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CHE COS'È IL VERDERAME?Un elemento essenziale per l’agricoltura e la viticoltura sostenibile. Di Alessandria today
Un’antica soluzione per proteggere le piante
Un’antica soluzione per proteggere le piante Il verderame è una delle sostanze più utilizzate in agricoltura per la protezione delle coltivazioni. Si tratta di un composto a base di rame, storicamente utilizzato per le sue proprietà fungicide, che rappresenta una soluzione ecologica ed efficace per combattere molte patologie delle piante. Questa sostanza è particolarmente nota nel settore della…
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Coltivare senza acqua ''resoconto-primo tentativo''
Negli ultimi anni, la domanda di metodi di coltivazione sostenibili è diventata sempre più urgente.
Personalmente, ho deciso di affrontare questa sfida in modo diretto, ispirandomi alle pratiche di Fukuoka, iniziando un progetto di giardinaggio che non dipendesse dall'acqua.
Attraverso questa esperienza, mi sono avvicinata a un modo di vivere più consapevole e rispettoso dell'ambiente.
''Progettare un Orto Sostenibile''
Decidere di progettare un orto per la coltivazione senza acqua è stata una sfida molto stimolante .
Ho iniziato a cercare un’area del mio giardino che potesse soddisfare le esigenze delle piante senza richiedere irrigazione costante.
Dopo aver analizzato attentuali varie zone, ho scelto porzioni di terreno semi-ombreggiate, dove la luce solare non colpiva direttamente le piante per tutto il giorno.
La scelta si è rivelata cruciale per proteggere le mie coltivazioni dal calore estremo. Per preparare il terreno, ho coperto la superficie con paglia e fieno.
Questo strato non solo ha aiutato a mantenere l’umidità nel suolo, ma ha anche ridotto la crescita delle erbacce, permettendo alle piantine di prosperare.
Dopo aver fatto ciò, ho piantato le piantine che avevo acquistato, senza arare la terra, innamorata del pensiero di vedere crescere il mio orto sostenibile.
''La Fortuna della Pioggia''
Sono stata incredibilmente fortunata, poiché da aprile fino a tutto giugno, le piogge sono state frequenti, questo ha alleviato la mia ansia riguardo alla mancanza d’acqua; non ho mai dovuto annaffiare le mie piante.
Anzi, ho colto l’occasione per raccogliere l’acqua piovana attraverso le grondaie del tetto e conservarla in bidoni.
Queste riserve si sono rivelate preziose, permettendomi di mantenere le piante ben nutrite e idratate senza dover dipendere da fonti esterne fino ad ora.
Grazie a queste condizioni favorevoli, fino ai primi di luglio ho avuto ottimi risultati. Fragole dolci e croccanti, insalate di vario genere, finocchi, aglio e cipolle sono cresciuti rigogliosi, e ho potuto raccoglierli con grande soddisfazione.
Ogni raccolto era una piccola vittoria, un segno che il mio approccio alternativo alla coltivazione stava funzionando.
''Le Sfide del Caldo Estivo''
Tuttavia, la fortuna sembra avere un modo di cambiare rapidamente.
Dopo i primi giorni di luglio, le piogge sono cessate e il sole ha iniziato a picchiare con intensità, portando le temperature a sfiorare i 40 gradi.
Nonostante la zona che avevo dedicato all'orto fosse relativamente ombreggiata, le piante mostrano segni di stress idrico.
La mia gioia iniziale si è trasformata in preoccupazione, poiché le piante continuano a chiedere acqua, e io mi sono trovata di fronte a una dura realtà: non ho abbastanza acqua per tutte. In questa situazione, ho dovuto prendere decisioni difficili.
Ho dato priorità ai pomodori, le piante che avevo coltivato con tanto amore e che promettevano di offrire un raccolto abbondante. Con il caldo intenso e la scarsità d’acqua, ho dovuto affrontare la sfida di gestire le risorse in modo intelligente e strategico, cercando di salvaguardare quello che potevo.
''Conclusione''
Ho imparato che, sebbene le condizioni possano essere difficili, la resilienza e la pianificazione possono fare la differenza. Dopo questa esperienza di coltivazione senza acqua, posso affermare con certezza che i cavoli sono particolarmente adatti a questo tipo di pratica agricola.
Probabilmente, il mio terreno si è rivelato ideale: queste piante accusano poco il freddo e, grazie alla mia abbondante pacciamatura, non richiedono annaffiature frequenti.
Nel mio orto, i cavoli verdi, rossi e il cavolo nero hanno prosperato, dimostrando una resistenza sorprendente alle condizioni climatiche avverse.
Purtroppo, non tutte le piante hanno avuto la stessa sorte. Le fragole, ad esempio, hanno risentito molto del caldo e stanno cominciando a seccare, mentre anche le zucchine sembrano soffrire, producendo solo fiori (per fortuna, comunque, molto buoni).
I pomodori, invece, richiedono ancora la mia attenzione quotidiana, necessitando di un litro e mezzo d’acqua per pianta ogni giorno per far fronte al caldo.
'' Se qualcuno ha consigli o pratiche da suggerirmi per migliorare i risultati del mio orto in queste condizioni, sarei molto grata.
La condivisione di esperienze e suggerimenti è fondamentale per crescere insieme e affrontare le sfide della coltivazione sostenibile.''
La mia avventura continua, e ogni giorno rappresenta una nuova opportunità per imparare e adattarsi.
un abbraccio a tutti
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Agricoltua intensiva e pratiche agricole conservative
L'agricoltura intensiva è un sistema di produzione agricola caratterizzato dall'uso intensivo di risorse e tecnologie per massimizzare la resa per unità di superficie. Una forma di produzione spinta e che spesso può andare in conflitto con una maggiore sostenibilità delle pratiche agricole. Utilizzare fertilizzanti o altri prodotti chimici, spremere la resa colturale contro natura non sono pratiche sostenibli a lungo termine.
Questo approccio si basa su pratiche come:
Uso di Fertilizzanti e Pesticidi: Si utilizzano grandi quantità di fertilizzanti chimici per aumentare la fertilità del suolo e pesticidi per proteggere le colture da malattie e parassiti.
Monocultura: Spesso si coltivano grandi estensioni di una sola tipologia di prodotto, il che può aumentare l'efficienza ma ridurre la biodiversità e aumentare la vulnerabilità a malattie specifiche.
Sistemi di Irrigazione Avanzati: Vengono implementati sistemi di irrigazione per ottimizzare l'uso dell'acqua e garantire che le piante ricevano il quantitativo necessario di umidità.
Tecnologie e Meccanizzazione: Utilizzo di macchinari e tecnologie avanzate per migliorare la produttività e ridurre i costi di lavoro.
Allevamento Intensivo: Nel caso della zootecnia, si fa ricorso ad allevamenti che massimizzano la produzione di carne, latte o uova in spazi ridotti, con grande utilizzo di mangimi e antibiotici.
Se da un lato l'agricoltura intensiva permette di produrre grandi quantità di cibo in tempi relativamente brevi, dall'altro solleva preoccupazioni riguardo gli impatti ambientali, come il degrado del suolo, la perdita di biodiversità, l'inquinamento delle acque e il cambiamento climatico.
Inoltre, può avere effetti sul benessere animale e sulla qualità del cibo prodotto. È quindi oggetto di dibattiti e di ricerca per trovare pratiche più sostenibili. Ci sono pratiche agricole sostenibili come la produzione di colture di copertura e piante residue che hanno impatto nullo sull'ambiente e che costituiscono rimedi naturali per aumentare la resa dei terreni agricoli.
Altresì l'utilizzo di ammendanti agricoli natrali come il biochar naturale costituisce un ottimo sistema per aumentare la resa dei suoli senza interferire sull'ambiente e provocare il cambiamento climatico.
Le pratiche agricole conservative sono tecniche e strategie di gestione agricola progettate per preservare e migliorare la qualità del suolo, ridurre l'erosione e promuovere la sostenibilità ambientale. Queste pratiche mirano a minimizzare l'impatto negativo dell'agricoltura sull'ambiente, aumentando al contempo la produttività e la resilienza delle coltivazioni.
Gli attuali cambiamenti climatici tra le altre cose implicano il dover ripensare anche le stesse patiche agricole intensive, perchè troppo dispendiose per il terreno che messo sotto stress dal clima impazzito potebbe perdere qualità, caratteristiche e resa colturale. Molto meglio provvedere all'utilizzo si ammendanti biologici come il biochar naturale.
Alcune delle pratiche comuni associate all'agricoltura conservativa includono:
Tillage Zero o Minimum Tillage: Riduzione o eliminazione dell'aratura tradizionale, che aiuta a mantenere la struttura del suolo e a conservare l'umidità.
Rotazione delle Colture: Coltivare diverse specie di piante in successione per migliorare la salute del suolo, ridurre le malattie e i parassiti e ottimizzare l'uso dei nutrienti.
Copertura del Suolo: Utilizzo di piante di copertura, come legumi o erba medica, per proteggere il suolo dall'erosione, migliorare la biodiversità e aumentare il contenuto di materia organica.
Conservazione dell'Acqua: Tecniche per gestire in modo efficiente l'acqua, come la raccolta dell'acqua piovana e l'irrigazione a goccia, per ridurre il consumo e l'erosione.
Uso di Fertilizzanti Organici: Promozione dell'uso di compost, letame e altri fertilizzanti organici per migliorare la fertilità del suolo senza dipendere esclusivamente da fertilizzanti chimici.
Gestione Integrata delle Avversità: Approccio olistico alla gestione delle malattie e dei parassiti, tramite la combinazione di pratiche culturali, biologiche e chimiche in modo sostenibile.
Diversificazione delle Coltivazioni: Coltivare una varietà di piante per aumentare la resilienza dell'ecosistema agricolo e ridurre il rischio di fallimenti dovuti a condizioni climatiche avverse o a malattie specifiche.
Applicando queste pratiche, gli agricoltori possono contribuire alla sostenibilità ambientale, migliorare la qualità del suolo, incrementare la biodiversità e garantire la produttività a lungo termine delle loro terre.
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L’obiettivo finale del progetto è di creare un impianto di 1.000 ettari per la coltivazione di avocado biologico in Italia entro sei anni, adottando metodi di agricoltura sostenibili a basso impatto ambientale e sociale. Halaesa ad oggi conta circa 100 ettari di coltivazioni di avocado in Sicilia che, grazie a quest’ultimo aumento di capitale, si espanderanno a oltre 400 ettari. Nei prossimi mesi sono previsti ulteriori aumenti di capitale funzionali all’acquisizione e coltivazione dei terreni in varie regioni del Sud Italia, necessari a raggiungere l’obiettivo di 1.000 ettari.
Dall'articolo "CBRE al fianco di Halaesa nell’aumento di capitale per produrre avocado nel Sud Italia" su AziendaBanca.it
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Bando per l' agricoltura in Piemonte
La Giunta della regione Piemonte, su proposta del vicepresidente ed assessore alla montagna Fabio Carosso, ha approvato l’apertura del bando per la campagna. “Si tratta di una misura importante per incentivare l'uso continuativo delle superfici agricole, la cura dello spazio naturale, il mantenimento e la promozione di sistemi di produzione agricola sostenibili e, di conseguenza, contrastare l'abbandono del territorio montano e sostenere soprattutto le aziende locali”, dichiarano il presidente Alberto Cirio, il vice presidente Fabio Carosso e l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa. Le “indennità compensative” sono destinate agli agricoltori operanti nelle zone montane e vengono erogate annualmente per ettaro di superficie agricola, per risarcire, in tutto o in parte, i costi aggiuntivi e il mancato guadagno dovuti ai vincoli cui è soggetta la produzione agricola nelle terre alte. Il bando è rivolto agli agricoltori che si impegnano a proseguire l'attività agricola nelle zone classificate montane del Piemonte e che sono in possesso del requisito di “agricoltore in attività”, in base alla normativa comunitaria e nazionale. Il contributo consiste in un premio per ettaro di superficie agricola aziendale ed è modulato sulla base di diversi parametri: tipologia colturale (pascoli, seminativi, coltivazioni legnose,…), classe di svantaggio dei terreni (fondovalle, alta quota…) e stanzialità delle aziende in zona montana. Qualora l’ammontare dei premi complessivamente richiesti risultasse superiore alla dotazione finanziaria assegnata per la campagna 2024, la Giunta regionale potrà operare un’integrazione della dotazione finanziaria del bando e/o una riduzione percentuale proporzionale dei premi, in base all’eccedenza delle richieste rispetto all’importo stanziato. Annualmente sono presentate circa 6.000 domande: il premio va da un minimo di 500 ad un massimo di circa 13.000 euro per azienda. Si tratta dell’ultimo anno in cui il bando per l’indennità compensativa sarà attivato con le regole del PSR 2014-22, dal 2025 si transiterà allo Sviluppo Rurale 2023-27. Il testo del bando sarà pubblicato nei prossimi giorni nella sezioni “ Bandi e finanziamenti” del sito regionale www.regione.piemonte.it Read the full article
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Agricoltura + fotovoltaico = agrivoltaico
Raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione è di fondamentale importanza per il benessere del pianeta e, per farlo, è necessario individuare percorsi sostenibili per realizzare infrastrutture energetiche adeguate. Negli ultimi anni sono state sperimentate diverse soluzioni per conciliare il settore agricolo e quello delle fonti rinnovabili e da qui si è sviluppato quello che oggi chiamiamo “agrivoltaico”, un sistema che permette di sfruttare i terreni agricoli per produrre energia rinnovabile, senza comprometterne il rendimento. In alcuni paesi europei, come per esempio Francia e Germania, questo metodo è già in una fase avanzata, mentre in Italia è ancora in via di sviluppo. L’idea è stata presentata per la prima volta nel 1981 da Adolf Goetzberger e Armin Zastrow, anche se il termine inglese agrivoltaics risale al 2011. L’agrivoltaico consiste nella produzione di energia rinnovabile tramite pannelli solari installati direttamente sul suolo agricolo, senza però creare disagi a coltivazioni o allevamenti, anzi incrementandone la resa grazie all’ombreggiamento generato dai pannelli, che riduce lo stress termico sulle coltivazioni. È una soluzione innovativa per generare energia pulita direttamente dalle nostre terre ed è parte integrante della transizione energetica, poiché può migliorare la qualità del suolo e mitigare gli effetti della crisi climatica sull’agricoltura.
A giugno del 2022 sono state pubblicate delle linee guida in materia (https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/PNRR/linee_guida_impianti_agrivoltaici.pdf), che definiscono il sistema agrivoltaico “un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione”. I pannelli solari infatti, vengono installati a un’altezza da terra tale da consentire il passaggio delle macchine agricole e sono in grado di ruotare attorno a uno o due assi tra loro ortogonali per essere sempre direzionati verso il sole ed evitare di farsi ombra l’uno con l’altro.
Chi può realizzare un impianto agrivoltaico
I soggetti che possono realizzare un progetto simile sono le imprese agricole, singole o associate, che vogliono contenere i propri costi di produzione, utilizzando terreni agricoli di loro proprietà, e le Associazioni Temporanee di Imprese, formate sia da imprese del settore energia che agricole, che mettono a disposizione i loro terreni per l’installazione dell’impianto.
I vantaggi e gli svantaggi dell'agrivoltaico
L’agrivoltaico è una soluzione in grado di offrire numerosi benefici, quali proteggere le colture da eventi climatici estremi, migliorare la competitività delle aziende agricole, utilizzare una parte dei terreni abbandonati in Italia, rendere i processi agricoli ecosostenibili e raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality. Il principale problema riscontrato invece, riguarda i costi, poiché sia quelli di progettazione e monitoraggio che quelli di gestione risultano essere molto elevati.
Le diverse tipologie di coltura
Va sottolineato però, che non tutte le coltivazioni sono adatte alla produzione di questo tipo di energia e per questo, nelle linee guida menzionate sopra, è stata fatta una divisione in base alla reazione alla riduzione luminosa. Oltre alle colture non adatte, quelle che richiedono un’elevata esposizione alla luce (alberi da frutto, farro, girasole, frumento, farro e mais), sono state individuate altre quattro categorie:
Le colture molto adatte, in cui l’ombreggiatura ha effetti positivi sulla resa quantitativa, quali fave, insalata, patate, spinaci e luppolo;
Le colture adatte, in cui l’ombreggiatura moderata non ha praticamente effetti sulle rese, quali asparagi, avena, carote, cavolo verde, colza, finocchi, orzo, piselli, porri, ravanelli, sedano, segale, tabacco;
Le colture mediamente adatte, ad esempio cipolle, fagioli, cetrioli e zucchine;
Le colture poco adatte, cavolfiore, barbabietola da zucchero e barbabietola rossa.
Il vantaggio sarebbe dunque anche a favore dell’agricoltura, dato che in alcuni casi l’agrivoltaico migliora la resa delle coltivazioni, ma soprattutto perché i moduli fotovoltaici possono agire come barriera contro il sole, il calore, la siccità o le precipitazioni.
Per definire un sistema “agrivoltaico”, occorre che questo rispetti dei requisiti, anch’essi indicati nelle linee guida: “creare le condizioni necessarie per non compromettere la continuità dell’attività agricola e pastorale, garantendo, al contempo, una sinergica ed efficiente produzione energetica” e garantire “che almeno il 70% della superficie sia destinata all’attività agricola”.
L'agrivoltaico in Italia
Nel nostro paese l’agrivoltaico non è ancora molto sviluppato perché manca una disciplina specifica a livello nazionale, ottenere il permesso di realizzare gli impianti è un processo lungo e complesso e non ci sono incentivi a causa del divieto di installazione per la protezione dei terreni agricoli. Nonostante questo, due regioni vantano campi agrivoltaici: la Sicilia, a Scicli (RG), con un progetto che copre 22 ettari, di cui 17 abbinano pannelli solari e coltura agricola, e la Sardegna, a Villacidro (SU), dove l’anno scorso è stato avviato un progetto da 13,789 MW. Anche la Puglia e il Veneto sembrano muoversi in questa direzione: la prima ha approvato questa tecnica e la seconda ha ospitato un convegno per sensibilizzare sul tema. Più in generale invece, in Europa è stato finanziato da 18 paesi partner Symbiosyst, un piano ancora in fase di progettazione che prevede l’attivazione di reti di sistemi agrivoltaici, con l’obiettivo di migliorare la competitività nel settore e minimizzare l’impatto sull’ambiente e sul paesaggio.
Per concludere, parlare di questo tema spesso solleva il problema del potenziale consumo di suolo, ovvero il rischio che grandi territori coltivabili possano essere sacrificati per la produzione di energia. Ma lo sviluppo di nuova capacità rinnovabile per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica entro il 2030 non rappresenterebbe un pericolo in questo senso: infatti, si stima che sia necessaria un’occupazione dello 0,3% dell’intero territorio italiano e, se rapportato al terreno solo agricolo, di circa lo 0,6%.
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Autopromozione
Raramente in tutti questi anni ho parlato direttamente di me. Indirettamente si, attraverso le cose che ho tentato di raccontare tra libri, musica, idee, storie. Per una volta faccio un’eccezione. Qualche anno fa con mio fratello ho aperto un piccolo laboratorio che produce conserve artigianali di verdura e frutta. Siamo specializzati soprattutto nella trasformazione del pomodoro, dato che vivo e lavoro in una delle sue zone più vocate. Uniamo le coltivazioni più tipiche ed antiche con quelle più moderne e particolari, in totale libertà di pensiero in questo. Le nostre sono sfide culinarie a volte di poche decine di vasetti, per alcune tipologie, che però ci riempiono di orgoglio e di passione. Per passione abbiamo rinunciato ad altri lavori, siamo rimasti sul nostro territorio e facciamo una cosa che ci piace fare. Per scelte mirate e che amo definire ideologiche, lavoriamo ogni prodotto totalmente a mano, la meccanizzazione solo se necessaria: peliamo i pomodori, invasettiamo, etichettiamo, confezioniamo a mano, sbucciamo ancora le Percoche, che facciamo sciroppate (nostro vanto), ancora a mano, e nel vasetto è chiarissimo l’irregolarità conferita alla superficie dal taglio della lama del coltello. Parte dei prodotti li coltiviamo direttamente noi, parte da aziende specializzate che coltivano nel rispetto delle tecniche sostenibili per l’ambiente, delle coltivazioni e i lavoratori. Per quanto possibile, lavoriamo prodotti coltivati entro i 50 km dal nostro laboratorio. Abbiamo iniziato come fornitori di alta ristorazione, catering, negozi specializzati. Con il fermo pandemico, per evidenti esigenze, ci siamo spinti verso la vendita diretta, prima nei dintorni, poi allargandoci sempre di più. La mia autopromozione è questa: se qualcuno fosse interessato a provare dei prodotti totalmente artigianali, prodotti senza nessun compromesso sulla qualità e sul gusto, mi può contattare. Gli verranno fornite tutte le informazioni su disponibilità, prezzi, qualsiasi curiosità sulla lavorazione. Siccome siamo idealisti davvero, ci piace ancora parlare direttamente con le persone, non esiste un negozio virtuale, ma esisto io, e io fratello, per chiedere, per parlare, ed eventualmente per provare ed assaggiare.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno, che lo faranno leggere.
Una sola parola, logora, ma che brilla come una vecchia moneta: “Grazie!” Pablo Neruda
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Non parlatemi di transizione ecologica: i fatti portano nel verso opposto! Oggi 22 aprile è la Giornata mondiale della Terra, intesa come salvaguardia del pianeta, del suo ambiente e di tutti gli esseri viventi che la popolano. Inevitabile pensare ai cambiamenti climatici che assillano il nostro futuro, minacciando addirittura l’estinzione di molte specie animali, noi umani inclusi – magari non nell’immediato, ma sicuramente se continueremo a fare solo retorica su questi temi. Tutti i programmi politici sono ricchi di spunti e proposte sui cambiamenti climatici, sulla tutela del benessere animale e su attività da riprogettare per salvare il nostro pianeta. Poi, assistiamo alla conferma delle concessioni per trivellare il mar Adriatico, emesse recentemente dal neo ministro per la Transizione ecologica, tanto per citare a caso un indirizzo “innovativo” di questo nuovo ministero che abolisce la terminologia “ambiente” perché obsoleta, perché superata, come se avessimo fatto molto per tutelarlo, il nostro ambiente. E che dire della coerenza del mio Trentino, noto ai più come terra attenta all’ambiente, ma che consente i jeep-camp sui passi alpini oppure, seppur con dati quali l’80% di raccolta differenziata, progetta ancora di costruire un inceneritore per smaltire il residuo indifferenziato, anziché trovare vie più sostenibili e moderne. Oppure la gestione degli animali selvatici, altro tema delicato in Trentino, con la storia ormai tristemente nota dei tre orsi ancora in celle di cemento, nonostante lo sdegno nazionale e internazionale. E che dire della politica, che come detto riempie programmi elettorali di buoni intenti e poi blocca i lavori parlamentari con migliaia di emendamenti, quando davvero c’è la possibilità di cambiare qualcosa per ambiente e animali selvatici? Anche in Trentino si continua a predicare bene in termini di “transizione ecologica”, poi si maltrattano gli animali come al Casteller con i tre orsi noti in tutto il mondo, si usano pesticidi per le coltivazioni in maniera esagerata e pericolosa, si vorrebbe un inceneritore per chiudere il cerchio dei rifiuti. Insomma, dov’è questa transizione ecologica? Verrebbe da dire: “cambiare tutto (il nome), per non cambiare nulla (su ambiente e benessere animale)”. Siamo davvero ipocriti se pensiamo che basti darsi una lustrata ogni tanto sui giornali, sottolineando il fatto che è sempre più necessario tutelare l’ambiente e poi, nei fatti, perseguire obiettivi contrari. Per cambiare è necessario cambiare anche progettualità. Diceva un certo Albert Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. E si continua a parlare di cambiare progettualità, ma adottando sempre gli stessi metodi, sempre proposti dalle stesse persone. E assistiamo a roboanti dichiarazioni sulle necessità di cambiare approccio per tutelare l’ambiente e per gestire al meglio i rapporti con le altre specie, però continuiamo a fare le stesse cose; trivellare i mari per estrarre idrocarburi e inquinare, trattare gli animali selvatici come nel Medioevo. E intanto il tempo passa, e anche questa “giornata della Terra” è passata, con grande retorica ma con nulla di nuovo sotto il sole. In Trentino, per concludere, l’attuale governance ha in atto proposte davvero poco sostenibili: l’autostrada della Valdastico che distruggerà un ambiente montano preziosissimo, la costruzione di un inceneritore a Trento per la chiusura del cerchio dei rifiuti, la conversione di molte malghe alpine in veri e propri ristoranti moderni in alta quota, con possibile rifacimento delle vie per favorire l’accesso con le vetture, la gestione della fauna selvatica con il solo scopo di imprigionare e abbattere gli orsi e i lupi, anziché progettarne la convivenza con l’uomo, come è avvenuto in altri posti del mondo. Quindi, non parlatemi di transizione ecologica o di sviluppo sostenibile, perché i fatti portano proprio nel verso opposto. Marco Ianes
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IL DESERTO DIVENTA UNA FORESTA RIGOGLIOSA
L'altopiano del Loess, nel nord-ovest della Cina, è un luogo lussureggiante e rigoglioso che ospita diverse specie di animali e campi coltivati. Oggi le sue terre sono piene di vita, ma poco più di quindici anni fa questo fiorente ecosistema era diventato un deserto, devastato da secoli di agricoltura insostenibile che avevano causato erosione del suolo, inondazioni e dissesto idrogeologico. La zona era caduta in abbandono e in povertà.
Nel 1995 il governo cinese avviò una imponente opera di recupero e conservazione dell’altopiano, grazie a un finanziamento di 300 milioni di dollari dalla Banca Mondiale. L’iniziativa di recupero ha coinvolto due elementi, quelli agricoli e quelli sociali, causa e sintomo del problema e collegati tra di loro. Le colture dei contadini avevano esasperato la devastazione agricola, gli alberi abbattuti per far posto alle coltivazioni causavano l’erosione del suolo e il grande Fiume Giallo iniziò a inondare regolarmente la valle.
Gli scienziati hanno lavorato per portare tecniche di semina e terrazze ad ampio rendimento, per proteggere il suolo e migliorare la produttività delle colture. Sono stati introdotti diritti di utilizzo del suolo per gli abitanti dei villaggi, dando loro un motivo per investire nella salute della loro terra e nelle tecniche sostenibili di coltura, sono stati vietati il pascolo e l'abbattimento degli alberi. La combinazione di queste tecniche ha ridotto l'erosione del suolo di 60 tonnellate all'anno, aumentando la produzione alimentare e la vegetazione.
L’altopiano oggi è ricco di prodotti e animali e gli agricoltori stanno raccogliendo i frutti di un miracolo in pieno deserto.
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Fonte: World Bank - 17 aprile 2021
✔ VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact cheching delle notizie di Mezzopieno
✖ BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO. Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali https://www.change.org/p/per-avere-un-informazione-positiva-e-veritiera-in-giornali-e-telegiornali-e-portare-la-comunicazione-gentile-nelle-scuole
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MARIE JEANNE GRASSE - JASMIN PATCHOULI - Collezione Matières Premières - Eau de Parfum -
Free, where the heart leads us, chasing aromas and stars, where thoughts are weightless and emotions restlessly dominate.
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Nei luoghi del cuore. Torneremo a correre tra le rose e i gelsomini di Grasse. Ad accarezzare, odorare, strofinare tra le dita quei petali che raccontano vita e passione. Torneremo a respirare, fuori e lontano, lì dove il bello della natura, come per incanto, si trasforma in profumo. Certi profumi hanno nel cuore una melodia nostalgica, sono frammenti di luce, gocce stemperate nei colori dei ricordi. Certi aromi hanno il tuo nome, assomigliano all’umore che sfoggi nei giorni migliori, sospesi nel niente e pieni di tutto. Certe emozioni si lasciano toccare e descrivere, altre si adombrano, sfuggono, restano appese a lunghi enigmatici silenzi. Le emozioni non si replicano, non si plagiano, non si vendono, ti abitano, ti scuotono e illudono, ti gonfiano di pianto, ti annientano di stupore e gioia. Sono solo autenticamente tue. C’è un saper fare devoto e gentile nelle fragranze Marie Jeanne Grasse. C’è tradizione e rispetto, ciò che le buone famiglie tramandano e c’è un coraggio e una speranza d’altri tempi a definire nuovi percorsi professionali. Per Georges Maubert, quinta generazione della famiglia Robertet (azienda leader mondiale, attiva dal 1850, nella produzione di materie prime naturali per la profumeria) e fondatore del marchio, il destino ha un profumo irresistibile. Cresciuto a fiori ed essenze, conosce i segreti delle tecniche estrattive e padroneggia ogni passaggio nel processo creativo/produttivo della fragranza. Per le creazioni Marie Jeanne (nome-tributo alla nonna) seleziona le materie prime più esclusive da coltivazioni sostenibili e concerta composizioni di carattere focalizzate sull’essenzialità. Per la collezione Matières Premières, composta da tre fragranze nel caratteristico flacone verde custodito nel pack eco in legno, vengono privilegiate essenze uniche e olfattivamente impattanti. Splendida la declinazione aromatica di Jasmin Patchouli con l’accoppiata gelsomino di Grasse e gelsomino egiziano anticipata da un tenero accordo vegetale verde con foglie di fico e sostenuta nel sillage, caldo e prolungato, da semi di ambretta e patchouli. Poesia in chiaroscuro. Nel formato Eau de Parfum 100 ml. In profumerie selezionate.
instagram.com/igbeautycove ©thebeautycove
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La conserva della neve
Saranno oltre sessanta gli espositori collezionisti in mostra a “La Conserva della neve” la manifestazione sulla biodiversità vegetale con particolare riferimento alle piante ornamentali più ricercate in programma dal 16 al 18 settembre al Museo Orto Botanico di Roma. Vegetazioni rare, dalle più antiche ed esotiche, difficilmente reperibili nei circuiti tradizionali, saranno esibite ed illustrate lungo il circuito naturale disegnato dall’area di 12 ettari del prestigioso giardino botanico della Capitale, ogni giorno dalle 9 alle 19 con orario continuato. Un’occasione per tutti gli appassionati dell’architettura del verde e dell’eco-sostenibilità per partecipare ed assistere a interventi culturali innovativi, scambiare informazioni relative al settore ed acquistare articoli unici. La conserva della neve, collezioni e non solo... Numerosi i vivai collezionisti, tra cui molti ibridatori di piante geofite ornamentali provenienti da vivai specializzati, ricercatori esperti nella lavorazione di fiori e piante specifiche e produttori di concimi e sementi innovative per il miglioramento e arricchimento delle coltivazioni. Con uno sguardo e olfatto attento, si potranno conoscere ed esplorare basilici perenni con profumi spettacolari, peperoncini in collezione con svariate gradazioni di piccantezza, collezioni insolite della fascia tropicale e subtropicale, una immensa produzione di narcisi e di bulbi da fiore, graminacee ornamentali e spontanee resistenti al secco ed erbacee perenni rustiche, grandi varietà di piante carnivore e piante acquatiche (tra cui la ninfea Thumamruksa, campionessa del mondo come miglior ibrido), pelargoni del ‘700 e da collezione; Tillandsie della famiglia Bromeliaceae provenienti da altri emisferi, salvie dell’America latina dagli odori intensi e dalla fioritura stagionale diversificata, palme e piante ortive introvabili, rose antiche, bourbon, te, noisette, Hydrangeas, Magnolie, Cornus, Lagerstroemia davvero speciali e alcune piante desuete ma coltivate nella propria magnificenza, fra cui l’australiana Kangaroo Paw, i cui fiori vengono usati come rimedio terapeutico utile a migliorare la sensibilità e la gentilezza. Produttori eco-sostenibili All’interno dei produttori eco-sostenibili vi saranno artigiani di accessori di moda per la persona e per la casa che intrecciano una rara fibra vegetale brasiliana, una graminacea protetta in Brasile, Capim Dourado, come anche fabbricanti manuali di creative produzioni di cioccolato del Nicaragua, tostato a bassa temperatura e raffinato con mulino a pietra “bean to bar”. Una zona di ristoro a tema saprà soddisfare le esigenze nutrizionali dei convenuti attraverso proposte gastronomiche diversificate elaborate o condite con piante aromatiche e medicinali ricche di proprietà benefiche e salutistiche. Read the full article
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Biofumigazione e altre tecniche di agricoltura sostenibile
La biofumigazione è una pratica agronomica che utilizza microorganismi, in particolare funghi, per migliorare le caratteristiche del suolo e il suo profilo nutrizionale. Una tecnica di agricoltura sostenibile che si basa sull'idea che alcuni funghi possono interagire positivamente con le piante, migliorando la disponibilità di nutrienti, la salute del suolo e la resistenza delle colture a patogeni e stress ambientali.
Questa tecnica può includere diverse strategie di inoculazione di funghi benefici, come micorrize o funghi saprofiti, al fine di stimolare la crescita vegetale e aumentare la produttività agricola. Anche il biochar per agricoltura lavora sui terreni rendendoli più forti e adatti alle intemperie del cambiamento climatico.
La biofumigazione è considerata una forma di agricoltura sostenibile, poiché può ridurre la necessità di fertilizzanti e trattamenti chimici, promuovendo un equilibrio ecologico nel suolo.
Inoltre, la biofumigazione può contribuire alla gestione di alcuni problemi fitopatologici, favorendo il controllo biologico delle malattie delle piante. In questo contesto, viene spesso utilizzata in sinergia con altre pratiche agronomiche sostenibili per promuovere la salute del suolo e delle coltivazioni.
Aumentare la resa agricola senza l'uso di fertilizzanti chimici può essere ottenuto attraverso diverse pratiche sostenibili e strategie agronomiche. Ecco alcune idee:
Rotazione delle colture: Alternare colture diverse in modo da migliorare la salute del suolo e prevenire l'accumulo di malattie e parassiti. Alcune piante possono anche migliorare la fertilità del suolo.
Consociazione delle piante: Coltivare piante diverse insieme può favorire la crescita reciproca e ridurre la competizione per le risorse. Alcune combinazioni possono anche tenere lontani i parassiti.
Compostaggio: Utilizzare il compost per arricchire il suolo con nutrienti organici. Il compost fornisce una fonte di nutrienti a lungo termine, migliora la struttura del suolo e aumenta la capacità di ritenzione idrica.
Copertura del suolo: Utilizzare colture di copertura per prevenire l'erosione del suolo, migliorare la qualità del suolo e aumentare la biodiversità. Le piante di copertura possono anche fissare l'azoto nel suolo.
Tecniche di agricoltura conservativa: Adottare pratiche come il minimo lavorazione del suolo, che riduce la perdita di umidità e migliora la struttura del suolo. Il biochar per agricoltura biologica può garantire una migliore resa agricola.
Uso di microrganismi: Introdurre microrganismi benefici, come funghi micorrizici e batteri, può migliorare l'assorbimento dei nutrienti da parte delle piante e promuovere la salute del suolo.
Scelta di varietà localmente adattate: Selezionare varietà di piante che sono ben adattate al clima e alle condizioni locali può portare a rese più elevate e a una maggiore resistenza a malattie e parassiti.
Gestione dell'irrigazione: Ottimizzare l'irrigazione per garantire che le piante ricevano la giusta quantità di acqua senza sprechi. Tecniche come l'irrigazione a goccia possono essere molto efficaci.
Pratiche di gestione dei parassiti: Utilizzare metodi di controllo biologico e tecniche agroecologiche per gestire i parassiti e ridurre il bisogno di prodotti chimici. Anche l'uso di un ammendante agricolo biologico come il biochar naturale puà risolvere questi problemi.
Educazione e formazione: Informare gli agricoltori sulle pratiche sostenibili e sulle tecniche innovative può migliorare le rese e promuovere una maggiore sostenibilità.
Implementando una combinazione di queste pratiche, è possibile aumentare la resa agricola in modo sostenibile, riducendo o eliminando la dipendenza dai fertilizzanti chimici.
L'agricoltura sostenibile si basa sull'uso di pratiche che tutelano l'ambiente, promuovono la biodiversità e garantiscono la fertilità del suolo senza danneggiare l'ecosistema. Ecco alcuni tipi di fertilizzanti e pratiche che supportano un'agricoltura sostenibile:
Fertilizzanti organici: Questi fertilizzanti derivano da materiali naturali e riciclati, come:
Compost
Letame animale
Estratti di alghe
Humus di lombrico
Fertilizzanti biologici: Prodotti che contengono microbi e materia organica, utili per migliorare la salute del suolo.
Fertilizzanti a rilascio controllato: Questi fertilizzanti rilasciano nutrienti in modo graduale, riducendo il rischio di erosione e di inquinamento delle acque. Conviene aumentare la produzione di biochar per agricoltura così da migliorare la resa agricola e la forza dei suoli.
Pratiche agroecologiche:
Rotazione delle colture: Alternare diverse colture per migliorare la fertilità del suolo e ridurre le malattie.
Colture di copertura: Utilizzare piante specifiche per proteggere il suolo durante i periodi non coltivati.
Diversificazione: Coltivare una varietà di piante per promuovere la biodiversità e migliorare la resilienza.
Biofertilizzanti: Microorganismi benefici che migliorano la disponibilità di nutrienti nel suolo, come i batteri azotofissatori.
Fertilizzanti a base di minerali naturali: Utilizzare minerali come la roccia fosfatica o la cenere di legna per fornire nutrienti essenziali senza l'uso di sostanze chimiche sintetiche.
Monitora della fertilità del suolo: Eseguire analisi regolari del suolo per identificare le reali esigenze nutrizionali delle piante, riducendo così l'uso eccessivo di fertilizzanti.
Utilizzare questi fertilizzanti e pratiche aiuta a mantenere la salute del suolo e a garantire un'alta produttività agricola nel rispetto dell'ambiente. A questo link un inteessante articolo sulla biofumigazione ed altre tecnciche utili per un'agricoltura sostenibile.
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La verdura è sempre più costosa
Speculazioni sui rincari alimentari: dai pasti in casa a quelli consumati nei ristoranti, il salasso è garantito. E ottobre appare lontano. Sul contenimento dei prezzi il cantiere è aperto, ma intanto gli italiani continuano a fare i conti con listini caldi. La gelata che ha raffreddato le temperature, anche se è in arrivo un nuovo rialzo della colonnina di mercurio, non ha portato sollievo alle tasche dei cittadini. E la vacanza del 2023 potrebbe essere annoverata tra le più care degli ultimi anni. Per questo si va a caccia di offerte più sostenibili, come gli agriturismi o i piccoli borghi rurali dove si può accedere a cibi di qualità alla portata di tutte le tasche. All’aumento dei listini dei carburanti si aggiunge un’altra componente fondamentale della spesa dei vacanzieri: gli alimentari. Dai pasti in casa a quelli consumati nei ristoranti, il salasso è garantito. E ottobre appare lontano. L’ACCORDO ANTI-INFLAZIONE Pur se mancano tasselli importanti della filiera, dal primo ottobre infatti scatterà il trimestre anti-inflazione sul carrello della spesa voluto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. I prezzi dei prodotti alimentari e di prima necessità restano troppo alti e continuano a svuotare le tasche degli italiani. Col paniere calmierato, dunque, secondo quanto ha dichiarato il ministro in occasione della firma dell’accordo, si punta a «dare un definitivo colpo all’inflazione riconducendola a livelli naturali». Intanto, però, in attesa del 10 settembre, quando saranno definite con le associazione firmatarie del patto le modalità di controllo e contenimento del “carrello della spesa”, gli italiani devono fare i conti con vacanze segnate da listini spesso fuori controllo. RINCARI ALIMENTARI E METEO Per quanto riguarda il cibo, a giocare a favore dei rialzi c’è stato il clima pazzo. Questo è stato uno degli anni più difficili per l’agricoltura. Il record storico per il caldo fatto segnare a luglio è stato accompagnato in Italia – ha ricordato in una analisi la Coldiretti, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) – da una media di 42 eventi estremi al giorno lungo la Penisola (+83%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Durante l’inverno il nord Italia è stato nella morsa di una drammatica siccità che ha provocato gravi anni alla coltivazioni. Poi è iniziata la stagione delle grandi piogge, con un maggio nero: alluvione in Emilia Romagna, Marche e parti della Toscana, ma anche bombe d’acqua al Sud. Il risultato sono stati terreni inariditi o inondati e, a completare l’opera, la piaga degli incendi, prima in Sicilia e ora in Sardegna. Dopo i 6 miliardi persi lo scorso anno sempre per gli eventi meteo estremi, quest’anno solo in Emilia Romagna i danni al settore primario hanno superato un miliardo. Con tagli al grano (-10%), all’uva da vino (-14%), alla frutta , agli ortaggi e al pomodoro. Ma sono più salati zucchero, latte e farina. E anche il gelato rischia di diventare un lusso, con aumenti dei prezzi di coni e coppette di circa il 19% rispetto al 2022. I PREZZI IMPAZZITI NON SOLO NEI RINCARI ALIMENTARI A pesare sulla coppetta “d’oro”, secondo i calcoli di Coldiretti, oltre all’energia le materie prime, a partire dal +47% dello zucchero di cui il nostro Paese è fortemente deficitario. Una débâcle che si è ribaltata sui bilanci delle famiglie. Il caro benzina ha aggravato la situazione. In Italia. infatti quasi il 90% delle merci viaggia su strada e dunque un ritocco dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto a valanga sui costi delle imprese. La Coldiretti ha calcolato che, per il gap infrastrutturale, i costi della logistica incidono per oltre un terzo sul settore dell’ortofrutta. Inoltre, spesso la ricaduta sui consumatori è amplificata dall’effetto delle speculazioni che sono sempre in agguato. Nell’ultimo semestre, per gli aumenti dei listini. gli italiani sono stati costretti a spendere 4 miliardi in più per allestire la tavola tagliando però le quantità. Una situazione che ha spinto il ministro Urso a scendere pesantemente in campo.Il problema, infatti, è che non c’è corrispondenza tra i prezzi riconosciuti agli agricoltori e i listini dei prodotti sugli scaffali. E così finiscono per impoverirsi sia i consumatori sia i produttori agricoli, a loro volta anche consumatori. Le cause, dunque, sono molteplici e anche su questo fronte una delle soluzioni potrebbe arrivare dal Pnrr, che prevede una serie di investimenti finalizzati all’ammodernamento delle infrastrutture. VACANZE LOW COST Intanto, però, cosa possono fare le famiglie per ritagliarsi uno scampolo di vacanza senza dissanguarsi? La soluzione per non rinunciare a gite e pernottamenti a costi accettabili è di rifugiarsi nei piccoli borghi, che già nel periodo della pandemia avevano salvato le vacanze di molte famiglie. Quasi il 72% degli italiani, secondo quanto emerge dall’indagine Ixe’-Coldiretti, ha scelto quest’anno di rifugiarsi nelle mete meno battute dal turismo di massa dove è possibile anche risparmiare. «La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura – dice il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – è un esempio di turismo sostenibile, prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del Paese». Read the full article
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Posted @withregram • @slow_food_italia Signore e signori abbiamo un annuncio importantissimo! Un progetto a cui teniamo tantissimo e che non vedevamo l'ora di raccontare. NASCE LA SLOW WINE COALITION Una rete mondiale che riunisce tutti i protagonisti della filiera per mettere in atto una rivoluzione del vino all’insegna di sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne Il primo grande meeting della Coalition è a Bologna, dal 26 febbraio al 1° marzo 2022: la Slow Wine Fair, ovvero l’incontro internazionale tra vigneron, operatori e appassionati con dibattiti, Laboratori del Gusto e walk around tasting presentato da @sanafiera e @slow_wine_guide Le radici della nostra associazione, all’inizio degli anni ‘80, affondano tra le vigne. In questi 40 anni Slow Food è cresciuta e ha allargato i propri orizzonti, mantenendo il legame con il vino grazie a Slow Wine. Ma per quanto questo progetto abbia raccolto successi e unito tanti appassionati sotto la bandiera del vino buono, pulito e giusto, la guida, il sito, gli eventi e il nutrito gruppo di collaboratori non bastano a creare una comunità. In questa fase storica abbiamo compreso che nessuna sfida si vince da soli. Per questo è fondamentale creare una comunità unita intorno a valori riconosciuti e condivisi. Inquinamento, depauperamento della biodiversità a causa dell'utilizzo di diserbanti e disseccanti, monocoltura nelle aree di maggior pregio, sfruttamento della manodopera. La Slow Wine Coalition nasce anche per agire e sensibilizzare su questi temi, a favore di una vera e propria rivoluzione del settore che richiede un necessario sforzo collettivo guidato da chi si è già messo in cammino. Sono molte le cantine che, nel solco di un generale rinnovamento agricolo, hanno avviato la sperimentazione e il ricorso a sistemi di coltivazione sostenibili. In futuro, soprattutto alla luce della lotta ai cambiamenti climatici, questo comparto dovrà per forza di cose accelerare e offrire un esempio per tutte le altre coltivazioni, anche quando si parla di integrazione e valorizzazione della manodopera straniera. https://www.instagram.com/p/CQ-70eqLVnu/?utm_medium=tumblr
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Non capisco perché celebrare la Nutella su una moneta della Repubblica Italiana Devo confessarlo: a me la Nutella fa schifo. Lo so, forse sono l’unico italiano a cui fa schifo la Nutella e che inorridisce per la famosa scena di Bianca, con Nanni Moretti davanti ad un barattolo gigante. Lo so, e ci vuole un bel coraggio anche a dirlo. Magari mi faccio un sacco di nemici, forse i il mio post sarà inondato da commenti di troll, chissà forse riceverò lettere minatorie, oppure dovrò chiedere la scorta avendo timore per la mia incolumità per aver denigrato un simbolo dell’italianità. Bene, me ne frego, la Nutella mi fa schifo. Lo ripeto. Ma non è per esternare questo mio disgusto che scrivo, bensì per sottolineare che invece allo Stato italiano, a questo Stato italiano, la Nutella deve invece piacere molto visto che la Zecca dello Stato ha emesso una moneta celebrativa in argento da 5 euro dedicata appunto a questo prodotto, in vendita dal 26 gennaio. E questo mi disgusta ancora di più. Oddio, sarà anche vero che la Nutella rappresenta uno dei prodotti italiani più venduti all’estero. Però, cominciamo col ricordare quale sia il suo contenuto. Esso è stato svelato dal sito tedesco Verbraucherzentrale Hamburg: la Nutella contiene il 50% di zucchero e oltre il 20% di olio di palma. Certamente non un prodotto modello per l’alimentazione, ma piuttosto quello che definirei uno junk food, molto più adatto ai consumatori statunitensi che agli italiani e alla loro dieta mediterranea. Tralasciamo poi il discorso dell’olio di palma che nel caso della Ferrero è definito “sostenibile” (ma mi domando, prima delle coltivazioni sostenibili le foreste c’erano o no?), e concentriamoci sul fatto che non sia la Nutella un prodotto così sano. Nel 2008 in Gran Bretagna uno spot del prodotto che ne decantava ovviamente le doti nutrizionali è stato censurato perché la Nutella contiene troppi grassi e zuccheri per essere definita sana. Nel 2011 in Germania l’Alta Corte Federale di Francoforte ha invitato la Ferrero ad indicare sulle confezioni il valore nutrizionale, accanto ai componenti. Nel 2012 negli Stati Uniti un tribunale ha costretto Ferrero a pagare oltre 3 milioni di dollari per una pubblicità “ingannevole”, in cui si descrive la Nutella come un prodotto “nutriente” e “salutare”. Ma le notizie sulla composizione della Nutella e i sui suoi valori nutrizionali non solo non hanno scoraggiato i consumatori mondiali, ma anzi la Nutella è entrata a far parte di una nuova linea di biscotti della Ferrero, i Nutella Biscuits. Lo Stato italiano è entusiasta anche di questo prodotto e il ministro Patuanelli ha destinato quindici milioni di soldi di noi tutti per un nuovo stabilimento in Basilicata. Quindi, moneta celebrativa e contributo alla diffusione del prodotto. Ah, dimenticavo: una piccola percentuale di nocciole la Nutella la contiene pur sempre. Sulla Ferrero e le nocciole che usa rimando ad una inchiesta di Internazionale: https://www.internazionale.it/reportage/stefano-liberti/2019/06/21/nutella-gusto-amaro-nocciole-ferrero Chiudo: nei giorni scorsi è stata lanciata una campagna su Change.Org dal titolo molto chiaro: “Togliamo la nutella dalle monete della Repubblica Italiana”. Fabio Balocco
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Ciao! Ecco a voi aperta un’altra finestrella del nostro calendario dell’Avvento! Oggi troviamo la linea di profumi RACCONTI della Nature’s Bios Line Sono cinque tipi di Eau de Parfum, sorprendentemente naturali! 🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄 Cinque profumi-narrazione dal carattere ben distinto, unico, originale. Cinque Fragranze che si compongono sullo sfondo della natura e, come vere e proprie istantanee, colgono la vibrante suggestione di un momento, evocandone le sensazioni odorose. Cinque Eau de Parfum che superano le distinzioni di genere e, come un racconto, prendono vita intorno all’essenza protagonista. Formulati e prodotti in Italia con materie prime di alta qualità, provenienti da coltivazioni protette, e alcol di derivazione biologica. Le essenze sono ricavate con processi sostenibili, nel pieno rispetto dell’ambiente, della biodiversità e delle popolazioni locali. 🤗🤗🤗ci vediamo domattina con un’altra casellina del nostro calendario! #ilovemyjob #amoilmiolavoro #erboristeria #naturopatia #amoreperlanatura #benesserenaturale #benessere #salute #laviadellanatura #sanlorenzoalmare #imperia #valledelsanlorenzo #rivieraligurediponente #rivieradeifiori #garudaerboristeria #rimedinaturali #liguria #instagram #facebook #erboristafelice #integratorialimentari #tisane #consiglierboristici #cosmeticanaturale #inverno2020 #olioessenziale #calendarioavvento #ideeregalo #natale2020 (presso San Lorenzo al Mare) https://www.instagram.com/p/CIXyKFZh-ST/?igshid=upnkdoorx9do
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