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Recensione di "Il Destino di una Razza" di Daniele Rota: Un'Avventura Epica tra Eroismo e Dilemmi Morali. A cura di Alessandria today
Simon, giovane Guardiano, affronta un viaggio pericoloso per salvare le ragazze scomparse e scoprire i segreti di un mondo fantastico e complesso.
Simon, giovane Guardiano, affronta un viaggio pericoloso per salvare le ragazze scomparse e scoprire i segreti di un mondo fantastico e complesso. “Il Destino di una Razza” di Daniele Rota è un romanzo fantasy che trasporta il lettore in un’avventura epica, ambientata in un mondo fantastico ricco di creature leggendarie e sfide morali. La storia ha inizio nel tranquillo villaggio di Dunton, dove…
#Alessandria today#ambientazione fantastica#autori italiani#avventura epica#avventura magica#coraggio e moralità#creature leggendarie#Crescita Personale#Daniele Rota#dilemma morale#dilemmi etici#elfi#eroi e avventura#eroi leggendari#fantasy italiano#Google News#Il Destino di una Razza#italianewsmedia.com#letteratura fantasy#lettura consigliata#mezzelfi#mondo di Asterthon#mondo immaginario#mondo incantato#mondo vasto e complesso.#nani#narrativa epica#Narrativa fantastica#narrativa italiana#narrazione coinvolgente
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L'italvolley femminile ha vinto l'oro
Avete presente quella squadra con due nere e una russa?
Non che cambi molto saperlo
Però è importante sottolinearlo
Ben due, 2, ragazze nere
Non per essere razzista eh
Possono giocare dove vogliono, ci mancherebbe
Anzi mi fa piacere che siano nere
Perché non è importante parlare della vittoria, della medaglia d'oro, delle olimpiadi, l'importante è parlare di Paola Egonu e Myriam Sylla
Soltanto perché risalta agli occhi che siano nere
Poi magari abbiamo vinto soprattutto grazie a loro
Ma il punto non è questo
Il punto è specificare che siano nere e che va tutto bene
Perché devi dirlo
Tu sei fascista? Non lo sei? Allora devi dire che ti piacciono le nere
Se non lo dici e non dici assolutamente nulla, al massimo parli solo della squadra in generale, senza specificare che ci stanno due atlete NERE, allora sicuramente ti prendono per fascista
Perché le minoranze per rispettarle, mica le devi trattare come tutte le altre persone, così è da ignoranti
Invece no, devi renderti ridicolo in pubblico, online o fisicamente, in modo che tutto il paese ti guardi e ti senta e legga di te, nel mentre che parli di queste minoranze come se fossero delle creature leggendarie
Un po' come dichiarare di avere un amico gay, un'amica lesbica, un'amica nera, un amico trans, se li hai tra gli amici, amici che probabilmente non esistono nemmeno, allora non puoi essere fascista
:)
#L'Italia è un paese di merda#E sempre lo sarà#E i politici di destra sono dei coglioni analfabeti#Buonanotte
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Cabinets of Curiosities 40th Edition
Massimo Listri
a cura di Giulia Carciotto e Antonio Paolucci
Taschen, Cologne 2022, 448 pagine, 15.6 x 21.7 cm, ISBN 9783836593786, Edizione: Francese, Inglese, Tedesco
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
La Wunderkammer, o "gabinetto delle curiosità", era un luogo in cui i collezionisti raccoglievano oggetti artistici, scientifici e intellettuali di ogni sorta, nell'ambizioso tentativo di riunire tutta la conoscenza umana in un'unica stanza. Dal granduca Francesco I de' Medici e dall'imperatore del Sacro romano impero Rodolfo II fino all'arciduca Ferdinando II d'Asburgo, molti aristocratici virtuosi hanno acquistato, selezionato ed esposto questi oggetti creando veri e propri cataloghi del mondo intero, che spaziavano tra architettura, arredamento, pittura, scultura, gemmologia, geologia, botanica, biologia e tassonomia, astrologia, alchimia, antropologia, etnografia e storia. Lasciatevi stupire da corni di unicorno (zanne di narvalo), gemme, rari coralli, vetri di Murano, affreschi e bizzarri automi meccanici. Scorrete le immagini di creature mitiche ed esotiche e scoprite i leggendari "avori di Coburgo", una straordinaria collezione di artefatti artigianali. Queste collezioni rappresentano un vero e proprio viaggio nel tempo, dal Rinascimento all'Età delle scoperte, dal Manierismo al Barocco, fino ai giorni nostri. Molte di queste Wunderkammer non esistono più, ma altre sono state minuziosamente ricostruite, mentre ne sono nate di nuove. Per realizzare una simile impresa titanica, Massimo Listri ha viaggiato attraverso sette paesi europei e svariate decadi; il risultato è una raccolta fotografica, accompagnata da un'introduzione autorevole e al tempo stesso accessibile e da un commento dettagliato su ciascuna delle 19 camere che mette in luce gli oggetti più straordinari di ogni collezione. Scoprite come questi tesori senza tempo siano stati in grado di forgiare e rappresentare la civiltà, il moderno concetto di museo e la nostra stessa conoscenza dell'universo.
15/07/23
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I miti aborigeni sulla creazione narrano di leggendarie creature totemiche che nel Tempo del Sogno avevano percorso in lungo e in largo il continente cantando il nome di ogni cosa in cui si imbattevano –uccelli, animali, piante, rocce, pozzi –, e col loro canto avevano fatto esistere il mondo.
— Bruce Chatwin, Le vie dei canti
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House of the Dragon 2, Episodio 3 (The Burning Mill): le Uova, la Septa e le Visioni.
Il terzo episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x03) ci mostra ancora di più gli schieramenti e i dissidi interni tra i Neri e i Verdi, ma soprattutto dei confronti che porteranno a delle svolte decisive.
Un campo immenso nella campagna di Westeros e dei giovani cavalieri che si azzuffano e provocano a vicenda, per finire nel sangue. Inizia così il terzo episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x03), facendoci credere di allontanarci dal fulcro dell'azione, ovvero Approdo del Re e Roccia del Drago, mentre in realtà è proprio lì che la storia ci (ri)porta. Questa volta siamo dalle parti dei Tully e di Delta delle Acque, dove si alimenta la faida tra i Bracken e i Blackwood, divisi tra la fedeltà ai Verdi e ai Neri. Ci viene mostrato il popolo per parlarci delle famiglie reali, anzi della famiglia, i Targaryen divisi tra le loro lotte intestine che in questo episodio fanno un ulteriore passo in avanti verso il sangue.
Le uova di drago
Rhaenyra e Rhaena devono fare entrambe dei sacrifici per il bene del Regno
Tre sono i momenti significativi in questa terza puntata. Il primo riguarda l'incontro tra due donne fondamentali nella serie, che inizia con una "coppia" e finisce con un'altra. Dopo quanto accaduto alle rispettive parti della famiglia coi due infanticidi, e quanto sta accadendo tra le varie Case e i sudditi che giurano fedeltà all'una o all'altra parte, Rhaenyra (Emma D'Arcy) prende in mano la situazione e con Daemon a presidiare Harrenhal che potrebbe darle il controllo necessario per l'attacco all'altra fazione. E' costretta ad un sacrificio, che chiede non solo a se stessa: lascerà andare Joffrey, Aegon il giovane, e Viserys al riparo dalla cugina, Lady Jeyne Arryn, che riceverà in cambio uno dei loro draghi a proteggere Nido dell'Aquila. Dopo aver perso un figlio, per proteggerli devi lasciar andare lontano gli altri, forse a Pentos, nel Continente Orientale, proprio dove è morta la madre di Rhaena (Phoebe Campbell), promessa sposa al compianto Luke, a cui viene chiesto di custodire le uova di drago.
Queste ultime, oltre ad un chiaro richiamo a Daenerys nella serie originale che molti anni dopo riporterà in vita queste creature leggendarie, rappresentano il futuro della Casa del Drago per mantenerne la dinastia: "Sii la loro madre, quella che io non posso essere". La Regina si riferisce non solo ai cuccioli ma anche ai propri figli. La sorella Baela (Bethany Antonia), invece, col suo Moondancer diviene un utile assetto e per questo deve rimanere al fianco del promesso sposo, Jacaerys: "perché hai un drago", come le rinfaccerà Rhaena. Il drago che sarebbe dovuto spettare a quest'ultima, quello della madre Laena, è stato "usurpato" da Aemond che l'ha reclamato, con le conseguenze che conosciamo.
Le visioni di Daemon
Daemon affronta il proprio passato nel castello di Harrenhal
Dopo due episodi in cui qualcuno si è lamentato del suo essere stato poco al centro della scena, Daemon (Matt Smith) torna ad essere uno dei focus della trama di House of the Dragon. Certo, ci chiediamo come siano possibili queste parole dato che è stato praticamente il (secondo) fautore della Danza dei Draghi dopo Aemond - il suo contraltare in un certo senso, come l'anagramma nel loro nome - con quanto compiuto nel primo episodio. Quel suo temperamento bellicoso ed impulsivo ora subisce un rovescio della medaglia: una volta che si ritrova ad Harrenhal, sede di Lord Simon Strong che giura immediatamente fedeltà a Rhaenyra e lo ospita nella fortezza, diviene vittima di visioni spettali. Tra le mura del castello, che divengono angoli sinistri e vicoli bui, dai quali può spuntare da un momento all'altro qualche presenza, dove si possono udire strani rumori in lontananza con eco spaventose ed inquietanti - la regia e la fotografia fanno un ottimo lavoro in questo senso - rivede alcuni fantasmi del proprio passato ovvero una giovane Rhaenyra, Milly Alcott, la cui apparizione è stata una piacevole sorpresa, intenta a ricucire la testa del principino Jaeherys figlio di Aegon II, mentre sussurra a Daemon quello che è essenzialmente quello che succede ogniqualvolta fa di testa sua, tu crei problemi e poi io devo risolverli. Visioni che forse cominciano a fargli mettere in dubbio le sue azioni e la sua anima tormentata e guerrigliera, che è il motivo principale per cui Viserys non lo aveva mai considerato come possibile erede al Trono di Spade.
Scontro tra fratelli
Piededuro fa da (s)consigliere a Aegon
Mentre viene presentato un altro fratello Targaryen, questa volta un bastardo cioè un figlio illegittimo, tra l'alcol e il brusio al tavolo di una taverna, è ancora una volta in questi luoghi ameni che vengono rivelati i grandi disegni del mondo di George R.R. Martin. Torna il bordello quasi a chiudere un cerchio dal precedente episodio, dove ci erano state presentati i feticismi di Aemond (Ewan Mitchell) e il carattere impulsivo e poco lungimirante di Aegon II (Tom Glynn-Carney), attualmente sul Trono. Proprio i dissidi tra i due fratelli raggiungono l'apice in questa puntata e proprio in un bordello; dopo che il degno erede di Ditocorto, ovvero Larys 'Piededuro' Strong, gli ha messo la pulce nell'orecchio su alcune dicerie a Corte, ovvero sul fatto che sia controllato dalla madre e dal fratello, che è poi la verità come ben sappiamo. Bisogna trovare ovviamente un mondo per vendicarsi dell'umiliazione subita. Nel mentre i Concili Ristretti di ambo le parti non fanno altro che ripeterlo ad entrambe le fazioni: è tempo di agire e non più di parlare.
Take me to church
Olivia Cooke nel terzo episodio di House of the Dragon
Proprio questo concetto sarà chiaro alla fine dell'episodio grazie all'incontro più elettrizzante che aspettavamo praticamente dal finale della scorsa stagione: quello tra le due Regine. Un evento significativo. Un incontro girato a regola d'arte, con le candele, l'atmosfera religiosa quasi mistica e gli omaggi alle Septe della serie madre e di quella celebre walk of shame, grazie alle quali il mascheramento e il sotterfugio permette a due vecchie migliori amiche ora su fronti opposti di ritrovarsi e parlarsi finalmente a cuore aperto, da madri oltre che da donne adulte. Le due attrici sono davvero meravigliose e impagabili, facendo trasparire dalla voce e dai movimenti del corpo e del viso tutto ciò contro cui stanno lottando in quel mondo di uomini sia dentro che fuori dal loro cuore. E per chi vi scrive anche un pochino esilarante vedere la reazione di entrambe a questo fugace incontro è stato alquanto divertente. Ma apparirà anche chiaro in fine, dopo le carte messe finalmente in tavola da entrambe, il significato delle ultime parole di Re Viserys I ma allo stesso tempo apparirà altrettanto lampante come sia troppo tardi per tornare indietro e quel “ It’s too late Rhaenyra” è l’ultima goccia che fa traboccare il vaso ed ogni speranza di pace oramai è persa. Perché siamo pur sempre nel sanguinolento mondo di Martin e non in una favola. A meno che non sia la favola sui Draghi.
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Rivisitazioni
Frankenstein, lo ricordo, è il medico, il barone Victor. Eppure appena si sente il nome in questione, la prima immagine che viene in mente è questa:
cioè il ruolo della Creatura che Boris Karloff ebbe in una serie di film prodotti dalla Universal con la regia, tra gli altri, di James Whale, negli anni ‘30. Partendo dal capolavoro di Mary Wollstonecraft Godwin Shelley, pubblicato nel 1818 e riedito dalla stessa autrice nel 1831, tantissimi hanno pensato di farne un film, per quella che è, con Dracula e i Vampiri, il soggetto più trasporto della storia del Cinema. Ho ritrovato una lista, da un’idea di Marco Giusti, che raccoglie alcune perle.
La Parodia - Frankenstein Junior, Mel Brooks, 1974
Uno dei massimi film comici di tutti i tempi. Gene Wilder è il nipote del dottore, Peter Boyle nel ruolo della vita dopo Crazy Joe (di Carlo Lizzani, sulla figura del gangster Joe Gallo) è la Creatura, Marty Feldman il più indimenticabile degli Igor, Teri Garr è Inga, Cloris Leachman è Frau Blücher. Una marea di gag, camei leggendari (Gene Hackman nel ruolo dell’eremita), Mel Brooks scopre per caso che lo sceneggiatore dei film di Whale, Gerald Hirschfeld, conservava ancora le scenografie originali, che furono usate nella stessa maniera dei film degli anni ‘30, compreso montaggio e riprese in bianco e nero. Gli Aerosmith riprendono una delle battute di Igor, Walk This Way, per farne un imperituro inno rock. Stracult!
Gli Inglesi - i Frankenstein degli Hammer Studios
La casa di produzione che diffuse i film horror negli anni ‘60 e ‘70. Peter Cushing è nei film di Terence Fischer il barone medico, che in ogni film diventa più cattivo e malefico, e le peripezie della creature fruttarono 7 film tra il 1957 e il 1974. Il più bello è Distruggete Frankenstein del 1969, con annessa scena di stupro, imposta dai produttore per rendere pruriginosa la storia (e del tutto inutile ai fini della sceneggiatura) con il mostro che è Freddy Jones, il padre di Elephant Man di David Lynch (prodotto da Mel Brooks).
Il Blaxploitaion
Nella leggendaria trilogia delle rivisitazioni black dei film, Blackenstein (1973) supera di molto per trash sia Blacula che il leggendario Abby, rivisitazione de L’Esorcista. Il mostro, il cui trucco fu curato da Ken Strickfaden, il truccatore dei Frankestein di Karloff, non fa paura per niente, ha la faccia molle e sembra un Arnold gigante. Il successo nullo della pellicola impedì la trilogia, dato che erano già pronti The Fall Of The House Of House Of Blackenstein e Blackenstein III.
Franco e Ciccio
Immancabile la rivisitazione del duo comico. Regia di Steno, titolo bizzarro, Un Mostro e Mezzo (1965), Ciccio Ingrassia è il dottore, Franco Franchi la cavia. Vuole diventare come Carlo Ponti, il famoso produttore, che è brutto, ma ha come moglie il suo idolo: Sofia Loren. Scena cult: quando dopo la creazione, Franco dice al dottore: Mi viene da ridere, mi ha fatto la faccia da fesso.
Il Trash
Non si sa ancora chi fu il regista di uno dei massimi trash movie di ogni tempo: Terror! Il Castello Delle Donne Maledette (1973). Ai più risulta Robert Oliver, regista americano dei b movie, per altri da Oscar Brazzi, che era sceneggiatore per i Bertolucci e famoso produttore, nonchè fratello del famoso attore italiano Rossano Brazzi. Che si macchia una grande carriera facendo il ruolo del Conte (non barone) Frankenstein, che produce mostri aiutato da una pattuglia di strani tipi, tra cui alcuni dei più grandi protagonisti del cinema di serie B: Gordon Mitchell come Igor, il nano vero Michael Dunn come gobbo Genz, che si mangia i pezzi degli esperimenti del Conte, Luciano Pigozzi (uno che ha recitato in 180 film!), Ciro Papa, qui battezzato Xiro Papas e anche produttore (Papa era di Torre Annunziata) ma soprattutto la creatura, che prende vita dai resti di un uomo di Neanderthal, il mitico Salvatore Baccaro, qui battezzato Boris Lugosi. Che nel film era così:
L’ultragore
Il Mostro È In Tavola... Barone Frankenstein (1973)
Uno dei film in 3D sulle vicende del famoso dottore, prodotto da Warhol, Carlo Ponti, girato da Paul Morrissey e da Antonio Margheriti per le riprese in 3D. Tonino Guerra è accreditato alla sceneggiatura, il film vede Udo Kier folle barone che crea un mostro donna, una giovane Dalila Di Lazzaro. Little Joe Dallessandro è il giovane aiutante, uno stalliere, ed era già passato alla storia per essere citato in Walk On The Wild Side di Lou Reed e, secondo la leggenda, di essere il modello del jeans nella copertina di Sticky Fingers dei Rolling Stones. Penso sia introvabile la versione originale, quelle che si trovano oggi tagliano tutte le scene “macabre” ed erotiche.
Versione Giapponese
Furakenshutain Vs Baragon - Inoshiro Honda, 1965
I giapponesi rubano ai tedeschi durante la guerra un pazzo esperimento per creare un uomo invicibile. Però durante uno studio, la creatura viene bombordata da radiazioni, che lo fanno crescere a dismisura. Sul punto di essere distrutto, un gruppi di archeologi fa rinascere un mostro, Baragon (una specie di Godzilla con il naso a lampadina) e si decide di farsi aiutare dal gigante per sconfiggere il mostro. Grandissimo!
Sono super accette altre segnalazioni!
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Janas, le fate della Sardegna
Le fate Janas sono creature leggendarie presenti nella tradizione sarda.
Il premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda ha menzionato le fate Janas nei suoi romanzi, descrivendole come creature magiche associate alla natura e alla musica.
...”e le janas , piccole fate che durante la giornata stanno nelle loro case di roccia a tesser stoffe d'oro in telai d'oro, ballavano all'ombra delle grandi macchie di filirèa” …
...”sí, la giornata dell'uomo lavoratore era finita, ma cominciava la vita fantastica dei folletti, delle fate, degli spiriti erranti.”...
Si diceva che avessero il potere di guarire le ferite con il loro tocco e che potessero far crescere fiori e piante con la loro magia. Tuttavia, erano anche temute perché si diceva che potessero trasformarsi in animali e causare malattie e sventure a chi le avesse offese.
Secondo le storie tramandate dal popolo sardo, le Janas non sono creature di questo mondo, ma piuttosto misteriose entità provenienti da un'altra dimensione. Le leggende che si raccontano su di loro parlano di esseri che possono assumere una vasta gamma di aspetti, da bellissime donne fatate a mostruosità informi.
In alcune zone dell'isola, come a Tempio Pausania, le Janas sono temute come malvagi demoni che ingannano gli umani e li portano alla rovina. Si dice che queste creature siano dotate di poteri sovrannaturali e possano prendere qualsiasi forma, compresa quella di un innocuo umano.
A Tonara e in altre zone della Sardegna, invece, le Janas sono considerate creature molto simili ai vampiri, attirando gli uomini e succhiando loro il sangue.
Gli abitanti della Sardegna hanno imparato a conoscere le usanze delle Janas e a temere le loro azioni. Si dice che queste creature vivano in luoghi segreti, come le antiche sepolture chiamate "Domus de Janas" (Trad.: "Case delle Fate"), e che escano solo di notte per evitare di essere scoperte. Ma quando la scendonno le tenebre, le Janas possono essere viste danzare in cerchio nei boschi, tessendo incantesimi e agendo secondo la loro incomprensibile volontà.
Le Janas sono creature misteriose e potenti, che suscitano terrore e meraviglia allo stesso tempo, ma di certo le loro intenzioni sono sempre oscure e inquietanti.
#janas#domusdejanas#fatesardegna#sardegna#fate#piccololibroillustratodellecreaturefantastichedellasardegna#libroillustrato
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[ TRAMA ] Ci troviamo nella Napoli del 1631, in piena dominazione spagnola. Nello Esposito è un mariuolo che campa alla giornata, costantemente affamato e vittima della sfiga. Un giorno, a seguito di un colpo andato male, si imbatte in un certo Basile che gli offre un lavoro di facile guadagno. Ma qualcosa non torna, il vecchio nasconde qualcosa. E infatti è così, Nello ben presto si troverà invischiato in vicende più grandi di lui: verità omesse, scontri tra creature leggendarie e cinque Terrori che minacciano di radere al suolo la città. Molti dei personaggi principali prendono ispirazione da figure del folklore partenopeo, ma non farò nomi per non rovinare la sorpresa. Vi dico solo che, tra tutti, mi ha fatto molto piacere ritrovare O’Munaciello, spiritello che sicuramente avrete sentito nominare. Si tratta di una creatura ambigua, che mi ha sempre affascinata fin dai tempi in cui, alle medie, ci facevano sorbire le novelle di Matilde Serao. A proposito di autori, buona l’idea di inserire numerose citazioni tratte dal Pentamerone o Lo Cunto de li Cunti del caro Basile. Di solito non amo la sovrabbondanza di citazioni, ma in questo caso credo sia stata una scelta felice. Ho apprezzato il modo in cui è stato gestito il personaggio di Nello e la sua psicologia; l’ho trovata verosimile rispetto al contesto sociale nel quale è cresciuto. Di base è un bravo guaglione, ma porta in sé la netta e lacerante dualità che, credo, sia presente anche nell’anima della città stessa. O’nìro e o’jànco.
[ ig: @conigli_letterari ]
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Perché StarrySwimmer?
StarrySwimmer è un nome che collega cielo e mare, aria e acqua. Nel mare, sia durante il giorno che durante la notte, possiamo vedere riflessa la vastità del cielo stellato. Mare e cielo sono da sempre uniti, due facce della stessa medaglia. Entrambi sono realtà mai completamente inesplorate che nascondono ancora tanti segreti, mai rivelati e forse irrivelabili. Queste due realtà sono state da sempre unite da un unico simbolo a me molto caro, una creatura ricca di storia e misteri tanto quanto l'immensità dello spazio e dei fondali marini: la tartaruga. Di questa speciale creatura, però, voglio fare un post come si deve quindi ve ne parlerò in un altro momento.
Fin da piccola ho sentito un forte legame con la luna, le stelle, la notte e le creature che la abitano e questo, ve ne renderete presto conto, ha influenzato molto i miei personaggi e le mie storie. Il cielo mi ha sempre spaventata ma allo stesso tempo attratta, in un contrasto di timore e fascino per l'altezza, l'idea di infinito e di spazio. Non a caso sono cresciuta con una grande passione per tutto ciò che riguarda l'astronomia ma anche per l'astrologia, per i fenomi che riguardano lo spazio, le costellazioni e i miti che vi si nascondono dietro.
Il mare suscita in me le stesse sensazioni: timore e fascino. Tuttavia, diversamente dall'innata attrazione verso lo spazio, il mio legame con l'oceano deriva più dalla mia infanzia e non starò qui a parlare della mia passione per Capitan Uncino e i pirati, anche di questo infatti vi parlerò in un altro post. Il mare ha sempre rappresentato per me un pericolo ma anche una sfida da superare. Probabilmente influisce nel mio amore per esso anche la mia natura siciliana. Mi è sempre piaciuto guardare documentari che riguardavano la bellezza dei fondali, delle creature che lo abitano, dei misteri che ancora nasconde e delle leggendarie creature che ancora potrebbero abitarlo a nostra insaputa. Anche questi misteri hanno influenzato particolarmente le mie storie.
Sia il cielo che il mare sono protagonisti importanti del romanzo a cui sto lavorando da tanto tempo e che spero pian piano di potervi far conoscere, per questo ho pensato potessero rappresentare perfettamente me e il mio blog.
Spero di essere riuscita a farmi conoscere un po' meglio con questo post e di non avervi annoiati, ulteriori post e approfondimenti arriveranno molto presto, Risia
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“Queimada Grande” di Claudio Caria
Un romanzo d’avventura ma non solo Queimada Grande di Claudio Caria è un vero e proprio romanzo di avventura, è una storia che vi terrà letteralmente incollati alle pagine fino alla fine. Claudio Caria nel suo esordio letterario, ha liberato le sue grandi capacità di videomaker per regalare al pubblico un romanzo di grande impatto, ricco di colpi di scena e pathos. In un luogo ricco di misteri e leggende si snodano le vicende di tre uomini che dovranno fare i conti con se stessi e con un luogo puntellato di insidie. La storia si svolge in un mondo dove il confine tra realtà e leggenda si fa sempre più sottile. Queimada Grande è una terra di misteri insondabili e palcoscenico di una sfida che intreccia destini attraverso i secoli. Houdini, erede di una stirpe dimenticata, si trova catapultato in una ricerca che va oltre la semplice avventura: è un viaggio alla scoperta di se stesso e delle proprie origini ancestrali, con la chiave di un enigma che ha sfidato il tempo. Affiancato da Malcom e Logan, si addentra nei segreti di un'isola che non perdona, dove ogni passo può essere l'ultimo. Ma le vere insidie di Queimada Grande non sono le sue leggendarie creature: il vero pericolo risiede nel confrontarsi con i fantasmi del passato e nel riscoprire legami che vanno oltre il sangue, sfidando ogni aspettativa. Queimada Grande di Claudio Caria, infatti, non è la storia di una semplice caccia al tesoro, bensì un romanzo che esplora le emozioni umane e mette a dura prova i legami di amicizia di tre uomini. Come di consueto, ringraziamo l’autore per questa bella intervista che ci ha permesso di conoscerlo meglio come persona oltre che autore di un romanzo davvero affascinante. Il libro è acquistabile su Amazon anche in formato Kindle a questo link Queimada Grande di Claudio Caria: intervista Salve Claudio, domanda di rito per tutti gli scrittori nuovi qui a Cinquecolonne Magazine: ci racconta brevemente cosa fa nella vita e quali sono le sue passioni? Ciao. Grazie mille per questo spazio nel vostro Magazine. Attualmente svolgo la professione del proiezionista in una catena multisala. Sono un appassionato di Musica e Cinema, suono il basso elettrico in un duo chiamato Dharma Station, mi piace praticare la street photography quando è possibile e avendo messo in standby la parentesi del Videomaking per cause di forza maggiore, cerco di scrivere film/cortometraggi che vorrei realizzare. Sappiamo che Queimada Grande è nato a seguito di un racconto che le è stato fatto. Ci può raccontare qualcosa in più sulla genesi della storia? Certamente. Era un periodo a cavallo tra il 2018 e il 2019, allora lavoravo in un hotel a Londra, vicino a Trafalgar Square. Facendo quattro chiacchiere coi colleghi durante la pausa, si parlava di fobie. La mia, per insetti vari e serpenti, che condizionava e precludeva i viaggi in Australia, fu oggetto di presa in giro da parte di un collega brasiliano, che cominciò a chiamarmi Claudio Jones e l'incubo di Queimada Grande. Non capendo a pieno la battuta chiesi informazioni su cosa fosse Queimada Grande, il mio collega così inizio a parlare dell'isola dei serpenti, delle leggende e storie dietro di essa. Mi rimase il pallino per un po' e nel 2020 costretto a tornare in Italia per via della pandemia, iniziai a scrivere la sceneggiatura di Queimada Grande. Gli eventi che narra nel suo romanzo sono rocamboleschi e ricchi di suspense. A che genere possiamo attribuire Queimada Grande? Avventura? Si, se dovessi dargli un'etichetta, direi sicuramente Avventura. Il mio genere preferito è la Fantascienza, son cresciuto con Ritorno al Futuro (tuttora il mio film preferito di sempre) e le prime prove di sceneggiature per cortometraggi erano indirizzate in quel genere. Prima di scrivere Queimada Grande però ho scritto la sceneggiatura per un film Thriller, così per non rimanere ancorato in un genere mi son imposto la regola di cambiare genere per ogni nuovo soggetto. Qual è stata la parte del libro che le è piaciuta di più scrivere? Non ho usato una struttura lineare per raccontare Queimada Grande. Direi decisamente l'inizio dove si conoscono i personaggi, anche se questa parte è arrivata a metà del lavoro. Purtroppo, sono un fan di Nolan e a volte è più interessante conoscere l'inizio della storia sapendo prima la fine. Queimada Grande è il suo romanzo d’esordio. Ha trovato interessante l’esperienza? Pensa di replicarla con un altro romanzo oppure Queimada Grande è stata solo una parentesi della sua vita? La pandemia a livello creativo mi ha portato molte soddisfazioni, sono riuscito a registrare un disco, concludere diversi progetti e portare a termine la prima bozza di Queimada Grande. Solitamente mi impongo degli obiettivi, come dicevo in precedenza mi piace sperimentare con diversi generi, per questo vorrei pubblicare le altre mie storie in altri libri, credo che vedranno la luce prima o poi. Read the full article
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L'enigma siberiano di Martin Cruz Smith: Mistero e Pericolo nelle Ghiacciate Terre della Siberia. Recensione di Alessandria today
Un viaggio intenso e pericoloso tra politica, dissidenza e amore nell'ultima indagine di Arkady Renko
Un viaggio intenso e pericoloso tra politica, dissidenza e amore nell’ultima indagine di Arkady Renko Recensione “L’enigma siberiano” di Martin Cruz Smith è un thriller poliziesco che porta il lettore nelle desolate e gelide lande della Siberia. Protagonista è l’iconico Arkady Renko, investigatore di Mosca, che si ritrova ad affrontare un viaggio pericoloso e personale alla ricerca della…
#amore e pericolo#Arkady Renko#Atmosfere Cupe#complotti russi#creature leggendarie#critica sociale#Cultura russa#dissidenti e potere#dissidenza politica#Giallo Mondadori#indagine Arkady Renko#industria petrolifera#intrigo internazionale#investigatore moscovita#investigatori russi#L&039;enigma siberiano#lago Baikal#Martin Cruz Smith#Martin Cruz Smith biografia#Martin Cruz Smith opere#mistero in Siberia#mondi estremi#narrativa d&039;inchiesta#narrativa di qualità.#narrativa moderna#notti glaciali#oligarchi russi#paesaggi siberiani#politica russa#Potere e corruzione
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Chupacabras - Succhiasangue (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1449521767-chupacabras-succhiasangue?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=NicolsGuglielmetti Nel cuore della pampa argentina, un gruppo di amici si avventura in una remota fattoria per un fine settimana di caccia e relax. Tuttavia, ciò che inizia come un viaggio tranquillo si trasforma rapidamente in un'esperienza terrificante quando si trovano di fronte a segni macabri di presunti attacchi di "chupacabras", creature leggendarie conosciute per i loro orribili predatori. Mentre l'oscurità avvolge la campagna e la paranoia si diffonde tra loro, i confini tra realtà e mito si sbiadiscono, portando a una lotta per la sopravvivenza contro una forza oscura e inspiegabile.
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Modena: musei del Duomo, promozione turistica al via da Pasquetta
Modena: musei del Duomo, promozione turistica al via da Pasquetta Con l'apertura straordinaria nel giorno di Pasquetta, lunedì 1 aprile, i Musei del Duomo di Modena, in collaborazione con il Comune, danno il via anche a una campagna promozionale che prevede la distribuzione di coupon con sconto del 50 per cento sul biglietto d'ingresso al Museo, nel nuovo allestimento ricco di esperienze multimediali, parte del sito Unesco Patrimonio mondiale di Modena e completamento ideale alla visita della Cattedrale e della Ghirlandina. A partire, infatti, dall'1 aprile e per due mesi, i visitatori che acquisteranno il biglietto per la torre Ghirlandina o che parteciperanno al Modena city tour o a una visita al Palazzo Ducale riceveranno un coupon sconto per entrare ai Musei del Duomo pagando il biglietto la metà (3 euro invece di 6 euro). I coupon saranno validi fino alla fine del 2024, consentendo così ai visitatori di pianificare la visita. I Musei del Duomo, solitamente chiusi il lunedì, saranno aperti in via straordinaria il lunedì di Pasquetta, 1 aprile, dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 18. L'iniziativa è organizzata dal Comune di Modena, Servizio Promozione della città e Turismo, con i Musei del Duomo e la Basilica metropolitana di Modena, e in collaborazione con Modenatur, e sarà diffusa con una campagna digitale integrata nel più ampio progetto biennale di promozione del sito Unesco di Modena, contribuendo così a valorizzare ulteriormente il ricco patrimonio culturale della città a livello nazionale e internazionale. La campagna sarà diffusa, come tutte le precedenti, anche attraverso il sito visitmodena.it. "Con questa iniziativa, che si inserisce con coerenza nel quadro delle azioni di promozione già avviate dall'amministrazione – commenta Ludovica Carla Ferrari, assessora alla Promozione della città e turismo – integriamo le proposte di visita alla città offrendo ai turisti, ma anche ai modenesi, un'opportunità unica di immersione nell'arte e nella storia della città, scoprendo un museo rinnovato nell'allestimento e nella proposta di contenuti ricca e coinvolgente". Il percorso nei Musei del Duomo comincia dalle suggestive pietre del Museo Lapidario, dove i visitatori avranno l'opportunità di ammirare da vicino le Metope, affascinanti raffigurazioni di creature leggendarie provenienti da terre remote ai confini del mondo. Nelle sale del Tesoro, potranno lasciarsi incantare dai vividi colori degli arazzi fiamminghi e ammirare il prezioso altarolo di San Geminiano, un raro esemplare risalente al XII secolo. Infine, potranno immergersi in un coinvolgente percorso multimediale, arricchito di contenuti interattivi e informativi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Pokémon: le forme infantili di Zekrom e Reshiram che ti piaceranno
I leggendari di Pokémon sono creature che si fanno rispettare. Nel corso delle generazioni, abbiamo imparato a conoscere un’ampia varietà di Pokémon unici e dal design straordinario, come ad esempio Zekrom y Reshiramcreature leggendarie di quinta generazione che avrebbero la forma di bambino. Nel caso non lo ricordaste, Zekrom e Reshiram sono apparsi per la prima volta in Pokémon Nero e…
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Una straordinaria mostra d'arte apre le porte al Museo del Gruppo delle Medaglie d'Oro al Valor Militare in Roma: "Eternals - divinità, eroi e personaggi leggendari". L'eclettico artista italiano Mario Vespasiani porta la sua recente serie di dipinti, un'opera profonda che esplora tematiche di fede, mitologia e personaggi storici. Questa straordinaria esposizione è la prima di un artista italiano in questa prestigiosa sede istituzionale. Un percorso narrativo unico si intreccia con l'identità del luogo, celebrando la spiritualità e la storia tramite opere inedite e intensamente suggestive. Vespasiani, riconosciuto come una delle personalità più autorevoli del panorama culturale contemporaneo, offre una visione pittorica affascinante e ricca di significato. La mostra è una rievocazione di miti e leggende, un viaggio attraverso l'antichità e la spiritualità. Dai fasti dell'antica Roma alla civiltà greca, dalle immagini dell'Egitto e della Mesopotamia all'intrigante mistero degli etruschi e dei latini, Vespasiani esplora i confini dell'immaginazione poetica. Le opere esposte sono visioni quasi oniriche, un richiamo alla forza millenaria che ha modellato civiltà e insegnato i valori universali dell'uomo. Nell'arte di Vespasiani, la spiritualità e la devozione emergono come elementi fondamentali per comprendere il nostro tempo, sempre più distante dalle radici e dal senso del sacro. La pittura monumentale dell'artista si fonde con una sensazione di smaterializzazione della forma, creando scene vibranti e oniriche. I dipinti, nonostante la loro monumentalità, trasmettono un senso di leggerezza e intimità, invocando un'energia atemporale. Vespasiani rivela il potere intrinseco dei miti, la loro capacità di creare connessioni universali. Rievocando le origini della vita e l'espressione poetica, l'artista invita gli spettatori a immergersi in un mondo di simbolismo e creatività senza tempo. La mostra culmina in un'apoteosi di figure eroiche e creature mitologiche, dipinte con una tecnica dai contrasti intensi e decisi. Queste opere non solo catturano lo sguardo, ma trasmettono anche un'energia unica e coinvolgente. La cerimonia di apertura vedrà la straordinaria presenza della professoressa Paola Del Din (Medaglia d’Oro al Valor Militare), una testimonianza viva e immortale della storia. Il contributo di Vespasiani all'arte contemporanea è stato recentemente riconosciuto con il Premio Riviera delle Palme e la nomina per la cittadinanza onoraria di San Benedetto del Tronto. Non perdete l'opportunità di immergervi in questo viaggio artistico e culturale, un'occasione unica per esplorare la storia e la mitologia attraverso gli occhi e il pennello di uno dei più celebri artisti contemporanei italiani. Inaugurazione: giovedi 14 dicembre alle ore 17,00 con la presenza straordinaria di Paola Del Din Dal 15 dicembre al 31 gennaio 2024 Giorni e orari: martedi e giovedi 10,00-16,00 Gli altri giorni feriali, esclusi i prefestivi previo appuntamento
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