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Manovra 2025: Subito il taglio del cuneo e la pensione a 64 anni. Ma servono 103 decreti per attuare tutte le misure
Ok al taglio del cuneo strutturale e alla possibilità di anticipare la pensione a 64 anni. Sono 1,8 miliardi che necessitano di ulteriori provvedimenti per essere sbloccati.
Ok al taglio del cuneo strutturale e alla possibilità di anticipare la pensione a 64 anni. Sono 1,8 miliardi che necessitano di ulteriori provvedimenti per essere sbloccati. La nuova manovra finanziaria del governo per il 2025 prevede due provvedimenti chiave che avranno un impatto significativo sulle tasche degli italiani e sull’organizzazione del sistema previdenziale. Il taglio strutturale…
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Questi giorni non si parla d'altro che di blocchi stradali degli agricoltori, bloccano strade perche' i guadagni sono ridotti al lumicino viste alcune normative europee, aumenti di carburante, di mangimi e anche la fine di esenzione IRPEF. Sono imbufaliti perche' i loro prodotti gli vengono pagati pochissimo e rivenduti a tantissimo. Eh, gli agricoltori.. Mi riviene in mente mia Zia Maria, sposata con quello che poi divenne mio zio Mario. Furono gli unici della parentela fino al terzo grado a rimanere su quelle colline ascolane a fare gli agricoltori. Trent'anni di agricoltura campando con i loro pochi prodotti, con qualche contributo annuale dello Stato, zero tasse e contributi previdenziali figurativi ovvero, non si pagavano contributi ma risultavano come pagati ai fini pensionistici, questo prevedevano ( e prevedono ancora) certe leggi proprio a tutela di chi rimaneva o entrava nel mondo dell'agricoltura. Poi, e' arrivato il momento della pensione ( a 60anni). Sui 900 euro lui e 900 lei. Poi e' arrivato il momento dell'invalidita' civile per mio zio Mario e dopo qualche anno anche per mia zia Maria, 400 euro cadauno. Perche' racconto tutto questo? Semplice! Due persone che per una vita intera non hanno mai versato una lira di tasse ma che hanno usufruito di sanita' per loro, scuole per i figli, di pensioni e da qualche anno di casa di cura. Insomma, sembra brutto quantificare ma direi una cifra importante. Sapete, di agricoltori come i miei zii ce ne sono migliaia di migliaia nel nostro Paese e tutti nelle loro stesse condizioni. Sono quelli che adesso bloccano le strade per lanciare il loro grido di dolore, pronti a marciare su Roma. Manifestano contro chi, nel bene e nel male li sostiene da 70anni e non un fiato contro chi gli impone i prezzi, contro i grossisti e la grande distribuzione, quelli che gli tengono il cappio intorno al collo. Gente che applaude e vota convintamente chi stravede per il libero mercato ma..non per loro, non per loro. Loro vogliono le massime tutele possibili, il libero mercato va bene per tutti gli altri. Inutile dire che sto dalla parte degli agricoltori ma solo di quelli consapevoli, non dei furbetti o degli sciocchi, quelli che protestano sbagliando bersaglio. Non si puo' battere le mani a chi racconta le bellezze del capitalismo e poi lagnarsi quando si viene chiamati a pagare il conto. Non ci si puo' spellare le mani a favore di chi butta miliardi e miliardi di euro per sostenere le guerre dei potenti prepotenti e poi, un domani, lagnarsi perche' si e' invasi dal grano ucraino. Non si puo' votare chi promette "mai patrimoniali' per i grandi capitali e poi lagnarsi che mancano gli aiuti all'agricoltura. Quella parte, per me, puo' andare tranquillamente a fanculo e mi resta difficile dare loro solidarieta'.
@ilpianistasultetto
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Previdenza Complementare: Cos'è e Perché è Importante
Scopri come garantire il tuo futuro: tutto ciò che devi sapere sulla previdenza complementare e i suoi vantaggi
La previdenza complementare rappresenta un tema di grande attualità e interesse per chiunque voglia garantire una maggiore stabilità economica una volta raggiunta l'età pensionabile. In questo articolo, esploreremo cos'è esattamente la previdenza complementare, perché è diventata un argomento cruciale e quali sono i vantaggi principali per chi decide di aderirvi.
Cos'è la Previdenza Complementare?
La previdenza complementare è un sistema di risparmio volontario che si affianca alla pensione pubblica obbligatoria, meglio nota come previdenza di primo pilastro, gestita dall'INPS. Mentre la pensione obbligatoria è finanziata attraverso i contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro durante la vita lavorativa, la previdenza complementare si basa su adesioni volontarie a fondi pensione o piani individuali di previdenza (PIP).
In sostanza, è un modo per integrare il trattamento pensionistico offerto dal sistema pubblico, che spesso risulta insufficiente a mantenere lo stesso tenore di vita che si aveva durante il periodo lavorativo. Infatti, uno dei problemi più rilevanti del sistema pensionistico italiano è la riduzione progressiva del tasso di sostituzione, cioè il rapporto tra l'ultimo stipendio e la pensione. Di conseguenza, la previdenza complementare rappresenta un'opzione per garantire un'integrazione e una maggiore tranquillità economica per il futuro.
Tipologie di Previdenza Complementare
In Italia, esistono due principali strumenti attraverso i quali i lavoratori possono aderire alla previdenza complementare:
Fondi pensione negoziali o chiusi: Sono destinati a categorie specifiche di lavoratori e sono negoziati tramite accordi tra parti sociali (sindacati e datori di lavoro). Esempi tipici sono i fondi riservati ai lavoratori del settore metalmeccanico o sanitario.
Fondi pensione aperti: Sono gestiti da istituti bancari, assicurativi o da società di gestione del risparmio. In questi fondi può aderire chiunque, indipendentemente dal settore di appartenenza.
Piani Individuali Pensionistici (PIP): Questi sono prodotti assicurativi a carattere individuale e possono essere sottoscritti anche in assenza di un contratto di lavoro. Sono spesso più flessibili rispetto ai fondi pensione e possono essere una scelta interessante per i lavoratori autonomi o coloro che desiderano maggiore personalizzazione.
Come Funziona la Previdenza Complementare
Quando si aderisce a un fondo pensione o a un piano individuale di previdenza, il lavoratore versa periodicamente una somma di denaro (contributi) che viene investita sul mercato finanziario. Le modalità di investimento variano a seconda del fondo e delle preferenze dell'aderente, che può optare per profili di rischio più o meno aggressivi.
A fronte di questi versamenti, il lavoratore accumula un capitale che verrà poi convertito in una rendita pensionistica integrativa al momento del pensionamento. Questa rendita può essere riscossa sotto forma di capitale, rendita mensile o una combinazione delle due opzioni.
Vantaggi della Previdenza Complementare
Aderire a un fondo di previdenza complementare comporta numerosi vantaggi:
Integrazione della pensione pubblica: Come già accennato, la pensione obbligatoria potrebbe non essere sufficiente per mantenere il proprio stile di vita. La previdenza complementare offre una soluzione a questo problema, permettendo al lavoratore di accumulare un capitale aggiuntivo.
Benefici fiscali: I contributi versati alla previdenza complementare sono deducibili dal reddito complessivo, fino a un limite annuo di 5.164,57 euro. Questo significa che si può beneficiare di una riduzione delle imposte sui redditi, incentivando così il risparmio pensionistico.
Flessibilità e personalizzazione: A differenza della previdenza pubblica, che è standardizzata e uguale per tutti, la previdenza complementare offre numerose opzioni di personalizzazione. È possibile scegliere il fondo o il piano più adatto alle proprie esigenze, decidere quanto e quando versare, e optare per la modalità di investimento che si ritiene più opportuna in base al proprio profilo di rischio.
Mobilità dei fondi: I lavoratori che cambiano settore lavorativo o che passano da dipendenti ad autonomi possono facilmente trasferire il capitale accumulato da un fondo pensione a un altro, mantenendo così intatta la loro posizione contributiva.
Perché la Previdenza Complementare è Importante
Negli ultimi anni, l'importanza della previdenza complementare è cresciuta notevolmente a causa di vari fattori socio-economici. Tra questi, la tendenza verso un invecchiamento progressivo della popolazione e l'allungamento della vita media hanno creato una crescente pressione sui sistemi pensionistici pubblici, che spesso non riescono a garantire una pensione adeguata a tutti i lavoratori.
Inoltre, le riforme pensionistiche degli ultimi decenni hanno progressivamente ridotto il tasso di sostituzione, rendendo sempre più evidente la necessità di una forma di previdenza integrativa. Investire nella previdenza complementare è quindi una scelta strategica non solo per garantire una maggiore sicurezza economica, ma anche per affrontare con più serenità la fase post-lavorativa.
Conclusione
La previdenza complementare è uno strumento essenziale per chi desidera costruire una pensione integrativa e non affidarsi esclusivamente al sistema pubblico. Offre vantaggi fiscali, flessibilità e un'importante integrazione alla pensione di base. È quindi fondamentale informarsi adeguatamente e valutare le opzioni disponibili in base alle proprie esigenze e aspettative per il futuro. Pianificare in anticipo, aderendo a un fondo pensione o a un PIP, può fare la differenza nella qualità della vita durante la pensione.
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Wangari Muta Maathai
Wangari Muta Maathai, biologa, ambientalista e attivista politica, è stata la prima africana a ricevere il Premio Nobel per la Pace nel 2004 per «il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace».
Voce simbolo della lotta per promuovere la pace e il benessere nel continente, è stata insignita di numerosi premi internazionali tra cui il Global 550 dell’ONU e il Goldman Environmental Award.
Nata il primo aprile 1940, a Ihithe, un villaggio nella zona degli altipiani centrali del Kenya, apparteneva all’etnia kikuyu.
È stata una delle rarissime bambine ad andare a scuola e poi a frequentare il college. Si è laureata in biologia all’università di Pittsburgh, grazie a borse di studio di fondazioni statunitensi.
Dopo la specializzazione, nel 1966, era stata nominata assistente di ricerca al Dipartimento di zoologia dello University College di Nairobi ma, rientrata in patria, aveva scoperto che il posto era stato assegnato a un uomo che stava ancora studiando in Canada. Successivamente, ha ottenuto la stessa posizione alla Scuola di veterinaria e svolto ricerche alle università di Giessen e di Monaco, in Germania, per terminare il suo dottorato.
Nel 1969 ha sposato Mwangi Mathai con cui ha avuto tre figli.
Nel 1971 è stata la prima keniota a ricevere un dottorato e diventare professoressa assistente.
Ha dovuto sgomitare per farsi accettare da studenti e colleghi, tutti maschi e per ottenere gli stessi benefit, come l’alloggio, l’assicurazione, i contributi pensionistici. All’interno dell’università, ha organizzato la lotta delle lavoratrici per un salario decente, ha militato nella Croce Rossa e nel Consiglio Nazionale delle Donne.
Ha fatto parte dell’Environmental Liaison Centre che promuove la partecipazione delle organizzazioni non governative al Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
Durante la giornata mondiale per l’ambiente del 1977, con altre donne ha piantato sette alberi che hanno formato la prima “cintura verde” che ha dato il nome al Green Belt Movement, punto di riferimento dell’ambientalismo africano e delle battaglie contro la desertificazione del continente.
Con una capillare azione di sensibilizzazione, insieme a centinaia di donne ha piantato moltissime specie autoctone contrastando le politiche dell’autoritario presidente Daniel Toroitich arap Moi che svendeva le risorse naturali e consentiva l’abbattimento di parti di foreste pluviali.
La sua azione ha fortemente contribuito a sollevare l’attenzione nazionale e internazionale sull’oppressione politica in Kenya, incoraggiando le donne a battersi per una vita migliore.
Per la sua critica alla corruzione del regime, insieme alle altre attiviste, è stata picchiata, incarcerata e minacciata di morte, ma non si è lasciata intimidire.
Ha lottato per la democrazia, per una giustizia uguale per tutti e tutte, per la libertà di espressione e la cancellazione del debito estero dei paesi più poveri.
Ha occupato terre pubbliche cedute illegalmente a società straniere, campi da golf costruiti per gli amici del presidente e persino il parco al centro di Nairobi dove c’era il progetto costruire un grattacielo per farne la sede del partito al governo.
Nel 1985, durante il terzo vertice delle Nazioni Unite sulle donne tenutosi a Nairobi, ha contribuito a far nascere il Pan African Green Belt Network che, in quindici paesi, combatte la desertificazione, la siccità e la fame.
Mentre collezionava premi internazionali, il marito ha chiesto il divorzio accusandola di non occuparsi abbastanza della casa e dei figli.
Nel 2002, Wangari Maathai – con una “a” in più perché l’ex le aveva vietato di usare il cognome da sposata – si è presentata alle elezioni con la Coalizione arcobaleno. Nella sua circoscrizione aveva avuto il 98% dei voti. Entrata in Parlamento col governo del presidente Mwai Kibaki, è stata Ministra aggiunta dell’Ambiente, Fauna e Risorse Naturali, carica ricoperta fino al 2007.
Quando, nel 2004 le è stato assegnato il Premio Nobel per la pace, lo ha festeggiato piantando un albero.
Come Presidente del Consiglio economico, sociale e culturale dell’Unione Africana, ha rappresentato il continente in consessi internazionali.
Nel 2006 è stata pubblica la sua autobiografia, Unbowed, tradotta in italiano col titolo Solo il vento mi piegherà.
Insieme a celebri attiviste ecologiste come Jody Williams, Shirin Ebadi, Rigoberta Menchù, Betty Williams e Mairead Corrigan Maguire, ha fondato la Nobel Women’s Initiative per connettere i temi ambientali a quelli sulla parità di genere in tutti i campi, contro la violenza e per i diritti delle donne.
Malata di tumore alle ovaie, ha continuato le sue battaglie fino alla fine, è morta a Nairobi il 25 settembre 2011.
Attraverso una strategia fatta di educazione, pianificazione familiare, alimentazione consapevole e lotta alla corruzione, il Green Belt Movement ha aperto la strada allo sviluppo.
Dalla sua fondazione, l’organizzazione, che conta oltre quattromila gruppi composti al settanta per cento da donne, ha piantato circa 50 milioni di alberi.
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3 nov 2023 10:14
“LA MAGGIORANZA VOLEVA DISTRUGGERE LA LEGGE FORNERO, INVECE L'HA RESA PIÙ DURA. MI CHIEDO COME FARÀ SALVINI A SPIEGARLO AI SUOI ELETTORI” - ALBERTO BRAMBILLA, GIÀ SOTTOSEGRETARIO AL WELFARE DI ROBERTO MARONI E UNO DEI MAGGIORI ESPERTI DI PREVIDENZA, RANDELLA LA RIFORMA PENSIONISTICA DEL GOVERNO: “STA PONENDO LE PREMESSE PER UN NUOVO BUCO NEI CONTI DELL'INPS PER SEDICI MILIARDI - QUESTO PAESE DEVE FARE GIÀ I CONTI CON TRENTA MILIARDI DI EVASIONE CONTRIBUTIVA L'ANNO. SAREBBE MEGLIO, E PENSO ALLA DECONTRIBUZIONE PER LE MADRI, COSTRUIRE PIÙ ASILI NIDO” -
Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”
I tagli alle pensioni? «I problemi di sostenibilità della spesa pensionistica sono altrove». Alberto Brambilla, già sottosegretario al welfare di Roberto Maroni, è uno dei maggiori esperti di previdenza. Racconta di aver tentato di consigliare Giancarlo Giorgetti su come impostare la legge di Bilancio, «ma non mi ha dato retta».
Su cosa, Brambilla?
«[…] il governo sta ponendo le premesse per un nuovo buco nei conti dell'Inps per sedici miliardi».
Si riferisce alla conferma della decontribuzione per i redditi più bassi, immagino.
«Non solo. Nel 2024 avranno un forte sconto contributivo i redditi fino a 35mila euro, poi ci sono gli sgravi per le assunzioni al Sud, le donne, le madri». […] «[…] La conseguenza di questa scelta è che nel 2024 l'Inps avrà 16 miliardi di entrate in meno su circa 190, nell'ipotesi più prudente. Così si va verso il disastro».
Il governo dovrà restituirli all'Inps. Non è accaduto anche in passato?
«L'anno scorso per 24 miliardi. […] questo Paese deve fare già i conti con trenta miliardi di evasione contributiva l'anno. Sarebbe meglio - penso alla decontribuzione per le madri - costruire più asili nido».
Veniamo alla stretta sulle uscite dal lavoro. Che giudizio ne dà?
«È rimasta quota 103, si allungano le finestre di pensionamento e si impongono i ricalcoli contributivi. Di fatto l'età media minima di uscita salirà a 63 anni, con assegni più bassi. […] ».
Nella direzione della legge Fornero, è così?
«La riforma Fornero aveva ed ha dei punti deboli, perché è troppo rigida. Di qui la necessità di ben nove "salvaguardie": sommando fra loro anticipi pensionistici, lavoratori precoci, fragili e "Quota 100" nei dieci anni compresi fra il 2012 e il 2022 sono andate a riposo con regole diverse un milione di persone. La maggioranza voleva distruggere la legge Fornero, invece l'ha resa più dura. Mi chiedo come farà Salvini a spiegarlo ai suoi elettori».
Il ricalcolo dei contributi dei lavoratori statali che hanno iniziato a pagare i contributi prima del 1995 secondo lei è giusto?
«È giusto perché elimina un privilegio, ma ha effetti retroattivi, per cui a mio avviso è incostituzionale. Se il governo non cambia ci saranno valanghe di ricorsi».
Come si fa secondo lei a rendere il sistema previdenziale più sostenibile?
«Semplice: ci vogliono più lavoratori che pagano i contributi, non meno. In Italia abbiamo 38 milioni di persone in età da lavoro, ma sono occupati solo 23,4. […] Servono più o meno quattro milioni in più di persone al lavoro». […] «[…] Il sistema non ha alcun incentivo all'occupazione. Le imprese, parlo di quelle più grandi, pagano il 24 per cento di Ires, il 5 per cento fra Irap e imposte sostitutive, più il 26 per cento al momento della distribuzione degli utili. Con una tassazione così come si fa a immaginare che le aziende abbiano voglia di assumere e crescere? […]».
Da dove partirebbe?
«Dal rafforzamento delle scuole professionali. L'industria, la metalmeccanica al Nord hanno bisogno di specialisti. […]».
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la Repubblica: Immigrati ancora indispensabili per finanziare le pensioni. Impossibile aumentare subito il tasso di fecondità
...ma è mai possibile scrivere assurdità sesquipedali di queste proporzioni? Ma come, uno paga per 43 anni pesantissimi contributi pensionistici per "goderne" per 13 se maschio e 17 se femmina, prima di defungere, e questi di Repubblica ti sputano in faccia titoli come questo?...se i conti non sono in regola è perché dalle somme versate dai lavoratori per le pensioni si attinge a man bassa per pagare miliardi di assistenza a gente che ignora anche solo il termine lavoro...
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Pensioni, chi non ha ancora 36 anni di contributi può lavorare fino a 70 anni
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/pensioni-chi-non-ha-ancora-36-anni-di-contributi-puo-lavorare-fino-a-70-anni/115023?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=115023
Pensioni, chi non ha ancora 36 anni di contributi può lavorare fino a 70 anni
Il decreto milleproroghe che verrà votato la prossima settimana prevede anche la possibilità per i dipendenti pubblici di anticipare l’età pensionabile. Lo ha proposto un emendamento presentato da Fratelli d’Italia, la forza politica di maggioranza, che sottolinea l’importanza di prestare attenzione al tema della flessibilità in uscita dal lavoro. La richiesta avanzata dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil prevede la possibilità di andare in pensione a partire dai 62 anni senza penalizzazioni esplicite, oltre a quella implicita di versare meno contributi e percepire l’assegno pensionistico per un periodo più lungo. Tuttavia, la riforma dovrà anche tener conto dei giovani, prevedendo una pensione di garanzia e l’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi senza limiti di età.
Matera
Ecco il testo Matera, Melchiorre, Liris, Lisei Dopo il comma 9, aggiungere il seguente:
Per i dipendenti pubblici che hanno raggiunto il sessantasettesimo anno di età e non hanno raggiunto i 36 anni di contributi pensionistici possono, su base volontaria, richiedere che la permanenza in servizio prosegua fino al raggiungimento del settantesimo anno di età. Spetta all’amministrazione pubblica presso la quale il dipendente presta servizio accogliere la richiesta. Dall’attuazione della disposizione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Quota 103
Stando alle informazioni riportate dall’Ansa, sembra che la strada intrapresa per la riforma delle pensioni sia quella degli interventi a basso costo. Di conseguenza, è probabile che venga proposta una forma di flessibilità che penalizzi le uscite anticipate rispetto all’età di vecchiaia. La legge di bilancio 2023 prevede inoltre che chi è in possesso dei requisiti per la pensione tramite Quota 103, potrebbe anche scegliere di rinviare il pensionamento utilizzando il Bonus Maroni. Si tratta di un incentivo pari alla quota di contributi a carico del lavoratore dipendente che sarà immesso direttamente nello stipendio, si stima una percentuale di circa il 9,19%.
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Calcolo pensioni: arriva il nuovo simulatore
Calcolo pensioni: è disponibile sul sito web dell'Inps il nuovo simulatore che consente all'utente di avere un panorama di quella che sarà la propria pensione. Il nuovo calcolatore è stato progettato, come si legge nella nota di presentazione dell'ente, come consulente pensionistico “di prima istanza” e come strumento di diffusione della cultura previdenziale. Corredato di diversi video tutorial, lo strumento è stato aggiornato con la possibilità di acquisire nuovi istituti e presto sarà in linea con le direttive date dalla legge di Bilancio 2023. Calcolo pensioni: come funziona PENSAMI PENSAMI (PENSioni A MIsura) è il nuovo simulatore fornito dall'Inps per calcolare la propria pensione. Per accedervi non occorre registrarsi ma seguire il seguente percorso: dalla Homepage digitare "Prestazioni e servizi", a seguire "Servizi" e in ultimo "Pensami - Simulatore scenari pensionistici”. Per iniziare basta inserire pochi dati personali, come mese e anno di nascita, e alcuni dati contributivi. Si può scegliere tra: - Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti - Gestione dipendenti pubblici - Lavoratori autonomi - Gestione separata - Casse professionali Il simulatore fornisce informazioni sulle pensioni alle quali accedere sia in maniera singola che cumulativa tra diversi enti. https://www.youtube.com/watch?v=nKqlSkupFNI Riscatto laurea a contributi all'estero Nel calcolare la propria pensione che, ripetiamo, è solo uno scenario, è possibile inoltre inserire istituti aggiuntivi. Tali istituti possono anticipare l'accesso alla pensione: - servizio militare o civile, - titoli di studio universitari, - periodi di lavoro all’estero, - maternità fuori dal rapporto di lavoro, - periodi di lavoro svolto con invalidità superiore al 74% - lavori gravosi o usuranti o inizio precoce del periodo lavorativo I dati ottenuti interrogando il simulatore sono in fase di aggiornamento con le disposizioni previste dalla legge di Bilancio 2023. Una volta inseriti i propri dati personali e contributivi, il simulatore offre una panoramica delle pensioni possibili e orienta l'utente verso le scelte più aderenti alle proprie necessità. Le guide per il contribuente Secondo quanto diffuso dallo stesso ente, il simulatore dell'Inps è stato semplificato graficamente per consentire all'utente una navigazione più agevole. Il percorso è, inoltre, corredato di video tutorial. Per agevolare ulteriormente gli utenti che vogliono avere uno scenario della pensione che li attende, è prevista la diffusione prossimamente della relativa app per poter accedere al servizio anche dai dispositivi mobili. In copertina foto di jhenning da Pixabay Read the full article
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Due piccioni con una premier: cittadinanza ai feti e contributi pensionistici obbligatori all'atto del concepimento con la promessa di abolire la Fornero e le accise.
Vabbè dai, pensiamo alle cose serie, tipo il Premierato o dare la cittadinanza italiana ai feti dell'intero pianeta.
#fornero#accise#fdi#fratelli d'italia#medici#pensioni#russi#scherzi a parte#lega#salvini#meloni#pro vita#aborto
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Invasione degli ultracorpi a Ostia; ieri tra i suoi amici balneari vaneggiava che bisogna avere il bancomat anche per andare in bagno, insomma roba da Venezuela, Cina e Unione Sovietica. Comunque :
Secondo i calcoli dell’Inps, nel breve-medio periodo il costo di Quota 41 varierebbe da poco meno di 5 miliardi nel primo anno a oltre 9 nel decimo anno di entrata in vigore. Nel corso di un decennio, la spesa superiore rispetto al sistema attuale sarebbe di circa 75 miliardi, più di quanto l’Unione europea ha concesso all’Italia come contributi a fondo perduto all’interno delle risorse per il Pnrr.
Per quanto riguarda l’impatto di lungo periodo, l’Inps stima che la modifica al sistema porterà dei vantaggi dopo il 2040, quando inizierà a registrarsi un risparmio dovuto ai minori assegni pensionistici a causa dell’uscita anticipata dal lavoro. Per tutto il periodo precedente, però, continuerà a registrarsi una spesa pensionistica più elevata rispetto allo scenario attuale, che, seppur inferiore ai massimi di 9 miliardi nel 2031, avrà ancora un peso consistente sui conti pubblici nei dieci anni successivi al picco di spesa
Con Quota 41 maggiore spesa e stesse criticità di Quota 100
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Perché l’invasione della Russia in Ucraina sarebbe il suicidio di Putin (e infatti non accadrà) di Fulvio Scaglione Sono mesi, ormai, che non si parla d’altro: la prossima invasione della Russia ai danni dell’Ucraina. Non c’è giornale anglosassone che non abbia pubblicato una cartina con le freccette a indicare le strade che saranno percorse dai reparti del Cremlino. Non c’è giornale latino che non abbia scritto un reportage strappalacrime sugli ucraini che si struggono aspettando l’invasore. Non passa giorno senza che il New York Times, che cita sempre e solo fonti anonime (comodo, eh?), non annunci che i servizi segreti Usa lo sanno per certo, la Russia attaccherà. C’è anche chi si è spinto a prevedere la data d’inizio della guerra, calcolando che con i terreni ghiacciati i carri armati si muovono meglio, e forse dimenticando che dopo i fanghi di primavera arriva l’asciutto dell’estate. Fino alle uscite davvero esilaranti, tipo quella dell’agenzia Bloomberg che, citando fonti diplomatiche cinesi (anche queste anonime, mica male) ha scritto che Xi Jinping avrebbe chiesto a Putin di fargli il favore di non invadere durante le Olimpiadi invernali di Pechino. Vogliamo dirci, per una volta, ciò che sanno tutti ma proprio tutti? E cioè che questa storia dell’invasione russa è una grande grande bufala? Una bufala non priva di senso, ovvio. È dal 2014 che Russia e Ucraina, in un modo o nell’altro, sono in guerra. Agli americani, poi, conviene promuovere la storia dell’invasione. Intanto, raccontando al mondo che i russi voglio attaccare, demonizzano l’avversario, cosa che non va mai male. E quando sarà chiaro che l’invasione non c’è, potranno sempre dire di averla sventata con la loro ferma opposizione. Comunque vada, vincono la battaglia della propaganda. Ma sempre bufala è. E qui di seguito provo a mettere in fila tutte le assai evidenti ragioni per giudicarla tale. Le forze Si parla tanto delle truppe che i russi avrebbero accumulato presso il confine con l’Ucraina. Intanto, quel “presso” vuol dire circa 300 chilometri, ovvero 6-7 ore di marcia per la velocità media dei carri armati russi, non proprio una guerra lampo sotto l’occhio dei satelliti Usa. Ma non importa. I più pessimisti parlano di 100-130 mila soldati. Ma due settimane fa, Oleksy Danilov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e di difesa dell’Ucraina, ha detto di non essere troppo preoccupato perché per un’invasione ci vorrebbero “quattro o cinque volte più truppe”. È chiaro che le forze armate della Russia sono molto superiori a quelle dell’Ucraina. Per restare ai soldati, più di un milione di uomini per la Russia contro 260 mila per l’Ucraina (comunque uno degli eserciti più grandi d’Europa). Ma gli ucraini combatterebbero in casa, per la patria, per difendere case e famiglie, i russi no. Inoltre, le forze armate ucraine negli ultimi anni sono state rifornite di armi da quasi tutti i molti Paesi che diffidano della Russia (gli Usa per primi, ovviamente), hanno fruito delle “lezioni” di istruttori militari inglesi e americani, e sono affiancate da una milizia territoriale forte di 130 mila uomini. Le dimensioni Chi parla di invasione forse non ha idea di quanto sia grande l’Ucraina. Due volte l’Italia, con 45 milioni di abitanti. Occupare un Paese di quelle dimensioni, contro forze ostili come quelle descritte sopra, è di fatto impossibile. Le lezioni subite dagli anglo-americani in Iraq e da mezzo mondo in Afghanistan sono state già dimenticate? Altro argomento: già nel 2015, un anno dopo la riannessione, il costo della Crimea per la Russia era valutato in circa 8 miliardi di dollari. Spese che sono ovviamente cresciute, da allora. Quel che pochi sanno, però, è che il Governo russo, proprio per affrontare le “spese da Crimea”, ha dovuto attingere alla quota di contributi pensionistici (6% sul 16% totale) che i datori di lavoro versano a fondi privati. Nell’onda di entusiasmo nazionalistico di allora nessuno ci fece troppo caso ma in seguito quel “prelievo”, accoppiato alla riforma delle pensioni del 2018 (si va in pensione 5 anni più tardi), ha generato un’insoddisfazione che ha mandato segnali precisi verso il Cremlino. In conclusione, la Russia, che ha un Pil più o meno pari a quello dell’Italia, non avrebbe i quattrini per permettersi di invadere e occupare (altrimenti perché invadere?) l’Ucraina. Il tutto senza nemmeno contare le spese militari e, soprattutto, i, prezzo che la Russia dovrebbe pagare per la reazione internazionale: sanzioni, difficoltà sui mercati, fuga dei capitali dal Paese che già nel 2021 ha fatto segnare la cifra record di 72 miliardi di dollari. I russi È assai curioso che si parli così spesso dell’invasione prossima ventura senza mai considerare il parere dei russi. Tutti i sondaggi più credibili confermano che i russi, pur convinti che la colpa sia in gran parte degli americani, la guerra non la vogliono, men che meno in quell’Ucraina che, quando va bene, considerano un Paese fratello e quando va male una dependance della Russia. Il tutto in una situazione sociale che, come dicevo sopra, è di generale insoddisfazione. Il 2021 è stato segnato da un netto aumento del costo della vita (automobili più 20%, affitti intorno a un più 30%, generi alimentari più 10%) e, se guardiamo più in prospettiva, notiamo che la popolarità di Putin è calata, il gradimento di Russia Unita, il partito “presidenziale”, è precipitato e alle ultime elezioni politiche sono state fatte acrobazie incredibili per conservargli la maggioranza assoluta. È facile immaginare che cosa succederebbe nel momento in cui cominciassero a tornare in Russia le bare dei soldati morti per invadere l’Ucraina. Sarebbe la fine politica di Vladimir Putin e dell’intero sistema di potere che intorno a lui si è consolidato. Putin, appunto. Del leader russo si è detto e si dice di tutto. Nessuno, però, ha mai detto che sia scemo. Perché, quindi, dovrebbe lanciarsi in un’impresa di cui non si vedono i vantaggi e da cui, in sostanza, avrebbe solo da perdere? Molti rispondono: troppo razionale, le guerre scoppiano anche per una decisione sbagliata, una scelta improvvisa, addirittura un caso. Sì, nei secoli scorsi. Ma non siamo più ai tempi di Francesco Ferdinando e dell’attentato di Sarajevo che fece partire la prima guerra mondiale. Quante guerre, negli ultimi decenni, sono scoppiate per caso? E quella tra Russia e Ucraina (ovvero, Russia contro Occidente), nel cuore dell’Europa, non sarebbe una guerricciola da poco. Tutto questo non vuol dire che non possa succedere qualcosa, o molto, di brutto. I russi hanno fatto agli americani precise richieste, per prima quella che l’Ucraina non entri mai nella Nato. Se gli Usa rifiutassero, come tutto fa pensare, la Russia potrebbe installare i suoi missili in Venezuela o a Cuba, minacciando direttamente il territorio americano. Oppure, potrebbero decidere di ripetere ciò che fece nel 2008 con la Georgia: dare una lezione senza invadere, magari bombardando qualche installazione o infrastruttura importante dell’Ucraina, contando su una blanda reazione americana. Ma intanto i colloqui proseguono, già si parla di un nuovo incontro tra Biden e Putin. Annunciare il peggio a prescindere forse fa vendere i giornali e alzare l’audience, ma non è detto che aiuti a capire la realtà.
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Post ansiogeno - a.k.a. Matrix IV Resfigated
Da un’idea di @mostri-ciattolo e uno spunto di @sinpleasuresworld, facendo una passeggiata nei boschi mi è venuto in mente questo post, sperando che possa essere una parentesi di risate per tutti, di riflessione per qualcuno e di sollievo per chi ne ha bisogno.
Come recita @notseriously-mica, questo post può contenere tracce di ironia e frutta a guscio.
Molte delle persone che leggo qui sono universitari o laureati da poco, quindi, siccome un Papero da fiume non ha nulla da dirvi riguardo alle sfighe dello studio, per semplificare il post ambiento il tutto all’istante dopo la laurea.
Ottimo, avete il vostro sudato foglio, tocca a voi, pronti a fare il mazzo a tutti. Mentre cercate lavoro su Internet, una notte vi addormentate sulla tastiera. All’improvviso vi trovate in una stanza verde, manette ai polsi, con due agenti che vi osservano, ed entra un terzo. Si siede, apre un faldone, e vi dice:
“Mr. Anderson, da quello che leggo qui, lei conduce due vite. In una, lei è stato uno studente modello, cresciuto in una famiglia normale, dove fa anche del volontariato e ha vinto la Coppa di Atletica del paesello. L’altra invece la passa su Tumblr, col nome di lassateme-perde, dove accusa la società che le abbiamo posto davanti di essere ingiusta, e continua a fare proseliti su come combattere il sistema. Una di queste vite ha un futuro ... l’altra, no.”.
Ovviamente la vostra risposta spavalda è:
“Io me ne frego dei suoi metodi da Gestapo del cazzo! Intanto le mostro il mio dito medio, e mi fa fare la mia fottuta telefonata”.
A questo punto, il nostro personaggio immaginario, che chiameremo con un guizzo di fantasia Agente Smith, vi infila una cimice, ma stavolta non per l’ombelico, ma su per il ... ok, se semo capiti.
All’improvviso vi risvegliate, e vi è arrivata un’email. Felicità top, vi chiamano per un colloquio dall’altro lato dell’Italia. Certo, vi mancherà mamma’, machisenefotte, io voglio essere indipendente e guadagnare schifosamente!
Belli felici, vi avviate al colloquio. Vi accoglie uno che è preciso preciso all’Agente Smith. Ma lì minimizzate, chi non ha un sosia nella vita. Lui apre un faldone, e chiede:
“Mr. Anderson, benvenuto. Mi racconti di lei.”
Snocciolate tutta la vostra cultura, Nikola Tesla vi fa una pippa, avete appena messo in discussione la Relatività Ristretta e il Time vi ha dedicato una pagina, che avete allegato al curriculum. Ma lui si guarda le unghie, risponde al cellulare, fa una battuta sessista alla ragazza gnocca della reception, si gratta pure il pacco, e poi vi interrompe con un:
“Va bene, le diamo 23.000 euro lordi all’anno, con un contratto a tempo determinato. Perché noi crediamo in lei, Mr. Anderson, so già che lei farà grandi cose.”
Al che voi chiederete maggiori informazioni ...
“Mr. Anderson, lei conduce due vite ...”
E voi, memori del trattamento:
“No, lasci stare, ho afferrato. Va bene così”.
Machisenefotte, avete un lavoro! Oh, cazz, 23.000 euro lordi, e chi li ha visti mai!
Realizzate sul posto che vi siete avviati così, alla cazzo, da casa, senza cercare un riparo per le intemperie. Sotto con gli annunci di casa, dicendo a voi stessi “ma col cazzo che torno a convivere con gli inquilini, adesso ho una vita!”. Durante la ricerca vi arrangiate da un amico.
Al primo giorno di lavoro, vi accoglie il vostro capo, pelato ma con i capelli ai lati della testa (sono tutti così), e questo è il vostro primo dialogo:
Lui: Cristo, un rifiuto dell’università, potrei pure morire ...
Voi: Come la devo chiamare?
Lui: Chiamami DIO!
(chi indovina da quale film è preso questo dialogo ha una birra pagata).
Inizia a mancarvi mamma’, ma siete troppo orgogliosi per tornare indietro.
Alla prima busta paga realizzate che tra IRPEF, TFR, contributi pensionistici a perdere, tassazione regionale, S.S.N., assicurazioni, spaludamento della Padana, contributo per salvare il Panda in estinzione e il lifting di Barbara d’Urso, non arrivate manco a 1.200 netti. Si torna a convivere.
Però siete ottimisti, e pensate “vabbè, gli inizi sono difficili per tutti, pure all’Uni era così, ma adesso ci rifacciamo. Un paio di anni di lavoro, e potrò avere una casa mia!”.
Dopo due anni avete messo qualcosa da parte, mangiando come uno scoiattolo e inventando problemi gastrointestinali quando vi invitavano ad andare al cinema.
Trovate un appartamento da 35 mq. netti, roba che l’ONU invocherebbe la Tortura e il Mancato Rispetto dei Diritti Umani, ma sticazzi l’ONU, chi cazz se l’è cagato mai, io voglio andare a vivere da solo. E’ perfetto.
Andate in Banca, vi accoglie il Direttore. Uguale uguale all’Agente Smith pure lui, iniziate a sentire odore di bruciato. Ma adesso avete altri cazzi per la testa, non c’è tempo per fare dietrologie.
“Mr. Anderson, così lei vuole aprire un mutuo...”
Voi spiegate che è necessario per costruire la vostra vita, per iniziare ad investire sul vostro futuro, che è importante per la società investire sui giovani, siete i futuri pilastri dell’economia. Ma lui si guarda le unghie, risponde al cellulare, fa una battuta sessista alla cassiera gnocca allo sportello 2, si gratta pure il pacco, e poi vi interrompe con un:
“Firmi qui per avere 100.000 euro a tasso fisso, da restituire in 20 anni, dietro consegna della sua vita, quella dei suoi genitori, il vostro casolare in campagna, e diritto di disporre del vostro corpo dopo la morte.”
Vi lamentate che le condizioni sono eccessive, visto il vostro magro stipendio, ma lui:
“Mr. Anderson, lei conduce due vite ...”
Ringraziate il Santo Direttore e vi avviate all’uscita, pensando “massì, fa il suo lavoro ... poi adesso chiedo l’aumento al capo, e un po’ alla volta lo ripago”.
Vi rivolgete al capo, dicendo “lavoro qui da due anni, mai una vacanza, mai una malattia, lavoro anche nei weekend, ho dato il massimo, credo che debba essere riconosciuto il mio contributo in azienda!”
Al che lui si incazza, vi molla 2.000 euro lordi in più all’anno (che il Governo si fotterà il mese seguente con una finanziaria Lacrime e Sangue), e vi dice
“Non mi piaci Mr. Anderson. Ricordati che da oggi ti tengo d’occhio ... ricordati che DIO TI GUARDA!”
Dio e la Madonna solo sanno come avete fatto, ma siete riusciti a trovare una auto usata d’occasione, e vi caricate di altre rate. Tanto chi non ha debiti in Italia!!!
Alla prima uscita, beccate in pieno una buca grande quanto l’Etna, spaccate il semiasse, cerchione e ruote. Andate dal meccanico bestemmiando tutti i Santi in maniera periodica. Non ci crederete, embe’, Agente Smith pure lui. Non è possibile, cazzo!
“Mr. Anderson, qui c’è da rifare la testata del motore.”
Vi lamentate che si è rotto solo il semiasse, non siete esperti di meccanica, ma che cazzo c’entra la testata, ma lui si guarda le unghie, risponde al cellulare, fa una battuta sessista alla segretaria all’accettazione, si gratta pure il pacco, e poi vi interrompe con un:
“Mr. Anderson, lei conduce due vite ...”
Vi fate mettere anche i neon sotto le ruote, erano in offerta.
Risolta la casa, l’auto, il lavoro, siete esausti. Non avete avuto 5 minuti per voi, vi meritate una vacanza. Che belli sarebbero gli USA! New York, il vostro sogno da piccoli. Agenzia di viaggi, massì, chissenefrega! Non si vive per lavorare, si lavora per vivere!
Ormai vi siete rotti il cazzo di vedere Agenti Smith dovunque, ma tanto, in qualsiasi agenzia viaggi andate, c’è sempre lui. Ma stranamente, stavolta, non ha quella solita faccia da stronzo, anzi, vi offre anche il caffè, vi fa sentire importanti, padroni delle vostre scelte. Sì, Broadway, Times Square, tutto fighissimo. Tornate a casa con i biglietti e un sogno.
Ad una settimana dalla partenza, con già il poster del Boss nella valigia, si abbatte un tifone di quelli che non si erano mai visti prima, si innalzano i mari, New York sotto 10 mt. d’acqua, un troiaio assurdo. Il telefono squilla:
“Mr. Anderson, noi avevamo fatto l’assicurazione contro lo scioglimento della calotta polare artica? No? Male. Beh, le vengo incontro, le propongo come ripiego un weekend a Venezia”.
Al che fate notare che un viaggio a New York non c’entra proprio un cazzo con un weekend a Venezia, ma lui (anche se non lo vedete perché al telefono) si guarda le unghie, risponde al cellulare, fa una battuta sessista alla tipa del video di Pornhub che sta guardando, si gratta pure il pacco, e poi vi interrompe con un:
“Mr. Anderson, devo ricordarle quante vite conduce?”
Prendete l’opzione All-You-Can-Gondola, con una differenza di altri 200 euro.
E l’Agente Smith lo ritroverete al CAF, sarà il vostro dottore che vi dirà che avete il colesterolo a palla e quindi niente più pecorino romano, fino al giorno che vi ritroverete a guardare una Mara Venier virtuale su Rai 1, con una copertina sui piedi e un infermiere Agente Smith, ma ormai non capite più nulla e vi ostinate a chiamarlo “mamma”.
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Ovviamente è tutto uno scherzo, anche se alcuni dei fatti elencati sono presi dalla mia vita, altri gonfiati esageratamente per renderli buffi. Giusto per dirvi che di sfighe ne abbiamo a mazzi, tutti, in tutte le fasi della nostra vita, e abbiamo a mio parere tre scelte: ignorarle, fasciarci la testa, o incazzarci un giorno sì e uno no. Io ho scelto la terza.
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Contributi parlamentari: Deputati questori replicano a Boeri La Camera dei deputati, attraverso una nota dei deputati Questori - Stefano Dambruoso, Paolo Fontanelli e Gregorio Fontana - fornisce chiarimenti in ordine alle dichiarazioni rese dal Presidente dell'Inps, …
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Come Risparmiare Ogni Mese: Guida Pratica alla Regola del 50-30-20
Per affrontare il tema del risparmio mensile, la regola del 50-30-20 si pone come una metodologia chiara ed efficace, volta a organizzare il proprio budget in modo equilibrato e sostenibile. Questa strategia si basa sulla divisione del reddito netto in tre categorie principali: bisogni essenziali, desideri personali e risparmi. Attraverso questo approccio, si promuove una gestione finanziaria che contempla sia le necessità immediate sia la pianificazione a lungo termine, permettendo di vivere il presente senza compromettere il futuro.
Bisogni Essenziali: 50%
La prima sezione del budget, che corrisponde alla metà del reddito, è destinata ai bisogni essenziali. Questi includono tutte quelle spese inevitabili per mantenere uno standard di vita basilare, come:
Alloggio: affitto o mutuo, una delle voci più consistenti in questa categoria.
Bollette: luce, gas, acqua, e internet, indispensabili per la vita quotidiana.
Trasporti: costi di un veicolo o trasporto pubblico per recarsi al lavoro.
Assicurazioni: essenziali per proteggere sé stessi e i propri beni.
Alimentazione: spesa per cibo e beni di prima necessità.
Rimanere entro il limite del 50% richiede spesso di fare scelte ponderate, come optare per un alloggio più economico o ridurre le spese energetiche, per garantire che questa porzione del budget non venga superata.
Desideri Personali: 30%
Questa categoria accoglie tutte quelle spese che, pur non essendo essenziali, arricchiscono la qualità della vita, come:
Intrattenimento: uscite al cinema, abbonamenti a piattaforme streaming e eventi culturali.
Vacanze: viaggi e gite, importanti per il relax e l’arricchimento personale.
Hobby: attività ricreative che contribuiscono al benessere personale.
Ristorazione: cene fuori e caffè con gli amici, momenti di socializzazione.
È fondamentale mantenere questo segmento sotto controllo, evitando che le spese per i desideri erodano il budget destinato ai risparmi. Un buon metodo è stabilire priorità e valutare ogni spesa in base al piacere o al beneficio che apporta rispetto al suo costo.
Risparmi e Investimenti: 20%
La porzione finale del reddito, il 20%, dovrebbe essere dedicata a risparmi e investimenti. Questo segmento è cruciale per la sicurezza finanziaria futura e comprende:
Fondo di emergenza: una riserva di denaro per affrontare imprevisti senza dover intaccare le altre voci di spesa.
Pensione: contributi a piani pensionistici o altre forme di risparmio a lungo termine.
Investimenti: azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento, per far crescere il capitale.
La costruzione di un robusto fondo di emergenza, idealmente pari a 3-6 mesi di spese, è il primo passo. Successivamente, si può esplorare il mondo degli investimenti, iniziando magari con opzioni a basso rischio e diversificando nel tempo.
Implementazione Pratica
Per adottare la regola del 50-30-20, è essenziale partire da una chiara comprensione del proprio reddito netto e da un’accurata categorizzazione delle spese. Strumenti come app di budgeting o fogli di calcolo possono essere di grande aiuto per tracciare le spese e assicurarsi di rispettare le proporzioni stabilite.
Una sfida comune è rappresentata dalla tendenza a sottovalutare le spese occasionali o irrilevanti, che, sommate, possono compromettere l’equilibrio del budget. È quindi cruciale adottare un approccio olistico, considerando ogni uscita, per garantire una gestione finanziaria accurata e sostenibile.
Vantaggi e Limitazioni
La regola del 50-30-20 offre numerosi vantaggi, tra cui semplicità, flessibilità e un chiaro orientamento verso la sicurezza finanziaria. Tuttavia, può non adattarsi perfettamente a tutte le situazioni finanziarie; ad esempio, chi ha un debito significativo potrebbe dover dedicare una quota maggiore del budget al suo ammortamento, riducendo temporaneamente la parte destinata ai desideri o ai risparmi.
Conclusione
La regola del 50-30-20 si configura come un metodo intuitivo e accessibile per gestire il proprio budget, promuovendo un equilibrio tra le necessità immediate, il godimento della vita e gli obiettivi finanziari a lungo termine. Adattando questa regola alle proprie esigenze personali e rimanendo fedeli ai principi di base, è possibile costruire una solida base finanziaria, pronti ad affrontare le sfide future con maggiore serenità e sicurezza.
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Ti rendi conto di aver raggiunto un certo limite di età quando passi tutto il lunedì mattina a informarti sui contributi e i fondi pensionistici.
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LAVORO X TUTTI MA BEN PAGATO E MAI A NERO BISOGNA PAGARE I CONTRIBUTI AI FINI PENSIONISTICI..... MISTERI DOLOROSI PREGHIAMO DIO CHE VEDE TUTTO E PROVVEDE SEMPRE W GESÙ (presso Apricena) https://www.instagram.com/p/CliU0RDNB7_/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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