#crisi del mondo
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pier-carlo-universe · 25 days ago
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Forse lo sa la luna di Lucio Zaniboni: una poesia tra inquietudine e contemplazione. Recensione di Alessandria today
La voce poetica di Lecco si interroga sul destino del mondo con uno sguardo rivolto alla luna.
La voce poetica di Lecco si interroga sul destino del mondo con uno sguardo rivolto alla luna. Alessandria, 15 dicembre 2024 – La poesia “Forse lo sa la luna” di Lucio Zaniboni, autore di Lecco, ci invita a riflettere sul mondo che ci circonda, attraverso il dialogo intimo e universale con la luna. Con un tono che intreccia tradizione letteraria e sensibilità contemporanea, Zaniboni dà vita a un…
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animapunkocchidipeterpan · 2 months ago
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se è vero che la “Lotteria delle Stelle” (quindi il fato) ha dato a Rich un biglietto strappato a metà con scritto “GHA” [fonte: l'anteprima del libro di Rich sul sito della MONDADORI] che alla fine si è scoperto essere il nome di Ghali, significa che era destino che lui e Ghali si incontrassero e diventassero amici, giusto? Che erano destinati l'uno all'altro, che il loro incontro era scritto nelle stelle... e forse quando è nato Ghali contemporaneamente sul suo pianeta è nato Rich... forse sono nati insieme ed erano già predestinati ad incontrarsi ma nessuno dei due lo sapeva, anzi neanche lo immaginava... Ho sempre pensato che è incredibile che fra tanta gente Rich abbia scelto Ghali, e mi sono chiesta come sia stato possibile che abbia letto la mente di ciascuno di noi, perché siamo tantissimi su questo pianeta, e quanto tempo ci avrà messo. e mi sono anche chiesta cosa l'abbia spinto a scegliere proprio Ghali fra tanti. ci sarà al mondo un bambino come Elliott o una Madre Teresa di Calcutta 2.0, ma Rich ha scelto lui, ha scelto Ghali. ma ora ho capito: non avrebbe potuto scegliere nessun altro all'infuori di lui perché era il suo destino, il suo nome era scritto sul suo biglietto, doveva per forza essere lui.
ora mi chiedo, alla luce di tutto questo, il destino degli altri qual è? e il mio qual è? a cosa sono destinata io? e a chi? qual è il mio Makkè? (appunto, makkekkosè?🤌) il mio scopo? il mio destino? sto sprecando la mia vita? sto andando bene o male? sono nata per vivere anch'io un'avventura? mi aspetta qualcosa di bello? c'è già stata? me la sono presa? c'è ora ma non la vedo o non me ne rendo conto? il solo star qui ad accarezzare il dorso della mano di mia sorella con il pollice ascoltando cozy christmas jazz vale tutte le bellezze di questo mondo e se potessi fermare il tempo lo fermerei.
quando sono nata, da qualche parte su un altro pianeta è nato un Rich anche per me? ci incontreremo mai? me lo merito? sì? no?
ma il mio destino qual è?
credo che starò sveglia tutta la notte a farmi domande
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omarfor-orchestra · 6 months ago
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Maronna mij che schifezza di film
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calopepe · 1 year ago
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A ogni costo? Il mondo del vino tra crisi dei prezzi e speculazione
A ogni costo? Il mondo del vino tra crisi dei prezzi e speculazione A ogni costo? Il mondo del vino tra crisi dei prezzi e speculazione Non staremo qui a raccontarvi quanto la storia di Slow Food sia intrecciata con quella del vino, dalla sua fondazione nel 1986, alla nascita della guida Vini d’Italia nel 1987, passando per la prima edizione di Vignerons d’Europe nel 2007, il contributo della…
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parmenida · 1 month ago
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Recentemente, in una grande città francese, è apparso nella vetrina di una palestra un poster con l’immagine di una giovane donna magra e abbronzata. Il testo recitava: “Quest’estate, vuoi essere una sirena o una balena?”
Una donna di mezza età, le cui caratteristiche fisiche non corrispondevano a quelle della modella sul poster, ha risposto pubblicamente alla provocazione con queste parole:
"A chi di dovere,
Le balene sono sempre circondate da amici: delfini, leoni marini e umani curiosi. Hanno una vita sessuale attiva, rimangono incinte e danno alla luce adorabili cuccioli di balena. Amano abbuffarsi di gamberetti, giocare e nuotare negli oceani, visitando luoghi meravigliosi come la Patagonia, il Mare di Bering e le barriere coralline della Polinesia.
Le balene sono cantanti straordinarie e hanno persino registrato CD. Sono creature incredibili e quasi prive di predatori, eccetto l’uomo. Sono amate, protette e ammirate da quasi tutto il mondo.
Le sirene, invece, non esistono. E se esistessero, farebbero la fila davanti agli studi degli psicoanalisti per risolvere la loro crisi d’identità: pesce o umano? Anche il terapeuta più esperto si troverebbe in difficoltà.
Non hanno una vita sessuale, perché uccidono gli uomini che si avvicinano. E comunque, come potrebbero? Dove sarebbe ‘quella cosa’? Di conseguenza, non hanno figli. E chi vorrebbe avvicinarsi a una ragazza che puzza di pescheria?
P.S. Viviamo in un’epoca in cui i media cercano di convincerci che solo le persone magre siano belle. Io, invece, preferisco gustarmi un gelato con i miei figli, una buona cena con un uomo che mi fa tremare e del buon cioccolato con le amiche.
Con il tempo, ingrassiamo perché accumuliamo così tante informazioni e saggezza nella testa che, quando non c’è più spazio, si distribuiscono nel resto del corpo. Quindi non siamo pesanti, siamo enormemente colte, istruite e felici."
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abr · 3 months ago
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Così parlò l'uomo Volvo, azienda 100% CINESE dal 2010.
Ovviamente i poveri wokerelli di Open si guardan bene dal chiarirlo. Parla uno di loro, quelli che si credono sapientoni avanti pro ambiente. In realtà è proprio uno di loro: un venduto arretrato ambientalista 1.0 cioè un devastatore colonialista schiavista e in più sparaballe, pàrdon "narrative".
Pronuncia perle pura propaganda del tipo: "Noi spesso semplifichiamo dicendo che in Cina le cose costano poco perché non pagano i lavoratori, ma non è così. Lì, negli ultimi vent’anni, c’è stato un investimento enorme su tutta la filiera delle auto di ultima generazione (e per forza: se no rimanevano a copiar giocattoli di plastica, fatti male e tossici come quello che fanno adesso, ndr). Le rinnovabili da loro crescono molto più che in Europa (grandissima balla: restano il paese emettitore assoluto nr.1 al mondo, caxxi loro se sono tanti, ndr)...».
Poi crolla come un woke qualunque: a domanda: "Allora gli incentivi all’acquisto servirebbero a poco", lo sciagurato svicola come segue: «La vera svolta arriverà quando riusciremo a convincere le persone ad abbracciare queste tecnologie (è un problema di arretratezza tutto nostro, capito? ndr).
E procede imperterrito: «È vero, non basteranno più cinque minuti per fare il pieno (eufemismo, ndr) ma c’è il vantaggio, per chi può, di ricaricare l’auto anche a casa con prezzi infinitamente più bassi di benzina e diesel». Infinitamente più bassi ma dove? Anche "chi può", se ricarica l'auto, s'asciuga tutta la autoproduzione fv e deve comperarsi energia elettrica per la casa, come un comune mortale. Senza contare che "chi può", se solo avesse due auto elettriche in casa, non potrebbe più. E non parliamo di condomini! Se invece si usano le colonnine pubbliche di ricarica, si paga l'energia come il gasolio. Quindi è un falso boja faus. ndr. 
Impererrito prosegue (del resto, il livello del'audience aiuta): «Il racconto andrebbe un po’ cambiato, le persone andrebbero tranquillizzate (riecco l'arma woke per eccellenza: propaganda propaganda, ndr). E soprattutto va invertito il discorso sul grande spauracchio secondo cui se andiamo verso l’elettrificazione creiamo disoccupazione. È vero il contrario».
Ve lo dico: in casa abbiamo fin di peggio di Tavares.
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falcemartello · 4 months ago
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Non so se tutti si rendono conto delle dimensioni del disastro del settore automobilistico in Europa: gigantesco, epocale.
La causa non è la tecnologia, o i mancati investimenti (oddio un po’ sì, ma solo in parte): la causa è la forte crisi della domanda: in un mercato già in fase calante (per fattori economici, demografici, di stili di vita) la decisione di FISSARE una data (oltretutto stringente) per lo stop alla vendita delle auto termiche (unici al mondo) ha portato una tale incertezza negli acquirenti (cosa, come, ma soprattutto QUANDO comperare) che ha bloccato la domanda.
Provate a pensare all’effetto di milioni di cittadini che ritardano, anche solo di 1 anno, l’acquisto di un auto nuova, magari perché vogliono capire meglio che direzione prendere. Ne deriva un mercato dove la domanda va a intermittenza, o a piccoli strappi (tipo quando vengono reintrodotti gli incentivi per le auto elettriche). Il tutto con effetti devastanti sulla pianificazione industriale di un settore che ha cicli molto lunghi e investimenti enormi da fare per allestire gli impianti di produzione.
Un settore che occupa 13 milioni di lavoratori e vale l’8% del PIL europeo. Si stimava, l’anno scorso, che i posti a rischio fossero 1,5 milioni, ora sono molti di più. Volkswagen, ad esempio, ha appena rescisso il contratto collettivo sulla garanzia del lavoro: da gennaio i licenziamenti. Bosch a luglio ha raggiunto un accordo sindacale per un centinaio di esuberi in Italia, vediamo quanto dura.
Vorrei che fosse chiara una cosa però: il problema non è auto elettrica vs auto termica, quindi evitiamo di far partire la solita diatriba tra opposti supporter: il problema è aver messo una DATA DI SCADENZA. Una data di scadenza ha impatti forti sulla domanda di qualsiasi prodotto, figuriamoci su quella di un bene che rappresenta un investimento pluriennale.
Se una tale decisione fosse stata presa da un CdA ora i componenti sarebbero tutti a spasso, invece i politici che l’hanno presa sono ancora più o meno tutti lì, continuano a pontificare, e quel che è peggio, parte dell’elettorato gli dà ancora credito.
Voi direte: ma a suo tempo nessuno ha detto niente? Per la verità qualcuno, lato industria, ci fu, che disse che era una scelta folle, ma venne emarginato e bollato con lo stigma del “sei contro il progresso” (es. Tavares) ma ci fu anche chi sposò con entusiasmo l’idea, come il CEO di Volkswagen Diess, che è stato fatto fuori (anche) per questo.
Pagheremo a caro prezzo il fatto che nessuno abbia saputo fermare una decisione del genere, ma quel che è peggio è che non sembra proprio che abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi per contrastare le follie ideologiche, che trovano invece ancora largo seguito.
Spiace pensare che solo una crisi profonda, che pagheranno tutti i cittadini, ci aiuterà, forse, a non commettere di nuovo certi errori.
Mauro Rizzi
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fridagentileschi · 1 year ago
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No, niente Wozniak o Steve Jobs, qui si parla dei VERI inventori del Personal Computer, qui si parla di una storia Italiana che cambiò il mondo.
Ivrea 1962, Il genio visionario Adriano OLIVETTI è già morto e la successione dell'azienda è affidata a suo figlio Roberto.
C'è però un ingegnere di nome Pier Giorgio Perotto, che ha un’idea geniale, degna del grande Adriano: costruire una macchina per elaborare dati che offra autonomia funzionale e che quindi abbia dimensioni ridotte per stare in ogni ufficio, programmabile, dotata di memoria, flessibile e semplice da usare.
Perotto crea un team di giovani Ingegneri: Giovanni De Sandre, Gastone Garziera, Giancarlo Toppiche, che lavora su questo progetto "IMPOSSIBILE" per l'epoca, considerando che sino ad allora i Computer erano grandi come stanze ed utilizzabili solo da esperti programmatori.
Dopo un anno dal lancio del progetto, il TEAM riesce a sviluppare un primo rudimentale prototipo rinominato "Perottina" ma purtroppo Olivetti, sprofonda in una crisi finanziaria profondissima, entrano nuovi soci e non capendo le potenzialità enormi che aveva il reparto Elettronico dell'azienda lo svendono all'americana General Electric con tutti i brevetti, al motto:
"Nessuna azienda Europea può entrare nel mercato dell'elettronica, non fa per noi, non siamo in grando, per quello ci sono gli americani"
Perotto però riesce a sottrarsi e sottrarre il suo TEAM al trasferimento, e prosegue, dimenticato dal resto dell'azienda che oramai si occupava d'altro, nel suo progetto visionario facendo progettare il Design della Macchina a Mario Bellini (designer famoso dell'epoca)
1965 New York. Il prototipo definitivo della Programma 101 è finalmente pronto ed in occasione del BEMA (salone delle macchine per l’automazione dell’ufficio), la fiera piu' importante dell'epoca, viene presentata al grande pubblico.
Il PRIMO PC ebbe un successo pazzesco, stavolta a giudicarlo non erano capi d'azienda (che poco capivano di elettronica) ma persone comuni, tutti si chiedevano dove fosse il cavo che collegasse quella bellissima macchina ad un "vero computer", nessuno poteva credere che era quello il computer stesso.
Il costo passò da 100000 dollari dell'epoca di un computer tradizionale a poco più di 3200 dollari, tutti ne volevano uno, anche la NASA ne acquistò diversi esemplari.
Purtroppo però In Olivetti, a parte il gruppetto di Perotto, non ci sono più i tecnici e ingegneri elettronici indispensabili sia per progettare ulteriori sviluppi del prodotto, sia per organizzare una rete commerciale in grado di vendere un prodotto ben diverso dalle macchine per scrivere o da calcolo.
L’Olivetti cerca di richiamare tecnici e ingegneri che sono finiti alla OGE (General Electric), dove lavorano per gli americani; ma i tempi non sono brevi, mentre l’industria americana, colta l’importanza delle novità introdotte dalla P101, non perde tempo per imboccare la stessa strada.
Il resto è storia.
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mezzopieno-news · 30 days ago
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UNA NUOVA TERAPIA PER L’ASMA DOPO 50 ANNI RIDUCE DI UN TERZO LE CRISI
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Una nuova applicazione terapeutica studiata dall’Oxford University Hospitals ha mostrato che un farmaco, già disponibile, può essere utilizzato per ridurre del 30% la necessità di trattamenti e ricoveri per l’asma.
Il benralizumab è un anticorpo monoclonale che prende di mira gli eosinofili, un tipo di globulo bianco che svolge un ruolo chiave nell’infiammazione associata all’asma. Gli eosinofili possono accumularsi nelle vie aeree e contribuire a peggiorare i sintomi della malattia. L’anticorpo testato dai ricercatori del Regno Unito, agisce legandosi a una proteina sulla superficie degli eosinofili, inducendo il sistema immunitario a distruggerli. Gli studi clinici hanno dimostrato che il benralizumab è significativamente più efficace dei trattamenti tradizionali. In particolare, è stato osservato che riduce gli attacchi d’asma di quattro volte rispetto ai corticosteroidi orali esistenti.
“Potrebbe essere un punto di svolta per le persone con asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il trattamento per l’asma e le riacutizzazioni della broncopneumopatia cronica ostruttiva non è cambiato in 50 anni” ha dichiarato Mona Bafadhel ricercatrice presso il King’s Centre for Lung Health. Il benralizumab viene somministrato tramite iniezione sottocutanea ogni otto settimane. Questo regime di trattamento, oltre a migliorare il controllo dell’asma, riduce anche la necessità di corticosteroidi orali che possono avere effetti collaterali significativi a lungo termine, come il diabete e l’osteoporosi. “La broncopneumopatia cronica ostruttiva è la terza causa di morte in tutto il mondo ma il trattamento per questa condizione è bloccato nel 20° secolo” spiega Sanjay Ramakrishnan primo autore dello studio clinico pubblicato sulla rivista scientifica Lancet.
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Fonte: University of Oxford;  Lancet Respiratory Medicine; King’s College London; immagine di Nessa Nidhi
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VERIFICATO ALLA FONTE Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
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gregor-samsung · 25 days ago
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" La globalizzazione ha compromesso la stabilità di numerosi regimi autoritari, dalla Libia alla Siria all’Iraq, facendo prendere coscienza ai popoli delle proprie condizioni politiche. La caduta di Gheddafi nel 2011 si è tradotta in un vuoto politico che milizie tribali rivali – dai liberali agli islamisti della linea dura – hanno riempito con la paura. La violenta reazione alla Primavera araba siriana e alla sollevazione dei sunniti iracheni ha creato un vuoto analogo. L’obiettivo comune dei tanti gruppi armati che l’hanno riempito è la conquista del potere politico ed economico in vista di uno sfruttamento, non della creazione di uno stato democratico né di una nuova nazione nel senso moderno della parola. Al contrario, l’anarchia è il terreno più fertile per il saccheggio delle risorse e lo sfruttamento delle persone. Il processo di degenerazione e crollo dello stato è quindi la causa ultima del carattere premoderno dei conflitti odierni, ed è un fenomeno sempre più legato a fattori economici, al drastico impoverimento di vaste regioni e popoli. La globalizzazione ha portato la prosperità in alcune aree, come la Cina o il Brasile, e la povertà in molte altre, come il Medio Oriente e parti dell’Africa. La crisi dello stato in Africa è legata in parte agli allarmanti mutamenti climatici, in parte alla corsa dei paesi ricchi per accaparrarsi le risorse del continente. In Medio Oriente altri fenomeni hanno contribuito a questo impoverimento."
Loretta Napoleoni, ISIS - Lo Stato del terrore. Chi sono e cosa vogliono le milizie islamiche che minacciano il mondo, traduzione di Bruno Amato, Feltrinelli, 2014¹; pp. 109-110.
[Edizione originale: The Islamist phoenix : The Islamic State and the redrawing of the Middle East, Seven Stories Press, New York, 2014]
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Tramonto d'Inferno di Antonella Di Martino: Un conto alla rovescia verso la fine del mondo. Mancano poche ore alla fine e Antonella Di Martino ci conduce in un thriller avvincente e mozzafiato. Recensione di Alessandria today
Tramonto d'Inferno è l'ultima fatica letteraria di Antonella Di Martino, un romanzo che tiene il lettore con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina.
Tramonto d’Inferno è l’ultima fatica letteraria di Antonella Di Martino, un romanzo che tiene il lettore con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. Ambientato in un mondo che sta per finire, la storia racconta le ultime ore dell’umanità attraverso lo sguardo di diversi personaggi, ciascuno alle prese con i propri demoni interiori e con un destino ormai inevitabile. Il titolo non lascia…
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vadaviaaiciap · 10 months ago
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Quindi in Italia da una parte abbiamo:
1. Un piano pandemico che, seppure con parole diverse, prevede sostanzialmente le stesse misure di quello di Speranza, edulcorate da vaghe promesse verbali del ministro Schillaci di ricorrere a restrizioni delle libertà solo "in casi estremi"
2. La struttura informatica del green pass che da ieri è diventata permanente e interoperante con quella della UE e dell'OMS.
Dall'altra, in Florida, Texas, Svezia e altri Stati, invece abbiamo:
1. La PROVA controfattuale che i lockdown non servono a niente, green pass e obblighi vaccinali neanche (anzi fanno perdere la fiducia anche nei vaccini sicuri, oltre che, più in generale, nelle Istituzioni).
NONDIMENO da noi si continua imperterriti sulla stessa strada.
Un errore poteva essere umano, due no. Il perseverare è decisamente diabolico.😈
Le spiegazioni possono essere:
1. Una guerra ibrida "a pezzetti" non dichiarata ma in atto, che spinge i governi occidentali a reprimere il dissenso, togliere le libertà fondamentali e militarizzare la società con la scusa di sempre nuove emergenze (virus, catastrofi climatiche, Putin alle porte), fatte credere grazie al controllo dei Media e a schiere di "esperti" venduti e corrotti.
2. Una strategia di lungo termine delle élite occidentali volta a ridurre la popolazione attraverso il caos sociale, la cancellazione dei valori tradizionali e l'immigrazione incontrollata. In particolare spingendo aborto ed eutanasia, esaltando l'omosessualità, e spargendo depressione con l'annuncio di sempre nuove catastrofi. E soprattutto liberando periodicamente virus a bassa letalità, affinché una parte della popolazione muoia, o per la malattia, o per gli effetti avversi dei vaccini, che vengono resi obbligatori anche se pericolosi.
Una spiegazione non esclude necessariamente l'altra. Anzi, si integrano a vicenda. Non a caso l'Occidente è in guerra coi paesi che non hanno problemi di sovrappopolazione, ma anzi perseguono la crescita demografica.
Perfino la popolosa Cina si preoccupa di combattere il calo delle nascite. Russia e Iran hanno territori enormi da popolare. Noi invece ascoltiamo l'ex ministro di Draghi Cingolani spiegare che il mondo ha una popolazione tripla rispetto a quella per cui sarebbe "progettato".
Complottismo? Allora è complottista anche Elon Musk. Lui ripete da tempo che la vera guerra è tra cui vuole lo sviluppo dell'umanità e chi ne progetta l'estinzione.
l'Occidente galleggia sempre peggio in un mare di debiti e di titoli senza nessun sottostante, e le materie prime scarseggiano.
Probabilmente stanno tentando d' impossessarsi delle risorse dell'Oriente. Di qui la guerra. Intanto l'Occidente globalista e anglosionista tampona la crisi contenendo i consumi e il numero di coloro che consumano.
Si stanno giocando ultima carta che hanno.
Massimo Montanari
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occhietti · 24 days ago
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... e poi ci sono quei giorni in cui vorresti disperatamente fuggire da te stessa, dai tuoi malesseri, dai tuoi mille pensieri, dallo stress quotidiano, dalla solita routine, dall'arrovellarti il cervello per tirarti fuori da determinate situazioni e la consapevolezza che da certe gabbie non si può uscire.
Il problema è che puoi fuggire dove vuoi, allontanarti da luoghi e persone per chilometri fino a toccare l'altra parte del mondo ma il tuo tutto, il tuo bagaglio di emozioni, crisi esistenziali, i tuoi stati d'animo sono sempre lì... non ti si allontanano neanche di un millimetro.
La verità è che non esiste distanza capace di cambiare il tuo modo di sentire le cose.
- Lorena Gatta
Foto di Flora Borsi
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astra-zioni · 1 year ago
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Quest’amore di cui tanto parlate, che vi mette in crisi non appena l’amato non risponde al messaggino, vi porta a cena fuori al ristorante sbagliato, non s’accorge del nuovo smalto alle unghie o salcazzo mi dà il voltastomaco. È tutto un voi, voi, voi. Mi chiedo, ammesso che il vostro orizzonte amoroso sia solo questo, se amereste lo stesso una persona malata, depressa, spezzata, con gli occhi talmente annebbiati dal dolore che a stento riesce a guardarvi e riconoscervi. Mi chiedo se è ancora possibile l’amore in un mondo che ti invita all’autocelebrazione continua, al “tu meriti di meglio” - dove la questione su chi sia tu e cosa sia il meglio e soprattutto perché dovresti meritartelo non viene mai chiarita - agli slogan sulle “red flags” che sono solo un altro modo che il mondo usa per dirci: Se non sei funzionale - ammesso che ciò significhi qualcosa - non meriti d’essere amato. E non vi sfiora mai neanche lontanamente il pensiero che, se l’amore guardasse davvero ai meriti, saremmo tutti fottuti.
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anchesetuttinoino · 3 months ago
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🎙️Dal briefing di Maria Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Esteri della Federazione Russa (16 ottobre 2024)
In merito al rifiuto dell'Italia di rilasciare i visti alla delegazione russa al 75° Congresso Astronautico Internazionale
In questi giorni l'Italia ha preso una decisione che non può essere considerata tra le sue migliori.
Dal 14 al 18 ottobre 2024 si svolge a Milano il 75° Congresso Astronautico Internazionale. Si tratta di una delle piattaforme più autorevoli al mondo per lo scambio di opinioni e la discussione sulle prospettive di sviluppo dell'industria spaziale. L'evento, organizzato dalla Federazione Astronautica Internazionale, riunisce ogni anno oltre 5.000 partecipanti: leader di agenzie spaziali, cosmonauti, scienziati ed esperti provenienti da diversi Paesi. L’Agenzia statale per le Attività Spaziali “Roscosmos” e alcuni enti dell'industria spaziale e missilistica russa sono membri permanenti della Federazione dal 1993 e ogni anno versano le quote associative al suo bilancio. Rappresentanti della Russia sono stati ripetutamente eletti negli organi direttivi della Federazione.
❗���Quest'anno, una prestigiosa delegazione russa, guidata da Yurij Borisov, Direttore Generale di Roscosmos, aveva previsto di partecipare al Congresso di Milano. La delegazione è stata invitata ufficialmente dal Presidente della Federazione Astronautica Internazionale (che, tra l'altro, è cittadino statunitense, ma questo non gli ha impedito di agire nel quadro delle norme e delle regole approvate nella sua Federazione) nonché dal Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana. Nonostante questo, nonostante l’appartenenza a pieno titolo della Russia alla Federazione, nonostante l'assenza di debiti finanziari e di altro tipo, nonostante siano state espletate le formalità necessarie, tra cui il pagamento delle quote di partecipazione, delle spese di volo e di soggiorno, secondo voi cosa è successo? Il governo italiano ha negato il visto ai delegati russi.
So bene che l'Italia è una grande potenza spaziale, in grado, probabilmente, di supplire all'assenza della delegazione russa. Anche se molti non ne sono convinti. Ma pensateci: se al nostro Paese, che ha dato un contributo inestimabile all'esplorazione dello spazio e lo ha proclamato zona franca da contrapposizioni e competizione senza scrupoli, ma ambito di esplorazione pacifica, non viene permesso dall’Italia di partecipare a conferenze ed eventi dedicati allo spazio, chi viene derubato dal governo del paese ospitante? Chi viene penalizzato? […]
❗️Siamo indignati per l'ennesima mossa ostile delle autorità italiane. Inoltre, è vergognoso che Roma si occupi di queste cose. Ancora una volta l'Italia ha totalmente disatteso gli obblighi di un Paese ospitante un grande evento internazionale. Consideriamo la decisione di rifiutare il visto d'ingresso alla delegazione russa illegittima e ingiustificata. La riteniamo un’altra manifestazione della linea russofoba dell'attuale leadership italiana. La decisione di Roma è assolutamente in contrasto con gli scopi e gli obiettivi della Federazione, mina le basi della cooperazione internazionale nell'esplorazione e nello sviluppo pacifico dello spazio e infligge un altro colpo alle relazioni russo-italiane che, a causa delle azioni della leadership italiana, stanno vivendo la crisi più profonda dalla fine della Seconda guerra mondiale.
🔗Leggere il testo integrale
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abr · 2 months ago
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese. 
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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