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“Non sei sola”: un’azione concreta a sostegno delle donne vittime di violenza. 50.000 biglietti d’autobus diffondono i numeri di emergenza per chiedere aiuto ad Alessandria
Ad Alessandria, il 10 ottobre 2024, è stato lanciato un importante progetto volto a sensibilizzare la popolazione sul tema della violenza contro le donne
Ad Alessandria, il 10 ottobre 2024, è stato lanciato un importante progetto volto a sensibilizzare la popolazione sul tema della violenza contro le donne. Grazie a una collaborazione tra l’Associazione ME.DEA, la Consulta Pari Opportunità del Comune di Alessandria e il Gruppo Amag, sono stati distribuiti 50.000 biglietti d’autobus con una frase significativa stampata sul retro: “Non sei sola. Se…
#800 098 981#aiuto psicologico#Alessandria#biglietti d’autobus#centro antiviolenza Alessandria#comune di Alessandria#consulenza legale#consulenza legale gratuita#Consulta Pari Opportunità#diritti delle#Emergenza Sociale#emergenza violenza#Gruppo Amag#Me.dea#mozione Consiglio Comunale Alessandria#numero verde 1522#numero verde antiviolenza#ospitalità protetta#prevenzione della violenza#prevenzione dello stalking#protezione delle donne#Rete Antiviolenza Alessandria#sensibilizzazione sociale#servizi gratuiti#sostegno alle donne#Sostegno psicologico#Stalking#supporto alla genitorialità#supporto alle vittime#Violenza di genere
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PRIMA PAGINA Tirreno di Oggi lunedì, 05 agosto 2024
#PrimaPagina#tirreno quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi evento#piombino#toscana#vera#emergenza#episodi#caso#accaduto#massa#violenza#contro#medici#infermieri#dove#stata#minacciata#duemila#aggressioni#rischiano#anche#autisti
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Si dicono ambientalisti ma sono cacciatori di streghe. Si credono “Ultima Generazione” ma sono il ritorno a un oscuro passato di fanatismo e violenza. Lo scopro grazie a “Il manifesto di un eretico. Saggi sull’indicibile” (Liberilibri) di Brendan O’Neill, giornalista anticonformista britannico.
Vi leggo, fra l’altro, di un orrendo processo alle streghe celebrato in Scozia, conclusosi nel 1591 con strangolamenti e roghi. “Le donne di North Berwick possono essere considerate tra le prime vittime dell’isteria da cambiamento climatico, di quella voglia di attribuire la colpa di un tempo anomalo a esseri umani malvagi”. Secondo i carnefici le disgraziate avevano, in combutta col diavolo, scatenato una serie di tempeste, insomma una “emergenza climatica”. A condurre personalmente il processo fu re Giacomo VI, così come oggi a processare i proprietari di auto con motori endotermici e case di classe energetica F o G sono il presidente della Commissione Europea, i capi delle multinazionali, il Papa gesuita...
Allora il problema era il freddo, adesso il problema è il caldo, ma la soluzione escogitata dal potere è molto simile: fornire capri espiatori alle masse superstiziose. Al climatismo come demente ortodossia, scrive O’Neill, si opponga una sana eresia.
Camillo Langone, un Boni di fascia alta, via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2024/06/06/news/al-climatismo-come-demente-ortodossia-si-opponga-una-sana-eresia-6616161/
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in questo momento sono incazzata come una iena perché ho avuto la pessima idea di andare a leggere i commenti sotto l'ultimo video di breaking italy sul problema del femminicidio (che a sua volta è una risposta ai commenti al suo video di ieri sull'argomento) e la quantità immane di commenti di uomini che lo attaccano affermando che visto che i numeri sono così bassi non si può parlare di emergenza! è ideologia! e dove sarebbero gli studi che correlano la violenza di genere e le discriminazioni ai femminicidi mhhhh? come si fa a dire che è un problema culturale?????? è ALLUCINANTE
#che poi shy è un progressista moderato che non dice mai nulla di estremo#quindi vedere la gente che lo segue e che quindi si suppone la pensi come lui fare certe uscite è davvero sfiduciante#l'alt right ha fuso il cervello di tutti quanti#che merda che merda che merda
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faccio questo post perché è da un anno a questa parte che noto che sta prendendo piede una fobia sociale, che riguarda il camminare da soli di notte
lavoro in emergenza, prendo chiamate da una regione intera, con anche qualche città abbastanza popolosa
so che la mia esperienza non fa statistica, ma lavoro da tre anni e ho risposto a circa 150mila chiamate, di ogni tipo, ad ogni ora del giorno e della notte, quindi ho un po' di informazioni dirette su quello che accade per strada, da cui ho dedotto quanto segue:
la violenza nelle strade è rara ed è legata ai furti e alle aggressioni fra uomini, per spaccio o futili motivi (risse, alcol, parcheggi, etc)
la violenza sulle donne, sempre nelle strade, è rara, lo stupro (per fortuna) ancora di più
il pericolo di aggressione o di violenza sessuale per le donne è nelle case, con i mariti/fidanzati o i famigliari, o alle feste, a causa di amici e conoscenti
discorso a parte, invece, per le molestie, che ho la sensazione che accadano, ma che non vengano "denunciate" (nel senso che chi subisce tali molestie non ci chiama per segnalarle), quindi non so effettivamente quanto siano più o meno frequenti
con questo non voglio dire che sia sicuro camminare di notte da soli, né che dobbiate farlo a cuor leggero
è giusto e sacrosanto che ci sia prevenzione e attenzione e che si chieda maggiore sicurezza
ma
la situazione è meno tragica rispetto a quello che appare leggendo i social o guardando i media
(p.s. questo discorso non si applica alle metropoli o città tanto tanto grandi, e soprattutto non si applica alla vostra regione, perché ogni territorio è diverso)
(p.s.s. mi rendo conto che la percezione del pericolo sia questione diversa al pericolo in sé, l'obiettivo di questo post non è minimizzare ciò che accade o che avvertiamo, ma provare a tranquillizare)
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Due donne completamente velate nel centro di Bruxelles: all'ordine del giorno da anni in quella città. Non dovrebbe essere permesso in alcuna città occidentale, ed è effettivamente vietato per gli occidentali, andare in giro in modo non riconoscibile, allora c'è da chiedersi perché questa TOLLERANZA A OLTRANZA E AUTOLESIONISTA quando si tratta delle cosiddette "minoranze etniche"?
Tolleranza zero, andrebbe applicata:
Primo perché è già vietato dalla legge quindi le nostre leggi, quando sensate, vanno applicate a tutti senza DISTINZIONE DI RAZZA E O DI ETNIA
Secondo, perché abbiamo cellule isis nelle nostre città e siamo in emergenza DICHIARATA terrorismo, a maggior ragione la legge contro il mascheramento andrebbe applicata con maggior rigore
Terzo, perché rappresenta un pugno nell'occhio e al cuore di tutte le donne, esattamente come le puttane in vetrina che vendono la loro mercanzia: due estremi degradanti, schiavizzanti, umilianti per ogni donna che si rispetti.
Quarto è falso che costoro abbiano la scelta, tranne alcune menomate di mente, SONO TUTTE COSTRETTE AL PORTO DEL VELO, QUANDO LO FANNO, DALLA LEGGE FAMILIARE E SOCIALE DA CUI DIPENDONO E DI CUI SONO SCHIAVE. Perché solo i diritti delle donne passano in secondo piano quando si parla dei diritti di tutti? Passano in secondo piano riguardo all' islam, riguardo ai gay e alla loro pretesa dell' utero in affitto: hanno tutti diritti meno le donne se davanti ci sono gli uomini: gay o musulmani che siano...uniti dalla stessa misoginia. La violenza contro le donne è meno violenza se davanti ci sono altre sigle: mezzaluna o LGBTQ .
MI OPPONGO NEL MODO PIU TOTALE ALLA LEGGE ETNICA RAZZISTA, DISCRIMINANTE E SEMPRE PIU PERVASIVA.
Visto che la maggior parte della popolazione non capisce neanche i distinguo semantici delle parole, sta SCHIFEZZA STA PASSANDO OVUNQUE, ma gli AVVOCATI E LA MAGISTRATURA DOVE SONO?
Nforcheri 3/9/2015
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Bolzano: Violenza, resistenza a Pubblico Ufficiale e danneggiamento aggravato, arrestato 24enne recidivo Giungeva una chiamata alla Centrale Operativa della Questura, attraverso il numero di emergenza “112 NUE”, per una segnalazione di un ubriaco molesto nei confronti di titolare e avventori di un locale di Piazza Walther, il “SIGNORVINO”.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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L'ospedale CTO di Napoli sta affrontando un aumento preoccupante di traumi penetranti causati da armi bianche e da fuoco. Il Direttore Mario Guarino esprime il suo sconforto riguardo a questa escalation, sottolineando il numero crescente di giovani minorenni che arrivano in ospedale a causa di violenze. Le età delle vittime vanno dai 14 ai 17 anni, e Guarino evidenzia la grande preoccupazione per i genitori che lavorano e ricevono notizie di tali incidenti. I medici si trovano a dover gestire situazioni drammatiche, con giovani in condizioni critiche e con lesioni che mettono a rischio la vita. Un episodio recente ha colpito particolarmente il personale medico, con una TAC che ha rivelato una lesione a pochi millimetri dal cuore di un giovane ferito. Inoltre, i dottori notano che molti dei proiettili che trattano provengono da armi modificate, aumentando la gravità delle situazioni. Gianfranco Wuzburger, presidente di un'associazione cattolica, denuncia la facilità con cui le armi possono essere acquistate e modificate. Spiega che è possibile acquistare online una scacciacani e trasformarla in un'arma letale con poche semplici modifiche, il tutto per un prezzo che varia tra i 50 e i 130 euro. Wuzburger dimostra di aver comprato un'arma in questo modo, sottolineando che esistono laboratori illegali che possono effettuare le modifiche necessarie per rendere l'arma offensiva. Questi laboratori sono gestiti da persone con competenze tecniche, in grado di alterare le armi in modo che possano causare danni significativi. La situazione è quindi allarmante, non solo per il numero crescente di feriti tra i giovani, ma anche per la facilità con cui le armi possono circolare nel mercato nero. Questo fenomeno suscita preoccupazione tra i professionisti della salute e la società in generale, segnando un drammatico aumento della violenza giovanile e il rischio connesso alle armi improvvisate. Gli ospedali si trovano a dover affrontare non solo il dolore delle vittime, ma anche le implicazioni sociali e legali di un problema sempre più in espansione.
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Tenta di lanciare dal quinto piano la madre poi massacra di botte la sorella Una 26enne a Catania prova a lanciare la madre dal quinto piano dopo un litigio, ferendo la sorellina di 10 anni. La cronaca nera italiana si arricchisce di un nuovo caso di violenza domestica che ha scosso l’opinione pubblica. Questa volta il dramma si è consumato a Catania, dove una giovane di 26 anni è stata accusata di aver tentato di lanciare la madre dal quinto piano di un edificio, dopo un acceso litigio. La donna di 47 anni, esasperata dalle continue vessazioni da parte della figlia, ha raccontato che tutto è iniziato con un rimprovero per il disordine in casa. La discussione è presto degenerata, trasformandosi in una violenta aggressione. Tentato omicidio e aggressione in famiglia: un caso sconvolgente a Catania I fatti si sono svolti nel quartiere Librino, già noto alle cronache per episodi di disagio sociale. Qui, la 26enne, già conosciuta dalle forze dell’ordine per precedenti episodi di violenza, ha sfogato la sua rabbia sulla madre, colpendola con schiaffi e pugni. Il culmine della violenza si è avuto quando la giovane ha cercato di spingere la madre giù dalla finestra della cucina, situata al quinto piano dello stabile. Fortunatamente, il tragico gesto non si è concretizzato grazie all’intervento della sorellina di appena 10 anni. Il coraggioso intervento della sorellina di 10 anni Il tentativo di omicidio ha avuto un epilogo meno drammatico grazie alla prontezza della sorellina della 26enne. La piccola, nel tentativo di difendere la madre, è intervenuta con coraggio, riuscendo a evitare il peggio. Tuttavia, nel corso della colluttazione, la bambina è rimasta ferita, riportando lesioni lievi. Dopo l’accaduto, la madre e la sorellina sono state soccorse dai vicini, che hanno allertato immediatamente i servizi di emergenza. Trasportate d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale San Marco, le due donne sono state curate per lo stato di shock e le ferite riportate. Successivamente, la madre ha formalizzato la denuncia presso la stazione dei carabinieri di Librino. Per la 26enne, l’autorità giudiziaria ha disposto il divieto di avvicinamento alle persone offese, un provvedimento necessario per prevenire ulteriori episodi di violenza. Questo tragico evento riporta all’attenzione il tema delle violenze familiari, un fenomeno ancora troppo diffuso e spesso sottovalutato, che richiede una risposta forte e decisa da parte delle istituzioni.
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Carcere di Ivrea: detenuto violento aggredisce Poliziotto Penitenziario, Emergenza Sicurezza nelle Carceri Italiane
Ivrea, ore 17:00 di sabato – Un grave episodio di violenza si è verificato presso la Casa Circondariale di Ivrea. Un detenuto, al rientro in carcere dopo una visita medica esterna, ha aggredito senza apparente motivo un Agente di Polizia Penitenziaria, colpendolo brutalmente con pugni e causandogli una grave lacerazione al sopracciglio. Grazie al tempestivo intervento del Personale di servizio…
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Alessandria: Violenza di genere, un evento formativo per sensibilizzare e agire. Un incontro multidisciplinare per affrontare e contrastare la violenza di genere
L'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria (AOU AL) rinnova il suo impegno nella lotta contro la violenza di genere organizzando un evento formativo e di sensibilizzazione.
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria (AOU AL) rinnova il suo impegno nella lotta contro la violenza di genere organizzando un evento formativo e di sensibilizzazione. Giovedì 5 dicembre, nel Salone di Rappresentanza di Via Venezia 16, dalle ore 9 alle 16.30, esperti del settore, professionisti sanitari e rappresentanti istituzionali si confronteranno per analizzare e condividere…
#Alessandria today#AOU Alessandria#assistenti sociali#attività interattive#comunità Alessandria#contrasto abusi#contrasto alla violenza#difesa dei diritti#Emergenza sanitaria#evento Alessandria#evento sanitario#Formazione#formazione specialistica#Forze dell&039;ordine#Google News#Inclusione sociale#Integrazione sociale#italianewsmedia.com#laboratorio analisi#lotta contro la violenza#Magistratura#multidisciplinare#neuropsichiatria infantile#Pier Carlo Lava#presa in carico vittime#Prevenzione#Pronto soccorso#protezione vittime#psichiatria#Psicologi
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4 giu 2024 16:34
L’ONESTÀ DI ENRICO – 1984, INDRO MONTANELLI SULLA MORTE DI BERLINGUER – ‘’IL LUCIFERINO PAJETTA, CHE NON LO HA MAI AMATO, DICEVA DI LUI: “FIN DA GIOVANISSIMO S’ISCRISSE ALLA DIREZIONE DEL PARTITO” - BERLINGUER È RIMASTO ALLA GUIDA DEL PCI PER 12 ANNI GRAZIE AL REGIME DI MONARCHIA INCOSTITUZIONALE CHE VIGE NEL PCI, DOVE SOLO PER PUTSCH IL RE PUÒ ESSERE SBALZATO DAL TRONO - SE È VERO CHE UN BUON NEMICO È ANCORA PIÙ PREZIOSO DI UN BUON AMICO, DOVREMO PIANGERE E RIMPIANGERE ENRICO BERLINGUER: UN NEMICO COME LUI, SU QUELLA SPONDA, NON LO TROVEREMO PIÙ” -
Dal “Fatto quotidiano”
Degli editoriali sul Giornale raccolti nel libro “Come un vascello pirata”, pubblichiamo quello sulla morte di Enrico Berlinguer (12 giugno 1984)
IL CARISSIMO NEMICO
Non sapremo mai se Togliatti designò alla propria successione Berlinguer perché aveva capito chi era, o perché non lo aveva capito. Quel ragazzo cresciuto nella sua segreteria doveva piacergli per molti versi.
Prima di tutto perché, appunto, era cresciuto nella sua segreteria, poi perché era un esecutore scrupoloso, silenzioso e zelante delle sue direttive, perché ormai conosceva a menadito la cosa più importante, l’“apparato ”, perché non aveva mai fatto parte di camarille, e forse soprattutto perché non era “reduce” di nulla.
Berlinguer non veniva dalla cospirazione antifascista – non ne aveva avuto il tempo – né dal fuoruscitismo, e anche con la Resistenza credo che avesse avuto ben poco a che fare. Il luciferino Pajetta, che non lo ha mai amato, diceva di lui: “Fin da giovanissimo s’iscrisse alla direzione del partito”.
Ma forse fu proprio per questo che Togliatti lo prescelse. Il vecchio navigatore formatosi alla scuola di Stalin e sopravvissuto – uno dei pochissimi, di quella leva – alle sue purghe, diffidava dei rivoluzionari e dei dottrinari: è sempre da costoro che poi vengono fuori i dissidenti e gli eretici. Voleva dei commis, come in Francia si chiamano gli alti funzionari dello Stato. Attribuendone le qualità a Berlinguer, vide giusto. Ma non si accorse che gliene mancava una, e forse la più necessaria: il cinismo.
Berlinguer è rimasto alla guida del Pci per dodici anni grazie unicamente al regime di monarchia incostituzionale che vige in quel partito, dove solo per putsch il re può essere sbalzato dal trono. Berlinguer, che probabilmente aveva fatto poco per ereditarlo, non ha mai avuto bisogno di fare molto per conservarlo, e dubito che lo avrebbe fatto. Non ha mai dato l’impressione di attaccamento alla poltrona e di disponibilità ai giuochi di potere.
La mancanza di ambizioni dovette rendergli ancora più pesanti le croci che via via gli toccò di portare. Fra i veterani della nomenklatura italiana non era amato: lo consideravano, per la sua mancanza di medagliere, una specie di abusivo che aveva saputo sfruttare (e non era vero) le simpatie del Grande Capo. Quanto alla cosiddetta “base”, solo da morto è riuscito a scaldarla.
Da vivo, non aveva nemmeno mai tentato. Uomo di sinedrio, più che agitatore di folle, non aveva il carisma né l’oratoria del tribuno, e quando saliva su un podio di piazza, sul volto malinconico e nel mesto sguardo gli si leggeva il disagio. Non giuocò mai al personaggio, mai cercò la passerella e il flash che anzi visibilmente lo imbarazzavano: a Costanzo e alla Carrà non saltò mai in testa d’invitarlo a uno dei loro intrattenimenti.
Le circostanze non lo favorirono. Appena entrato in carica dovette affrontare la drammatica emergenza del brigatismo rosso. Un leader più cinico di lui chissà come avrebbe giuocato quella carta. Berlinguer non nascose la sua ripugnanza a servirsene, che poi esplose, col caso Moro, nell’aperta sconfessione della violenza.
Credo che quest’ultimo episodio abbia segnato, per lui, una svolta decisiva. Berlinguer è stato certamente l’uomo dell’intesa coi cattolici – il famoso compromesso storico non solo perché a indicargliela erano stati Togliatti e, prima di lui, Gramsci. Ma perché ci credeva. Quello che molti si ostinavano a considerare soltanto uno zelante burocrate, un “secchione” di “apparato”, è stato forse il dirigente comunista che più e prima di ogni altro ha avvertito la crisi del comunismo, e ha cercato di risolverla nell’abbraccio coi cattolici.
Era logico che su questa strada incontrasse Moro, il cattolico che più e meglio degli altri sentiva la crisi della Democrazia cristiana e cercava di risolverla nell’abbraccio coi comunisti. In molte cose i due uomini si somigliavano: nel pessimismo, nella sfiducia, nella premonizione della disfatta.
La fine di Moro fu, per Berlinguer, quella del suo unico valido interlocutore. E orami chiedo se fu proprio lui a favorirla ponendo il veto a ogni trattativa coi terroristi; o se fu il partito a imporglielo per tagliargli la strada. Per i falchi del Pci, Berlinguer era ormai un personaggio scomodo e pericoloso, specie da quando aveva cominciato ad allentare gli ormeggi che lo legavano a Mosca.
Gli era perfino scappato di dire (a Pansa) che voleva in Italia un regime comunista, ma sotto l’ombrello della Nato che lo tenesse al riparo dalle soperchierie del padrone sovietico: la più grave e blasfema di tutte le eresie in cui un capo comunista possa incorrere. Lasciamo volentieri la ricostruzione di queste vicende agli esperti delle Botteghe Oscure, anche se non ne hanno mai azzeccata una.
Noi vogliamo solo rendere l’onore delle armi a un uomo che può anche aver commesso degli errori: ma mai disonestà o bassezze. Se è vero – com’è vero – che un buon nemico è ancora più prezioso di un buon amico, dovremo piangere e rimpiangere Enrico Berlinguer: un nemico come lui, su quella sponda, non lo troveremo più.
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ANPI Fuorigrotta, attività al via con il dibattito sull'articolo 1 della Costituzione
“L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro!”. Questo il titolo del dibattito, ispirato all’articolo 1 della Costituzione, che ha aperto ufficialmente le attività del circolo Anpi "Claudio Miccoli" di Fuorigrotta. ANPI Fuorigrotta, il dibattito "L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro!” L’appuntamento è andato in scena presso la Chiesa di San Vitale a Napoli. Hanno partecipato: - Gianluca Daniele, segretario generale Slc Cgil Napoli e Campania - Emanuela Ferrante, assessore allo Sport e alle Pari Opportunità del Comune di Napoli - Ciro Raia, presidente provinciale Anpi Napoli - Marco Esposito, ordinario dell’Università degli Studi Parthenope, - Roberto Speranza, già Ministro della Salute e parlamentare del Pd. I saluti sono stati a Carmine Sangiovanni, presidente della X Municipalità, l’introduzione e moderazione del dibattito sono stati a cura di Osvaldo Barba, presidente del circolo Anpi ‘Claudio Miccoli’ di Fuorigrotta a Napoli. Le parole dei protagonista del dibattito «L'Italia deve essere una Repubblica fondata sul lavoro». queste le parole di Gianluca Daniele, segretario generale Slc Cgil Napoli e Campania che durante il dibatti ha parlato dell'emergenza occupazionale a Napoli e in tutto il Mezzogiorno: «È un tema delicato che noi come CGIL stiamo affrontando con i nostri quesiti referendari. Portiamo avanti la battaglia contro i licenziamenti indiscriminati e naturalmente contro la precarietà che è la vera piaga». Roberto Speranza, ex ministro della Salute e attualmente parlamentare del Pd si concentra su un altro aspetto: «Va migliorata la qualità del lavoro. Spesso i giovani hanno formule contrattuali senza tutele che non possiamo accettare. Ringrazio l'Anpi per aver acceso i riflettori su questo problema». L'assessore allo Sport e alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, affronta la questione «del lavoro delle donne, le stesse che spesso sono anche vittime di violenza. È una vera e propria emergenza che le istruzioni non possono trascurare». Il dibattito è stato concluso da Ciro Raia, presidente dell'Anpi provinciale. «È la Costituzione a difendere il diritto a lavoro e noi come associazione partigiani non potevamo che sposare questo tema». Read the full article
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🌟 Vogliamo SMarphy: Un Manifesto per la Cura del Paziente
Gli abusi fisici e psicologici nei confronti del personale sanitario sono una questione estremamente seria e preoccupante. Esploreremo alcuni aspetti specifici riguardanti questo tema in Italia:
Legge 113/2020:
Nel 2020, l’Italia ha risposto all’allarme sociale riguardante le crescenti aggressioni agli operatori sanitari con l’approvazione della Legge n. 113 del 14 agosto.
Questa legislazione, intitolata “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni,” ha cercato di affrontare la questione delle aggressioni contro il personale medico1.
Tuttavia, a quasi tre anni dalla sua entrata in vigore, la sfida persiste.
Fattori di rischio:
Secondo la Relazione di Accompagnamento al disegno di legge S-867, i fattori di rischio responsabili di atti di violenza diretta contro gli esercenti le professioni sanitarie sono numerosi.
L’elemento peculiare e ricorrente è rappresentato dal rapporto fortemente interattivo e personale che si instaura tra il paziente e il sanitario durante l’erogazione della prestazione sanitaria.
Spesso sono coinvolti soggetti, come il paziente stesso o i familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo, specialmente se sotto l’effetto di alcol o droga1.
Dati INAIL:
I dati dell’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) mostrano un incremento degli infortuni sul lavoro dovuti ad aggressioni nel settore sanitario.
Nel 2022, sono stati registrati oltre 1.600 casi positivi di aggressioni sul lavoro, rispetto al 2021 (circa un centinaio di casi in più) e ancor di più rispetto al 2020 (circa 1.400 denunce).
Nel quinquennio, il 37% dei casi è concentrato nell’Assistenza sanitaria (ospedali, case di cura, studi), il 33% nei Servizi di assistenza sociale residenziale (case di riposo, strutture di assistenza infermieristica, centri di accoglienza, ecc.) e il 30% nell’Assistenza sociale non residenziale.
Le donne sono soprattutto colpite, rappresentando oltre il 70% degli infortunati1.
Emergenza pandemica da Covid-19:
La legge è stata approvata proprio nel corso dell’emergenza pandemica da Covid-19 e risente in qualche modo del sentimento di gratitudine nei confronti del personale sanitario che lavora a pieno ritmo nella cura delle persone contagiate1.
In sintesi, la violenza contro il personale sanitario è un problema grave e richiede misure concrete per garantire la loro sicurezza e benessere. La formazione, la sensibilizzazione e l’implementazione di protocolli di sicurezza sono essenziali per affrontare questa sfida.
📊 Statistiche sulle Denunce dei Pazienti contro Medici Abusanti
Le statistiche riguardanti le denunce dei pazienti nei confronti dei medici sono rivelatrici:
In Italia, negli ultimi tre anni, sono stati registrati oltre 5.000 casi di aggressione nei confronti degli operatori sanitari. Il 71% di questi casi riguarda le donne, mentre il 39% coinvolge operatori sanitari tra i 35 e i 49 anni. La categoria più colpita è quella degli infermieri ed educatori che lavorano con tossicodipendenti e alcolisti, seguita dai operatori socio-sanitari. La categoria dei medici rappresenta il 3% dei casi 4.
La lotta per la dignità e la cura del paziente continua. #VogliamoSMarphy! 🌟👂🏥
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Fuori l’8 Marzo il singolo degli Snap-Out - Drugo
Unire temi sociali e musica ed essere un esempio tangibile di inclusione
E’ la carta d’identità degli Snap-Out, band formata da cinque giovanissimi musicisti che ha al suo interno ragazzi autistici, con disturbi dell’apprendimento e bullizzati. L’8 Marzo esce “Drugo”, il loro nuovo singolo che prende spunto da episodi realmente accaduti, di orrenda quotidianità. Il brano racconta una storia di un personaggio immaginario, ma purtroppo sempre più identificabile con il classico “bravo ragazzo” della porta accanto, quello all’apparenza gentile e fidato quando è solo, ma che unendosi al “branco” può trasformarsi in mostro, scaricando odio e violenza sul più debole, sul diverso, e diventa il razzista capace di ogni atrocità. Il brano è stato scritto per raccontare la sensazione di avvilimento che si prova nell’assistere non solo all’orrore o al racconto dello stesso, quanto nello scoprire che l’attore principale era un nostro vicino insospettabile. “Drugo” è quindi una denuncia del razzismo strisciante che sta crescendo sempre più nel nostro paese, ma anche un modo per ricordare a tutti quali sono i valori della nostra civiltà. Non bisogna far passare come normalità le numerose vicende orrende di cronaca proposte dai media, non sdoganarle superficialmente come qualcosa che tanto è lontana da noi e ristretta ad uno sparuto numero di persone. “ Drugo”esiste ed è vicino, e tutti i discorsi tesi a giustificare le idee razziali, a motivarle, a dare loro una base di legittimità contribuiscono a creare più soggetti di questo tipo.
Gli Snap-Out sono formati da Emiliano Monteleone (20 anni frontman, voce e tastiere), Luca Ruggieri (20 anni batteria, violino, chitarra e voce distorta), Raul Ruggieri (18 anni basso, contrabbasso, piano, chitarra, voce) Luca Parente (20 anni chitarra e voce) e Flavio Blasi (18 anni chitarra). Il loro stile musicale viene definito un mix tra eclettico e rock alternativo perché la band è solita unire brani aggressivi e potenti a ballate più soft, anche se molte delle loro produzioni sono di tipico stampo indie, progressive o puro pop. Per il look la formazione si identifica con accenni modaioli che richiamano alla periferia metropolitana degradata, con una connotazione specifica di rimando alla loro musica. Combattono fortemente le discriminazioni, gli abusi ed il razzismo, con la loro sensibilità verso tematiche sociali, di integrazione ed inclusione sempre vicini alle cause di persone fragili. Con il loro esempio vogliono trasmettere un messaggio positivo a coloro che si sentono discriminati; nei testi affrontano i problemi dei ragazzi cresciuti in una realtà sempre più multietnica in cui i problemi personali si sommano a quelli sociali e raccontano le loro storie che parlano di scorci di vita cruda e senza filtri.
Dal 13 marzo disponibile il videoclip del brano su Youtube.
La band ha collezionato numerosissime esibizioni “live” e nel 2020 aveva già al suo attivo più di 120 serate nei locali di musica dal vivo di Roma, vincendo diversi premi della critica e qualificandosi primi in concorsi nazionali. Durante i loro show, dove si nota la stoffa di musicisti tecnicamente fortissimi, offrono uno spettacolo dinamico e coinvolgente scambiandosi spesso gli strumenti, come accadeva in altre band negli anni ’70. L’anima del loro spettacolo è un crescendo di dinamicità che finisce quasi sempre con il salto mortale all’indietro del chitarrista, che è anche un maestro di parkour, impressionando il pubblico con questa inedita acrobazia. Per ammirarli dal vivo di seguito le date del tour in programma da marzo:
Marzo Traffic Club Emergenza Live (10/3) Grooveria Fiumicino (19/3) Locanda Blues (21/3)
Aprile Absolut Roma (7/4) Glitch Roma (14/4) Grooveria Fiumicino (20/4) Locanda Blues (21/4) Comune di Fonte Nuova (27/4)
Maggio Locanda Blues (19/5) Comune di Fonte Nuova (26/5)
Giugno Locanda Blues (9/6) Parco Fluviale Teramo (26/6)
Luglio Casale Caletto Roma (12/7) Comune di Sacrofano (14/7) Giardino Verano Roma (19/7) Comune di Fonte Nuova (21/7)
Agosto Myconos Porto Cesareo (9/8) Magazzini Casotti Gallipoli (10/8) Myconos Porto Cesareo (11/8) Magazzini Casotti Gallipoli (12/8) Royal Oak Ceglie (14/8)
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Il SOLITO Marocchino🇲🇦.
E questo è solo l’ultimo caso.
I marocchini sono una emergenza nazionale🇮🇹.
Uccidono quasi UN ITALIANO AL GIORNO.
Se includiamo stupri e altri reati,ne commettono molti di più al giorno.
E non c’è distinzione tra "REGOLARI" e CLANDESTINI.
La nazionalità straniera più rappresentata negli istituti penitenziari italiani è infatti quella MAROCCHINA, che rappresenta il 19,9% dei detenuti stranieri reclusi.
Vi è poi la rumena🇷🇴(11,9%),
l’albanese🇦🇱(10,7%),
la tunisina TUNISIA🇹��(10,2%),
e la nigeriana🇳🇪(7,5%). Poi tutte le altre: Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, tribali africani ecc ..
Parliamo di UN ESERCITO di oltre 3mila immigrati su 398mila residenti marocchini in Italia,che sono l’11,8% dei residenti stranieri in Italia.
Quindi,i marocchini delinquono IL DOPPIO rispetto alla media di TUTTI gli immigrati.
Questa propensione al crimine dei marocchini la dobbiamo alla LORO composizione demografica:
il 30% sono minori.
Le baby Gang.
Questa è un'immigrazione di ripopolamento.
Non c’entra NULLA col lavoro,visto che TUTTI vivono di sussidi.
Urge rimpatriare le culture dello stupro e della violenza: quelle che non si possono nominare perché sono la casta che i globalisti vogliono intoccabili...
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