#consumi energetici
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Le sfide della sostenibilità ambientale nel settore immobiliare
La vetustà degli #edifici ed il loro sistema di #energia e #riscaldamento è un problema per il #pianeta. Occorre una #riqualificazioneverde degli edifici pubblici e privati, una sfida complessa che richiede una visione strategica nel lungo periodo.
Il settore immobiliare è uno dei principali responsabili dell’impatto ambientale a livello globale, sia per le emissioni di gas serra che per il consumo di risorse naturali. Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, gli edifici sono responsabili del 36% del consumo di energia finale e del 39% delle emissioni di CO2 nel mondo. In Italia, gli edifici pubblici sono responsabili del…
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Alessandria: Chiusure natalizie e provvedimenti viabili per l'installazione della ruota panoramica in Piazza Garibaldi
Tutte le informazioni utili su chiusure comunali durante le festività e le modifiche alla viabilità per l’attesissima ruota panoramica.
Tutte le informazioni utili su chiusure comunali durante le festività e le modifiche alla viabilità per l’attesissima ruota panoramica. Chiusure in occasione delle festività natalizie La città di Alessandria si prepara alle festività natalizie con alcune chiusure e variazioni nei servizi comunali. Per ottimizzare i consumi energetici e ridurre la spesa pubblica, l’amministrazione ha…
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La norma sull'utilizzo delle fonti rinnovabili stabilisce standard non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. Ecco perché sarebbe meglio un approccio più pragmatico e meno ideologico
Azzeccare previsioni è relativamente semplice, purché non riguardino il futuro. Questa volta però una previsione la facciamo: non vi è alcuna possibilità che gli obiettivi fissati nell’aggiornamento della Direttiva europea (RED III) per quanto riguarda le fonti rinnovabili possano essere raggiunti. Almeno in Italia, ma gli altri stati europei non stanno meglio. L’obiettivo fissato è che al 2030 siano rinnovabili il 42,5% dei consumi finali di energia più un obiettivo non vincolante (ma che significa?) del 45%. Attenzione, questo obiettivo non riguarda la sola energia elettrica, se fosse così già quasi ci saremmo, ma il 42,5 di tutta l’energia. Quindi dobbiamo nello stesso tempo aumentare la quota di energia elettrica prodotta con le rinnovabili e aumentare la quota di elettricità sul totale di energia consumata. E la differenza è enorme. L’elettricità infatti è oggi solo il 21,5 per cento del totale dell’energia consumata.
Per capire di che cosa stiamo parlando è meglio cominciare dai consuntivi, che al contrario delle previsioni presentano numeri certi. Nel 2022, secondo i dati del MASE, solo il 19% dei nostri consumi finali erano da rinnovabili. Sole, vento, idro, geo, ma anche rinnovabili termiche, compresa la legna da ardere, e un po’ di biometano. Nel 2014 era al 17,1. In 8 anni siamo quindi cresciuti di 2 punti. Nei prossimi 7 dovremmo crescere di 23, 5 punti, 12 volte in più del tasso di crescita registrato fin qui. Anche se facessimo oggi tutta l’elettricità con le rinnovabili, cosa impossibile, ci fermeremmo al 31,8, più di 10 punti sotto l’obiettivo. In Europa le cose vanno appena meglio. Siamo al 21% medio, appena due punti sopra l’Italia, grazie soprattutto ad alcuni paesi del Nord Europa, come Svezia e Finlandia, ricchi di idroelettrico e legname.
Da noi la discussione �� tutta centrata sulle rinnovabili elettriche, ma occorre capire che in realtà si tratta di perseguire, come detto, un doppio obiettivo. Non solo aumentare la produzione da rinnovabili, ma contemporaneamente aumentare di molto la quota di consumi energetici soddisfatti dall’elettricità. Dal 21,5 % di oggi al 29% nel 2030. Sembrano pochi 8 punti. Ma il combinato disposto fra le due cose, più rinnovabili e più elettricità nei consumi finali in un tempo così breve, comporta obiettivi irrealizzabili. Stessa cosa per le altre rinnovabili termiche.
Diversi studi, TERNA, Confindustria, Università di Padova, hanno fatto i conti e indicato cosa occorrerebbe fare. Bisognerebbe da oggi al 2030 installare 700.000 pompe di calore all’anno. Immatricolare 1 milione di auto elettriche all’anno. Nel 2022 sono state 50.000. Installare 120 GW di nuove rinnovabili al ritmo di quasi 20 all’anno contro i 3 dell’anno scorso e almeno 120 GWh di sistemi d accumulo. Aumentare di 15 volte la produzione di biometano. Naturalmente il mix può cambiare, ma siccome nessuno di questi obiettivi singolarmente ha serie possibilità di essere raggiunto le cose non cambiano. Non credo ci sia un solo esperto di problemi energetici che possa ritenere questi obbiettivi realizzabili. Rimane da capire perché l’Europa si ostini ad alzare l’asticella di obiettivi chiaramente non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. E perché l’Italia che pure ha fatto molti compiti a casa non faccia presente che forse un po’ di realismo servirebbe. Negli stessi giorni dell’approvazione della Direttiva la Presidenza spagnola ha predisposto un documento dai toni più che allarmistici sulla carenza di una serie di materiali necessari per soddisfare tutte le esigenze. Con il rischio che i costi vadano alle stelle e la dipendenza dalla Cina, dice il documento, raggiunga lo stesso livello di quella precedente dalla Russia. Suona quindi surreale il commento del relatore tedesco Markus Pieper del Ppe secondo il quale “questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica”. Il punto è che la Ue si è incastrata da sola ponendosi un obiettivo, quello delle zero emissioni al 2050, che la costringe a stabilire tappe intermedie altrettanto velleitarie. L’unico risultato per il momento è la perdita di competitività dell’industria europea, la creazione di mercati, auto elettriche e rinnovabili, per i produttori cinesi, l’aumento dei costi per imprese e famiglie. Nel frattempo il contributo delle emissioni europee al totale mondiale continua a scendere. Soprattutto perché crescono quelle degli altri.
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GLI EDIFICI AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA IN ITALIA SUPERANO QUELLI INEFFICIENTI
Le prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale italiano hanno raggiunto per la prima volta una percentuale di edifici nelle classi energetiche più efficienti che supera il 50%.
I dati raccolti sulla base degli Attestati di Prestazione Energetica registrati confermano il miglioramento delle prestazioni energetiche nel settore residenziale dove l’incremento delle classi più efficienti (A4-B) è stato di circa il 6% rispetto al 2022. Il Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici realizzato da ENEA e dal Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente mostra un rapido aumento della qualità degli edifici in Italia e raccoglie le rilevazioni del percorso di perfezionamento dei Catasti Energetici Unici regionali, in funzione dello sviluppo del Catasto Unico Nazionale, del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici, strumenti che stanno implementando nuove pratiche di sostenibilità energetica per gli edifici e per la transizione verso la decarbonizzazione e un loro minore impatto ambientale.
La certificazione energetica, nota anche come Attestato di Prestazione Energetica, è un documento che descrive le caratteristiche energetiche di un edificio, abitazione o appartamento. Questo certificato fornisce informazioni sul consumo annuo di energia primaria necessario per l’uso dell’edificio e offre suggerimenti per eventuali interventi migliorativi per ridurre i consumi. L’APE è obbligatorio in casi come la compravendita, l’affitto, le nuove costruzioni e le ristrutturazioni importanti. È rilasciato da tecnici abilitati indipendenti e certificati ed è valido per 10 anni. I tecnici valutano l’immobile calcolando una classe di prestazione energetica che va dalla G (meno efficiente) alla A4 (più efficiente).
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Fonte: ENEA; immagine di Condrin Rusu
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Solbiate Olona Comune per la sostenibilità e l’efficienza energetica
Il Comune di Solbiate Olona ha partecipato al Bando "Avviso C.S.E. 2022 - Comuni per la sostenibilità e l’efficienza energetica" per la concessione di contributi a fondo perduto per la realizzazione di interventi di efficienza energetica anche tramite interventi per la produzione di energia rinnovabile negli edifici delle Amministrazioni comunali". Dopo aver completato la posa dei pannelli fotovoltaici sul Municipio, ecco il progetto che riguarda il Plesso Scolastico Aldo Moro, sito in via Martiri della Libertà 2 con l' INSTALLAZIONE DI NUOVE CALDAIE A CONDENSAZIONE (Delibera di Giunta N. 81 del 08-08-2023)
PNRR - Programma Operativo Nazionale Impesa e Competitività 2014 - 2020 - Asse VI “Promuovere il superamento degli effetti della crisi nel contesto della pandemia di COVID-19 e delle sue conseguenze sociali e preparare una ripresa verde, digitale e resiliente dell’economia”, obiettivo specifico RA 4.1 “Riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali e integrazione di fonti rinnovabili” Finanziato con le risorse del programma Europeo REACT EU P.S. Ricordiamo che attraverso un altro bando regionale erano già stati installatti i pannelli fotovoltaici sia sul tetto della Scuola Media sia sulla palestra
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Nuovo impianto di climatizzazione all’ufficio postale di via Luna e Sole
Sassari. Poste Italiane comunica che presso l’ufficio postale di via Luna e Sole a Sassari è stato installato ed è già operativo un nuovo impianto di climatizzazione, in grado di ottimizzare il microclima interno sia negli ambienti aperti al pubblico sia nei locali utilizzati esclusivamente dal personale. L’intervento, che consentirà una sensibile riduzione dei consumi energetici e delle…
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Nuove soluzioni per ridurre consumi energetici nell'elettronica
Studio di ateneo Udine e Mit Boston su Nature Electronics Read More Studio di ateneo Udine e Mit Boston su Nature Electronics RSS di Tecnologia – ANSA.it
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L’ora solare è in arrivo: scopri come e perché cambiamo le lancette!
L'ora solare è quel momento dell'anno in cui riportiamo le lancette indietro di un'ora. Ma perché lo facciamo?
L’ora solare è quel momento dell’anno in cui riportiamo le lancette indietro di un’ora. Ma perché lo facciamo? È una tradizione che risale al 1916, pensata per ottimizzare i consumi energetici. L’idea era semplice: sfruttare al massimo le ore di luce naturale per risparmiare energia, soprattutto durante i mesi invernali quando le giornate sono più corte. Da allora, due volte l’anno cambiamo il…
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Umidificatore SwitchBot: zero stress, solo comfort - la review definitiva
Mentre controlliamo quotidianamente la temperatura di casa grazie al termostato, spesso trascuriamo un elemento altrettanto importante: l'umidità. Questo fattore, apparentemente secondario, gioca in realtà un ruolo fondamentale per il nostro benessere e il comfort domestico. Quando l'aria è troppo secca, gli effetti negativi sono molteplici: dalle fastidiose irritazioni a pelle, labbra e occhi, fino a problemi più seri come congestione nasale, tosse secca e gola irritata. Non solo: l'aria troppo secca può anche danneggiare i mobili in legno e le nostre amate piante d'appartamento, senza contare l'aggravarsi dei sintomi per chi soffre di allergie o asma. La soluzione più ovvia sarebbe un umidificatore, ma quelli tradizionali presentano diversi inconvenienti: componenti meccaniche soggette a rotture, necessità di utilizzare acqua specifica, pulizia complicata, consumi energetici elevati e la continua incertezza su quando, dove e quanto utilizzarli. È qui che entrano in gioco due dispositivi innovativi: l'umidificatore a evaporazione SwitchBot con riempimento automatico e il SwitchBot Meter Pro. Questa combinazione rappresenta una vera rivoluzione nella gestione dell'umidità domestica. Immaginate di poter mantenere il livello di umidità ideale in casa vostra senza dover fare assolutamente nulla: il sistema si occupa di tutto autonomamente, persino di riempire il serbatoio dell'acqua quando necessario. Non è questa la vera tecnologia intelligente che tutti desideriamo? Come Funziona Nel mio sistema domotico utilizzo molti dei loro prodotti, ma non avevo ancora fatto nulla per migliorare il livello di umidità in casa. Questo umidificatore a evaporazione è diverso: replica l'umidità naturale attraverso una ventola che soffia aria su un filtro a stoppino imbevuto d'acqua, con una durata fino a quattro anni. Il risultato? Aggiunge umidità all'aria senza lasciare alcun residuo. Il dispositivo funziona silenziosamente e si integra perfettamente con il vostro sistema domotico grazie alla tecnologia Matter, permettendo la connessione con Amazon, Apple, Google e Home Assistant. Ma la vera rivoluzione è l'automazione completa: quando abbinato al robot SwitchBot S10, può addirittura ricaricare autonomamente il proprio serbatoio d'acqua - una caratteristica davvero unica nel suo genere. Funzionamento Silenzioso e Pratico L'Umidificatore a Evaporazione SwitchBot si distingue per il suo capiente serbatoio da 4,5 litri, facilmente ricaricabile. Il suo fiore all'occhiello è il filtro a stoppino, che può durare fino a quattro anni (la durata effettiva dipende dalla durezza dell'acqua), garantendo così un funzionamento prolungato senza problemi. Un pratico indicatore del livello dell'acqua permette di monitorare il serbatoio senza dover rimuoverlo. Particolarmente notevole è la sua silenziosità: con un livello sonoro inferiore ai 18 decibel, è paragonabile a un sussurro. Questa caratteristica lo rende perfetto per l'utilizzo in camere da letto, stanze dei bambini e uffici, dove il silenzio è fondamentale. Il design compatto, arricchito dalla presenza di rotelle, offre un'ottima mobilità: potrete spostarlo facilmente da una stanza all'altra in base alle vostre esigenze, adattandosi perfettamente ai diversi ambienti della casa. L'Umidificatore SwitchBot e la Tecnologia Matter L'integrazione con Matter, disponibile quando l'umidificatore è abbinato allo SwitchBot Hub 2, rappresenta una caratteristica fondamentale di questo dispositivo. Questa compatibilità apre le porte a un mondo di possibilità: il dispositivo si integra perfettamente con diverse piattaforme domotiche, HomeKit incluso. Grazie al supporto Matter, potrete controllare l'umidificatore direttamente dall'app Home, utilizzare i comandi vocali tramite Siri e sincronizzarlo con altri accessori HomeKit, creando un ecosistema domestico davvero intelligente. L'Innovativa Integrazione con il Robot S10 Ma c'è di più: l'Umidificatore SwitchBot si distingue per una caratteristica davvero unica - la sua capacità di integrarsi con il Robot Aspirapolvere SwitchBot S10. Questa funzionalità rappresenta un salto qualitativo nell'automazione domestica: il robot S10 può utilizzare la stessa fonte d'acqua sia per riempire il proprio serbatoio che per ricaricare automaticamente l'umidificatore. Un esempio concreto di come la tecnologia possa semplificare la gestione quotidiana della casa. Considerazioni Finali Questa combinazione di dispositivi risolve brillantemente sia i problemi legati all'aria secca degli ambienti interni, sia gli inconvenienti tipici degli umidificatori tradizionali. È una soluzione completamente automatizzata che vi permette di godere della vostra casa anziché dover perdere tempo a prendervene cura. In altre parole: più comfort, meno preoccupazioni. Il prodotto è disponibile sul sito ufficiale e direttamente su Amazon. Read the full article
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Chip laser per i nuovi computer quantistici
La luce si prepara a rivoluzionare i computer. Per rendere più veloci quelli tradizionali e quelli quantistici. Le particelle di luce, i fotoni, si preparano rivoluzionare i computer, accelerandone la velocità e le prestazioni nel calcolo. E' questa la strada indicata da due ricerche internazionali, la prima a guida giapponese e la seconda a guida italiana. La prima notizia è pubblicata sulla rivista Advanced Photonics dal gruppo di ricerca dell'Università di Tokyo guidato da Ryoichi Horisaki e indica che l'uso dei fotoni potrebbe favorire la nascita di una nuova generazione di computer classici. Lo studio giapponese riprende infatti alcune ricerche pioneristiche che negli anni ’80 si proponevano di utilizzare le particelle di luce nei tradizionali chip, così da rendere il calcolo più rapido e riducendo il dispendio di energia.
Nuovi modi per fare computazione usando la luce (fonte_ Mashiko et al. CC-BY-ND Questa strada però non è stata seguita per problemi legati principalmente ai costi e perché nel frattempo i chip basati sull’elettronica hanno dimostrato grandi miglioramenti. Ma oggi, affermano i ricercatori giapponesi, nuove applicazioni come quelle legate all’Intelligenza Artificiale richiedono potenza e velocità sempre maggiori e nello stesso tempo il problema dei consumi energetici è sempre più pressante. I fotoni, per i quali il gruppo giapponese presenta nuovi possibili utilizzi all’interno dei chip, tornano dunque a essere un’opportunità da esplorare. Contemporaneamente la rivista Nature Photonics pubblica lo studio internazionale guidato dall'italiano Fabio Sciarrino dell’Università Sapienza di Roma, con l’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche e con l'Iberian Nanotechnology Laboratory finanziato dal progetto europeo Phoqusing, presenta un nuovo approccio per usare fotoni come generatore di casualità matematica. “La generazione e la manipolazione di variabili casuali, apparentemente facile, si dimostra invece una questione complessa e ha ricadute importanti in molti problemi fisici, soprattutto per la computazione sia classica che quantistica e qui proponiamo una nuova soluzione utile per molte applicazioni”, ha detto Sciarrino commentando il risultato ottenuto anche nell’ambito della collaborazione con il Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing, Icsc. Read the full article
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🛫 Transizione 5.0: al via la presentazione delle domande
✅ La misura concede un beneficio sotto forma di credito d'imposta proporzionale alla spesa sostenuta per investimenti finalizzati alla riduzione dei consumi energetici delle imprese
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Aumento del prezzo del gelato: le cause
Negli ultimi tre anni, il prezzo del gelato in Italia è cresciuto del 30%, ben al di sopra del tasso di inflazione. Questo incremento ha sorpreso molti consumatori, che si interrogano sulle ragioni di questo rincaro. L'articolo esamina le cause di tale aumento, incluse le spese per energia e materie prime, e il loro impatto nelle varie città italiane. Aumento del prezzo del gelato in Italia I costi medi del gelato in vaschetta sono passati da 4,52 euro/kg nel 2021 a 5,86 euro/kg nel 2024, segnando un aumento del 29,6%. Questo rialzo è quasi doppio rispetto al tasso di inflazione del 15,7% nello stesso periodo. Il gelato artigianale ha registrato aumenti ancora più marcati, con prezzi che variano tra i 20 e i 28 euro al kg. A Roma, un cono piccolo può arrivare a costare fino a 5 euro in alcune gelaterie del centro storico. Sebbene i consumi siano in espansione, con un incremento annuale previsto del 6%, i rincari hanno un effetto rilevante sul budget dei consumatori. Differenze di prezzo tra le città L'aumento dei prezzi del gelato non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Le città più costose includono Forlì (8,28 euro/kg), Firenze (7,79 euro/kg), Bolzano (7,39 euro/kg), Ancona (7,13 euro/kg) e Milano (7,08 euro/kg). Al contrario, le città più economiche sono Cuneo (4,21 euro/kg), Arezzo (4,59 euro/kg), Siena e Padova (entrambe a 4,60 euro/kg). Il settore dei gelati artigianali mostra una situazione simile, con prezzi che variano notevolmente e costi elevati in località turistiche e grandi metropoli. Cause degli aumenti: caro energia e materie prime Le principali cause dell'aumento dei prezzi del gelato risiedono nell'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia. Ecco un'analisi approfondita: - Produzione e Lavorazione: La produzione del gelato richiede macchinari per miscelare, congelare e confezionare, che consumano elevate quantità di elettricità e gas. L'aumento dei costi energetici ha reso più gravosa l'operatività di queste apparecchiature, incrementando i costi di produzione. - Conservazione: Il gelato deve essere conservato a temperature molto basse durante l'intera catena di distribuzione, dal produttore al punto vendita. L'aumento dei costi energetici si traduce in spese più alte per mantenere i sistemi di refrigerazione funzionanti, influenzando direttamente il prezzo finale del prodotto. - Trasporto: Il trasporto del gelato richiede veicoli refrigerati che utilizzano carburante. L'aumento dei prezzi dei carburanti comporta costi logistici maggiori. - Materie Prime: Anche le materie prime usate nella produzione del gelato, come latte, zucchero e cacao, hanno visto aumenti di prezzo, parzialmente dovuti ai costi energetici delle aziende agricole e dei produttori di questi ingredienti. - Costi Operativi dei punti vendita: I negozi di gelato e i supermercati devono mantenere i loro congelatori in funzione tutto il giorno, aumentando il consumo dei frigoriferi. L'incremento delle tariffe elettriche si traduce in spese operative maggiori, che spesso vengono trasferite ai consumatori sotto forma di prezzi più elevati. Impatto dell’aumento del prezzo del gelato sui punti vendita e prospettive future L'aumento dei prezzi del gelato influisce sul budget dei consumatori ma ha anche conseguenze significative per i punti vendita. Ecco come: - Innovazione e Efficienza: Le previsioni per il futuro indicano che i prezzi del gelato potrebbero continuare a salire. Se i costi energetici e delle materie prime rimangono elevati, i produttori potrebbero dover trasferire ulteriori aumenti di costo ai consumatori. Tuttavia, un incremento della domanda potrebbe incentivare l'innovazione e l'efficienza nei processi produttivi, contribuendo a contenere i costi. - Crescita del Mercato: Il mercato del gelato in Italia continua a espandersi, con consumi pro-capite di circa 2,14 kg per il gelato industriale e una spesa annua di circa 43 euro a cittadino per il gelato artigianale. Questo settore, che genera circa 5 miliardi di euro di fatturato, rimane un pilastro dell'economia italiana, con circa 39.000 gelaterie che impiegano 75.000 persone. L'aumento dei prezzi del gelato è un fenomeno complesso influenzato da vari fattori, tra cui l'innalzamento dei costi energetici e delle materie prime. Le variazioni di prezzo tra le diverse città italiane riflettono queste dinamiche, così come l'impatto della crescente domanda, soprattutto da parte dei turisti. Sebbene le previsioni suggeriscano ulteriori rialzi, l'industria del gelato potrebbe trovare soluzioni innovative per mitigare questi costi e continuare a soddisfare le aspettative dei consumatori. Per ulteriori dettagli su come gestire i costi energetici, puoi consultare il nostro articolo sui costi di subentro e attivazione delle utenze. Se sei interessato alle offerte per l'energia e come possono influenzare i prezzi dei tuoi beni, scopri le migliori offerte di Engie. Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/aumento-prezzo-gelato/ Foto di Steve Buissinne da Pixabay Read the full article
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Cambio dell’ora: Il ritorno dell’ora solare e i suoi effetti su persone e industrie. Di Alessandria today
Come l'ora solare influisce sui consumi energetici, sulle abitudini e sulle strategie industriali.
Come l’ora solare influisce sui consumi energetici, sulle abitudini e sulle strategie industriali. Il ritorno dell’ora solare è previsto per la notte tra il 26 e il 27 ottobre 2024, quando le lancette andranno spostate indietro di un’ora. Oltre a modificare il ciclo di luce naturale, questo cambiamento stagionale può avere effetti concreti sui consumi energetici, sulle abitudini quotidiane e…
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Industria 5.0, il nuovo progetto di FCI
La redazione AIDR ci illustra in maniera efficace il progetto innovativo Industria 5.0 della Fondazione Creativi Italiani. La medesima Fondazione è stata presentata, o meglio introdotta, proprio da AIDR in un loro precedente articolo che potete leggere e/o rileggere qui. Industria 5.0, il nuovo progetto di FCI per sostenere la transizione ecologica delle imprese
La Fondazione Creativi Italiani, nell’ottica della propria missione di rigenerazione ai diversi livelli, ha recentemente varato un programma innovativo dedicato all’Industria 5.0, un passo ulteriore nella transizione ecologica delle imprese.
Con il supporto di un qualificato Advisory Board, il nuovo progetto mira a sostenere la trasformazione del panorama industriale italiano, rendendolo più sostenibile e all’avanguardia. Cos’è l’Industria 5.0? Industria 5.0 rappresenta l’evoluzione naturale dell’Industria 4.0, che ha visto l’integrazione di tecnologie digitali avanzate nelle catene di produzione. Mentre l’Industria 4.0 si concentra su automazione, interconnessione e analisi dei dati, l’Industria 5.0 pone l’accento su un'interazione armoniosa tra uomo e macchina, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’ecologia. Il concetto centrale dell’Industria 5.0 è quello di creare un equilibrio tra tecnologie avanzate e competenze umane, sfruttando l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT), la robotica collaborativa e le tecnologie verdi per sviluppare processi produttivi più efficienti e rispettosi dell’ambiente. Le Tecnologie della Transizione Il programma varato dalla Fondazione Creativi Italiani introduce diversi modelli adattivi che possono essere applicati in imprese di ogni dimensione, dalla piccola azienda familiare alla grande multinazionale. Le tecnologie chiave includono: 1. Intelligenza Artificiale (IA): Utilizzata per ottimizzare i processi produttivi, ridurre gli sprechi e migliorare la qualità del prodotto. L’IA può prevedere guasti e inefficienze, consentendo interventi tempestivi che riducono il consumo energetico. 2. Internet delle Cose (IoT): Dispositivi interconnessi che monitorano e controllano le condizioni operative in tempo reale. Questo permette una gestione più precisa delle risorse e una riduzione dei consumi energetici. 3. Robotica Collaborativa (Cobots): Robot progettati per lavorare insieme agli esseri umani, migliorando la produttività e la sicurezza sul lavoro. I cobots possono eseguire compiti ripetitivi e pericolosi, lasciando agli operatori umani le attività più creative e a valore aggiunto. 4. Tecnologie Verdi: Include l'adozione di energie rinnovabili, sistemi di gestione energetica avanzati e processi di produzione a basse emissioni. L’uso di materiali riciclati e la riduzione dell'impronta di carbonio sono obiettivi primari. Vantaggi per le Imprese Le imprese che adottano i modelli dell’Industria 5.0 possono aspettarsi numerosi vantaggi, tra cui: • Riduzione dei Consumi Energetici: Implementando tecnologie intelligenti e processi ottimizzati, le aziende possono ridurre i consumi energetici fino al 15%. Questo non solo diminuisce i costi operativi, ma contribuisce anche a un impatto ambientale più positivo. • Vantaggi Normativi: L’adesione alle pratiche sostenibili può facilitare il rispetto delle normative ambientali in continua evoluzione. Le imprese che si dimostrano ecologicamente responsabili possono beneficiare di incentivi fiscali, sovvenzioni e agevolazioni regolatorie. • Reputazione Migliorata: Le aziende che si impegnano nella sostenibilità tendono a godere di una migliore reputazione presso i consumatori, gli investitori e i partner commerciali. Questo può tradursi in un vantaggio competitivo sul mercato. • Innovazione e Competitività: Adottare le tecnologie dell’Industria 5.0 significa rimanere all’avanguardia dell’innovazione, migliorando la competitività e la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato. Il Ruolo della Fondazione Creativi Italiani La Fondazione Creativi Italiani, con il sostegno dell'advisory board, sta realizzando un ecosistema favorevole all'adozione dell'Industria 5.0. Attraverso seminari, workshop e consulenze personalizzate, la fondazione fornisce alle imprese le conoscenze e gli strumenti necessari per intraprendere questo percorso di trasformazione. La Presidente Vanna Fadini ha dichiarato: “L’Industria 5.0 non è solo una questione di tecnologia, ma di mentalità. Vogliamo aiutare le imprese a comprendere che la sostenibilità e l’innovazione sono due facce della stessa medaglia. Investire in processi produttivi sostenibili non è solo un dovere etico, ma anche una strategia economica vincente per il futuro”.Immagine di copertina: AIDR Read the full article
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UNA NUOVA TECNOLOGIA PER REFRIGERARE RIDUCE DEL 30% I CONSUMI
Una nuova tecnologia sviluppata dall’Oak Ridge National Laboratory del Tennessee (USA) è riuscita ad ottenere un sistema per la refrigerazione degli alimenti che riduce le emissioni di carbonio del 30%.
Centinaia di milioni di frigoriferi domestici nel mondo consumano fino a 2 kilowatt di elettricità al giorno utilizzando compressori che si accendono e si spengono giorno e notte, pompando refrigeranti attraverso le serpentine dell’evaporatore per mantenere basse temperature, con alti consumi energetici ed emissioni di carbonio. L’innovazione di questa tecnologia si basa su evaporatori avanzati che utilizzano materiali a cambiamento di fase installati in ciascun compartimento per l’accumulo di energia fredda. Questi materiali immagazzinano e rilasciano energia quando il loro stato passa da solido a liquido o viceversa. I ricercatori hanno applicato metalli porosi, una tecnologia di sbrinamento a contatto diretto e un refrigerante con un basso potenziale di riscaldamento globale per migliorare le prestazioni e ridurre al minimo l’impatto ambientale dei frigoriferi tradizionali, realizzando un nuovo modo di effettuare la refrigerazione domestica che esegue un ciclo una volta durante la notte e mantenendo la temperatura e le prestazioni durante tutto il giorno.
“I materiali a cambiamento di fase sono integrati con serpentine dell’evaporatore per mantenere la temperatura costante, richiedendo un ciclo operativo e consentendo ai frigoriferi di funzionare quasi al 100% di notte, quando il consumo di energia è inferiore”, ha spiegato Zhiming Gao dell’ORNL. “Questo permette di ridurre la domanda di elettricità, fa risparmiare sui costi e mantiene l’efficienza.”
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Fonte: Oak Ridge National Laboratoy; foto di 燕京赵大知��分子
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Immoralità degli emolumenti capitalistici legati ai ricavi
di Roberto Dolci per Zafferano News
$56 miliardi possono essere i ricavi di una multinazionale come Intel, o la paga di Elon Musk: nel primo caso nessuno si stupisce, nel secondo il dibattito alza i toni a livello di curva sud. Come al solito, proviamo a distinguere tra legge, etica e logica.
Teniamo conto che questa cifra era già stata approvata dal consiglio di amministrazione aziendale, ma annullata da un giudice del Delaware, dove ha sede legale Tesla: perché mai un tribunale debba immischiarsi nei fatti leciti di un’azienda, visto che dovremmo essere in un sistema liberale e non in un gulag, è dubbio. La sentenza si basa sulla presunzione dell’eccessivo controllo di Musk sul resto del consiglio, qualifica la somma come “incomprensibile” (unfathomable), e decreta che questa retribuzione miliardaria sia annullata. La legge non ha nulla da ridire sulla paga stratosferica degli sportivi o artisti migliori, che sicuramente lanciano bene una palla, cantano sguaiatamente da un palco, ma non danno lavoro a tante persone quante ne dà Tesla. Infatti, il giudice non esprime alcun giudizio morale sul famoso imprenditore, né sulla cifra: insiste invece sulla presunta mancanza di effettivo controllo degli amministratori, a scapito degli azionisti. Dura lex, sed lex.
Oggi gli azionisti hanno votato e deciso di pagarlo, smentendo gli scrupoli del giudice. Questa cifra astronomica nasce nel 2018, quando Musk scommette tutto su una Mission Impossible: in quel momento l’azienda vale $59 miliardi e lui promette di aumentarne il valore fino a $650 miliardi. Non ci crede nessuno, forse nemmeno lui, e gli azionisti approvano questo piano di remunerazione in azioni che, nella quasi impossibile ipotesi dell’ottenimento dei risultati, gli darebbe i $56 miliardi. Ha scommesso, oggi ha vinto: etico o immorale?
In generale il consiglio di amministrazione è sempre dalla parte del CEO, e le cronache recenti ci raccontano delle paghe milionarie dei capi delle grandi aziende americane: dai $40 milioni all’anno nelle banche, ai $25 milioni nell’automotive, in USA paghiamo quattro o cinque volte quanto si fa in Europa, ed i risultati non lo giustificano. Perché mai il CEO di GM dovrebbe prendere cinque volte quello di BMW e undici volte quello di Honda, quando proprio la terza fa meglio delle altre due? Molti CEO presentano PowerPoint e tengono a dieta i loro dipendenti, dopo che già li han spostati nei paesi in via di sviluppo, ma non costruiscono nulla. Teniamo conto anche che paghe da $30-40 milioni l’anno consentono ad una serie di altri capi, da rettori universitari a direttori di ospedali e fondazioni, di guadagnare $3-4 milioni, e questo porta il famoso 0.1% della popolazione a prendere $3.3 milioni l’anno, mentre il 50% della popolazione americana non arriva a fine mese. E questo giudizio etico su cosa lo vogliamo dare: sulla cifra o sul prodotto? Fate il vostro gioco: è meglio una persona da $56 miliardi che ci dà milioni di posti di lavoro, razzi che atterrano in retromarcia, impianti biomedicali nel cervello, ed un Twitter su cui leggere di tutto, o migliaia di CEO che producono PowerPoint e prodotti noiosi per decine di milioni di dollari di stipendio?
Infine, la logica. Musk ha vinto una scommessa ritenuta impossibile, nessuno nel 2018 pensava potesse farcela. Pagarlo significa riconoscere il suo merito, l’indubbia dose di fortuna, ma anche tenerlo al timone per il futuro. Gli azionisti che in massa hanno approvato i $56 miliardi contano sul fatto che continui a far crescere l’azienda allo stesso modo. Pia illusione: il fatto che sia andato bene una volta non significa che faccia lo stesso in futuro. I concorrenti adesso ci sono, e molto aggressivi, mentre nel 2018 Tesla era sola in un mercato vergine. La crescita dei consumi energetici, una rete di distribuzione antiquata e la mancanza di caricatori sufficienti per tutte le EV in circolo, danno un contesto molto diverso rispetto a sei anni fa. Specialmente, la capacità di sorprendere di Musk è venuta meno: azionisti, politici, concorrenti ne hanno preso le misure. Logica vorrebbe pagargli i $56 miliardi per la scommessa vinta, ma a comode rate annuali, controllando che continui a crescere come negli anni precedenti.
Una cosa è certa: nessuno tra redazione e lettori di Zafferano.News ha l’imbarazzo di spendere $56 miliardi.
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