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Notizie dal Consiglio Comunale di Casale Monferrato: Criticità nell’assestamento di bilancio e necessità di un cambio di approccio
Seduta del 28 novembre 2024
Seduta del 28 novembre 2024 Nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 28 novembre 2024, il consigliere Luca Servato del Partito Democratico ha evidenziato alcune criticità emerse nell’assestamento di bilancio, sottolineando la necessità di riflessioni e interventi per garantire una gestione più sostenibile e strutturata delle risorse comunali. Le principali criticità…
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Nuovo colpo di scena per Banca Monte dei Paschi di Siena
I magistrati di Milano hanno aperto l’ennesimo filone di indagine su Banca Monte dei Paschi di Siena Nel mirino è finita ancora una volta la contabilizzazione dei crediti deteriorati, questa volta per gli esercizi 2016-2017. Con una novità significativa rispetto al passato: riprendendo il teorema accusatorio del finanziere Giuseppe Bivona (fondo Bluebell), storico accusatore delle passate gestioni di Mps, il tribunale ha ordinato ai pm di indagare per truffa aggravata ai danni dello Stato per la ricapitalizzazione precauzionale da 5,4 miliardi che nel 2017 ha fatto entrare il Tesoro nel capitale di Mps. La decisione del gip La gip di Milano Teresa De Pascale ha ordinato l’imputazione coatta per gli ex presidenti di Mps Alessandro Falciai (in carica tra il 2016 e il 2017) e Stefania Bariatti (2017-2020), per l'ex amministratore delegato Marco Morelli (al vertice tra il 2016 e il 2020) oltre che perArturo Betunio (quest'ultimo limitatamente ai bilanci fino al 30 settembre 2016) e Nicola Massimo Clarelli con le ipotesi di reato di manipolazione del mercato e falso in bilancio per gli esercizi 2016 e 2017. Per tutti gli indagati è stata quindi rigettata la richiesta di archiviazione della procura a cui nei mesi scorsi si erano opposti lo stesso Bivona e l’Associazione Buon Governo Mps. Per l'ex presidente Alessandro Profumo e l'ex ceo Fabrizio Viola è stata invece decisa l’archiviazione per intervenuta prescrizione riguardo alle ipotesi di manipolazione di mercato e falso in bilancio. Al centro di questo nuovo filone c’è ancora una volta la contabilizzazione dei crediti deteriorati della banca senese, già finita molteplici volte sotto la lente dei magistrati negli ultimi 12 anni. Il faro è puntato sugli anni di transizione dalla gestione privata a quella dello Stato. L’ordinanza del gip L’ipotesi al vaglio è che in quella fase svalutazioni e accantonamenti deliberati dalla banca non siano stati corretti: «Emerge in modo chiaro ed evidente come i bilanci d’esercizio 2015, 2016 e 2017 non siano conformi alle disposizioni di riferimento vigenti all’epoca dei fatti», spiega l’ordinanza del gip, «non rappresentando una situazione patrimoniale – finanziaria di Mps attendibile e fedele quanto alla corretta entità dei risultati economici d’esercizio e dei flussi finanziari in conformità alle definizioni e ai criteri di rivelazione di attività, passività, proventi e costi sopra esposti». Un quadro che, secondo il teorema, avrebbe dovuto essere a conoscenza degli amministratori: «Il nuovo vertice di Mps necessariamente doveva essere a conoscenza delle precedenti false contabilizzazioni che non ha di certo provveduto a rilevare e far emergere, anzi ha continuato ad operare correttivi e rettifiche al ribasso, recependo sì formalmente le obiezioni e le criticità rilevate dagli esiti delle ispezioni, ma di fatto continuando a rappresentare una situazione economico-patrimoniale non rispondente al vero, in quanto alterata e non conforme ai criteri normativi e regolamentari vigenti». Ipotesi truffa sul salvataggio I bilanci contestati sono serviti per autorizzare la ricapitalizzazione precauzionale che nel 2017 ha consegnato al Tesoro le chiavi di Mps. Per questo la gip ha anche ordinato ai pm Cristiana Roveda e Giovanna Cavalleri di iscrivere tutti gli ex manager (tranne Betunio) nel registro degli indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato. «I falsi in bilancio avrebbero occultato lo stato di insolvenza della banca, che sarebbe stato ostativo dell’erogazione degli aiuti di Stato», spiega l’ordinanza che pure definisce «del tutto suggestiva, generica, fondata su mere illazioni ed in alcun modo riscontrata» la tesi avanzata da Bivona sulla «paventata complicità/connivenza della Bce, della Commissione Ue e del governo italiano nella ipotizzata truffa». È stato fissato un termine di sei mesi per svolgere indagini aggiuntive in particolare sulla «sussistenza» delle condizioni di legge per accedere alla ricapitalizzazione precauzionale. Read the full article
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Borsa: Hong Kong chiude a -1,58%, pesa settore immobiliare
La Borsa di Hong Kong chiude la seduta con un’altra brusca correzione legata alle turbolenze del settore immobiliare, soprattutto per le ultime criticità finanziarie di Country Garden, e per i timori sulla tenuta dell’economia cinese: l’indice Hang Seng cede l’1,58%, scivolando a 18.773,55 punti. Riproduzione riservata © Copyright ANSA source
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Nel baratro delle Banche i prestiti cinesi in Africa
La Cina indebitata non fa sconti ai suoi debitori. Le banche del Dragone sono a rischio tenuta, tra tassi al minimo, governi locali insolventi e scarsa domanda di mutui. Per questo non possono permettersi di allentare la morsa ai Paesi più fragili Un vecchio adagio recita, chi è causa del suo male, pianga se stesso. Però se a piangere sono gli altri, allora il detto non vale più. Succede con la Cina, primo finanziatore globale delle economie più fragili. Come raccontato da diversi mesi da questa rivista, il Dragone sta mancando l’appuntamento con la crescita: pochi consumi, prezzi depressi, scarsa domanda di credito alle banche. E per queste ultime sono dolori, tra tassi bassi che non garantiscono un buon ritorno dei prestiti e calo delle richieste di mutui. Insomma, la Cina ha un problema e il problema sono le banche.
Le quali sono a loro volta tra i maggiori creditori di molti governi africani. Soldi prestati per costruire strade, ponti, ferrovie ma con clausole a dir poco vessatorie. Più volte l’Occidente, attraverso l’altro grande finanziatore dei Paesi in via di sviluppo, il Fondo monetario internazionale, ha chiesto a Pechino di rinegoziare o addirittura cancellare parte di questo debito tossico. Ma finora la Cina se ne è guardata bene. Perché? Semplice, navigando in cattive acque gli istituti in casa propria, è impensabile che essi stessi rinuncino al credito vantato con i citati Paesi. Insomma, per guai suoi, pagano gli altri. Ebbene, oggi la Cina ha prestato quasi mille miliardi di dollari a circa 150 Paesi in via di sviluppo, ma si è dimostrata riluttante a cancellare i grandi debiti dei Paesi che faticano a far quadrare i conti. E questo perché la stessa Cina sta affrontando una bomba di debito al suo interno. Oltre alle criticità poc’anzi menzionate, ci sono migliaia di miliardi di dollari dovuti alle banche dai governi locali, dalle loro affiliate finanziarie, per lo più non registrate, e dagli sviluppatori immobiliari. Il mese scorso, gli economisti di Jp Morgan Chase hanno calcolato che il debito complessivo in Cina, comprendente famiglie, aziende e governo, ha raggiunto il 282% della produzione economica annuale del Paese. Questo dato si confronta con una media del 256% nelle economie sviluppate di tutto il mondo e del 257% negli Stati Uniti. E l’agenzia di rating Fitch stima che i governi locali abbiano debiti pari a circa il 30% della produzione economica annuale cinese. Read the full article
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Un successo il convegno “NUOVE FRONTIERE DI PERFORMANCE MANAGEMENT IN AMBITO PUBBLICO. "RIFLESSIONI TEORICHE ED EVIDENZE EMPIRICHE D’AVANGUARDIA”
“La Pubblica Amministrazione italiana può essere il motore propulsivo del cambiamento del Paese: a patto che si realizzi una seria riforma organica nella direzione del superamento di vincoli finanziari, dello sblocco delle assunzioni, della valorizzazione dei dipendenti, del rinnovo e del potenziamento dei contratti, del superamento del precariato e dell’innovazione. Quello che chiediamo al Governo è di iniziare a ragionare seriamente sul futuro di questo Paese a partire dalla Pubblica Amministrazione”. È questo l’appello che la UIL, attraverso il Coordinatore Luca Maggio, i segretari di categoria (Gino Giorgione UIL FPL FOGGIA, Edoardo Filippone UILPA FOGGIA, Nicola Rega UILSCUOLA FOGGIA), e i nazionali Sandro Colombi, Domenico Proietti e Pino Turi, ha lanciato nel corso del convegno convegno “NUOVE FRONTIERE DI PERFORMANCE MANAGEMENT IN AMBITO PUBBLICO. "RIFLESSIONI TEORICHE ED EVIDENZE EMPIRICHE D’AVANGUARDIA”, organizzato da UIL, Università di Foggia, Ragioneria Generale dello Stato.
Il convegno, introdotto da Nunzio Angiola – Professore Ordinario di Economia Aziendale Università di Foggia, è stato aperto dai saluti istituzionali (UniFG, Prefettura di Foggia, Vincenzo Cardellicchio - Coordinatore della Commissione Straordinaria del Comune di Foggia, Raffaella Leone – Direttore Ragioneria Territoriale dello Stato di Foggia) e si è quindi articolato in due sessioni di confronto che hanno visto i qualificati interventi di alto profilo di Giuseppe Mongelli – Dirigente Generale MEF-RGS e curatore del volume dal quale ha tratto le mosse il convegno, Salvatore Romanazzi – Dirigente MEF-RGS e curatore del volume, OIV Ministero Cultura, Spiridione Lucio Dicorato – MEF-RGS Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica, Enzo Quaranta – Docente di Economia Aziendale Università di Modena e Reggio Emilia, Sandro Colombi – Segretario Generale UILPA, Domenico Proietti Segretario Confederale UIL e Commissario UIL FPL, Giuseppe D'Aprile – Segretario Generale Federazione UIL Scuola-Rua, Antonio Nigri – Direttore Generale A.S.L. Foggia, Antonio Fasanella – Direttore Generale Istituto Zooprofilattico Sperimentale Puglia e Basilicata, Luca Vigilante – Amministratore Delegato Universo Salute.
Dal Pnrr alla riforma Brunetta, dalla spending review al Patto di Stabilità, in una sala gremita, anche per la presenza di tanti studenti, i relatori si sono confrontati su tutti gli argomenti di maggiore pregnanza per il comparto pubblico.
“Questo seminario ci ha permesso di mettere a fuoco tutte le criticità del comparto pubblico italiano in ogni sua sfaccettatura. Da tempo eravamo consapevoli che il PNRR sarebbe stato un banco di prova difficilissimo, probabilmente insuperabile per le tante zavorre che frenano la Pubblica Amministrazione italiana. Quello che chiediamo è una riforma organica, seria, ragionata e concertata che cancelli tutti i pastrocchi istituzionali cumulatisi negli anni”, ha concluso Giorgione.
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nella vicenda «prescrizione» (...) da una parte (...) ci sono quelli che(lo) trattano come se fosse un tema qualsiasi (che potrebbe) mettere in crisi un governo, e sono coloro che non capiscono, cioè, che la carne al fuoco - l' influenza complessiva del disastro-giustizia sulla vita civile e sull'economia - vale più di un paio di finanziarie e soprattutto vale più di questo governo bicefalo. Dall'altra parte è il caso di osservare chi è rimasto sulla torretta a difendere la cosiddetta riforma Bonafede, e, nel facile censimento, ci soccorre un editoriale del solito giornale stile Rebibbia chiamasi Fatto Quotidiano: «Bonafede, Davigo, Gratteri, Di Matteo, Scarpinato e pochi altri», si legge, quando dei «pochi altri» non si ha notizia altrimenti li avrebbero scritti. Ecco dunque il primo schieramento a disposizione di chi abbia gli strumenti conoscitivi, culturali e mnemonici per valutarlo, ripetiamo: Bonafede, Davigo, Gratteri, Di Matteo, Scarpinato e aggiungiamo Marco Travaglio, lo scriba del gruppo nonché autore dell' editoriale. Ecco i garanti. Ecco la squadra che, portata in groppa teoricamente da un governo in carica, in Italia dovrebbe rappresentare virtualmente una «maggioranza». (...) C' è il rischio che il pasticcio della blocca-prescrizione abbia finalmente stanato la magistratura (maggioritaria) non tanto e solo sulla prescrizione, ma su tutto quel disastro totale che è la giustizia italiana: «Ferma è la convinzione che sia la conformazione del giudizio penale a dilatare oltremodo i tempi processuali», ha ammesso l' altro giorno uno dei citati magistrati di chiara fama e fame (ah ah) che peraltro ha aggiunto, non bastasse, che occorre intervenire «non solo nella parte del processo successiva al primo grado, ora non più coperta dalla prescrizione, ma soprattutto nelle fasi dell' indagine e dell' udienza preliminare in cui si verificano le maggiori criticità che determinano la dispersione dei tempi e la maturazione della prescrizione». Incredibile, le stesse parole dei penalisti, pardon: della «parte meno professionale e più parassitaria della categoria». Insomma: (...) da una parte ci sono i «Bonafede, Davigo, Gratteri, Di Matteo, Scarpinato e pochi altri», dall' altra il resto del mondo. Precisiamo: da una parte ci sono quelli lì, dall' altra ci sono quelli che hanno ragione. di Filippo Facci
https://www.liberoquotidiano.it/news/opinioni/13561225/marco-travaglio-filippo-facci-prescrizione-con-lui-davigo-nomi-dicono-tutto.html
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San Venanzo, in bilancio 15mila euro in più da usare per la sicurezza stradale
San Venanzo, in bilancio 15mila euro in più da usare per la sicurezza stradale
Ripalvella Il Consiglio comunale di San Venanzo ha approvato l’assestamento di bilancio 2022. Lo rende noto il sindaco, Marsilio Marinelli che sottolinea l’assenza di criticità finanziarie, “nonostante – osserva – le difficoltà economiche legate all’aumento dei prezzi e del costo energetico. La manovra approvata impegna 35mila euro per il completamento del secondo stralcio dei lavori di…
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Netflix contro la condivisione degli account: i primi test sono un caos
Netflix contro la condivisione degli account: i primi test sono un caos
Emergono le prime criticità nei Paesi in cui sono attivi i test Non è un mistero che Netflix voglia limitare la pratica diffusa della condivisione degli account, provvedimento che potrebbe contribuire a far aumentare gli introiti del colosso dello streaming in una fase in cui i risultati finanziari non brillano. La novità potrebbe entrare a regime entro fine anno, preceduta da un necessario…
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EBITDA - Impara ad Utilizzarlo e Scoprine i Limiti
EBITDA: Definizione e Funzioni
EBITDA (Earnings before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization) è un acronimo che indica un metodo di analisi del rendimento aziendale e della redditività operativa: in altre parole, serve a stabilire il flusso di cassa minimo necessario che permette a un'azienda di operare.
Sebbene l'accuratezza del EBITDA sia stata messa in discussione in vari contesti, esso è ancora largamente utilizzato perché permette di comparare facilmente tra loro diverse società concentrandosi solo sugli aspetti fondamentali della gestione aziendale. Questo è possibile perché l'indicatore EBITDA non prende in considerazione variabili non direttamente collegate all'azienda, come imposte e oneri finanziari.
A prima vista, EBITDA potrebbe risultarti quasi uguale al Margine Operativo Lordo (o MOL) ma i due indicatori si calcolano in modo diverso: a differenza del MOL, EBITDA tiene conto anche degli accantonamenti (che sono operazioni ipotetiche di entità ancora incerta).
Calcolare EBITDA
Per calcolare l'EBITDA della tua azienda devi semplicemente sommare tra loro l'utile netto e le differenze tra interessi passivi e attivi, oneri e proventi fiscali, svalutazioni e successive rivalutazioni, spese e proventi straordinari e, infine, gli ammortamenti.
EBITDA = UTILE + IMPOSTE + INTERESSI + SVALUTAZIONI + AMMORTAMENTI
Se da un lato tutti questi valori rappresentano un'istantanea dell'azienda al momento dell'analisi, dall’altro prendono in considerazione anche il contesto storico ed economico in cui l'impresa è inserita. Per esempio, l'entità degli interessi suggerisce la situazione di indebitamento dell'azienda; gli oneri fiscali dipendono dal regime economico del Paese in cui si trova la società; svalutazioni e ammortamenti sono riconducibili a investimenti e ristrutturazioni aziendali nel corso del tempo.
Criticità dell’EBITDA
EBITDA è un indicatore di immediata comprensione e facile da calcolare ma, nonostante ciò, diversi economisti e investitori lo considerano incompleto e quindi poco affidabile. Secondo questi professionisti, ignorare valori importanti come tasse e interessi potrebbe fornire un quadro poco realistico dell'andamento dell'azienda. Infatti nella formula del EBITDA si inseriscono solo le differenze tra interessi attivi e passivi, proventi e oneri fiscali e altro ancora (e non le cifre esatte), di conseguenza il flusso di cassa che emerge come risultato rischia di essere impreciso o distorto.
Quindi se anche tu stai pensando di usare EBITDA per capire se vale la pena fare un nuovo investimento, dovresti sapere che questo metodo a volte non è sufficiente per avere una risposta definitiva.
EBITDA Margin: Cos'è ed a Cosa Serve
Un altro calcolo semplice che illustra con una percentuale gli utili ricavati dall'azienda è l'EBITDA Margin. Questo valore può aiutarti a fare un paragone fra la tua società ed eventuali concorrenti. EBITDA Margin si calcola dividendo l'EBITDA classico per il Valore della Produzione, e moltiplicando la cifra ottenuta per 100.
La grande essenzialità del EBITDA lo rende ideale per effettuare confronti tra società perché, includendo solo flusso di cassa e redditività operativa, mette da parte tutti i fattori non fondamentali.
EBITDA Margin ha sicuramente dei vantaggi: oltre alla già citata facilità di calcolo, questo indicatore mostra tutti gli utili operativi creati in rapporto alle entrate, e questa percentuale può diventare un riferimento nelle comparazioni. Tuttavia anche EBITDA Margin può risultare inadatto in alcune circostanze come, per esempio, nel caso di aziende fortemente indebitate.
Il Rapporto EV/EBITDA
EBITDA può essere utilizzato anche per calcolare un altro importante multiplo, cioè il rapporto EV/EBITDA. Questo elemento evidenzia la proporzione tra il valore di un'azienda e la sua capacità di generare profitti, e viene utilizzato di frequente per rilevare le società migliori su cui investire.
L'EV/EBITDA è un valore più completo del comune rapporto tra Prezzo e Utile, perché prende in considerazione anche i debiti collegati all'attività dell'azienda.
Posizione Finanziaria Netta ed Enterprise Value
Un ulteriore dato che dovresti conoscere se sei titolare di una società o se vuoi fare un investimento è la Posizione Finanziaria Netta: la PFN serve a stabilire se un'azienda possiede più liquidi che debiti o, al contrario, se questi ultimi sono superiori alle disponibilità finanziarie. La Posizione Finanziaria Netta si calcola sommando tra loro i debiti finanziari a breve, medio e lungo termine, le attività finanziarie a breve termine e le disponibilità di denaro del momento.
A questo fattore si collega direttamente l'Enterprise Value, che rappresenta il valore totale di una società compreso di debiti e crediti. L'EV si calcola sottraendo la Posizione Finanziaria Netta alla capitalizzazione di borsa (cioè il valore di mercato della società). Una volta fatto ciò, potrai ricavare il rapporto EV/EBITDA dell'azienda che ti interessa e sarai un passo più vicino a trovare l'investimento perfetto.
Per Approfondire…
Ovviamente non esiste una formula perfetta per capire come gestire un'azienda o come investire il proprio denaro. Però il metodo EBITDA può essere un buon punto di partenza per ottenere una panoramica generale della situazione, anche se da solo non è quasi mai sufficiente se si vogliono risposte definitive.
Se ti interessa approfondire ancora di più l'argomento, leggi l'articolo che abbiamo dedicato a tutti questi temi:troverai spiegazioni più dettagliate e tanti pratici esempi che ti aiuteranno a fare chiarezza. 🤗
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Alcune riflessioni sulla Storia
Avvertenza.
Questo articolo può essere considerato a tutti gli effetti una lunga nota a quello precedente
https://umanitapolitica.blogspot.com/2022/03/la-cina-e-vicina.html
di cui si consiglia la lettura.
§
Si potrebbe dire che con la crisi del 2008 la libertà negli USA si è ridotta ancora di più?
E quali cambiamenti ha prodotto nel controllo del sistema del capitale?
Cosa accadrà alla prossima crisi?
Ha un senso cercare le spiegazioni delle crisi del sistema?
Se si comprendono i motivi è possibile intervenire in modo che non si verifichino di nuovo?
E ancora: sarebbero evitabili o hanno carattere deterministico?
Il tipo di risposte possibili danno una prospettiva diversa al problema storico e alla conseguente sua concezione.
Poniamoci ad esempio la domanda: è possibile comprendere il motivo delle crisi economiche e si possono evitare in caso positivo?
Ammettiamo che si siano scoperte le ragioni che le determinano: è possibile evitarle?1
Soffermiamoci solo al “sì” o “no” di quest’ultima domanda.
Se rispondiamo “sì” significa che potremmo intervenire deterministicamente sugli eventi futuri. In che modo? Se le crisi sono prevedibili e viene impedito che si verifichino la storia proseguirà con eventi diversi.
Se rispondiamo “no” significa forse che il futuro non è determinabile?
Dipende.
Se rispondere “no” vuol dire semplicemente che il sistema nel suo complesso non ammette soluzione perché le crisi sono parte costitutiva del sistema stesso concepiamo comunque una storia deterministica. Se non possiamo impedirle significa che il sistema procederà in un modo determinato. In altri termini esiste un qualche tipo di dinamica interna al sistema che non possiamo cambiare.
Se rispondiamo “no” nel senso che non siamo ancora in grado di risolverle non facciamo altro che ritornare al “sì”. Dunque non siamo ancora in grado, ma potremo esserlo in un futuro. Allora la storia è deterministica per gli stessi motivi citati sopra.
Il problema che concerne l’idea che la storia possa essere regolata da leggi [e quindi essere deterministica] se non è spinta all’estremo (storicismo radicale) può avere un qualche tipo di dimostrazione. A mio avviso il problema deve essere interpretato diversamente dall’ammettere che esistano leggi storiche accertabili. O, per dirla con Popper, falsificabili.
La questione che riguarda i processi storici, però, è alquanto diversa. Ed è, a mio avviso, ciò che deve interessare per comprendere la sua possibile evoluzione nel futuro.
Gli uomini nel contesto dideterminate condizioni storiche non hanno di fronte a loro infinite possibilità di risoluzione dei conflitti o di qualsiasi altra criticità (comprese crisi economiche o finanziarie). Sono dominati e condizionati da vincoli di varia natura (condizioni economiche, sociali, culturali) e dunque reagiranno a quelle determinazioni in modo simile in base alle effettive possibilità2.
I conflitti sociali per esempio non offrono milioni di modi diversi per essere pacificati (nel caso s’intendano pacificare): il compromesso è l'unico modo, pur potendo essere realizzati con metodi e tempi diversi.
E, ovviamente, non è detto che quel particolare conflitto venga in qualche modo pacificato pur essendovi la volontà di perseguire la pacificazione, ma sapremmo che in determinate condizioni non era stato possibile risolverlo.
L'altro metodo di risoluzione di un conflitto è la repressione, ma la logica non cambia. La repressione determinerà degli effetti futuri che potrebbero essere di diverso tipo: politici, sociali, economici, ecc..
Non esiste, mi pare, un periodo storico in cui non si siano verificati conflitti, anche se per ragioni diverse. Questi movimenti determinano una tendenza di sviluppo nella storia
umana. Non sono leggi storiche, ma processi leggibili e interpretabili attraverso la conoscenza dei fatti. La difficoltà legata all’interpretazione dei fatti non confuta la potenziale capacità di un’interpretazione obiettiva relativa allo sviluppo della cultura storica di quel dato momento.
Dalle lotte ottocentesche per la giornata lavorativa di 12 ore si è giunti allo statuto dei lavoratori non in un solo balzo, bensì passando attraverso diverse fasi. Attraverso un movimento di cui oggi possiamo vederne il dispiegarsi.
Nel riflettere su queste considerazioni mi è balzata in mente una corrispondenza con l’evoluzionismo. Non perché la storia debba essere necessariamente evoluzionistica e non intendo affermare tale concezione. Non soltanto perché non ne ho le competenze e le conoscenze necessarie, ma perché non credo a questa concezione dell’evoluzione umana in senso storico sociale.
Non c’è dubbio in ogni caso che dal punto di vista tecnico, scientifico e delle forze produttive si sia gradualmente passati da uno stadio in cui l’uomo era cacciatore-raccoglitore a costruire il supercomputer Fugako costituito da circa 159.000 server e una capacità di calcolo di oltre 400 milioni di miliardi di operazioni al secondo e in grado di predire gli Tsunami.
Ora, potrebbe essere relativamente vero che le scoperte siano casuali3, ma la casualità si avvera quando esistono le condizioni generali perché le renda possibili.
Perché parlo di evoluzionismo? Si consideri nella stessa misura l’evoluzione che ha portato all’attuale presenza dell’homo sapiens sapiens. La mutazione che ha portato alla sua comparsa sarà sicuramente casuale4, ma poteva prodursi prima dell’esistenza di quella sorta di scimmione bipede che ha popolato la terra in unadeterminata era storica?
Possiamo pensare che l’essere umano attuale regredisca per mutazione ad un nuovo scimmione bipede?
Allora, nella stessa misura, è possibile in qualche modo predire l’evoluzione dei processi storici?
Sarebbe stato possibile passare [senza fasi intermedie] direttamente dalla forma di economia presente nell’impero romano all’attuale sistema del capitale?
Dunque, ammesso che non esistano leggi storiche, mi pare che la storia umana segua comunque dei processi attraverso i quali è possibile individuare una tendenza nella sua evoluzione.
Trovo assurdo, quanto il pensare che l’attuale essere umano regredisca ad uno stadio scimmiesco, credere che i processi storici possano invertirsi o deviare tanto profondamente da una curva tendenziale al punto di procedere in modo casuale. Il fatto che le civiltà siano passibili di declino (e anche di questo abbiamo nozione) o che possa darsi il caso di una regressione sociale ed economica è un altro discorso. Potrebbe verificarsi una guerra nucleare che sconvolga completamente le condizioni presenti5, oppure l’avverarsi di eventi legati all’economia politica che facciano tornare indietro (in un modo che non sappiamo) le lancette della storia, ma dati eventi non prevedibili la curva tendenziale dei processi non ha ragione di cambiare.
Non è ridurre la Storia aun fatto naturale, ma la possibilità di predire la tendenza di un processo attraverso gli eventi che si sono succeduti nel tempo: riconoscere che esistono diverse fasi che non fanno balzi secolari. In linea generale mai avvenuti nella Storia oppure la storia che conosciamo è tutta falsa. Ipotesi a cui non è possibile credere.
Mi sembra lecito chiedersi: un supercomputer come Fugako potrebbe predire attraverso modelli matematici non solo il corso della storia entro certi limiti temporali, ma anche particolari eventi politici e sociali catastrofici?
Potrebbe essere inutile, forse, puntualizzare, dato il fine ristrettissimo di queste riflessioni, che la storiografia evenemenziale6è di certo utile e importante, ma difficilmente porta alla luce l’insieme del movimento storico sottostante che può procedere in modo invisibile in un lungo arco di tempo.
Ciò che oggi ci appare estremamente dilatato e increspato tra due/tre secoli potrebbe apparici chiaramente attraversato da una curva la cui inclinazione non era manifesta.
La questione è: può essere intercettata quella curva?
Se “sì” in qualche modo la storia ha un corso deterministico se “no” la storia è del tutto caotica.
Pensare la storia per processi non è l’inveramento dello storicismo radicale.
Il prosieguo lo lascio al lettore.
1 Qui forse è opportuno fare una precisazione. Capire le ragioni delle crisi economiche periodiche del capitale non significa poterle evitare. Potrebbe essere possibile capirne le cause, ma non per forza potrebbero essere evitabili, e i motivi sono molti. Le crisi possono presentarsi con anticipo rispetto alla previsione oppure le condizioni reali-materiali potrebbero impedirne la risoluzione.
2 Alcune considerazioni in proposito si possono trovare qui: https://umanitapolitica.blogspot.com/2012/06/ipotesi-sul-comunismo-ecco-un-effetto.html
3 Ho esposto qualche riflessione a riguardo qui: https://umanitapolitica.blogspot.com/2012/06/marx-scienza-rivoluzioni.html
4 E non dimentico certo gli sviluppi della teoria dell’evoluzione di Darwin fino all’attuale teoria dell’evoluzione punteggiata.
5 Mentre scrivo la guerra in Ucraina è ancora in corso. Sono 10 milioni i cittadini fuggiti dalle loro case secondo TG24Sky. Si potrebbe avere la percezione che questa evento (sicuramente tragico) possa in qualche modo cambiare la storia. In realtà sono passati sotto i nostri occhi eventi altrettanto violenti e dolorosi soprattutto in medio oriente, ma agli occhi di qualcuno possono essere sfuggiti. Non penso sarà la guerra di Putin a cambiare il corso della storia: Gli effetti si vedranno negli equilibri internazionali e nelle strategie geopolitiche, come sempre, ma non intaccheranno il sistema del capitale che storicamente è ciò che conta in questo periodo storico.
6 ttps://www.treccani.it/enciclopedia/evenemenziale_(Dizionario-di-Storia)/
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Meritocrazia Italia: Green Bond, un primo passo verso la vera finanza etica
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO una nota di Meritocrazia Italia Nella direzione di dar concretezza a una nuova finanza sostenibile, capace di creare valore nel lungo periodo indirizzando i capitali verso attività sostenibili, trova oggi largo seguito il ricorso ai c.dd. Green bond (obbligazioni emesse da Stati o società private, i cui proventi vengono utilizzati per finanziare progetti, ben identificati e rendicontabili, diretti a fonti rinnovabili, efficienza energetica, trasporti, prevenzione e controllo dell’inquinamento, economia circolare, tutela dell’ambiente e biodiversità, ricerca). Oggi, a livello mondiale, gli emittenti di green bond sono 375, di cui 104 con prima emissione solo nel 2020, per un totale di 800 miliardi di dollari. La credibilità e la liquidità di questi strumenti sono favorite soprattutto da emissioni governative (gli Stati emittenti sono attualmente 16; la prima è stata la Polonia nel 2016, seguita da Francia, Germania e, dal 3 marzo 2021, anche dall’Italia, che ha collocato il primo BTP Green). Se il 60% dei bond è in euro, anche gli Stati Uniti dichiarano l’obiettivo di investire due trilioni di dollari nella transizione energetica, oltre a fare rientrare gli USA nell’accordo di Parigi. Le prospettive di sviluppo del mercato sembrano essere ottime, ci si attende di superare il traguardo di un trilione di dollari di Green bond nel 2021. La sostenibilità è il fulcro della ripresa dell’UE dalla pandemia Covid-19 ed il settore finanziario sarà di fondamentale importanza per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo. Non si può omettere di evidenziare, però, che, oltre ai comuni rischi degli investimenti, che sempre più spesso vengono collegati anche alle cause climatiche e ambientali, nel caso dei Green bond si aggiunge l’eventualità del c.d. greenwashing, sì che alcune società possono emettere questi bond motivate più da scopi di reputazione che da reali obiettivi ambientali, come peraltro emerso recentemente in relazione ad alcuni istituti bancari italiani. È evidente che i progetti di investimento sostenibili possono effettivamente svolgere un ruolo cruciale, contribuendo a riassorbire l’eccesso di risparmio ed aumentare il potenziale produttivo, delineando un percorso di crescita in grado di ridurre le criticità sociali e di contrastare i rischi climatici. Tuttavia si rivela fondamentale vigilare sull’effettivo impegno degli Stati e delle società finanziarie nel perseguire concretamente gli obiettivi di sostenibilità. Meritocrazia Italia auspica pertanto, affinché la sostenibilità possa essere anche un’effettiva opportunità di ripresa, - un’integrazione di disposizioni normative che promuovano e facilitino l’accesso agli strumenti finanziari da parte di PMI e consumatori per una reale e concreta transizione green (in linea con il dettaglio tecnico delle proposte già condivise negli scorsi mesi); - che il sistema economico e finanziario riesca sempre più a gestire i rischi che incombono sulla sostenibilità; - che, tramite un’adeguata vigilanza, venga garantita l’integrità del sistema finanziario dell’UE e internazionale, monitorandone la transizione ordinata verso la sostenibilità Meritocrazia Italia è da sempre parte attiva nella costruzione della cultura di una finanza etica, diretta a riconciliare la ripresa e lo sviluppo economico con i valori ambientali, etici e sociali. Read the full article
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Amato: Livorno, il futuro dell'istruzione
La responsabile del Dipartimento Università e formazione professionale di Forza Italia Toscana Elisa Amato: "Livorno, il futuro dell'istruzione" Come ogni anno si riaccende il dibattito che ci ha accompagnato da troppo tempo sulla possibilità di riformare il sistema scolastico nella nostra città: la formazione degli istituti comprensivi che vede posizioni opposte creando dubbi e perplessità nelle famiglie e nel personale scolastico. Ormai interi territori hanno scelto la generalizzazione dell’istituto comprensivo, l’organizzazione in verticale delle scuole di base del territorio. La storia dei comprensivi nasce nel 1994, acquistando sempre più un valore aggiunto, una scuola che in tal modo può essere cambiata e governata. Il comprensivo è la culla del curricolo, del progetto in continuità, cioè il contesto organizzativo in grado di vincere le sfide educative di oggi e di domani, nel garantire le migliori opportunità di formazione a tutti i ragazzi in età evolutiva, una risorsa che permetto di programmare al meglio, sperimentare la valutazione, un percorso su cui innestare progetti didattici dove il dirigente scolastico impersona l’unitarietà di progettazione e di sviluppo dell’istituto stesso. Tre Istituzioni, infanzia, elementare e media, che mantengono la loro identità, al loro interno opera il collegio dei docenti unitario, gruppi di progettazione didattica in verticale. Il senso è di attribuire all’incontro dei saperi, all’apprendimento nella prospettiva della formazione di base dai 3 ai 14 anni, la possibilità di seguire e accompagnare la crescita e lo sviluppo dei nostri ragazzi e una diversa qualità degli apprendimenti, mettendo al centro del progetto le discipline nel loro valore formativo capaci di sviluppare intelligenze e conoscenze. Si svilupperà una situazione progettuale più ampia e un migliore utilizzo delle risorse finanziarie e maggiore intercettazione di finanziamenti europei per i progetti futuri. In questo acceso dibattito dove il personale scolastico ritiene che ci possa essere una perdita di posti e i genitori che ritengono che in una tale organizzazione possa venire meno un dialogo con la scuola siamo intervenuti sia con la Direzione Scolastica Regionale che Provinciale per avere dei chiarimenti in merito. Abbiamo avuto l’assicurazione che, in questo percorso regionale di comprensivizzazione, Livorno avrà la garanzia che la continuità didattica non verrà interrotta, che gli insegnanti rimarranno gli stessi (tranne per coloro che volontariamente chiederanno trasferimento), come pure l’organico del personale ATA rimarrà invariato. Nel caso in cui ci dovesse essere una se pur minima contrazione di organico, la Direzione Regionale ha dato la propria assicurazione che verranno assegnate risorse aggiuntive con un accordo scritto con le organizzazioni sindacali. Siamo certi che tutto ciò verrà rispettato e nel caso in cui si dovessero verificare criticità non risolte saremo pronti ad intervenire a tutela di tutta la comunità scolastica. Elisa Amato, Responsabile Dipartimento Università e formazione professionale Forza Italia Toscana e Coordinatore comunale Livorno Follow @FI_Toscana
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Con la verifica di metà anno, il bilancio 2021 vola a 33 milioni e conferma le sue criticità strutturali.
Con la verifica di metà anno, il bilancio 2021 vola a 33 milioni e conferma le sue criticità strutturali.
I parametri finanziari di bilancio sono “troppo” buoni: avanzo di amministrazione alle stelle, con 12.634.789,62€; fondo cassa florido, con 16.496.641,57€; spese per investimenti a 7.593.016,60€. Però, di contro, l’eccesso dell’avanzo di amministrazione è in stridente contrasto con l’obiettivo di avanzo tendenziale Zero per un ente pubblico, come il Comune: ciò significa che ai cittadini si…
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Ceccano, la Corte dei Conti bacchetta Palazzo Antonelli, 60 giorni per rimediare
Ceccano, la Corte dei Conti bacchetta Palazzo Antonelli, 60 giorni per rimediare
Una serie di illegittimità-irregolarità, suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari dell’Ente, così la Corte dei Conti sull’andamento finanziario del Comune di Ceccano. La Corte ha dato 60 giorni di tempo all’amministrazione per attuare le misure correttive sul ciclo di bilancio necessarie a superare le criticità, che secondo i magistrati contabili…
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18 feb 2021 09:15
IL FISCO SECONDO DRAGHI – LA RIFORMA CHE PREVEDE IL NUOVO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NON SI FERMERÀ ALL’IRPEF, MA RIGUARDERÀ ANCHE LE TASSE SULLA CASA E GLI SCONTI FISCALI – SISTEMA TEDESCO O FLAT TAX? L’ESPERTO NICOLA ROSSI: “IL TEMA VERO È LA COERENZA DEL SISTEMA. LA DISCUSSIONE SU QUANTE DEBBANO ESSERE LE ALIQUOTE È UNA PERDITA DI TEMPO. LA STELLA POLARE DEVE ESSERE LA CRESCITA, E DRAGHI LO HA SOTTOLINEATO…”
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Giorgia Ariosto per www.agi.it
Una riforma del fisco a 360 gradi che non si fermerà all'Irpef ma riguarderà anche le tasse sulla casa e gli sconti fiscali e sarà orientata alla crescita. È questa la strada indicata da Mario Draghi secondo Nicola Rossi, economista e professore ordinario di Economia politica all'Università Tor Vergata di Roma, ex consigliere economico della Presidenza del Consiglio e del Tesoro ed ex parlamentare.
"La parte delle comunicazioni programmatiche del presidente del Consiglio sul fisco è totalmente condivisibile e ha il grande pregio di essere una dichiarazione di carattere metodologico: Draghi ci ha detto come si fa una riforma del fisco, ha segnalato con chiarezza che il fisco è un'architettura complessa perché non ha il minimo senso incidere su questo o quell'aspetto senza tenere conto di quelli che sono gli equilibri dell'intero sistema fiscale", spiega Rossi in un colloquio con l'AGI.
"La soluzione per la revisione dell'Irpef implica che si debba riconsiderare per esempio anche il trattamento fiscale di basi imponibili corrispondenti ad altri redditi: i redditi derivanti da proprietà immobiliari, da proprietà finanziarie, i redditi da lavoro autonomo che oggi sono stati portati fuori dall'Irpef. Le modalità con cui si vuole intervenire sull'Irpef - sottolinea l'economista - implicano una riflessione sulle cosiddette spese fiscali, e su quello che oggi è il peso relativo che viene dato alle imposte indirette rispetto alle imposte dirette. Penso che Draghi intenda che la riflessione deve essere sull'intero assetto del sistema fiscale e non solo sull'Irpef".
Per Rossi, "se si sceglie di andare verso il modello tedesco (che prevede che il valore dell'aliquota effettiva cresca in proporzione al reddito ndr) è necessario che la base imponibile dell'Irpef ricomprenda anche tutto quelle basi imponibili che nel tempo sono state sottratte all'imposta sul reddito delle persone fisiche, quindi i redditi da immobili, da attività finanziarie, una parte dei redditi da lavoro autonomo".
Se invece, osserva, "si sceglie di lasciare la struttura duale, quindi il reddito da lavoro da un lato e il resto dall'altro, la strada più sensata è di rivedere il numero delle aliquote e degli scaglioni".
Il problema "non è se escludiamo la flat tax o il modello tedesco, il tema vero è la coerenza del sistema". Draghi, prosegue l'economista, "ha ribadito ciò che è scritto in Costituzione, ovvero che il sistema fiscale deve avere una natura progressiva e ha segnalato che la strada che si è storicamente adottata in altri Paesi, ma anche in Italia 50 anni fa al momento della riforma del fisco, è stata di costituire una commissione di persone competenti che faccia un lavoro istruttorio e si accerti che interventi in campo fiscale abbiano la necessaria coerenza".
Quelle di Draghi, sottolinea ancora, "sono posizioni del tutto condivisibili che segnano un cambio di passo rispetto a quanto abbiamo visto negli ultimi 20 anni in cui si sono succeduti interventi a carattere episodico che ci hanno consegnato l'attuale sistema fiscale i cui limiti sono evidenti a tutti".
Tuttavia, ci tiene a precisare l'ex dirigente del Tesoro, "non credo che il presidente del Consiglio parli di nessuna specifica soluzione: ha indicato la strada da percorrere e come percorrerla. Troverei del tutto sbagliato in questo momento leggere le parole di Draghi come indicazioni di questa o quella soluzione e si farebbe un errore cercando di leggere in quelle parole il punto di arrivo.
Sono indicazioni di carattere metodologico su come si fa una riforma fiscale. Poi qualcuno, possibilmente competente, si dovrà mettere a riflettere entro i paletti indicati che sono la progressività del sistema fiscale e che, per altri versi, derivano dall'esperienza che abbiamo: che l'Irpef abbia una serie di criticità è stato segnalato da tutti coloro che hanno partecipato alle audizioni in Parlamento sulla riforma".
"Penso che sia una gran perdita di tempo la discussione che da tempo si fa su quante debbano essere aliquote o se il sistema debba essere quello tedesco. Le stelle polari - conclude Rossi - credo debbano essere due: l'intero sistema fiscale deve essere orientato alla crescita, e il presidente del Consiglio lo ha sottolineato, perché il problema principale che abbiamo davanti a noi è innalzare significativamente il tasso crescita potenziale dei prossimi 10-15 anni. Secondo, qualunque intervento si faccia deve essere coerente a livello di intero sistema fiscale".
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