#essere curiosi
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pensierodelgiornoblog · 8 months ago
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Chi smette di imparare è vecchio, che abbia vent’anni o ottant’anni. Chi continua a imparare rimane giovane. La cosa più bella nella vita è mantenere la mente giovane. – Henry Ford
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parmenida · 3 months ago
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Recentemente, in una grande città francese, è apparso nella vetrina di una palestra un poster con l’immagine di una giovane donna magra e abbronzata. Il testo recitava: “Quest’estate, vuoi essere una sirena o una balena?”
Una donna di mezza età, le cui caratteristiche fisiche non corrispondevano a quelle della modella sul poster, ha risposto pubblicamente alla provocazione con queste parole:
"A chi di dovere,
Le balene sono sempre circondate da amici: delfini, leoni marini e umani curiosi. Hanno una vita sessuale attiva, rimangono incinte e danno alla luce adorabili cuccioli di balena. Amano abbuffarsi di gamberetti, giocare e nuotare negli oceani, visitando luoghi meravigliosi come la Patagonia, il Mare di Bering e le barriere coralline della Polinesia.
Le balene sono cantanti straordinarie e hanno persino registrato CD. Sono creature incredibili e quasi prive di predatori, eccetto l’uomo. Sono amate, protette e ammirate da quasi tutto il mondo.
Le sirene, invece, non esistono. E se esistessero, farebbero la fila davanti agli studi degli psicoanalisti per risolvere la loro crisi d’identità: pesce o umano? Anche il terapeuta più esperto si troverebbe in difficoltà.
Non hanno una vita sessuale, perché uccidono gli uomini che si avvicinano. E comunque, come potrebbero? Dove sarebbe ‘quella cosa’? Di conseguenza, non hanno figli. E chi vorrebbe avvicinarsi a una ragazza che puzza di pescheria?
P.S. Viviamo in un’epoca in cui i media cercano di convincerci che solo le persone magre siano belle. Io, invece, preferisco gustarmi un gelato con i miei figli, una buona cena con un uomo che mi fa tremare e del buon cioccolato con le amiche.
Con il tempo, ingrassiamo perché accumuliamo così tante informazioni e saggezza nella testa che, quando non c’è più spazio, si distribuiscono nel resto del corpo. Quindi non siamo pesanti, siamo enormemente colte, istruite e felici."
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myborderland · 18 days ago
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Non possiamo fare a meno di essere curiosi. Non lo facciamo per uno scopo ulteriore o per una qualche utilità; lo facciamo e basta. Essere umani significa voler sapere le cose.
Sette brevi lezioni su Aristotele
John Sellars
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sciatu · 29 days ago
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QUADRI DI CORRADO FRATEANTONIO (http://corradofrateantonio.it/) - Uomini del Sud
Li ricordo da sempre così, con i loro pantaloni scuri, la coppola tenuta bassa per fare ombra, la camicia immacolata e le scarpe grosse, più volte risuolate. Fumavano sigarette senza filtro, MS, le Nazionali verdi o bianche, o le disgustose Sax. Le fumavano lentamente, osservando da dietro le spire del fumo, il mondo che si riassumeva nella piazza principale del paese o nella sua strada più importante, quella dove tutti passeggiavano una volta che il sole calava e il caldo si attenuava. Oppure, in primavera, con il primo sole che scaldava i gradini di marmo della chiesa, o le panchine in pietra chiara della villa comunale, li vedevi arrivare e sedersi sulla pietra calda, dopo un inverno freddo e ventoso. Io, che accompagnavo mio nonno a prendere il suo posto in piazza, in mezzo a parenti ed amici, li osservavo curioso. Studiavo la loro pelle che sembrava cuoio, la barba lunga, le rughe seccate dal sole, i loro sguardi da lupo, i loro sorrisi appena accennati per giudicare, commentare la battuta o la storia di qualche vicino; imparavo da loro quei silenzi con cui pesavano quel mondo che iniziava dove la fiumara finiva e tutte quelle cose straordinarie o strane che lo riguardavano. Valutavano tutto con il loro metro, quasi fossero re col diritto di giudicare senza dar conto a nessuno, perché loro erano la legge, la norma che pesava il mondo. Vi era anche il matto del paese, in un angolo della piazza non perché era un diverso ma in quanto il mondo in cui viveva era troppo grande e spaventosamente straordinario per condividerlo con gli altri. Stava lì con lo sguardo rivolto ad un luogo che esisteva solo dentro di lui, per essere poi richiamato alla realtà da un passante, finendo coinvolto in uno scherzo, in uno sfotto, in una storia da paese. Il nonno conosceva di tutte le persone che sedevano con lui, tutte una vite, fatte di una dignità che nasceva dalla fatica infinita nei campi, da dolori vinti e rinchiusi dentro la loro anima, dai desideri domati, dai sacrifici quotidiani, dalla loro cordialità, dall’ironia con cui si difendevano dalla fatica del vivere. Mai sconfitti, mai vincitori, conoscevano per necessità la natura che dava loro vita e forza e vivevano rispettando solo chi meritava il loro rispetto. Sembravano vecchi come antichi ulivi di cui richiamavano la saggezza, Li osservo ancora, curioso ma ormai per le improbabili magliette firmate, i pantaloni di cotone, i mocassini di moda che portano. Sembrano diversi da quelli di allora anche se adesso usano il computer o motozappe invece di portare i panieri di limoni, od usare falci affilate. Parlano dei viaggi che hanno fatto, dei figli che lavorano all’estero e sono sempre di meno nei paesi svuotati. Se li senti parlare, se osservi i loro occhi curiosi e ascolti le loro battute salaci, capisci che sono sempre loro, chi non s’arrende alla vita e non ha paura a soffrire, i re senza regno, gli schiavi della famiglia, la quercia che il vento non sdradica.
I have always remembered them like this, with their dark trousers, their flat caps kept low to provide shade, their immaculate shirts and their large shoes, resoled several times. They smoked unfiltered cigarettes, MS, the green or white Nazionali, or the disgusting Sax. They smoked them slowly, observing from behind the coils of smoke, the world that was summed up in the main square of the village or in its most important street, the one where everyone walked once the sun went down and the heat subsided. Or, in spring, with the first sun warming the marble steps of the church, or the light stone benches of the municipal villa, you would see them arrive and sit on the warm stone, after a cold and windy winter. I, who accompanied my grandfather to take his place in the square, among relatives and friends, watched them curiously. I studied their skin that looked like leather, their long beards, their wrinkles dried by the sun, their wolfish looks, their barely visible smiles to judge, comment on a joke or a story of some neighbor; I learned from them those silences with which they weighed that world that began where the river ended and all those extraordinary or strange things that concerned it. They evaluated everything with their own yardstick, almost as if they were kings with the right to judge without giving anyone an account, because they were the law, the norm that weighed the world. There was also the village madman, in a corner of the square not because he was different but because the world he lived in was too big and frighteningly extraordinary to share with others. He stood there with his gaze turned to a place that existed only inside him, to then be called back to reality by a passerby, ending up involved in a joke, in a tease, in a village story. Grandpa knew all the people who sat with him, all one life, made of a dignity that was born from the infinite toil in the fields, from pains conquered and locked inside their soul, from tamed desires, from daily sacrifices, from their cordiality, from the irony with which they defended themselves from the toil of living. Never defeated, never winners, they knew by necessity the nature that gave them life and strength and lived respecting only those who deserved their respect. They seemed old like ancient olive trees whose wisdom they recalled. I still observe them, curious but now for the unlikely designer t-shirts, the cotton trousers, the fashionable moccasins they wear. They seem different from those of then even if now they use computers or motor hoes instead of carrying baskets of lemons, or using sharp sickles. They talk about the trips they have made, of the children who work abroad and are fewer and fewer in the emptied countries. If you hear them talk, if you look into their curious eyes and listen to their witty jokes, you understand that they are always the ones who do not give up on life and are not afraid to suffer, the kings without a kingdom, the slaves of the family, the oak that the wind does not uproot.
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marquise-justine-de-sade · 4 months ago
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M E R A V I G L I O S A
Non è facile invecchiare con garbo.
Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle,
di nuovi solchi, di nuovi nei.
Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza
mortificarla in una nuova età che non le appartiene,
occorre far la pace con il respiro più corto, con
la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi,
con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso,
che prendono il posto dei grilli per la testa.
Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era,
reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere
e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole
cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia,
ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani, allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru,
canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza.
Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo
godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli.
Bisogna camminare dritti, saper portare le catene,
parlare in altre lingue, detestarsi con parsimonia.
Non è facile invecchiare, ma l’alternativa sarebbe
stata di morire ed io ho ancora tante cose da imparare.
(C. Resio)
IlNegozioDeiConcetti
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ypsilonzeta1 · 11 months ago
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Non è facile invecchiare con garbo.
Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle,
di nuovi solchi, di nuovi nei.
Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza
mortificarla in una nuova età che non le appartiene,
occorre far la pace con il respiro più corto, con
la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi,
con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso,
che prendono il posto dei grilli per la testa.
Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era,
reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere
e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole
cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia,
ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani, allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru,
canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza.
Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo
godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli.
Bisogna camminare dritti, saper portare le catene,
parlare in altre lingue, detestarsi con parsimonia.
Non è facile invecchiare, ma l’alternativa sarebbe
stata di morire ed io ho ancora tante cose da imparare.
- Cecilia Resio, “Le istruzioni”
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intotheclash · 10 months ago
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Non è facile invecchiare con garbo. Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle, di nuovi solchi, di nuovi nei. Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza mortificarla in una nuova età che non le appartiene, occorre far la pace con il respiro più corto, con la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi, con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso, che prendono il posto dei grilli per la testa. Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era, reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia, ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani, allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru, canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza. Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli. Bisogna camminare dritti, saper portare le catene, parlare in altre lingue, detestarsi con parsimonia. Non è facile invecchiare, ma l’alternativa sarebbe stata di morire ed io... ho ancora tante cose da imparare.
(il mio amico Cristian)
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pensieri-di-dea · 2 months ago
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A chi vorrebbe saltare dicembre.
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A chi pensa che certe assenze e certe distanze siano innaturali e si rende conto che sono anche insuperabili.
La vita continua, ce lo hanno detto allo sfinimento. E certo che continua... però loro non sanno come. E non sanno cosa significhi dicembre "senza".
A chi ama dicembre, nonostante tutto.
A chi la magia la sente ancora, a chi la crea.
A chi dicembre lo vive per i bambini. Perché loro non si meritano il cinismo degli adulti, perché loro devono credere ancora in qualcosa, perché loro hanno una gioia pura e brillante dentro il cuore, che traspare dagli occhi curiosi e dai sorrisi sdentati.
A chi dicembre lo aspetta tutto l'anno, a chi l'albero di Natale lo ha già fatto, a chi non vede l'ora di riempire la casa di luci e musica. A chi ha la playlist "Christmas" già pronta ad essere ascoltata in loop.
A chi ha ricordi dolci di dicembre, a chi ha ricordi amari.
A chi vorrebbe ricominciare. A provare qualcosa, a sentire le emozioni, a dare fiducia al prossimo, a credere che qualcosa di bello possa ancora accadere. A vivere.
Magari a dicembre succede qualcosa (di bello, si spera) che può toccare il cuore.
Magari un miracolo di Natale.
A chi resta.
Una categoria ormai in via di estinzione. Perché scappare è semplice, fare finta di nulla pure, scegliere la strada più corta è facile, perdere per sempre qualcuno pure.
Laura Messina
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occhietti · 1 year ago
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Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo.
Sono esperti nell’arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi.
Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate, tormentate e falsamente accusate di essere voraci ed erratiche, tremendamente aggressive, di valore ben inferiore a quello dei loro detrattori.
Sono state il bersaglio di coloro che vorrebbero ripulire non soltanto i territori selvaggi ma anche i luoghi selvaggi della psiche, soffocando l’istintuale al punto da non lasciarne traccia.
La rapacità nei confronti dei lupi e delle donne da parte di coloro che non sanno comprenderli è incredibilmente simile.
- Clarissa Pinkola Estés - Donne che corrono coi lupi
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angelap3 · 1 year ago
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"Guardate le stelle invece dei vostri piedi. Cercate di dare un senso a ciò che vedete e interrogatevi sull’esistenza dell’universo. Siate curiosi. Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire. Quello che conta è non arrendersi".
Stephen Hawking
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unwinthehart · 1 month ago
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Cambi del regolamento di Sanremo freschi freschi:
🚨Le sfide delle 4 Nuove Proposte si svolgeranno tutte nella Seconda Serata (e non più seconda e terza) mediante sfide dirette a due a due. 🚨La finale delle Nuove Proposte viene spostata alla Terza Serata (non più la quarta) 🚨Cambia anche l'accesso all'Eurovision: l'artista vincitore di Sanremo deve rispettare dei criteri/regole dettate da EBU tra cui il testo della canzone (➡️QUA se siete curiosi). Qualora l'artista vincitore di Sanremo non dovesse essere approvato da EBU la Rai ha il diritto di proporne altri seguendo il piazzamento in classifica finale a Sanremo (e non più secondo "insindacabili criteri Rai") Trovate un masterpost di Sanremo ➡️QUA (se ancora qualcuno non lo sapesse LOL)
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zibaldone-di-pensieri · 7 months ago
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Preferiresti...
Grazie del tag Vale @umi-no-onnanoko e Tere @hope-now-and-live 💖
[Taggate quanti ne volete, quelli delle cui risposte siete curiosi!]
1) ...passare il resto della tua vita con qualcuno che ami, o qualcuno che ti ama?
Bella domanda, molto difficile, è sottinteso che in entrambi i casi il sentimento non è reciproco? Perché in tal caso, forse egoisticamente direi la prima, perché nel secondo caso, inizialmente potrei anche starci ma alla lunga potrebbe diventare una condanna...
2) ...perdere tutti i soldi per cui hai lavorato una vita, o tutti i tuoi ricordi?
Beh io già di mio non ricordo un cazzo e in questa vita, i soldi servono per tutto, opto per la seconda, in un certo senso potrebbe significare ricominciare
3) ...guardare solo film e serie brutti per il resto della tua vita, o non guardare nessun film/serie?
Guardo già troppi film e serie brutti, preferisco la seconda, certi film sono proprio l'anticinema, certe serie tv sono assolutamente banali e cringe, non li potrei sopportare
4) ...fare un giro nel tuo futuro, o tornare indietro per cambiare qualcosa del tuo passato?
Decisamente tornare indietro e cambiare tantissime cose 😂, o almeno alcune; il futuro no, non voglio spoilerarmi nulla
5) ...vivere in una casa grande e lussuosa con un partner odioso, o da solo in un monolocale modesto?
Vivere da solo anche in un monolocale modesto, senza dubbio, io di mio sono misantropo però ogni tanto mi sforzo di sopportare le persone, ma quando si tratta di vivere in casa, assolutamente da solo
6) ...essere conosciuto come "quello brutto", o come "quello scemo"?
So già di essere quello brutto e sono sicuro che molta gente mi conosca così, ma quando non hai particolari qualità e talenti, l'unica cosa a cui puoi puntare è la tua mente, io non mi considero intelligente ma è quello che vorrei essere, quindi essere conosciuto come quello scemo sarebbe decisamente peggiore per me.
7) ... avere una sindrome che ti costringe a dire sempre bugie, o a dire sempre la verità?
Penso già di mio in generale che bisognerebbe sempre dire la verità, in ogni situazione, per quanto fastidiosa o dolorosa possa essere, la gente deve sentire sempre la verità, perché una bugia positiva alla lunga farà un danno maggiore, quindi tra le due alternative, preferirei la seconda
Taggo: @latuaamicaimmaginaria, @dramasetter, @daylightisfadingaway, @thegrandslam, @loveisjustawaytodieblog, @lesolitecose, @noreply0, @lusiawonder, @bicheco, @unoscudocomesorriso, @gin-tonicos, @prendi-fiato-e-ricomincia, @millilps, @mrfilippa, @sweetarale, @a-differentmind, @petalidiluce, @lykethings.
Probabilmente neanche metà di voi lo farà ma vvb lo stesso ❤️
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moonyvali · 2 years ago
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"Ricordate l’espressione: «fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza?»
Dante le fa dire ad Ulisse. Sono forse le parole più celebri dell’intera Divina Commedia. Ma cosa significano? Che cosa vi sta dicendo Ulisse? Ecco è molto semplice: vivere per mangiare, respirare, soddisfare i bisogni primari della vita, significa vivere come animali. Non essere niente di più. In tanti scelgono questa sorta di vita: non pensano, fanno ciò che tutti fanno, non hanno curiosità, non hanno passione, si limitano a sopravvivere, capite? Dante invece vi sta dicendo: non vivete come bruti, perché non siete nati soltanto per questo!
Ricordate le parole di Kant: abbi il coraggio di servirti della tua intelligenza? Più di duemila anni prima invece un altro grande filosofo diceva: conosci te stesso. Il conosci te stesso di Socrate, il Sapere aude di Orazio (osa sapere!) vi stanno dicendo la stessa identica cosa. La vostra missione su questa terra è di arricchire il vostro bagaglio di conoscenze e di esperienze. Siate curiosi, pensate, indagate, ponetevi continui domande, esercitate e mettete in pratica la vostra intelligenza, perché è il pensare che vi rende umani!
Oggi invece c’è la televisione, ci sono i giornali, gli influencer: tutte queste persone fanno una cosa, una cosa soltanto: vi distraggono! Vi esortano a non pensare. Pensare non va più di moda. Non scegliete in questi nidi di mediocrità e conformismo i vostri modelli. Pensate ad Ulisse invece. Ulisse è il simbolo della curiosità, è l’eroe che per il l’instancabile desiderio di sapere non ha esitato a spingersi oltre i limiti del mondo conosciuto. Dante, Foscolo, Tennyson, D’Annunzio… generazioni di poeti e scrittori hanno parlato di Ulisse, per ricordarvi questo: vivere e sopravvivere non sono affatto la stessa cosa!"
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X
#letteratura #filosofia #dante #scuola #istruzione #cultura
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ilpianistasultetto · 1 year ago
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LA MELONZA VISCIDONA
Tra i viscioidi fascio vertebrati è la più velenosa. Dietro questo mammifero, dagli occhioni grandi e dall'aspetto dolce e socievole, si nasconde, in realtà, un essere molto pericoloso, anche se piccola nelle dimensioni, come la Phyllobates terribilis, ovvero, la rana freccia, anch'essa velenosa e viscida, ma che vive esclusivamente in Columbia. La Melonza viscidona ha origini tutte italiane, alcuni scienziati presumono si sia diffusa nel periodo fascista. La Melonza Viscida, il cibo se lo procura ingannando le proprie vittime: prima si mostra innocua, dolce e underdog e poi ne fa un sol boccone.
Questo mammifero, nel corso degli anni, ha assunto un manto peloso e biondo, nascondendo, solo in parte, la lucentezza caratteristica della pelle viscida.
La famiglia delle Melonze Viscide è molto vasta, alcuni individui maschi traggono vantaggio dalle prede che si procura la Melonza Viscida. I maschi sono incapaci di attrarre simpatie, essendo molto brutti e disgustosi alla sola vista, per citarne alcune tipologie dai nomi curiosi: il Lollocognatoviscidoneferroviere, il Larussabustoducemiofigliolointerrogoio, il Crosettoarmatogiudiciboia, il Donzelletto dal volto di pesce.
La Melonza Viscidona in pochi mesi si è diffusa sul tutto il territorio italiano, come il granchio blu. I rimedi a tale diffusione non sembrano di facile soluzione. Questo mammifero non è commestibile e non è buona né per bere e né per sciacquare, ma muove molte simpatie tra tanti italiani, tutti entusiasti di questo nuovo mammifero, tutti pronti ad avere in casa almeno un busto della Melona Viscidona. Ancora nulla si sa su quanto possono vivere certe specie mammifere. Essendo una nuova specie, gli studiosi non si pronunciano..
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sciamaria · 1 year ago
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Non è facile invecchiare con garbo.
Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle,
di nuovi solchi, di nuovi nei.
Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza
mortificarla in una nuova età che non le appartiene,
occorre far la pace con il respiro più corto, con
la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi,
con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso,
che prendono il posto dei grilli per la testa.
Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era,
reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere
e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole
cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia,
ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani, allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru,
canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza.
Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo
godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli.
Bisogna camminare dritti, saper portare le catene,
parlare in altre lingue, detestarsi con parsimonia.
Non è facile invecchiare, ma l’alternativa sarebbe
stata di morire ed io ho ancora tante cose da imparare.
Cecilia Resio, “Le istruzioni”
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abr · 1 year ago
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Le parole sono importanti (cit.)
Secondo Installment
La frase detta così è da sinistri, cioè non vuol dire nulla: valori “assoluti” di per se le parole come gli atti non hanno. Importante delle parole è comprenderne e condividerne il SIGNIFICATO (da signum fero: porto un segnale, un emblema). Qui si va a cercare radici e significati autentici, non quelli cangianti della narrativa corrente manipolati dalla neoligua imposta alle masse.
MATRIMONIO: in tempi d'attacco al divorzio a mezzo spot Esselunga (a che livelli sono scesi i sapientoni preoccupatoni), andiamo a Wikipedia refugium ignorantorum standardorum:
"Il termine deriva dal latino  matrimonium, unione di due parole latine, mater ("madre", "genitrice") e munus ("compito", "dovere"); il matrimonium era, nel diritto romano, un "compito della madre". Un DOVERE, un vincolo.
Il Consensus su tale significato è diffuso, è la vulgata da inzegnandi medi, persino Accademia della Crusca. Però però, qualche sospetto ai più curiosi cultori del latinourm viene: è monium non munus, e poi munus stesso non è dovere ma compenso - come in res-munero. Puzza di piccola truffetta sul senso, da desiderio forzato nella realtà come avviene di frequente in queste epoche ignoranti. Ci arriviamo.
Partiamo dall'inizio, senza confutare la Crusca facciamo detonare la bomba: non si scappa dal fatto che in "matrimonio" di SOGGETTI ce n'è SOLO UNO: MATER. Significa che il matrimonio NON è un uomo e 'na donna, tantomeno un dante e un prendente omnigender: "quel che conta è solo l'ammore" c'entra un caxxo (per stare in tema). Il significato (logos: sia parola che concetto) della parola matrimonio parte e finisce con LA MADRE, cioè la donna che porta in sé e mette al mondo un bambino, punto e a capo.
Ciò stabilito e scusate se è poco, veniamo al secondo componente, il "monium". Spoiler: significa l'opposto della vulgata diffusa. Il suffisso indica etimologicamente il compimento di una azione: come in Patrimonio, Testimonio, Mercimonio etc., significa "relativo a", ciò che Pater, Teste, Merce - o MATER - detiene e caratterizza: IL SUO.
Mater Monium quindi è ciò che appartiene a e caratterizza la madre. Conferma che il soggetto del matrimonio è la madre ed è senso sottilmente ma radicalmente opposto a quello di "compito, dovere" inferito ex post perché "je tornava". Al contrario si tratta più di un credito, di una garanzia o come si dice oggi, di un Diritto. Vantato ed esatto - nel senso di "esigiuto" - dalla Mater nei confronti del marito davanti a tutta la comunità, per il fatto stesso di mettere al mondo la prole.
Se ne deduce, sul lato mondano esser corretto che il Matrimonio sia il giornochiubbello suo di lei e basta (acquisisce diritti, potenzialmente); sul piano sostanziale si ricava che un matrimonio senza madre - con Genitori 1 e 2 - è peggio di un ossimoro: è un nonsense, un gioco o una TRUFFA. Trovategli un altro nome: suggerisco amoronio.
Potenti i significati eh?
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