#dramma antico
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dueminuti · 11 months ago
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sheltiechicago · 1 month ago
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Illustration for “Mille et une nuits”, 1913
Amazing Illustrations And Posters Designed By Duilio Cambellotti In The Early 20th Century
Italian applied artist, illustrator, painter, sculptor, and designer Duilio Cambellotti (1876–1960) was involved in the Arts & Crafts and Art Nouveau movements, and his impact extended beyond the aesthetic and political to the social and political. His fidelity to agrarian motifs and versatility across a broad spectrum of visual and design disciplines have earned him recognition.
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Teatro Greco di Siracusa, Istituto Nazionale del Dramma Antico, 1918
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Teatro Greco di Siracursa, “Coefore” di Eschilo, 1921
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I Sette a Tebe, Antigone, 1924
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swallowtail-ageha · 1 year ago
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MEDEA (EURIPIDES) 2023
| Syracuse Theatre Festival
Producer: INDA (Istituto Nazionale Dramma Antico)
Director: Federico Tiezzi
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multiverseofseries · 8 months ago
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La Bella Estate: la sensuale primavera del nostro scontento
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La bella estate, adattamento del romanzo di Cesare Pavese ad opera di Laura Luchetti, con Yile Yara Vianello, Deva Cassel e Alessandro Piavani.
La bellezza delle opere di Cesare Pavese la ritroviamo nella descrizione dei personaggi. Dai piccoli e nitidi dettagli che fanno vivere sulla pagina uomini e donne. Nel caso però de La bella estate, soprattutto donne, essendo uno dei più noti romanzi "al femminile" dello scrittore piemontese. E del resto chi meglio di una regista può portarlo sul grande schermo? E di fronte a tale impresa Laura Luchetti trova una chiave di lettura efficace. Quanto Amelia, interpretata da Deva Cassel al suo debutto sul grande schermo, nella volontà di Pavese e Luchetti, è sfuggente e misteriosa, quanto Ginia, A interpretarla è Yile Yara Vianello già vista in Corpo celeste e La chimera di Alice Rohrwacher, la vera protagonista, è radicata nel presente, divisa tra l'impiego come sarta e i lavori domestici per accudire il fratello Severino.
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La chimica tra le due attrici è il fulcro attorno a cui ruota La bella estate, dramma in costume elegante e calibrato. La ricostruzione temporale operata da Laura Luchetti avvolge lo spettatore grazie a personaggi vividi, i cui piccoli drammi catturano da subito l'attenzione nonostante il senso di incompiuto che incombe in sottofondo. A stupire però è la rappresentazione di queste giovani donne che, nell'estate del '38, con la Seconda Guerra Mondiale che bussa alle porte, sono più preoccupate a cercare un'attività che le realizzi in una concezione decisamente moderna.
Con un'estetica che rispetta i canoni dell'epoca in cui la storia è ambientata, e la grande cura nell'aspetto dei personaggi, nei costumi, nelle posture, nella ricostruzione degli ambienti, La bella estate ci sottopone l'universalità della forza vitale della gioventù attraverso le vite di un gruppo di amici che lottano contro le difficoltà del quotidiano in una grande città come Torino e le loro reazioni di fronte all'arrivo di un elemento estraneo. Elemento che si manifesterà nella persona di Amelia, che fa il suo ingresso arrivando a nuoto dal lago dopo essersi tuffata come una sirena e introduce Ginia nel suo mondo fatto di assenzio, pittori spiantati, atelier polverosi e sensualità smaccata.
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la regista prende alla lettera il titolo del suo nuovo lavoro costruendo una pellicola fatta di sguardi, primissimi piani, corpi adagiati su sofà, ma anche su mani consumate dal lavoro o sporche di pittura. I giovani al centro della storia sono tutti belli, vitali. Alessandro Piavani si carica sulle spalle il perso del personaggio più sgradevole quel Guido che alterna sedute di pittura e attività predatoria cercando giovani donne da sedurre nell'atelier che condivide con il più estroso Rodriguez (Adrien Dewitte). La bella estate è la storia della maturazione di una giovane donna attraverso dolori, rimpianti, errori, silenzi e passi falsi. Niente di nuovo sotto il sole, ma grazie allo sforzo registico di Laura Luchetti questo mondo antico risulta meno lontano nel tempo del previsto.
La bella estate è un film profondamente sensuale, ma la sensibilità della regista interviene nella rappresentazione del sesso "raffreddandola" per evitare volgarità e scene gratuite. Mentre i nudi di Amelia, che di lavoro fa la modella, sono sempre contenuti e ridotti a una sorta di vedo/non vedo, il nudo di Ginia risulta totalmente naturale. Il tocco femminile nella rappresentazione coreografica affiora nella prima volta di Ginia, nell'irruenza sessuale di Guido e nelle danze maliziose di Amelia culminando infine nel ballo lento tra le due ragazze durante una festa di paese, con la telecamera talmente vicina al loro volti da spingere lo spettatore a chiedersi se intorno a loro le altre persone si siano rese conto del loro legame speciale o se questo esiste principalmente nelle loro menti.
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La bella estate: Yile Yara Vianello e Alessandro Piavani a Locarno 2023
Parlare di relazione omosessuale ed esplorazione della propria identità sotto il Fascismo non è semplice e il film di Laura Luchetti è molto prudente nella rappresentazione del rapporto tra Ginia e Amelia, limitandosi a mezze frasi, sguardi languidi, senza mai esplicitare la questione. Se da una parte quest'aura di non detto può rendere, si, più intrigante la scoperta di questo piccolo mondo antico, in cui troviamo echi del presente, dall'altra può risultare frustrante. Perchè anche nei momenti più intensi si continua a percepire un certo distacco emotivo, una freddezza di fondo dovuta al registro usato dai personaggi.
In conclusione un La bella estate, di Laura Lucchetti pellicola liberamente ispirata al classico di Cesare Pavese, è adattamento centrato e affascinante. Il film traduce in immagini le vicende delle adolescenti in cerca di identità raccontate da Pavese, inglobando in un ambientazione classica elementi che risultano anche contemporanei. Convincente il cast, nonostante le performance risultino complessivamente troppo corrette e poco coinvolgenti a livello emotivo.
👍
- La ricostruzione di un'epoca risulta affascinante grazie agli sforzi produttivi in termini di ambienti, costumi e scenografie.
- La regia equilibrata ed elegante.
- L'essenza del romanzo di Pavese prende vita con un'apertura all'attualità.
👎
- Le performance del cast corrette, ma poco coinvolgenti.
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susieporta · 10 months ago
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Fante di Bastoni.
"La Materia si prepara al crollo dell'Illusione".
Inizia un nuovo viaggio.
Per molti, non per tutti.
Zaino in spalla dunque. Ci sarà un cammino impegnativo da compiere. Colmo di nuovi panorami e straordinari incontri.
Le chiusure degli ultimi mesi sono state faticose. A tratti davvero spaccanti.
Avevamo ampiamente preparato il terreno. Ma dovevamo affrontare il nostro scoglio più profondo: l'attaccamento al nostro Falso Sè.
Dovevamo rompere l'illusione del nostro antico ruolo e ripeterlo nella Materia in più trance, per essere pronti al rilascio finale.
Così è stato.
Abbiamo rivisto le relazioni del Passato, costruite intorno alle nostre ferite e ai nostri vuoti d'amore.
Abbiamo controllato pervasivamente l'Altro, sognando che fosse diverso, che avrebbe colmato le nostre mancanze, che si sarebbe immolato per la causa del nostro rapporto.
E l'Altro ci ha regalato ambivalenza, evitamento, fuga e rifiuto.
Abbiamo costruito castelli di idealizzazione e menzogna, conditi da giustificazioni e speranze.
La Verità ci faceva soffrire.
Eravamo in preda a sanguinolente Ferite, che non facevano altro che attrarre ulteriori lame fendenti.
Il bagno di realtà ci ha permesso di affrontare le emozioni sottese a questo movimento disfunzionale: ci siamo ritrovati faccia a faccia con i nostri mostri interiori.
Non di rado conditi da un buon contorno di dipendenza affettiva.
A tratti è stato insostenibile.
Ma siamo qua. All'ingresso del Nuovo. Con le braccia spalancate e il cuore vibrante.
In attesa che crolli tutto ciò che ancora nella Materia ci lega al Passato. Senza più addolorarci, senza più opporre alcuna resistenza.
Crollerà.
Nella Materia tutto il "conosciuto" sta per crollare.
Perché non è più sostenuto da alcun aggancio emotivo.
Non ci serve più.
E quando smettiamo di fornire energia ad un'illusione, essa si dissolve, portando con sé anche la manifestazione materica che la sosteneva.
Dopo il "dentro", ora tocca al "fuori" trasformarsi.
Vedremo concludersi tutto ciò che si agganciava tenacemente alle nostre Ferite irrisolte: professioni, abitazioni, relazioni, luoghi.
Ci vorrà qualche mese per passare dalla fine interiore al cambiamento di struttura nella Materia.
Se qualcosa si salverà, sarà solo perché saldamente ancorato alle basi del Nuovo. E dunque sano.
Non ne faremo un dramma stavolta.
Interiormente c'è già stata la parola Fine a chiudere questo passaggio.
Assisteremo con relativo distacco a ciò che verrà spazzato via.
Poiché saremo già ampiamente impegnati a costruire altrove la nostra versione più bella e splendente, circondati da relazioni appaganti e sincere, consapevoli del nostro vero valore, entusiaste di sperimentarsi insieme a noi nella co-creazione di un Mondo Nuovo.
Buon lunedì. Sarà una settimana di grandi sorprese e riconoscimenti. Si viaggia più leggeri d'ora in poi. E meno "drammatici".
Mirtilla Esmeralda
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finelythreadedsky · 1 year ago
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where did u get the theatre posters u mentioned in ur last post? they look really cool!
at a recent production of the istituto nazionale del dramma antico in siracusa! they were selling reprints of the posters for the 1914 agamemnon, the 1921 choephori, and the 1922 bacchae, plus some more recent seasons.
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nazsefik · 2 years ago
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Sperduti nel buio è un film muto italiano del 1914 diretto da Nino Martoglio.
Si ritiene che il film sia andato perduto. L’ultima copia del film fu trafugata da soldati tedeschi dal Centro Sperimentale di Cinematografia durante la seconda guerra mondiale e di essa si sono perse le tracce.
È da molti critici considerato il padre più antico del Neorealismo per il suo carattere di cinema realistico regionale.
È considerato il primo film realista della storia, precursore del realismo russo, francese ed italiano. Il film ricavato dall’omonimo dramma di Roberto Bracco (1901), fu prodotto nel 1914 dalla Morgana film di Catania e diretto da Nino Martoglio. I protagonisti erano Giovanni Grasso e Virginia Balistrieri.
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la-lettrice-testarda · 1 year ago
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L'arminuta, Donatella Di Pietrantonio
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Nel tempo ho perso anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre
Un’antica leggenda orientale racconta di un bambino e due madri, una “vera”, che lo abbandona per un guardaroba, e una acquisita, che lo cresce e lo educa. Entrambe lo reclamano, e ad un giudice l’onere di scegliere quale sia la madre. Per farlo, il bambino verrà messo al centro di un cerchio di gesso disegnato in terra e la prima che riuscirà a portarlo fuori sarà la madre. Una, quella che lo aveva abbandonato, lo afferra con foga, l’altra, quella che lo aveva curato, rimane ferma, immobile, per il terrore di farle male. La vittoria è ovvia, per il giudice, essa sarà la madre. Ho pensato subito al dramma di Brecht, leggendo L’arminuta. Ne Il cerchio di Gesso del Caucaso c’è, di base, un giudizio. Ne L’arminuta potremmo pensare che ci sia, allo stesso, un giudizio, eppure Di Pietrantonio rimane imparziale, lascia alla ragazzina il compito di essere la giudice. E lo è, giudice. Per lei non ci sono due madri, per lei ci sono due donne: quella “di prima”, già senza nome, che l’ha messa al mondo, aspra, reticente, apparentemente restia ai sentimenti, che semplicemente serba in silenzio e con timidezza, e quella “di mare”, che anche se un nome lo possiede (Adalgisa), perde gradualmente identità nel momento delle due verità, la prima, che riporta l’arminuta al paese senza spiegazioni, la seconda che si scopre solo e soltanto alla fine. Ha un sapore crudo e salato, questa storia. C’è il sale del mare che l’arminuta respira nei ricordi, sempre più sbiaditi, sempre emotivamente più distanti, c’è il sale del sangue che viene versato ogni qual volta che, il naturale bisogno di imporsi dei figli emerge e viene ricomposto sotto le percosse dei genitori. In quel nuovo contesto, l’arminuta, “la ritornata”, perde identità, ma al contempo la ritrova perché la ricostruisce; nel rapporto con la nuova sorella, Adriana, nella scoperta del corpo, un corpo con delle forme che, soprattutto nei primordi dell’adolescenza, risulta estraneo e confuso nelle sensazioni provate, da provare e negli sguardi. Soprattutto quelli di Vincenzo, quel fratello che, nel sangue, ha anche lui il sale che lo porta ogni volta a seguire gli istinti, soprattutto la fuga, ma anche quello più animale. C’è il sale anche nella lingua, continuamente in bilico tra il calore della chiarezza dell’italiano e un nuovo calore, quello antico, quello di un abbruzzese dapprima brullo ed estraneo, nel quale la ragazzina, solo dopo tanto tempo, scopre una nuova lingua, una nuova identità.
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dimensionesogno · 3 months ago
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DRAMMA ANTICO
Afrodite nasce dalle onde del greco mar, il mare Ionio che sta dentro il mare che sta in mezzo alle terre, nasce dal seme del Cielo stellato, Ouranos, nasce dal membro amputato dal figlio, Kronos, Ouranos e Kronos per Lei, la Venere greca aveva del maschio e della femmina, bastava a se stessa, autonoma perché faceva Legge a se stessa, a se stessa, a se stessa, autos kai nomos, potere e gloria…
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eliogia · 3 months ago
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sulle nostre nuvole
undici rose metafora di uomini arresi al destino non di fatto; rosa rossa sul mazzo bianco ormai stanco sciupato dal caldo di un giorno avaro ma giusto ed onesto nel confessare verità di quell'angelo semplice venerato quanto smarrito nei troppi falsi istinti confusi di un orgoglio antico che rivela palese ostinatezza nel perpetrare l'errore di un intelletto precario travolto dall'intensità dell'espressione di un arte, impossibile accondiscende la mediocrità ma non rinuncia alla preghiera nel tempo ormai sopita nemmeno nota in ricordi e presagi Piangono i loro steli gettati al macero serba nella mente quella rosa la sua idea. non so se sono impazzito so che ne vorrei per costruire sogni, ancora una volta, giochi fantastici donano ali che ci trasportano in ogni momento sulle nostre nuvole senza esserne all'altezza ma nessuno immagina mai quanto si desideri provare. non si può costringere per questo accetto il fato senza nascondere ciò che ho sentito e continuerò a credere: le fantasie devono esistere. non troppo vecchie ne troppo giovani per comportamenti incauti e irragionevoli, fiero di esserne capace imbranato nell'imbarazzo senza risposta ma in un incontro , un semplice, nessun mi dispiace perché quando manca agli avvenimenti non avremo pianto per le violenze ne emozioni per gli eroi le cui lunghe notti nascoste sotto un cappello inginocchiato nel freddo austero profondo vuoto la gotica cattedrale nel nome proprio Buia Oscurità evoca le avide poesie del dramma squartato al banchetto silente sulla sinfonia in viaggio attraverso sentieri transfrontalieri rifiuti di mestieri prosa dell'uomo ignoti al sacerdozio di Giuda immaturo accolito cerimoniere inconsapevole che sparge siffatti petali di rosa
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aki1975 · 4 months ago
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Dopo la caduta dell’Impero Romano, i popoli barbarici occupano l’Europa: mentre nel Nord Italia si insediano i Longobardi (di loro rimangono vestigia persino nell’Isola Comacina), in Inghilterra vi sono gli Angli, i Sassoni, gli stanziamenti dei Danesi, le incursioni dei Vichinghi e l’arrivo del popolo norreno dei Normanni. L’incontro fra questi popoli darà vita alla lingua e alla letteratura inglese.
Queste sono le principali tappe.
Angli e Sassoni ( - 1066)
Il poema Beowulf narra la saga della lotta fra questo eroe e mostri scandinavi. La sua ambientazione danese è prova delle influenze norrene in Inghilterra: la confluenza fra le lingue celtiche, germaniche e scandinave produce l’inglese antico.
Normanni (1066 - 1154)
La conquista normanna da parte di Guglielmo I introduce, attraverso i romance cavallereschi come il ciclo arturiano, elementi francesi nell’inglese antico ed è alla base dell’inglese medio di questo periodo.
Plantageneti (1154 - 1399)
Enrico II (1154 - 1189), marito di Eleonora d’Aquitania
Riccardo I (1189 - 1199)
Ambientato nel 1194, Ivanhoe di Walter Scott (1819) racconta la fusione del popolo anglosassone e del popolo normanno nel matrimonio fra la sassone Rowena e Ivanhoe, cavaliere che aveva seguito Riccardo alla crociata.
Giovanni Senzaterra (1199 - 1216)
Enrico III (1216 - 1272), in età minore soggetto alla tutela di Guglielmo il Maresciallo e Guala Bicchieri.
Edoardo I (1272 - 1307), antagonista di William Wallace
Edoardo II (1307 - 1327)
Edoardo III (1327 - 1377)
1346 - Edoardo III, grazie ai suoi arcieri, sconfigge i francesi a Crecy nella prima battaglia della Guerra dei Cent’anni.
1356 - Vittoria inglese di Poitiers
Riccardo II (1377 - 1399), nipote di Edoardo III, figlio del Principe Nero che si era distinto a Poitiers, in seguito alla crisi della Guerra dei Cento Anni, è deposto da Enrico Bolingbroke della casa di Lancaster. Sotto il suo regno ha luogo la rivolta dei contadini inglesi (1381).
1388 - I racconti di Canterbury (Chaucer) che, in “medio inglese”, mette in scena una società più ampia di quella cortese sulla scia del Decameron: del resto Chaucer era stato in Italia per attività diplomatiche.
Lancaster (1399 - 1471)
Enrico IV (1399 - 1413)
Enrico V (1413 - 1422), già principe “Hal”, nel dramma di Shakespeare amico di Falstaff. Sconfitti i francesi ad Azincourt (1415), sposa la figlia del re di Francia Caterina di Valois.
Enrico VI (1422 - 1461, 1470 - 1471) sotto il cui regno si hanno le sconfitte da parte di Giovanna d’Arco, arsa sul rogo nel 1431. In Shakespeare simbolo dell’uomo che soffre per il potere che ha ricevuto, muore nel 1471 nella Torre di Londra, imprigionato dagli York del futuro Edoardo IV al termine della Guerra delle Due Rose.
“Questa battaglia è come la guerra del mattino quando le nubi morenti contendono con la luce che cresce, e il pastore soffiandosi sulle dita intirizzite non sa se sia giorno o notte. Ora la vittoria inclina da questa parte, come un mare possente forzato dalla marea a combattere con il vento; ora inclina dall'altra parte, come quello stesso mare che la furia del vento forzi a ritirarsi; talora la vince il vento e talora la marea; ora l'uno è più forte ora l'altra fortissima: lottano entrambi per la vittoria corpo a corpo, e nessuno è vincitore o vinto: così ugualmente bilanciata è questa terribile battaglia” (Shakespeare, Enrico VI)
York (1471 - 1485)
Edoardo IV (1461 - 1470, 1471 - 1483)
Edoardo V (1483)
Riccardo III (1483 - 1485), sconfitto a Bosworth da Enrico Tudor
Tudor (1485 - 1603)
Enrico VII (1485 - 1509)
Enrico VIII (1509 - 1547)
Elisabetta I (1547 - 1603)
1516 - Utopia di Tommaso Moro
Shakespeare scrive in early modern English come il volgare di Dante: per questo si chiama Commedia.
Sonetto 75
Tu sei per la mia mente, come cibo per la vita. / Come le piogge di primavera, sono per la terra. / E per goderti in pace, combatto la stessa guerra / che conduce un avaro, per accumular ricchezza. / Prima, orgoglioso di possedere e, subito dopo, / roso dal dubbio, che il tempo gli scippi il tesoro. / Prima, voglioso di restare solo con te, / poi, orgoglioso che il mondo veda il mio piacere. / Talvolta, sazio di banchettare del tuo sguardo, / subito dopo, affamato di una tua occhiata. / Non possiedo, né perseguo alcun piacere, / se non ciò che ho da te, o da te io posso avere. / Così ogni giorno, soffro di fame e sazietà, / di tutto ghiotto, e d’ogni cosa privo.
Sonetto 116
Non sia mai ch’io ponga impedimenti all’unione di anime fedeli; / Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento / o tende a svanire quando l’altro s’allontana. / Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; / è la stella-guida di ogni sperduta barca, / il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. / Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote / dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore / o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: / se questo è errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato
Elisabetta I crea la Compagnia delle Indie Orientali che gestirà il commercio fino al 1874 quando nascerà il Vicerè delle Indie.
Stuart (1603 - 1714)
Giacomo I (1603 - 1625), amante di George Villers, il duca di Buckingham presente nei Tre Moschettieri di Dumas
Carlo I (1625 - 1649), decapitato e seguito dal periodo del Commonwealth di Oliver Cromwell
Carlo II (1660 - 1685)
Giacomo II (1685 - 1688), deposto dalla Gloriosa Rivoluzione
Maria II (1688 - 1694) seguita dal marito
Guglielmo d’Orange (1694 - 1702)
Anna (1702 - 1714)
1606 - Volpone (Ben Jonson), ambientato a Venezia
1611 - Bibbia di Re Giacomo
1633 - Poemi (John Donne, “Nessun uomo è un'isola … non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana: essa suona per te”)
1667 - Paradiso Perduto (Milton). Il Puritanesimo, di cui Milton ha fatto parte, portò alla chiusura dei teatri e alla fine di quel periodo dorato a cui appartengono, fra gli altri, Marlowe e Shakespeare. Nel poema si assiste a quel fervore e a quello stile presenti anche nel Tasso. La lettera scarlatta (Hawthorne, 1850) racconterà il puritanesimo americano e la condanna di un'adultera.
1703 - Il Duca di Malborough ed Eugenio di Savoia sconfiggono i francesi a Bleinheim nella guerra di successione spagnola: nel 1713 il Trattato di Utrecht. La Gran Bretagna ottieni i possedimenti francesi in America ed è dominatrice incontrastata dei commerci marittimi.
Hannover (1714 - 1901)
Giorgio I (1714 - 1727)
Giorgio II (1727 - 1760)
Giorgio III (1760- 1820) di cui è famosa la “pazzia di Re Giorgio”
Giorgio IV (1820 - 1830), reggente dal 1811
Guglielmo IV (1830 - 1837)
Vittoria (1837 - 1901)
1719 - Robinson Crusoe (Defoe). Il protagonista, esponente della borghesia in ascesa, non è in viaggio per Dio, per il Re, per la Dama, ma per raggiungere la sua piantagione e la società che costruisce è orientata alla produzione, non ad un ideale. Si tratta di un novel e non di un romance cavalleresco in seguito all’evoluzione costituzionale e parlamentare della monarchia ed all’esistenza di una classe, quella borghese, che acquistava libri.
1721 - 1742 Robert Walpole primo Primo Ministro whig di Giorgio I
1722 - Moll Flanders (Defoe). La protagonista, lontana dai canoni morali tradizionali, vive le disavventure dovute al suo materialismo e alla corruzione della società.
1726 - I viaggi di Gulliver (Swift) che influenzerà il romanzo epico americano Moby Dick (Melville, 1851).
1749 - Tom Jones (Fielding) il cui protagonista orfano denota l’origine picaresca del romanzo moderno.
1757 - Edmund Burke fonda la poetica del Sublime
1759 - La vita e le opinioni di Tristram Shandy (Sterne)
1760 - Canti di Ossian (Macpherson)
1763 - Fine della Guerra dei Sette Anni: l’Inghilterra �� padrona di tutte le colonie americane e del Canada.
1764 - Il castello di Otranto (Walpole), iniziatore del romanzo gotico
1773 - 1783 Sotto Giorgio III, Guerra di secessione americana iniziata con la rivolta del Boston Tea Party e decisa dalla battaglia di Yorktown (1781).
1798 - Ballate liriche (Woodsworth, Coleridge). Inizio del Romanticismo in contrapposizione con il neoclassicismo e la rivoluzione industriale (“I Wandered Lonely as a Cloud”). La ballata del vecchio marinaio (Coleridge) è il poema immaginifico di un viaggio avventuroso, di tipo gotico e medievale, e della sorte del marinaio che uccide l’albatros come il poeta romantico che, per creare, si scaglia contro le consuetudini.
1805 - Nelson sconfigge Napoleone a Trafalgar
1811 - Per via della follia di Giorgio III, inizia la reggenza del figlio Giorgio IV, periodo nel quale vi sono la vittoria su Napoleone, il neoclassicismo nelle arti, il dandismo.
Ragione e Sentimento (Austen), esempio di novel of manners, storie d’amore delle sorelle Elinor e Marianne.
1813 - Orgoglio e pregiudizio (Jane Austen), storia d’amore fra l’indipendente Lizzy Bennet, di ceto inferiore, e il Signor Darcy.
1818
Anno di maggior produzione di Keats, noto per la “negative capability” ovvero la capacità di farsi influenzare dal contesto, anche solo con espressioni evocative.
Il pellegrinaggio del giovane Aroldo (Byron) in cui diventa popolare l’eroe byroniano che combatte per la libertà dei popoli all’epoca della Restaurazione.
In Frankenstein di Mary Shelley si trattano i temi della responsabilità dello scienziato e dell’intellettuale (Vita di Galileo di Brecht, Faust di Goethe) e della società i cui pregiudizi marginalizzano la creatura e si introduce il dualismo dell’individuo.
1818 - Northanger Abbey (Austen), una satira del romanzo gotico
1836 - Ne Il Circolo Pickwick Dickens dà inizio al romanzo a puntate (“Make them laugh, make them cry, make them wait”) e racconta in modo umoristico l’Inghilterra rurale di quegli anni. Doveva essere il commento a delle vignette satiriche, divenne un romanzo illustrato di mille pagine.
Età vittoriana (1837 - 1901)
1838 - Oliver Twist (Dickens) racconta la situazione delle workhouses. Con toni ironici e drammatici, riesce a rappresentare luci e ombre della società vittoriana.
1844 - Barry Lyndon (Thackeray)
1847
Jane Eyre (Charlotte Bronte). In questo romanzo di formazione (Bildungsroman), l’orfana (come il Tom Jones di Fielding, 1749 e Oliver Twist) riesce a crearsi un’educazione è una posizione fino a trovare l’amore: la purezza salva.
Wuthering Heights (Emily Bronte). Il romanzo tratta dell’amore passionale fra Catherine e il tenebroso Heathcliff, un’opera di stampo romantico in epoca vittoriana.
1849 - David Copperfield (Dickens). Autobiografia romanzata dell’autore, storia di affrancamento di un ragazzo che si afferma fnonostante le avversità familiari e sociali del tempo.
1886 - Lo strano caso del Dr. Jeckill e di Mr. Hyde (Stevenson)
1889 - Tre uomini in barca (Jerome), originariamente pensato come guida turistica.
1894 - Il libro della giungla (Kipling)
1897 - Dracula (Stoker)
1899 - Cuore di tenebra (Conrad)
Windsor (1901 - )
Edoardo VII (1901 - 1910)
Giorgio V (1910 - 1936)
Edoardo VIII (1936)
Giorgio VI (1936 - 1952), re balbuziente
Elisabetta II (1952 - 2022)
Carlo III (2022 - )
1908 - Camera con vista (Forster)
1922 - Casa Howard (Forster)
1924 - Passaggio in India (Forster)
1928 - L’amante di Lady Chatterley (Lawrence) in cui la moglie di un nobile paralizzato descrive i piaceri di un amore con un operaio.
1951
“Non andartene docile in quella buona notte, / vecchiaia dovrebbe ardere e infierire quando cade il giorno; / infuria, infuria contro il / morire della luce” (Dylan Thomas)
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londranotizie24 · 8 months ago
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giuseppecocco · 11 months ago
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Vi leggo «Un treno nel Sud» di Corrado Alvaro
Qui potete ascoltare la lettura del libro «Un treno nel Sud», che nella sua prima edizione concludeva l’Itinerario italiano di Corrado Alvaro, tratta della parte d’Italia più familiare all’Autore, più vicina alla sua sostanza d’uomo, il Sud con la sua particolare civiltà, i suoi complicati problemi sociali, il suo dramma antico e nuovo. Sia che descriva la folla di Napoli o il mercato dei…
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Vicenza, La Bertoliana omaggia il premio Nobel Seamus Heaney a 10 anni dalla sua scomparsa
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Vicenza, La Bertoliana omaggia il premio Nobel Seamus Heaney a 10 anni dalla sua scomparsa Ricorre quest'anno il decennale della scomparsa del poeta nordirlandese Seamus Heaney (1930-2013), premio Nobel per la letteratura nel 1995. Per l'occasione la Biblioteca civica Bertoliana, con Rossella Pretto e Monica Centanni, propone giovedì 30 novembre, alle 18 nella sala Dalla Pozza di Palazzo Cordellina, la presentazione del libro "Speranza e storia. Le quattro versioni sofoclee" di Heaney, a cura di Sonzogni, Guzzo, Pretto, Zanetti (Il Convivio Editore, 2022). La Bertoliana - con la Fondazione Pordenonelegge.it, il Centro culturale di Milano e l'Università di Catania - partecipa infatti al progetto "Le pietre parlano - Heaney e l'Italia", ideato e curato da Francesco Napoli e Rossella Pretto per ripercorrere e riflettere sulla grande attualità della poesia di Heaney e sul suo pensiero letterario e linguistico, tenuto conto del forte legame del poeta irlandese con l'Italia, derivato in particolare dallo studio di Dante, Virgilio e Giovanni Pascoli. "Speranza e storia" raccoglie per la prima volta in traduzione italiana tutte le versioni sofoclee di Seamus Heaney. Le riscritture integrali del "Filottete. La cura a Troia" (1990) e dell' "Antigone. La sepoltura a Tebe" (2004) sono accompagnate da un passo dell'"Edipo a Colono. Quanto accadde a Colono" (2004) e da un passo dell'"Aiace. Testimonianza: il caso di Aiace" (2004). Queste versioni documentano due aspetti fondamentali della poetica del premio Nobel: quello della traduzione letteraria come spazio "originale" per arricchire la propria scrittura e quello della rilettura dei classici come spazio "ideale" per riflettere e far riflettere sulla natura umana tra passato, presente e futuro. Rossella Pretto è poetessa, traduttrice e redattrice di riviste letterarie. Il suo primo poemetto, "Nerotonia", ispirato al Macbeth, è uscito nel 2020 (Samuele Editore). Con Marco Sonzogni ha curato "Memorial di Alice Oswald" (Archinto, 2020) e "Speranza e Storia. Le quattro versioni sofoclee di Seamus Heaney" (Il Convivio Editore, 2022). Ha curato inoltre "La Terra desolata" di T.S. Eliot per la riedizione della traduzione di Elio Chinol (InternoPoesia, 2022). Suoi articoli sono apparsi su "Alias-Il Manifesto", "Poesia", "L'Ottavo", "Journal of Italian Translation", "Studi Cattolici" e "L'Estroverso". Monica Centanni, filologa classica, grecista e accademiaca olimpica, insegna Lingua e letteratura greca all'Università Iuav di Venezia. È studiosa del teatro antico (drammaturgia, strutture, funzione politica della tragedia greca; riprese del dramma classico nel Novecento), di civiltà tardo antica (il romanzo ellenistico e il passaggio tra paganesimo e cristianesimo), di storia della tradizione classica nella cultura artistica e letteraria, dall'antico al contemporaneo. Su questi temi ha curato mostre ed eventi teatrali, ed è autrice di studi e monografie. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni: [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lemandro-vive-qui · 1 year ago
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Il Barong rimane ancora oggi tra le più popolari forme di spettacolo a Bali: questo dramma rituale rappresenta tradizionalmente la lotta tra la figura bestiale benigna del Barong contro Rangda, una strega dall’aspetto terrifico, temuta per i suoi poteri di distruzione. Il Barong è una delle forme di teatro/danza balinese più rinomate e apprezzate e la sua importanza si è costituita nel tempo grazie alla sua valenza esoterica e per l’efficacia scenografica. Sebbene la danza del Barong sia descritta come uno scontro tra le forze del bene e del male, identificate rispettivamente nei due personaggi principali, Barong e Rangda, sarebbe superficiale descrivere questa rappresentazione identificando le due figure come un eroe e una antagonista. L’intera vicenda è la celebrazione attraverso la danza, la musica e il teatro dell’intero universo mitologico e religioso di Bali.
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Il teatro/danza balinese non rappresenta solo un puro intrattenimento, è un mezzo per mantenere viva la narrazione del patrimonio mitologico del passato, un momento di aggregazione sociale e di condivisione che avvicina le generazioni e i diversi strati sociali all’interno della comunità. L’attore/danzatore esprime la volontà degli dei e controlla la potenza dei demoni, indirizza attraverso l’estrema consapevolezza data dal training la volontà di una narrazione, che si attua nella gestualità codificata. Le maschere di Rangda e Barong sono il simbolo della trasformazione totale dell’individualità, che si fa tramite delle forze animalesche, naturali e persino divine. Il soprannaturale si manifesta sempre nel mondo della natura, permea ogni aspetto della vita quotidiana, e nella celebrazione diviene visibile: le componenti materiali della performance, gli strumenti musicali, i costumi, le maschere e le armi vengono consacrati dal sacerdote hindu, il pemangku, come simbolo e manifestazione del potere divino.
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Rangda incarna nella sua funzione mitologica la potenza distruttiva delle forze demoniache, è collegata alla dimensione ctonia, e tutti i suoi attributi aggressivi e terrifici richiamano le sue grandi capacità magiche e la sua volontà divoratrice, che può essere canalizzata e controllata attraverso lo scontro rituale. Il suo legame con Durga, la dea hindu, è una chiave di lettura fondamentale per comprendere quanto l’aspetto del divino sia inevitabilmente soggetto ad esercitare in maniera ciclica il proprio influsso distruttivo sul mondo, oscillando alternativamente tra creazione e caos.
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Le maschere e i costumi del Barong possono essere molteplici nella scelta della forma animale. Può somigliare al leone (barong ket), ad una tigre (barong macan), ad un cinghiale, ad un cervo o assumere una forma antropomorfa. Il termine barong sembra derivare dalla terminologia barwang, di provenienza sanscrita che letteralmente significa «orso», secondo l’origine in un antico poema giavanese. La sacralità della maschera del Barong non deriva dalla scena, è venerata come portatrice di una spiritualità propria. Il Barong è la forza divina che può contrastare con il suo potere la terrificante presenza di Rangda dagli occhi fiammeggianti, divoratrice di uomini e sacerdotessa di magia nera.
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Secondo la visione balinese, non è possibile eliminare definitivamente il male dall’esistenza, confinandolo nella sua originaria sede lontano dagli uomini: le forze demoniache, portatrici di calamità, malattie e distruzione necessitano di essere debitamente considerate, riconoscendo la loro esistenza e potenza, in casi più estremi controllando attivamente il loro influsso. È fondamentale provvedere costantemente ad un bilanciamento tra le forze divine e quelle demoniache: esse esistono entrambe all’interno della dimensione umana ed esercitano il proprio potere sull’interiorità di ciascun individuo. Anche gli dei stessi, secondo la mitologia del retaggio induista, sono costantemente in bilico tra impulsi creativi e distruttivi, mostrano un volto benigno e uno terrifico e sono soggetti ad un equilibrio dinamico. Grazie alla danza, al teatro e alla musica è possibile esercitare un influsso per bilanciare il divino e il demoniaco.
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"Le maschere di Barong e Rangda nel teatro balinese"
Articolo scritto da Giulia Sala e pubblicato sulla rivista online di antropologia culturale, etnografia e sociologia La Rivista Culturale, il 21 novembre 2021
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Sortie: Jul 08, 2023
Durée:  164 min.
Genre : Action, Thriller, Aventure
Étoiles : Tom Cruise, Hayley Atwell, Ving Rhames, Simon Pegg
Réalisateur : Tom Cruise
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