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pier-carlo-universe · 1 day ago
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Notizie dal Consiglio Comunale di Casale Monferrato: Criticità nell’assestamento di bilancio e necessità di un cambio di approccio
Seduta del 28 novembre 2024
Seduta del 28 novembre 2024 Nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 28 novembre 2024, il consigliere Luca Servato del Partito Democratico ha evidenziato alcune criticità emerse nell’assestamento di bilancio, sottolineando la necessità di riflessioni e interventi per garantire una gestione più sostenibile e strutturata delle risorse comunali. Le principali criticità…
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kon-igi · 9 months ago
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LA FESTA DEL PAPÀ È DIVISIVA
Ma oramai non credo che esistano argomenti di condivisione comune sui quali poter fare affermazioni nette e aspettarsi che tutti siano d'accordo.
Il cielo è blu? Ma va'... il cielo è celeste! No, guarda che è nero ed è un fenomeno di rifrazione dei raggi solari sull'atmosfera. Ti sbagli, è giallo! Sì, però togliti quel sacchetto dell'Esselunga dalla testa. Basta! Il cielo è marrone con radici che penzolano. Zitto tu che sei morto!
La scelta del giorno della festa del papà, poi, coincide con quel santo del calendario che credo abbia avuto il peggiore martirio fra tutti, cornuto, mazziato e ringrazia pure. Cioè, come papà sfigato il primo posto se lo prende di sicuro Darth Vader ma perlomeno aveva una spada laser e il suo arco di redenzione è stato più appassionante.
Insomma, la festa del papà è divisiva per due ragioni, una sociale e l'altra personale.
Da una parte, è una ghiotta occasione perché alcuni frignino che non esistono più i papà di una volta, tutti pipa e cinghiate, e che anzi, se andiamo avanti così non esisterano più nemmeno gli uomini, dall'altra è che al netto di tutto, i padri molte volte più che festeggiati spesso vanno perdonati.
Adesso come adesso, i papà sul mercato sono figli o nipoti del patriarcato, nel senso che difficilmente non avranno assorbito per osmosi familiare e sociale l'idea di quello che deve essere il ruolo di un genitore maschio all'interno della famiglia.
In sintesi il pater familias.
[maledetto genitivo ellenico ma sono cose mie]
Quando io e la mia compagna dobbiamo fare cose importanti che implichini decisioni tecniche, burocratiche, meccaniche, matematiche o notarili, il mio gesto preferito è questo
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perché tutte le volte il venditore di auto parla rivolgendosi a me che distinguo le macchine solo per il colore, l'avvocato quando io risolverei tutto con il trial by combat e la commercialista dove io opterei per il baratto.
Io sarei il pater familias, quindi automaticamente il detentore delle decisioni familiari e è invece è la mia compagna quella che prende le migliori, senza spargimenti di sangue o una pila di conchiglie che l'enel non accetta come forma di pagamento.
Sì, vabbè... non sa accendere la motosega o da che parte si impugna un coltello da lanciare e se proprio dobbiamo dirla tutta non riesce neanche ad accendere il fuoco nel camino (cosa che le rimprovero sempre ricordandole che erano le vestali ad accudire il Fuoco Sacro del focolare domestico). Poi però c'è quell'altra che disegna tubi e motori idraulici usando termini strani tipo 'valvola di massima' o 'dislocamento positivo' e quell'altra ancora che snocciola a memoria le caratteristiche di ogni macchina o moto e parla per due ore di maderizzazione e di vendemmia in neve carbonica.
Questo per dire che i ruoli sono solo ruoli ed è solo questione di abitudine... le abitudini cambiano e ci si abitua al nuovo.
Quindi buona festa a quella persona alla quale dovrebbe essere solo chiesto, dopo la fornitura di migliaia di gameti scodinzolanti, di amare in modo vasto e profondo chi non ha mai chiesto di essere portato su questa spaventosa e bella terra, ricordando che amore non è mai possesso, conferma od orgoglio.
L'amore per i propri figli è essere partecipe della gioia che abbiamo insegnato loro a conquistarsi da soli.
E per concludere, si può essere padre amorevole pure senza aver mai partecipato con un singolo spermatozoo.
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Pesaro. Ricci saluta il Consiglio comunale: «Abbiamo dimostrato che i valori della democrazia e della legalità a Pesaro funzionano davvero»
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Pesaro. Ricci saluta il Consiglio comunale: «Abbiamo dimostrato che i valori della democrazia e della legalità a Pesaro funzionano davvero». «A Pesaro i valori della democrazia e della legalità funzionano davvero. Lo abbiamo dimostrato in questi anni, con un gruppo di consiglieri che ha sempre messo al primo posto l'interesse generale della città. Persone serie, oneste, professionali». Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci interviene nell'ultimo Consiglio comune ordinario della sua legislatura, «è un saluto ai consiglieri, ma anche ad un'istituzione alla quale appartengo da tanti anni. Sono entrato in Consiglio nel '99, è stata per me un'esperienza straordinaria perché rappresentava la spinta di giovani, che oggi fanno parte del gruppo dirigente della città. Ricordo l'emozione di un giovane che voleva portare innovazione e faceva parte di Consiglio comunale dove c'erano figure di una certa autorevolezza, ad iniziare dal sindaco Giovannelli. È stata una grande palestra, una bella gavetta, indispensabile per chi vuole fare politica perché consente di misurarsi quotidianamente con i problemi reali. Questo è il luogo delle decisioni – ha detto - nel quale ho avuto la possibilità di apprezzare tantissime persone, sia della maggioranza che dell'opposizione – qui la citazione a Pantanelli - che incantavano grazie alle loro capacità retoriche». Poi: «Voglio ringraziare tutti i consiglieri, il dibattito tra noi a volte è stato teso, ma sempre nel rispetto personale. Ci siamo confrontati, scontrati, ma sempre dentro l'alveo di una dialettica istituzionale e democratica. In questi anni abbiamo rappresentato la città, e il valore della democrazia, un valore che ora non va di moda ed è in una fase regressiva. Dobbiamo ricordarci che la democrazia è un valore che non è acquisito per sempre, quindi va difeso e rinnovato». Ancora «Il plauso va a tutta l'assise, per l'impegno e il tempo che hanno dedicato alla città. L'augurio è che le prossime elezioni siano partecipate, civili, senza toni aspri. Per me è stato un onore fare il sindaco, lo farò fino all'ultimo giorno».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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agrpress-blog · 11 months ago
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In un contesto di rapide trasformazioni sociali ed economiche, il riflessivo richiamo al ripensamento dei sistemi di welfare emerge come l'imperativo categorico per una transizione equa e una crescita sostenibile. Il leader della Cisl, Luigi Sbarra, ha sottolineato questo concetto nel suo intervento a Roma durante il seminario organizzato dalla Confederazione Europea dei Sindacati (Ces) sul futuro del welfare europeo. Il seminario, dal titolo "Futuro della Protezione Sociale e del Welfare State nell'Unione Europea", ha visto esponenti sindacali come Sbarra e Giulio Romani esplorare le sfide e le prospettive della protezione sociale nell'Europa in evoluzione. Sbarra ha ribadito l'importanza di adattare i sistemi di welfare alle attuali sfide, indicando questa come la chiave per una transizione giusta e una crescita equa. Il leader della Cisl Sbarra ha inoltre sottolineato la necessità di politiche partecipative che coinvolgano i cittadini nelle decisioni, arginando così le tentazioni utilitaristiche e le prospettive di breve termine della politica sia a livello nazionale che europeo. Il lavoro, ha affermato, è il fulcro attraverso il quale ogni individuo costruisce la propria identità, dignità e senso di appartenenza alla comunità. La sostenibilità finanziaria dello Stato sociale è stata evidenziata come una questione centrale, dipendente da una raccolta equa di entrate e da una governance economica che favorisca gli investimenti, l'occupazione e la produttività. Le politiche di welfare, secondo Sbarra, possono diventare un motore per massimizzare l'occupazione e la produttività, con un'attenzione particolare a iniziative come l'istruzione, la formazione permanente e la riduzione delle barriere all'occupazione femminile. Dalla Ces, Giulio Romani ha sottolineato che il futuro dell'Europa è inscindibilmente legato alla presenza di un robusto sistema di protezione sociale. Ha rimarcato la necessità di rivedere le politiche di austerità, aprendo spazio a investimenti sociali che promuovano equità e sostenibilità, e ha enfatizzato che il modello economico europeo deve incorporare la giustizia sociale per mantenersi competitivo. In conclusione, il seminario ha fornito uno sguardo approfondito su come il welfare europeo può evolversi per affrontare le sfide attuali, puntando a un equilibrio tra sostenibilità finanziaria ed equità sociale. Un dialogo costruttivo che riflette il cambiamento e la visione delle organizzazioni sindacali nei confronti di un futuro più inclusivo ed equo per l'Europa.
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k4rflo · 1 year ago
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Sembra scritto ieri ma è successo mesi fa, una storia infinità quanto drammatica.
Ciao, inizio col dire che ero molto combattuto se mandarti questo messaggio e puoi anche non rispondere a questo, ma tieni bene a mente tutto quanto.
Non riesco ancora a comprendere che cosa ti è preso, solo ora mi rendo conto di tutto quello che è successo, solo ora con il tempo sto metabolizzando la cosa.
Volevo dirti che non so come sia possibile far andare via tutto solo per una discussione, perché effettivamente altre motivazioni non trovo. Addirittura sembra che io ti abbia fatto qualcosa, sarà normale? Bah
Ho fatto tutto tranne che qualcosa di sbagliato.
Cosa è successo effettivamente? Cosa si è rotto? Ho mille domande nella mia testa alle quali forse non avrò mai una risposta.
E tutto quello che ti sto per dire è perché mi sono stancato, stancato di aspettare qualcosa che so per certo non arriverà mai.
Non perché io pretendessi qualcosa da parte tua, ma per il semplice fatto che non riesco minimante a capire il perché di tutte le cose.
E così hai deciso di non voler più parlarmi? Da un giorno all’altro, dalla sera al mattino, forse per colpa mia? Per sfizio? Per vendetta? Rabbia? Capriccio? Per cosa esattamente? forse per mille altri motivi?
Voglio solo dire che non so come tu faccia a stare distante dalla persona che (dicevi d’ amare), non so come tu faccia a vivere la tua vita come se non fosse successo nulla.
lo non so come tu faccia a reggere questa situazione, questa “mancanza”... che sento solo io, Non ti viene in mente ogni singolo momento passato insieme?
Ogni sorriso, ogni cosa fatta insieme, baci, abbracci e sai cos'è?
Che a me viene tutto in mente, tutto, sia bello che brutto e di tutto ciò non butterei via nulla perché tutto quello che io sento, che provo è vero.
E fa male, fa male spegnere se stessi.
Perché ci ho messo il cuore e l’anima, per te.
Ho cercato di darti il mio amore, il mio tempo e tutto quanto il possibile nella faccia della terra.
Mi hai detto che si è rotto qualcosa, che le tue intenzioni non erano allontanarmi, e invece sei arrivata al punto di non parlarmi nemmeno più, forse era infondo quello che volevi. Penso non lo saprò mai
So di dover rispettare le tue decisioni.
E le rispetto.
Privato di comunicazione e mille altre cose, va bene tutto quello che vuoi ma che senso ha comportarsi così? l'amore è fare le cose in due, nel bene e nel male, penso di avertelo detto sempre. Solo nel bene non vale. E forse per te non c’è mai stato, o forse da tempo ormai.
E sinceramente io di stare nella speranza che un giorno tu potessi tenerci a me, così come io a te o amarmi non mi va più.
Ho provato in più e più modi a sistemare i miei errori, da quelli più stupidi a quelli più grandi, a darti il meglio di me, ogni singolo giorno nonostante consapevole della situazione, a starti vicino anche quando non volevi nessuno vicino.
Ed ero lì, per te, esclusivamente per te.
Per mesi ho dovuto sopportare il fatto che tu mi parlassi di merda e mi trattassi come una persona estranea nella tua vita da un giorno all’altro, senza mai un minimo di interesse nei miei confronti o semplicemente un po’ d’affetto, senza una spiegazione e senza una motivazione.
Ho sopportato i tuoi atteggiamenti, i tuoi cambi di idea e le tue scelte incomprese per mesi e mesi, perché nonostante tutto io continuavo a crederci.
E so per certo che chiunque avrebbe detto ciao e arrivederci e io invece no, sono stato lì, nonostante non mi facesse bene.
E l’ho fatto perché volevo, non perché qualcuno mi obbligasse, perché io pensavo fosse solo un brutto momento, momento che non finiva mai.
Ho avuto dei piccoli flash di speranza, falsa a quanto pare.
Ti ho voluto rendere partecipe della mia realtà, la quale mi sembravi disposta a conoscere e ad essere partecipe. Perché io tendevo e ci tenevo a dirti tutto di me. Ogni singola cosa anche quella più banale.
Volevo che tu fossi dentro la mia vita a tutti i costi.
Perché io ero la persona più felice di sto mondo con te accanto.
Perché io ero convinto che volevo te nella mia vita. Tutte quelle cose dette, quei programmi e tutte quelle cose belle io le sento ancora dentro.
Ti ricordi tutti quei programmi? Le tappe? “Io un giorno senza di te mai” tutto lo sento vivo, e faccio una fatica immensa a spegnere tutto questo.
Io non sono arrabbiato con te, perché rispetto ogni tua singola decisione, ma ora come ora sono molto triste, e forse anche un po’ deluso, non da te ma dalle aspettative che mi ero fatto.
Perché mi hai detto svariate volte di volermi nella tua vita, e mi sembravi tanto convinta, e ti giuro questa cosa mi faceva stare tanto bene, mi hai detto che volevi che io fossi più presente e che volevi che facessimo mille cose insieme e io ho fatto in modo che succedesse, ssempre nel limiti delle mie possibilità, di trovare un modo di starti più vicino possibile.
Io il tempo per te lo facevo, anche quando non ne avevo, e ho provato in mille modi e spero tu questo lo sappia. Perché non è da tutti farsi 10/15 ore di pullman o svegliarsi alle 3/4 del mattino per andare a vedere una persona, la quale poi magari si rifiuta di vederti per ? Non lo capirò mai il perché tu non abbia voluto vedermi, ma forse un po’ inizio a capire.
Chi altro avrebbe mai fatto tutto quello che io ho fatto per te? Non ne ho idea.
mi hai detto tante cose belle e brutte e io ho sempre cercato di venirti in contro, e dare il meglio di me stesso, per te. Perché per me contava solo la tua felicità. Come tutt’ora.
Ho sempre cercato di soddisfare i tuoi sfizzi e le tue voglie, perché mi piaceva vedere quel tuo sorriso e sentire la tua felicità.
Anche quando facevo fatica a farlo, continuavo; continuavo a credere che prima o poi..
avresti capito chi effettivamente avevi davanti a te,
a chi veramente era disposto a distruggere il mondo pur di vederti felice.
Ti guardavo con quei occhi che so di non aver mai avuto prima.
Ti ho messa al primo posto, in qualsiasi momento, ti ho messo anche prima di me stesso e molto probabilmente questo neanche lo sai.
Ogni singola cosa la facevo per te.
Perché per te ho dovuto molte volte mettere da parte me stesso.
Ma l’ho fatto per te, perché credevo davvero in quello che facevo.
Io personalmente non so cosa sia successo, con chi sia successo e come è successo, perché da parte tua non ho mai ricevuto un chiarimento.
E so che per te avrei fatto di tutto e di più, per te, perché vedo la persona che ho amato di più in vita mia, ci vedo tutti i progetti, tutte le cose fatte insieme.
Non ci vedo solo un immagine ma un'infinità di ricordi, risate, luoghi, foto, odori..
Mi sono impegnato in una maniera assurda per provare a far funzionare le cose, ma forse per te non era abbastanza.
Perché a quanto pare L’unico a volere tutto questo ero io.
E mi manca non poterti più raccontare le mie giornate, i miei scleri, le mie felicità è le mie sofferenze, mi manca il tuo messaggio al mattino o alla fine della giornata.
E poi è stato così semplice lasciarmi andar via???
Ero così tanto importante non è così??
Ah povero illuso io. Ci ho creduto davvero.
Mi mancano tante cose in questo momento.
Ma ora devo smettere.
Ora, devo lasciar andare le cose senza interferire, perché le carte non avevano torto.
E l’ultima cosa.
non mi sembra di essermi comportato male, anzi sono stato chiaro, sincero, amorevole e ho dato tutto me stesso. Ma per più che provi a cercare di capire non capisco, non concepisco.
E sai che c'è?
Che anche se dovesse essere l'ultima volta, io ti dico che ti amo.
Ma è ora che io vada.
A presto? Arrivederci? Addio?
Grazie per tutto, di cuore.
-Atte. K4rflo
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personal-reporter · 1 year ago
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Single e viaggi: come viaggiare da soli
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Viaggiare da soli può essere un'esperienza fantastica, che permette di scoprire nuovi posti e di conoscere persone nuove. Tuttavia, è importante essere preparati e avere un piano di viaggio. Vantaggi del viaggiare da soli Viaggiare da soli offre molti vantaggi, sia personali che pratici. Libertà: quando si viaggia da soli, si è liberi di fare ciò che si vuole, quando si vuole. Non si è vincolati dagli orari o dalle preferenze di altri. Indipendenza: viaggiare da soli aiuta a sviluppare l'indipendenza e la fiducia in se stessi. Si deve imparare a cavarsela da soli, a prendere decisioni e a gestire le situazioni impreviste. Scoperta: viaggiare da soli permette di scoprire nuovi posti e di conoscere nuove culture. Si è più aperti a nuove esperienze e si è più propensi a uscire dalla propria comfort zone. Conoscenza di sé: viaggiare da soli è un'occasione per conoscersi meglio. Si ha il tempo di riflettere su se stessi e sulle proprie priorità. Svantaggi del viaggiare da soli Viaggiare da soli può anche presentare alcuni svantaggi, che è bene conoscere prima di partire. Solitudine: la solitudine è un rischio reale del viaggiare da soli. È importante essere preparati a gestirla e a trovare modi per socializzare. Sicurezza: viaggiare da soli può essere meno sicuro che viaggiare in compagnia. È importante prendere le giuste precauzioni per proteggersi. Costo: viaggiare da soli può essere più costoso che viaggiare in compagnia. Bisogna considerare il costo del biglietto aereo, dell'alloggio e delle attività. Consigli per viaggiare da soli Ecco alcuni consigli per viaggiare da soli in modo sicuro e piacevole: Fate le vostre ricerche: prima di partire, informatevi sulla destinazione che avete scelto. Leggete guide di viaggio, siti web e blog per conoscere la cultura, le tradizioni e le norme locali. Preparate un itinerario: pianificate il vostro viaggio in anticipo, in modo da sapere cosa fare e dove andare. Questo vi aiuterà a sentirvi più sicuri e a sfruttare al meglio il vostro tempo. Siate flessibili: le cose non sempre vanno come previsto, quindi è importante essere flessibili e adattarsi ai cambiamenti. Non abbiate paura di chiedere aiuto: non siate timidi a chiedere aiuto agli altri, sia che si tratti di informazioni turistiche che di supporto emotivo. Sicurezza La sicurezza è una delle principali preoccupazioni di chi viaggia da solo. Ecco alcuni consigli per viaggiare in sicurezza: Fate sapere a qualcuno dove andrete: informate un amico o un familiare della vostra destinazione e del vostro itinerario. Portate con voi un cellulare: in caso di emergenza, il cellulare può essere un'importante fonte di aiuto. Non camminate da soli di notte: se dovete camminare da soli di notte, cercate di farlo in zone ben illuminate e frequentate. Siate prudenti con i soldi e con i documenti: tenete con voi solo il denaro necessario e fotocopie dei documenti importanti. Socializzazione La solitudine è un altro rischio reale del viaggiare da soli. Ecco alcuni consigli per socializzare: Partecipate a tour e attività di gruppo: questo è un modo semplice per incontrare altre persone che condividono i vostri interessi. Andate in bar e ristoranti frequentati da viaggiatori: è un altro modo per incontrare persone nuove. Utilizzate le app di incontri e di socializzazione: queste app possono essere utili per trovare persone con cui condividere le vostre esperienze di viaggio. Foto di Sofia Cristina Córdova Valladares Read the full article
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ilquadernodelgiallo · 4 years ago
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...ho capito che il relativismo è la realtà perché non lascia nulla fuori di sé e che la verità (possederla, assumere di possederla, far credere che essa sia univoca) è uno dei tanti modi di controllo e oppressione o, a voler essere più cauti - ma perché? -, è una funzione di quel sistema complesso che è il mondo in cui viviamo. [...] Il relativismo non implica che tutti i punti di vista siano uguali, ma che esistano. ___________________ Il ragionamento deduttivo ci libera dalla necessità di conoscere ogni cosa per esperienza diretta e ci accomuna regalandoci una grammatica. L'astrazione ci permette di riconoscere regolarità e somiglianze in cose e questioni distanti. La proporzione consente di intuire e rappresentare la vastità del mondo, valutare i rischi, riprodurre la regolarità o le irregolarità. Ragionamento deduttivo, astrazione e proporzione sono matematica. [...] Sottintende [il ragionamento deduttivo] una logica comune, come la prospettiva, e gli scacchi, che, per esempio, insegnano come senza accordo sui principi non è possibile nemmeno combattere, figuriamoci vivere. [...] La magia del ragionamento deduttivo, e la sua fallacia, sta nell'evidenza che, se parti da qualcosa che chiami verità o assioma ma che è solo un punto di vista (che pur non essendo molto, è abbastanza per costruire un mondo), puoi giungere dovunque. Perciò attenzione alle premesse. Ex falso quodlibet si dice in latino. [...] In matematica, grazie al ragionamento deduttivo, non esistono principi di autorità, ciascuno può ritrovare o ricavare un risultato da solo. La conoscenza è un processo ed è accessibile a tutti, non è il privilegio di una casta di principi o di preti. ____________________ I dubbi riguardavano la natura del quinto postulato [di Euclide: "in un piano, data una retta e un punto esterno alla retta, per il punto passa una e una sola parallela alla retta data"] (verità, conseguenza o preferenza?). [...] Saccheri [anni trenta del Settecento] procede per assurdo, suppone che la parallela non sia unica e comincia a ricostruire la geometria immaginando di imbattersi in patenti contraddizioni. Non ne trova alcuna, e nonostante la geometria, da lui costruita ammettendo come ipotesi la negazione del quinto postulato, sia coerente, non riesce a sottrarre valore di verità al sistema di Euclide. Tra i suoi occhi, il suo intelletto e la correttezza della dimostrazione, Saccheri sceglie Euclide. La verità assoluta, come dicevamo qualche pagina fa, è deresponsabilizzante. [...] Il quinto postulato è un'ipotesi: ogni volta che lo cambi viene fuori una geometria diversa. Esattamente ciò che aveva scoperto Saccheri, senza accorgersene. ___________________ Se infatti lo spazio non è assoluto, allora, forse, non le è nemmeno il tempo. ___________________ La geometria euclidea è l'unica talmente umana, vale la pena ribadirlo, da accordarsi alla nostra esperienza. ___________________ Sia ai due Boylai che a Lobačevskij si deve la concezione della matematica contemporanea secondo cui essa non è specificata e definita dai numeri o dagli enti geometrici ma dalle relazioni tra essi. ___________________ Come reagiremo a una verità senza il resto dei sensi? La matematica è l'unico linguaggio che mi viene in mente, l'unico esercizio in cui la verità  prescinde dal corpo, in cui il punto di vista prescinde dal corpo anche se non dal soggetto. La matematica - disciplina estremamente economica e sui tutti possiamo accedere perché si insegna nelle scuole di ogni ordine e grado - si rivela, a osservarla come prassi, e non solo come teoria, una forma di meditazione, di etica e un esercizio sulla verità in un mondo in cui il corpo è sottoposto a inedite limitazioni. Presenza, soggetto senza corpo. ___________________ La questione tuttavia è che l'istruzione è un processo orizzontale e collettiva, mentre la cultura è verticale e singolare. La cultura è una scelta individuale. ___________________ La matematica non è la scienza degli oggetti ma della relazione tra gli oggetti così come la grammatica è la scienza delle relazioni tra le parole. Perciò è importante conoscere la grammatica: senza grammatica non si costruiscono frasi con un senso comune tra chi parla e ascolta, non si minimizza un fraintendimento, connesso, ineludibile (così come l'errore nei calcoli) alla comunicazione tra esseri umani. E non si costruiscono storie. La matematica è, tra le discipline di manutenzione, quella grazie alla quale si capisce che solo gli ortodossi fanno la rivoluzione. ___________________ Tuttavia (avverbio che coniuga sconcerto e ragionevolezza), se l'istruzione viene data a compartimenti stagni, la cultura (dunque la proiezione dell'esperienza e la pratica dell'immaginazione) non ha compartimenti stagni... ___________________ Il problema della bicicletta con le ruote quadrate è esemplare perché sempre più spesso un concetto, per poter essere accolto, deve essere accompagnato da un evento. Anche a scuola. Alla manutenzione l'Italia preferisce l'inaugurazione (voce fuori campo di Leo Longanesi). Ecco, la scuola dovrebbe manutenere la cultura, dovrebbe ribadire che [...] le cose distanti possono essere simili e che le persone che ci paiono estranee (e non abbiamo lasciato attraccare sulle nostre coste, per esempio) invece ci assomigliano. ___________________ La matematica mi ha rafforzato chiarendomi i concetti di verità, contesto e approssimazione che, a rifletterci, oltre a essere questioni matematiche, sono questioni democratiche. ___________________ In due insiemi, due verità opposte. Mi pare un esempio convincente sul perché la verità (la soluzione di una equazione) dipenda dal contesto. E aggiungo che le verità umane somigliano alle verità matematiche. Sono tutte assolute, e tutte transeunti, dipendono dall'insieme in cui vengono enunciate, dal contesto. [...] La matematica insegna che le verità sono partecipate, per questo è una disciplina che non ammette principi di autorità. [...] Politicamente, una concetto di verità che sia assoluta, transeunte e collettiva sarebbe rasserenante in un clima politico avvelenato da false notizie, dichiarazioni mai verificate, affermazioni di singoli individui che dovrebbero essere cariche dello Stato. [...] La matematica è una disciplina che favorisce la diffusione della democrazia. Prima di tutto, un matematico non risponde mai al chi ma sempre al cosa [...] È una disciplina che non ammette principio di autorità giacché nessuno possiede la verità da solo, le verità sono asserzioni verificabili da chiunque, o se non da chiunque (alcune volte è difficile) almeno da un certo numero di persone. Inoltre la matematica è un linguaggio, una grammatica. Per discutere di matematica bisogna accettarne le regole. ____________________ Perché la pubblica amministrazione agisca è sufficiente un pericolo probabile. I due principi [di prevenzione e di precauzione] stabiliscono il necessario per limitare o eliminare il pericolo. Abbiamo assunto, io per prima, la ragionevolezza di queste limitazioni pur sapendo che esse andavano a intaccare libertà e valori essenziali in democrazia. Ragionevolmente, queste misure avranno una durata, tuttavia il confine tra protezione e controllo, anche in me che pensavo di avere strumenti culturali per distinguerli, si è fatto più incerto. [...] La differenza che passa tra protezione e controllo è la stessa che discrimina democrazia e dittatura. [...] Percepisce la distanza tra accettare e subire. La precauzione, e con essa il principio, si traduce, talvolta inconsciamente, nell'esistenza di paure prive di fondamento. E la democrazia è l'esatto contrario della paura. [...] È difficile rispettare le regole quando si è cresciuti con altre regole, ed  difficile capire quando e se quelle regole, da strumento di protezione si trasformano in strumento di controllo, fuori di noi, ma soprattutto dentro di noi. La scienza non avanza per certezze, ma per ipotesi: è verificabile. Le verità della scienza evolvono. E pensare agli scienziati come ai sacerdoti della soluzione o della guarigione è un modo di delegare la responsabilità politica. Oltre che di istituzionalizzare come scienza qualcosa che è il contrario della scienza: la certezza fideistica. [...] La democrazia è matematica, si basa su un sistema condiviso di regole continuamente negoziabili e continuamente verificabili. La democrazia, come il linguaggio, e tra i linguaggi la matematica, non è naturale, non un fiore che sboccia, è una costruzione culturale e dunque, in quanto tale, va continuamente ridiscussa, la democrazia non rinverdisce a primavera come certi alberi, bisogne sceglierla, come si sceglie il linguaggio. Dunque, dal punto di vista costitutivo, la matematica è il contrario della torre d'avorio, del castello, del tabernacolo, la matematica esercita al contesto e quindi a essere cittadini e rappresentanti dei cittadini. ____________________ L'incertezza è ineludibile. E così il nostro incarnare l'errore. Dovrebbe essere complicato costruire, attraverso gli esseri umani, un sistema di regole, convenzioni anche, comuni e trasmissibili. E invece è più semplice di quanto sembri se, all'ineffabilità degli stati d'animo con i quali prendiamo le decisioni, si sostituisce un modello di individuo che supponiamo non avere incertezze. [...] Così come il modello logico di individuo che andiamo costruendo non è affetto dalle incertezze decisionali che caratterizzano tutti. E dalle miserie da cui nessuno è immune. Attraverso questo individuo idealizzato e i suoi percorsi razionali, le suo scommesse, è possibile costruire un sistema logico indipendente dal colore politico e pure dai soldi. La logica si rivela così, grazie a questo cittadino modello, non una proprietà delle leggi del mondo e dell'universo, ma un'estensione del dominio del ragionamento. [...] Tuttavia è successo che nella nostra Repubblica alcuni individui abbiano scelto di aderire, e abbiano in effetti aderito, a una sorta di cittadino modello in base al quale agire. Adesso questo non succede, o accade assai più raramente, io credo, per mancanza di immaginazione. [...] Non rispettare la Costituzione [...] è un comportamento che può essere corretto studiano matematica, cioè prendendo confidenza con i sistemi nei quali per agire, muoversi, giudica e soprattutto convivere e comunicare bisogna imparare a rispettare alcune regole. [...] Studiare matematica significa esercitarsi a intravedere, supporre, immaginare regole che non riguardino un individuo o un oggetto, ma più individui e più oggetti e soprattutto le relazioni tra essi. Studiare matematica significa introiettare l'idea che le regole esistono e che anche quando - giustamente talvolta- si infrangono, vengono sostituite da un altro sistema di regole (non avere regole, per esempio, è ancora una regola). La cosa interessante da chiedersi nel definire le regole è: che modo disegneranno? ____________________ Il linguaggio non è un virus solo quando si parla di maldicenze, è un virus anche quando si parla di diffusione di informazioni. Ho imparato nei giorni passati un nuovo termine. Infodemia. Dalla Treccani: "Sostantivo femminile. Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili". È possibile ammettere [...] che la vera infodemia abbia riguardato le modalità della comunicazione della contenzione, del confino, del "lockdown" e portato a un regime di irragionevole paura che ha, credo, rivelato, una volta di più, la cagionevolezza della nostra democrazia. Ci ha soprattutto condotto - di certo ha condotto me - a valutare la vita come mero sostentamento biologico. [...] L'uomo non coincide in alcun modo con la nuda vita dell'uomo; né con la nuda vita in lui né con alcun altro dei suoi stati o proprietà, anzi nemmeno con l'unicità della sua persona fisica. La nuda vita è quella rispetto a cui tutti siamo eccedenti. [...] C'è una permanente eccedenza della persona rispetto all'insieme dei dati fisici e virtuali che la compongono. [...] Ecco, la vita singola e la vita collettiva godono di una superadditività che fa sì che nessuno di noi sia la mera somma dei propri dati biologici, giuridici, virtuali, ma sia qualcosa di più. La stessa democrazia è superadditiva, lo Stato è qualcosa di più rispetto all'azione congiunta di potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Questo qualcosa di più, per quanto riguarda i singoli esseri umani, penso sia la memoria e dunque la possibilità di fraintendimento e se non di fraintendimento, di interpretazione, di comprensione e dunque di perdono. Penso sia, in breve, il linguaggio. Il linguaggio ci rende non riducibili alle nostre caratteristiche e informazioni biologiche, genetiche e tecnologiche perché permette di raccontare. E raccontando di creare versioni. ___________________ Come tutti gli intransigenti, gli orgogliosi, i fortunati mi sono accorta d'improvviso della differenza tra il corpo esposto e rivendicato dalle donne come luogo di arte e di lotta e il corpo delle donne esposto come fosse vuoto. E per sempre giovane. [...] E così lo so, che la cosa più difficile è usare parole e modi che sono appartenuti storicamente e statisticamente agli uomini per contribuire a disegnare un modo che sia anche a forma e contenuto di donna. È difficile risemantizzare - verbo utilizzato a questo proposito e direi incarnato dalla scrittrice Michela Murgia -, risemantizzare parole e modi. [...]  Una democrazia nella quale i rappresentanti eletti o i leader politici esibiscono il privato, la sfera sentimentale o emotiva mentre sono nel pieno delle loro funzioni (o lo fanno supporre) è una democrazia che trova possibile legiferare sulla vita privata e sulla sfera emotiva dei cittadini. [...] E mi coglie tristezza infinita perché capisco che queste comunicazioni non solo non contribuiscono al dibattito, ma lo impediscono. E so che io - come tutti - ho bisogno di risposte ai problemi, non di minacce, ho bisogno [...] di un po' di prospettiva. Perché la fiducia è l'unica vera resistenza al presente, la fiducia è creativa. E per averla bisogna avere idee e dismettere i miti di morte (fine della storia, fine del futuro, fine del mondo), e tentare approssimazioni. [...] Intrattenere prima che formare, Intrattenere. Altrimenti si annoiano. [...] Il lettore, come chi studia matematica e in generale chi studia, è capace di stare da solo. Chi sta da solo è politicamente complesso perché non deve essere intrattenuto. Chi sta da solo si intrattiene da solo, con i propri modi e i propri tempi, sfugge alla dittatura. La dittatura dell'intrattenimento è un'altra forma di negazione del tempo (come prigionia, tortura, persecuzione).  [...] ...non tutti i dubbi hanno la medesima natura: quelli che sorgono dalla poca conoscenza delle regole del sistema non sono quelli che nascono giocando con le regole del sistema. [...] Essere buoni o esercitare la democrazia è più complesso, è un percorso di interpretazioni, contrattazioni e indecisioni. La bontà, la matematica e la democrazia sono fenomeni che contengono in sé le relazioni e tutte le complicazioni a esse annesse. ___________________ Quando il tempo si accumula, non passa, perciò certe volte, durante il giorno e nonostante la luce, non so che ora è. Il tempo mi sovrasta, e tutto il futuro diventa presente. Una torre di presente. Motivo per cui credo che cambierà ciò che è già cambiato. Quando il futuro riprenderà, non so come, avremo da smaltire moltissimo presente. [...] E dunque, essendo cambiato l'insieme nel quale ci muoviamo, non possiamo avere le stesse soluzioni agli stessi problemi. [...] E pensare che il proprio modo di vita e di consumo non sia l'unico può essere un principio di soluzione. [...] La soluzione non esiste in sé, ma dipende dalle condizioni al contorno. Valutare le condizioni al contorno significa capire le caratteristiche dell'insieme, del mondo, in cui agiamo. In base a quelle caratteristiche una stessa equazione può ammettere o non ammettere soluzioni. [....] In Italia, stiamo chiedendo al nostro sistema sanitario ciò che abbiamo chiesto, a partire dalla fine degli anni Novanta, alla scuola pubblica: sopperire all'educazione sentimentale ottenuta grazie e nonostante la famiglia, ai pomeriggi organizzati dalla chiesa, dai partiti politici o dal sindacato. E non lo chiediamo all'istruzione che è acefala, ma ai medici (talvolta senza mascherina), come lo abbiamo chiesto ai professori. [...] La sovrapproduzione è una rivoluzione industriale e non esistono rivoluzioni industriali che non mietano vittime (voce fuori campo di Anna Nadotti, traduttrice). Godere della sovrapproduzione, disinteressarsi della stagionalità delle verdure, della provenienza di pesce e carne, pensare che la sete di conoscenza e l'aver studiato diano il diritto a viaggi low cost sottovalutando l'impatto ambientale è stato macchiarsi di una colpa che ha lasciato segni indelebili sulle mani? [...] Succederà domani, quello che è già successo oggi. Le cose accadono quando le accettiamo, e le accettiamo o non le accettiamo, quando ci riguardano. Accetteremo che le nostre libertà personali valgano quanto quelle della nostra comunità. Che a qualsiasi ordine di grandezza - singolo essere umano, condominio, quartiere, città, nazione, mondo - il valore delle libertà individuali sia pari a quello delle comunità. [...] Se l'insieme degli errori e dei sentimenti umani è frattale, può esserlo anche quello delle nostre libertà? E se lo è quello delle nostre libertà, può esserlo che quello delle economie?
Chiara Valerio, La matematica è politica
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sebastina23 · 4 years ago
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Qui troverete una breve guida di trucchi su come vincere a blackjack, questa guida è stata fatta solo per hobby, da un giocatore ad un altro giocatore
A differenza di altri giochi di casinò, il BlackJack combina il caso e l'abilità matematica. Questo è un gioco in cui, a differenza delle slot, è necessario investire tempo per imparare a giocare i diversi tipi di Black Jack e le strategie da utilizzare in ogni situazione.
Uno dei film (basato su una storia vera) che ha reso questo gioco più popolare è stato 21 Black Jack, dove un gruppo di studenti di statistica e matematica hanno creato un metodo basato sul conteggio delle carte che uscivano e sul calcolo delle probabilità su quelle che rimangono da uscire.
La strategia o il trucco del "conteggio delle carte" è stata discussa anche in altri film come Rai Man (Barry Levinson, 1988).
Ecco un elenco di suggerimenti che potete utilizzare nel vostro gioco
Iniziare a giocare senza depositare denaro Prima di iniziare a scommettere soldi, soprattutto se sei un giocatore di Black Jack inesperto, ti consigliamo di esercitarti a giocare gratis, senza scommettere soldi, fino a quando non ti sentirai a tuo agio con il tipo di gioco.
La maggior parte dei casinò online permette questo tipo di gioco per i punti, in modo da poter provare i loro giochi senza alcun obbligo prima di iniziare a scommettere soldi, ma è anche possibile trovare un gran numero di applicazioni Black Jack, e si può anche riunirsi con gli amici per esercitarsi.
Stabilite un budget e scegliete una tabella con un limite adeguato
Prima di iniziare a giocare a Black Jack decidete quanti soldi siete disposti a scommettere al massimo. Impostate quella cifra e attenetevi ad essa. Poi, scegliete un tavolo (o una scommessa) che si adatti al vostro budget iniziale.
Se avete intenzione di spendere 50 sterline per una sessione di Blackjack, per esempio, non partecipate a giochi in cui la puntata minima è di 10 sterline, in quanto non sarete in grado di giocare abbastanza mani per riavere i vostri soldi in caso di fallimento.
A titolo indicativo, suggeriamo questo trucco: che la puntata minima non sia superiore al 5% del vostro budget per quella sessione di gioco d'azzardo
Utilizzare la tabella strategica di base La tabella strategica di base del Black Jack è anche conosciuta come "Tavolo delle decisioni".
In questo foglio di imbroglio troverete le azioni che stabiliscono la strategia di base del Black Jack. È una guida per aiutarvi a sapere cosa fare in ogni mano per ridurre il vantaggio della casa.
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heresiae · 6 years ago
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Martedì. Fare una riunione sulla nuova piattaforma interna dell'Impero in cui tu pensavi di iniziare a disegnare in team e invece ti han fatto solo fare da Cicerone ai contenuti. Andare in bestia perché l'unico motivo per cui non ha sbroccato seriamente finora (ho sbroccato, ma non seriamente. Cosa significa seriamente? Lancio di sedie) è perché era previsto che avrei partecipato attivamente al progetto della nuova piattaforma. Passare un'intera mattinata in crisi di rabbia e pianto. Passare il pomeriggio con l'art director che non ci ha messo ne uno ne due a renderti partecipe delle decisioni prese fino a quel momento.
Giovedì. Passare la giornata a far niente perché l'art director è l'unico di 3 grafici che abbiamo ed è giusto un filo preso. Mi mostrano quello che hanno fatto solo la sera (e che fai? Dici a un art director senior così a brucio "Guarda, credo che il Capitano te la boccerà tutta" e ridisegnargliela da capo a meno di 20 ore dalla presentazione al cliente? Nun credo).
Venerdì. Scrivere al Capitano chiedendo di essere presente alla call di presentazione del mock up con l'Azienda. Silenzio.
Lunedì. Il Capitano manda una richiesta di riunione tra me e lui, perché essendo io una specie di cavallo di Troia tra Impero e Azienda posso essere in grado di direzionare i lavori come li vuole lui, mentre mi mostra mail di Account che dice che ho già dato delle indicazioni in merito.
Ah, la presentazione interna all'Impero è prevista per venerdì e la proposta è stata bocciata in pieno. Io sarò in azienda solo domani prima dell'immolazione del capitano ai generali.
BUONGIORNO A TUTTI EH
(Se non mi lasciano in mano i wireframe ora mi incazzo)
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latinabiz · 4 years ago
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La civica Fondi Vera boccia senz'appello il bilancio di previsione presentato nel consiglio comunale del 30 marzo
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Francesco Ciccone Locandina Bilancio Fondi Ovviamente, come da copione, il bilancio di previsione prende gran parte del dibattito consiliare, come è accaduto con dieci ore di Consiglio Comunale, tutte d’un fiato, dalle ore 15 del 30 Marzo alle ore 00.40 del 31 Marzo. Per un Bilancio di Previsione che il Consigliere Comunale Francesco Ciccone  della civica Fondi Vera ha definito, durante il suo intervento, “di contenimento e conservazione, non certo di ri-partenza. Un Bilancio di continuità, che pure può rappresentare un punto di forza in tanti ambiti. In questo contesto, però, si sta trasformando in narcisismo”. Fondi Vera ha bocciato, in sede di votazione, il documento ed espresso contrarietà rispetto a tutti gli allegati dello stesso, rilanciando la proposta di un “Bilancio Partecipato”. Ecco l’intervento integrale di Francesco Ciccone nell’ambito della discussione sul settimo punto all’Ordine del Giorno: “Gentili colleghi Consiglieri e cortesi Assessori, egregio Sindaco, pregiatissimo Presidente del Consiglio, il voto al Bilancio di Previsione è senza alcun dubbio tappa fondamentale della gestione di un Ente, e seppure quello di oggi sia il terzo Consiglio Comunale nel giro di appena diciotto giorni, penso sia giusto e doveroso affrontarlo con la massima attenzione e responsabilità. Se necessario anche con un fitto confronto. Lo faccio partendo da un passaggio riportato nel Parere dell’Organo di Revisione sulla proposta di Bilancio di Previsione 2021-2023, che i Revisori hanno presentato lo scorso 16 Marzo. A pagina 16 il Presidente Dott. Mariani, il Dott. Di Gessa ed il Rag. Fiorini dichiarano che “l’Organo di Revisione ritiene che le previsioni per gli anni 2021-2023 siano coerenti con gli strumenti di programmazione di mandato, con il Documento Unico di Programmazione e con gli atti di programmazione di settore, ovvero il Piano Triennale dei Lavori Pubblici, la programmazione dei fabbisogni del personale… e così via”. Beh, basterebbe questo per motivare il NO di Fondi Vera al Bilancio di Previsione. Basterebbe questo perché non più tardi di undici giorni fa con una lunga relazione ho espresso come sia chiaramente distante e distinta la nostra idea di Città rispetto a quella che emerge dalle vostre linee di mandato e da questo atto che, a tutti gli effetti, è il primo Bilancio di Previsione dell’era Maschietto. Ma non è altro che la sintesi perfetta del famoso concetto di continuità di cui spesso avete parlato.E proprio la continuità, che pure può rappresentare un punto di forza in tanti ambiti, in questo contesto sta trasformandosi in narcisismo. Non vorrei che iniziaste a vestire anche i panni della sufficienza, del “va bene così”, dell’ordinario che più ordinario non si può. Sempre col massimo rispetto dei ruoli, delle persone e dell’identità politica di ognuno, già durante la Campagna Elettorale non mancai di sottolineare come questa Città sia stata governata negli ultimi anni da un Sindaco con le sembianze di un amministratore di condominio, attento al far quadrare i conti ma poco coraggioso per imprimere un cambio di marca al territorio, con scelte forti e impopolari se vogliamo, ma che almeno avessero i connotati di scelte, decisioni, prese di posizioni. Al Sindaco attuale auguro allora questo, un cambio di marcia, perché a prescindere dagli schieramenti amiamo tutti alla follia questa terra, la difendiamo, la onoriamo, ognuno a modo suo, e lavoriamo affinché splenda sempre, anche in momenti difficili e delicati come quello che da un anno a questa parte stiamo vivendo. Detto questo voglio esprimere alcune osservazioni sul Bilancio di Previsione oggi arrivato in Consiglio. E lo faccio soffermandomi su alcuni aspetti che reputo di notevole importanza per la vita dei nostri concittadini. Premettendo che lo considero un Bilancio di contenimento e conservazione, ma certo non di ri-partenza. Non si registrano modifiche alle aliquote dei tributi, l’aliquota IRPEF è fissata allo 0,7 per mille, dall’Imposta Municipale Propria prevedete introiti per 6.500.00.00 Euro, dalla TARI vi aspettate circa 8 milioni di Euro. E sulla gestione dei rifiuti, come già detto durante il penultimo Consiglio Comunale, questa Amministrazione farebbe bene a rivedere più di qualcosa. Magari già quando questa assise dovrà riunirsi per il Regolamento che andrà a disciplinare l’applicazione del tributo. Nella speranza che il Piano Economico Finanziario 2021 arrivi in aula senza dover rincorrere l’Azienda appaltatrice. Ma questo Bilancio alleggerisce la pressione fiscale sui Cittadini? NO. È chiaro. Ci si è chiesti se ci sono troppe, e troppo onerose, esternalizzazioni? Alcuni Comuni hanno pensato di costituire Società Multiservizi per la gestione dei servizi comunali, e potremmo pensarci anche noi visto che molti dei questi o quasi tutti oggi risultano affidati all’esterno con notevoli impegni economici. Il Comune come Socio Unico, esplica la sua attività nel settore dei servizi pubblici, ed impegna la Società in programmi di ricerca e sviluppo in modo da poter espletare sempre con migliore qualità i servizi resi alle cittadinanza. Con una “Carta dei Servizi” che definisce i rapporti con i clienti/utenti, i livelli di qualità offerti, i parametri qualitativi garantiti, le modalità di verifica degli stessi da parte dei clienti/utenti nonché le forme di segnalazioni dei disservizi eventualmente riscontrati e le modalità di presentazione dei reclami. Dall’Imposta di Soggiorno preventivate entrate per 200mila Euro, e così anche per il 2022 ed il 2023. E su questo aspetto permettetemi una riflessione. La crisi sociale ed economica non pensate abbia già danneggiato abbastanza il settore turistico? Quali sono stati nel corso degli anni gli interventi di manutenzione, fruizione, recupero dei beni culturali ed ambientali nonché dei servizi pubblici locali foraggiati con gli introiti di questa imposta a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive del nostro territorio? Quali sono stati i risultati in termini turistici raggiunti in virtù di questi interventi? Perché non considerare un abbattimento totale dell’Imposta per l’anno in corso? Imposta mai mutata dal 2013 ad oggi, mai aggiornata in base all’andamento socio-economico. Lo ripeterò ogni volta che sarà necessario. Un Osservatorio Economico Cittadino tornerebbe assolutamente utile per ragionare sull’opportunità di questa imposta, sulla sua definizione, sui flussi turistici e quelli auspicabili per la nostra Città. Chissà se riuscirò mai a convincervi… Dal Bilancio di Previsione appuriamo, inoltre, che l’Ente ha previsto l’applicazione del nuovo Canone Patrimoniale, detto anche Canone Unico, e prospetta dallo stesso entrate per 900mila Euro. Ma sul tema sono l’unico ad aver accertato le lamentele degli ambulanti? Sono il solo ad aver cercato un confronto con le associazioni di categoria per comprendere il loro punto di vista? Sulle Partecipazioni del Comune di Fondi voglio chiarire che trovo assai contraddittorio il misero 3,9% di quota percentuale nell’ambito della MOF Società Consortile per Azioni. Soprattutto se lo valutiamo nel quadro complessivo delle partecipate, in cui spicca il 9,43% nel Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sud Pontino, ed il 3,15% di quota all’interno della Acqualatina SpA,. Percentuali che, ci tengo a dirlo, non danno al nostro Ente alcuna opportunità di controllo. E per questo reputo, come sottolineato già in altre occasioni, che la presenza dell’Ente nella Società MOF meriti di essere rafforzata. Passano anche attraverso il Parere dei revisori le mie perplessità, visto che consiglia all’Ente di effettuare un’attenta ricognizione delle cause pendenti e raccomanda di valutare il rischio di soccombenza prima di procedere ai successivi gradi di giudizio. Sono ancora i revisori a chiarire che, seppure sia da considerarsi coerente la previsione di spesa per gli investimenti con il Programma Amministrativo, il DUP, il Piano Triennale dei Lavori Pubblici ed il cronoprogramma dei pagamenti, la realizzazione degli interventi previsti sarà possibile soltanto a condizione che siano concretamente reperiti i finanziamenti necessari. I revisori invitano l’Amministrazione Comunale, e dichiarano di aver inoltrato più di un sollecito, ad effettuare una verifica della reale esigibilità delle entrate in modo tale da eliminare quelle non esigibili e con maggiore anzianità, e chiedono all’Ente di utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla Legge di Bilancio 2020 in merito alla riscossione al fine di conseguire una maggiore riscossione. Parliamo di proventi TARI, recupero dall’evasione sull’IMU, dei ruoli per sanzioni derivanti da violazioni al Codice della Strada, come pure da sanzioni ordinarie derivanti da violazioni al Codice della Strada. Sempre i revisori raccomandano di procedere con la massima sollecitudine al riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Il voto sul Bilancio di Previsione 2021-2023 non dovrebbe essere l’occasione per celebrare ed esprimere un giudizio su un documento contabile fatto di aridi numeri confezionato da tecnici e dirigenti, senza connotazioni distinguibili e una marcata caratterizzazione, bensì l’appuntamento di rito per fare il punto sulla situazione politico-amministrativa della nostra Città. Con un’idea precisa della gestione della cosa pubblica, dando un segnale forte, per far emergere la volontà di trovare insieme una via d’uscita rispetto alle varie crisi che stanno affogando il territorio, solo aggravate dal Covid, ma già ampiamente diffuse prima della pandemia. Ovvio che quando parlo di uno sforzo comune mi riferisco ad un atto di maturità espletato nell’interesse dei Fondani tutti, pur nel distinguo dei rispettivi ruoli e delle differenze che ci sono, e sono evidenti, tra noi. Ma questo basilare atto contabile non è altro che un documento preconfezionato e blindato. Ed è evidente come la maggioranza non si sia impegnata a riallacciare i fili da tempo logorati e spezzati con i Cittadini, ma intende testardamente impegnarsi a rappresentarne una minoranza. L’incongruenza a Fondi sta proprio in questo: una maggioranza quasi bulgara in questo Consiglio che però rappresenta una parte minoritaria dei Cittadini di Fondi. Ma non sono qui a sottolineare e cercare responsabilità individuali. Bisogna, invece, pensare in grande, e in modo corale, perché qui è in gioco il futuro prossimo. E se è vero che il Bilancio è lo strumento col quale si governa la Città ed il territorio, ed è solo apparentemente uno strumento contabile, può essere indirizzato su due strade. L’una fatta di aridi numeri, senza un’anima, l’altra che parli di semi piantati per veder alberi nascere e crescere. Prima ancora dell’analisi ragionata sui numeri e sulle somme, che resta sempre importante, viene il ragionamento sull’avvenire. Fondi non compare più da tempo nel panorama politico regionale, non è più da tempo protagonista ma nemmeno attore dello scacchiere regionale, dove vive di “contentini” elargiti di tanto in tanto ma vede alcuni punti di riferimento storici sul nostro territorio sminuiti, sottovalutati, a volte ignorati. Il MOF, l’Ospedale, il Consorzio di Bonifica. In una Città dove edifici e strutture meriterebbero ben altra attenzione come gli uffici del Giudice di Pace, il vecchio Ospedale nel Chiostro di San Domenico, l’ex Clinica Accorinti, l’Impianto della Macchina vecchia di Pantano. Tutto questo benché ci spetti un ruolo di attore protagonista, nello sviluppo di tutto il comprensorio e del Lazio meridionale in particolar modo. Nella Nota Integrativa al Bilancio emerge il ruolo dei portatori di interesse, che andrebbero coinvolti, ascoltati, resi partecipi sostanzialmente, sulla scia dell’esperimento del Bilancio Partecipato di qualche anno fa. Perché Programmazione non faccia rima soltanto con compatibilità economico-finanziaria, e non tenga conto soltanto della possibile evoluzione nella gestione dell’Ente. Per questo, durante tutto il 2021, mi auguro che l’Amministrazione Comunale sappia istituire tavoli di confronto individuando i cosiddetti stakeholder, affinché questo dialogo permetta un salto di qualità. Al fine di aggiungere un altro fattore a Efficienza, Efficacia ed Economicità, ovvero i tre presupposti per garantire la conservazione dell’equilibrio tra entrate e uscite. Un fattore determinante che si chiama Partecipazione. Lo dico da sostenitore di un concetto fondamentale, che vuole la Politica prevalere sull’Economia. Per far sì che l’elemento dell’indirizzo politico e delle sue valutazioni ed indicazioni abbia sempre la meglio sugli aspetti prettamente numerici e spesso lontani dalla realtà delle cose. Sono fermamente convinto che nella macchina amministrativa di un Ente come il Comune di Fondi debba avere un ruolo fondamentale il vertice politico e chi ha il polso della situazione, territorialmente parlando. Se con l’Efficienza testiamo la capacità di spendere secondo il programma adottato, se con l’Efficacia facciamo in modo che le risorse vengano utilizzate in maniera tale da soddisfare le esigenze della collettività, se con l’Economicità verifichiamo che gli obiettivi siano raggiunti spendendo il meno possibile, con la Partecipazione costruiamo un modello unico nel suo genere. Il Cittadino che partecipa assume anche degli impegni, il Cittadino che partecipa viene responsabilizzato. Avrà nei prossimi anni quest’Amministrazione Comunale il desiderio di intraprendere un ulteriore passo verso la Partecipazione? Con un processo partecipativo, come quello che promuove il progetto o i progetti più votati dai Cittadini e dagli operatori economici, culturali e sociali del territorio, compresi quelli non residenti ma che nella nostra Città operano stabilmente. Un’opportunità di ascolto e confronto con la Comunità, poiché permette ai Cittadini di presentare Progetti vicini a necessità poco evidenti e di indirizzare le scelte dell’Ente sugli interventi pubblici da realizzare o sui servizi da implementare o migliorare. Progetti che rispettino vincoli di legge (urbanistici, ambientali, architettonici, ecc.). Elaborati che sia corredati da un numero minimo di sottoscrizioni, documentati da materiale fotografico e video, presentati all’Amministrazione Comunale. Progetti da includere nella programmazione economico-finanziaria del Comune di Fondi. Definendo un importo “dedicato”, ad esempio di 200.000,00 Euro, che possa finanziare iniziative sui lavori pubblici, per la promozione del territorio, il verde pubblico, la valorizzazione e promozione culturale, il supporto alle attività produttive, politiche sociali e di diffusione della pratica sportiva. Lo ritengo un reale strumento per il coinvolgimento dei Cittadini nella formazione delle scelte amministrative. Attraverso il Bilancio Partecipato possiamo costruire un rapporto diretto tra Cittadini e governance locale, possiamo davvero riavvicinare le persone e l’elettorato alla Politica e al Governo del territorio. Costituisce, dunque, un ponte tra la democrazia diretta e quella rappresentativa. Spesso, però, ci viene il dubbio che le vostre azioni siano concretamente volte ad accrescere certe distanze. Voglio aggiungere ancora qualche valutazione più precisa. Quando capiremo che il Mercato Coperto può diventare un centro di aggregazione e socializzazione unico nel suo genere in Provincia di Latina, con attività culturali pomeridiane e serali in grado di contribuire ad un rilancio della struttura ed una copertura delle spese di manutenzione che oggi ci vedono soccombere? Quando rivedremo le tariffe dell’utilizzo dei luoghi di produzione culturale della nostra Città? Con agevolazioni che seguano le iniziative realmente meritevoli di Patrocinio rispetto a manifestazioni commerciali che potrebbero garantire maggiori introiti alle casse comunali. Location che andrebbero finalmente potenziate se davvero vogliamo rispondere concretamente alle sollecitazioni dell’associazionismo culturale cittadino che permette ogni anno a quest’Amministrazione Comunale di fregiarsi per qualità e varietà di offerta. Sapremo sperimentare prima e attivare poi un processo nelle mense scolastiche per giungere all’obiettivo di “mense rifiuti zero”? Contribuendo ad un cambio delle abitudini e riducendo il monouso (posate, bicchieri, tovagliette, piatti e tovaglioli) che ogni giorno viene prodotto. Diminuire il consumo di acqua e bibite in bottiglia, promuovendo l’uso dell’acqua del rubinetto a scuola. Confrontandoci con le numerose realtà sportive cittadine riusciremo a definire un tariffario più equo per l’utilizzo delle strutture? Mi garantite che non accadrà più ad alcune società di dover rinviare, anticipare o addirittura emigrare per le proprie partite casalinghe perché il Palazzetto dello Sport deve ospitare un evento di “Forza Italia”? Vogliamo dire agli uffici che lo Stadio si chiama “Domenico Purificato” e non “Arnale Rosso”? Vogliamo capire che l’attività sportiva, come i servizi sociali e culturali, è l’ingrediente di cui abbiamo maggiormente bisogno per costruire una Città migliore? Ci daremo come obiettivo la realizzazione di una Cittadella dello Sport? NO al Bilancio di Previsione 2021-2023 perché… La Città che viene fuori da questo documento non è una Fondi inclusiva. Perché in questo Bilancio non c’è alcuna differenza tra emergenze e priorità. Non ambisce nemmeno lontanamente a diventare un laboratorio per l’innovazione urbana. Non mette le periferie al centro, ma le isola ancor di più. Non esprime concetti di identità e appartenenza. Non permette alla Città di tornare ad imporsi sulla scena commerciale del sud pontino. Non annovera la bellezza, come fattore trainante di una rigenerazione urbana degli spazi. Non valorizza la tradizione, il folklore, la storia del nostro territorio. Non migliora la qualità della vita e non si pone come obiettivo la creazione di una mobilità sostenibile. Non fa alcun riferimento alla creazione di un Municipio che si trasformi in una Casa di Vetro. Non sviluppa alcuna pratica per migliorare l’offerta occupazionale e dare prospettive ai nostri giovani. Non considera mai la creazione di nuovi parametri di Governo. Non fa nulla per ridisegnare la Città a misura di bambino, tantomeno di anziani e portatori di handicap. Fondi merita di più. Merita sfide affascinanti ed obiettivi ambiziosi, una visione coraggiosa e positiva.” Read the full article
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Pride Milano, tra i presenti anche Elly Schlein
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Pride Milano, tra i presenti anche Elly Schlein Un arcobaleno è apparso su Milano. Bandiere hanno riempito il capoluogo lombardo: il pride è iniziato e il corteo è partito tra gli applausi. «Libertà, libertà» hanno urlato i presenti. Tra i presenti, anche la segretaria del Pd Elly Schlein. Questo Pride di Milano «chiama ancora più l'orgoglio nel continuare a lottare per il pieno riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt. Siamo in pericolo di regressione sui diritti, non solo in Italia con questo governo, ma anche in Europa», ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein arrivano al Pride di Milano. «Vedere piazze così partecipate dall'onda Pride è un motivo di speranza, di orgoglio, di continuare ad andare avanti - ha continuato -. Il Pd sarà in tutti i luoghi dove si difendono i diritti e si chiede una legge contro l'odio». «Siamo in pericolo di regressione sui diritti, non solo in Italia con questo governo, ma anche in Europa». Così la segretaria del Pd Elly Schlein, a margine del Milano Pride. «Vedere piazze così partecipate dall'onda Pride è un motivo di speranza, di orgoglio, di continuare ad andare avanti a lottare per il pieno riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt», ha detto Schlein. «Continueremo a batterci - ha proseguito la segretaria dem - per il matrimonio egualitario, per il pieno riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, anche alla luce di queste decisioni che piovono come massi su queste famiglie, sul loro legami, soprattutto su questi bambini. Continueremo a batterci per le adozioni. È ancora più forte la partecipazione, ci saremo con i nostri corpi per affiancare e portare avanti questa battaglia», ha concluso Schlein. «Siamo qui per partecipare al Pride di Milano, oggi ci occupiamo di queste battaglie e le faremo con chiunque, con le forze politiche sociali, con chiunque voglia farlo insieme a noi». Lo ha chiarito la segretaria del Pd Elly Schlein a margine del Pride di Milano rispondendo a chi le ha chiesto del rapporto politico con Giuseppe Conte «La settimana difficile l'ha avuta il governo che è diviso. La questione degli affari di Santanchè sta imbarazzando anche il governo al punto che ci hanno dato ragione». Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein arrivano al Pride di Milano. «Il Pd da giorni chiede a Santanchè di riferire in aula. Abbiamo depositato una interrogazione per chiedere conto anche del fatto che quella società sia in debito verso lo Stato per 2,7 milioni - ha aggiunto -. Una ministra della Repubblica che ha un debito verso lo Stato di 2,7 milioni? Noi chiediamo chiarezza piena, oggi ancora più forte perché ho capito che ieri anche Lega e Forza Italia hanno chiesto di riferire in aula. Oggi con molto ritardo mi sembra si sia svegliata anche Giorgia Meloni».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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confrontodemocratico · 4 years ago
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La mano dei partiti sulle partecipate: Di Maio-Giorgetti-Franceschini al lavoro per le nomine
La mano dei partiti sulle partecipate: Di Maio-Giorgetti-Franceschini al lavoro per le nomine
Da qui ai prossimi giorni si aprirà la cruciale partita per le nomine delle partecipate. Aziende che molto spesso valgono ben più di un ministero. Con Roberto Garofoli il ruolo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio è tornato ad essere centrale negli snodi del potere: è lui che Mario Draghi incarica per la preparazione dei vertici e per le decisioni più importanti. Ed è lui l’ufficiale…
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colonna-durruti · 4 years ago
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Ho letto l'articolo di Giorgio Fontana sulla pandemia e l'ho trovato molto interessante. Voglio provare a sviluppare alcune riflessioni per contribuire al dibattito senza la pretesa di essere esaustivo nè conclusivo.
Non mi addentro nella questione ambientale sia perchè sarebbe molto complesso, ma soprattutto perchè il centro della riflessione di Fontana mi sembra essere quello di cercare di dare risposte ad una situazione quale quella della pandemia, indipendentemente dalle cause che l'hanno provocata. Ciò non vuol dire che non vi siano elementi da analizzare anche in questo aspetto.
Innanzitutto, va detto che in una società anarchica i numerosi allarmi sul possibile sviluppo di una pandemia a livello globale non sarebbero stati ignorati e quindi, forse, saremmo arrivati un po' più preparati all'evento. Ciò ovviamente non significa che avremmo potuto avere la cura o, almeno, conoscere le corrette modalità di cura di un virus sconosciuto ma che avremmo almeno predisposto protocolli di sicurezza condivisi finalizzati a minimizzare i contagi e di conseguenza le vittime. Viceversa, nella società capitalista in cui viviamo, tutti questi ripetuti allarmi sono stati sottovalutati per svendere alle imprese private la sanità pubblica con l'unico obiettivo, come sempre, di massimizzare il profitto. E' importante sottolineare questi aspetti perchè ci ricordano che esistono alternative praticabili a quello che viene presentato come l'unico sistema possibile e che queste alternative sono anche preferibili. Se infatti oggi la ricerca viene focalizzata solo su farmaci per i quali esiste un mercato, in una futura società anarchica sarebbe finanziata ed indirizzata alla cura di tutte le malattie, indipendentemente dal numero di malati (clienti nella logica del profitto) esistenti.
A proposito del vaccino, in una società anarchica tutto il sapere sarebbe condiviso e quindi anche il lavoro degli scienziati e degli esperti sarebbe facilitato. I fondi da destinare a questo tipo di ricerche sarebbero determinati sulla base delle effettive necessità di ricerca e di prevenzione, con risultati a disposizione di tutti in maniera gratuita ed il più possibile immediata compatibilmente con gli strumenti di distribuzione esistenti. Sul mercato dei farmaci in generale ha scritto un interessante articolo Jospeh Stiglitz (link:
https://www.internazionale.it/opinione/joseph-stiglitz/2020/05/10/mercato-farmaci) di cui riporto un breve estratto perchè penso che contenga alcuni di quei semi anarchici, intesi come li descriveva Colin Ward, presenti e vivi nella società attuale e dei quali a volte siamo poco o per nulla consapevoli:
"Il Sistema globale di sorveglianza e di risposta all’influenza (Gisrs) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) prevede che esperti da tutto il mondo si riuniscano due volte all’anno per analizzare gli ultimi dati e decidere contro quali ceppi influenzali il vaccino dovrà essere efficace. Il Gisrs è una rete di laboratori diffusa in 110 paesi e finanziata quasi interamente dai governi. Incarna alla perfezione la cosiddetta “scienza aperta”. Visto che il Gisrs si dedica alla protezione delle vite umane, invece di pensare al profitto, è il solo a poter gestire il sapere necessario per sviluppare i vaccini".
Mi sembra che questa possa essere la descrizione del FUNZIONAMENTO di organismo scientifico di ricerca costruito su basi anarchiche, con le dovute precisazioni (il Gisrs è infatti finanziato dai governi oggi).
Fontana chiede: Che fare con chi non si vuole vaccinare? Questa domanda apre una questione infinita e che non avrà mai una risposta definitiva. Qui va secondo me analizzato il motivo da cui deriva questa opposizione al vaccino. Nella società attuale troppe volte il potere ha effettivamente agito contro gli interessi dei propri cittadini generando in loro l'idea che non ci possa fidare delle versioni ufficiali. Una delle prime cause della diffusione dei no-vax è quindi proprio la diffidenza (che da anarchico non posso che trovare legittima) verso chi detiene il potere e lo utilizza per difendere gli interessi dei pochi contro quelli dei molti. La seconda motivazione è dovuta alla scarsa diffusione della cultura scientifica: viviamo in una società in cui il presidente del consiglio gira per le trasmissioni televisive portandosi dietro il santino da pregare; una società in cui gli ospedali sono pieni di simboli religiosi vari e in cui fenomeni di vario tipo, spiegabili da un punto di vista scientifico, vengono marchiati come miracoli per contribuire a sostenere la necessità dell'esistenza di una classe sociale altrimenti inutile, quale quella dei vari cleri sparsi per il mondo; una società in cui la scuola non è intesa come formazione delle potenzialità di ogni individuo sulla base dei suoi interessi ma come creazione di utili ingranaggi alla macchina capitalista e il sapere scientifico è appannaggio dei pochi che hanno la possibilità di accedere alle università.
In una società anarchica, non esisterebbe un potere con interessi poco chiari che agisce al di sopra delle persone, ma vi sarebbero assemblee di condivisione e di decisione partecipate in cui ognuno, avendo a disposizione tutte le informazioni scientifiche più aggiornate senza che queste vengano nascoste per poterne sfruttare l'impatto economico o per altri tornaconti, potrebbe prendere parte in prima persona alle decisioni. Inoltre, la cultura scientifica dovrebbe essere una parte importante di qualunque società anarchica e dovrebbe essere diffusa il più possibile, così da permettere la COMPRENSIONE degli argomenti trattati nelle assemblee e quindi una partecipazione motivata e consapevole.
Questo apre inevitabilmente alla questione della velocità decisionale che, pur non essendo un valore in sè, lo sarebbe nel caso di una pandemia. Ma come già detto sopra, se avessimo investito nella ricerca sulle possibili pandemie invece di concentrarci su come massimizzare i profitti per la sanità privata, a quest'ora avremmo dei protocolli di sicurezza condivisi da applicare a conoscenza di tutti.
Ciò detto, ci sarebbe ancora qualcuno, alle condizioni di cui sopra, contrario alla vaccinazione? Non possiamo saperlo. E se ci fosse? Dovremmo lavorare meglio e di più dal punto di vista della diffusione del sapere senza però incorrere nel rischio della dittatura scientifica dei tecnici. Dobbiamo sempre avere presente che ogni imposizione mina alle basi le fondamenta di una società anarchica perchè ne contraddice uno dei presupporti, ovvero il rispetto della libertà individuale. Se le percentuale dei contrari al vaccino fosse così elevate da rappresentare un rischio per tutti, dovremmo chiederci dove abbiamo sbagliato nel comunicarne la necessità e non certo imporre soldati dei vaccini. Dovremmo insomma sempre essere disposti ad ammettere di aver sbagliato, a comunicare e condividere l'errore e a condividere modalità diverse di comunicazione e di azione per evitare di ripetere l'errore in un continuo aggiustamento della direzione intrapresa. Dovremmo anche essere disposti a fallire, altrimenti saremmo dei fanatici.
Fontana pone anche altre domande, tutte altrettanto interessanti che mirano a definire delle pratiche: come funzionerebbe un ospedale anarchico? Una risposta facile, per quanto vera, sarebbe questa:"al meglio delle possibilità organizzative possibili definite dalle persone che ci lavorano", che come sempre contiene un'enunciazione di principio e non una descrizione pratica. Credo che in realtà a questa domanda dovrebbero rispondere le persone che lavorano negli ospedali: dovrebbero capire cosa non funzione e cosa potrebbe essere fatto meglio e decidere insieme come sviluppare i migliori protocolli di sicurezza e di intervento, anche grazie alla condivisione delle informazioni scientifiche di cui parlavo sopra. Probabilmente in realtà lo sanno già, ma nessuno è interessato ad ascoltarli.
In generale questo principio per il quale a prendere le decisioni sono direttamente TUTTE le persone che poi dovranno anche attuare quelle decisioni è uno dei cardini di una futura società anarchica. Così mi immagino che in ogni condominio, grazie agli strumenti di diffusione informatica che esistono oggi, sarebbe possibile immediatamente venire a conoscenza dell'esistenza di una pandemia, per la quale esisterebbero già dei protocolli da attuare che definirebbero delle linee guida generali condivise precedentemente. La cosa affascinante della nostra proposta è che quelle linee guida sarebbero calate nelle singole realtà particolari direttamente dalle persone interessate che potrebbero definire insieme le regole condivise per l'accesso agli spazi comuni, per il supporto a chi non è in grado di muoversi o agli anziani, per l'uso dei mezzi di trasporto... E ciascuno non sarebbe più il poliziotto dell'altro ma il vicino con il quale si è condivisa una decisione.
E' un'utopia? Forse ma finchè non proveremo a realizzarla, non lo sapremo mai.
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taijimarco · 7 years ago
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Quale potere di voto domenica prossima?!?
- Nuovo Ordine Mondiale
Questo è il Potere
Paolo Barnard - http://www.paolobarnard.info
Eccovi i nomi e cognomi del Potere, chi sono, dove stanno, cosa fanno. Così li potrete riconoscere e saprete chi realmente oggi decide come viviamo. Così evitate di dedicare tutto il vostro tempo a contrastare le marionette del Potere, e mi riferisco a Berlusconi, Gelli, Napolitano, D’Alema, i ministri della Repubblica, la Casta e le mafie regionali. Così non avrete più quell’imbarazzo nelle discussioni, quando chi ascolta chiede “Sì, ma chi è il Sistema esattamente?”, e vi toccava di rispondere le vaghezze come “le multinazionali… l’Impero… i politici…”. Qui ci sono i nomi e i cognomi, quindi, dopo avervi raccontato dove nacque il Potere (‘Ecco come morimmo’, paolobarnard.info), ora l’attualità del Potere. Tuttavia è necessaria una premessa assai breve.
Il Potere è stato eccezionalmente abile in molti aspetti, uno di questi è stato il suo mascheramento. Il Potere doveva rimanere nell’ombra, perché alla luce del sole avrebbe avuto noie infinite da parte dei cittadini più attenti delle moderne democrazie. E così il Potere ci ha rifilato una falsa immagine di se stesso nei panni dei politici, dei governi, e dei loro scherani, così che la nostra attenzione fosse tutta catalizzata su quelli, mentre il vero Potere agiva sostanzialmente indisturbato. Generazioni di cittadini sono infatti cresciuti nella più totale convinzione che il potere stesse nelle auto blu che uscivano dai ministeri, nei parlamenti nazionali, nelle loro ramificazioni regionali, e nei loro affari e malaffari. Purtroppo questa abitudine mentale è così radicata in milioni di persone che il solo dirvi il contrario è accolto da incredulità se non derisione. Ma è la verità, come andrò dimostrando di seguito. Letteralmente, ciò che tutti voi credete sia il potere non è altro che una serie di marionette cui il vero Potere lascia il cortiletto della politica con le relative tortine da spartire, a patto però che eseguano poi gli ordini ricevuti. Quegli ordini sono le vere decisioni importanti su come tutti noi dobbiamo vivere. E’ così da almeno 35 anni. In sostanza il punto è questo: combattere la serie C dei problemi democratici (tangentopoli, la partitocrazia, gli inciuci D’Alem-berlusconiani, i patti con le mafie, l’attacco ai giudici di questo o quel politico, le politiche locali dei pretoriani di questo o quel partito ecc.) è certamente cosa utile, non lo nego, ma non crediate che cambierà una sola virgola dei problemi capitali di tutti gli italiani, cioè dei vostri problemi di vita, perché la loro origine è decretata altrove e dal vero Potere. O si comprende questo operando un grande salto di consapevolezza, oppure siamo al muro.
  “Un colossale e onnicomprensivo ingranaggio invisibile manovra il sistema da lontano. Spesso cancella decisioni democratiche, prosciuga la sovranità degli Stati e si impone ai governi eletti”. Il Presidente brasiliano Lula al World Hunger Summit del 2004.
E’ nell’aria
Come ho detto, sarò specifico, ma si deve comprendere sopra ogni altra cosa che oggi il Potere è prima di tutto un’idea economica. Oggi il vero Potere sta nell’aria, letteralmente dovete immaginare che esiste un essere metafisico, quell’idea appunto, che ha avvolto il mondo e che dice questo: ‘Pochi prescelti devono ricevere il potere dai molti. I molti devono stare ai margini e attendere fiduciosi che il bene gli coli addosso dall’alto dei prescelti. I governi si levino di torno e lascino che ciò accada’.
Alcuni di voi l’avranno riconosciuta, è ancora la vecchia teoria dei Trickle Down Economics di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, cioè il Neoliberismo, cioè la scuola di Chicago, ovvero il purismo del Libero Mercato. Questa idea economica comanda ogni atto del Potere, e di conseguenza la vostra vita, che significa che davvero sta sempre alla base delle azioni dei governi e dei legislatori, degli amministratori e dei datori di lavoro. Quindi essa comanda te, i luoghi in cui vivi, il tuo impiego, la tua salute, le tue finanze, proprio il tuo quotidiano ordinario, non cose astruse e lontane dal tuo vivere. La sua forza sta nel fatto di essere presente da 35 anni in ogni luogo del Potere esattamente come l’aria che esso respira nelle stanze dove esiste. La respirano, cercate di capire questo, gli uomini e le donne di potere, senza sosta, dal momento in cui mettono piede nell’università fino alla morte, poiché la ritrovano nei parlamenti, nei consigli di amministrazione, nelle banche, nelle amministrazioni, ai convegni dove costoro si conoscono e collaborano, ovunque, senza scampo. Ne sono conquistati, ipnotizzati, teleguidati. Il Potere ha creato attorno a quell’idea degli organi potentissimi, che ora vi descrivo, il cui compito è solo quello di metterla in pratica, null’altro. Essi sono quindi la parte fisica del Potere, ma che per comodità chiamiamo il vero Potere.
Primo organo: Il Club
Il primo organo del Potere è il Club, cioè il raggruppamento in posti precisi ed esclusivi dei veri potenti. Chi sono? Sono finanzieri, industriali, ministri, avvocati, intellettuali, militari, politici scelti con cura. Fate attenzione: questo Club non sta mai nei luoghi che noi crediamo siano i luoghi del potere, cioè nei parlamenti, nelle presidenze, nelle magistrature, nei ministeri o nei business. Esso è formato da uomini e da donne provenienti da quei luoghi, ma che si riuniscono sempre all’esterno di essi ed in privato. Come dire: quando quegli uomini e quelle donne siedono nelle istituzioni democratiche sono solo esecutori di atti (leggi, investimenti, tagli…) che erano stati da loro stessi decisi nel Club. Esso assume nomi diversi a seconda del luogo in cui si riunisce. Ad esempio: prende il nome di Commissione Trilaterale se i suoi membri si riuniscono a Washington, a Tokio o a Parigi (ma talvolta in altre capitali UE). I fatti principali della Trilaterale: nasce nel 1973 come gruppo di potenti cittadini americani, europei e giapponesi; dopo soli due anni stila le regole per la distruzione globale delle sinistre e la morte delle democrazie partecipative, realmente avvenute; afferma la supremazia della guida delle elite sulle masse di cittadini che devono essere “apatici” e su altre nazioni;  ha 390 membri, fra cui i più noti sono (passato e presente) Henry Kissinger, Jimmy Carter, David Rockefeller, Zbigniev Brzezinski, Giovanni Agnelli, Arrigo Levi, Carlo Secchi, Edmond de Rothschild, George Bush padre, Dick Cheney, Bill Clinton, Alan Greenspan, Peter Sutherland, Alfonso Cortina, Takeshi Watanabe , Ferdinando Salleo; assieme ad accademici (Harvard, Korea University Seoul, Nova University at Lisbon, Bocconi, Princeton University…), governatori di banche (Goldman Sachs, Banque Industrielle et Mobilière Privée, Japan Development Bank, Mediocredito Centrale, Bank of Tokyo-Mitsubishi, Chase Manhattan Bank, Barclays…)  ambasciatori, petrolieri (Royal Dutch Shell, Exxon…), ministri, industriali (Solvay, Mitsubishi Corporation, The Coca Cola co. Texas Instruments, Hewlett-Packard, Caterpillar, Fiat, Dunlop…) fondazioni (Bill & Melinda Gates Foundation, The Brookings Institution, Carnegie Endowment…). Costoro deliberano ogni anno su temi come ‘il sistema monetario’, ‘il governo globale’, ‘dirigere il commercio internazionale’, ‘affrontare l’Iran’, ‘il petrolio’, ‘energia, sicurezza e clima’, ‘rafforzare le istituzioni globali’, ‘gestire il sistema internazionale in futuro’. Cioè tutto, e leggendo i rapporti che stilano si comprende come i loro indirizzi siano divenuti realtà nelle nostre politiche nazionali con una certezza sconcertante.
Quando il Club necessita di maggior riservatezza, si dà appuntamento in luoghi meno visibili dei palazzi delle grandi capitali, e in questo caso prende il nome di Gruppo Bilderberg, dal nome dell’hotel olandese che ne ospitò il primo meeting nel 1954. I fatti principali di questa organizzazione: si tratta in gran parte degli stessi personaggi di cui sopra più molti altri a rotazione, ma con una cruciale differenza poiché a questo Gruppo hanno accesso anche politici o monarchi attualmente in carica, mentre nella Commissione Trilaterale sono di regola ex. Parliamo in ogni caso sempre della stessa stirpe, al punto che fu una costola del Bilderberg a fondare nel 1973 la Commissione Trilaterale. Il Gruppo è però assai più ‘carbonaro’ della Trilaterale, e questo perché la sua originaria specializzazione erano gli affari militari e strategici. Infatti, in esso sono militati diversi segretari generali della NATO e non si prodiga facilmente nel lavoro di lobbistica come invece fa la Commissione. La peculiarità dirompente del Bilderberg è che al suo interno i potenti possono, come dire, levarsi le divise ed essere in libertà, cioè dichiarare ciò che veramente pensano o vorrebbero privi del tutto degli obblighi istituzionali e di ruolo. Precisamente in questo sta il pericolo di ciò che viene discusso nel Gruppo, poiché in esso i desideri più intimi del Potere non trovano neppure quello straccio di freno che l’istituzionalità impone. Da qui la tradizione di mantenere attorno al Bilderberg un alone di segretezza assoluto. I partecipanti sono i soliti noti, fra cui una schiera di italiani in posizioni chiave nell’economia nazionale, cultura e politica. Non li elenco perché non esistendo liste ufficiali si va incontro solo a una ridda di smentite (una lista si trova comunque su Wikipedia). Un fatto non smentibile invece, e assai rilevante,  è la cristallina dichiarazione del Viscount Etienne Davignon, che nel 2005 fu presidente del Bilderberg, rilasciata alla BBC: “Agli incontri annuali, abbiamo automaticamente attorno ai nostri tavoli gli internazionalisti… coloro che sostengono l’Organizzazione Mondiale del Commercio, la cooperazione transatlantica e l’integrazione europea.” Cioè: i primatisti del Libero Mercato con potere sovranazionale ( si veda sotto), e i padrini del Trattato di Lisbona, cioè il colpo di Stato europeo con potere sovranazionale che ci ha trasformati in cittadini che verranno governati da burocrati non eletti. Di nuovo, i soliti padroni della nostra vita, che significa decisioni inappellabili su lavoro, previdenza, servizi sociali, tassi dei mutui, costo della vita ecc., prese non a Palazzo Chigi o all’Eliseo, ma a Ginevra o a Brussell o nelle banche centrali, dopo essere state discusse al Bilderberg.
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https://www.disinformazione.it/questo_e_il_potere.htm
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starstruckspybagelparty · 5 years ago
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La cosa più difficile secondo me da affrontare e quando , ti trovi in mezzo a delle situazioni che non vorresti mai esserne partecipe , ma è vero anche che chi supera quelle delle decisioni con convinzione e uno che non può essere fermato. The loner style...🎈(FOR ENGLISH PEOPLE). The most difficult thing in my opinion to deal with and when, you find yourself in the midst of situations that you would never want to be involved in, but it is also true that those who overcome decisions with conviction and one who cannot be stopped. The loner style ... 🎈 (presso Torrenieri, Toscana, Italy) https://www.instagram.com/p/B-5EqkTnN9s/?igshid=rwsnhyuebho4
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paoloxl · 7 years ago
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Non hanno atteso nemmeno l'alba. Come ladri qualunque sono arrivati nella notte, in forze però, ben protetti da leggi e scudi e manganelli, gli stessi che proteggono sempre banche, politici e padroni, quelli che ti sbattono fuori casa o ti manganellano quando perdi il lavoro. Ieri mattina no, la mattina del 30 novembre si sono presentati con qualche blindato, hanno bloccato quasi interamente via Malmusi alle persone e via Trento e Trieste al traffico per sgomberare l'ex Cinema Olympia, luogo storico della città e riaperto dopo 15 anni di abbandono. Si sono intrufolati alle cinque svegliando i compagni e le compagne che lo presidiavano. Impossibile resistere. Un ulteriore stabile ri-regalato al degrado, nonostante la presenza di centinaia di stabili dal valore inestimabile lasciati a marcire. Ci si è così riversati in consiglio comunale, dove abbiamo ottenuto un incontro immediato con alcuni assessori della Giunta comunale. Da quando era stato occupato lo spazio dell’Ex Cinema Olympia, infatti, si chiedeva a gran voce la possibilità di rendere stabile e fruibile al massimo questo percorso di autogestione, affinché diventasse punto di riferimento e alternativa per quanti chiedono spazio di ogni tipo in città. Questa trattativa hanno voluto intavolarla solo a sgombero avvenuto, cercando un rapporto di forza che fosse dalla loro, coscienti di quanto l’esperienza rinnovata dell’Olympia significasse un ponte reale fra attivisti e cittadini di ogni genere, quindi un problema per loro. Manco a dirlo, come avvenuto ogni volta, le distanze fra le parti sono siderali. Gli assessori raccontano una città che non esiste, si vantano di processi partecipativi con l’arroganza di chi sa di aver appena posto fine all’unico progetto in città che rappresentava un punto d’aggregazione e partecipazione attiva. Partendo da questi presupposti é dunque una farsa questa trattativa, come tali sono state le precedenti esperienze di incontro con le istituzioni a guida di un PD la cui legittimità scricchiola sempre di più. Si è concluso con l’impegno per un tavolo ulteriore fra due settimane e la nostra promessa di garantire la prima pagina dell’agenda di Muzzarelli alla questione degli spazi sociali. I progetti che la comunità che autogestiva l’Olympia portava avanti rappresentano ciò che la Giunta non può accettare: la possibilità che esistano autonome decisioni da parte di gruppi organizzati di cittadini e cittadine non sotto il loro diretto controllo. Ed è proprio la problematica del controllo a tenere banco nelle discussioni all’interno della governance modenese. Si sono resi conto che il controllo sulla città, in anni precedenti capillare, è oggi drasticamente calato. Il consenso della città verso il PD è scemato, così gli elettori e la capacità dei governatori di incidere sulle necessità delle persone. Oggi si cercano soluzioni fittizie, perlopiù improbabili, dove ad un problema come la crescente forbice sociale fra benestanti e poveri e lavoratori viene trattata negli incontri nei quartieri senza chiamare a parlare l’assessore alle politiche sociali, chiamando invece in forze rappresentanti della polizia. La decisione di sgombero arriva quindi sulla comprensione dell’alternativa politica che l’Ex Cinema Olympia rappresentava di fronte a politiche capaci unicamente di aumentare il numero di agenti schierati in strada, senza risolvere realmente i problemi. L’Ex Cinema Olympia invece dava alle persone la possibilità di incontrarsi e trovare soluzioni partecipate a questi problemi. Per chi autogestiva lo stabile queste soluzioni hanno trovato applicazione in cineforum, spettacoli teatrali e improvvisazioni, serate musicali, intrattenimento per i bambini del quartiere. Le iniziative proposte erano tantissime, tante da riempire l’intero programma deciso dall’assemblea fino in primavera. E’ un ulteriore attacco alla possibilità di riunirsi e partecipare attivamente alla vita politica e sociale cittadina. Il PD questa partecipazione vuole ammazzarla, e noi risponderemo con la forza delle tante persone che autogestivano quello spazio e la loro voglia di mettersi in gioco. Manifestazione cittadina domenica 3 dicembre per il recupero degli stabili abbandonati e per gli spazi sociali. Ore 15 in piazza Matteotti a Modena.
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