#aumento bollette famiglie
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Bollette: Un rialzo dei prezzi di luce e gas, ecco cosa accadrà a famiglie e imprese
Una panoramica sugli aumenti e sulle conseguenze per cittadini e aziende.
Una panoramica sugli aumenti e sulle conseguenze per cittadini e aziende. La recente notizia di un rialzo delle bollette di luce e gas sta destando grande preoccupazione tra le famiglie e le imprese italiane. Questo aumento, frutto di un complesso intreccio di fattori economici e geopolitici, avrà un impatto significativo sul bilancio di milioni di cittadini. Il Sole 24 Ore ha approfondito la…
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aetheriumechoes · 6 days ago
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Foto con Trump, ma a che prezzo? Dazi ignorati, tasse in aumento e diritti cancellati
Va bene, si è fatta le foto con Trump. Ma i dazi? Non se n’è parlato.
Nel frattempo, spenderemo 10 miliardi in più in armi USA e aumenteremo la spesa per la difesa al 2% del PIL — altri miliardi di euro che finiranno per pesare sulle spalle dei cittadini italiani.
Vedremo aumentare ancora una volta la tassazione, mentre le spese per la coesione sociale verranno ridotte. Tutto in silenzio, tutto sotto traccia. I più deboli, come sempre, non avranno la forza di reagire, ma si vedranno togliere diritti e aiuti.
E se, per ipotesi, questo “patto” porterà davvero gli USA a ridurre o eliminare i dazi sull’Italia, come la prenderà l’Unione Europea? Dopo che l’abbiamo pugnalata alle spalle trattando da soli con Washington?
Ma se invece i dazi verranno comunque applicati, anche solo al 10%, sarà una sconfitta clamorosa per il nostro Paese, che avrà speso miliardi senza ottenere nulla in cambio.
Non va assolutamente bene. Abbiamo una leader che si preoccupa solo dell’immagine, della propaganda, dei suoi interessi personali. Una Presidente del Consiglio che gioca a fare la VIP, mentre le famiglie italiane si ritrovano con più tasse e meno diritti.
Belle parole e foto non pagano le bollette. E se il popolo crede che “va tutto bene”, allora così sia. Ma la realtà presenterà presto il conto.
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oraultima · 2 months ago
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newsnoshonline · 1 year ago
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Il Dipartimento di Energia rilascia nuove regole di efficienza per scaldabagni e altri elettrodomestici Standard di efficienza energetica per elettrodomestici Il Dipartimento di Energia ha introdotto nuove regole rigide per gli elettrodomestici, in particolare per gli scaldabagni residenziali, con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico. Risparmio previsto Secondo il Dipartimento di Energia, queste nuove regole faranno risparmiare alle famiglie e alle aziende americane quasi 1 trilione di dollari in 30 anni. Oltre a ciò, si prevedono significativi tagli alle bollette energetiche. Risposte e critiche Le nuove regole hanno generato critiche da parte dei legislatori repubblicani, che le ritengono fonte di aumento dei costi per gli elettrodomestici. Alcuni attacchi sono stati diretti specificamente contro gli
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Quanti italiani ricevono un aiuto economico?
Un nuovo studio dell'Osservatorio Findomestic rivela un dato preoccupante: quasi il 30% degli italiani (29%) ha ricevuto un aiuto economico dai familiari negli ultimi mesi. La cifra, in crescita rispetto al 2023, evidenzia una situazione di difficoltà economica diffusa che colpisce una fascia ampia della popolazione. Le cause del problema - Aumento del costo della vita: L'inflazione galoppante e il caro bollette hanno reso la vita più costosa per tutti, in particolar modo per le famiglie con redditi bassi o medi. - Precarietà del lavoro: Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da un alto tasso di precarietà, con molti lavoratori che si trovano a dover affrontare contratti atipici, bassi salari e periodi di disoccupazione. - Povertà dilagante: La povertà in Italia è in aumento, con oltre 5 milioni di persone che vivono in condizioni di indigenza. Le conseguenze - Dipendenza economica: La necessità di ricevere aiuti dai familiari può creare una situazione di dipendenza economica e psicologica. - Riduzione della mobilità sociale: La difficoltà di far fronte alle spese quotidiane limita le possibilità di migliorare la propria condizione sociale. - Stress e disagio sociale: La precarietà economica può causare stress, ansia e depressione, con un impatto negativo sulla salute mentale e fisica degli individui. Le possibili soluzioni - Interventi strutturali: Il governo dovrebbe attuare politiche volte a ridurre la precarietà del lavoro, aumentare i salari minimi e rafforzare il sistema di welfare. - Sostegno alle famiglie: È necessario ampliare le misure di sostegno alle famiglie in difficoltà, come ad esempio il Reddito di Cittadinanza e gli assegni familiari. - Promozione della cultura del risparmio: Iniziative volte ad educare le persone a gestire al meglio le proprie finanze possono aiutare a prevenire situazioni di difficoltà economica. Un problema da non sottovalutare La crescente dipendenza degli italiani dagli aiuti economici familiari è un campanello d'allarme che non può essere ignorato. È necessario un impegno collettivo per contrastare la povertà, la precarietà del lavoro e l'aumento del costo della vita. Solo attraverso interventi strutturali e misure di sostegno adeguate si potrà dare risposta a questa problematica che affligge un'ampia fascia della popolazione italiana. Oltre alle soluzioni sopra elencate, è importante - Incoraggiare la solidarietà: Promuovere la cultura della solidarietà e del mutuo soccorso può aiutare a creare una rete di sostegno per le persone in difficoltà. - Combattere la stigmatizzazione: La povertà e la precarietà economica non devono essere stigmatizzate. È necessario sensibilizzare la società su queste tematiche e promuovere l'inclusione sociale. Aiuto economico, necessario ma da risolvere L'aiuto economico dai familiari rappresenta un importante sostegno per molte famiglie italiane, ma non può essere una soluzione a lungo termine. È necessario un impegno collettivo per contrastare le cause profonde della povertà e della precarietà economica e costruire una società più giusta e inclusiva. Foto di Mohamed Hassan da Pixabay Read the full article
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scienza-magia · 2 years ago
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Aumento dei prezzi al consumo e calo della produzione industriale
Produzione industriale, crollo ad aprile 2023, strage in alcuni settori. Crolla l’industria italiana, a rischio questi materiali. L'Istat certifica il calo nella produzione italiana ad aprile 2023, calo che va avanti da mesi, e in alcuni settori si registra un vero e proprio tracollo.Crolla la produzione industriale in Italia: ad aprile l’Istat certifica un calo di 1,9 punti percentuali sul mese precedente. Si tratta di un trend costante dal momento che a marzo, febbraio e gennaio si era registrato, rispettivamente, -0,6%, -0,2% e -0,7%. Il dato è una doccia fredda per chi aveva acceso i suoi entusiasmi considerando esclusivamente la crescita italiana in rapporto alla media europea. L’economia italiana dopo il Covid-19 La realtà è che il tessuto economico italiano è uscito ammaccato dalle recenti restrizioni della pandemia. E gli effetti delle sanzioni contro la Russia stanno manifestando contraccolpi anche sull’economia del Bel Paese.
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Cala la produzione industriale ad aprile 2023, con alcuni settori in picchiata L’aumento verticale delle bollette ha sensibilmente ridotto la capacità di spesa delle famiglie italiane. Fatto che, come in un effetto domino, ha spinto al ribasso la domanda di beni e servizi colpendo le aziende e i professionisti. E l’inflazione al galoppo ha prodotto un taglio generalizzato al valore del denaro nelle tasche degli italiani. Ma l’aumento del costo dell’energia ha colpito direttamente le aziende, mandandone molte fuori mercato e costringendone altre a rivedere al ribasso le proprie stime. Produzione industriale: crollo ad aprile 2023 Quella di aprile è la flessione più pesante registrata dal luglio 2020, cioè da quando i lockdown hanno affossato l’economia. L’indice destagionalizzato mensile segna diminuzioni congiunturali in tutti i comparti: - beni intermedi (quelli utilizzati per produrre altri beni): -2,6% - beni strumentali (quelli utilizzati da aziende e professionisti per svolgere la propria attività): -2,1% - beni di consumo (quelli acquistati direttamente dai cittadini): -0,4% - energia: -0,3% La situazione appare in tutta la sua gravità se si osserva l’indice complessivo: - beni intermedi: -11,0% - beni strumentali: -0,2% - beni di consumo: -7,3% - energia: -12,6% Lo stato dell’industria italiana oggi L’indice generale nel comparto manifatturiero vede un calo del 7,2%. Andando a vedere voce per voce si scopre che mentre crescono alcuni settori produttivi, ce ne sono altri che sprofondano. Crescono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+5,7%), la fabbricazione di coke (una tipologia di carbone artificiale) e prodotti petroliferi raffinati (+2,1%) e la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+0,6%). Calo per tutta una serie di comparti produttivi, che nei casi più gravi si traduce in un vero e proprio tracollo: - industria del legno, della carta e della stampa: -17,2% - fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria: -13,6% - metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo -10,9% - prodotti chimici: -10,9% - apparecchiature elettriche e non: -9,7% - attività estrattive: -9,7% - articoli in gomma, materie plastiche, minerali non metalliferi: -8,9% - industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori: -8,6% - attività manifatturiere: -6,7% - industrie alimentari, bevande e tabacco: -5,6% - altre industrie: -4,2% - computer ed elettronica: -2,9% - fabbricazione macchinari e attrezzature n.c.a. -1,6% Per approfondire si rimanda al report Istat sulla Produzione industriale ad aprile 2023 e relativi allegati. Ma se il settore della produzione manifatturiera piange, il settore del commercio non ride: nelle vendite al dettaglio le stime preliminari Istat di aprile indicano un aumento del +0,2% in valore e un calo del -0,2% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è una diminuzione del -3,2% in valore e del -4,8% in volume. Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio “la debolezza dei consumi testimonia i molti problemi dello scenario economico”. Read the full article
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kritere · 2 years ago
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Bonus bollette luce e gas, quasi 4 miliardi di euro per potenziarli: a chi andranno gli aiuti
DIRETTA TV 5 Giugno 2023 Da una memoria depositata in Parlamento dall’Arera emerge un aumento di 3,8 miliardi di euro per i bonus bollette luce e gas, gli aiuti andranno alle famiglie sotto una certa soglia Isee. 0 CONDIVISIONI Il governo ha messo sul piatto 3,8 miliardi di euro per contrastare il caro bollette, rafforzando i bonus luce e gas. La notizia arriva da una memoria depositata in…
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blogsdaseguire · 2 years ago
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Come risparmiare sulle bollette con piccoli accorgimenti
I consigli per #risparmiare #luce e #gas forse li avete già sentiti, ma li avete messi in pratica? Sono metodi efficaci per abbassare la #bolletta. Alcuni sono semplici da applicare, altri comportano delle #spese ed il #risparmio è nel lungo periodo.
Le bollette di luce e gas sono una delle voci di spesa più importanti per le famiglie italiane, soprattutto in un periodo di crisi economica e di aumento dei prezzi dell’energia. Come fare quindi a ridurre i consumi e a pagare meno le bollette? Quali sono i piccoli accorgimenti che possiamo adottare nella vita quotidiana per risparmiare energia e denaro? In questo articolo cercheremo di…
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corallorosso · 4 years ago
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Lo scandaloso aumento delle bollette mentre discutiamo sul Green Pass: + 40%! Il ministro Cingolani interviene a Genova a un convegno della Cigl, e tira fuori una vera bomba: “Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenta del 40%. Queste cose vanno dette, abbiamo il dovere di affrontarle”. E perché questa stangata in arrivo? “Succede perché il prezzo del gas a livello internazionale aumenta, succede perché aumenta anche il prezzo della CO2 prodotta”. Semplice no? Mentre la pandemia viene debellata (nei paesi ricchi), l’economia mondiale torna correre, le aziende lavorano a pieno regime e la domanda di energia si impenna. Quindi il costo del gas, fonte principale dell’elettricità, aumenta. Ma detta così sembra quasi una cosa naturale. Ovviamente non lo è affatto. ********************** L’aumento delle bollette come fosse una questione meteorologica di Paolo Desogus * Il ministro delle Lobby, Roberto Cingolani, annuncia candidamente che le bollette della luce aumenteranno del 40%. Il tono è quello del conduttore delle previsioni del tempo. Come c’è l’anticiclone delle Azzorre o lo scirocco africano, c’è l’aumento delle bollette. Per il ministro è così. L’economia è una fatto naturale, allo stesso modo la perdita del potere d’acquisto delle famiglie italiane, l’impoverimento e la disoccupazione sono come delle disgrazie meteorologiche. Ovviamente le cose non stanno così. L’economia è frutto di scelte politiche. Ma nel mondo neoliberale di cui Mario Draghi è il massimo esponente internazionale, le scelte politiche devono essere occultate e trasformate in fenomeni naturali. Allo stesso modo i partiti possono essere accettati nel consorzio umano solo se accettano questa naturalizzazione dell’economia, insieme ai privilegi di classe dei più ricchi e alle diseguaglianze sociali. A loro è consentito al massimo recitare qualche formula rituale in tv, che nella realtà ha lo stesso valore dei balli della pioggia degli indiani d’America. (Paolo Desogus* è Maître de conférences presso Sorbonne Université a Parigi)
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Gli aumenti delle bollette del gas: Una sfida per famiglie e imprese italiane
A dicembre, le bollette del gas per i 2,36 milioni di clienti "vulnerabili" del regime tutelato hanno subito un aumento del 2,5%, come riportato dall'Arera.
A dicembre, le bollette del gas per i 2,36 milioni di clienti “vulnerabili” del regime tutelato hanno subito un aumento del 2,5%, come riportato dall’Arera. Questo incremento è stato attribuito principalmente ai prezzi all’ingrosso, che incidono direttamente sulla spesa per la materia prima. Dopo il mancato rinnovo dell’accordo tra Kiev e Mosca sul transito del gas russo attraverso l’Ucraina, le…
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bergamorisvegliata · 2 years ago
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LAVORO Sì: MA QUALE?
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Forse il titolo non rende al meglio ciò di cui si discorre nell'articolo.
Si scrive in effetti "lavoro", ma si potrebbe e dovrebbe leggere "sfruttamento vs profitto" dal momento che da circa un ventennio il lavoro non nobilita più di tanto l'uomo, ipersfruttato e sottopagato, e lo rende simile ad un alieno (parafrasando il detto: "Il lavoro nobilita l'uomo").
Ma per dare l'idea di cosa sia diventato oggigiorno il mondo del lavoro (soprattutto quelli usuranti, ovvero dalle fabbriche ai campi, dai cantieri a quelli impiegatizi di quarto o quinto livello) qui si fa una sorta di cronistoria di ciò che è "successo" dagli anni '90 a oggi.
Con una premessa: ricordate ciò che è avvenuto in questi 3 anni e come venivano regolarmente scandite certe rassicurazioni? Ovvero: chiudiamo a Natale per salvare la Pasqua; limitiamo le aperture a Carnevale per riaprire in primavera, e così via.
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Iniziamo dunque dagli anni '80: furono anni decisamente vissuti con serenità e con notevole entusiasmo; certo non mancarono i conflitti sociali comunque limitati e circoscritti a poche categorie di lavoratori; le "canoniche 40 ore" settimanali, con stipendi adeguati, la bassissima disoccupazione, la relativa facilità nel trovare un impiego, una burocrazia pur farraginosa ma comunque snella per gran parte dei vari settori...Inoltre un'economia prospera e solida, con un benessere sociale tale da fare invidia persino a paesi molto più avanti nei vari sistemi produttivi e nella tecnologia. Infine, una pace sociale solo a tratti "macchiata" da alcuni rigurgiti di terrorismo, fece sì che l'Italia in quegli anni fu uno degli Stati più all'avanguardia (tra i primissimi stati mondiali sul piano economico e finanziario.).
Fu intorno agli anni '90, e precisamente a metà di quel periodo che iniziarono una serie di problematiche serie, dapprima con una globalizzazione imperante che fece sì che le multinazionali di ogni genere prendessero il sopravvento sulle relazioni sindacali; in Italia -specialmente con l'avvento di Berlusconi a capo del governo-
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tra i primi conflitti di interesse, una marcata presa di posizione della stampa italiana condizionata da una destra di governo decisamente capitalista, e la ripresa delle lotte operaie causata da aumenti salariali sempre più contenuti, e da spese sociali in graduale aumento, vi furono le prime avvisaglie di una crisi sociale che nel corso degli anni si fece via via più devastante, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Ma vediamo, in rapida sintesi, una carrellata di "parole d'ordine", o "slogan", o "frasi ad effetto" per convincere i cittadini che ciò che si fece allora fu per una giusta causa e non per un mero sfruttamento dei dipendenti, in particolare quelli privati...
-40 ore settimanali sì, ma di tanto in tanto qualche ora di straordinario non guasta;
-le ore non bastano, si lavori un po' di più al sabato (nda: e già gli stipendi subirono una piccola discesa);
-nonostante inizino a mancare i "fondi", c'è comunque da lavorare;
-le cose si stanno sistemando, oltre che al sabato, si lavori pure su tre turni (nda: tre turni già da anni applicati in molte ditte), in alternativa si prenda in considerazione il lavoro festivo;
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-soprattutto i grandi centri commerciali, lavorino nei giorni festivi, specie di domenica (nda: altra graduale diminuzione dei salari a fronte di spese "burocratiche" -leggi: bollette e spese istituzionali- seppur in graduale aumento);
-anche nelle fabbriche si sperimentino gli orari nei giorni di festa; apertura totale alle ore festive nei centri commerciali.
E per il "primo step" ci fermiamo qui, riprendendo dopo aver fatto rilevare che dopo gli eventi delle "torri gemelle", la crisi/bolla speculativa degli anni 2007-2009 che in Italia fecero chiudere molte piccole aziende e piccoli gruppi bancari e finanziari, iniziarono le difficoltà per molte famiglie, tant'è che lo "slogan" di quel periodo fu:"Non si riesce ad arrivare alla fine del mese". Tra iper-tassazione, stipendi sempre in discesa, le prime emergenze sociali dovute a una disoccupazione in aumento (oltre che ad un debito pubblico di inaudite proporzioni), gli anni "2010", più che di transizione verso un periodo di rilancio, furono in realtà anni di stagnazione. L'avvento dell'euro negli anni 2000-2001 costituirono un "freno" alla nostra economia, sempre più "schiava" di norme europee utili solo ad aumentare disoccupazione o -viceversa- ad aumentare le "forze lavoro" dall'estero con un abbassamento della stessa qualità del lavoro, dei salari, dei diritti sociali con la conseguenza che gli orari notturni, i lavori festivi, le ore straordinarie, lo sfruttamento dell'essere umano a vantaggio dei profitti di imprenditori "abili" a esternalizzare le proprie fabbriche rilanciando così le economie dei paesi dell'Europa dell'est.
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E veniamo così ai giorni "nostri" con i primi "lockdown" dovuti a una pandemia del tutto insensata (e risparmiamo qui ogni sorta di commento) a cui fece seguito un periodo decisamente florido seppur i numeri e le cifre furono condizionate da quei mesi assurdi che segnarono la fine di moltissime aziende di medie dimensioni.
Con le susseguenti "emergenze" di qualsiasi carattere (ricordiamo in rapida sintesi: idrica, ambientale, climatica, energetica...) in molti settori la diminuzione netta dei salari a fronte di un aumento del monte-ore di lavoro, fa sì che lavorare 10 ore al giorno su sette giorni (seppure con i dovuti riposi) non sia più sufficiente per un umile operaio, che si vede drasticamente ridotto il suo potere d'acquisto guadagnando appena 800-900 euro mensili (con l'eccezione di alcune categorie di lavoratori).
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E non è finita qui: all'interno di un famoso "social network" non mancano prese di posizione e di opinione, o semplicemente delle constatazioni su cosa è diventata la vita negli anni 2020...ecco qui di seguito una serie di problematiche attuali:
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"Lo sapevate che in Italia il costo del lavoro è di 2.2? Cosa significa?
Se tu dipendente guadagni 1600,00 lordi
Il tuo datore di lavoro ne versa altri 1920,00
Tu poi al netto percepisci 1200
In poche parole tu generi un guadagno di 3520,00 ma ne percepisci solo 1200 e lo stato se ne trattiene 2320,00, quasi il doppio.
In passato queste trattenute potevano essere considerate oneste perché in cambio lo stato garantiva servizi al cittadino come:
- sanità pubblica
- istruzione
- smaltimento rifiuti
- approvvigionamento energia elettrica e gas
- strade percorribili
- autostrade
- acqua
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A oggi mi sembra doveroso ragionarci su un attimo
- sanità = se devo fare un esame in tempi ragionevolmente brevi è meglio andare da privato e pago
- istruzione = stendiamo un velo pietoso
- smaltimento rifiuti = privatizzato quindi lo pago 2 volte
- energia elettrica e gas = privati quindi pago 2 volte con l'aggiunta della recente estorsione
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- strade = rotte e pervenuta privatizzati i parcheggi quindi pago per la manutenzione, le posso percorrere ma non posso sostare senza pagare
- autostrade= privatizzate quindi le pago 2 volte
- acqua= non sono ancora riusciti a privatizzarla ma manca poco.
Non dimentichiamoci che poi con l'illusione dei tuoi 1200,00 oltre che pagare i servizi sopra elencati abbiamo ancora
- canone RAI
- bollo auto
- imu casa
- 22% di iva sugli acquisti
MA SIETE VERAMENTE SICURI CHE IL PROBLEMA IN ITALIA SIA LA BENZINA A €2,10?
E soprattutto
SIAMO SICURI DI ESSERE VERAMENTE INDIVIDUI LIBERI?" ( dal web).
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Ma sapete qual'è sempre stato il "mantra" di tutto ciò da circa 30anni a questa parte?
"Per il bene della nazione, e per un futuro migliore, sacrificatevi oggi per stare meglio un domani"! Non vi ricorda qualche slogan in voga in questi ultimissimi anni?
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oraultima · 2 months ago
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theunlifecorp · 2 years ago
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L'Italia è colpita da una crisi sociale a seguito della rimozione del Reddito di Cittadinanza da parte del nuovo governo di destra. Questa misura è stata introdotta solo due anni fa come mezzo per aiutare le famiglie a sostenere i loro bisogni basici e combattere la povertà. Tuttavia, il nuovo governo ha deciso di rimuovere questa misura a causa delle preoccupazioni per il deficit del bilancio pubblico.
La rimozione del Reddito di Cittadinanza ha avuto un impatto negativo su migliaia di famiglie che avevano fatto affidamento su questa misura per sostenere i loro bisogni di base. Molti di loro sono ora costretti a fare i conti con la difficoltà di pagare le bollette, acquistare cibo e medicina, e mantenere un tetto sopra la testa.
La crisi sociale è stata acuita dalla mancanza di alternative a questa misura di supporto. Il nuovo governo ha promesso di investire in programmi di formazione e lavoro per aiutare le persone a trovare lavoro, ma questi programmi sono ancora in fase di sviluppo e non sono ancora disponibili per la maggior parte delle persone.
La situazione è stata ulteriormente complicata dall'impatto della pandemia di COVID-19 sull'economia italiana. Molti lavoratori sono stati licenziati o hanno perso il loro lavoro a causa della chiusura delle attività economiche e della riduzione della domanda. Questo ha portato a un aumento del numero di persone che cercano supporto dal governo, proprio nel momento in cui il Reddito di Cittadinanza è stato rimosso.
La comunità internazionale sta monitorando la situazione con preoccupazione e molti esperti temono che l'Italia stia affrontando una crisi sociale a lungo termine. La mancanza di supporto finanziario per le famiglie più bisognose potrebbe avere conseguenze negative sulla salute e sul benessere delle persone, nonché sulla stabilità sociale del paese.
In questo contesto, molti cittadini italiani stanno facendo appello al governo perché ripristini il Reddito di Cittadinanza o fornisca alternative adeguate per sostenere le famiglie in difficoltà. La comunità internazionale sta anche invitando il governo a considerare le conseguenze sociali della sua politica economica e a prendere in considerazione la possibilità di introdurre misure di supporto per le famiglie bisognose.
In questa situazione, diventa sempre più evidente che il capitalismo, che pone il profitto al di sopra di tutto, sta fallendo nell'assicurare un futuro stabile e prospero per tutti i cittadini. La rimozione del Reddito di Cittadinanza e la mancanza di alternative adeguate mostrano come i governi siano pronti a prendere decisioni che danneggiano la vita delle persone per proteggere i loro interessi economici.
È ora che la comunità internazionale consideri seriamente alternative economiche che pongano le esigenze della popolazione al centro, come il socialismo o il comunismo. Questi sistemi economici sono progettati per garantire che tutti i cittadini abbiano accesso ai beni di base e a uno stile di vita dignitoso, indipendentemente dalla loro situazione finanziaria.
È tempo di mettere fine a un sistema che permette a pochi di accumulare enormi quantità di ricchezza mentre molte persone lottano per sopravvivere. È tempo di costruire un futuro più equo e solidale per tutti.
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Vacanze estive 2023: 1 italiano su 3 non può permettersele
In Italia, in questo 2023, più di un terzo dei lavoratori, il 30,75% per la precisione, non può permettersi le vacanze estive a causa di problemi economici. La situazione non è migliore in Europa, dove l'estate perde il suo calore: su 38 milioni di lavoratori, uno su cinque non riuscirà a partire per le ferie. Vacanze estive 2023: in Italia e in Europa diventano un lusso L'ultimo report di Eurostat ha portato alla luce un'amara realtà: il 19,5% del totale dei lavoratori non può concedersi una settimana di riposo fuori casa, a causa dell'aumento dei costi delle vacanze, particolarmente dei pacchetti turistici. Il prezzo medio di un pacchetto di almeno 4 notti ha raggiunto i 2.967 euro, marcando un significativo incremento rispetto al 2018. L'Italia non fa eccezione, con un costo medio di 1.319 euro, considerato eccessivo per molte famiglie. La situazione appare ancor più fosca considerando che in 14 Stati su 27 dell'UE, il costo di una vacanza supera lo stipendio mensile di un lavoratore con salario minimo.  Prestiti in crescita: quando le vacanze costano caro Il desiderio di evasione e riposo ha però spinto molte famiglie a ricorrere a prestiti. Nel secondo trimestre di quest'anno, la domanda di prestiti finalizzati alle vacanze ha registrato un aumento del 83,3% rispetto al periodo precedente, rappresentando l'2,2% del totale dei prestiti erogati. Questo dato disegna un quadro preoccupante della situazione economica italiana: un cittadino su tre è costretto a rinunciare alle vacanze o a indebitarsi per concedersi qualche giorno di riposo. Allarmanti le stime della Confederazione europea dei sindacati (Ces) che indicano che 38 milioni di lavoratori europei non avranno la possibilità di godersi una vacanza quest'anno. Non solo caro vacanze: aumenta il prezzo del carburante e della luce  L’aumento del prezzo medio di un pacchetto vacanze non è l’unica sfida che stanno affrontando i cittadini italiani: oltre a questo devono far fronte anche ad un incremento dei prezzi dei carburanti e delle bollette della luce. Per quanto riguarda l’energia, l'ARERA ha stimato che la spesa per la famiglia-tipo nell'anno scorrevole (compreso tra il 1° ottobre 2022 e il 30 settembre 2023) sarà di circa 1.150 euro, +7,3% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente. La benzina self-service ha raggiunto la cifra massima di 1,88 euro al litro e 0,78 per il GPL, superando il valore dell'anno precedente prima dell'applicazione dello sconto sulle accise. Le scorte ridotte di prodotti raffinati negli Stati Uniti e la chiusura di alcune raffinerie in Europa, Stati Uniti e Asia hanno contribuito all'aumento del prezzo dei carburanti. Inoltre, l'interruzione del taglio delle accise dal 1° gennaio 2023 ha portato a un aumento generalizzato dei prezzi. In questo contesto, risparmiare diventa ancora più difficile e fondamentale, soprattutto per coloro che stanno pianificando di andare in vacanza. Tasse ai super profitti e aumenti salariali: La risposta della Ces La situazione critica ha portato la Ces a lanciare un appello all'Unione Europea e ai governi nazionali: è urgente porre fine alla crisi del costo della vita attraverso l'adozione di tasse straordinarie sui super profitti e aumenti salariali adeguati per ripristinare il potere d'acquisto dei lavoratori.  La sfida è complessa, ma non si può ignorare il diritto al riposo e al divertimento, diritto fondamentale per la qualità della vita e per il benessere sociale. Le vacanze non possono e non devono diventare un lusso per pochi. Fonte: Studio ProntoBolletta In copertina foto di Pexels da Pixabay Read the full article
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marco-poli · 2 years ago
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AUMENTO BENZINA La promessa di togliere tutte le accise che veniva fatta in campagna elettorale, era qualcosa di puramente demagogica, e ci voleva poco a capirlo. Col fatto di dover destinare gran parte delle risorse all'abbattimento delle bollette di elettricità e gas, ovvio che era impossibile. Detto questo non aver prorogato lo sconto sulle accise fatto da Draghi, almeno per qualche altro mese, renderà praticamente inutile altre manovre fatte a sostegno delle famiglie. Anzi in alcuni casi il saldo tra aiuti e rincari della benzina o dovuti a questa, sarà negativo. #marcopoli https://www.instagram.com/p/CnHEfO1sBoygcdiFMEGJ5zg4FC0FNT5wVMPHTU0/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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scienza-magia · 2 years ago
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Aumento record del debito pubblico Italiano
Debito pubblico, è record: l’allarme di Bankitalia. Cosa sta succedendo. Nuovo record storico, picco di 2.770,8 miliardi per il debito pubblico, più alto persino di quello raggiunto a luglio. Dalla Banca centrale italiana giunge una notizia che riguarda le finanze Italiane. Il debito pubblico è cresciuto a ottobre di 2.770 miliardi di euro rispetto a settembre, Questo a causa del debito delle Amministrazioni pubbliche, aumentato di 27,7 miliardi. Lo ha reso noto l’Istituto di via XX Settembre con la pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”. Record del debito pubblico Nel documento “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” sono stati diramati i dati di ottobre 2022 sul debito, sul fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e sulle entrate tributarie contabilizzate nel bilancio statale. Il debito pubblico ha dunque stabilito un aumento di 27,7 miliardi rispetto al settembre scorso, toccando la quota di 2.770,8 miliardi, il nuovo record storico. Questo massimo è poco maggiore rispetto a quello di luglio, quando per la prima volta il debito italiano complessivo aveva oltrepassato i 2.770 miliardi (a 2.770.558 milioni). Secondo la Banca d’Italia, l’aumento è dovuto soprattutto alla crescita delle disponibilità liquide del Tesoro da 48 miliardi a 62,6. Hanno inoltre contribuito il fabbisogno statale (9,9 miliardi) e il risultato complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso. Nella nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza, il governo Meloni ha preventivato che il costo per gli interessi sul debito salirà dai 77,2 miliardi di euro del 2022 fino a 81,6 miliardi nel 2023, per scendere a 80,3 miliardi nel 2024 e risalire di nuovo nel 2025, raggiungendo 87 miliardi. Il ruolo della Banca d’Italia Più del 25% del debito pubblico (724 miliardi di euro) è dovuto alla stessa Banca d’Italia, a cui sono affidati i titoli di Stato italiani, comprati negli anni dalla Banca centrale europea, all’interno delle operazioni di allentamento quantitativo, il Quantitative easing. Il debito verso i soggetti stranieri a settembre (il dato deve essere aggiornato) era di 746,5 miliardi di euro. La crescita del debito pubblico è preoccupante in questo momento: le banche centrali stanno infatti aumentando i tassi di interesse. Il rendimento che gli investitori reclamano per prestare denaro all’Italia per 10 anni, espresso dai tassi dei Buoni de tesoro decennali scambiati sui mercati, tra gennaio e oggi è salito dall’1,3 al 3,9%. A ottobre aveva superato persino il 4,8%.
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Quanto vale l’aumento del debito per le famiglie Il Codacons ha quantificato l’aumento del debito pubblico per ogni famiglia. La crescita pesa per 46.962 euro a cittadino residente, neonati compresi, con un totale di 107.152 euro a nucleo familiare: “Il debito pubblico torna ad aumentare sensibilmente e ha raggiunto un nuovo record, salendo in un solo mese di 27,7 miliardi di euro, l’equivalente di +1.071 euro a famiglia – spiega l’associazione dei consumatori – Una zavorra pesantissima per il paese di cui faranno le spese le generazioni future, senza contare che il debito pubblico rischia di crescere ulteriormente a causa delle emergenze economiche scoppiate in Italia, dalle bollette all’inflazione. Una situazione insostenibile per la nostra economia che il governo di Giorgia Meloni deve affrontare attraverso un cambio di direzione rispetto al passato e misure realmente efficaci in grado di ridurre un debito mostruoso”. Read the full article
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