#dialoghi immaginari
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clacclo · 1 year ago
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Dialoghi virtuali
"Spegni la luce, non voglio che mi guardi: sono brutta!"
"Come può il tuo corpo essere brutto, se dentro ci sei tu?"
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"E se poi non ti piaccio?"
"Scusa, ma vieni con il corpo di un'altra? Perché è impossibile che qualcosa di tuo non mi piaccia!"
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"Sono piena di difetti, quando mi vedrai scapperai..."
"Pensi che me ne accorgerò? Quando ci baceremo avrò gli occhi chiusi e quando faremo l'amore saranno fissi nei tuoi, come farò a vedere quelli che tu chiami difetti ed io chiamo vita?"
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Walter Festuccia: Un nuovo jazzista della parola nella redazione di Alessandria Today
Un viaggio tra ironia, fantasia e arte con l'ultimo talento entrato a far parte della nostra squadra.
Un viaggio tra ironia, fantasia e arte con l’ultimo talento entrato a far parte della nostra squadra. Alessandria Today ha il piacere di accogliere un nuovo talento nella sua redazione, Walter Festuccia, artista poliedrico e scrittore dallo stile unico e originale. Nato a Roma il 16 marzo 1958, Festuccia è un creativo a 360 gradi: diplomato come aiuto scenografo presso il prestigioso Cine TV di…
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clacclo · 2 years ago
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"Quando gli opposti si attraggono succedono cose imprevedibili, mia cara Lugobranda, ma solo se rinunciano entrambi a qualcosa: vedi questi due Maggiolini, uno bianco ed uno nero? Hanno rinunciato entrambi a due ruote, ma ne hanno ancora quattro ognuno ed ora sono una cosa sola senza aver perso la loro identità."
"Sì, maestro, ma non possono più andare da nessuna parte, così!"
"Certo, ma sono felici perché non vogliono più farlo."
@clacclo
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generalevannacci · 6 months ago
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Sig. Provenzano/Riina, ci spiace ma dobbiamo arrestarla, abbiamo atteso che si svegliasse con comodo ma ora deve vestirsi e seguirci, per cortesia.
Come dice?
Sta aspettando lo stimolo per fare cacchina?
Non c'è problema, faccia con comodo, la aspettiamo qui.
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fioredialabastro · 2 years ago
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Dialoghi immaginari in una notte d'inverno
"Tu, che insegui la sciocca illusione di una perenne primavera, perché non cedi alla seduzione di una notte d'inverno, che ti fa tremare di felicità, t'infiamma il core, t'avvolge di un amore da sempre cercato, ma che, pur avendolo trovato, codardamente respingi, posando i tuoi occhi su terre lontane e sterili, su fiori oppiacei e caduchi?"
"Oh mia cara, dolce ed impavida creatura, le tue parole mi scuotono come il vento che agita le fronde! Ebbene sì, lo ammetto: tu mi hai sconvolto nel profondo, hai nidificato nella corteccia delle mie difese, come una civetta in cerca di casa e io, con mia sorpresa, ti ho accolto, perché mai nella vita ho vissuto una simbiosi così potente e ancestrale. Non ci uniscono fiori, bensì radici sotterranee; indipendenti, ma intrecciate in un abbraccio senza tempo. Tu provi gli stessi sentimenti, eppure riesci ad affrontarli, mentre io rimango atterrito ed inerme, trovando sollievo solo tra ammalianti chimere. Riesci a perdonarmi e a provare un po' di compassione, travolgente notte invernale? Riesci ad aspettarmi?"
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ilgiardinodivagante · 2 months ago
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Mi sento spesso come un pianeta errante in un universo di stelle immobili. Tra pianeti che indossano una brillante veste di stelle, io mi muovo nell'ombra, un corpo celeste solitario. Intorno a me, tutti sembrano indossare maschere, recitare una parte per un pubblico invisibile. Parlano, ma non comunicano davvero. Si nascondono dietro etichette e definizioni, costruendosi identità fragili come case di carta. Cerco profondità in un mondo che sembra averla persa. Voglio dialoghi autentici, scambi di idee che vadano oltre la superficie. Desidero comprendere le anime, non solo le parole.
Ho provato a connettermi, a far parte del coro. Ma la melodia mi stonava. Le loro note erano false, ripetitive, prive di armonia. Sentivo solo un rumore di fondo, un'eco vuota. Mi dicono che sono diversa, speciale. Ma la diversità, in un mondo che celebra l'omologazione, è una condanna. Sono un'opera d'arte appesa in una galleria di poster. Ammirata, ma mai compresa.
Ho cercato risposte nei libri, nei film, nelle canzoni. Ho cercato rifugi in mondi immaginari, sperando di trovare un'anima gemella, un'eco della mia solitudine. Ma anche lì, l'autenticità sembrava un lusso riservato a pochi. Mi chiedo spesso: sono io il problema? Forse sono troppo esigente, troppo sensibile. Forse cerco qualcosa che semplicemente non esiste. Ma dentro di me, una voce mi sussurra che no, non è così.
Mi dicono che siamo tutti maestri ascesi, stelle cadute sulla Terra. Ma se è così, perché il mondo è ancora un caos? Perché l’egocentrismo e l’egoismo ancora comandano? Se fossimo davvero tutti così illuminati, avremmo già costruito un paradiso. La realtà ci mostra un'altra verità: siamo creature imperfette, in cerca di un senso. E questo è bellissimo, perché significa che siamo vivi, che stiamo crescendo. Ma negare la nostra umanità, nascondendoci dietro false etichette, ci allontana dalla vera trasformazione.
Nel corso della storia, grandi maestri spirituali hanno sempre incontrato resistenza, persecuzione. Gesù, Buddha, Gandhi...nessuno di loro è stato accolto come un eroe. Perché? Perché la vera trasformazione spesso spaventa, perché mette in discussione lo status quo. Se tutti ci applaudissero, forse dovremmo iniziare a preoccuparci.
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Voglio credere che ci sia (o, almeno, sia possibile) un mondo oltre le apparenze, là fuori. Un mondo dove le persone si connettono davvero, dove l'empatia è più importante dell'ego. Un mondo in cui la scelta non è più tra un palcoscenico e una poltrona in platea e dove le domande contano più delle risposte. Ma per ora, continuo a camminare da sola. Portando con me un fardello di domande e un cuore pieno di speranze. Forse un giorno troverò la mia tribù, un gruppo di anime affini con cui condividere esperienze e prospettive.
Nel frattempo scrivo, dipingo, esploro. Per dare un senso al caos, per trovare un filo conduttore nel labirinto delle mie emozioni. Per connettermi con me stessa, per riscoprire la parte più profonda e autentica di me. E spero che le mie parole possano risuonare in qualcuno. Forse c'è qualcun altro là fuori che si sente come me, un'isola in un oceano di conformismo e superficialità. Forse insieme potremo creare un nuovo continente, un luogo dove l'autenticità è la valuta più preziosa.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.fi
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ginogirolimoni · 8 months ago
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È bastato che Bonelli in aula dicesse alla Meloni che ha una faccia “inquietante” per finire su The Wall Street Journal e quindi a far ridere tutto il mondo.
È vero, la Meloni ha un talento innato per lo spettacolo, fa le smorfie, le vocine, improvvisa dialoghi immaginari con qualche nemico che lei ridicolizza o disprezza, è portata per i viaggi, potrebbe vivere sempre in tournee, peccato che è il Presidente del Consiglio, peccato che non si renda conto di ciò che è decoroso e opportuno visto l'incarico che ricopre (come Berlusconi che faceva le corna) e peccato per lei che non faccia ridere. 
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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L’affare del Danso e altri cunti di Raffaello Di Mauro
I cunti del 1964 L’affare del Danso e altri cunti di Raffaello Di Mauro edito da 21lettere è l’ultimo lavoro dell’autore, finalista ai premi letterari Giuseppe Gioacchino Belli, Città di Castello, Premio Teramo e menzione di merito ai premi Calvino e 21racconti.  Il romanzo di Raffaello Di Mauro è un’avvincente raccolta di cunti, sedici storie ambientate in Sicilia che inizialmente sembrano scollegate tra loro. L’affare del Danso e altri cunti di Raffaello Di Mauro è un romanzo corale, in cui tutto e tutti si ricollegano. Ecco così che, accanto a Rocco Sapienza, il protagonista, ne emergono altri, come il maestro Giovanni Spartà, il giovane sindacalista Carmelo Spada, il viceparroco Gregorio Sanza e il podestà Aurelio Scornavacca.  Le storie, ambientate a Piedimonte, un paesino sull’Etna, si intrecciano con le vicende “americane” di Rocco Sapienza, di cui conosciamo i fatti dolorosi grazie a continui flashback che catapultano il lettore in vicende sempre nuove e ricche di pathos (scopriamo il suo dolore per la perdita dei familiari, l’impotenza davanti alle sbandate del destino e il sentimento della vendetta sfociato in un omicidio feroce). Come di consueto, abbiamo chiesto all’autore di svelarci qualcosa in più sul suo romanzo e i personaggi che lo animano, con qualche piccola digressione sulla scrittura. L’affare del Danso e altri cunti di Raffaello Di Mauro Salve Raffaello, lei è nuovo qui a Cinquecolonne Magazine, si vuole presentare brevemente ai nostri lettori? Sono nato a New York 59 anni fa ma vivo alle falde dell’Etna, a Piedimonte Etneo.  Sono un emigrato di ritorno. La mia passione per la lettura e per la scrittura ha incontrato l’amore - non incondizionato - per la Sicilia. L’Isola del Sole è terra di miti, di racconti, di metamorfosi e di incantamenti, ma anche di duri contrasti, di decadenza e di marginalità.  La professione di architetto, esperto in restauro di beni monumentali e artistici, mi tiene ancorato alla realtà, il lavoro di scrittore mi regala il sogno di dirigere una squadra di personaggi immaginari, con la possibilità di partire insieme a loro alla ricerca del racconto o della sequenza perfetta di parole. L’affare del Danso e altri cunti racchiude sedici storie, tutte legate tra loro. Possiamo anticipare ai lettori qual è il filo rosso che le unisce? La struttura de “L’affare del Danso e altri cunti” è essa stessa oggetto di una ricerca personale. Il tema era quello di trovare un punto di contatto, posto che possa esistere, tra il romanzo e la raccolta di racconti. Come scrittore mi piace provare nuove strade, rompendo la “perfezione” del romanzo codificato nelle forme proposte dalle scuole di scrittura e promosso da molti editori. L’omologazione culturale che spesso ritroviamo nella scrittura è la stessa che abbiamo imparato ad accettare nelle altre arti. Persino la tecnologia - vedi il capitolo intelligenza artificiale - va nella direzione di rendere tutto omogeneo e replicabile, seguendo un criterio che è l’opposto dell’invenzione artistica e dell’originalità. Il lettore de “L’affare del Danso e altri cunti” viene pian piano coinvolto dalle storie che, nella prima parte del libro, sembrano mantenere una certa autonomia. Nel corso della lettura ogni cunto si riannoda a quelli precedenti, assumendo così il libro la struttura di romanzo corale, dove il personaggio principale, piuttosto che Rocco Sapienza o il suo alter ego il maestro Giovanni Spartà, è il genius loci etneo. Il suo libro è ricco di termini ed espressioni sicule. Cosa risponde a chi pensa, come la scrittrice Anne Lamott, che i romanzi intrisi di dialettismi, specialmente nei dialoghi, sono difficili da leggere e stancano il lettore?  È un punto di vista. La Lamott ha anche scritto che la cioccolata fondente, oltre il 75% di cacao, non può essere considerata cibo: neanche su questo sono d’accordo e con me i maestri cioccolatai di Modica e di Torino.  La Lamott, mutatis mutandis, è la Baricco d’America. Il mio pensiero sulle scuole di scrittura è che, con le migliori intenzioni, smussano stili personali, ossessioni creative e talenti obliqui fino a renderli “commerciali”, allineati e pronti per il main stream e per il mercato. Antonio Pennacchi ha scritto Canale Mussolini semplicemente ignorando la Lamott e, dopo una travagliata vicenda editoriale, ha vinto il premio Strega nel 2010. La scrittura del libro di Pennacchi - che ho molto apprezzato - include parecchi dialoghi nei dialetti emiliano e laziale. Tra tanti scrittori indifferenti alla considerazione della Lamott mi vengono in mente anche Camilleri, Sciascia, Consolo, Pasolini, Fenoglio, Canetti. Tornando a “L’affare del Danso e altri cunti” direi che si tratta di un testo scritto in italiano, con una certa inclinazione poli - linguistica per l’inclusione di termini siciliani, ma anche anglofoni e celtici. La parola segue l’azione e l’opera mantiene una buona leggibilità in quanto la narrazione è costruita attorno ai personaggi e alla loro lingua che, di solito, si spiega da sola; in pochi e necessari casi il lettore viene aiutato con note a piè di pagina. Parliamo un po’ di uno dei suoi protagonisti, Rocco Sapienza, che si macchia di un omicidio. C’è qualcosa che possiamo svelare ai lettori? È una figura che si evolve nella storia, che subisce cioè un cambiamento? Il tema della metamorfosi è centrale nel racconto. Rocco Sapienza, il maestro Spartà, il vice parroco don Gregorio Sanza, ciascuno di loro subisce una profonda evoluzione. Ma è soprattutto Rocco Sapienza a manifestare i cambiamenti più significativi. La povertà lo costringe ad emigrare dalla Sicilia, staccandolo dalla terra che amava e che era il lascito del padre. L’America gli presenta il conto: una vita dura e di sfruttamento al limite della schiavitù; Rocco si chiude in sé, reagisce con violenza alle violenze. Poi la crisi del ’29, la fame, l’opportunità di fare soldi vendendo i vietatissimi superalcolici, la guerra contro le bande degli irlandesi di Hell’s Kitchen. Fino a quando non è costretto a rientrare in Sicilia in modo rocambolesco. Le sofferenze patite e gli sbagli fatti fanno di Rocco un uomo nuovo. Il suo ritorno in Sicilia coincide con la sua rinascita morale e sociale. Le vicende dei suoi ultimi romanzi si svolgono nella sua amata Sicilia e si richiamano sempre a fatti storici realmente accaduti. Vale lo stesso anche per i protagonisti oppure questi sono figure di pura fantasia? I personaggi dei miei romanzi sono frutto di pura fantasia, ma, allo stesso tempo, raccolgono modi di fare, tic, linguaggio e postura da persone reali. La memoria di quello che abbiamo vissuto e ascoltato, dentro di noi si trasforma, cresce fino a diventare moderno mito. La scrittura diventa allora racconto del mito trasferito sulla carta e per questo capace di salvare brani della memoria collettiva ormai orfana della tradizione orale dei cunti. Il contesto storico nel quale si svolge l’azione è frutto di ricerche, di lettura di opere storiografiche e di ritrovamenti - più o meno fortuiti - di oggetti “a reazione poetica”, documenti dimenticati, lettere e altro. In qualche occasione i personaggi sono nati ascoltando storie di persone realmente vissute, a modo loro memorabili per eroismo e meschinità. Read the full article
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babilainthebabiland · 2 years ago
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Ti racconterò di me,
amore mio,
ti racconterò
di averti cercato dove non eri
per non trovarti,
di non averti creduto,
per far ancora un po' di male a me stessa,
di averti spinto via
perchè non mi sono mai amata abbastanza.
Ti ho pensato nei viaggi interminabili,
attimo dopo attimo,
in dialoghi immaginari e baci sognati.
Ti ho rivisto
nei tasti di un pianoforte
che non so suonare,
nei calici di vino che tintinnano,
nel bagliore delle luci di festa,
nello schiaffo a mano aperta
di un profumo,
nello sguardo ambiguo
di un uomo senza amore.
Ti ho vissuto ogni momento
attraversando i miei dolori,
trasponendoti su carta,
trasformandoti in lacrima.
Ti ho riposto
nel cassetto dei ricordi più importanti,
in disordine fra i sentimenti.
Ti ho sentito sulla pelle,
dentro e fuori dagli occhi,
come i tuoi baci sulle palpebre
mentre mi carezzavi il viso.
Ti ho descritto con mille parole,
nelle notti di rancore con il mondo,
accompagnata da un calice e mille sigarette.
Ho cercato risposte in questo mondo ed anche oltre,
dovunque e ovunque tu non eri,
per non trovarti,
per cercare di capirti,
per rendere la pace al mio cuore,
per ricominciare a vivere.
M.B. writer
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raccontidimezzaestate · 4 years ago
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Incontri.
Ho tanti pensieri in testa questa sera.
Vorrei scoprire come i dialoghi che la mia mente si diverte a costruire sarebbero nella realtà. Uscire con lui, guardare un film insieme, parlarne per ore.
Poi quasi risvegliatami da un sogno ho pensato: dove cazzo sono i miei occhiali???
Dopo averli scoperti al sicuro sul mio comodino, la mia mente mi ha riportato ad una conversazione realmente accaduta con una persona di cui non saprò mai il nome, ma che è stata in grado di starmi vicino ed insegnarmi qualcosa. Mi è dispiaciuto non poterlo salutare.
Per lui non è un problema non sapere dove sono gli occhiali. Io invece non dormirei tranquilla.
Le persone vanno e vengono, ma lasciano sempre qualcosa.
Come Maria Cristina, insegnate di greco e latino di un liceo classico da qualche parte dell'Italia, con cui ho parlato per un intero volo; mi ha detto che le ha fatto piacere parlare con me.
Un po' spero che queste persone con cui ho condiviso solo brevi momenti un po' ci pensino a me, come io un po' penso ancora a loro.
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latuaamicaimmaginaria · 5 years ago
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Non c’è più inchiostro qui,
L’ho terminato tutto.
Va’ a prenderne dell’altro!
Non mi occorre per adesso,
Scriverò con le fragole.
Così le mie parole avranno il profumo della primavera,
L’aspetto dei fiori,
La consistenza dell’acqua
E solo per questo saranno di un’estatica bellezza.
🍓 @latuaamicaimmaginaria 🌸
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clacclo · 5 years ago
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- Non posso innamorarmi di te!
- Perché?
- Perché se lo facessi e, metti caso, tu ricambiassi, poi mi dovrei suicidare.
- Perché?
- Perché voglio morire felice.
@clacclo
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forgottenbones · 6 years ago
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Un consiglio che avresti voluto ricevere in passato?
“Non perdere tempo con quella là”. Perché di questo si tratta: perdere tempo.
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impiegatopigro · 3 years ago
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- Che fai per le feste? - Niente. Tu?
- Ti aspetto da me.  - Da te?
- Sì, ci vieni? - E che facciamo?
- Niente. Stiamo soli io e te e ci innamoriamo. - Porto il vino allora
14 dicembre 2021
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iridiscentear · 8 years ago
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Caffè.
-Magari tra qualche anno saremo in un vecchio caffè, ad ascoltare la pioggia che batte, mentre sorseggiamo caffè da tazzine azzurre.
-Perché proprio azzurre?
-Perché è il tuo colore preferito.
-Va bene, ma mi annoierei a morte
-Tu non ti annoieresti, ti piace parlare con me.
-È vero, ma mi annoierei e ti bacerei per gioco.
-Lo so, l'hai fatto spesso
-Allora non ti lamentare no?
-Non mi lamento, lo potresti fare anche seriamente ogni tanto.
-Stai scherzando vero? Lo faccio per te, ti innamoreresti.
-Ma io lo sono già, perché farti problemi per me poi?
-Perché poi mi innamorerei anche io.
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nichilismous · 6 years ago
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Ti ricordi di me?
“Ti ricordi di me?”
“Come potrei dimenticarti?”
“Pensavo che dopo tutto questo tempo, mi avessi eliminato dal tuo cuore”
“Infatti, ma le cicatrici rimangono”
“Ti fa ancora male?”
“Solo quando la guardo”
“Scusa”
“Ormai è inutile, è passato tanto tempo”
“Fa niente vorrei tanto che tu riuscissi a perdonarmi”
“Ma sono passati 10 anni ormai”
“Appunto, è ancora così difficile?”
“Ti ho dato un anno della mia vita”
“Hai ragione mi sono arreso”
“Mi avevi promesso la luna”
“Non dovevi fidarti di quella bugiarda che ogni mese cambia faccia”
“Ma io mi sono fidata di te”
“E io ho buttato tutto al vento”
“Sai in tutti questi anni l’unica domanda che avrei voluto farti è solo una”
“Dimmi”
“Perché?”
“Non c’è un perché, ero giovane”
“Anche io lo ero”
“Ero pieno di droghe”
“Non è una giustificazione”
“Perché sono uno stupido”
“Non lo sei mai stato”
“Capita a tutti una prima volta”
“Vorresti tornare indietro?”
“Si e vorrei anche poter volare”
“Hai ragione non si può”
“E quindi cosa facciamo?”
“Niente, ognuno per la sua strada”
“Mi penserai?”
“La cicatrice mi rimarrà per sempre”
“Mi dispiace”
“E’ tardi, ormai hai perso il tuo momento”
“Addio Frankie” “Addio”
JTL
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