#fare esperienza
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pensierodelgiornoblog · 2 months ago
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lonelysmile · 4 months ago
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l'ufficio placement dell'uni è disattivo fino a gennaio, da sola non sto riuscendo a trovare lavoro e nemmeno con le agenzie (per ora)
voglio m0rire
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machiavelli · 7 months ago
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new father & daughter bonding experience alert‼️ : stress over uni exams together😍
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im-tryingtoloveyou · 11 days ago
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fundor333 · 2 months ago
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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Il Castello di Bran: Tra Mito e Realtà, sulle Tracce di Dracula. Un Viaggio nella Transilvania Romantica, tra Leggende e Storia
Il Castello di Bran, incastonato tra le montagne della Transilvania, è da sempre avvolto da un'aura di mistero e fascino.
Il Castello di Bran, incastonato tra le montagne della Transilvania, è da sempre avvolto da un’aura di mistero e fascino. La sua maestosa figura, con le torri che si stagliano contro il cielo, lo ha reso uno dei castelli più famosi al mondo, indissolubilmente legato alla leggenda di Dracula. Ma quanto c’è di vero in questa associazione? Un Po’ di Storia Costruito tra il XIII e il XIV secolo, il…
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givemeanorigami · 1 year ago
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Deve esistere un girone infernale basato sui siti e i gruppi di chi ha le carnivore, nello specifico usano come forma di tortura il fatto che per domanda x ti danno come risposta x, y, z e pure alpha, beta e gamma senza farti capire il perché di così tante risposte diverse sul medesimo 'problema' sulla medesima pianta.
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angelap3 · 4 months ago
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L ultima lettera di David Bowie
Morirò... So che mancano pochi mesi alla fine della mia esperienza terrena...
Cosa faccio? Mi dispero, mi deprimo, rifiuto l'idea della morte e fingo che la malattia non esista?
Oppure decido di sconfiggere la morte... Lo decido con l'anima, perché solo l'anima e il cuore mi danno l'ispirazione per comporre musica, come ho fatto per 50 anni...
Conto le ore che mi restano e, come mi dicono i medici, posso prevedere, con un certo margine, la data della mia morte. Il lancio del mio ultimo lavoro è fissato per l'8 gennaio 2016, il giorno del mio 69° compleanno.
Lavoro giorno e notte, ho il tempo di comporre, perfezionare, interpretare, registrare in studio e fare video... Lo faccio il più rapidamente possibile, perché non voglio che la mia faccia mostri il segno della morte che, beffarda, sta falciando il mio corpo senza che io possa difendermi...
Ma ti sfido, morte... Al diavolo, se non ti sfido!
Ho sfidato e vinto il mondo dei fan negli anni '70 con l'orgoglio dell'ambiguità... Ho amato uomini e donne, sono stato un uomo, una donna, un alieno e infine un corpo celeste.
Cosa puoi fare tu, morte, contro la mia eternità, il mio genio, la mia follia, la mia creatività, la mia musica che vivrà per sempre?
Sono Lazzaro, strappato dalle cicatrici. Morirò nel corpo, ma vivrò per sempre attraverso la mia musica.
Ho vissuto abbastanza per ricevere gli auguri di buon compleanno. Pensavo di non farcela a vedere il mio album pubblicato... Ho sopravvissuto all'8 gennaio... E tu, mio caro assassino, hai perso!
Pensa solo che, se non avessi bussato alla mia porta, avrei realizzato 24 lavori, sarei riuscito a vivere fino a 100 anni, e invece, grazie a te, ne ho 25!
Sai... Sarò libero come un uccello.
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Marachelle
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La amava tantissimo; ma era anche un uomo molto difficile da gestire. La faceva soffrire, col suo carattere spigoloso e a volte la trascurava per seguire i suoi hobby, i suoi impegni. O semplicemente dimenticava cose per lei molto importanti. Per questo, lei si sentiva profondamente umiliata e a riguardo di alcune specifiche mancate occasioni si sentiva addirittura ferita dentro. Non gli rivolgeva la parola per giorni e giorni. L'unica dolcissima tortura che gli infliggeva era allora di costringerlo a mangiare la sua vulva per un'ora intera: poi avrebbe deciso se farsi penetrare o no.
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Ma invariabilmente, dopo dieci minuti veniva e decideva che si: lo voleva dappertutto e quindi erano scintille! Lui aveva comunque sempre l'urgenza di lei e del suo corpo. Quando lei si negava, egli diventava ancora più irritabile, ma era infine costretto a chiederle scusa. E quella donna non vedeva l'ora di perdonarlo: a suo modo anche lei non poteva fare a meno di lui. Senza dirgli nulla si girava, metteva un cuscino sotto il bacino per sollevarlo e divaricava le natiche, confermando implicitamente la sua resa totale, sottolineata da gemiti e da un bellissimo, ritrovato sorriso.
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Lui allora senza pausa continuava l'opera di lingua sull'adorato nuovo obiettivo, con rinnovata lena e godendo nel lubrificarlo; lei lo esortava con ordini perentori. Lui eseguiva diligente. Ma infine l'uomo tornato padrone indugiava: tardava a penetrarla. Gli piaceva sentire le contrazioni dell'ano della sua femmina e la brama che lei gli comunicava sia a parole che con tutta sé stessa: dai pori della pelle vellutata e sudata traspariva la sua stessa anima. Egli pregustava e centellinava, da esperto sommelier dei gustosi succhi d'amore della sua femmina, il momento in cui avrebbe infilato la sua asta, ora durissima e tesa, lentamente dentro di lei.
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Sapeva che la sua cerbiatta avrebbe cooperato nel gioco a lungo desiderato e che con esperienza e pazienza l'avrebbe portata al nirvana, tramite movimenti lenti e regolari. Erano per entrambi gemiti, mugolii di puro piacere. Diventava la resa d'amore totale di una donna e quello, solo quello, era il regalo più bello e desiderato, per un uomo. E poi giù baci sul collo a sfinirla e renderla schiava totale della loro passione.
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Un rapporto intimo tra due amanti è soprattutto questo. Il resto è tattica, è sottile strategia di entrambi, mirata soltanto a coltivare i segreti a due, intimi e irrinunciabili nella notte complice. Per far passare l'espressione di una donna dal cupo broncio al soddisfatto sorriso mentre gode venendo, ci vuole uno sforzo notevole e tutto l'impegno possibile, per un uomo. Ma se non lo sai fare, la tua vita non vale veramente nulla.
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RDA
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pensierodelgiornoblog · 2 days ago
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diceriadelluntore · 2 months ago
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Storia Di Musica #355 - King Crimson, Red, 1974
L'ultima storia dell'anno riguarda un disco che è uno dei capolavori di tutti i tempi. Riscoperto negli ultimi anni, per tutta una serie di avvenimenti che andrò a raccontarvi, chiude il cerchio del progressive di una delle band che lo fecero nascere: i King Crimson.
Di quella band che nel 1969 sconvolse il mondo della musica con In The Court Of The Crimson King è rimasto solo il genio di Robert Fripp, che in 5 anni cambia 7 formazioni diverse. E il disco di oggi nasce dopo l'ennesimo cambio di formazione. Concluso un tour americano di tre mesi nel 1974, Fripp, Bill Bruford (batteria) e John Kenneth Wetton (basso, voce e chitarra) decidono a maggioranza di allontanare il violinista David Cross. Rimangono un trio, e iniziano a pensare ad un nuovo disco. In Gran Bretagna Fripp ha un incontro che gli sconvolge la vita: legge gli scritti di John G. Bennett, allievo diretto di Gurdjieff. Bennett, che era un matematico, voleva nei suoi lavori integrare il proprio sapere scientifico con le conoscenze acquisite in materia di filosofie orientali e misticismo con la frequentazione del grande maestro greco-armeno. Fripp ne rimase folgorato, e nei decenni successivi organizzerà nei campi studio di Bennett corsi di chitarra divenuti leggendari: non prendere la chitarra per settimane intere, fare meditazione prima di ogni sessione, persino accordature tutte particolari per suonare lo strumento. Ma l'incontro con Bennett provocò anche altro: Fripp dichiara finita l'esperienza King Crimson, Bruford e Wetton hanno totale carta bianca per l'ultimo lavoro.
Quello che poteva essere l'inizio di una tragicomica esperienza, si rivela invece un trampolino creativo potentissimo: ne nasce fuori un disco dove il progressive e il jazz rock, cardini di quel suono così unico, sono la base di partenza per una musica più muscolare, scarna, drammatica. Bruford e Wetton chiamano musicisti sessionisti per le registrazioni, alcuni grandi amici dei nostri ed ex componenti: Ian McDonald, con il suo sax, uno dei fondatori della band, Mel Collins, anche lui ex Crimson, e Mark Charig che tra il 1970 ed il 1971 suona negli storici album Lizard e Islands, in quest'ultimo è suo un fenomenale assolo di cornetta nella title track. Le registrazioni di Red, colore della passione, della morte, della rinascita, iniziano nel luglio del 1974, e ne vengono fuori 40 minuti di musica straordinaria. Red è l'inizio già spiazzante: la band è in formazione power trio, il brano gira intorno ad un potente riff, tra i migliori di Fripp, fino a quando verso metà brano entra in scena un violoncello (strumento che apparirà anche in altri brani). Chi sia l'esecutore è ancora oggi un mistero, perchè non è segnato nei crediti sull'album e persino nei registri degli Olympic Studios di Londra dove iniziarono le registrazioni. Una recente teoria vuole che fosse nientemeno che Julian Lloyd Webber, fratello del famosissimo Andrew Re dei Musical, ma è una balla. Fatto sta che a 50 anni rimane ancora il mistero! Il disco continua con Fallen Angel, dove compare una rara chitarra acustica, è un brano sugli Hells Angels, dove un uomo chiede al fratello di unirsi alla terrificante banda per poi vederlo pugnalato tragicamente per le strade di New York. One More Red Nightmare è il lato horror del disco: l'incubo di uno schianto aereo, con il riff a salire vertiginosamente e gli interventi al sax di McDonald, un brano drammatico e potentissimo. Providence è una live session improvvisata al Palace Theatre di Providence, Rhode Island, il 30 giugno 1974, dove suona e comprare nei crediti anche David Cross. Ma sono gli ultimi, monumentali 12 minuti di Starless la pietra miliare di questo capolavoro: originariamente pensata per il precedente album, che si intitola Starless And Black Bible, è divisa in una parte cantata dove ritorna il caro Mellotron, un tema di chitarra elettrica e il sax di Mel Collins; nella seconda parte inizia il ritmo di un basso iconico (per gli appassionati puristi, in tempo 13/8 e dall'armonia diminuita) dove la chitarra di Fripp arriva nel cielo più oscuro, senza stelle appunto, un abisso celeste e non terreno.
All'epoca, quando uscì, il 5 Ottobre, si sapeva già da un'intervista al New Musical Express che il gruppo non esisteva più. Persino la copertina, così intima e minimalista rispetto alla magia delle loro precedenti, non attirò l'attenzione dovuta. Il disco ebbe pochissimo successo. Ma negli anni a seguire, visti anche i futuri e numerosi ritorni di Fripp a sigla King Crimson, il disco ha finito per ammaliare intere generazioni di musicisti: figura non solo come ultimo apice del prog, che verrà di lì a poco colpito a morte dal punk, ma è considerato il capostipite di tutte le varianti che da fine anni '80 riproposero i suoni articolati, la maestria strumentale, l'atmosfera tenebrosa e cinematografica. È un disco mondo, probabilmente anche più mistico e profondo di quello pensato dai musicisti, che ancora sfida a cercarci dentro a 5 decenni di distanza, nelle sue profondità recondite e terribili. Come si fa con ogni cosa che non ci lascia indifferenti. Tanto che un giovane produttore, Butch Vig, lo fece ascoltare ad un giovane musicista, che disse: "è il miglior album nella storia del rock". Quel musicista era Kurt Cobain.
Un grande abbraccio a quelli che leggono sempre, a quelli che spero si appassionino, ai curiosi ogni tanto. Buon anno e alle prossime storie musicali!
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im-tryingtoloveyou · 2 years ago
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Ma cosa rinnovi? Cosa? Ma daiiiiiiiiii
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kon-igi · 2 months ago
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DAMMI TRE PAROLE
DIVERTIMENTO, REGOLE, DIVERTIMENTO.
Era tanto che volevo scriverne in merito e vista la mia trentennale esperienza credo di poterne parlare con cognizione di causa, magari smentito da esperti più giovani ma accetterò qualsiasi critica, visto che è 'solamente' un gioco.
Due foto divulgative per rendere evidente di cosa parlo:
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In sintesi, GIOCHI DI RUOLO... Dungeons&Dragons per chi avesse solo un'infarinatura dell'argomento ma ne esistono CENTINAIA, di ogni tipo e ambientazione.
Possiamo dire che il 'gioco' è composto in parti ogni volta differenti di:
INTERPRETAZIONE
ALEATORIETÀ
Da una parte il giocatore decide con libero arbitrio come interpretare un certo personaggio, cercando di rimanere all'interno di un ruolo più o meno preciso (guerriero impavido ma stupido, chierica bigotta ma generosa, mago geniale ma spietato etc... ma anche ogni gamma possibile di carattere contorto o all'apparenza semplice).
Dall'altra avremo l'aleatorietà cioè la casualità nella riuscità di un'azione o nella manifestazione di un evento esterno, determinata da un lancio di dadi.
Semplificando all'osso, tutti i personaggi possono lanciare un coltello ma ovviamente il lancio avrà più successo se il personaggio ha una destrezza alta o ha ricevuto addestramento in tal senso: un assassino lanciatore di coltelli potrà avere il 95% di probabilità di colpire il bersaglio mentre un mago di 120 anni solo il 3%...
... ma il primo può sempre sbagliare e il secondo miracolosamente riuscire.
ATTENZIONE CHE QUA ARRIVA LA MIA CONSIDERAZIONE, astrusa per chi non abbia mai giocato, fondamentale per chi è sappia di cosa parlo.
Il master è colui che tiene le fila della storia... la presenta ai giocatori/personaggi ignari, interpreta tutti quei caratteri che i giocatori incontreranno e, soprattutto, farà tirare e tirerà lui stesso i dadi per determinare un evento casuale.
Io sono stato e sono master/keeper/dungeon master/magister/arbitro/judge/animator/GOD di svariati giochi di ruolo ma non ho mai dimenticato LA REGOLA DEI TRE...
DIVERTIMENTO, REGOLE, DIVERTIMENTO
Più o meno in tutti i GdR (giochi di ruolo) esistono regole precise che delimitano i comportamenti all'interno dello spazio-tempo, regole che unite all'aleatorietà 'simulano' il nostro mondo reale e che spesso, però, danno risultati inaspettati e deludenti.
In Stranger Things, per esempio, Eddie masterizza una partita di D&D (anzi... di Advanced D&D ma vabbe') e alla fine chiede ai giocatori di fare un tiro per vedere se fossero riusciti a colpire Vecna e a sconfiggerlo.
Dovevano fare 20 con un dado da 20 (viene detto '20 naturale')... un 5% di probabilità di riuscita.
Il master è eccitato tanto quanto i giocatori e quando il tiro riesce Eddie gioisce insieme a loro.
NO
O meglio, sì ma meglio di no.
In quel caso la regola dei tre è stata invertita in
REGOLE, DIVERTIMENTO, REGOLE
cioè si è prediletto il rispetto delle regole a discapito del divertimento e questo ve lo dico con cognizione di causa perché il 20 naturale è un risultato infrequente e il fallimento avrebbe comportato la morte di tutti i personaggi e la fine della storia.
'Questa è la vita', direbbero alcuni master rompic... precisini ma per ciò che mi riguarda non ho mai masterizzato con orgoglio, egocentrismo o l'illusione prepotente di avere in mano il destino dei personaggi (tecnicamente sì però anche no) ma sempre cercando di entusiasmarmi e divertirmi assieme a loro, ben consapevole - da giocatore - quanto sia terribile e traumatico perdere un personaggio a cui si è affezionati.
Il bravo master (e io ho imparato dai migliori, pur essendo solo bravino) guida i propri personaggi alla vittoria, con sofferenza e tribolazione, ma sempre con una buona conclusione.
La morte di un personaggio non deve essere MAI casuale per un tiro di dadi fallito o per una scelta sbagliata ma sempre legata all'evoluzione della storia e all'arco esperienzale del gruppo di gioco (il cosiddetto party).
Il master ancora più bravo lo fa con astuzia, non nascondendo il tiro dei propri dadi con il master screen (è un opzione di gioco ed è quello schermo di carta della foto) ma 'guidando' i personaggi affinché non ci siano stagnazioni, avvenimenti inutili, divergenze noiose o plot twist incongrui (Conan che si pianta la spada in un piede o Gandalf che cade da cavallo al Fosso di Helm).
Poi, se invece siete tutti
REGOLE, REGOLE, REGOLE
non verrò certo a picchiarvi a casa, però che due palle che siete.
Noi, dopo trent'anni di gioco con i miei amici power-player (in senso buono), ormai usiamo la regola del
DIVERTIMENTO, DIVERTIMENTO, DIVERTIMENTO
Io invento la storia ma masterizziamo tutti assieme, con pochi lanci di dadi e un gioco di ruolo spassosissimo che piega la realtà verso quello che non bisogna mai dimenticare essere il motivo per cui si gioca...
Provare la gioia di essere qualcuno che non siamo, insieme a vecchi amici nuovi, ogni volta sempre diversi.
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Buona partita a tutti... magari un giorno ci vedremo su Discord :)
@pensierosatanista @spettriedemoni @biggestluca
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ma-pi-ma · 10 months ago
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Quando hai una certa età hai un
esperienza sulle spalle che sai già
come fregartene del parere della
gente, ti prendi il lusso di
sbagliare senza farne un dramma, sai
di avere abbastanza tempo per fare
le cose, ma non abbastanza per
perdere tempo.
Vivi alla giornata e goditi la vita.
Rita Lombardi
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unwinthehart · 16 days ago
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Sarah è la mia quota Alfa quest'anno: arriva quasi in sordina, viene per fare il suo percorso e lo fa alla grande e al meglio delle sue possibilità per età ed esperienza
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raccontidialiantis · 3 months ago
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L’amore che ci lega
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Non posso fare a meno di sniffare, odorare e leccare tutto ciò che ti riguarda. Anche adesso che siamo assidue amanti in segreto. Io, la studentessa del quarto piano e tu, la quarantenne manager in carriera divorziata della mansardina. Ti lecco e annuso ovunque. L’attrazione sessuale ha moltissimo a che fare con odori e sapori del corpo della persona amata. Se ne ha un gran bisogno. Il tuo odore mi serve per ritrovarti tra la folla, in un pub o al supermercato sotto casa. Per capire se sei passata dove io sono in quel momento. O come surrogato del sesso quando non ci sei. Perché ti cerco di continuo. Mi urgi sempre. 
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Ed è solo colpa tua: mi sono innamorata di te a prima vista. Da quando mi sono trasferita qui per l’università e tu m’hai invitata a cena la sera stessa. Non ero mai stata con un’altra donna, prima di questa storia folle. E tu dopo un po’ di tempo me l’hai fatto sembrare così naturale, che non mi sono resa conto di cadere man mano nella tua infallibile rete. Fatta di seduzione, giochi intellettuali raffinatissimi, sguardi, carezze, sottintesi e baci sempre più arditi e frequenti. Le settimane passavano e a un certo punto, durante il giorno hai semplicemente iniziato a mancarmi: ovunque fossi, qualsiasi cosa stessi facendo, non vedevo l’ora di tornare a casa. 
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Per vederti, per avere un qualche contatto con te. Anche se magari ero fuori con degli amici simpatici e giusti per la mia età. Una vera ossessione d’amore. E poi volevo disperatamente provare il rapporto fisico con il tuo corpo slanciato e perfetto. Sognavo le tue bellissime labbra sulle mie, anche se tu nel primo periodo di studio reciproco, al momento del commiato m’avevi dato sempre solo un bacio sulla guancia. 
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Che in verità, progressivamente nei giorni s’è prolungato. Per poi trasformarsi in una evidente e gradita leccata fino al collo, ove diventava un succhiotto di pochi secondi. Cose di tua lunga esperienza, che m‘accendevano di desiderio e mi facevano inumidire la fica. Tornavo a casa regolarmente stordita, pensando a te. Ogni sera, mentre mi leccavi rapida e sicura di te, io mi ti stringevo un po’ di più. Sperando che tu osassi molto altro. Perché io proprio non avevo il coraggio di andare oltre il nostro rapporto amicale e intimo.  
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Dopo pochi giorni dalla nostra conoscenza, ho iniziato ad avere dapprima semplice e genuina curiosità, poi un desiderio grande e sempre più intenso delle tue intimità. E quando ti venivo a trovare, mi sono sorpresa quasi senza accorgermene a chiudere gli occhi e odorare i tuoi golfini e i foulard che lasciavi sparsi in giro per casa. Lo faccio ancora, in verità. 
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Confesso ora pubblicamente anche di aver commesso una scorrettezza. E che Dio benedica il momento in cui l’ho fatto: una sera, dopo cena t’ho rubato un reggiseno e uno slip dal cesto dei panni sporchi. Per il puro gusto di portarmeli a letto e annusarmeli da sola, pensandoti e masturbandomi. Non si dovrebbe fare, ma dentro la mia mente e le mie zone erogene iniziava la forte necessità di te.
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Del furtarello ti sei accorta la sera stessa, perché dovevi fare una lavatrice. M’hai mandato subito un messaggio molto educato:
“ehi, bamboletta: per caso avessi preso per sbaglio un mio coordinato intimo dai panni sporchi? Se ti piaceva così tanto, potevi semplicemente chiedere: non credi? Ma tranquilla: continuo ad avere stima di te e a volerti bene. Baci baci.”
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Avrei voluto morire! Non sapevo come uscirne fuori, cosa risponderti. M’hai tolta d’impaccio tu, venendo a casa mia direttamente. Ho sentito il campanello, ho aperto e il mio cuore è impazzito: eri profumata e sensuale da mozzare il fiato. Sei entrata e io non avevo il coraggio di guardarti in viso. Tenevo gli occhi bassi. Tu mi ti sei piazzata davanti, hai sollevato il mio mento con due dita e m’hai detto a voce bassa e guardandomi fissa negli occhi: “sai che quando hai le guance rosso fuoco e sei imbarazzata mi fai morire, bambina dispettosa?” 
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Poi senza avere alcun dubbio in merito, sapendo ormai di andare sul velluto, m’hai baciata: un bacio che è durato forse buoni dieci minuti. Mi manovravi decisa, forte e sicura. Mentre mi infilavi le mani dappertutto e io non riuscivo a fermarle. Anzi: desideravo che entrassero più a fondo, ovunque tu volessi. La tua lingua comandava, scavava dentro la mia bocca. 
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Era padrona. Io la accoglievo e cercavo a mia volta di annodare le nostre lingue in un gioco stimolante ed eroticissimo, molto intimo. Le tue labbra sapevano di miele e di purissimo peccato. Non ero ancora esperta delle schermaglie tra donne; perciò mentre ci baciavamo e tu mi frugavi, mi sono limitata ad accarezzarti il viso e tenerti il capo, piangendo di felicità. Ma non staccavo la mia bocca dalla tua. Non volevo altro dalla vita, in quel momento.
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Tu dopo poco ti sei finalmente tolta il cappotto; sotto avevi una gonna ampia, che hai tolto in due secondi: avevi le autoreggenti senza gli slip. T’eri fatta bella da morire, per la nostra prima volta. Ti sei seduta, m’hai fatto cenno di inginocchiarmi davanti a te. Uno di quei comandi impliciti che non ammettono dinieghi. Ma anche io non volevo che quello. Quindi, decisa, a gambe ben larghe, sì da farmi osservare a lungo e chiaramente la cosa più bella e desiderabile che io abbia mai visto, hai preso la mia testa e l’hai tuffata tra le tue cosce, tenendo la tua mano ferma sulla mia nuca e premendomi contro di te. 
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Respiravo il tuo odore intimo molto aspro e forte. Finalmente. Ti assaporavo per la prima volta. Era la nascita della mia dipendenza fortissima da te. Quasi avevo un orgasmo, dalla contentezza. Mi hai detto: “sai, è veramente stupido annusare e leccare il mio intimo, quando invece puoi avere direttamente l’originale a tua disposizione! Ora stupiscimi: leccami, sbocconcellami, fammi venire. Voglio godere della mia ragazzina viziata preferita.”  Sono stata così, incollata al tuo inguine, per almeno mezz’ora. Il mio viso era tutto bagnato, totalmente coperto dal tuo miele. 
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Godevi. Gemevi piano, muovevi i fianchi in mille modi, per farmi entrare meglio con la lingua e per offrirti tutta a me. Ti piaceva. Mentre ti mordicchiavo dolcemente, ti leccavo e succhiavo, perché ormai ero pazza d’amore per te. Non so come, ma sono riuscita anche a togliermi i vestiti di dosso: volevo essere completamente nuda e offrirmi a te tutta. Umile e folle di te. Pronta a tutto. Infine, strusciavo tutto il mio corpo contro la tua passera, per bagnarmi e ricoprirmi del tuo amore. Per farti marcare il territorio. Tu sorridevi, contenta e vincitrice. E continuavi, generosa, a venire e a regalarmi così il tuo miele. Sei abituata a ottenere tutto, dalla vita. 
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Tra l’altro, appena denudata, la prima cosa che ho fatto è stata cercare di infilare un mio seno nella tua fica. Era molto che desideravo fartelo. Tu hai iniziato a ridere contenta e mentre la contraevi, per cercare di trattenere il mio capezzolo turgido, m’hai detto: “ah, ah: vedo che non ti manca l’inventiva, bambina! Però adesso io mi giro e tu leccami il culo. Molto intensamente. Fammi morire dalla passione. Completa il sortilegio, la magia che mi lega a te. E mentre lecchi il mio ano, toccami le mammelle, sorreggimele dolcemente. Accarezzamele. Perché mi devi eccitare tutta e far inturgidire anche i capezzoli. Voglio offriteli fra un po’. Sono i cioccolatini di ‘benvenuta dentro il mio cuore’ che ho portato stasera per te.”
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Infine, siccome sei una leonessa dominante e fiera, dopo esserti trastullata con le mie leccate e i miei primi, goffi tentativi di far godere una donna, messi in atto cercando in fretta nella mia mente un inesistente bugiardino del sesso proibito, m’hai presa e rivoltata come un leone con la sua gazzella quotidiana. M’hai distrutta con la passione, col tuo corpo e col sesso. Non sapevo che l’amore tra due donne potesse essere così intenso e gratificante. M’hai fatta venire mille volte. M’hai fatta innamorare ancor più di quanto nella mia mente non fossi già tua, tua, tua. 
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RDA
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