#dialogo di pittura
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Grande Successo per la Biennale d’Arte dei Violini a Palazzo Greppi: Un Incontro tra Arte, Cultura e Tradizione
La Biennale d'Arte dei Violini si conclude con un successo di pubblico e un'esperienza artistica straordinaria a Santa Vittoria, Gualtieri.
La Biennale d’Arte dei Violini si conclude con un successo di pubblico e un’esperienza artistica straordinaria a Santa Vittoria, Gualtieri. Dal 6 all’8 settembre 2024, il Palazzo Greppi di Santa Vittoria, Gualtieri (RE) ha ospitato la tanto attesa Biennale d’Arte dei Violini, un evento artistico che ha riunito artisti di grande talento e ha visto una massiccia partecipazione del pubblico.…
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The art side of Kartell
Mostra Palazzo Reale, Milano 10 aprile- 12 giugno 2019
curatori mostra Ferruccio Laviani e Rita Selvaggo, graphic design Studio Laviani
Skira, Milano 2019, 168 pagine, IOSBn 9788857241159
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Nel 2019, Kartell celebra il suo settantesimo anniversario attraverso “The art side of Kartell”, mostra ospitata nelle prestigiose sale dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale a Milano e nata da un progetto di Ferruccio Laviani, che ne firma la curatela insieme a Rita Selvaggio. Il dialogo costante tra arte e design che il marchio ha saputo alimentare in questi 70 anni diventa traccia narrativa per un percorso espositivo che si snoda in undici stanze ciascuna caratterizzata da una identità acquisita dalla combinazione di memoria e contemporaneo. Servendosi di una serie di associazioni visive e semantiche, il denso percorso espositivo “The art side of Kartell” si snoda come una drammaturgia di informazioni multiple che, al di là della memoria convenzionale degli oggetti, crea narrative ibride e trasversali non cronologiche. Immersiva e vibrante, la mostra indaga le visioni di ieri del “futuro” attraverso oggetti, esperienze e modelli di sapere collettivo, materiali d’archivio e immagini in movimento, pittura, installazione e performance, documenti, prototipi e nuove commissioni in una dialettica che associa processi analitici e formali.
01/11/24
#Kartell#mostra Palazzo Reale Milano 2019#Ferruccio Laviani#Sottsass#Ron Arad#Fornasetti#Isa Genzken#Cinzia Ruggeri#Ettore Sottsass#design books#fashionbooksmilano#designbooksmilano
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Valentino partner della Triennale di Milano nel centenario
La maison Valentino rafforza il suo legame con il mondo dell’arte sponsorizzando una delle mostre che s’inseriscono nelle celebrazioni del centenario di Triennale Milano. L’esposizione, un tributo alla pittura italiana contemporanea, apre nel mese di ottobre 2023 e segna un capitolo significativo nel dialogo di Valentino con l’arte. La mostra, intitolata “Pittura Italiana Oggi”, a cura di Damiano…
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Da: SARA’ DIPINGERE - di Gianpiero Menniti
ECLETTISMO
[...] Maria Casalanguida dimostra una singolare capacità: saper attraversare lo spazio della creatività pittorica, transitando dalla figura alla rappresentazione astratta, con una competenza espressiva unitaria riconoscibile in entrambe queste due grandi categorie del testo pittorico. Una capacità assai rara nella pittura. Ma non si tratta di una competenza tecnica, mi preme ribadirlo: la sua competenza espressiva consiste nel trarre dal dipinto una traccia di quel misterioso dialogo interno che anima la sua creatività. Evocazioni, di paesaggi sublimati in uno sguardo che ne coglie l’essenza. Evocazioni, di figure finalmente libere di dare di sé la certezza dei sensi interiori e dell’apparire autentiche nel loro stare al mondo. Evocazioni di geometrie che affermano con sorprendente limpidezza l’esistenza di un piano metafisico. Si tratta di un’esperienza pittorica che oscilla e sovverte il piano strettamente figurativo. Ma non come in una sorta di adolescenza che precede la piena maturità artistica, non come un passaggio superato o superabile: è un trapassare “hegeliano” necessario e compresente che in nulla si presenta riduttivo rispetto all’approdo successivo. [...]
Dipinto: Maria Casalanguida, "Tra evidenza e dubbio", 2022, collezione privata
In copertina: Maria Casalanguida, "Nulla dies sine linea", 2010, collezione privata
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Clara García “Mi casa es tu casa” dal 20 al 28 Marzo 2023 Apertura vetrina ore 19.00 Condivisione in piena libertà è l’opera pittorica di Clara García che, avvalendosi di una tavolozza ampia e brillante di colori audaci, predispone l’osservatore ad entrare negli spaccati quotidiani di un mondo dall’ospitalità innata, capace di comunicare con vivacità l’espressività delle figure ritratte, in prevalenza umane. Specializzata nella pittura ad olio, García lavora per piani, spazio privilegiato di un dialogo continuo tra mestiere e ispirazione, genesi di forme autentiche e luogo d’incontro di esperienze plurime vissute durante i percorsi artistici intrapresi. In Aracena (Huelva), sua città natale, ha frequentato il liceo artistico, iscrivendosi poi all’Accademia di Belle Arti a Granada e proseguendo gli studi a Napoli. Da circa un anno la giovane artista andalusa è, infatti, approdata nella città partenopea perché congeniale alla sua terra di provenienza: la definisce accattivante, calda e frenetica al punto da spingerla al costante adattamento e confronto, arricchendone la persona e l’arte. Il deciso gioco di luci e contrasti si sviluppa nell’incessante sperimentazione tecnica a cui ricorre: graffiti, vernice raschiata, matita o carboncino adoperati sulla stessa vernice, cere o collage concorrono a creare uno stile scoppiettante. Nella serie pittorica “Mi casa es tu casa” Clara García dipinge con colori ad olio su uno strato di acrilico rosa preparato in precedenza sull’intera tela, al fine di conferire plasticità e vibrazione, in maniera decisa, ai lavori realizzati. La nuance emozionale, lasciata volutamente scoperta in alcuni punti dei quadri, unifica; riesce a influenzare positivamente lo stato d’animo di chi guarda, trasmettendo energia, protezione e accoglienza, così come accade quando ci si trova a casa, nella propria zona di comfort. Claudia Del Giudice
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Calderara conquista l'Estorick con una ricca retrospettiva di arte italiana
Di Roberta Leotti Ben 50 opere messe a disposizione da Estorick Collection, Lysson Gallery e Fondazione Antonio e Carmela Calderara per la mostra Antonio Calderara: A Certain Light. Ce ne parla la curatrice Paola Bacuzzi. Nella ricca retrospettiva della Estorick Collection of Modern Italian Art l’arte di Calderara si riprende la scena. Da sempre la Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra è sede naturale di divulgazione dell’arte, ma anche mediatore di quel dialogo che si crea tra l’opera e i suoi fruitori. Non fa eccezione la mostra a cui siamo stati recentemente in occasione della serata per la stampa; sono le 50 opere di Antonio Calderara risultato della fruttuosa collaborazione tra la galleria Estorick Collection of Modern Italian Art, Lysson Gallery e la Fondazione Antonio e Carmela Calderara. Per chi come noi non conosceva l’artista lombardo se non attraverso ricerche online, ci auguriamo che quanto segue possa essere di aiuto a chi visiterà la mostra e per apprezzare questo artista un po’ sottovalutato a livello internazionale. Abbiamo avuto il piacere di aver avuto una guida d’eccezione: Paola Bacuzzi, Curatrice della Fondazione Antonio e Carmela Calderara. Alla nostra (infelice) domanda sul quadro preferito in esposizione, la dottoressa Bacuzzi si è soffermata sui di quadri del periodo degli anni trenta (sala 1). Come mai questa scelta? "In questo periodo lo stile di Calderara è in via di definizione, ma è un esordio brillante, perché c’è già tantissimo dell’Astrazione. Se da un lato Calderara è vicino al Realismo magico con queste atmosfere quasi sospese, rese quasi impalpabili da queste pennellate morbide e frante, dall’altro i luoghi e le persone perdono di identità". I quadri sono un rimando al suo lago d’Orta, ma potrebbe essere un qualsiasi luogo; lo stesso dicasi per il ritratto familiare. Sappiamo che è la sua famiglia, con la moglie in abito rosso, la figlia Gabriella, la madre e il tuttofare, ma perché i volti non hanno lineamenti? "L’assenza dei lineamenti sposta l’attenzione dal suo privato a una scena che può essere di una famiglia qualsiasi. In questo dipinto poi son ben visibili riferimenti a Morandi: le nature morte, i volumi. Nel figurativo di Calderara degli anni ’30, si può già capire che direzione prenderà (l'Astrattismo) a partire dalla scelta dei colori o la scelta compositiva dei volumi". Il che ha quasi dell’incredibile se pensiamo che Antonio Calderara fu per un breve periodo studente di ingegneria, ma pittore autodidatta. Come è possibile sviluppare, evolversi nello stile, considerando che era un artista alquanto stanziale? "Antonio Calderara non è mai stato a bottega è vero, ma ha sempre mantenuto contatti con la scena artistica milanese, sua fonte continua di aggiornamento". Dagli anni ’30 arriverà all’Astratto negli anni 50, un percorso che è legato a doppio filo con la sua vita privata. "Sicuramente la morte della figlia ha portato a profonde riflessioni sul finito ed infinito, sulla materia, se c’è un altrove in senso metafisico. Calderara passa progressivamente a semplificare il dato oggettivo, il dato reale; ha l’obiettivo di raggiungere l’assenza delle cose, abbandonare il particolare fino ad arrivare al grande salto degli anni ’60". La curatrice rimarca che i lavori più astratti sono tra gli anni ’60 e ’70 esposti nella sala 2 della galleria tra i quali, da una collezione privata, uno dei primi astratti dell’artista di Vacciago. Hanno strutture molto simili, può dirci se ci sono dei temi ricorrenti? "I temi sono diversi, ma alcuni ricorrono. Come gli opposti, le presenze, la tensione verso l’alto, la tensione ai margini. Vi potete aiutare dai titoli stessi delle opere, molti sono i soggetti che si ripetono. In tutti il colore è protagonista, anche in quelli quasi monocromatici, i quadri non sono mai piatti. Sono formati da tanti strati di pittura fino al raggiungimento dell’effetto prefissato: il niente che è il tutto". Come nei due dipinti ad olio gialli: Tensione Orizzontale A e Tensione Orizzontale B del 1972 sono disposti uno accanto all’altro. Quadri che sembrano essere uno speculare dell’altro. Così il dipinto che ha più profondità trova nella superficie dell’altro la sua completezza e annullamento. In altri come nei dipinti Costellazioni, la variazione ha qualcosa di quasi musicale. In questi l’influenza è frutto dell’amicizia con Enore Zaffiri (uno dei pionieri della musica elettronica in Italia); Calderara fa suo il principio della sua musica capace di creare qualcosa di nuovo con la minima variazione della stessa. Molti elementi dei quadri sono linee o quadratini (come nei primi astratti), ma nelle opere della fine degli anni ’70 diventano anche parole. Altro esempio di come altri artisti (di poesia visiva) con cui era in contatto finiscono per influenzare le sue opere (per approfondimenti il libro Epistolario, edizioni Abscondita, raccoglie le lettere che Calderara scambiava con altri artisti). "E’ in questo ultimo suo periodo, costretto a letto per problemi di salute, che dipinge per la prima volta diagonali nei suoi quadri. A rappresentare oltre che la precarietà di un momento, anche qualcosa che unisce, a collegare due livelli differenti". Calderara, un artista che merita di essere riscoperto. Alla Estorick Collection of Modern Italian Art fino al 22 dicembre. Per prenotazioni Estorick Collection of Modern Italian Art - Art Tickets. Prossimo appuntamento il tour Calderara Unlocked, sabato 19 ottobre e 16 novembre (per prenotarsi qui: Calderara Unlocked - Saturday Morning Tour - Estorick Collection of Modern Italian Art - Art Tickets) per scoprire qualcosa di piu' sulle opere e la vita di questo artista. ... Continua a leggere su
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[Filippo de Pisis and Robert Mapplethorpe][A Distant Conversation]
Il volume racconta l’inedita conversazione tra le opere di Filippo de Pisis e Robert Mapplethorpe, presentata dal Currier Museum of Art di Manchester. Nonostante non si siano mai incontrati, le loro opere rivelano straordinarie analogie, offrendo al pubbl
De Pisis incontra Mapplethorpe: un dialogo inatteso tra pittura e fotografia Titolo: Filippo de Pisis and Robert Mapplethorpe. A Distant ConversationA cura di: Lorenzo FusiEdito da: Dario Cimorelli EditoreAnno: 2024Pagine: 192ISBN: 9791255610755 La sinossi di Filippo de Pisis and Robert Mapplethorpe. A Distant Conversation Il volume racconta l’inedita conversazione presentata dal Currier…
#2024#A Distant Conversation#Alessandro Parronchi#Carlo Emilio Gadda#catalogo#Currier Museum of Art#Dario Cimorelli Editore#Elio Vittorini#Filippo De Pisis#Filippo de Pisis and Robert Mapplethorpe#fotografia#gay#Giuseppe Marchiori#Giuseppe Raimondi#Giuseppe Ravegnani#Italia#Jonathan K. Nelson#LGBT#LGBTQ#libri gay#Lionello Venturi#Livia Velani#Lorenzo Fusi#Manchester#mostra#Paolo Campiglio#Robert Mapplethorpe#Una storia d’amore con la bellezza
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"E se fosse un vento pop?" - La mostra di Ugo Nespolo alla Galleria del Castello di Imperia dal 31 agosto al 21 settembre 2024
La Galleria del Castello di Imperia presenta “E se fosse un vento pop?”, mostra personale del Maestro Ugo Nespolo. L’evento avrà luogo dal 31 agosto al 21 settembre 2024 nei locali della Galleria del Castello e coinvolgerà l’intera città di Imperia.
La mostra, realizzata con la direzione artistica e la curatela di Federica Porro e Marco Bravo, della Galleria del Castello, prevede l’esposizione di circa cinquanta opere uniche, accompagnate da un’intera sezione dedicata alla grafica, che permetteranno di comprendere appieno la poetica del maestro piemontese, accompagnando i visitatori all’interno di un universo in dialogo con il tempo e in perenne divenire.
Diverse le sezioni proposte per approfondire l’opera di Ugo Nespolo: vele, musei, numeri, città, presenze. Un percorso multiforme pensato per permettere di ampliare i propri orizzonti e il proprio sguardo sul mondo. La selezione operata dalla galleria, dal valore culturalmente rilevante, vuole essere un omaggio a uno dei più grandi artisti contemporanei: la mostra sarà accompagnata da un catalogo in italiano e inglese, che includerà due testi critici inediti sull’artista e approfondimenti sulle tematiche principali proposte.
Classe 1941, Nespolo è un artista poliedrico e rivoluzionario, noto per il suo approccio ludico e ironico all’arte contemporanea. Formatosi all’Accademia Albertina di Torino, ha esplorato vari linguaggi artistici, dal cinema sperimentale alla scultura, passando per la pittura e il design. La sua carriera, a partire dagli anni ’60, è un caleidoscopio di collaborazioni, mostre e riconoscimenti, che lo consacrano come una delle figure più dinamiche e influenti dell’arte contemporanea.
«Questo evento rappresenta un'importante tappa nel percorso di crescita della galleria, che per la prima volta, dopo quattro anni di attività, apre le porte a una mostra con un nome tanto prestigioso - sono le parole di Federica Porro e Marco Bravo, titolari della Galleria del castello - Con il prezioso contributo di associazioni e realtà locali, è stato possibile delineare un ricco programma di eventi collaterali, dall’asta benefica al laboratorio di sartoria creativa, dal reading letterario a un incontro di arteterapia, dalla performance teatrale al concerto jazz manouche, che contribuiranno a fare della galleria un luogo di condivisione e aggregazione culturale».
La prestigiosa esposizione, realizzata con Studio Nespolo e Arte Pentagono, vanta il patrocinio della Città di Imperia e la collaborazione della Rete Museale di Imperia e si svolgerà in concomitanza con la manifestazione delle Vele d'Epoca. È proprio a firma di Nespolo il manifesto ufficiale della 25° edizione dell’evento.
«La Città di Imperia è lieta di ospitare la mostra personale del Maestro Ugo Nespolo presso la Galleria del Castello - dichiara l’assessore alla Cultura Marcella Roggero - Questo evento rappresenta un'ulteriore testimonianza della crescita culturale della nostra città, frutto del costante impegno che, insieme al Sindaco Claudio Scajola e a tutta l’Amministrazione, abbiamo dedicato alla valorizzazione di quelle iniziative portate avanti con la passione e il talento delle realtà locali. La firma del Maestro Nespolo sul manifesto di quest’anno delle Vele d'Epoca suggella inoltre un legame simbolico tra il mare e l’arte, celebrando le peculiarità uniche di Imperia e rafforzando la sua identità culturale».
Grazie alla collaborazione con la Rete Museale, formata da Municipia SpA e Cooperativa Solidarietà e Lavoro, un’opera del Maestro Nespolo verrà esposta in ciascuno dei tre musei della città: il M.A.C.I -Villa Faravelli, il Museo Navale e Villa Grock, con l’idea di disegnare un percorso ideale che esplori i siti più rappresentativi e prestigiosi della città, in una comunicazione in parallelo con la Galleria e la mostra. Per i gestori, una bellissima occasione che permette di ampliare l’offerta culturale con un artista così importante nel panorama culturale nazionale e internazionale.
«La sinergia tra la Galleria del Castello e il Comune di Imperia, per noi come Rete è davvero importante e arriva dopo un anno di lavoro, nel quale ci siamo impegnati a creare relazioni con il territorio e far conoscere il patrimonio affidatoci, consapevoli dell’importanza e della bellezza dei musei della città e delle loro collezioni – dichiara Valentina Dionisi, responsabile di produzione per la Cooperativa Solidarietà e Lavoro scs - Le opere del Maestro Nespolo, contestualizzate e in dialogo con le collezioni dei Musei, daranno vita a una sorta di intreccio immaginario che siamo certi incuriosirà i fruitori, coinvolgendoli emotivamente».
Una piccola “metamostra” sarà la raccolta di scatti realizzati al Maestro Nespolo nel suo studio a Torino da Settimio Benedusi, in esclusiva per la Galleria del Castello. «Sarebbe obbligatorio e necessario per chiunque andare almeno una volta nella vita a visitare quel luogo, per capire quanto l’Arte e l’Artista siano (e debbano essere) non uno sfizio volubile e capriccioso ma al contrario una vera necessità per una società matura e consapevole» dichiara il fotografo Imperiese.
Il vernissage dell’evento è previsto per il 31 agosto alle ore 18:30, con la presenza del Maestro. La mostra, a ingresso libero, resterà visitabile tutti i giorni escluso il lunedì, dalle 10.00 alle 12.30, dalle 16.00 alle 20.00, dalle 21.00 alle 23.00, da sabato 31 agosto a sabato 21 settembre compresi. Durante le tre settimane della mostra gli orari potrebbero subire qualche variazione, per eventi, laboratori o visite private, che saranno comunicati tempestivamente tramite i nostri canali ufficiali.
Le opere di Nespolo esposte nei musei di Imperia saranno visibili durante i consueti orari di apertura. In occasione di Vele d’Epoca, il Museo Navale sarà aperto eccezionalmente anche giovedì 12 settembre, con orario 17-22. Per informazioni: [email protected]
Il team curatoriale si avvale delle professionalità di Federica Porro e Marco Bravo curatori della mostra, Veronica Cicirello responsabile del progetto grafico, Claudia Andreotta e Francesca Bogliolo, curatrici dei testi e delle presentazioni critiche, Raffaella Romano, responsabile delle traduzioni in inglese, Marie Scollo collaboratrice al progetto grafico e impaginazione del catalogo, Chiara Cosentino collaboratrice ai contenuti social e Alessandra Chiappori responsabile ufficio stampa, Pierre Cristiani responsabile dell’impianto video.
“E se fosse un vento pop?”
Mostra Personale di Ugo Nespolo
Galleria del Castello, Piazza San Francesco 3, Imperia
Dal 31 agosto al 21 settembre 2024
Vernissage sabato 31 agosto alle ore 18:30
Orari: 10.00-12:30, 16:00-20:00, 21:00-23:00 - tutti i giorni, escluso il lunedì.
Ingresso libero
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Charlie De Voet + Giacomo Feltrinelli
Best Regards
(a cura di Ilaria Monti + Nicola Nitido)
03.07.2024 - 07.09.2024
*La mostra di Charlie de Voet e Giacomo Feltrinelli inaugura il primo capitolo della serie Best Regards, un format di mostre bi-personali ideato da Ilaria Monti, concepito come una conversazione tra due curatori nel periodo estivo, tra pause, stasi, procrastinazioni. La corrispondenza epistolare con Nicola Nitido coincide con il testo che accompagna la mostra, che si articola come un dialogo sulle città vuote, sul tempo indolente dell'estate, sulle derive comunicative che scaturiscono dall’attesa reciproca e dalla distanza geografica.
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Venerdì 7 giugno 2024, 23:40
Caro Nicola,
La provincia mi uccide. Giugno è appena iniziato ma fa già così caldo. È tempo di miraggi: ricordo quando da bambina non potevo sapere che il sole non stava davvero sciogliendo il mondo intorno a me, che era solo per un effetto ottico del calore se le immagini sembravano vibrare. Ho scoperto anni dopo che quel fenomeno si chiama Fata Morgana, e mi piace ancora pensare che in fondo sia una piccola magia. La pittura di Giacomo, come quei paesaggi immersi nel calore, vibra sulle lamiere e i ferri vecchi di serrande recuperate in periferia, dove le città dormono. Le sue geometrie urbane compongono una segnaletica per perdersi, come quando si esplora per la prima volta un luogo. Percorro con lo sguardo i pattern astratto-geometrici sulle superfici metalliche, le diverse combinazioni di forme e colori che a tratti mi ricordano glitch e interferenze sullo schermo di un televisore. Così penso a quanto la percezione dello spazio urbano sia ancora più densa, nell’aria torbida e calda del centro città che a breve sarà deserto. È tempo per noi di disabitare ogni centro.
Cordiali saluti,
Ilaria Monti
Domenica 9 giugno 2024, 09:30
Cara Ilaria,
come darti torto. Quest’anno poi, farà più caldo del solito. Da quando non sappiamo più vivere nelle stagioni, il tempo ha cominciato a sciogliersi. Di ogni stagione, oggi rimane un concetto, un’idea, la nostalgia, ma non le viviamo appieno, seguendo il ritmo biologico delle giornate. Mi viene in mente “La persistenza della memoria” di Dalì, opera sublime, anticipazione magistrale della nostra concezione e percezione del tempo. Le opere di Charlie rievocano in me questo senso di disorientamento, di spazio fuso con il tempo. In linea con la sua ricerca, è interessante pensare anche come l’artista si riferisca alle sculture come dipinti e ai dipinti come sculture, come intercetti e (con)fonda le pratiche. Non è proprio questo l’effetto della dilatazione estiva, climatica e sensoriale? Anche se so che tutto volerà via in pochissimo, che in un attimo tutto tornerà rigido e solido, ancora più di prima. Ma, vedendo le opere dalla strada, sebbene rompano l’incantesimo di un tempo che scorre regolare, invitando a circoscrivere uno spazio, comincio ad assaporare finalmente un momento, a muoverlo e scuoterlo. Come schiaffo alla regola, dovremmo offrire ghiaccioli all’opening. La sola possibilità di proporre qualcosa che si trasformerà e svanirà di lì a poco, pari a dire Best regards, o come quando saluti qualcuno che sai che non vedrai per molto tempo.
Cordiali saluti,
Nicola Nitido
BIO
Charlie De Voet (b. 1977, Ronse, BE), vive a Zulzeke, lavora a Ronse. Tra le mostre personali e collettive più recenti: 2024, Solo booth, Art Rotterdam, NL; Ballroom Project #6, con Willem Boel, Borgerhub, Antwerp, BE; La Grande Bouffe, Barbé Gallery, Ghent, BE; De Rampe, Kalkhovenhoeve, Kwaremont, BE; Duo con Sander Buyck, Hilvaria Studio's Foundation, Hilvarenbeek, NL; Draad, Texture Museum, Kortrijk, BE; 2023, Duo con Joost Pauwaert, Art Rotterdam, NL; Duo con Stan Van Steendam, Dr. De Beirwoning, Knokke, BE; Larger Than Smaller Than, Barbé Gallery, Ghent, BE; Art For Sale, Hoeve Goed te Réables, Ooidonk, BE; IVY - In het spoor van Van Gogh, Art Route, Horebeke, BE; Primavera, Archipel / Platform 6a, Otegem, BE; In Medias Res, Barbé Gallery, Ghent, BE; Salon Blanc #54, Ostend, BE; 2022, AND LO, SLO MO AUTO BANG, Barbé Gallery, BE; Solo Room, MAGELLAN, Knokke, BE; Art On Paper, Brussels International Contemporary Drawing Fair, Brussels, BE; Everybody Has A Plan Until They Get punched In The Face, Barbé Gallery, Ghent, BE; Ballroom Project #4, Borgerhub, Antwerp, BE; Het Oor, Bruthaus Gallery, Waregem, BE; Works On Paper, Barbé Gallery, Ghent, BE; 2021, SLOW COLOURS FAST SHOW, DeWael15, Antwerp, BE; PASS 2021, Art Route, Huise-Mullem-Wannegem-Lede, BE; Let's Get Out Art Festival, Hoeve Goed te Réables, Ooidonk, BE; 1.1 Million Pounds, Barbé Urbain Gallery, Ghent, BE; Tortilla flat, M12, Ronse, BE; XL, Barbé Urbain Gallery, Ghent, BE; Salon d'O, Thermae Palace, Ostend, BE; Ovidor, Avee Gallery, Kortrijk, BE; Yellow Archangel: Perceiving Anomalies, General Practice, London, UK
https://www.charliedevoet.be
Giacomo Feltrinelli (1994, Milano) vive e lavora a Milano. Ha studiato presso la Nuova Accademia di Belle Arti a Milano (NABA) dove ha conseguito una laurea triennale in pittura e arti visive, proseguendo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Tra le mostre personali e collettive: 2024, Forme instabili, Galleria BianchiZardin, Milano, IT; 2023, Metropoli, Fondazione Sozzani, Milano, IT; 2022, Lineare Metropolitano, Era Gallery, Milano, IT; 2019, M2, Spazio Pestalozzi, Milano; 2018, M, Spazio S, Milano. https://giacomofeltrinellistudio.com/
Con il supporto di BARBE’ Gallery & BIANCHIZARDIN Contemporary Art
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ENGLISH
(curated by Ilaria Monti + Nicola Nitido)
* The exhibition by Charlie de Voet and Giacomo Feltrinelli marks the first chapter of Best Regards, a duo-exhibition format conceived by Ilaria Monti, designed as a long-distance conversation between two curators among pauses, stasis, and procrastinations of the summer season. The e-mail exchange with Nicola Nitido serves as the accompanying text for the exhibition, as a dialogue on empty cities, languid summer days, communication drifts arising from mutual waiting and geographical distance.
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Friday, June 7th 2024, 11.40 PM
Dear Nicola,
This little town is stifling me. June has just begun, yet it is so hot already. It’s the season of mirages: I remember when I was a child, believing the sun was melting the world around me. Back then, I couldn't have known then that the wavering world was just a heat-induced optical illusion. Years later, I learned that this phenomenon is called Fata Morgana, and I still like to think of it as some magic. Giacomo's paintings, much like those heat-drenched landscapes, shimmer on the sheet metal and scrap iron of shutters he found on the outskirts, where cities slumber. His urban geometries act as road signs for getting lost, as if you were exploring a place for the first time. My eyes linger on the abstract-geometric patterns on the metallic surfaces; at times, multiple combinations of shapes and colors remind me of glitches and interferences on a TV screen. I can't help but reflect on how the perception of urban space becomes more intense in the murky, hot air of the city center, which will soon be deserted. Time has come for us to abandon every centre.
Best Regards,
Ilaria Monti
Sunday, June 9th 2024, 9:30 AM
Dear Ilaria,
How can I blame you? This year, it will be hotter than usual. Since we no longer know how to live in the seasons, time has begun to melt. Of each season, today a concept, an idea, nostalgia remains, but we do not live them fully, following the biological rhythm of days. "The Persistence of Memory” by Dalì comes to mind, a sublime and masterful work, anticipation of our conception and perception of Time. Charlie's works remind me of this sense of disorientation, of space melted with time. In line with his research, it is also interesting to think about how the artist refers to sculptures as paintings and paintings as sculptures, as he intertwines and blends practices. Isn't this exactly the effect of summer, as a climatic and sensorial dilation? Even though I know that everything will quickly fly away, and that in a moment, everything will be rigid and solid again, maybe even more than before. But, seeing the works from the street, although breaking the spell of a regular time flow, it invites us to circumscribe a space, to finally begin to savor a moment, to move and shake it. As a slap in the face to the rule, we should offer popsicles at the opening. The mere possibility of offering something that will transform and disappear shortly thereafter is equivalent to saying Best regards, or like when you say hello to someone you know you won't see for a long time.
Best Regards,
Nicola Nitido
BIO
Charlie De Voet (b. 1977, Ronse, BE), lives in Zulzeke, works in Ronse. Recent solo, duo & group exhibitions include: 2024, Solo booth, Art Rotterdam, NL; Ballroom Project #6, with Willem Boel, Borgerhub, Antwerp, BE; La Grande Bouffe, Barbé Gallery, Ghent, BE; De Rampe, Kalkhovenhoeve, Kwaremont, BE; Duo with Sander Buyck, Hilvaria Studio's Foundation, Hilvarenbeek, NL; Draad, Texture Museum, Kortrijk, BE; 2023, Duo with Joost Pauwaert, Art Rotterdam, NL; Duo with Stan Van Steendam, Dr. De Beirwoning, Knokke, BE; Larger Than Smaller Than, Barbé Gallery, Ghent, BE; Art For Sale, Hoeve Goed te Réables, Ooidonk, BE; IVY - In het spoor van Van Gogh, Art Route, Horebeke, BE; Primavera, Archipel / Platform 6a, Otegem, BE; In Medias Res, Barbé Gallery, Ghent, BE; Salon Blanc #54, Ostend, BE; 2022, AND LO, SLO MO AUTO BANG, Barbé Gallery, BE; Solo Room, MAGELLAN, Knokke, BE; Art On Paper, Brussels International Contemporary Drawing Fair, Brussels, BE; Everybody Has A Plan Until They Get punched In The Face, Barbé Gallery, Ghent, BE; Ballroom Project #4, Borgerhub, Antwerp, BE; Het Oor, Bruthaus Gallery, Waregem, BE; Works On Paper, Barbé Gallery, Ghent, BE; 2021, SLOW COLOURS FAST SHOW, DeWael15, Antwerp, BE; PASS 2021, Art Route, Huise-Mullem-Wannegem-Lede, BE; Let's Get Out Art Festival, Hoeve Goed te Réables, Ooidonk, BE; 1.1 Million Pounds, Barbé Urbain Gallery, Ghent, BE; Tortilla flat, M12, Ronse, BE; XL, Barbé Urbain Gallery, Ghent, BE; Salon d'O, Thermae Palace, Ostend, BE; Ovidor, Avee Gallery, Kortrijk, BE; Yellow Archangel: Perceiving Anomalies, General Practice, London, UK
https://www.charliedevoet.be
Giacomo Feltrinelli (1994, Milan) lives and works in Milan. He studied at the Nuova Accademia di Belle Arti in Milan (NABA), where he earned a bachelor's degree in painting and visual arts, continuing his studies at the Accademia di Belle Arti di Brera. Recent solo and group exhibitions include: 2024, Forme instabili, Galleria BianchiZardin, Milan, IT; 2023, Metropoli, Fondazione Sozzani, Milan, IT; 2022, Lineare Metropolitano, Era Gallery, Milan, IT; 2019, M2, Spazio Pestalozzi, Milan; 2018, M, Spazio S, Milan. https://giacomofeltrinellistudio.com/
Supported by BARBE’ Gallery & BIANCHIZARDIN Contemporary Art
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Walter Festuccia: Un nuovo jazzista della parola nella redazione di Alessandria Today
Un viaggio tra ironia, fantasia e arte con l'ultimo talento entrato a far parte della nostra squadra.
Un viaggio tra ironia, fantasia e arte con l’ultimo talento entrato a far parte della nostra squadra. Alessandria Today ha il piacere di accogliere un nuovo talento nella sua redazione, Walter Festuccia, artista poliedrico e scrittore dallo stile unico e originale. Nato a Roma il 16 marzo 1958, Festuccia è un creativo a 360 gradi: diplomato come aiuto scenografo presso il prestigioso Cine TV di…
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Mario Schifano Gioie istantanee
a cura di Enrico Gusella
Biblos, Padova 2007, 80 pagine, 24x24cm, ISBN 978-88-88064-70-3
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Padova Aprile Fotografia 07 - 7 aprile 27 maggio 2007
La rassegna, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia e curata da Enrico Gusella e Brasilia Pellegrinelli, presenta una particolare antologia di immagini dell’artista italiano Mario Schifano (1934–1998), nella quale il mezzo fotografico diventa il pretesto per un’azione pittorica di appropriazione e comprensione del mondo. L’esposizione mette in luce un aspetto meno noto al pubblico della sua arte, aggiungendo un elemento prezioso di ulteriore lettura dell’immagine fotografica.
Nato con l’anima esclusiva di pittore, Schifano sceglie di contaminare la pittura con il flusso e le retoriche narrative del cinema, con l’asserzione e la corporeità ambigua della fotografia. Cattura, scatto dopo scatto, con meraviglia, immagini di un mondo televisivo da scoprire, dentro il quale ritrovare altri percorsi artistici. A seguire è l’intervento pittorico, brusco e veloce, provocatorio ed eccentrico.
Schifano non riceve le immagini, ma le “guarda”, “scava” dentro, padroneggia, anche quando è più appariscente il suo rapporto con la casualità. La superficie dell’immagine originale, sottratta al mondo televisivo, diventa il campo di apparizione iconografica su cui si intrecciano l'occhio meccanico dell'obiettivo fotografico e l’istintività della mano che segna la foto. Il suo sguardo si posa senza filtri né preconcetti sull’immagine, ed egli assume su se stesso il compito di ritrovarne il respiro, riaccende le riproduzioni, le rimette in movimento, le smonta e le manipola, consapevole del fatto che si tratta di un processo senza fine, perché l’immagine compiuta non può essere che morta, e dunque nessun processo deve prevedere il proprio compimento.
Le fotografie sono ritoccate a pennello, quasi a sottolineare alcuni atteggiamenti o rafforzare un’espressione attraverso l’uso di colori vistosi ed esagerati; una cornice nera che assume il significato di finestra di congiunzione tra due mondi in continuo dialogo: il tubo catodico e l’occhio fotografico di Mario Schifano.
16/03/24
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La Regione Lombardia ospita nella sede di Roma la mostra "Intus 2024"
La Regione Lombardia ospita nella sede di Roma la mostra "Intus 2024" Regione Lombardia ospita, nella sua sede di Roma, la mostra Intus 2024. E' il primo progetto espositivo all'interno della sede istituzionale romana ed è organizzata in collaborazione con l'associazione culturale Isorropia Homegallery.Le opere sono degli artisti lombardi Thomas Berra, Andrea Mariconti, Monica Mazzone e Silvia Negrini. Intus (dal latino dentro, all'interno) 2024 non è solo il nome della mostra di arte contemporanea ma è anche un progetto finalizzato a promuovere e supportare giovani artisti italiani. L'iniziativa fa parte di un approccio culturale che si sviluppa all'interno di spazi di lavoro e sedi istituzionali come valore aggiunto al vivere quotidiano. Porte aperte all'arte e alla cultura, quindi, per creare un dialogo multidisciplinare a sostegno della crescita di persone e imprese con l'obiettivo di rendere fruibili a un vasto pubblico di visitatori, spazi solitamente chiusi o privati. "L'attenzione per le giovani generazioni, che rappresentano il futuro del nostro territorio - afferma il presidente di Regione Lombardia - si esprime anche nella scelta di puntare sulla genialità creativa di quattro emergenti artisti lombardi. Una delle sfide principali di ogni tempo è, infatti, l'educazione alla bellezza". THOMAS BERRA , lavora con la pittura a partire dalla tecnica tradizionale del dipinto su carta o su tela di grande e piccolo formato, per poi espandersi su supporti diversi come tende o pareti, realizzando opere dal carattere onirico e immersivo. Il punto di partenza della sua attuale pratica artistica è una ricerca sul mondo vegetale. ANDREA MARICONTI, lavora con materiali naturali di origine minerale (grafite - rame - bronzo) vegetale (fitolacca - carbone - cenere - carta ganpi - petrolio), da cui ricava colori e tinte intense e velate. La sua ricerca si basa prevalentemente su un approccio inclusivo di tutta la storia dell'arte e dell'esplorazione di interferenze percettive. MONICA MAZZONE, porta in mostra le sue 'configurazioni architettoniche emozionali', proponendo la geometria come principio guida dell'atto creativo. La 'geometria emotiva' è un percorso artistico fondato sull'idea di poter percepire ed esprimere visivamente l'ossessione per la perfezione. SILVIA NEGRINI , utilizza un linguaggio minimalista che descrive paesaggi, interni o luoghi isolati e desolati, attraverso tavole o tele spesso di grandi dimensioni. Gli oggetti raffigurati si presentano come un gioco ambiguo di rappresentazione astratta, costruita attraverso forme stereotipate, cambi improvvisi di tinta, effetti di ombre e luci. La mostra resterà aperta nella di Regione Lombardia (via del Gesù, 57 - Roma) fino al 22 gennaio 2025. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Sadak - Hand Painted Signs in India di Aradhana Seth
Esistono da sempre due stili di viaggio, uno di questi lo potremmo definire turistico e predilige, per gli spostamenti e la scelta delle tappe, le classiche attrazioni da cartolina da visitare in comodi tour organizzati. Ovviamente questo non toglie nulla all'esperienza che sarà comunque magnifica, ma di certo priva spesso il visitatore di un assaggio di quella che poi è la vera identità di un paese. Un'identità nascosta tra i vicoli delle città, nei quartieri dove la gente vive la propria vita fatta di usanze e tradizioni spesso lontane anni luci dagli standard imposti dalla globalizzazione. Questo vale soprattutto per luoghi come l'India, paese in cui non sono mai stato ma che di certo un giorno vorrò visitare.
Ed è appunto essendo a digiuno di India che non ho potuto non rimanere affascinato dal lavoro svolto dalla regista, artista e scenografa Aradhana Seth che nel corso di due decenni ha documentato fotograficamente le tradizionali insegne dipinte a mano che affollano le città indiane. Offrendo uno sguardo che non fosse turistico ma piuttosto storico, senza per questo rinunciare alla bellezza dell'arte seppure al servizio di artigiani intenti a promuovere umili botteghe. Un libro in cui a far da vetrina all'India non è il Taj Mahal dunque, ma le insegne di dentisti e calzolai. Uno sguardo autentico, originale che al tempo stesso diventa occasione per ripercorrere la storia di un paese e i suoi cambiamenti che proprio su questa tradizione vernacolare hanno avuto importanti ripercussioni.
L'india ha infatti attraversato il periodo del colonialismo, quello della decolonizzazione e infine della globalizzazione e le insegne hanno mutato in stile e materiali proprio in virtù di tali stravolgimenti. Seppure nel loro stile abbiano continuato ad essere contraddistinte da pennellate naif, i cui contorni netti fanno da cornice a colori accesi in cui le prospettive appaiono distorte e luci e ombre sono rese in modo audace, tale forma grafica ha perso il tocco umano della pittura allorché con la globalizzazione sì sono iniziati ad impiegare materiali come adesivi e vinili passando da una tradizione pratica alla stampa digitale.
Eppure se ci si allontana dai centri turistici è ancora possibile ritrovare viva questa usanza. L'India è un paese segnato dalla povertà, in cui la manodopera costa poco, e in virtù di questo i servizi proliferano perché lì ancora conviene riparare piuttosto che sostituire. Dunque le insegne che promuovono questo genere di attività continuano a trasformare in modo costante il paesaggio stradale. Perché le insegne sono alla mercé del clima e, soprattutto, dell'inquinamento. I colori sono addormentati dalla patina dello smog, le vernici si scrostano per il caldo, l'arte delle insegne è in continua mutazione, come un viso che nelle sue rughe tiene traccia dello scorrere inesorabile del tempo.
Un altro aspetto interessante è il continuo dialogo tra tradizione e progresso. Perché se quest'ultimo si serve della cultura indiana come contaminazione estetica di prodotti globali per cercare di conferirne il fascino, allo stesso modo l'India più tradizionale ha iniziato ad adottare materiali e tecnologie della modernità cercando di renderle accessibili proprio attraverso il tocco umano della pittura. Stiamo parlando di uno stile di vita che collide che con la classica struttura a caste della società indiana, un India che continua ad adottare un sistema patriarcale che impedisce, di fatto, l'emancipazione delle donne. Ma proprio nelle insegne dipinte, nella loro ingenua spettacolarizzazione dei meccanismi della vita quotidiana traspare un cambiamento in atto, un desiderio di emancipazione che fa di quelle tecnologie e di quel lusso oggetti di fascinazione, aspirazione e celebrazione.
Perché, come ho già accennato, le insegne raccontano la storia del mercato indiano sotto i mutevoli regimi politici, dai bazar all'avvento delle agenzie pubblicitarie con relativi punti vendita alle riforme dovute alla globalizzazione e al mercato neoliberista. In un quadro che ha portato con il tempo a considerare gli esseri umani unicamente in quanto consumatori (si veda il processo di disneyficazione delle scuole). Si potrebbe riassumere Sadak come il tentativo, riuscito, di raccontare un paese attraverso l'arte popolare. Insomma se, come me, volete fare un salto in India senza prendere l'aereo questo è un buon inizio.
Ah, quasi dimenticavo.. i libro di Aradhana Seth è ovviamente un oggetto bellissimo, coloratissimo.. e con una particolare caratteristica: le pagina sono a doppio strato e hanno una sorta di effetto pancia (vedi foto sotto), del tipo dei libri di arredo per illuminare le stanze. In più è corredato dalla storia di alcuni pittori di insegne, tra cui il nostro Francesco Clemente.
Ho parlato di: Sadak - Hand Painted Street Signis in India Aradhana Seth Editore: Humboldt Books 184 pagine, colori Copertina morbida ISBN 979-12-80336-12-5
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'Homo Deus' tema Festival creatività contemporanea a Parma
‘Homo Deus’ è la parola chiave dell’ottava edizione di ‘Parma 360 Festival della creatività contemporanea’, in programma dal 6 aprile al 19 maggio. Cinque mostre di pittura, scultura, illustrazione, arte digitale e nuovi media saranno in dialogo con chiese e palazzi storici della città, in un percorso diffuso sul territorio, e indagheranno “tematiche legate al superamento della…
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