#diario filosofico
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Nel 1927, a Parigi, scrive: «Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla!». En el 1927, Parigi escribe: «He descubierto una tremenda ley que liga el color verde, la quinta musical y el calor. He perdido la gloria de vivir. La potencia me desborda. ¡No escribiré nunca más!».
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CONTRADICCIÓN
Un sofá vacío. Y yo aquí pensando en la contradicción que es, sentirme tan abrumada y empachada de información y recursos y, al mismo tiempo, tan vacía de chispa y tan incapaz de enfocar mi atención en algo concreto.
La realidad externa me agrede a cada minuto y si mi tarea es, de entre todo lo existente, dictaminar qué me pertenece, encuentro que tengo mucho pero es nuevamente contradictorio el que cada vez sienta que hay menos de lo que a mí me pertenezca.
Si nací para romper patrones es algo que en la actualidad no tengo noticias de estar consiguiendo. Sólo percibo mi sentimiento de desolación e inseguridad y cada vez más recuerdos amontonados. Recuerdos sin digerir, recuerdos que avergüenzan por sus imperfecciones. Recuerdos que importan y olvidos de lo que me es vanal. Tantos recuerdos felices que duelen, precisamente, porque eran felices. Porque ERAN.
La contradicción de una vida y una incapacidad para vivirla. La contradicción de querer ser yo misma y a la vez querer ser cualquiera menos yo. La de querer estar en todas partes y querer también desaparecer.
Todo cambia como perdura. Todo termina como empieza. Todo es luz y oscuridad. Pero mi contradicción continua, nace de esta dualidad, más es la única que no tiene su contrapartida en la coherencia y la claridad.
#reflexiones#literatura#prosa poética#escritora#escritura creativa#narraciones#creative expression#escrituracreativa#expresion#literature#nonfiction#artwork#filosofico#filosofía#escritos diarios
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La nausea di Jean Paul Sartre
"La Nausea" è un romanzo scritto, da Jean-Paul Sartre nel 1932 dove venne in seguito pubblicato nell'anno del 1938, dopo numerosissime revisioni. TRAMA "La nausea" più che essere definito un romanzo, lo si può definire come un diario filosofico che vede come protagonista "Antoine Roquentin", e data la sua complessità interna del romanzo stesso, possiamo definire che non vi è una vera e propria trama strutturata in modo preciso. Ma, possiamo vedere che lo stesso scrittore Jean-Paul Sartre durante la sua stesura, cercò di tracciare una trama, nel tentativo di dare al lettore i dati essenziali della storia e dei personaggi.Per quanto riguarda l'ambientazione non vi è molto da dire. Possiamo vedere ed immaginare che "Bouville", città fittizia dove viene ambientato il romanzo, sia la città in cui lo scrittore Sartre visse ed insegnò negli anni trenta, gli stessi dove scrisse "La nausea". PERSONAGGI Antonie Roquentine età circa trenta anni, studioso di storia, la sua solitudine lo porta a comprendere che è l'uomo a dare in modo costante un modo un senso nobile e alto della propria esistenza.Questa consapevolezza porta al protagonista ad avere un senso di Nausea di se stesso e di tutto ciò che lo circonda. L'autodidatta studia in ordine alfabetico i libri della biblioteca di cui era la stessa che frequentava lo studioso Roquentine. Però possiamo vedere durante la lettura che egli viene cacciato dalla biblioteca perché aveva cercato diseducare un giovane adolescente. Anny ex fidanzata di Antonie Ronquentine, essa un attrice trentenne ormai mantenuta dall'amante di turno. Possiamo vedere e percepire durante la lettura del romanzo, che anche Anny giunge alla consapevolezza della vanità e dell'esistenza. La visione filosofica di Sartre nel romanzo La Nausea è una dimensione metafisica ed un atteggiamento psicologico nei confronti dell'esistenza. La condizione dell'uomo, che l'autore definisce orrore di esistere viene intesa, dunque, come solitaria ed angosciosa. Sebbene viva in società, l'individuo è solo in ogni istante, e dunque si sente condannato a decidere in modo del tutto autonomo come agire. L'esistenzialismo si realizza quindi nella categoria della libertà e nella consapevolezza che tale libertà dia più importante alle nostre azioni. la posizione di Sartre espressa in questo romanzo non suggerisce una visione pessimistica della realtà, ma ottimistica, poiché concepisce l'uomo come detentore di libertà intellettuale e morale. Possiamo vedere che il romanzo si conclude con una nota positiva avendo accettato che la realtà e la vista stessa siano prive di un significato intrinseco, Ronquentine è finalmente libero di imprimere una direzione alla propria esistenza scegliendo la strada della creazione artistica.
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Laurence Sterne, la decostruzione del romanzo
Lo scrittore che stravolse il romanzo settecentesco europeo… Laurence Sterne nacque il 24 novembre 1713 a Clonmel, in Irlanda, studiò presso le scuole di Halifax, nella regione dello Yorkshire, e in seguito frequentò il Jesus College di Cambridge, dove si laureò. Durante gli studi universitari Sterne lesse i romanzi di Rabelais, gli autori classici, gli umoristi francesi ed ebbe un grande interesse per il pensiero filosofico di John Locke. Nel 1738 intraprese la carriera ecclesiastica, diventando Vicario a Sutton-in-the-Forest, dove scrisse articoli e lettere per lo zio Jaques, arcidiacono di York, oltre a far parte del capitolo di York, per cui tenne vari sermoni. Sempre nello stesso periodo sposò Elizabeth Lumen, ma il matrimonio fu molto infelice. Laurence cominciò a scrivere molto tardi, pubblicando nel 1759 il pamphlet A Political Romance, per poi dedicarsi alla stesura del suo romanzo più celebre, Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo, divisa in nove libri che raccontano la storia di Tristram Shandy e della sua famiglia in modo umoristico. Nella famiglia Shandy, la madre di Tristram viene presentata come una donna dal carattere posato e anche ottuso e lo zio Toby, in passato ufficiale dell'esercito, è considerato un uomo pacifico e non abituato alle armi. Tra gli altri personaggi del romanzo vi sono anche il padre di Tristram, che si distingue per la sua ingegnosità e il parroco Yorick, molto ingenuo e dal grande senso dell'umorismo. Il romanzo non fu accolto con grande favore dalla critica inglese, che anzi diede un giudizio molto negativo, mentre nello stesso anno lo scrittore venne nominato curato di Coxwold. Nel 1762 Sterne soggiornò in Francia, viaggiando anche in Italia, per curare le precarie condizioni di salute minacciate dalla tubercolosi e nel 1768 pubblicò Sentimental journey through France and Italy, in cui racconta gli eventi che lo spinsero a viaggiare tra la Francia e l'Italia. Il personaggio del libro-diario è Yorick, il quale impersona la figura dello scrittore, infatti vi vengono trattati temi come l'isolamento dell'uomo e la grande difficoltà provata dall'individuo nel comunicare con le altre persone. Per descrivere l'isolamento e dell'individuo, Sterne utilizzò nell'opera la metafora degli hobby horses per descrivere l'ossessione, vista come protagonista delle proprie esperienze di vita. Ma l'elemento più particolare dell'opera è rappresentato della visione sentimentale della realtà che sostituisce quella oggettiva della realtà. Questo importante lavoro appassionò anche uno degli scrittori più importanti della letteratura italiana, Ugo Foscolo, che tradusse il romanzo di Sterne tra il 1807 e il 1813. Sterne tornò poi in Inghilterra, dove conobbe Eliza Draper di cui si innamorò, dopo il divorzio dalla moglie. Laurence Sterne morì a Londra il 18 marzo 1768 e nel 1775 fu pubblicato The Journal to Eliza, il suo diario dedicato a Eliza Draper. Read the full article
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COSA STANNO FACENDO?
Ovvero: che progetti stanno realizzando gli "influencer" di "Bergamo risvegliata"?
A distanza di oltre due anni dall'apertura di questo blog, e con ormai numerose collaborazioni "esterne", è per me giunto il momento di aggiornare su ciò che stanno facendo i nostri "influencer" (anche se il termine non è decisamente corretto).
Iniziamo dalle nostre amiche Elisa e Leyla che stanno preparando un ritorno del loro musical "I 7 Passi per la Felicità"
che dovrebbe presentare alcune novità rispetto alle prime uscite.
Sul piano personale: se per Leyla è un periodo di relativa tranquillità, per Elisa prosegue il momento di grande lavoro tra le trasmissioni di "RumbleTV" ("Fuori dal Virus") e le dirette "facebook-Youtube" con personaggi del mondo dell'esoterismo, dell'olistico e filosofico.
Tra le "sempre presenti" nel blog c'è Rita che da tempo ha avviati degli incontri con i genitori per le sue consuete consulenza pedagogiche e per tenere delle formazioni utili alla crescita dei figli.
Bea prosegue nel suo cammino di ricerca spirituale e filosofica, mentre Maria è forse la sola ad essere un po' ferma, avendo da poco trovato quello che pare essere il suo amore della vita, e del tutto meritato.
Momento invece felice per Manuela che sta partecipando a un "docu-reality" in onda su "Real Time".
Entrate nella squadra del blog due belle anime entrambe di nome Paola: le "pillole" sono per la Paola, operatrice olistica, istruttrice di Nordic Walking e che spesso opera con i cavalli, tant'è che di recente ha partecipato a una rassegna equina in provincia di Bergamo (per la precisione a Treviglio).
Paola, autrice del "Diario di Bordo" si definisce "libera pensatrice" e al momento attuale si dedica alla famiglia.
"Bergamo risvegliata" è lieto di salutare il ritorno di Ilaria che -oltre a scrivere un libro ("Oltremond e i dodici portali")- è molto attiva soprattutto nell'autoproduzione di orti e nel progetto di una nuova moneta con "RinascItalia".
Poco da aggiungere invece riguardo alle persone entrate da poco, ossìa Laura (operatrice olistica e del BenEssere Psicofisico, oltre che riflessologa) e Gigi "il poeta", che alla giovane età di 82 anni si dedica alla lettura di poesie in dialetto orobico.
Altri menzioni meritano Sergio, Francesco (intervistato a margine del "Festival delle Stelle 2022"), Raffaella (poche ma suggestive le sue "pillole"), Elisa che a breve dovrebbe presentare un suo disco, Frenkye sempre indaffarato con la sua "creatura" (il "PDF"), e Luciana, mental training, protagonista della rubrica "Sportiva-mente".
Un ringraziamento particolare, infine, anche a Mariano che ha autorizzato alla pubblicazione di alcune sue riflessioni, ma soprattutto un grande GRAZIE a voi che sostenete con le vostre attenzioni questo blog, i vari canali e gruppi "social" (facebook, telegram) e anche a coloro che ho dimenticato e con i quali mi scuso.
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Romanzi esistenzialisti, un viaggio alla scoperta dei più importanti
Il movimento esistenzialista è stato uno dei movimenti letterari più influenti del XX secolo, e ha prodotto alcuni dei romanzi più importanti della letteratura moderna. Gli scrittori esistenzialisti si sono concentrati sulla condizione umana, sulla solitudine, sull'alienazione e sulla ricerca di significato nella vita. In questo articolo, esploreremo alcuni dei romanzi esistenzialisti più significativi. Quale fu il primo vero autore tra i romanzi esistenzialisti? Il romanzo che spesso viene indicato come l'inizio del movimento esistenzialista è "Lo straniero" di Albert Camus. Pubblicato nel 1942, il libro segue la vita di Meursault, un uomo che vive una vita banale e priva di significato. Dopo aver ucciso un uomo, Meursault si trova a confrontarsi con la propria esistenza e con il significato della vita stessa. Il romanzo di Camus è noto per il suo stile semplice e diretto, e per la sua esplorazione dell'assurdità della vita. Qual è un altro esempio di romanzo esistenzialista? Un altro romanzo esistenzialista importante è "La nausea" di Jean-Paul Sartre. Pubblicato nel 1938, il libro segue Antoine Roquentin, un uomo che si sente estraneo al mondo che lo circonda. Roquentin cerca di trovare un significato nella vita, ma alla fine si rende conto che la vita è essenzialmente senza senso. "La nausea" è noto per il suo stile introspettivo e per la sua esplorazione dell'alienazione umana. Kierkegaard è uno scrittore esistenzialista? "Il diario di un seduttore" di Søren Kierkegaard è un altro romanzo esistenzialista importante. Pubblicato nel 1843, il libro segue la vita di un seduttore che cerca di conquistare una donna. Ma mentre cerca di raggiungere il suo obiettivo, il seduttore si rende conto che la sua vita è priva di significato e che la sua attività amorosa è solo un modo per evitare di affrontare la sua vera solitudine. Il romanzo di Kierkegaard è noto per il suo stile filosofico e per la sua esplorazione della condizione umana. Camus e l'esistenzialismo "La caduta" di Albert Camus è un altro romanzo esistenzialista importante. Pubblicato nel 1956, il libro segue la vita di Jean-Baptiste Clamence, un avvocato che vive a Parigi. Dopo aver commesso un peccato terribile, Clamence si rende conto della propria immoralità e cerca di trovare il perdono attraverso il confronto con se stesso e con gli altri. "La caduta" è noto per la sua esplorazione del tema della colpa e per il suo stile psicologico. Foto di Michaela, at home in Germany • Thank you very much for a like da Pixabay Read the full article
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¿Por qué no, en vez de decir que soy espiritual, no me refiero a mí mismo como existencial? Ciertamente me ahorraría algunos prejuicios
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Nietzsche me dice «voluntad de poder»
Schopenhauer me aconseja "negación de la voluntad de vivir"
Leo me habla de amor
3 👍
Soy modelo
Soy unx profeta
Me enfrento a mis miedos
Soporto el dolor
Soy unx buenx argumentadorx
Sobresalgo en la facultad
Sacrifico y recibo
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¿Voy a negar que hay una necesidad en mí, latente, de resaltar en belleza?
5
Mi corazón quiere, simplemente, explotar
#diario filosofico#lista de objetivos#nietzsche y schopenhauer#schopenhauer y nietzsche#existencialismo espiritualidad#espiritualidad existencial#espiritualidad existencialismo#existencialismo espiritual#lo espiritual es el amor#amor filosofia
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Esa playera desaprendió tu cuerpo y recorrió otros lugares y tiempos. Ya no te pertenece y tu huella apenas alcanza la suavidad de un sueño pasado, inocuo, inútil. En paz.
[01-03-2022]
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Diário de um V.H. - pt. 1
Horário: 1:56am
Tempo: garoa leve, 15°C
Local: o chão gelado da cozinha
O tic-tac do relógio não é o mesmo. Ele está ofuscado. Não é a chuva. Não são as lágrimas. O tempo está diferente. Eu sei que muitos físicos poderiam ficar chateados comigo, me desculpem, não é pessoal. Mas não tem como disfarçar, a quarta dimensão falhou comigo. Só parece não existir e existir de forma sobreposta. SIM! QUE NEM AQUELE GATO!! Às vezes fico nervoso por não ter tempo para fazer tudo que preciso, às vezes (como agora) o tempo parece só não passar. Coachs organizacionais, vão para o caralho. Não sei se é culpa do filme do Adam Sandler, mas só pareço não ter controle do meu tempo. Sinceramente, não pareço ter controle de nada. Acho que nem posso ser egoísta a ponto de chamar o tempo de *meu tempo*... Ele só existe. Tanto quanto eu. Eu só existo porque o tempo existe e o tempo só existe porque eu existo. Se não existisse minha percepção de tempo, ele simplesmente não existiria. Isso é ser egoísta? Bom, o fato é que coachs são chatos e que o tempo é relativo, o que realmente não faz sentido. Quer dizer, só sobre o tempo. O tempo ser relativo quebra totalmente a ideia de um relógio existir. Se algo é relativo, como seria possível padronizar? Se o tic-tac do relógio ecoa agora de jeito X, como se estivesse ouvindo minha própria marcha fúnebre, e depois vai ecoar de jeito Y, parecendo o motor de um Gol 1.0 subindo uma ladeira, como pode ser padronizado? O tempo não é o Sol e a Terra rotacionando, não é a vibração de quartzo em um relógio atômico. Não! O tempo é uma piada, que se repete e perde a graça. O tempo é genocida. O tempo não cicatriza feridas, ele as abre. O tempo não é começo, meio e fim. O tempo sempre é o fim, o fim que passa a cada segundo e a cada segundo você perde de novo. Não tem como ganhar tempo, só se perde, perde e perde.
#filosofico#diario#textos#autorais#história#texto triste#poemas tristes#poema original#poemasautorais#poema#poesia triste#poesia
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Fintanto che ci siamo amati non abbiamo permesso che il più infimo dei nostri istanti, la nostra più piccola pena si distaccasse da noi e restasse indietro. I suoni, gli odori, le sfumature della luce, perfino i pensieri che non si dicevano, tutto, portavamo con noi e restava vivo: non avevamo mai cessato di gioirne e di soffrirne al presente. Non un ricordo; un amore implacabile e torrido, senza ombre, senza scampo, senza rifugio. Tre anni in un solo presente. È per questo che ci siamo separati: non avevamo più abbastanza forza per sopportare questo fardello
“La nausea”, Jean-Paul Sartre
#la nausea#la nausée#sartre#jean paul sartre#bouville#esistenzialismo#diario filosofico#antoine roquentin#romanzo#letteratura francese#individualismo#novecento
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"Perché ti piace proprio scrivere?"
Mi chiedono: "perché ti piace scrivere?" E io non so mai cosa rispondere, o perlomeno lo so, ma sono così tanti i motivi, che non so da dove iniziare per spiegarlo.
Non sono mai stata brava con le parole... provavo ad iniziare a scrivere un diario: riempivo due paginette e non avevo più voglia di continuare, un paio di cuoricini disegnati qua e là e abbandonavo quel quadernetto nell'angolo più remoto della mia libreria. A scuola per i testi mi sforzavo, ma non uscivano mai bene come ad altri; poi come per magia, circa due anni fa ho iniziato a impegnarmi ancora di più e i miei voti si alzavano sempre fino ad arrivare al dieci. Lo ricordo ancora: un pomeriggio durante il corso di scrittura creativa descrissi l'emozione dell'amore senza usare la parola "amore" e lo stesso con l'odio. Non scrissi niente di che, anzi, era tutto molto semplice e diretto, insomma, per me erano frasi buttate lí alla rinfusa e nulla di più, ed invece quando l'ho letto alla classe, tutti mi hanno applaudito e la professoressa mi ha fatto i complimenti; questo mi ha gradificato cosí tanto, che decisi che avrei continuato a scrivere liberamente come avevo fatto in quel momento. E così è stato. Ogni volta che la prof assegnava un testo o qualcosa di personale cercavo di estrapolare il profondo senso filosofico per esporlo in modo semplice, ma allo stesso tempo efficace da far immedesimare chi lo stesse leggendo e provare ciò che sentivo io. Così man mano, mi sono appassionata alla scrittura e ho pensato che la maggior parte dei ragazzi di oggi usa i messaggi come tramite per dire qualcosa che magari, dal vivo non riuscirebbe e allora mi sono come guardata dentro e ho capito uno dei motivi per cui adoro scrivere: riesco ad esprimere tutto ciò che penso con la massima tranquillità, senza aver il peso di chiedermi se qualcuno possa giudicarmi, perché in fondo, potranno mai il foglio, il telefono, la penna, la tastiera...giudicarti? Scrivendo mi sento libera di essere me stessa, con i miei pensieri, le mie riflessioni e tutto ciò che riguarda il mondo interiore di una persona. Certo non tutto bisogna scriverlo però, cioè molte cose vanno comprese. E in questo fa parte anche una buona lettura eh, altrimenti non si può capire il modo in cui vengono dette le cose. Ad esempio, non capisco quelli a cui piace tantissimo la matematica e dicono che viene loro automatico il fatto di trasformare tutto ciò che vedono in numeri, ma come si fa? Cioè io dovrei trasformare tutto in lettere? Ma vabbè, torniamo al fatto dello scrivere, altrimenti mi perdo in altri discorsi completamente diversi dal normale. Proseguendo con il secondo motivo, ogni volta che porto a scuola un testo o un esercizio in cui bisognava scrivere, tutti si meravigliano del fatto che molte volte il mio esercizio o testo che sia, occupa almeno una pagina e sbalorditi esclamano in coro: "Te coddhraaaa!" (Nel mio dialetto "Ti va"). Tuttavia, per me non è assolutamente una fatica scrivere, anzi il contrario, il tempo passa più velocemente e quasi ne perdo la cognizione. Mi perdo nel mio mondo, il mondo della fantasia e tutti sono invitati, o quasi. Che siano tre righi o una pagina, non sarà mai abbastanza per contenere ciò che ho da dire. Tanto ovviamente moltissime cose le tengo per me, non preoccupatevi, altrimenti finirei per riempire completamente il quaderno! Comunque veramente, a parte tutto, un pomeriggio intero a scrivere, (ovviamente ciò che mi piace e non ad esempio un riassunto di un capitolo di storia.) non sarà mai pesante, visto che non li potrei considerare veri e propri compiti. La cosa più bella per me è perdermi fra le nuvole imprignate dei miei pensieri, che quando sono troppi, cadono giù sul foglio come pioggia per mezzo d'inchiostro.
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Inizio
Questo sarà un diario ,un archivio, un cumulo di sensazioni, di lavori spirituali e magici. Sarà la nostra vita completamente vissuta in una prospettiva esoterica. Sarà un resoconto caotico, sconnesso e a volte non completamente coerente (poiché c'è più di un viaggiatore, in costante evoluzione, in questo percorso) di ciò che stiamo mettendo a terra, della nostra esperienza e del nostro vivere queste cose "Altre ".
Il punto in cui siamo ora, nel momento in cui cominciamo a scrivere è all'imbocco di Samael, durante una pandemia; un momento in cui il sentirsi perduti è una sensazione che si manifesta spesso.
Il nostro background è nella Chaos Magick, che abbiamo incorporato e sublimato, è un discorso complicato che varrà spiegato più avanti.
Le nostre pratiche trovano una sorta di centralità ideologica nei cosiddetti “Sentieri di mano Sinistra” (anche se questo è riduttivo sul piano filosofico e pratico)…
Proprio entrando Nel Mondo Qliphotico abbiamo preso coscienza della nostra Volontà.
#satanismo#stregoneria#qliphoth#qabbaláh#kabbalah#cabala#satananism#witchcraft#chaos magick#lefthandpath#left hand path#magic#esotericism#esoterism#esoterismo#noctis#nox#nyx#beginning#inizio
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“Un unico interesse, un unico pensiero, un’unica passione – la rivoluzione”. Il leggendario Nečaev e “Il catechismo del rivoluzionario”
La tempra – l’ossessione, piuttosto – si misura lì, tra le mura della fortezza di Pietro e Paolo, nel pozzo di una cella, occhio di drago in muratura. Gli fu impedito di leggere. Poi di scrivere. I rari compagni di cella – ideologi della rivoluzione, antizaristi, delinquenti straordinari – storditi dalla solitudine, da quel vuoto senza eco, impazzivano. Lui no. Diventava più forte. Riuscì a conquistare i soldati addetti alla custodia dei prigionieri; nessuno dubitava del suo potere ipnotico, era posseduto dal verbo. Le pene s’inasprivano e lui progettava fughe prodigiose. Morì di scorbuto, nel dicembre del 1882, era stato arrestato dieci anni prima, a Zurigo. I servizi russi, con ramificazioni in Svizzera, Francia, Germania e Inghilterra, lo braccavano dal 1869. Aveva ammazzato un suo discepolo: non gli obbediva con coerente disciplina. Figlio di un imbianchino e di una serva della gleba, presto orfano, con infiniti fratelli, la vita di Sergej Gennadievič Nečaev affonda nella leggenda. Alcuni hanno dubitato della sua esistenza.
*
La figura di Nečaev, giovanissimo ideatore di rivoluzioni, è decisiva. Insegna, intanto, che l’uomo, per natura, è in rovina e ambisce alla rivolta. Esiste, cioè, un cuore nero nella storia, un nido di mosche nell’uomo che ammette che la rivoluzione – qualunque – non si fa ‘a fin di bene’, per il meglio, per le umane sorti progressive, ma perché bisogna farla, perché non c’è altro fine che il sangue. Nečaev, voglio dire, fa fare un salto all’ideologia rivoluzionaria: la Rivoluzione è la sola divinità e per perseguirla, è naturale, occorre ammazzare. Perfino ammazzare i confratelli. La Rivoluzione è buona in sé, pur priva di contenuti, priva di aggettivi, come l’Uno, va eseguita senza interrogarla, non ammette sconti. “L’originalità di Nečaev sta nel giustificare la violenza fatta ai fratelli”, scrive Albert Camus ne L’uomo in rivolta. “Nečaev fa di più che militarizzare la rivoluzione dal momento che ammette che i capi, per dirigere i loro subordinati, abbiano il diritto di usare la violenza e la menzogna… Il reclutamento faceva tradizionalmente appello al coraggio e allo spirito di sacrificio. Nečaev decide che si possono ricattare oppure terrorizzare gli esitanti, e ingannare i fiduciosi”. Insomma, Nečaev leva ogni mascara morale alla Rivoluzione, per compiere la quale ogni atto è lecito. Soprattutto se illecito.
*
Nečaev fu illuminato da Dmitrj Karakozov, che attentò alla vita di Alessandro II, fallendo – il dio/zar dimostrò una carnosa fragilità. Lo affascinava il profilo di Filippo Buonarroti, rivoluzionario italiano che praticò in Francia, e il pensiero di Pëtr Nikitič Tkačëv. Fu Bakunin, tuttavia, a dare forza e forma alla sua vita. Si incontrarono a Ginevra: il fondatore dell’anarchismo fu totalmente sedotto dal ventenne che sembrava un ispirato, mentiva – diceva d’essere stato arrestato più volte, a Mosca, e altrettante fuggito –, si presentava come il Messia della Rivoluzione. “Vi amavo profondamente e vi amo ancora… credevo fermamente, troppo fermamente in voi”, gli scrive, Bakunin, il 2 giugno del 1870. Nečaev si era già rivelato: scaltro, cinico, opportunista. Un totem d’acciaio. Due settimane dopo, agli amici, a proposito di Nečaev, sempre Bakunin: “Non ho ancora incontrato un rivoluzionario sincero e conseguente come lui… è intelligente, molto intelligente, ma la sua intelligenza è selvaggia come la sua passione, e il suo sviluppo, benché considerevole, non è stato armonioso”.
Nelle rare fotografie che abbiamo di lui, Nečaev (1847-1882) non è mai uguale a se stesso, la contraffazione gli è connaturata, pare
*
Il vecchio anarchico si era accorto di aver fomentato in seno una serpe, il pittbull della Rivoluzione. In Russia, Nečaev fonda l’organizzazione “Giustizia popolare sommaria”: il simbolo è un’ascia, l’obbiettivo rovesciare lo zar, attraverso un’azione collettiva dei contadini. Nečaev era certo che nel 1870 la Rivoluzione avrebbe sradicato le fondamenta della Madre Russia. Nella cultura russa due figure, drasticamente diverse ma sostanzialmente simili, emergono con ossessiva potenza: lo jurodivyj, il ‘folle di Cristo’, che abbandona questo mondo in vista dell’altro, si pone ai margini della Storia, vive esule sulla marea della Provvidenza, e il rivoluzionario, che abita nel cuore della Storia e vuole cambiare il mondo, questo. Entrambi, jurodivyj e rivoluzionario, abitano l’estremismo: uno vive donato a Dio, l’altro dà la vita per la causa. Entrambi vivono senza temere la morte, nell’insussistenza. Dostoevskij, che ragiona sul rivoluzionario ne I demoni, pensava a Nečaev come a una figura minore, meschina, “questo personaggio mi sembra quasi comico”, scrive in una lettera a Michail Katkov. Eppure, Dostoevskij dedica a Nečaev un lungo articolo nel suo “Diario di uno scrittore”, è il 1873, Una delle falsità contemporanee. In sostanza, lo scrittore, negandolo, ammette che la vita di Nečaev, paradigmatica, è il fondamento filosofico dei Demoni. “Tra i Nečaev si possono trovare degli esseri assai cupi, assai desolati e stravolti, con una sete di intrigo e di potere complicatissima nella sua origine, con un bisogno passionale e morbosamente precoce di affermare una personalità… quelli di loro che sono veri mostri possono essere persone molto intelligenti, furbissime e perfino colte. Oppure voi credete che le conoscenze, gli ‘studi’, le nozioncine scolastiche (magari universitarie) formino così definitivamente l’anima del giovane che, ottenendo la laurea, egli acquisti immediatamente l’incrollabile talismano per conoscere, una volta per sempre, la verità ed evitare le tentazioni, le passioni e i vizi?”. Orrida per Dostoevskij è l’idea di poter considerare un “mostruoso e ripugnante assassinio” – come quello di Ivanov, ordito da Nečaev a Mosca – alla stregua di “un fatto politico utile per l’avvenire della futura ‘grande causa comune’”. L’uomo, d’altronde, è così: eleva l’idea a dio, la esplicita in ghigliottine e Gulag, la ciba con carneficina.
*
La passione di Nečaev e la testa di Bakunin forgiano centocinquant’anni fa, un testo di prodigiosa potenza, Il catechismo del rivoluzionario, oggetto di uno studio importante da parte di Michael Confino (1973; in Italia stampa Adelphi). Pensato e scritto nel 1869, Il catechismo è pubblico dal 1871, e agisce, nei sotterranei dell’epoca, con indubitabile fascino. La struttura, per punti, ricorda le ‘regole’ monastiche: tutto è teso, in effetti, a conquistare ‘fratelli’, a confermare e organizzare la loro opera. Il primo punto del Catechismo – “L’edificio dell’organizzazione poggia sulla fiducia nelle persone” – sarà il discrimine nei rapporti tra Nečaev e Bakunin. Per Nečaev bisogna avere fede nella Rivoluzione, non nei rivoluzionari: egli propone una sorta di ‘via negativa’ alla Rivoluzione, che consideri, come pratica inquieta, la sovversione dei valori, la menzogna, l’astuzia tra i pari. “Voi, caro amico mio – e questo è il vostro principale, il vostro colossale errore – vi siete incapricciato del sistema di Loyola e di Machiavelli, dei quali il primo si proponeva di ridurre in schiavitù l’umanità intera, mentre il secondo cercava di creare uno Stato potente (monarchico o repubblicano non ha importanza) per ridurre in schiavitù il popolo. Innamorato come siete dei principi e dei metodi polizieschi e gesuitici, avete avuto l’idea di fondare su di essi la vostra stessa organizzazione, la vostra stessa forza collettiva segreta, per cui agite verso i vostri amici come se fossero nemici: giocate d’astuzia con loro, cercate di dividerli e perfino di metterli in discordia l’uno con l’altro…”. Soprattutto – come si legge dal brandello del Catechismo che ricalco –, incendia il principio per cui si è persi nel profondo, tanto da poter profondere ogni sforzo nella rivolta. Già. Tra Rivelazione e Rivoluzione la differenza è un velo – vanto è vivere nel grido e nel segreto. (d.b.)
***
Atteggiamento del rivoluzionario verso se stesso
1. Il rivoluzionario è un uomo perduto in partenza. Non ha interessi propri, affari privati, sentimenti, legami personali, proprietà, non ha neppure un nome. Un unico interesse lo assorbe e ne esclude ogni altro, un unico pensiero, un’unica passione – la rivoluzione.
2. Nel suo intimo, non solo a parole, ma nei fatti, egli ha spezzato ogni legame con l’ordinamento sociale e con l’intero mondo civile, con tutte le leggi, gli usi, le convenzioni sociali e le regole morali di esso. Il rivoluzionario è suo nemico implacabile e continua a viverci solo per distruggerlo con maggior sicurezza.
3. Il rivoluzionario disprezza ogni dottrinarismo e ha rinunciato alle scienze profane, che egli lascia alle generazioni future. Per questo, e soltanto per questo, egli studia attualmente la meccanica, la fisica, la chimica e perfino la medicina. Pr questo egli studia giorno e notte la scienza viva – gli uomini, i caratteri, le situazioni e tutte le condizioni del regime sociale presente, in tutti gli strati. Lo scopo è uno soltanto: la distruzione rapida di questo immondo regime.
4. Egli disprezza l’opinione pubblica. Disprezza e detesta la morale vigente nella società in ogni suo motivo e manifestazione. Per lui è morale tutto ciò che contribuisce al trionfo della rivoluzione; immorale e criminale tutto ciò che l’ostacola.
5. Il rivoluzionario è un uomo perduto, spietato verso lo Stato e verso la società istruita in genere; da essa non deve dunque aspettarsi nessuna pietà. Fra lui da una parte, lo Stato e la società dall’altra, esiste uno stato di guerra, visibile o invisibile, ma permanente e implacabile – una guerra all’ultimo sangue. Egli deve imparare a sopportare la tortura.
6. Duro verso se stesso, deve essere duro anche verso gli altri. Tutti i sentimenti teneri che rendo effeminati, come i legami di parentela, l’amicizia, l’amore, la gratitudine, lo stesso onore devono essere soffocati in lui dall’unica fredda passione per la causa rivoluzionaria. Per lui non esiste che un’unica gioia, un’unica consolazione, ricompensa e soddisfazione: il successo della rivoluzione. Giorno e notte, deve avere un unico pensiero, un unico scopo: la distruzione spietata. Aspirando freddamente e instancabilmente a questo scopo deve essere pronto a morire, e a distruggere con le proprie mani tutto ciò che ne ostacola la realizzazione.
7. La natura del vero rivoluzionario esclude ogni romanticismo, ogni sensibilità, entusiasmo e infatuazione. Esclude anche l’odio e la vendetta personali. La passione rivoluzionaria, diventata in lui una seconda natura, deve in ogni momento essere unita a un freddo calcolo. Dovunque e sempre, egli deve essere non ciò cui lo incitano le sue tendenze personali ma ciò che l’interesse generale della rivoluzione gli prescrive.
*In copertina: Kazimir Severinovič Malevič, “Cerchio nero”, 1915
L'articolo “Un unico interesse, un unico pensiero, un’unica passione – la rivoluzione”. Il leggendario Nečaev e “Il catechismo del rivoluzionario” proviene da Pangea.
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Ritorno
Ho cancellato Tumblr per, credo, qualche settimana, pensando non mi sarebbe servito più. Ciò invece mi ha fatto capire che in un certo senso ne ho bisogno, è diventato quella sorta di diario digitale dove poter scrivere i miei pensieri, cose che vorrei condividere ma che in fin dei conti non importi a nessuno, avrei solo risposte secche e con tono molto ironico di interessamento che noto anche palesemente. E con chi potrei invece Condividere tali pensieri semplici, non ha i miei stessi interessi, quindi non capirebbe.
In tutto ciò dopo il mio esame, concluso molto prima nella speranza di poter vedere mia nonna che stava male in ospedale, vengo a sapere che in realtà è morta già dal giorno prima dell'esame. È stata una settimana difficile, non sapevo come sentirmi. Oltretutto, chi mi conosce, sa bene che sono molto filosofico su certi temi, e non è che non mi dispiaccia o che non mi manchi, ma purtroppo è così, metabolizzo in fretta ciò che è successo. Spesso ho la sensazione di essere frainteso, altre volte invece mi si desta proprio fraintendimento davanti agli occhi, dove cerco di spiegarmi come mi sento e vengo preso per un insensibile senza cuore, altre volte per uno che non se ne frega più di tanto. Questo mondo fa davvero male, si deve essere per forza come la maggioranza altrimenti non si è capiti.
Bisogna piangere per un morto molto vicino.
Bisogna essere stati ricoverati per forza per dire di avere avuto dei problemi psicologici e per condividere un dolore insieme.
Bisogna essere come gli altri e rimanere sempre uniti per destare interessamento.
Non interesso, vengo frainteso e alla fine di tutto, come sempre, sono solo...Poi c'è lei, che cerca di non farmi sentire solo, lo sa, lo capisce, vuole che mi dedichi a lei se posso invece di dedicarmi a chi c'è stato molto tempo e ora non mi dedica neanche un "come stai?" in chat privata, o una telefonata, un "vuoi venire con me a..."...niente. Ma meglio così in un certo senso, non voglio dipendere o far dipendere altri da me.
Ora che è tutto finito, con questo lutto poi, con questi pensieri di varie persone simpatiche che conosco e che leggo su Tumblr, mi sento terribilmente disperso e non volenteroso di continuare a studiare. Credo mi prenderò il mio anno "di congedo", ho combattuto una bella battaglia e finalmente ho vinto.
Però, leggendo ciò che scrivete, sotto sotto mi fate venire voglia di non fermarmi, di buttarmi a capofitto nella ricerca che tanto bramo. Grazie a voi. Non sono uno che contatta ma, se volete essere sentiti, contattatemi con ogni mezzo, io ci sono, lo sapete. Io so ascoltare.
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“Todo aquele que não se apresenta diariamente diante do Trono do Altíssimo, com o coração trêmulo de vergonha não só pelos seus próprios pecados mas pelos de todos os seus irmãos, consciente de que, em face da perfeição e da onissapiência divinas, cada um dos seus atos foi errado, mesmo aqueles que sua vaidade considerou os melhores, e sentindo até o fundo da alma que o Perdão é o único bem valioso a ser ambicionado — esse nunca saberá o que é sinceridade, nem muito menos honestidade.” Olavo de Carvalho, no livro “Diário Filosófico - Volume 1”. https://videeditorial.com.br/diario-filosofico-volume-1 #pnlbrasil #prontomaxfalou #instagood #instafollow #instalike #instalife #Professor #olavotemrazão #vidasaudavel #psique (em São Paulo, Brazil) https://www.instagram.com/p/Cby0hDyuoy9/?utm_medium=tumblr
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...splendido romanzo intessuto di svariati piani narrativi...romanzo storico, romanzo esistenziale, romanzo filosofico, romanzo surreale e fantastico, a tratti gotico. E ciascuno dei piani vive autonomamente, e compiutamente, nella complessità dell'opera....È Malinconico, speziato, avvolgente...ti inebria, ti stordisce...È storia d'amore...di conflitti e di follia. E' storia del disincontro tra un ragazzo giovane e una ragazza atavicamente vecchia. È storia di un'Argentina nello sfacelo, che ricorda le grandi imprese del passato. E' romanzo, saggio filosofico e diario. E' romanzo nel romanzo con il rapporto sui ciechi, metafora dei lati oscuri dell'uomo e della politica.E' vero che si legge tutto d'un fiato; è vero pure che si è tentati di leggerlo fino alle quattro del mattino, ma io ho preferito non farlo per non lasciarmi sfuggire nulla di questo libro bellissimo...o, per lo meno, il meno possibile...#instabook #igersravenna #ig_books #libri #instaravenna #consiglidilettura #bookstagram #booklovers #domenicaaperto #ernestosabato (presso Libreria ScattiSparsi Ravenna) https://www.instagram.com/p/CbRkwODMgyR/?utm_medium=tumblr
#instabook#igersravenna#ig_books#libri#instaravenna#consiglidilettura#bookstagram#booklovers#domenicaaperto#ernestosabato
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