#empatia autentica
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divulgatoriseriali · 28 days ago
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Hai ragione? Bravo cogl***ne! saggio sull'avere ragione nella gestione dei conflitti
Hai ragione. Hai avuto ragione. Non ci sono dubbi in merito, nessuno lo dubita. Ma quanto sei disposto a sacrificare per avere ragione? Continue reading Hai ragione? Bravo cogl***ne! saggio sull’avere ragione nella gestione dei conflitti
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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La Valigia Aran di Andrea Antonello. Un viaggio emozionante nel mondo dell’autismo, raccontato con autenticità e poesia. Recensione di Alessandria today
La Valigia Aran è un’opera unica, scritta da Andrea Antonello e curata da Fulvio Ervas, che ci guida attraverso un viaggio emozionale e intellettuale nel mondo dell’autismo.
La Valigia Aran è un’opera unica, scritta da Andrea Antonello e curata da Fulvio Ervas, che ci guida attraverso un viaggio emozionale e intellettuale nel mondo dell’autismo. Questo libro non è solo un racconto, ma un’esperienza che illumina la mente e tocca il cuore. La tramaIl libro rappresenta una raccolta di riflessioni, pensieri e memorie di Andrea Antonello, un giovane uomo con autismo.…
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ambrenoir · 3 months ago
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IL NARCISISTA NON TI AMA!
Non hai perso l'amore della tua vita, hai perso un Narcisista che ti stava prosciugando la vita.
I narcisisti non sono anime gemelle; sono predatori travestiti e comprendere questo è cruciale per la tua guarigione.
Indossano una maschera conveniente in ogni occasione.
La persona che hai visto alla fine della relazione è chi è veramente.
La sua vera natura era nascosta dietro una facciata di fascino, carisma e manipolazione.
Ti hanno attirato con false promesse, false emozioni, una marea di bugie e una maschera convincente.
Anche se sotto tutto, si stavano nutrendo della tua energia emotiva, della tua empatia, delle tue idee, distruggendo la tua autostima e erodendo il tuo senso di te stesso.
Quello che hai vissuto non è stato amore; è stato un ciclo tossico di abusi dove ogni giorno sembrava una battaglia per sopravvivere e per far capire le tue idee.
Il suo gaslighting, il ricatto emotivo, il silenzio e le sue continue critiche non erano segni di affetto; erano strumenti di controllo e dominazione.
La sua infedeltà, le bugie, lo sminuire la tua sofferenza, le triangolazioni, l'inganno e la mancanza di empatia non sono stati semplici errori; sono state azioni delibere per sfruttare le tue vulnerabilità.
Non hai perso una persona cara, sei scappata da un abisso tossico.
Ti sei liberato da un ciclo di abusi, e questo richiede coraggio, forza e resistenza incredibile.
I narcisisti sono incapaci di un amore autentico; lo imitano solo per ottenere ciò che vogliono.
Non sanno amare nulla al di fuori di se stessi.
Per guarire, devi accettare la verità: non sei stato amato, sei stato usato.
Sei stato una fonte di rifornimento, un mezzo per un fine e una pedina nel suo gioco manipolatore.
Anche se ora sei libero di riscoprire te stesso abbracciare il vero amore e vivere una vita piena di scopo, gioia e autenticità.
Meriti amore vero, connessione autentica e relazioni sane.
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clarissasworld · 4 months ago
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Non hai perso l'amore della tua vita, hai perso un Narcisista che ti stava prosciugando la vita.
I narcisisti non sono anime gemelle; sono predatori travestiti e comprendere questo è cruciale per la tua guarigione.
Indossano una maschera conveniente in ogni occasione.
La persona che hai visto alla fine della relazione è chi è veramente.
La sua vera natura era nascosta dietro una facciata di fascino, carisma e manipolazione.
Ti hanno attirato con false promesse, false emozioni, una marea di bugie e una maschera convincente.
Anche se sotto tutto, si stavano nutrendo della tua energia emotiva, della tua empatia, delle tue idee, distruggendo la tua autostima e erodendo il tuo senso di te stessa.
Quello che hai vissuto non è stato amore; è stato un ciclo tossico di abusi dove ogni giorno sembrava una battaglia per sopravvivere e per far capire le tue idee.
Il suo gaslighting, il ricatto emotivo, il silenzio e le sue continue critiche non erano segni di affetto; erano strumenti di controllo e dominazione.
La sua infedeltà, le bugie, lo sminuire la tua sofferenza, le triangolazioni, l'inganno e la mancanza di empatia non sono stati semplici errori; sono state azioni delibere per sfruttare le tue vulnerabilità.
Non hai perso una persona cara, sei scappata da un abisso tossico.
Ti sei liberata da un ciclo di abusi, e questo richiede coraggio, forza e resistenza incredibile.
I narcisisti sono incapaci di un amore autentico; lo imitano solo per ottenere ciò che vogliono.
Non sanno amare nulla al di fuori di se stessi.
Per guarire, devi accettare la verità: non sei stata amata, sei stata usata.
Sei stato una fonte di rifornimento, un mezzo per un fine e una pedina nel suo gioco manipolatore.
Anche se ora sei libero di riscoprire te stessa, abbracciare il vero amore e vivere una vita piena di scopo, gioia e autenticità.
Meriti amore vero, connessione autentica e relazioni sane.
Meriti di essere vista, ascoltata e compresa.
Meriti di essere apprezzata, rispettata e profondamente amata.
Non accontentarti mai di qualcosa di meno.
Sei degna di amore.
(web)
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raffaeleitlodeo · 6 months ago
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L'AUTONOMIA CON IL CULO DEGLI ALTRI
In una intervista al Corriere Graziano Delrio racconta che nel 2016, quando era ministro delle infrastrutture disse a Zaia che il progetto della Pedemontana non stava in piedi. Come noi diciamo da anni, avevano gonfiato i flussi di traffico. In poche parole se tu prevedi il passaggio del doppio delle vetture al giorno rispetto alla realtà l'opera non sta in piedi. L' aveva segnalato un rapporto di Cassa depositi e prestiti e uno studio di Jp Morgan. Non occorre una laurea a Cambridge, basta saper fare due più due. Delrio suggerì a Zaia di cambiare il progetto. Zaia decise di andare avanti da solo. Lui sa come si fa. Così abbiamo distrutto il territorio, abbiamo consumato suolo in una Regione ridotta ad una colata di cemento e dobbiamo pagare 300 milioni all'anno al Consorzio.
Da anni è tutta una foto di inaugurazioni di tratti dell'autostrada divina, della panacea di tutti i mali, del miracolo zaiano. Una autostrada inaugurata infinite volte. Non si trovano più nastri da tagliare. La stampa genuflessa esalta il Doge. Lui sorride, sardonico, esulta, spesso assieme al compare Salvini. Il gatto e la volpe. O forse il gatto e il somaro, perché uno che fa queste cagate non è di sicuro una volpe. Eppure in molti lo diciamo da anni. Lo abbiamo continuato a ripetere. Il buco, il disastro della finanza pubblica non era prevedibile, era previsto. Abbiamo assistito anche alla tragedia comica, di Zaia, il grande amministratore, che invitava i veneti ad essere solidali, ad usare la Pedemontana. Una barzelletta davvero bizzarra. Vuoi essere buono oggi? Ti senti fedele agli oppressi? Senti una autentica empatia per gli ultimi? Fatti un giro nella Pedemontana. Dal Vangelo secondo Zaia, il vangelo dell'asfalto.
Adesso i nodi sono venuti al pettine. La realtà ha squarciato il velo della propaganda. I conti non tornano, i conti scoppiano. Era scritto. Cosa fa Zaia? Va a Roma chiedendo che l'opera venga nazionalizzata.
Ricapitolando: la Regione fa un'opera che non regge, lo Stato con il ministro Delrio dice a Zaia di cambiare progetto o di andare avanti da solo. Zaia si prende la responsabilità di andare avanti e fallisce. E adesso, a fallimento appurato, certo, indubitabile, chiede a Roma di ripagare i suoi danni. È proprio un bravo amministratore. Mi prendo la responsabilità di fare pagare agli altri i miei vergognosi errori. Autonomia è una parola molto bella. Deriva dal greco e significa "essere legislatori di sé stessi". Questa però è l'autonomia dei leghisti, l'autonomia con il culo degli altri.
Carlo Cunegato, Facebook
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smokingago · 1 year ago
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Il discorso integrale di Gino Cecchettin al termine dei funerali della figlia Giulia, 22enne uccisa dall'ex fidanzato.
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«Carissimi tutti, abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio. Mi scuso per l'impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano, al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.
Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente,
un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà:
il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti. Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà
prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso
e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza inizia nelle famiglie,
ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti. Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme
per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio.
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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Risuonano forti le parole lette in chiesa durante l’ultimo saluto a Giulia dal suo papà, Gino Cecchettin.
“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria.
Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo?
Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere.
Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possessoe all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di gene e inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere.
Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne.
Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotta questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio”.
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mostro-rotto · 3 months ago
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Riflessione… questa è la mia prima riflessione che pubblico, quindi abbiatene paura, sinceramente 😂
Stavo pensando che viviamo in un mondo dove le percezioni sono spesso frammentate, dipinte da esperienze personali e dalle sfumature dei nostri pensieri. Ogni gesto, ogni parola, viene interpretata attraverso una lente soggettiva, e ciò che per un altro appare come giusto o innocente, per un altro può sembrare incomprensibile o addirittura offensivo. Questo può generare tensioni e fraintendimenti, perché spesso ci manca la pazienza di cercare di vedere oltre la nostra prospettiva e di fare spazio alle visioni altrui. Come esseri umani, cerchiamo naturalmente di capire il mondo secondo la nostra esperienza; tuttavia, questo atteggiamento non sempre lascia spazio a una vera comprensione. Spesso, si preferisce criticare o evitare ciò che non si comprende piuttosto che cercare di approfondire. La volontà di ascoltare, di fare domande, di cercare di capire non è scontata e richiede umiltà e un interesse autentico verso l’altro. Molti giudicano subito, senza sforzarsi di scoprire cosa ci sia dietro un comportamento o una parola. Magari per orgoglio, o perché manca quella connessione naturale che ci fa sentire attratti da una persona... Si potrebbe dire, è oggettivo ciò che è uguale per tutti ed è visto allo stesso modo da tutti; è soggettivo ciò che invece varia. Purtroppo, però, non tutti hanno la stessa bontà e non tutti siamo uguali, anche se è apprezzabile chi ancora riesce ad avere un po’ di empatia e comprensione.
Siamo spinti dal bisogno di leggerezza, preferiamo la compagnia di chi ci fa ridere, di chi allevia il peso delle giornate. È umano, naturale: cerchiamo il sollievo nel simile e nelle persone che ci fanno sentire al sicuro. Forse per questo tendiamo a preferire le compagnie spensierate e quelle che ci distraggono dai pesi della quotidianità. Tuttavia, proprio questa preferenza, se da un lato ci fa sentire bene, dall’altro può farci perdere qualcosa di profondo. Scartiamo involontariamente chi può avere qualcosa di importante da dire ma non lo fa con la leggerezza che cerchiamo, e questo può creare delle fratture lasciando cicatrici. Seguiamo i nostri interessi e non ci preoccupiamo troppo di come le nostre scelte possano influenzare gli altri. Ma la chiave per andare oltre le apparenze e trovare una connessione autentica sta proprio nella capacità di essere pazienti e di ascoltare, senza giudicare. Forse, ciò che manca davvero è la disponibilità a guardare l’altro come un’opportunità di conoscenza, senza chiedergli di essere in un certo modo solo per il nostro piacere o comodità.
Siamo una società che tende a ridurre i rapporti a un "mi piace" o "non mi piace", a semplificarli al punto di non lasciare spazio alla complessità dell'essere umano. La vera empatia, però, implica mettersi nei panni dell’altro e voler comprendere la sua soggettività. Dopotutto, ci sono poche esperienze più belle di quella di sentirsi compresi, ma per riuscirci serve la volontà di andare oltre il nostro personale concetto di giusto e sbagliato.
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marquise-justine-de-sade · 4 months ago
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Non hai perso l'amore della tua vita, hai perso un Narcisista che ti stava prosciugando la vita.
I narcisisti non sono anime gemelle; sono predatori travestiti e comprendere questo è cruciale per la tua guarigione.
Indossano una maschera conveniente in ogni occasione.
La persona che hai visto alla fine della relazione è chi è veramente.
La sua vera natura era nascosta dietro una facciata di fascino, carisma e manipolazione.
Ti hanno attirato con false promesse, false emozioni, una marea di bugie e una maschera convincente.
Anche se sotto tutto, si stavano nutrendo della tua energia emotiva, della tua empatia, delle tue idee, distruggendo la tua autostima e erodendo il tuo senso di te stessa.
Quello che hai vissuto non è stato amore; è stato un ciclo tossico di abusi dove ogni giorno sembrava una battaglia per sopravvivere e per far capire le tue idee.
Il suo gaslighting, il ricatto emotivo, il silenzio e le sue continue critiche non erano segni di affetto; erano strumenti di controllo e dominazione.
La sua infedeltà, le bugie, lo sminuire la tua sofferenza, le triangolazioni, l'inganno e la mancanza di empatia non sono stati semplici errori; sono state azioni delibere per sfruttare le tue vulnerabilità.
Non hai perso una persona cara, sei scappata da un abisso tossico.
Ti sei liberata da un ciclo di abusi, e questo richiede coraggio, forza e resistenza incredibile.
I narcisisti sono incapaci di un amore autentico; lo imitano solo per ottenere ciò che vogliono.
Non sanno amare nulla al di fuori di se stessi.
Per guarire, devi accettare la verità: non sei stata amata, sei stata usata.
Sei stato una fonte di rifornimento, un mezzo per un fine e una pedina nel suo gioco manipolatore.
Anche se ora sei libero di riscoprire te stessa, abbracciare il vero amore e vivere una vita piena di scopo, gioia e autenticità.
Meriti amore vero, connessione autentica e relazioni sane.
Meriti di essere vista, ascoltata e compresa.
Meriti di essere apprezzata, rispettata e profondamente amata.
Non accontentarti mai di qualcosa di meno.
Sei degna di amore.
POST PER DONNE E UOMINI
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CI SONO NARCISISTI E NARCISISTE
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franronc · 23 days ago
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IL VERO AMORE IN COPPIA 💫
Il vero Amore in Coppia è un viaggio profondo e trasformativo che va oltre la semplice attrazione o affetto. Qui ti presento una riflessione su ciò che rappresenta e come si manifesta:
Connessione Autentica: Il vero amore nasce da una connessione autentica dove entrambe le persone si vedono e si accettano l'un l'altro nella loro interezza, con le loro virtù e difetti.
Comunicazione aperta: La base di una relazione amorosa solida è la comunicazione onesta e trasparente. È il ponte che permette di capirsi e crescere insieme.
Rispetto reciproco: il rispetto è fondamentale. Significa valorizzare l'altro come un essere indipendente e sostenere la sua libertà e il suo sviluppo personale.
Impegno consapevole: l'impegno in amore non è un obbligo, ma una scelta consapevole di camminare insieme, superando ostacoli e celebrando i successi.
Empatia e comprensione: la capacità di mettersi nei panni dell'altro e comprendere le proprie emozioni è essenziale per nutrire la relazione e rafforzare il legame.
Crescita personale e condivisa: il vero amore ispira entrambi ad essere persone migliori e offre uno spazio sicuro per la crescita personale e come coppia.
Intimità Profonda: Oltre il fisico, la vera intimità si trova nella condivisione di sogni, gioie e tristezza, creando un legame incrollabile.
Supporto incondizionato: nel vero amore, entrambi diventano il più grande supporto l'uno dell'altro, offrendo una base ferma nei momenti difficili.
Libertà e fiducia: una relazione d'amore sana promuove la libertà individuale e costruisce una fiducia solida, libera da dubbi e gelosia.
Accettazione del cambiamento: il vero amore riconosce che le persone cambiano, si evolvono, abbraccia questi cambiamenti come parte del viaggio condiviso.
L'amore in coppia, quando è vero, diventa un potente catalizzatore per una vita piena e significativa, dove la presenza dell'altro è un dono che si rinnova giorno per giorno. È un amore che non solo si sente, ma si vive attivamente, con saggezza, consapevolezza e una profonda connessione emotiva.
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micro961 · 1 month ago
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Il videoclip di “caffè all'alba” di Sere celebra un viaggio interiore e di crescita personale
Disponibile su YouTube dal 4 dicembre il videoclip è una collaborazione con Nicholas Baldini e Federico Pasqui che racconta una storia di autentica rinascita
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La cantautrice sarda Sere, nome d’arte di Serena Collu, prosegue il suo percorso artistico con il videoclip di “Caffè all'alba”, disponibile su YouTube dal 4 dicembre 2024. Questo progetto, realizzato insieme al regista Nicholas Baldini e al produttore Federico Pasqui, offre agli spettatori uno sguardo intimo e poetico su un viaggio di guarigione e riconciliazione con se stessi.
Il concept visivo di “Caffè all'alba” si ispira al desiderio di liberazione e crescita personale. Racconta la storia di una ragazza, interpretata dalla stessa Sere, che decide di mettere in pausa la quotidianità per intraprendere un viaggio solitario alla scoperta di sé. Le scene si alternano tra momenti introspettivi, vissuti all'interno di un camper e sequenze di pura libertà immerse nella bellezza della natura. Il clou arriva con un gesto simbolico che rappresenta il distacco definitivo dal passato e l’abbraccio verso un futuro più sereno.
“Il videoclip di “caffè all’alba” rappresenta per me un certo tipo di lavoro artistico che intendo portare avanti e che mi va di riassumere in tre parole: qualità, sensibilità ed empatia.” Sere
Guarda il video
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“Sono molto fiera e fiduciosa nella mia musica. Ho collaborato con due persone fantastiche, super professionisti e professionali, ma la cosa più bella è che abbiamo instaurato un legame che va oltre il sistema lavorativo e questo per me è fondamentale: l’ambiente è un grande dettaglio che fa la differenza, ho sofferto abbastanza la mancanza di questo precedentemente.” Sere
Il singolo “Caffè all'alba”, uscito il 15 novembre 2024, esplora già a livello musicale i temi della fragilità e della forza interiore, trasmettendo un senso di leggerezza ritrovata e libertà anche dopo le ferite più dolorose. Con il videoclip, Sere arricchisce ulteriormente questo messaggio, trasformandolo in un'esperienza visiva ed emotiva profonda e accessibile a tutti. Guardare per credere!
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tarditardi · 3 months ago
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“I GOT YOU”, il nuovo singolo degli Yuts and Culture
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Dal 1° novembre 2024 sarà in rotazione radiofonica "I GOT YOU", il nuovo singolo degli Yuts and Culture sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre per Irma Records.
"I got you" è un brano che denuncia una società che ignora la sua crisi spirituale e si muove in modo cieco verso un futuro sempre più disconnesso e disarmonico. L'essere umano nella sua morbosa ricerca del piacere e della ricchezza materiale crea le basi per uno squilibrio spirituale. 
La frase "E così come ciechi camminiamo tra ciechi urtandoci uno con l'altro" evoca l'immagine di una società in cui le persone, incapaci di vedere oltre le proprie ossessioni e desideri, si muovono in modo distratto e inconscio. 
"I Forti vivranno incomprensibilmente per i deboli" suggerisce una dinamica di potere in cui chi ha forza o risorse vive per sfruttare o dominare i più vulnerabili. Questo riflette una società che, incapace di riconoscere il proprio percorso errato, continua a perpetuare disuguaglianze e ingiustizie.
Hanno collaborato alla realizzazione del singolo:  Fabio Luigi Conti Discographica (Cover e Artworks), Paolo Montinaro - Yeahjasi Spazio Recording Brindisi (Registrazione e Mix), Giovanni Versari (Master),  Sara Giannone (Cori), Emanuele Coluccia (Sax solo e Sezione fiati), Antonio Macchia (Solo tromba e sezione fiati).
Commentano gli artisti a proposito del brano: "Questo brano riveste un'importanza particolare per noi, poiché si tratta di una celebrazione della nostra ispirazione artistica. Ci siamo ispirati a Marvin Gaye, in particolare all'album 'I Want You' del 1976, che rappresenta un pilastro della musica soul e R&B. La vocalità e le sonorità di questo lavoro richiamano in modo vivido il suo inconfondibile stile, caratterizzato da melodie avvolgenti e testi profondi. Per noi, questa canzone non è solo un omaggio a Gaye, ma simboleggia anche un equilibrio tra le sonorità del passato e quelle moderne. Attraverso questa composizione, desideriamo esprimere la nostra visione artistica: un dialogo continuo tra tradizione e avanguardia, in cui le radici musicali vengono reinterpretate e rinnovate per risuonare con le esperienze attuali."
Il visual video di "I Got You" nasce dall'idea di Davis Albert Valle che, ispirato dal sound groovy del brano, in particolare dalle percussioni, immagina delle pitture tribali rupestri, che ha poi creato e animato utilizzando la tecnica dello stop motion. Con questa tecnica, consente di dare vita alle pennellate, formando immagini e forme che sembrano danzare a ritmo di musica. L'effetto è quello di far vibrare visivamente ciò che solitamente appare immobile su una tela, come se le vibrazioni sonore potessero alterare e animare il dipinto stesso.
Guarda il video su YouTube: https://youtu.be/ocDwthILEUo 
Biografia
Yuts and Culture è una band di origine pugliese che combina le radici profonde della black music con uno spirito innovativo. Inizialmente formatasi come una band di Reggae Roots, ha arricchito il proprio stile con influenze Funk,  Soul ed R'n'B. Il loro album di debutto, "Naked Truth", rappresenta questa evoluzione, fondendo ritmi in levare con groove funk e soul, mantenendo una forte connessione con la tradizione musicale degli anni '70 pur abbracciando la modernità. La loro musica autentica e spirituale mira a creare un profondo senso di empatia con l'ascoltatore. La band è composta da: Diego Martino alla batteria, Pierpaolo Polo al basso Elettrico, Alberto Zacà alla chitarra, Daniele Arnone alle tastiere, Kalad Marra alle tastiere, Angelo de Grisantis alle percussioni, Vincenzo Baldassarre alla voce, Carlo Gioia al sax, Lorenzo Lorenzoni al trombone, Carmen Melcarne e Liana Enrica ai cori.
"I got you" è il nuovo singolo degli Yuts and Culture disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre 2024 e in rotazione radiofonica dal 1° novembre.
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Audrey Hepburn: la bellezza dell’anima narrata da Maura Mantellino. Recensione di Alessandria today
Un omaggio alla classe eterna di Audrey Hepburn attraverso le sue parole di saggezza
Un omaggio alla classe eterna di Audrey Hepburn attraverso le sue parole di saggezza Il racconto di Maura Mantellino, ispirato al testo attribuito ad Audrey Hepburn, ci trasporta in un viaggio intimo e toccante attraverso i principi di bellezza e umanità che l’attrice ha incarnato. “Quando le chiesero di rivelare i suoi segreti di bellezza” è più di una riflessione: è un manifesto senza tempo…
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ambrenoir · 4 months ago
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Non hai perso l'amore della tua vita, hai perso un Narcisista che ti stava prosciugando la vita.
I narcisisti non sono anime gemelle; sono predatori travestiti e comprendere questo è cruciale per la tua guarigione.
Indossano una maschera conveniente in ogni occasione.
La persona che hai visto alla fine della relazione è chi è veramente.
La sua vera natura era nascosta dietro una facciata di fascino, carisma e manipolazione.
Ti hanno attirato con false promesse, false emozioni, una marea di bugie e una maschera convincente.
Anche se sotto tutto, si stavano nutrendo della tua energia emotiva, della tua empatia, delle tue idee, distruggendo la tua autostima e erodendo il tuo senso di te stessa.
Quello che hai vissuto non è stato amore; è stato un ciclo tossico di abusi dove ogni giorno sembrava una battaglia per sopravvivere e per far capire le tue idee.
Il suo gaslighting, il ricatto emotivo, il silenzio e le sue continue critiche non erano segni di affetto; erano strumenti di controllo e dominazione.
La sua infedeltà, le bugie, lo sminuire la tua sofferenza, le triangolazioni, l'inganno e la mancanza di empatia non sono stati semplici errori; sono state azioni delibere per sfruttare le tue vulnerabilità.
Non hai perso una persona cara, sei scappata da un abisso tossico.
Ti sei liberata da un ciclo di abusi, e questo richiede coraggio, forza e resistenza incredibile.
I narcisisti sono incapaci di un amore autentico; lo imitano solo per ottenere ciò che vogliono.
Non sanno amare nulla al di fuori di se stessi.
Per guarire, devi accettare la verità: non sei stata amata, sei stata usata.
Sei stato una fonte di rifornimento, un mezzo per un fine e una pedina nel suo gioco manipolatore.
Anche se ora sei libero di riscoprire te stessa, abbracciare il vero amore e vivere una vita piena di scopo, gioia e autenticità.
Meriti amore vero, connessione autentica e relazioni sane.
Meriti di essere vista, ascoltata e compresa.
Meriti di essere apprezzata, rispettata e profondamente amata.
Non accontentarti mai di qualcosa di meno.
Sei degna di amore.
POST PER DONNE E UOMINI
ANCHE VICEVERSA
CI SONO NARCISISTI E NARCISISTE
(post trovato sul web)
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djs-party-edm-italia · 3 months ago
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“I GOT YOU”, il nuovo singolo degli Yuts and Culture
Dal 1° novembre 2024 sarà in rotazione radiofonica "I GOT YOU", il nuovo singolo degli Yuts and Culture sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre per Irma Records.
"I got you" è un brano che denuncia una società che ignora la sua crisi spirituale e si muove in modo cieco verso un futuro sempre più disconnesso e disarmonico. L'essere umano nella sua morbosa ricerca del piacere e della ricchezza materiale crea le basi per uno squilibrio spirituale. 
La frase "E così come ciechi camminiamo tra ciechi urtandoci uno con l'altro" evoca l'immagine di una società in cui le persone, incapaci di vedere oltre le proprie ossessioni e desideri, si muovono in modo distratto e inconscio. 
"I Forti vivranno incomprensibilmente per i deboli" suggerisce una dinamica di potere in cui chi ha forza o risorse vive per sfruttare o dominare i più vulnerabili. Questo riflette una società che, incapace di riconoscere il proprio percorso errato, continua a perpetuare disuguaglianze e ingiustizie.
Hanno collaborato alla realizzazione del singolo:  Fabio Luigi Conti Discographica (Cover e Artworks), Paolo Montinaro - Yeahjasi Spazio Recording Brindisi (Registrazione e Mix), Giovanni Versari (Master),  Sara Giannone (Cori), Emanuele Coluccia (Sax solo e Sezione fiati), Antonio Macchia (Solo tromba e sezione fiati).
Commentano gli artisti a proposito del brano: "Questo brano riveste un'importanza particolare per noi, poiché si tratta di una celebrazione della nostra ispirazione artistica. Ci siamo ispirati a Marvin Gaye, in particolare all'album 'I Want You' del 1976, che rappresenta un pilastro della musica soul e R&B. La vocalità e le sonorità di questo lavoro richiamano in modo vivido il suo inconfondibile stile, caratterizzato da melodie avvolgenti e testi profondi. Per noi, questa canzone non è solo un omaggio a Gaye, ma simboleggia anche un equilibrio tra le sonorità del passato e quelle moderne. Attraverso questa composizione, desideriamo esprimere la nostra visione artistica: un dialogo continuo tra tradizione e avanguardia, in cui le radici musicali vengono reinterpretate e rinnovate per risuonare con le esperienze attuali."
Il visual video di "I Got You" nasce dall'idea di Davis Albert Valle che, ispirato dal sound groovy del brano, in particolare dalle percussioni, immagina delle pitture tribali rupestri, che ha poi creato e animato utilizzando la tecnica dello stop motion. Con questa tecnica, consente di dare vita alle pennellate, formando immagini e forme che sembrano danzare a ritmo di musica. L'effetto è quello di far vibrare visivamente ciò che solitamente appare immobile su una tela, come se le vibrazioni sonore potessero alterare e animare il dipinto stesso.
Guarda il video su YouTube: https://youtu.be/ocDwthILEUo 
Biografia
Yuts and Culture è una band di origine pugliese che combina le radici profonde della black music con uno spirito innovativo. Inizialmente formatasi come una band di Reggae Roots, ha arricchito il proprio stile con influenze Funk,  Soul ed R'n'B. Il loro album di debutto, "Naked Truth", rappresenta questa evoluzione, fondendo ritmi in levare con groove funk e soul, mantenendo una forte connessione con la tradizione musicale degli anni '70 pur abbracciando la modernità. La loro musica autentica e spirituale mira a creare un profondo senso di empatia con l'ascoltatore. La band è composta da: Diego Martino alla batteria, Pierpaolo Polo al basso Elettrico, Alberto Zacà alla chitarra, Daniele Arnone alle tastiere, Kalad Marra alle tastiere, Angelo de Grisantis alle percussioni, Vincenzo Baldassarre alla voce, Carlo Gioia al sax, Lorenzo Lorenzoni al trombone, Carmen Melcarne e Liana Enrica ai cori.
"I got you" è il nuovo singolo degli Yuts and Culture disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre 2024 e in rotazione radiofonica dal 1° novembre.
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sounds-right · 3 months ago
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“I GOT YOU”, il nuovo singolo degli Yuts and Culture
Dal 1° novembre 2024 sarà in rotazione radiofonica "I GOT YOU", il nuovo singolo degli Yuts and Culture sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre per Irma Records.
"I got you" è un brano che denuncia una società che ignora la sua crisi spirituale e si muove in modo cieco verso un futuro sempre più disconnesso e disarmonico. L'essere umano nella sua morbosa ricerca del piacere e della ricchezza materiale crea le basi per uno squilibrio spirituale. 
La frase "E così come ciechi camminiamo tra ciechi urtandoci uno con l'altro" evoca l'immagine di una società in cui le persone, incapaci di vedere oltre le proprie ossessioni e desideri, si muovono in modo distratto e inconscio. 
"I Forti vivranno incomprensibilmente per i deboli" suggerisce una dinamica di potere in cui chi ha forza o risorse vive per sfruttare o dominare i più vulnerabili. Questo riflette una società che, incapace di riconoscere il proprio percorso errato, continua a perpetuare disuguaglianze e ingiustizie.
Hanno collaborato alla realizzazione del singolo:  Fabio Luigi Conti Discographica (Cover e Artworks), Paolo Montinaro - Yeahjasi Spazio Recording Brindisi (Registrazione e Mix), Giovanni Versari (Master),  Sara Giannone (Cori), Emanuele Coluccia (Sax solo e Sezione fiati), Antonio Macchia (Solo tromba e sezione fiati).
Commentano gli artisti a proposito del brano: "Questo brano riveste un'importanza particolare per noi, poiché si tratta di una celebrazione della nostra ispirazione artistica. Ci siamo ispirati a Marvin Gaye, in particolare all'album 'I Want You' del 1976, che rappresenta un pilastro della musica soul e R&B. La vocalità e le sonorità di questo lavoro richiamano in modo vivido il suo inconfondibile stile, caratterizzato da melodie avvolgenti e testi profondi. Per noi, questa canzone non è solo un omaggio a Gaye, ma simboleggia anche un equilibrio tra le sonorità del passato e quelle moderne. Attraverso questa composizione, desideriamo esprimere la nostra visione artistica: un dialogo continuo tra tradizione e avanguardia, in cui le radici musicali vengono reinterpretate e rinnovate per risuonare con le esperienze attuali."
Il visual video di "I Got You" nasce dall'idea di Davis Albert Valle che, ispirato dal sound groovy del brano, in particolare dalle percussioni, immagina delle pitture tribali rupestri, che ha poi creato e animato utilizzando la tecnica dello stop motion. Con questa tecnica, consente di dare vita alle pennellate, formando immagini e forme che sembrano danzare a ritmo di musica. L'effetto è quello di far vibrare visivamente ciò che solitamente appare immobile su una tela, come se le vibrazioni sonore potessero alterare e animare il dipinto stesso.
Guarda il video su YouTube: https://youtu.be/ocDwthILEUo 
Biografia
Yuts and Culture è una band di origine pugliese che combina le radici profonde della black music con uno spirito innovativo. Inizialmente formatasi come una band di Reggae Roots, ha arricchito il proprio stile con influenze Funk,  Soul ed R'n'B. Il loro album di debutto, "Naked Truth", rappresenta questa evoluzione, fondendo ritmi in levare con groove funk e soul, mantenendo una forte connessione con la tradizione musicale degli anni '70 pur abbracciando la modernità. La loro musica autentica e spirituale mira a creare un profondo senso di empatia con l'ascoltatore. La band è composta da: Diego Martino alla batteria, Pierpaolo Polo al basso Elettrico, Alberto Zacà alla chitarra, Daniele Arnone alle tastiere, Kalad Marra alle tastiere, Angelo de Grisantis alle percussioni, Vincenzo Baldassarre alla voce, Carlo Gioia al sax, Lorenzo Lorenzoni al trombone, Carmen Melcarne e Liana Enrica ai cori.
"I got you" è il nuovo singolo degli Yuts and Culture disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre 2024 e in rotazione radiofonica dal 1° novembre.
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