vivere solo in sogno, nei semplici sogni che si fanno di notte: ecco che cado da un quarantesimo piano a San Francisco, ecco l’alba e qualcuno che mi insegue, ecco un estraneo e d’improvviso io lo bacio, ecco che stanno per uccidermi e io spicco il volo. Non sto raccontando favole, io faccio sogni terribili e stupendi, sogni con l’amore, sogni con la morte, è la mia vera vita, senza eventi casuali, tutta fatale, dove tutto si avvera.
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Marina Ivanovna Cvetaeva-
"Il paese dell'anima"
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silvershadoww · 2 months ago
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devo far qualsiasi cosa per non pensare
qualcuno ha detto chr chi soffre è meglio fi chinfa soffrire
mi sento afflitta da spade nn sto esagerando
come bisognerebbe fare finta di nulla ?
non volevo fidarmi ma poi cisono caduta ancora
vorrei avere la rage per mandare tutti a fanculo
ma il bene che ti voglio e ancora troppo grande
se questp destino esiste, se qualcuno dall'alto ha progettato cio,tutto avrà un senso, un lieto fine..
mi sento che combatto con gli stupidi
con una cosa cosi insensata che mi fa sentire srupida
ma nn posos mentire ai miei sentimenti posso solo andare avanti
i miei amici mi hanno salvato senza fi loro non so dove sarei
devo privileggiare i miei amici e la mia famiglia le persone che mi hanno aiutato e mi sono state accanto.non darò le mie lacrime per regalo . ma nn mi vergogno di essere vulnerabile. non so se accollare tutto cio alla sfortuna, alla mia ingenuità, al brutto karma o a chi mi vuole male . ma nn voglio pensare a niente di tutto cio. nn è colpa mia. nn ho fatto nulla di alr per provocarmi un karma cosi negativo. è semplicemente la.vita che è fatta cosi . forse c'è qualcosa in me chr attira questo tipo di personaggi. non e il primo ne l'ulrtimo che nn riesco sd avere una storia normale, senza che sia romanticizzata o che finisca per spezzarmi. ma l'amore è cosi no? l'amore non è solo quello delle favole....non puo essere fosi puro... ma anche se sono io quella che soffre non sono mai io quella che perde...nessuno che mi ha avuto è mai scomparso, sono tutti tornati... ho amato poche persone ma le ho amate intensamente e con sofferenza, non sono la tipa perfetta ma molte persone sono rimaste incantate da me.amo affascinare . rinascerò come una fenice come ho sempre fatto che mi sono sempre rinventata e ricostruita ma sempre ritrovata. posso essere sostituita e replicata, ma non potrà essere sostituita la mia originalità, la passione, il coraggio che ci ho messo in questi mesi. ho avuto una forza che stimo tutt'ora di me stessa... ma nn s una ragazza di strada, dtavo solo andando avanti, percepitemi come olga nel suo mondo nella sua cameretta, come una ruota pazza. un anima libera , un essere dolce e leggero, ma sn ancke crazy.
fiera di essere terrona . fiera di aver proseguito il percorso di artista. anche s enon frewuento nessun accademia nn sigbifica che nn lo sono piu. fanculo i percorsi regolari. nela vita si cambia, quando ne senti il bisogno.. nella ita bisogna incontrare una persona che non sia perfetta, ma che combaci
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