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Hilbert: Perché ha cambiato l'epilogo? Karen Eiffel: Per molte ragioni. Mi sono resa conto che non ce la facevo. Hilbert: Perché lui esiste? Karen Eiffel: Perché è un libro che parla di un uomo che non sa di stare per morire, e poi muore. Ma se invece l'uomo sa che sta per morire, e muore comunque, cioè muore volontariamente, sapendo che può evitarlo, allora non è il tipo d'uomo che si vorrebbe tenere in vita?
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Diane Arbus, various photos.
Last picture: Diane Arbus with her photo "Child with Toy Hand Grenade in Central Park" [1970]
#Diane Arbus#photo#photography#black and white#american photographer#vintage#vintage photography#black and white photography#fotografia#bianco e nero
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Alvy: Sei una tennista straordinaria... e il peggiore guidatore che abbia mai visto in vita mia, di qualsiasi posto, il peggiore d'Europa! E mi piace come ti vesti. Annie: Oh davvero, sì? Oh be' questa... questa cravatta è un regalo di nonna Hall. Alvy: Di chi? Di nonna? Nonna Hall? Annie: Sì, della nonnina. Alvy: Scherzi? Dove sei cresciuta? Nelle illustrazioni di Mary Poppins? Annie: Eh sì, lo so, lo so... è alquanto sciocco. Alvy: Mia nonna mai fatto regali, era troppo impegnata a farsi stuprare dai cosacchi.
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Signore in fila: Ho visto l'ultimo Fellini giusto martedì scorso... non è uno dei suoi migliori. È mancante di strutture coesive, si ha la sensazione che non sia del tutto sicuro di quello che vuole dire. Oddio, io l'ho sempre definito essenzialmente "un grande tecnico del cinema". D'accordo, La strada era un buon grandissimo film. Grandissimo nell'uso dell'energia negativa... Alvy[ad Annie]: Io sento che mi sta per venire un colpo. Annie: Be', smetti d'ascoltarlo. Alvy: Smetti d'ascoltarlo? Mi strilla le sue opinioni nelle orecchie. Signore in fila: Mettiamo ad esempio in Giulietta degli spiriti o nel Satyricon, io lo trovo incredibilmente indulgente, sai, veramente, uno degli autori più indulgenti, ma veramente, sai... Alvy[ad Annie]: La parola chiave è "indulgente". Indulgente... Ma cos'hai che sei depressa? Annie: Non ho fatto la terapia, ho dormito troppo. Alvy: Ma come hai potuto dormire troppo? Annie: È stata la sveglia. Alvy: Tu sai quanto mi offendono queste allusioni... Annie: Lo so. Per il nostro problema sessuale, vero? Alvy: Ehi senti, tutta questa coda deve conoscere il ritmo delle nostre copule? Signore in fila: È come Samuel Beckett, sai? Io ne ammiro la tecnica ma non mi colpisce mai a livello viscerale. Alvy[ad Annie]: Lo colpisco io a livello viscerale. Annie: Smettila, Alvy! Alvy: Ma mi sta sputando sul collo questo... mi sta sputando sul collo... Annie: Vuoi sapere un'altra cosa? Sei talmente egocentrico che se io non faccio la terapia tu pensi solamente a come può riflettersi su di te. Signore in fila: Troppo interiorizzato... Alvy[ad Annie, riferito al signore che continua a parlare e alla sua accompagnatrice]: Forse è il primo appuntamento. Si saranno conosciuti con un'inserzione sulla rivista Vita ermeneutica. "Accademico trentenne desidera conoscere donna interessata a Mozart, James Joyce e sesso anale". Ma quale nostro problema sessuale? Io sono relativamente normale per uno cresciuto a Brooklyn. Annie: Ok, scusa tanto... Il mio problema sessuale! Il mio problema sessuale, eh? Alvy: Oh, non l'ho letto. Di chi è? Di Henry James? Che cos'è, forse il seguito di Giro di vite? "Il mio problema"... Non gridare! Annie: Eh, non grido. Signore in fila: Un certo Marshall McLuhan ha nei limiti angusti del suo essere una grande intensità, mi capisci? Lui è un grande mediatore... Alvy[rivolto alla telecamera]: Che cosa non darei per avere un'enorme palata di cacca di cavallo. Ma cosa fa uno quando si trova incastrato in una coda con un tipo del genere alle spalle? È una cosa da impazzire! Signore in fila[avvicinandosi anch'egli alla telecamera]: Ehi, un momento, ma cos'è, non posso dire le mie opinioni? Questo è un Paese libero! Alvy: Ma certo: lo può dire, ma deve dirlo a voce alta? Ma insomma, non si vergogna di pontificare così? E la cosa più buffa è Marshall McLuhan... Ma lei sa niente di Marshall McLuhan? Signore in fila: Ah, davvero? Senti, io tengo un corso all'università di Columbia, si chiama TV, media e cultura, e credo che le mie valutazioni sul critico McLuhan... be', abbiano una certa validità. Alvy: Ah, davvero? Signore in fila: Sì. Alvy: Oh, è buffo perché, guarda caso, il signor McLuhan è proprio qui... [va a prendere un uomo nascosto dietro un cartello] quindi... per favore... senta. Lei venga qui! Diglielo! Marshall McLuhan: Ho sentito quello che ha detto. Lei... lei non sa niente del mio lavoro. Lei sostiene che ogni mia topica è utopica. Come sia arrivato a tenere un corso alla Columbia è cosa che desta meraviglia! Alvy[rivolto alla telecamera]: Ragazzi, se la realtà fosse così...
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"Memory" (1870)
"Star Of Bethlehem" (1880)
"The Pleiades" (1885)
"Soul In Bondage" (1892)
By Elihu Vedder (New York, 1836 – Roma, 1923)
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"Che si avverino i loro desideri, che possano crederci, e che possano ridere delle loro passioni. Infatti ciò che chiamiamo passione in realtà non è energia spirituale, ma solo attrito tra l'animo e il mondo esterno. E soprattutto che possano credere in se stessi... e che diventino indifesi come bambini, perché la debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l'uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l'albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagni della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza, ciò che si è irrigidito non vincerà."
[Stalker - Andrej Tarkovskij, 1979]
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Galleria prospettica realizzata da Francesco Borromini tra il 1652 e il 1653 [Palazzo Spada, Roma].
La finta prospettiva è creata sull'illusione che la galleria sia lunga circa 35 metri, mentre in realtà è lunga 8,82 metri. L'illusione è dovuta al fatto che i piani convergono in un unico punto di fuga; così, mentre il soffitto scende dall'alto verso il basso, il pavimento mosaicato sale.
#architettura#prospettiva#francesco borromini#architecture#perspective#illusione ottica#optical illusion#optical art
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The Rite of Spring (original French title Le Sacre du printemps, in Russian Весна священная)
Music composed by Igor Stravinsky. The work was written between 1911 and 1913 for Sergei Djagilev's Russian Ballet company.
Original choreography by Vaclav Nižinskij.
Sketches, sets and costumes by Nikolai Roerich.
The movie Fantasia, by Walt Disney, has one of its animated episodes made on this composition. The Rite segment of the film depicted the Earth's prehistory, with the creation of life, leading to the extinction of the dinosaurs as the finale.
#igor stravinsky#the rite of spring#le sacre du printemps#vaclav nižinskij#nikolaj roerich#sergej djagilev#music#composition#disney#walt disney#fantasia#animation#ballet
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Piroette di sabbia e le guglie del Duomo differenza tra pietra e le voglie di un uomo che ha per vita una gabbia liberata dal sesso, gonfia di verità partorita con gioia nel lontano ricordo con le doglie sincere di una maternità che alla luce, di notte, nella piazza e con rabbia ha donato, confusa, il suo figlio balordo.
E la vera ragione delle notti impegnate dei romanzi creduti, degli amori sbagliati non la devi cercare dentro i mari delusi che ti scusano i sogni, le ignoranze, i delitti il suo posto lo trovi nella ruota del giorno, nello scrigno privato di egoismi e di abusi e le mani affrettate a cercare gioielli nella sabbia han trovato, confuse, relitti
Il dispetto felice sulla voglia che nasce contrappeso all'istinto, alla cosa che piace la condanna del tempo, della gente, del posto e il ritorno dal viaggio che ti ha fatto sperare che la stella seguita si è stancata di darti e brillare.
Alberto Fortis - Il Duomo di Notte
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«Voglio creare bravi cittadini. Se un bambino ascolta buona musica dal giorno della sua nascita ed impara a suonarla da solo, allora svilupperà sensibilità, disciplina e pazienza. Ed otterrà uno splendido cuore.»
«I want to make good citizens. If a child hears fine music from the day of his birth, and learns to play it himself, he develops sensitivity, discipline and endurance. He gets a beautiful heart.»
(Shinichi Suzuki)
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