#si impara sempre
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Chi smette di imparare è vecchio, che abbia vent’anni o ottant’anni. Chi continua a imparare rimane giovane. La cosa più bella nella vita è mantenere la mente giovane. – Henry Ford
#frase del giorno#calendario frasi giornaliere#rimanere giovani dentro#si impara sempre#voglia di imparare#essere curiosi#pensiero del giorno blog#17 luglio
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~ È proprio quando non ci pensi più che le cose accadono, quell’attesa si allieva col passare dei giorni, quella curiosità viene pian piano messa da parte… imparando da avere più pazienza del solito. Dici a te stessa di non avere fretta perché se qualcosa �� destinata a te, accadrà. Così ieri è accaduto, in quel non luogo, virtuale, siamo ufficialmente diventati “amici”. In quell’inizio realizzi serenità… seppur vengo a conoscenza che il tuo cuore è già impegnato.~ 💎
È strano come la vita ci riservi sorprese proprio quando meno ce lo aspettiamo. A volte, nel momento in cui lasciamo andare le aspettative, tutto sembra allinearsi in modo quasi magico. L’idea di diventare "amici" in un contesto virtuale, dove le distanze si annullano e le parole possono fluire liberamente, porta con sé un senso di leggerezza e connessione.
La serenità di quell'incontro, tuttavia, si mescola a una dolce malinconia, sapendo che il tuo cuore ha già trovato un altro rifugio. È un promemoria che l’amicizia può avere molte forme e può fiorire anche in situazioni complesse. La pazienza che ho coltivato mi permette di apprezzare questo nuovo legame, anche se sotto una luce diversa.
Ogni interazione può essere un passo verso una maggiore comprensione di se stessi e degli altri, un'opportunità per crescere e scoprire nuove sfumature di affetto e amicizia. E così, con il tempo, si impara a trovare gioia anche nelle piccole cose, anche quando il cuore è già occupato.
#emozioni#desiderio#connessioni#momenti speciali#life#le distanze si annullano#l’amicizia ha molte forme#leggerezza#pazienza#attese#nuovi legami#nuovi amici#tutto sempre allinearsi#magia#occhi belli#passione#con il tempo si impara#apprezzare#insieme#gioia nelle piccole cose#scrittori#musa#artists on tumblr#da un libro ancora da scrivere#crescita personale
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La migliore amica al Blue Bar
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Dieci anni fa erano fidanzati. Nina: piccolina, una seconda di reggiseno. Una ragazza graziosa, certo, ma niente di che. Per giunta un tipo dalle scarse prospettive lavorative, diciamoci la verità. Ma Elio, bello come un apollo, la amava! Ed era la sua unica gioia. Poi Adele, la sua migliore amica lo intercettò col suo radar, se ne innamorò e in breve glielo rubò. Sfido io: era una furba valchiria bionda, di ottima famiglia. Fotomodella per hobby ed economista appena laureata agli inizi in un prestigioso studio della città. Non si sono parlate per anni. Ma poi le vicende della vita si incrociano e si impara a perdonare. Ridivennero amiche intime.
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La petite fu invitata al matrimonio della valchiria. Sotto la cenere il fuoco cova sempre e dopo poco tempo fu più forte di lei: iniziò a messaggiarlo, a lavorarlo di fino, facendogli capire e non capire, stuzzicandolo. Infine, gli disse in modo esplicito che lo desiderava ancora. Tantissimo. Si trovarono al Blue Bar per un caffè nel primo pomeriggio: lui era certo lusingato nel suo orgoglio di maschio, ma era anche intenzionato a dirle di smetterla. Per ovvie ragioni. Lei a un certo punto gli gettò addirittura le braccia al collo, folle di desiderio: in quel locale lo baciò intensamente e poi si scusò. Pianse, anche.
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E lui si intenerì per lei. Gli chiese, rossa in viso, di riaccompagnarla. La tensione si stemperò subito: si conoscevano troppo bene e da anni, perché ci fosse imbarazzo tra loro. Nel tragitto parlarono di tutto. Arrivati che furono sotto casa della ragazza, in macchina lei si sbottonò la camicetta, gli prese la mano e se la mise sul seno guardandolo fisso negli occhi: a questo punto l'uomo, già fortemente in bilico, non poté più resisterle e la sua voglia di lei, arrivata ormai al massimo, gli fece cambiare istantaneamente piano d'azione. La moglie era al lavoro e sarebbe tornata tardi, per l'ora di cena.
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Salì quindi su da lei e la scopò a lungo in tutti i modi possibili. Da allora, quella donnina minuta ma determinata e col cuore d'acciaio diventò il suo vizio segretissimo, la sua droga. La scopava spesso e lei ogni volta godeva doppiamente, pensando alla vendetta compiuta sulla sua cara amica intima, finalmente cornuta e ignara di tutto. Nina s'era quindi presa il meglio, dalla vita. Senza i lati negativi della convivenza. Poi, finito l'amplesso, invariabilmente telefonava ad Adele per due chiacchiere e per chiederle di uscire insieme: per far compere o per un caffè al Blue Bar.
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RDA
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La gomma chiese alla matita: – Come stai, amico mio?
La matita rispose arrabbiata: – Non sono tuo amico, ti odio.
La gomma, sorpresa e triste, replicò: – Perché?
La matita rispose: – Perché cancelli quello che scrivo.
E lei rispose: – Io cancello solo gli errori.
– E perché lo fai? – domandò la matita.
– Sono una gomma, e questo è il mio lavoro.
– Questo non è un lavoro – ribatté la matita.
La gomma rispose: – Il mio lavoro è utile tanto quanto il tuo.
La matita, con tono duro, disse: – Ti sbagli e sei arrogante, perché chi scrive è migliore di chi cancella.
La gomma replicò: – Rimuovere ciò che è sbagliato equivale a scrivere ciò che è giusto.
La matita rimase in silenzio per un po', poi, con un velo di tristezza, disse: – Ma ti vedo ogni giorno più piccola.
La gomma rispose: – Perché sacrifico un po' di me ogni volta che cancello un errore.
La matita, con voce rauca, disse: – Anche io mi sento più corta di prima.
La gomma lo consolò dicendo: – Non possiamo fare del bene agli altri, se non siamo pronti a sacrificare qualcosa di noi stessi.
Poi guardò la matita con affetto e chiese: – Mi odi ancora?
La matita sorrise e rispose: – Come potrei odiarti, quando ti sacrifichi così tanto?
Ogni giorno ti risvegli, e ti rimane un giorno in meno.
Se non puoi essere una matita per scrivere la felicità degli altri, sii una buona gomma che cancella i loro dolori e semina speranza e ottimismo nelle loro anime, ricordando loro che il futuro è più bello.
Sii sempre grato.
- Curiosando si impara
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La vita dopo una certa età cambia. Non si ha più voglia di drammi, di conflitti, di spiegazioni. Si comincia una sorta di "Selezione". Si sceglie di circondarsi di poche persone, a volte si sceglie persino l'assenza. Ci si dedica di più a ciò che è in pace con sé stesso. Si comincia a vedere le cose per come sono e sempre meno di come sembrano. Si preserva la parte migliore di sé per chi sa andare in profondità. Si impara a tacere tante cose, altre a lasciarle andare, ci si sbarazza di parole, persone, oggetti, per tenere stretto a sé solo ciò che ci rende migliori.
Per il resto,si impara l'arte dell'indifferenza...🤍💜🤍
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Tutto è cambiato da quel 2010,
anni passati buttata in un letto,
salvata per miracolo, le ore sotto i ferri sono state dieci,
per me sono state eterne, mi sentivo inerme,
“la paziente ha perso troppo sangue, la situazione é complicata,
non ho mai creduto a Dio, sempre pregato gli angeli che mandano segnali dal cielo,
questa vita ti ha maneggiata bruscamente, mai stata delicata,
ti ha tolto l’uso dei tuoi arti,
non sapendo che il tuo punto di forza é insito nel tuo carattere,
quanta forza di volontà, non ti fai mai abbattere,
ma dimmi un giorno come farò a dimenticarti?
Conservo con me quel delfino trovato in una giornata triste dentro un cassetto,
tuo figlio é sempre quello di un tempo,
un concentrato di ansie e incertezze,
che scrive i suoi mostri sopra un foglietto,
dicevi “non piangere”, guarda dentro la tasca,
di anni ne avevo 6, a scuola piangevo ogni santo giorno,
tant’era la paura della solitudine, che chiedevo alle maestre sé fossi rimasto solo, insicuro delle mie stesse insicurezze,
speravo nessuno vedesse, stringevo il delfino,
chiudevo gli occhi, allontanando quelle paranoie trasportate dalla burrasca,
di idee negative succubi di voci “cattive”,
ti chiedevo “Mamma?
Perché quando gli altri piangono io stringo loro la mano e sorrido?
Se quando piango loro mi fissano, ridendo a squarciagola come in un grido?”
“Ognuno é fatto a modo suo,
non tutti hanno un cuore compatibile col tuo”.
“Non ha importanza se nessuno ti ha compreso,
non ti sei “abbassato”, non hai cercato compassione, per essere accettato”,
Tu come me davi retta a tutti, poi quando c’era bisogno, “ognuno c’ha i sui impegni”, (già!),
strano come poi piangano lacrime di coccodrillo mentre sei disteso su una bara.
Stesso sangue, avvelenato dalla vita, dal pregiudizio inutile di chi fingeva di esserci vicino,
umani come medicine, un giorno ti elevano al settimo cielo, i restanti ti rigettano l’inferno,
finisci in para, dicono “passerà”, nessuno ci tiene, impara.
Ti sento piangere le notti,
con due tumori che si fanno spazio nel tuo corpo, silenziosamente,
mi dici che non molli, anche sei distrutta, “non voglio spegnere quel tuo sorriso”,
io non ne conosco di altri motti,
mi guardi, mi stringi, col corpo che trema, la mia anima lo sente,
io invidio il tuo essere, fragile e tenace,
tu non vivi, sopravvivi, lotti,
come quando ballavi il tango,
cambiavi l’atmosfera,
la tua? La classe di chi soffre senza farlo notare,
a ogni tuo passo il mio cuore accelera,
professionisti che dicevano “incantevole, come
una bambina si diverte in mezzo al fango”.
In una vita di spine, senza una rosa,
sei un’artista nel dipingere le mie giornate,
metti ordine fra miei pensieri come in un quadro a ogni dettaglio i suoi colori,
siamo io e te e papà, stretti dentro un incubo, sappiamo che ogni giornata potrebbe essere preziosa,
ho sempre dato tutto per scontato, bastava dirti grazie, rispettare le tue urla, i tuoi dolori.
Quante volte mi hai detto ti vorrei aiutare?
Ma testardo davo retta solo a me stesso,
capendo che una donna é l’unica soluzione,
se ti sa guardare dentro, é più erotico del sesso,
ti scrivo le mie lacrime del cuore,
quelle che nessuno vede,
mentre dentro sé stessi ogni equilibro cede.
Ti ho detto troppe volte, “se ti spegnessi metterei fine ai miei giorni”,
tu solo una cosa mi hai risposto “fammi rivivere in quei giorni”.
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Mi sento in colpa... A volte penso che dovrei prestare più attenzione al peso... Che dovrei truccarmi di più... Dovrei prendere quella maschera per i capelli o quella crema effetto lifting che non ho mai osato prendere perché troppo costosa... Rifarmi il seno... Penso che dovrei diventare più bella... Dovrei essere più sexy... Che non sono abbastanza... Che forse è stata colpa mia... Non ho saputo legarlo abbastanza a me... Perché non ero abbastanza... Poi rinsavisco... E penso che anche le magre vengono tradite... Anche quelle con il corpo perfetto che si ammazzano 3 ore ogni giorno in palestra vengono lasciate... Anche quelle sempre truccate da sembrare bambole vengono deluse... Anche quelle con i capelli morbidi come seta vengono ingannate... Anche quelle con il seno di marmo vengono abbandonate... Vale la pena impegnarsi tanto per un uomo? Vale la pena rinunciare a quel pasticcino o a quel piatto di pasta per una persona? Bella o brutta che tu sia... Non hai la garanzia di essere amata... Non l'avrai mai... Rilassati e vivi la vita... Ama te stessa per come sei... Chi vuole esserci, ci sarà sempre... Chi se ne vuole andare... Chi non vuole restare... Non resterà... Per quanti sforzi tu possa fare, se ne andrà o ti ingannerà... Fatti forza e amati per quello che sei... Impara ad allontanare chiunque non ti meriti... Chiunque non ti trovi perfetta esattamente come sei... E con tutta la forza che hai... Impara a chiuderli fuori dalla tua porta per sempre..
~ Virginia ~
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“Mio nonno diceva sempre: "Non rivelare mai i tuoi dispiaceri al mondo. Come gli avvoltoi che circondano gli animali feriti, ci sono quelli che si nutrono della debolezza altrui. Impara a proteggere il tuo dolore, perché non tutti hanno compassione: alcuni aspettano solo il momento giusto per colpire.”
Alejandro Jodorowsky
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Impara, ragazza mia, a
scartare.
A non farti problemi quando
non ti danno la giusta
importanza, quando vieni
messa all'angolo.
Lo so che ci metti sempre
cuore, ma non viene mai
ripagato come si deve, con
ciò che merita.
Sii egoista qualche volta,
inizia a scartare. Capirai che
dove non c'è spazio per te,
deve esserci più libertà per il
tuo sorriso.
- Annamaria Fanucchi
#frasi belle#frasi tumblr#frasi#pensieri#frasi amore#frasi italiane#frasi vere#amore#citazione#pensieri profondi#frasi pensieri#crescita personale#crescita interiore#pensiero#frasi e citazioni#frase#frasi profonde#frasi vita#frasi poesie
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“In questa vita da certe persone imparerai molto. Da altre, invece, imparerai a non essere come loro.” – S. Lion
#citazione del giorno#imparare dagli errori#esempi positivi#esempi negativi#si impara sempre#prendere esempio#frasi di vita#fare esperienza#frase del giorno#pensiero del giorno#pensiero del giorno blog
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Pensavo stanotte, quando non riuscivo a riprendere sonno, che c'è un detto brianzolo che fa da corollario al pàthei màthos di Eschilo: che fadiga star al mond a saver ca l'è rutond (che fatica stare al mondo a sapere che è rotondo). Infatti, recita il detto, a non sapere che il mondo era rotondo si sarebbe fatta meno fatica, meglio non sapere, perché sapere ci fa partecipi di tutta la baraonda del vivere. Anche il nostro Leopardi, che era poeta al pari di Eschilo, era d'accordo: crescendo si impara e imparando si diventa infelici. Nietzsche ci mise tutto l'impegno per perorare la grandezza di Eschilo e sminuire la filosofia socratica, la quale invece predicava sapienza: unica causa del male è l'ignoranza del bene. Io personalmente non mi esprimo, istintivamente sento la grandezza di Eschilo mentre Socrate mi ha sempre lasciato piuttosto indifferente, ma sono gusti personali.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno | appare in vista, a salutar m'affaccio, | e l'antica natura onnipossente, | che mi fece all'affanno.
Leopardi - La sera del dì di festa
Quando, nel sonno, goccia davanti al cuore l'affanno che ricorda il dolore, allora, anche senza la volontà dei mortali, sopraggiunge in essi un sapere che salva.
Eschilo, Inno a Zeus - Agamennone
Le vie della saggezza Zeus aprì ai mortali, facendo valere la legge che sapere è soffrire. […] Solo a chi ha sofferto, bilancia di giustizia concede sapienza. Idem.
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Denti
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"Devi andare…"
Si era infilata sotto le coperte, nuda. Aveva fatto l’amore. Era andato tutto come doveva andare, aveva finto. Come sempre. Ed eccolo lì quello sguardo, quell'insofferenza, quel disinteresse. Glielo leggeva negli occhi come lo aveva visto in tutti gli altri. Non faceva quasi più male. Sgattaiolò fuori dal letto, senza dire nulla e si rivestì. Aveva la mente straordinariamente lucida e distaccata, indifferente. Una cena, un uomo, del sesso, il copione sempre uguale. Non serviva tirar fuori le emozioni, per una cosa così, gli uomini non le vogliono. Si impara a non darne, si impara a nasconderle, a camuffarle perché nessuno te le cerca: si può anche farne a meno.
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Il calore effimero di quelle ore stava già sparendo dal suo corpo, al cuore non era neppure arrivato vicino. Sentiva che non lo avrebbe più rivisto e forse ne avrebbe scordato presto anche il nome. Peccato, pensò. Perché questo almeno aveva un sorriso bellissimo in cui per un attimo si era persa, fantasticando di poter restare ed essere la benvenuta. Ciò che aveva imparato sugli attimi era ormai diventato il suo credo: gli uomini ti arrivano in un attimo, bruciano in un attimo e in un attimo spariscono, non bisogna affezionarsi alle meteore. Si infilò il cappotto mentre lo guardava aprirle la porta.
"Allora, ciao" – le disse
"Buonanotte" – rispose lei
Agli addii spesso non serve altro. Nemmeno girarsi per guardarsi un’ultima volta. Se scegli di restare estraneo, lo resti sempre per chiunque. E lei rispettava le loro scelte, sparendo come gli attimi di cui conservava i ricordi e che le avevano tolto il futuro. Non era più tempo di illusioni, l’amore è solo una favola che ti racconti, addosso lascia solo segni.
[2015©Yelena b.] www.yelenabworld.tumblr.com
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"Il sorriso è un gesto di clemenza del silenzio." (Achille Bonito Oliva)
Scusami. Ti scrivo solo per dirti questo: scusami. Ieri sera, mentre facevamo l’amore ho avuto paura: mi stavi mangiando pian piano il cuore e capivo che stavo innamorandomi di te, del tuo muoverti con disperata grazia su di me, del tuo odore e del tuo sapore. Delle tue labbra, che pur assaggiavo e gustavo. E ho avuto paura. Oggi capisco che mi sei entrata nelle vene.
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Forse abbiamo corso troppo. Non c’è stata progressività: ci siamo conosciuti in rete e siamo finiti quasi subito a letto. Il forte bisogno di sentirsi cercati e accettati fa perdere il senno a chiunque. Siamo partiti dalla coda. E tu allora scrivimi o telefonami: interrompi il freddo insopportabile del silenzio che circonda entrambi da ieri.
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Ho avuto paura perché pur stando con me, godendo finalmente entrambi dei nostri corpi, ieri tu facevi sesso con molta rabbia. Sembrava volessi farmi scontare le colpe di un altro uomo. Eri la portavoce guerriera dell’intero genere femminile nella sacra crociata contro quello maschile. Ma io non sono il nemico di nessuno. Semmai, sono nemico dell'odio. Sono un uomo solo apparentemente sicuro di sé, mentre invece custodisco e nutro senza dovermene vergognare una mia timida delicatezza interiore.
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Ameresti la mia variegata fragilità d'animo, se la conoscessi. Vorrei solo vedere i tuoi denti, le tue labbra schiudersi per farmi partecipe di un tuo prezioso, raro e soprattutto autentico sorriso. Non quello formale, da geisha, per i clienti del tuo studio, ma quello vero. Che t'esca spontaneo semplicemente perché sei contenta, proprio felice dentro di vedermi. E di essere finalmente desiderata da un uomo: perché non è ancora peccato desiderare una donna, né lo è godere nell'essere oggetto di brama maschile.
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Non è comune per me desiderare una donna qualsiasi e ieri c’è stata per il mio cuore una rivoluzione copernicana. Sul mio cammino ho trovato te. Non può essere un caso. Si: ho avuto paura di innamorarmi di nuovo. Si ha sempre paura, di qualcosa che si scopre di amare. Paura di perderla, paura di essere vulnerabile. Ancora curo le bruciature profonde e dolorose di due anni fa. E anche tu hai avuto l’anima lacerata. Sebbene tu non mi abbia ancora detto molto a riguardo.
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Iniziamo da capo, col piede giusto: vuoi? Vediamoci stasera, magari domani o doman l’altro; che ne dici del weekend? Mi urgi. Decidi tu e per favore conosciamoci meglio. Schiudiamo le porte dei nostri pudori offesi. Spezziamo la cortina silenziosa che ci circonda. Non ti dirò più “devi andare.” E rinnovo la mia richiesta di scuse per averlo detto. Che vero cafone!
Provo vergogna. Sin da ora ti prego di venire e restare quanto vuoi, con i tuoi pensieri sdraiati sul mio torace: li accarezzerò e ti farò sentire a casa, protetta, coccolata. Mia veramente, stavolta. Mia. È il nostro autunno. E la vita in fin dei conti è solo un lentissimo, inconsapevole scivolare verso la fine. Accompagnami: insieme sarà più dolce.
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RDA
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Si dice sempre che uno non impara mai dai propri errori.
Infatti io la dovrei smettere di mangiare formaggio prima di andare a ginnastica, ne va della mia dignità e dell'incolumità altrui, non è proprio facile tenere le chiappe strette in alcune posizioni.
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L'amore non si impara dai film romantici o dai racconti che parlano di principi, eternità o "vissero felici e contenti". L'amore si impara dagli inciampi, dagli ostacoli, dalle cadute che tolgono di mezzo il superfluo. L'amore si raggiunge per abrasione: una volta compreso che tutto quello che credevo di essere era in realtà un'illusione, una volta tolte di mezzo le interferenze e gli auto-condizionamenti, rimane solo il proprio animo, nudo. Ed è lì che scopriamo di poter amare. Non amiamo quando pensiamo che il senso della vita stia nel "ricevere" dal mondo ciò di cui abbiamo bisogno; amiamo quando scopriamo che quel che abbiamo da offrire è molto più di quanto chiunque potrà mai darci. Se oggigiorno così poche persone si innamorano, se molte relazioni finiscono presto, ancor prima di iniziare, è per la diffusa ritrosia a vivere gli inciampi, è a causa della volontà di non incontrare le abrasioni. Paradossalmente, chi schiva il dolore non imparerà mai ad amare poiché il suo cuore sarà sempre ricoperto di uno spesso strato di superficialità, inutilità, illusione. Solo chi si concede l'opportunità di fallire, di essere scavato ed eroso dalla vita, solo chi resta presente a se stesso quando le cose gli impongono di disfarsi del superfluo impara davvero ad amare. Poiché l'amore è ciò che resta da dare quando tutto quello che ci veniva dato non giunge più a noi. E, una volta scoperto, non avremo più bisogno di tutti gli orpelli del mondo.
Rick Dufer
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Dopo 40 anni si cresce in saggezza. Si comincia a guardare le cose da un punto di vista diverso. Si diventa più selettivi, si impara ad amare di più se stessi. Si impara a non perdere più tempo per le cose che non hanno un'anima.
Non si ha più voglia di discutere. Si amano i silenzi! Si comincia a circondarsi sempre di meno persone. Si cercano i simili....quelli con cui le cose si percepiscono anche a distanza, anche a pelle.
Dopo i 40 anni sorge la voglia di non perdere più tempo....di godersi i propri spazi.
Si chiudono molte porte e si lascia spazio solo a ciò che è in pace con se stessi ♡
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il concetto è: si parla tanto di abbattere il sistema maschilista della società, e io mi domando, ma noi donne come pensiamo di essere credibili se ci facciamo la guerra tra di noi?
si parla di solidarietà, siamo tutte guerriere però per ciò che ci fa comodo e per i cazzi nostri! o mi sbaglio?
chi mi conosce sa che sono disponibile sempre e non torcerei un capello manco ad una bambola, e se una ragazza ha bisogno di aiuto ci sono. non mi metto a sparare merda per puro piacere personale che mi porta soddisfazione a rispondere male agli altri.
la fermezza delle scelte della vita si impara apprezzando ciò che si fa. imparate a leggere oltre le righe di un social che presto, mio malgrado, lascerò.
(questo per rispondere ad una domanda anon)
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