#di pietrantonio
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boldlymagnificentperson · 6 months ago
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Libri: D. Di Pietrantonio, L'età fragile, Einaudi
Romano Antonaci nel segnalarlo commenta: “Premio Strega, personalmente trovo esagerato il Premio assegnato.” Questo commento è condiviso anche da Bruna Barletta che ci dice: “Letto anch’io e concordo .Ho amato l’Arminuta e apprezzato Borgo sud, questo mi ha lasciata un po’ lì .Forse mi aspettavo di più.” Dalla presentazione dell’editore: Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da…
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yourtrashcollector · 9 months ago
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Mi manca una confidenza, l’intimità delle piccole cose quotidiane. Sedere a tavola uno di fronte all’altra, trovarsi con lo sguardo. È questo l’amore che non ho piú. È diventato nostalgia.
Donatella Di Pietrantonio, L'età fragile
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spettriedemoni · 7 months ago
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Donatella Di Pietrantonio vince il Premio Strega.
Ne sono felice. Di lei ho letto “L’Arminuta”ed è un libro che mi ha fatto pensare.
Credo lèggerò presto anche questo, non fosse altro che per curiosità.
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whilereadingandwalking · 2 years ago
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In A Sister’s Story by Donatella Di Piertrantonio, translated by Ann Goldstein, our narrator is a woman lying in her hotel room, completely unable to sleep. She’s coming back to Pescara because of an emergency, but the city is full of memories that she’s finding it difficult to escape. Memories of her former husband, Piero, and all that went wrong. Memories of her sister, Adriana, appearing at their door needing shelter for her and the son they hadn’t known existed. Overwhelmed, she pours out her memories in slow, mixed-up fashion, in clear, vivid writing.
The core of the book is the relationship between Adriana and our narrator. It reminded me of the difficult but loving relationship between Lenu and Lila in Elena Ferrante’s Neapolitan novels—Adriana is smart but stubborn, independent yet always caught up with men, hard-working when she wants to be, irrational or obtuse at the worst moments. Their relationship is sometimes difficult, but they’re bonded by growing up under the pin of two difficult parents, and by their quiet adult love for each other.
This book was a quick read about struggle and relationships, about moving on even if we can’t forgive or can’t forget. Di Pietrantonio is officially on my radar!
Content warnings for use of the g-slur, terminal illness, death/grief, ableism, homophobia, medical trauma
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la-lettrice-testarda · 2 years ago
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L'arminuta, Donatella Di Pietrantonio
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Nel tempo ho perso anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre
Un’antica leggenda orientale racconta di un bambino e due madri, una “vera”, che lo abbandona per un guardaroba, e una acquisita, che lo cresce e lo educa. Entrambe lo reclamano, e ad un giudice l’onere di scegliere quale sia la madre. Per farlo, il bambino verrà messo al centro di un cerchio di gesso disegnato in terra e la prima che riuscirà a portarlo fuori sarà la madre. Una, quella che lo aveva abbandonato, lo afferra con foga, l’altra, quella che lo aveva curato, rimane ferma, immobile, per il terrore di farle male. La vittoria è ovvia, per il giudice, essa sarà la madre. Ho pensato subito al dramma di Brecht, leggendo L’arminuta. Ne Il cerchio di Gesso del Caucaso c’è, di base, un giudizio. Ne L’arminuta potremmo pensare che ci sia, allo stesso, un giudizio, eppure Di Pietrantonio rimane imparziale, lascia alla ragazzina il compito di essere la giudice. E lo è, giudice. Per lei non ci sono due madri, per lei ci sono due donne: quella “di prima”, già senza nome, che l’ha messa al mondo, aspra, reticente, apparentemente restia ai sentimenti, che semplicemente serba in silenzio e con timidezza, e quella “di mare”, che anche se un nome lo possiede (Adalgisa), perde gradualmente identità nel momento delle due verità, la prima, che riporta l’arminuta al paese senza spiegazioni, la seconda che si scopre solo e soltanto alla fine. Ha un sapore crudo e salato, questa storia. C’è il sale del mare che l’arminuta respira nei ricordi, sempre più sbiaditi, sempre emotivamente più distanti, c’è il sale del sangue che viene versato ogni qual volta che, il naturale bisogno di imporsi dei figli emerge e viene ricomposto sotto le percosse dei genitori. In quel nuovo contesto, l’arminuta, “la ritornata”, perde identità, ma al contempo la ritrova perché la ricostruisce; nel rapporto con la nuova sorella, Adriana, nella scoperta del corpo, un corpo con delle forme che, soprattutto nei primordi dell’adolescenza, risulta estraneo e confuso nelle sensazioni provate, da provare e negli sguardi. Soprattutto quelli di Vincenzo, quel fratello che, nel sangue, ha anche lui il sale che lo porta ogni volta a seguire gli istinti, soprattutto la fuga, ma anche quello più animale. C’è il sale anche nella lingua, continuamente in bilico tra il calore della chiarezza dell’italiano e un nuovo calore, quello antico, quello di un abbruzzese dapprima brullo ed estraneo, nel quale la ragazzina, solo dopo tanto tempo, scopre una nuova lingua, una nuova identità.
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bauerntanz · 4 months ago
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Italia, dove vai?
"Italia, dove vai?" („Italien, wie weiter?"), wird am Donnerstagabend in der Ro­man­fabrik im Rahmen der Frankfurter #Buchmesse diskutiert. 2024 ist ein gutes Jahr für italienische Autorinnen. Reihenweise werden fast vergessene von ihnen wieder entdeckt.
Italien ist das Partnerland der diesjährigen Frankfurter Buchmesse.  Eine Antwort auf die Frage „Italia, dove vai?“ („Italien, wie weiter?”), die Giulia Caminito heute Abend mit den Schrift­stel­le­r:in­nen Melania G. Mazzucco, Francesca Melandri, Mario Desati, Gianrico Carofiglio und Paolo Rumiz, allesamt Autorinnen und Autoren der Verlage Folio und Wagenbach, vor ausverkauftem Haus in der…
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downtobaker · 6 months ago
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Vediamo com'era lo Strega 2024
di Andrea Tralli L’età fragile Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta…
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gonzabasta · 9 months ago
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Eppure a un certo punto qualcosa cambia. Forse perché quando ti sembra di non aver più nulla da perdere, ecco, quello è il momento esatto in cui ti dai il permesso di esistere davvero, a trecentosessanta gradi. L'istinto prende il sopravvento, e ti ritrovi a vivere.
[...]
Ecco, osserva bene questa donna nel momento esatto in cui si stanca di essere invisibile: guardala. Forse in lei non c'è niente di così radicalmente diverso rispetto a prima. Non è diventata più bella, come per magia - in questo libro di fate madrine non ce ne sono -, e di lei non si può proprio dire che sia stata fortunata, baciata dalla sorte, con una vita facile. Eppure... Caterina capisce che, contro ogni aspettativa e addirittura contro i suoi stessi desideri, è lei quella ancora viva, è lei quella che respira: ed è ora di concedersi di farlo fino in fondo.
[...]
Apri la porta che ti separa dal mondo. Non hai niente di meno rispetto agli altri. Hai tante cose da scoprire se solo ti prendi la briga di provare a farlo.
Cit. "L'amore si impara leggendo"
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carla-enjoys · 6 months ago
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by Big Dipper aka Lukas Di Pietrantonio printed by Helio Press via LOOM
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boldlymagnificentperson · 6 months ago
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Libri: i libri più letti alla Zafra di Chiavari
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sereads · 7 months ago
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La vita segreta dei figli. Sappiamo che esiste, ma non siamo mai pronti a toccarla. Restano sempre angeli senza sesso nel chiuso delle nostre teste. Indifferenziati, mai del tutto partoriti.
L'età fragile - Donatella Di Pietrantonio
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myborderland · 2 years ago
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Mia madre non aveva mani per tenermi unita, mentre andavo in pezzi, non sentiva il crepitio, ignara del mondo dentro di me. [...] Non ha potuto contenere le angosce della bambina, sono diventate dopo, attacco di panico, incubo e, ancora oggi, sottile disagio. Divenne quella la fantasia ogni sera. Al mattino mi ricomponevo viva e delusa. Non avevo trovato la sua attenzione morendo. Mi ricomponevo alla meno peggio, indossavo i vestiti piegati sulla sedia, i calzini appesi allo schienale.
Mia madre è un fiume
Donatella Di Pietrantonio
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raffaeleitlodeo · 7 months ago
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I dettagli che dicono qualcosa di un Paese. Nel florilegio di commenti velenosi sui candidati al Premio Strega si nota un uso marcato di “insegnante” con valore spregiativo. La vincitrice Donatella Di Pietrantonio definita “prof di sostegno morale”. Oggi sul Corriere i candidati definiti “supplenti in attesa della chiamata per sostituire il collega in ferie”. Fa quasi orrore, e dispera, pensare che siamo arrivati - dopo decenni di disprezzo e liquidazione di un ruolo sociale - a usare insegnante come un insulto. E a farlo sulle pagine dei giornali, con il ghigno di chi non sa più fare a meno del sarcasmo per sentirsi intelligente. Anzi, per l’esattezza, più intelligente degli altri o di tutti. Paolo Di Paolo, Facebook
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grafiusa · 1 year ago
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Nel tempo ho perso anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. É un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure.
- Donatella di pietrantonio -
L'arminuta
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ Per il due di novembre Don Matteo aveva avuto una giornata di gran lavoro; aveva detto sulle pietre tombali della chiesa una sessantina di «Libere» a un carlino l'una. Aveva messi insieme sei ducati: aveva incominciato prima dell'alba e alle nove di sera ancora cantava. Fino alle cinque gli altri otto preti gli avevano tenuto testa ma poi si erano dovuti arrendere all'eccezionale potenza dei polmoni di Don Matteo. Mentre cantava Don Matteo osservava i segni della loro stanchezza; sentiva le voci ormai diventate un roco bisbiglio: via via che uscivano dalla lizza li guardava con ipocrita compassione, poi riprendeva il suo canto con intonazione trionfale. In quanto al grano dell'elemosina i preti avevano, al solito, fatte le parti a modo loro: questo per l'arcidiacono, questo per i canonici, questo per il segretario del capitolo, questo per l'economo. A Don Matteo erano toccati dieci rotoli di fave, e venti moccoli: i piú piccoli e i piú sottili naturalmente. Ma i sei duca li aveva; quelli non glieli toglieva nessuno, sangue di Giuda. Denaro onestamente guadagnato: a conti fatti aveva tolti almeno tre secoli di purgatorio alle povere anime dei defunti. Per uno solo riteneva il suo lavoro inutile: i parenti avevano dato tre «Libere» per l'anima di Don Pasquale di Pietrantonio che, usuraio e ladro emerito, doveva essere diventato un tizzone nel piú profondo dell'inferno. – Bene non gliene ha fatto, ma male neanche, – commentava Don Matteo. “
Francesco Jovine, Signora Ava, Einaudi, 1958; pp. 68-69.
[1ª edizione originale: 1942]
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