#evitarle
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Una vez me preguntó qué haría por él. Sobre lo que puedo hacer por él no hay mucho que decir; Evitarle adulaciones, que un silencio no sea incomodidad.
Dejarle caminar sobre sus propios pasos y en la dirección que guste.
Por él, podría ahorrar cursilerías,
burlarme de sus manías.
Ser franca hasta el punto que dude de mis sentimientos.
Sobre lo que puedo hacer por él no es algo que me inspire a escribir ... ah, pero si me pregunta lo que puedo hacer sobre él... quizás hasta logre un poema.
R. Ke
#preguntar#haría#por él#evitarle#adulaciones#silencio#incomodidad#dejarle#caminar#sobre#pasos#texto de amor
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Mi cerchi ma non mi vuoi parlare, non vuoi dirmi che cos'hai e non vuoi affrontare il problema con me, ogni cosa che dico per te è inutile (anche ciò che non riguarda il problema) quindi che cazzo vuoi da me?!! Perché mi parli se chiaramente non ti vado bene?!! Io ci sto provando a essere comprensiva perché lo so che stai male per tante cose, ma tu sei proprio stronzo nel DNA.
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“me sigue pareciendo un poco peligroso.” frunce el ceño sin terminar de verse convencido por sugerencia de la delphinus. lo ideal, a su parecer, sería distraerlos sin verse en la necesidad de atacarlos o fingir hacerlo, nunca se sabe cómo van a reaccionar y su intención no es crearle mayores problemas a su compañera. “confío en que tus actuaciones son maravillosas, pero me preocupa que puedan reaccionar mal y hacerte algo.” añade tras unos cuantos segundos de silencio, pensando en alguna alternativa que ofrecer y que resulte igual de efectiva. “hm, ¿y si probamos suerte por la parte de atrás del granero?” sugiere, aún definiendo lo que está por decir. buscando la manera de hacerlo funcionar o que, en apariencia, parezca otorgarles una oportunidad. “podríamos intentar acércanos por ahí y ya luego ver cómo nos escabullimos a la entrada.” finaliza, esperando conocer la opinión de compañía. si es que no suena demasiado iluso de su parte. “sé que no significa mucho, pero no creo que les hagan nada, vivianne solo quiere probar un punto.” o eso ha ido pensando con el pasar de los minutos, ¿cuál es? eso sí no le pregunten.” tiene toda la pinta de ser esa clase de bruja, pero algo me dice que todavía no lo es.” @hivmiko
incluso si percepciones parezcan concordar entre sí, la realidad es, no tiene sentido quedarse debatiendo sobre el pasado. mascotas siguen desaparecidas y, únicas opciones, se reducen a buscarles o simplemente esperar a que situación se resuelva sola. segunda, por supuesto, siendo la menos agradable a sus ojos. reacción foránea casi le genera gracia, pero para nada sorpresiva. ' bueno, no tengo que llegar a ese extremo. ' aclara, entonces, aunque idea no parece tan mala a propia perspectiva como semeja ser para nate. ' pero puedo molestar a algunos, hacerles creer que busco pelea. ' sin necesidad de ofrecer intercambios violentos realmente. ' puedo atraer la atención de algunos guardias. ' no todos, probablemente, pero si los suficientes para liberar camino del delphinus. ' verás, soy una actriz nata. ' bajo otras circunstancias, soltaría aquello con cierto orgullo, pero comentario se expone a la par de tono más bien neutro. interés solo recae en encontrar animales, algo que parece posible si logran descartar locaciones. ' las manzanas le gustan. ' no duda en decirlo, casi descartando opción obvia como algo negativo. ' incluso si no es caramel, podríamos dar con algún otro. ' golpe de suerte parece algo difícil de visualizar, pero negativa a aceptar realidad se mantiene intacta. ' honestamente, se me agotan las ideas demasiado rápido. ' esas que quizá en un momento donde no se viera tan afectada, podrían haber fluido con mayor naturalidad. ' si tan solo alguien nos diera un indicio de que están bien... '
#* 𝗖𝗔𝗥𝗢𝗨𝗦𝗘𝗟 𝗦𝗣𝗜𝗡𝗡𝗜𝗡𝗚 𝗔𝗥𝗢𝗨𝗡𝗗︰conversaciones.#hivmiko#ljajdajdlkad#miko casi emocionada por la idea de ir presa y nate queriendo evitarle la cárcel t-t
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Alcune persone le incontri per capire che bisogna evitarle.
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Amo ancora le persone che ho amato, anche se cambio strada per evitarle.
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CIAURU
Quando ero piccolo capii che tutte le cose viventi e non, avevano un loro ciauru, un loro profumo. Le cose legate alla morte invece fidianu, cioè puzzavano e dovevo evitarle. Le donne di casa avevano un ciauru che sapevano di sugo della domenica, di cannoli, di torte alla crema, di pulito o che ci avvisava che era meglio star lontano da loro perché irascibili. Gli uomini avevano un ciauru che sapeva di sapone da barba, di cuoio o di legno come quercia o castagno come quello di mio padre che era falegname o di limone, come quello di mio nonno che facendo il macellaio si levava il sangue dalle mani pulendole con fette di limone. Un ciauro aveva anche la casa che cambiava a seconda delle stagioni. In estate aveva un profumo luminoso, con le pietre delle sue mura arroventate dal sole o, in autunno ciauriava, profumava di mosto, di castagne, di minestra selvatica che la nonna raccoglieva in campagna. In inverno invece ciauriava delle spezie come il pepe nero o i semi di finocchio che mio nonno metteva nei salumi o nelle salsicce, oppure di cannoli e del fuoco dei bracieri con cui mia nonna si scaldava mentre lavorava all’uncinetto. Le stagioni avevano ciascuna un loro odore, di pioggia o di nebbia, di asfalto arroventato dal sole o di fieno, di erba tagliata o di fiori. Anche i giorni della settimana avevano un loro odore come la domenica che profumava del pane che mia nonna sfornava o delle torte che le zie preparavano, o il mercoledì, che sapeva di sangue perché il nonno tornava dal macello portando le carcasse degli animali che appendeva a frollare in macelleria. L’acqua stessa aveva un ciauro diverso se era quella stagnante del ruscello che correva nella fiumara o quella inquieta del mare. Tutto aveva un suo ciauro che era come l’anima dei viventi perché anche se non si vedeva, descriveva chi era, cos’era, se era parte della vita o apparteneva alla morte come le carcasse degli animali che trovavo nelle campagne, divorate dai vermi o dalle gazze.
U ciauru, il profumo era quindi per me qualcosa di tangibile, concreto. Nasceva dalle cose ed era quasi la loro vita, ed era tanto tangibile che come il vino, si poteva raccogliere e far maturare per renderlo migliore. Ad esempio, a lato del torrente c’era una striscia di terra in cui si coltivavano filari di gelsomino. In estate, prima che fiorissero, le donne al mattino presto raccoglievano i fiori che venivano poi inviati alla Fabbrica dei Profumi. Lo stesso accadeva ai limoni che a settembre, ancora verdi, raccoglievamo e spedivamo in casse di legno a questa Fabbrica dei Profumi da cui venivano estratte le essenze profumate. Lo stesso accadeva con i mandarini verdi e con altri agrumi come il bergamotto, un frutto brutto dalle sembianze antipatiche che eppure era fondamentale per la preparazione di tutti i profumi floreali. La Fabbrica dei Profumi infatti, da più di cento anni estrae essenze per chi, in Francia o in Italia, prepara i costosissimi profumi. Sono solo gli agrumi siciliani o quelli calabresi che danno le essenze migliori e i Vert o i Coeur o gli Integrales più preziosi ed unici che costituiscono tutti i profumi preparati dalle grandi case di moda.
Si possono preparare i profumi anche in laboratorio, sintetizzando degli esteri o delle aldeidi. Ma queste molecole dal sapore fruttato di banana o di altri frutti, sono solo una nota musicale. Le essenze degli agrumi sono invece delle sinfonie che contengono una nota dominante, un cuore e altri composti che esaltano l’intensità e la durata delle sostanze che profumano. A queste sinfonie si aggiungono anche molecole di sintesi o altri estratti naturali per personalizzarle così che ogni profumo abbia un carattere e un’identità diversa dagli altri tanto da non essere più il ciauru di qualcosa, ma di esistere di per se, per dare ciauro al corpo di qualcuno descrivendone la sua anima, come deve fare ogni ciauru che dell’anima delle cose, è la loro estensione.
When I was little I understood that all living and non-living things had their own ciauru, their own scent. Things related to death, on the other hand, fidianu, that is, they stank and I had to avoid them. The women of the house had a ciauru that smelled of Sunday sauce, of cannoli, of cream cakes, of cleanliness or that warned us that it was better to stay away from them because they were irritable. The men had a ciauru that smelled of shaving soap, of leather or of wood like oak or chestnut like that of my father who was a carpenter or of lemon, like that of my grandfather who, being a butcher, removed the blood from his hands by cleaning them with slices of lemon. The house also had a ciauru that changed according to the seasons. In the summer it had a bright scent, with the stones of its walls scorched by the sun or, in autumn ciauriava, it smelled of must, of chestnuts, of wild soup that the grandmother collected in the countryside. In winter, however, she smelled of spices like black pepper or fennel seeds that my grandfather put in salami or sausages, or of cannoli and the fire of the braziers that my grandmother warmed herself with while she crocheted. The seasons each had their own smell, of rain or fog, of asphalt scorched by the sun or hay, of cut grass or flowers. Even the days of the week had their own smell, like Sunday, which smelled of the bread that my grandmother baked or of the cakes that her aunts made, or Wednesday, which smelled of blood because my grandfather returned from the slaughterhouse bringing the carcasses of the animals that he hung to mature in the butcher's shop. The water itself had a different smell if it was the stagnant water of the stream that ran in the river or the restless water of the sea. Everything had its own ciauru that was like the soul of the living because even if you couldn't see it, it described who it was, if it was part of life or belonged to death like the carcasses of animals that I found in the countryside, devoured by worms or magpies. U ciauru, perfume was therefore for me something tangible, concrete. It was born from things and was almost their life, and it was so tangible that like wine, it could be collected and matured to make it better. For example, on the side of the stream there was a strip of land where rows of jasmine were grown. In the summer, before they bloomed, the women picked the flowers early in the morning that were then sent to the Perfume Factory. The same happened to the lemons that in September, still green, we picked and sent in wooden crates to this Perfume Factory from which the scented essences were extracted. The same thing happened with green mandarins and other citrus fruits like bergamot, an ugly fruit with an unpleasant appearance that was nevertheless essential for the preparation of all floral perfumes. In fact, the Perfume Factory has been extracting essences for those in France or Italy who prepare the very expensive perfumes for over a hundred years. Only Sicilian or Calabrian citrus fruits give the best essences and the most precious and unique Vert or Coeur or Integrales that make up all the perfumes prepared by the big fashion houses. Perfumes can also be prepared in the laboratory, by synthesizing esters or aldehydes. But these molecules with a fruity flavor of banana or other fruits are just a musical note. Citrus essences are instead symphonies that contain a dominant note, a heart and other compounds that enhance the intensity and duration of the substances that perfume. To these symphonies are also added synthetic molecules or other natural extracts to personalize them so that each perfume has a character and an identity different from the others so much so that it is no longer the ciauru of something, but exists in itself, to give ciauru to someone's body describing their soul, as every ciauru must do, which is the extension of the soul of things.
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And it was the wind that took hold of his wings, so much so that it could not stop blowing, just to avoid a fall that would kill him, because he has felt so much that he no longer knows if he still has a heart or if it has fallen asleep. And the fact is that the flesh also gets used to feeling too much, reaching a state in which it seems to feel no more.
Y fue el viento el que se prendó de sus alas, tanto que ya no pudo dejar de soplar, sólo para evitarle una caída que le fuera a matar, porque ha sido mucho lo que ha sentido que ya no sabe si aún tiene corazón o se le ha dormido. Y es que también a sentir de más se acostumbra la carne, alcanzando así un estado en el que pareciere ya no sentir más.
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Chi non vuole avere a che fare con le persone, "per non avere problemi", "perché la gente fa schifo", "perché ho già dato", e via dicendo, si trova a confrontarsi con persone che probabilmente sono tre volte più dispettose, conflittuali e rompi palle rispetto alla norma.
Una mente sana comincerà a chiedersi perché, una mente disfunzionale penserà che aveva ragione: le persone vanno tenute lontane (rafforzando una mentalità viziosa che gli confermerà quello che crede).
Al di là del fatto che attiri spesso quello che vuoi evitare, proprio perché impieghi tantissime energie per tenerti a distanza e dunque solleciti esattamente quel flusso, vale la pena riflettere sul motivo per cui sei determinato a non avere a che fare con la gente in un mondo dove tutto è relazione.
Inoltre, anche tralasciando che più vuoi evitarle più te ne stai occupando, sappi che se sei nato con alcuni archetipi "predisposti" per i rapporti interpersonali, puoi scappare dove ti pare e convincerti di vivere in un mondo parallelo, ma la tua vita avrà la tendenza a portartene a quintali.
#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#verità#schiavi#manipolazioni#relazioni#illusioni#convinzioni#distorsioni#maschere#ego#veleni#discernimento#crescita personale#crescita interiore#osservazione#lavoro su di sè#conosci te stesso#responsabilità#consapevolezza#tutto è relazione#matrix
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A volte crescere è restarsene in compagnia delle proprie ferite, delle cose che non vogliamo, delle cose che ci fanno soffrire, senza evitarle, standoci semplicemente insieme. Finché non perdono la loro forza e se ne vanno.
#amicizia#nuove amicizie#compagnia#noia#noia compagnia#frasi belle#frasi italiane#frasi tumblr#me#tumblr italia
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Hubiera hecho lo que fuera para hacerla sonreír .
Podría haber hecho que siempre huela a brazas ardiendo, para mantener el fuego y que no tenga frio.
Ojalá hubiese podido evitarle esos golpes que la lastimaron gravemente más de una vez.
CosmosNea
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“La dura realidad es una desoladora confusión de hermosos ideales y torpes realizaciones, pero siempre habrá algunos empecinados, héroes, santos y artistas, que en sus vidas y en sus obras alcanzan pedazos del absoluto, que nos ayudan a soportar las repugnantes relatividades”
Ernesto Sabato
Fue un novelista, ensayista, físico y pintor argentino nacido en la ciudad de Rojas provincia de Buenos Aires, en junio de 1911.
Fue hijo de inmigrantes italianos procedentes de Calabria, y perteneció a una familia de clase media a la que el propio Sábato definió como “clásica y jerárquica”. Sobre ellos declaró a uno de sus biógrafos tener un padre severísimo al que le tenía terror y una madre que lo escondía debajo de la cama para evitarle un castigo. Fue el décimo de once hermanos.
Estudió secundaria en el Colegio Nacional de la Plata, en donde conocería al profesor Pedro Henríquez Ureña, un intelectual, filósofo y escritor dominicano, de quien diría fue una inspiración para su carrera literaria. En 1929 ingresó a la Facultad de Ciencias Físico-Matemáticas de la misma universidad.
En su juventud fue un militante de tendencia comunista, y en 1933 fue elegido secretario General de la Federación Juvenil Comunista, fue aquí en donde conoció a la que fuera su pareja Matilde Kusminsky.
En 1934 comenzó a tener dudas sobre el comunismo y sobre la dictadura de Stalin, por lo que el partido decidió enviarlo por dos años a las escuelas leninistas de Moscú, en donde según sus propias palabras “era un lugar en donde uno se curaba o terminaba en un gulag o en un hospital psiquiátrico”.
En 1937 obtuvo el Doctorado en Ciencias Físicas y Matemáticas y con el apoyo de Bernardo Houssay, (premio Nobel de Medicina), obtuvo una beca anual para realizar trabajos de investigación sobre radiaciones atómicas en el Laboratorio Curie de París, no obstante, tras el estallido de la Segunda Guerra Mundial abandona París para trasladarse al Instituto Tecnológico de Massachussets, y en 1940, tomó la decisión de abandonar la ciencia tras una crisis existencial, para dedicarse de lleno a la literatura y la pintura. Es en París en donde entra en contacto con el movimiento surrealista, lo que influiría de manera profunda en sus futuras obras.
En 1941 apareció su primer trabajo literario y en 1945 su primer ensayo, “Uno y el Universo”, que eran una serie de artículos filosóficos en donde alertaba sobre la aparente neutralidad de la ciencia y la deshumanización de las sociedades tecnológicas.
Escribió tres novelas, “El túnel” en 1948, “Sobre héroes y tumbas” en 1961, y “Abaddón el exterminador” en 1974, así como múltiples ensayos.
Su longeva existencia lo llevó a ser un autor muy presente durante el siglo pasado y durante los primeros años de este siglo. Su visión existencialista, reflejada en las tramas tenebrosas de sus novelas, pobladas de personajes extraviados de sus valores morales y su manera de exponer sus ideas y conceptos, así como su facilidad de retórica para introducirse en la psicología de los individuos, lo erigieron como una de las grandes plumas de su tiempo y de su país.
Luego de su deserción del socialismo de estado, Sabato abogó en general por una sociedad basada en la libertad individual y la libre asociación, en el cooperativismo de la ciencia y la economía, y en la descentralización de la política.
Ernesto Sábato sufrió durante sus últimos años una fuerte depresión y pasó sus últimos días recluido en su domicilio, “La razón no sirve para la existencia” afirmaba. No quería que se le encasillara en ninguna tendencia literaria y afirmaba creer en el hombre “a pesar de ser el animal mas siniestro”.
Sábato murió dos meses antes de cumplir 100 años por una bronquitis que no pudo superar en abril del 2011.
Fuentes: Wikipedia y elpais.com
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"Lloyd, è possibile che certe decisioni facciano tanto male?"
"Certo, sir. Le decisioni dolorose non sono altro che ferite nate dal duello con il destino"
"Quindi è meglio evitarle, Lloyd?"
"Al contrario, sir, bisogna affrontarle con coraggio"
"Perché ciò che non ci uccide ci rende più forti, Lloyd?"
"Perché ciò che non ci uccide ci ricorda che siamo vivi, sir"
"Porta il fioretto, Lloyd"
"Con piacere, sir"
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Margarita García Alonso #graphicdesigner
CARTA A LOS MÉDICOS DIRECTORES DE MANICOMIOS por ANTONIN ARTAUD
Señores:
Las leyes, las costumbres, les conceden el derecho de medir el
espíritu. Esta jurisdicción soberana, temible, ustedes la ejercen con el
entendimiento. No nos hagan reír. La credulidad de los pueblos
civilizados, de los sabios, de los gobernantes, adornan a la psiquiatría
de no se sabe que luces sobrenaturales. El proceso hecho a la
profesión que ustedes ejercen está juzgado de antemano. NO
pensamos discutir aquí el valor de esa ciencia ni la dudosa existencia
de las enfermedades mentales. Pero, por cada cien patogenias
presuntuosas en las que se desencadena la confusión de la materia
del espíritu, por cada cien calificaciones de las cuales las más vagas
son todavía las únicas utilizables, ¿cuántas tentativas nobles se han
hecho por aproximarse al mundo cerebral en el que viven tantos de
los que tienen prisioneros? ¿Cuantos hay entre ustedes, por ejemplo,
para quienes el sueño del demente precoz, las imágenes de las que
es presa, no sean otra cosa que una ensalada de palabras?
No nos asombramos de encontrarlos inferiores a una tarea para
la cual no hay sino pocos predestinados. Pero nos levantamos
contra el derecho atribuido a ciertos hombres, limitados o no,
a sancionar, mediante la encarcelación perpetua, sus
investigaciones en el dominio del espíritu.
¡Y qué encarcelación! Se sabe -no se lo sabe lo suficiente- que los
asilos, lejos de ser asilos, son cárceles terribles, en las que los
detenidos proporcionan mano de obra gratuita y cómoda y donde la
sevicia es la regla, y esto es tolerado por ustedes. El asilo de
alienados, bajo la cobertura de la ciencia y de la justicia, es
comparable a la caserna, a la prisión, a la cárcel.
No nos referiremos aquí a la cuestión de las internaciones
arbitrarias para evitarles el trabajo de las fáciles negaciones.
Afirmamos que un gran número de asilados, perfectamente locos
según la definición oficial, están, también ellos, arbitrariamente
internados. No admitimos que se impida el libre desenvolvimiento de
un delirio tan legítimo, tan lógico como toda otra sucesión de ideas o
de actos humanos. La represión de las reacciones antisociales es tan
quimérica como inaceptable en su principio. Todos los actos
individuales por excelencia de la dictadura social; en nombre de esa
individualidad que es lo propio del hombre, reclamamos que se libere
a esos forzados de la sensibilidad, puesto que tampoco está en el
poder de las leyes encerrar a todos los hombres que piensan y
actúan.
Sin insistir sobre el carácter perfectamente genial de las
manifestaciones de ciertos locos, en la medida en que somos aptos
para apreciarlas, afirmamos la legitimidad absoluta de su concepción
de la realidad y de todos los actos que derivan de ella.
Esperamos que mañana por la mañana a la hora de la visita
puedan recordar esto, cuando intenten, sin léxico, conversar con esos
hombres sobre los cuales, reconózcanlo, no tienen otra superioridad
que la de la fuerza.
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Devo imparare a stoppare prima le stories da vedere per non incappare in una determinata
Però onesta, mi sento talmente in pace con me stessa dopo quattro mesi da quel che è successo. Sono talmente impegnata a pensare a me stessa e quello che faccio che sto davvero bene
Però cercare di evitarle m farebbe stare ancora meglio ahah
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Il segreto per restare in buoni rapporti con alcune persone è quello di evitarle il più possibile.
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Le incomprensioni sono così strane sarebbe meglio evitarle sempre per non rischiare di aver ragione ché la ragione non sempre serve. Domani invece devo ripartire mi aspetta un altro viaggio, e sembrerà come senza fine ma guarderò il paesaggio… Sono lontano e mi torni in mente t’immagino parlare con la gente… Il mio pensiero vola verso te per raggiungere le immagini scolpite ormai nella coscienza come indelebili emozioni che non posso più scordare e il pensiero ti andrà a cercare tutte le volte che ti sentirò distante tutte le volte che ti vorrei parlare per dirti ancora che sei solo tu la cosa che per me è importante… Mi piace raccontarti sempre quello che mi succede, le mie parole diventano nelle tue mani forme nuove colorate, note profonde mai ascoltate di una musica sempre più dolce o il suono di una sirena perduta e lontana. Mi sembrerà di viaggiare io e te con la stessa valigia in due dividendo tutto sempre. Normalmente…
|| Tiromancino - “Per me è importante”
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