#deformità
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Questo uomo no, #139 - L'essenzialistə
Si chiama essenzialismo quell'atteggiamento del pensiero che ritiene esistano le "essenze" delle cose e dei fenomeni, qualcosa che le caratterizza come tali e che è sempre superiore a qualsiasi esistenza concreta. Sono essenzialistə quelle persone che credono che esistano caratteristiche "essenziali" dell'essere uomo, dell'essere donna, di qualsiasi altra caratteristica umana possibile.
L'essenzialismo è quindi un atteggiamento tipicamente fascista, anche se professato da compagnə di ogni tipo, perché si basa su una definizione arbitraria (una qualsiasi, decisa dall'essenzialistə) che viene applicata per decidere chi è "giusto" e chi è "sbagliato", a seconda che abbia o no "l'essenza".
Gli esempi di questa forma di fascismo sono quindi innumerevoli, e spesso contraddittori. Si basano sull'avere o no certi organi sessuali, sull'usarli più o meno e in quale modo; sull'avere una determinata disponibilità economica; sull'aver fatto o no certe cose, avere letto o no certi libri, avere conosciuto o no certe persone; avere o no una determinata fede, sia essa politica, religiosa, sportiva, culturale; nascere o vivere in un determinato luogo, avere la pelle di un dato colore, parlare una o più lingue, e così via.
Per gli MRA, per le TERF, per suprematistə, razzistə e fascistə di ogni tipo, le differenze tra esseri umani si basano su caratteri "interni", stabili e immodificabili, delle singole persone. Quindi l'essenzialistə può solo ammettere l'esistenza di persone come se stessə, mentre qualsiasi altra diversità è sbagliata, traditrice, mistificatrice, infida o, come è stato detto a me, "laido" (dice il vocabolario: ripugnante per il sudiciume o la deformità, anche morale). Ed essendo un atteggiamento tipicamente fascista, è vile: raramente lo sentirete professato da qualcunə senza un richiamo a teorie, scienze, "natura" o altre forze superiori ritenute inattaccabili e insindacabili.
L'essenzialistə è quindi una persona che rifiuta la diversità umana, sotto uno o più aspetti. Questo uomo no, ma magari esistessero solo essenzialisti uomini.
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La bambina dell'Impero Inca congelata per 500 anni
La sua perfetta conservazione è dovuta al fatto che fu congelata durante il sonno e mantenuta in una condizione di freddo secco a più di 6.000 metri sopra il livello del mare.
Gli scienziati che si sono occupati di questo straordinario ritrovamento credono che la giovane sia morta congelata mentre dormiva, e, dopo 500 anni, appare ancora come "una bambina pronta a dormire".
Scoperta nel 1999 sulla cima di un vulcano alto circa 6.800 metri nella cordigliera delle Ande, questa straordinaria mummia è conosciuta come la "Fanciulla del Llullaillaco", in onore del vulcano dove è stata trovata. È considerata la mummia meglio conservata mai scoperta.
Il corpo della giovane, di circa 15 anni, ha gli organi ancora intatti; incredibilmente, tracce di sangue sono ancora presenti nel cuore e nei polmoni. Anche se il viso presenta alcune deformità dovute al trascorrere del tempo (circa 5 secoli), i lineamenti del viso sono rimasti per lo più ben conservati.
-Il piacere della scoperta
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alcune frasi asperse da contesto da Fantasmi, di Cerami: «basta scoprire la tranquillità una volta ed è finita. è la doccia che uccide l'allegria, sono il dentifricio alla menta, la penombra delle imposte mezze chiuse, dell'abat-jour posata sul pavimento» / «il povero è uno straniero in casa propria» / «un vago odore di sessantotto stagnava nell'aria» / «un'intensa fanciulla che corre scapigliata nel silenzio» / «ritornava profumata d'orto» / «il bacio fu così lungo che si addormentarono labbra contro labbra» / «con raffinatissima, bizantina intelligenza» / «l'aria era fresca, saporita di gerani» / «ma lei non deve pensare alla potenza dei regnanti o dei magnati, dei maghi o chissà chi. deve pensare alla potenza di un albero, ecco, alla potenza di un albero» / «penso che sia un errore rincorrere, migliorare gli altri. chi ce lo dà questo diritto? e perché mai dovrebbe essere un dovere, chi ce lo ha imposto?»
alcune altre frasi asperse da contesto da Fantasmi, di Cerami, pt II: «era confinato dietro una linea invisibile che raccoglieva cittadini a cui nulla poteva mai capitare tranne le sciagure» / «si incistava, metteva radici» / «si chiese se la gioia per un pericolo scampato non spinga le anime innocenti a caccia di rischi» / «aveva un sorriso onesto e profumava di funerale» / «tutti e tre finirono nei versi dell'ecclesiaste dove si dice che i vivi sanno almeno che moriranno mentre i morti non sanno proprio niente» / «la casa era pulita pulita, ordinata e senza soprammobili, profumata di caldo» / «aprii con il cuore in bocca» / «di conseguenza lasciava che mi muovessi da solo, salvo farsi trovare sempre a braccia aperte sotto il burrone»
alcune altre frasi ancora asperse da contesto da Fantasmi, di Cerami, pt III: «perché la difformità fa tanto paura agli uomini, perché è tanto insopportabile? forse perché coincide con la deformità» / «perché i ragionamenti, si sa, scavano dove è inutile scavare e dimostrano tutto e il contrario di tutto» / «altro pensiero: basta volerlo e si esiste anche da soli» / «la realtà non sarà mai come la vogliono le parole» / «accorata fin quasi alla smanceria» / «insieme rubavano paradiso anche ai minuti» / «ho paura di non essere più capace di soffrire. ogni tanto ci penso e mi allarmo» / «aveva sognato le montagne che respirano»
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Le storie di dipendenza affettiva sono sempre sconcertanti perché invischiano i loro protagonisti in un vortice autodistruttivo dal quale non sembrano volersi ritrarre malgrado l’escalation di dolore che infligge. La logica porterebbe a pensare che i tradimenti, le menzogne, la svalutazione, l’abuso psicologico, a volte velato, altre volte eclatante e la violenza verbale o fisica che caratterizzano la relazione dipendente debbano spingere la vittima a interrompere il rapporto, ma da un punto di vista psico-logico accade spesso l’inverso. Infatti, ogni mancanza e ogni attacco del membro “forte” della coppia sortisce l’effetto apparentemente inspiegabile di rafforzare il legame mentre erode la capacità reattiva della controparte, che finisce per abbandonarsi al proprio amore esasperante.
La trappola dell’ambivalenza. Le persone intrappolate nella dipendenza affettiva vivono soggiogate dall’ambivalenza: l’altro é buono, romantico, affascinante, unico e speciale a tratti … ma anche, a tratti, diventa crudele, gelido, respingente, brutto, banale. Senza soluzione di continuità, l’oggetto dell’amore dipendente presenta due facce contrapposte ma fuse in una alchimia venefica. Di qui l’impossibilità di stabilire se sia del tutto buono o del tutto cattivo diventa paralizzante.
Pensiamo che uomini e donne che amano poco siano creature algide, individui calcolatori e anaffettivi, criminali emotivi dal fare sospetto e inequivocabile ma non é affatto così. Al contrario, nella dipendenza affettiva almeno una delle parti presenta e agisce un’identità duplice, alterna slanci emotivi con la disarmante spontaneità di un bambino a esplosioni di rabbia o silenzi siderali; si cimenta in promesse d’amore vibranti e poi si nega con veemenza imponderabile.
Questa dualità costituisce il perno della dipendenza relazionale: la “vittima” si innamora del volto buono del partner, dei suoi aspetti sentimentali e della sua transitoria sensibilità, lo idealizza e vi si dedica interamente, mentre minimizza o nega la “faccia cattiva”, la scinde dall’oggetto d’amore perché illogica e incongruente con i propri bisogni affettivi coscienti e con l’immagine specchiata dell’amore romantico. Il mostro che incatena, maltratta, umilia, manipola, sfrutta è così in salvo, sotto la tutela della sua prigioniera che imputa a se stessa ogni punizione e violenza subita ed é disposta a perdonare tutto, a transigere su tutto pur di intravedere una volta ancora quel fugace sprazzo di luce angelicale sul viso amato.
I “mostri umani”. I mostri non esistono, o almeno, non esistono nella forma stereotipata e lampante in cui pretendiamo di riconoscerli. I mostri umani, quelli veri, non hanno i denti aguzzi dei vampiri, né presentano inquietanti deformità fisiche, non emanano afrori mefitici e non girano armati sino ai denti. I mostri umani sono dotati di quella capacità mimetica che li rende come gli altri e, anzi, li fa apparire migliori degli altri: più affascinanti, più intelligenti e più dotati. Esibiscono certezze lapidarie e dispensano verità di solennità sacerdotale. Il loro segreto consiste nello scindere e isolare quanto più possibile da sé le emozioni “negative”: la paura dell’abbandono, la vulnerabilità, la potenziale fallacia di un’emozione, di una scelta o di un’azione, il timore di soccombere all’angoscia di essere perfettamente umani.
Dunque, se dal partner dipendente l’amato é avvertito come un angelo caduto in una nebulosa ipnotica di stati d’animo in contraddizione e profondamente emozionanti, il mostro si auto-percepisce come un essere perfetto indebitamente offeso dalla fragilità dell’altro e dalla sua oscena dedizione. E più l’altro si espone e si oppone con amore incrollabile al dolore per la relazione impossibile che lo insabbia, più il mostro umano si adombra nel disprezzo e nella rabbia.
L’errore di fondo Il dramma della dipendenza affettiva comincia e si propaga a patire da un’enorme equivoco, in fondo. La “vittima” si innamora di un volto dorato ed intrigante e considera le incursioni del mostro umano sulla scena della relazione come manifestazioni dovute alla propria indegnità. Si lascia colpevolizzare, soggiace alla menzogna più bieca e al tradimento palese nell’illusione di conquistare il volto buono del partner e di sollevarlo dal male oscuro che lo ammorba. Ma l’intemperanza e l’inquietudine che trapelano dalla maschera meravigliosa dell’amato, il disprezzo ferino, la bieca indolenza e le temperature siberiane del suo agire, non sono la maschera di una persona buona e quindi amabile, sono il volto pieno del mostro umano.
Perché il mostro vero é duale, abita la contraddizione, la incarna, é il risultato di una integrazione mancata tra le parti positive e le parti negative di sé, della sua storia emotiva, del suo vissuto rimosso, traumatico e mai elaborato di bambino. (Enrico Maria Secci)
tratto da “DIPENDENZE AFFETTIVE MALDAMORE” pagina FB
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Fallimento
Fallimento sost.s.m. deformità priapica.
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E infine c’era il me stesso anomalo, contorto, malato; il degenerato disgustoso e isolato che si defilava di soppiatto per non dare nell’occhio. Qual era la tara segreta che mi escludeva dal gregge umano? Una malattia fisica? Ma, a parte qualche febbricola di origine polmonare del tutto innocua e peraltro abbastanza frequente tra i ragazzi della mia età (e che mi costringeva a soggiornare in montagna per un mese o due all’anno), godevo di una discreta salute... E allora, quale poteva essere la causa di quell’indeterminatezza interiore che faceva di me, ragazzo piuttosto allegro, una specie di mostro attratto da tutte le deformità e patologie dell’esistenza? Ero, e ne prendevo atto senza ombra di stupore o di protesta, un essere anormale, incapace di aprirsi con nessuno, eternamente condannato a nascondersi e a vivere in clandestinità. Le mie pulsioni erotiche mi trascinavano in basso, nella strada, in segrete e solitarie avventure nelle più remote periferie varsaviane con donne della peggiore specie. No, non si trattava di prostitute: in quelle goffe avventure cercavo proprio la salute, qualcosa che fosse il più possibile infimo ed elementare, e quindi anche più autentico... Ma che fare se al contatto delle mie mani avvelenate tutto diventava grottesco? Al rientro da quelle spedizioni selvagge tornavo alla mia vita di bravo figlio di papà e alle mie ingenuità da ragazzo “di buona famiglia”. Come facevo a coltivare due realtà tanto diverse? A quel tempo io e alcuni dei miei compagni “bene” avevamo fondato un club escursionistico con il quale organizzavamo gite fuori città, che erano quanto di più decente e corretto si potesse immaginare. Come potevo dedicarmi contemporaneamente a quei due generi di escursioni?
Witold Gombrowicz
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La prigionia delle idee
I silenzi imposti,
gli assensi estorti,
le illusioni eradicate
dalle deformità diffuse,
definiscono normalità
il privilegio,
svuotano l’essenza,
ormai scardinato simulacro
dell'essere,
ipostasi
dello spessore del nulla.
Ma un fruscio di libertà
distrae
dalla mediocrità
di patetici artigiani
della simulazione.
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(via Oscar 2025: i 15 migliori attori non protagonisti da tenere d’occhio (previsioni settembre))
La categoria #MigliorAttoreNonProtagonista di quest’anno si preannuncia come una delle più combattute. Mentre Netflix punta a dominare la categoria Miglior Attrice Non Protagonista, qui è #A24 a fare la parte del leone con quattro nomi in lizza, tra cui #AdamPearson
per #Adifferentman (una candidatura potrebbe sensibilizzare la lotta contro il bullismo associato a deformità) oltre al favorito #GuyPearce, acclamato a Venezia per #TheBrutalist, ma la corsa è tutt'altro che conclusa: #KieranCulkin, con la sua straordinaria performance in #ARealPain, sembra avere già una candidatura assicurata, mentre #EdwardNorton, nel biopic su Bob Dylan, è pronto a sfidare tutti. E non dimentichiamo i veterani come #DenzelWashington,#SamuelLJackson e #JohnLithgow pronti a sfruttare l'opportunità di conquistare una statuetta, in una categoria spesso riservata a riconoscere una carriera nella sua totalità.
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Buongiorno cucciolo e buone vacanze! Immergiti nella natura, l'unica che ad oggi ancora resiste e demolisce l'abietta deformità di questo circolo di degradazione in cui oggi siamo costretti a vivere. Immergiti in essa, affonda nella sua solennità, niente è più sacro e più esemplare degli alberi, dell'acqua che scorre, delle rocce... Senti dentro di te la grazia dell'esistenza, e riaffiora da te stesso più rinvingorito di prima in concordanza ed armonia con il tuo essere. Fatti ispirare!
Grazie mille!!! Buone vacanze anche a te 😄
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[Il poeta e il suo mostro][Furio Bordon]
Oscar Wilde e l’Uomo Elefante: Un Incontro Inaspettato tra Genio e Deformità Titolo: Il poeta e il suo mostroScritto da: Furio BordonEdito da: Sellerio Editore PalermoAnno: 2024Pagine: 160ISBN: 9788838946608 La trama di Il poeta e il suo mostro di Furio Bordon Oscar Wilde incontra Joseph Merrick, l’uomo deforme conosciuto come Elephant Man che sostiene di aver recentemente interpretato il…
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#2024#Elephant Man#fiction#Furio Bordon#Il poeta e il suo mostro#Il ritratto di Dorian Gray#Italia#Joseph Merrick#LGBT#LGBTQ#libri gay#Narrativa#narrativa italiana#Oscar Wilde#Parigi#Sellerio#Sellerio Editore Palermo
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La chirurgia maxillo-facciale in Turchia
La chirurgia maxillo-facciale in Turchia è una procedura eseguita da uno specialista nel Dipartimento di Chirurgia, con l’obiettivo di trattare malattie, lesioni e deformità che si verificano sui tessuti della bocca, del viso e delle mascelle, al fine di ottenere un aspetto più armonioso.
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E' morto Vincenzo Agostino, il 5 agosto del 1989 morirono in un agguato vicino a casa sua dove si stavano recando il figlio Antonino (agente della Polizia di stato), sua moglie Giovanna Ida Castelluccio (che era incinta).
Non si è mai fatta piena luce su questo torbido omicidio, forse non ci fu solo l'impronta della mafia, ma anche quella dei servizi, forse Antonino era qualcosa di più di un semplice agente e aveva scoperto (o era sul punto di scoprire) qualcosa di sensibile nell'intera organizzazione politico-mafiosa che dominava la Sicilia e l'Italia intera in quel periodo.
Le forze che erano intenzionate a mettere a tacere allora Antonino perdurano ancora adesso, visto che non si è fatto un solo passo in avanti nelle indagini, se non individuare un possibile esecutore materiale dell'agguato, a causa di una vistosa deformità fisica (era noto come "faccia di mostro).
Faccia di mostro era appartenuto anche lui alla Polizia di Stato, navigava in quel mondo di mezzo fra polizia, servizi segreti e criminalità organizzata e non è mai stato arrestato.
Vincenzo giurò che si sarebbe fatto crescere la barba finché non avesse ottenuto giustizia ... è morto con la barba.
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Davide Bregola (Lettera agli amici sulIa bellezza)
Secondo la filosofia classica noi bramiamo Bellezza perché la nostra anima ha un vago ricordo della Bellezza che esisteva quando potevamo essere vicini agli dèi. Noi tutti pronunciamo giudizi intorno a "Bello" e "Brutto", pur intuendo quanto labili e mutevoli siano i criteri su cui poggiano. Il concetto di "Bello" parte da un'ideale Bellezza oggettiva per poi disgregarsi progressivamente secolo dopo secolo. Dal paradigma armonico di un perfetto ordine cosmico, che collega il bello al vero e al bene, si giunge in età moderna all'espe- rienza del molteplice, dell'individuale e dell'inclassificabile e quindi, a partire dal Settecento, a una netta rivincita del "brutto". Ma è nel Novecento che si rivendica con forza il valore estetico della deformità, della dissonanza e del caos come generatore di ordini sconosciuti. Il bello però continua.
Prima uscita 2008 Editore Liberamente Pagine 99
#davide bregola#libri#pagina69#liberamente editore#società#errantedelgusto pagina69#libri da leggere
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Un'analisi completa per comprendere i vantaggi delle scarpe antipronazione
Il mondo si sta muovendo con un forte nodo e con esso gli individui cercano di muoversi con l'oscillazione per adattarsi alla società. Si assumono molti rischi per perseguire il loro progresso nel benessere. Di conseguenza, ignorano il senso della salute e della forma fisica, dimenticano quanto sia importante la salute e cercano sempre di mantenere la forma fisica per avere una mente sana. Inoltre, fornisce consigli da parte di professionisti per il benessere personale delle persone. Durante la pratica del fitness il vero allenamento che facciamo è quello cardiovascolare. Per questo esercizio facciamo uno sprint secondo le prescrizioni dell'allenatore o lo decidiamo noi stessi. Ma quando si osservano queste sessioni nei giorni iniziali, si avverte un vero e proprio dolore ai muscoli, a volte insopportabile. Ecco allora che il nostro lavoro si concretizza nel darvi suggerimenti su alcuni indumenti esterni che resisteranno al dolore e vi faranno muovere liberamente con sicurezza.
Le scarpe antipronazione sono le preferite dagli atleti perché sono resistenti alla pronazione. Sorge quindi un'altra domanda: che cos'è la pronazione del piede? La pronazione è un fenomeno naturale che si verifica quando il piede tocca il suolo o qualsiasi altro punto quando si cammina o si corre. Se si approfondisce un po', si scoprirà che è la caviglia, insieme all'arco plantare, a inclinarsi leggermente verso l'interno e ad assorbire in modo naturale gli urti quando il piede tocca il suolo dopo il primo passo. Il risultato principale è la quantità di carico che passa attraverso la caviglia e distribuisce lo shock in entrambi i sensi per un effetto minore sul corpo.
Ma come si manifesta la pronazione? Vediamo le cose in dettaglio. Quando qualcosa supera il suo limite, può causare lesioni al corpo. L'iperpronazione è un fenomeno simile a quello dell'appiattimento dell'arco plantare. Dipende completamente dal ciclo dell'andatura, cioè dal modo in cui si cammina o si corre regolarmente, che mette a dura prova i muscoli e i legamenti del corpo che sostengono l'arco plantare, i quali perdono la loro tenerezza e appiattiscono i piedi. Allora i piedi piatti possono creare problemi al corpo? La risposta è sì. I piedi piatti possono causare instabilità della caviglia e deformazione del piede. Quindi, il risultato è che non si tratta di piedi piatti; i piedi piatti sono un esempio di molti problemi causati dall'eccessiva pronazione. I preparatori atletici o gli atleti suggeriscono sempre di indossare scarpe antipronazione per tenere sotto controllo le deformità.
Le caratteristiche magiche delle scarpe antinfortunistiche illustrate di seguito sono:
1) Sostegno dell'arco plantare, come abbiamo detto sopra, e creazione di una forza di resistenza contro la deformazione.
2) Rinforzo dei talloni per controllare l'eccessivo movimento dei piedi e impedire l'eccessivo spostamento verso l'interno.
3) Le scarpe antipronazione sono dotate di ampie strutture di protezione nelle zone chiave.
4) La prevenzione degli infortuni è uno dei risultati più desiderabili di queste scarpe.
5) Salute del piede a lungo termine, evitando problemi di iperpronazione.
In definitiva, possiamo suggerire che investendo in scarpe antipronazione di alta qualità si può garantire la salute del piede a lungo termine. Promuovendo il corretto allineamento della caviglia e riducendo lo stress dei legamenti e degli arti inferiori, queste scarpe agiscono come catalizzatori della salute del piede. Decidete quindi cosa è meglio per voi scegliendo una buona marca di scarpe. Se avete difficoltà, sia nel processo decisionale che alla fine del produttore, siete invitati a contattarci prenotando una consulenza via e-mail a [email protected], e il riposo è assicurato per voi sul nostro sito.
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Sindrome di Binder o Displasia Maxillonasale, rara anomalia dell'osso mascellare e del naso
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/sindrome-di-binder-o-displasia-maxillonasale-rara-anomalia-dellosso-mascellare-e-del-naso/117372?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117372
Sindrome di Binder o Displasia Maxillonasale, rara anomalia dell'osso mascellare e del naso
La Displasia Maxillonasale rappresenta una condizione medica rara che colpisce lo sviluppo delle ossa del viso, in particolare quelle del massiccio facciale superiore e del naso. Questa patologia può influenzare significativamente l’aspetto estetico del viso e la funzionalità di importanti attività quali la respirazione e la masticazione. Attraverso questo articolo, intendiamo fornire una panoramica completa sulla Displasia Maxillonasale, dai sintomi alle opzioni di trattamento, con l’obiettivo di informare ed educare chi ne soffre o chi desidera saperne di più su questa condizione.
Cos’è la Displasia Maxillonasale?
La Displasia Maxillonasale è un disturbo congenito che si manifesta con una crescita anormale delle ossa del viso. La condizione può variare in gravità, da casi lievi, con pochi sintomi evidenti, a casi severi, in cui l’aspetto e la funzionalità del viso sono significativamente compromessi.
Sintomi e Diagnosi
I sintomi della Displasia Maxillonasale possono includere:
Asimmetria facciale: differenze nella forma o dimensione delle parti del viso.
Difficoltà respiratorie: causate dalla malformazione delle strutture nasali.
Problemi di masticazione e di occlusione dentale: dovuti all’anomala crescita maxillo-facciale.
La diagnosi della Displasia Maxillonasale avviene attraverso esami di imaging, come la radiografia e la tomografia computerizzata (TC), che permettono di valutare l’entità delle malformazioni ossee.
Trattamento e Gestione
Il trattamento della Displasia Maxillonasale dipende dalla gravità dei sintomi e dall’età del paziente. Le opzioni terapeutiche includono:
Interventi chirurgici: per correggere le deformità ossee e migliorare la funzionalità respiratoria o masticatoria.
Terapie ortodontiche: per allineare i denti e migliorare la chiusura della bocca.
Supporto psicologico: essenziale per gestire le implicazioni estetiche della condizione e promuovere il benessere emotivo del paziente.
Importanza del Supporto Familiare e della Consapevolezza
Il supporto della famiglia e degli amici è fondamentale per le persone affette da Displasia Maxillonasale. La consapevolezza e la comprensione della condizione possono aiutare a ridurre lo stigma e a promuovere una maggiore inclusione sociale.
Conclusione
La Displasia Maxillonasale, pur essendo una condizione rara, ha un impatto significativo sulla vita di chi ne è affetto. La conoscenza e la comprensione di questa patologia sono essenziali per garantire una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato. Con il supporto adeguato e le cure appropriate, le persone con Displasia Maxillonasale possono condurre una vita piena e soddisfacente.
Parole chiave: Displasia Maxillonasale, condizione medica rara, sviluppo delle ossa del viso, trattamento, diagnosi.
Questo articolo mira a offrire un’informazione dettagliata sulla Displasia Maxillonasale, migliorando la conoscenza sulla condizione e facilitando la ricerca di informazioni pertinenti per chi ne è interessato o colpito. La consapevolezza e l’educazione sono strumenti potenti nella gestione delle malattie rare, contribuendo significativamente alla qualità della vita dei pazienti.
Statistiche
La Displasia Maxillonasale è considerata una condizione medica estremamente rara, il che rende difficile stabilire statistiche precise sulla sua prevalenza. Le malattie rare, per definizione, colpiscono una piccola percentuale della popolazione: nell’Unione Europea, una malattia è considerata rara quando colpisce meno di 1 persona su 2.000. Data la specificità e la rarità della Displasia Maxillonasale, i casi documentati sono limitati, e le ricerche in campo medico sono in corso per comprendere meglio sia la prevalenza che le cause di questa condizione.
Ricerca e Registri
A causa della scarsità di casi, molte delle informazioni disponibili sulla Displasia Maxillonasale provengono da studi di caso o da piccoli gruppi di pazienti. I registri di malattie rare e le banche dati specializzate in condizioni genetiche forniscono le migliori stime disponibili, ma anche questi possono avere limitazioni dovute al numero di casi riportati e alla variabilità geografica.
Incidenza e Prevalenza
L’incidenza specifica della Displasia Maxillonasale non è ben documentata, ma come per altre malattie rare, si stima che colpisca una frazione molto piccola della popolazione mondiale. Le stime esatte possono variare a seconda della metodologia di raccolta dei dati e della definizione utilizzata per classificare la malattia.
Sfide nella Raccolta dei Dati
Una delle principali sfide nella determinazione della prevalenza della Displasia Maxillonasale è la diagnosi stessa. Essendo una condizione complessa con una vasta gamma di manifestazioni, può essere facilmente confusa con altre malattie craniofacciali. Ciò può portare a sottostime o sovrastime della sua vera incidenza.
Importanza della Ricerca
La ricerca continua è fondamentale per migliorare la comprensione della Displasia Maxillonasale. Studi genetici e epidemiologici possono aiutare a identificare i fattori di rischio, le cause sottostanti e le possibili associazioni con altre condizioni. Questo può, a sua volta, migliorare le strategie di diagnosi precoce e le opzioni di trattamento per chi è affetto.
Conclusione
Sebbene la Displasia Maxillonasale sia una condizione rara con statistiche di prevalenza difficili da determinare esattamente, l’importanza di una maggiore consapevolezza e ricerca rimane indiscutibile. La raccolta di dati più precisa e la condivisione delle conoscenze possono contribuire a migliorare la vita delle persone con questa e altre malattie rare.
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Quanto sono belli gli incontri con le persone vere.
Quelle con cui puoi essere te stesso, senza bisogno di silenzi difensivi, per paura che qualsiasi cosa tu dica possa essere distorta o usata contro di te.
Quelle su cui puoi appoggiare le fatiche e alleggerire il cuore.
Quelle che ti dicono senza maschere chi sono loro e chi sei tu.
Quelle dinanzi alle quali puoi denudarti senza vergogna delle tue deformità.
Quelle che ti parlano guardandoti negli occhi, perché quello che ti dicono, anche la correzione, è dovuto solo al fatto che ti amano, non perché hanno interessi propri.
Così vere.
Così poche.
* Essere Indaco.
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