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powersol · 1 year
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Energie Rinnovabili nelle PMI liguri
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La Regione Liguria ha aperto il 22 settembre un bando che concede incentivi alle imprese per incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo è quello di promuovere le energie rinnovabili in conformità con la direttiva sul tema 2018/2001 e di sostenere la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili: fotovoltaico, mini-eolico, biomasse, solare termico e pompe di calore.
Destinatari e dotazione finanziaria
I beneficiari del bando sono le micro, le piccole e le medie imprese del settore privato, aventi sede operativa in Liguria. Non possono presentare domanda i raggruppamenti temporanei d’impresa e le reti d’impresa. La dotazione finanziaria complessiva è pari a 4.060.000€, di cui 2.000.000 € destinati ai contributi a fondo perduto, 2.000.000 € allo strumento finanziario (prestito rimborsabile e abbattimento costo garanzia) e 60.000 € all’abbattimento dei costi di garanzia. Il contributo può coprire al massimo fino all’80% delle spese ritenute ammissibili, ed è suddiviso in: 40% finanziamento a tasso agevolato, con un massimale di 300.000 €, e 40% contributo a fondo perduto. Questo incentivo non è cumulabile con qualsiasi altra forma di aiuto di Stato.
Spese ammissibili
Sono ammissibili i seguenti interventi, ancora da avviare oppure avviati ma non conclusi alla data di concessione dell’agevolazione:
Impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile per la produzione di energia destinata all’autoconsumo, quali solare fotovoltaico, mini-eolico, mini-idroelettrico, solare termico, geotermico e biomassa;
Opere di repowering, ovvero di sostituzione dei componenti originali dell’impianto con altri, e di riconfigurazione del layout al fine di aumentare la resa dell’impianto;
Sostituzione dell’impianto termico con pompe di calore collegate all’impianto a fonte energetica rinnovabile.
Sono considerate idonee le spese per: realizzazione degli impianti e delle apparecchiature, fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo, acquisto di programmi informatici connessi all’investimento, opere edili necessarie, connessione alla rete elettrica nazionale, studi e spese per attività preliminari, progettazioni, indagini geologiche e geotecniche, direzione lavori e collaudi tecnici.
Tutti gli impianti devono essere destinati all’autoconsumo dell’energia prodotta e, nel caso in cui vi sia energia eccedente, questa potrà essere immessa in rete (scambio sul posto) a condizione che la cessione sia effettuata a titolo gratuito.
Modalità di presentazione delle domande
Le domande devono essere redatte esclusivamente online, accedendo al sistema “bandi online” dal sito www.filse.it, oppure dal sito filseonline.regione.liguria.it, devono essere compilate in ogni loro parte, complete di tutta la documentazione necessaria, che deve essere firmata tramite firma digitale, e inoltrate utilizzando esclusivamente la procedura di invio telematico. Le richieste di accesso al bando vanno inviate tra il 22 settembre 2023 e le ore 17.30 del 6 ottobre 2023 e ciascuna impresa può presentare una sola domanda di contributo. La documentazione da allegare è la seguente:
Relazione illustrativa dell’intervento proposto;
Documentazione tecnica dell’intervento idonea a illustrare le caratteristiche impiantistiche dello stesso;
Cronoprogramma dettagliato inclusivo delle tempistiche per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie;
Elenco di tutte le autorizzazioni necessarie per la realizzazione dell’intervento;
Quadro economico indicante i costi riconducibili all’iniziativa;
In caso di opzione del regime di esenzione, analisi dello scenario controfattuale.
Le domande saranno valutate secondo due criteri: l’ammissibilità formale della domanda e il merito del progetto proposto a finanziamento.
Erogazione del contributo
Il beneficiario può richiedere un acconto nella misura massima del 40% di ciascuna delle forme di agevolazione concessa, oppure solo del contributo a fondo perduto. Successivamente, l’erogazione del saldo o del solo contributo a fondo perduto avverrà a ultimazione dell’intervento. Il contributo sarà liquidato entro il settantacinquesimo giorno successivo all’invio della richiesta di liquidazione.
I bandi regionali attivi sono disponibili sul blog di Powersol.
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powersol · 1 year
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Transizione digitale ed ecologia con Simest
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I finanziamenti agevolati SIMEST si rinnovano a sostegno degli investimenti in sostenibilità e digitalizzazione per una maggiore competitività delle imprese e delle filiere produttive sui mercati esteri. Tra le tante iniziative, è stato aperto un bando per la transizione digitale ed ecologica, che concede finanziamenti a tasso agevolato e contributi a fondo perduto.
I beneficiari
I soggetti beneficiari di questo bando sono le imprese con un fatturato export pari ad almeno il 10% dell’ultimo bilancio e tutte le PMI produttive, con un fatturato pari ad almeno il 3% dell’ultimo bilancio e che facciano parte di una filiera produttiva di almeno tre imprese clienti (con relativi contratti di fornitura stipulati da almeno 12 mesi dalla presentazione della domanda).
L'agevolazione
L’incentivo è concesso sottoforma di contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso agevolato pari rispettivamente al 10% del tasso di riferimento UE (tasso applicato dello 0,464% al 14/07/2023) e al 50% e all’80% definito in fase di presentazione della domanda. L’importo minimo è 10.000 € e l’importo massimo dell’intervento agevolativo è pari al minore tra: il 35% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci e per micro imprese 500.000 €, per PMI e PMI innovative 2.500.000 € e per altre imprese 3.500.000 €. La durata complessiva del finanziamento è di sei anni a decorrere dalla data di stipula del contratto e si compone di:
Un periodo di preammortamento di due anni;
Un periodo di rimborso di quattro anni.
L’erogazione dell’incentivo può avvenire in massimo tre rate su conto corrente:
La prima rata pari al 25% a titolo di anticipo;
La seconda rata, sempre pari al 25%, viene erogata entro tre mesi dalla prima rendicontazione, a condizione che: l’impresa non ne faccia richiesta contestualmente all’invio della prima rendicontazione o le spese ammissibili e rendicontate con la prima rendicontazione risultino non inferiori al 50% dell’importo deliberato;
La terza rata è erogata a saldo delle spese ammissibili rendicontate entro i quattro mesi successivi al termine del periodo di realizzazione.
Contributo a fondo perduto
Può essere inoltre concesso un contributo a fondo perduto del 10% e fino a un massimo di 100.000 € per:
PMI (anche Micro Impresa) con sede operativa nelle Regioni del sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) costituita dal almeno sei mesi;
PMI (anche Micro Impresa) in possesso di certificazioni ambientali/di sostenibilità (ISO 45001, ISO 14001, SA8000);
PMI (anche Micro Impresa) giovanile, ovvero un’impresa costituita al 60% da giovani tra i 18 e i 35 anni oppure per le società di capitali, impresa in cui le quote di partecipazione sono detenute per il 60% giovani tra i 18 e i 35 anni;
PMI (anche Micro Impresa) femminile, ovvero un’impresa costituita al 60% da donne oppure per le società di capitali, impresa in cui le quote di partecipazione sono detenute per il 60% da donne;
PMI (anche Micro Impresa), con una quota di fatturato export risultante dalle dichiarazioni IVA degli ultimi due esercizi pari a 20% sul fatturato totale;
PMI (anche Micro Impresa) innovativa (registrata come PMI innovativa presso la sezione speciale della camera di commercio);
Impresa (anche non PMI o Micro Impresa) in possesso di certificazioni ambientali o di sostenibilità (ISO 45001, ISO 14001, SA8000) e che entro la data della prima erogazione può fornire evidenza di: aver emesso una Sustainable Procurement Policy (SPP) contenente principi ESG7; un’adesione di almeno cinque fornitori dell’Impresa Richiedente, con contratti di fornitura stipulati da almeno 12 mesi dalla presentazione della domanda, a uno o più principi ESG contenuti nell’SPP; un processo di implementazione della SPP; dei piani correttivi in caso di non conformità di uno o più fornitori; degli strumenti e delle modalità di monitoraggio dei fornitori con riferimento al rispetto della SPP;
Imprese (anche non PMI o Micro Imprese) con Interessi diretti nei Balcani Occidentali;
Imprese (anche non PMI o Micro Imprese) con unità locale o sede operativa localizzata nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificativi a partire dal primo maggio 2023 individuati nell’Allegato 1 del D. Lgs. 61/2023.
Interventi ammissibili
L’impresa richiedente l’intervento deve destinare almeno il 50% dell’importo deliberato a investimenti che siano digitali o ecologici e, il restante 50%, può essere utilizzato per ulteriori investimenti volti al rafforzamento patrimoniale (indicati alla voce “Ulteriori investimenti” del bando).
Questo secondo 50% può essere incrementato fino al:
70% dell’importo deliberato a condizione che l’impresa fornisca evidenza, in fase di rendicontazione, di: un incremento dei costi energetici pari ad almeno il 100%, che deve risultare dal confronto dei bilanci relativi agli ultimi due esercizi precedenti alla presentazione della domanda; un fatturato export pari ad almeno il 20% in fase di presentazione della domanda.
80% dell’importo deliberato per le imprese con interessi nei Balcani Occidentali.
90% dell’importo deliberato per le imprese con unità locali o sedi operative localizzate nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal primo maggio 2023 (individuati nell’Allegato 1 del D. Lgs. 61/2023).
Spese ammissibili
Sono considerate ammissibili le seguenti spese:
Spese per la transizione digitale;
Spese per la transizione ecologica, ovvero per investimenti per la sostenibilità ambientale e sociale (per esempio, efficientamento energetico, idrico, mitigazione di impatti climatici ecc.);
Spese per investimenti volti a rafforzare la propria solidità patrimoniale;
Spese consulenziali professionali;
Spese per consulenze.
Presentazione delle domande
Lo sportello per la presentazione delle domande apre il 27 luglio 2023 e rimarrà attivo fino a esaurimento fondi. Per richiedere l’intervento agevolativo, l’impresa deve registrarsi sul portale SIMEST, compilare la domanda in ogni sua parte, con sottoscrizione digitale del legale rappresentante, allegare tutti i documenti necessari ed effettuare l’invio tramite lo stesso portale.
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powersol · 1 year
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Investimenti sostenibili 4.0
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È stata approvata la misura Investimenti sostenibili 4.0, in continuità con il bando aperto a seguito del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 10 febbraio 2022, che persegue obiettivi sostenibili per la transizione energetica. In particolare, la misura sostiene il processo di transizione delle piccole e medie impese nelle regioni meno sviluppate del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) attraverso degli incentivi che finanzino investimenti innovativi e sostenibili e che facciano ampio ricorso alle tecnologie digitali. L’obiettivo è quindi quello di rafforzare la crescita sostenibile e la competitività delle PMI in questi territori.
Dotazione finanziaria e beneficiari
La dotazione finanziaria complessiva è pari a 400 milioni di euro, il cui 25% è destinato ai programmi presentati dalle micro e piccole imprese.
Sono quindi concesse agevolazioni in favore di programmi di investimento proposti dalle stesse aziende (micro, piccole e medie), con priorità per coloro che sono in grado di offrire un contributo importante agli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Unione Europea e di migliorare la sostenibilità energetica dell’impresa.
Spese ammissibili
I programmi di investimento devono contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali e devono essere riconducibili a una delle seguenti linee di azione: sostegno ai processi di produzione rispettosi dell’ambiente e all’utilizzo efficiente delle risorse nelle PMI; promozione dell’efficienza energetica delle PMI. Per essere finanziabili, i programmi devono inoltre: prevedere l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti al piano Transizione 4.0; essere diretti all’ampliamento della capacità e alla diversificazione della produzione; essere realizzati presso un’unità produttiva localizzata nei territori delle regioni meno sviluppate del Mezzogiorno; prevedere spese ammissibili non inferiori a 750.000 € e non superiori a 5.000.000 €; essere avviati successivamente alla presentazione delle domande; prevedere un termine di ultimazione non successivo a 18 mesi dalla data di adozione del provvedimento di concessione delle agevolazioni. Tutte le attività devono essere svolte nel rispetto del principio “Do No Significant Harm”.
Sono ammissibili le spese che riguardano: macchinari, attrezzature e impianti; opere murarie (nei limiti del 40% del totale dei costi ammissibili); programmi informatici e licenze correlati all’utilizzo dei beni che si acquistano; acquisizione di certificazioni ambientali. L’agevolazione è concessa nella forma di contributo in conto impianti e del finanziamento agevolato, a copertura al massimo del 75% delle spese. Più nello specifico:
Per micro e piccole imprese: il 50% delle spese ammissibili in forma di contributo in conto impianti e il 25% in forma di finanziamento agevolato;
Per medie imprese: il 40% delle spese ammissibili in forma di contributo in conto impianti e il 35% in forma di finanziamento agevolato.
Interventi non ammissibili
Non sono ammissibili i programmi che prevedono misure di efficientamento energetico predisposte per l’adeguamento a vincoli normativi o a prescrizioni di natura amministrativa, ad eccezione dei casi di programmi che generano risparmi energetici addizionali, con un incremento di almeno il 20% dei valori previsti da vincoli e prescrizioni.
Modalità di presentazione delle domande
Tutte le domande devono essere presentate in forma telematica, attraverso la procedura informatica nell’apposita sezione “Investimenti sostenibili 4.0 – PN RIC 2021-2027” del sito web dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. – Invitalia (https://www.invitalia.it/). Il 29 agosto 2023 è stato pubblicato il decreto direttoriale con cui sono definiti i termini e le modalità di presentazione delle domande: la prima fase è quella di compilazione della domanda, a partire dalle ore 10.00 del 20 settembre 2023; la seconda è quella dell’invio della domanda di accesso alle agevolazioni, a partire invece dalle ore 10.00 del 18 ottobre 2023. Ogni impresa può presentare una sola domanda di agevolazione. Per accedere allo sportello è necessario avere lo SPID, la Carta nazionale dei servizi o la Carta d’Identità elettronica.
Le domande passano alla fase istruttoria sulla base dell’ordine cronologico giornaliero di presentazione. Nel caso in cui si esauriscano le risorse, le domande presentate nello stesso giorno verranno selezionate in base a una valutazione del merito, che consiste in due fasi: la prima che verifica la completezza della documentazione presentata e dei requisiti di ammissibilità e la seconda è una valutazione del programma di investimento (con particolare riguardo alle caratteristiche del soggetto proponente, alla qualità della proposta e alla sostenibilità ambientale del programma di investimento).
Erogazione del contributo
Dopo la pubblicazione della graduatoria, entro 60 giorni dalla ricezione del provvedimento di concessione sottoscritto dall’impresa beneficiaria, l’agenzia provvede alla stipula del contratto di finanziamento. L’impresa deve quindi trasmettere la documentazione utile entro 30 giorni. La richiesta di erogazione va poi presentata nell’apposita sezione del sito dell’agenzia, che entro 60 giorni dalla ricezione provvede a effettuare le verifiche necessarie e a erogare l’agevolazione sul conto corrente. L’erogazione in conto impianti non può superare, nel corso di realizzazione del programma di investimento, il 90% del totale del contributo concesso, mentre il restante 10% è erogato solo successivamente all’effettuazione di un controllo dell’effettiva realizzazione del programma di investimento. L’agevolazione concessa non è cumulabile con altre agevolazioni pubbliche, che si configurino come aiuti di stato notificati ai sensi dell’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Leggi il blog di Powersol per scoprire tutti i bandi attivi.
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powersol · 1 year
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Mobilità sostenibile in Emilia Romagna
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La Regione Emilia Romagna ha aperto un bando che dà attuazione al Piano di Azione Ambientale e al Decreto Direttoriale 412 del 18 dicembre 2020, che consiste in un programma di finanziamento per il miglioramento della qualità dell’aria nel territorio delle regioni del Bacino Padano. L’avviso è rivolto ai 207 comuni della Regione Emilia Romagna situati in aree soggette a superamenti dei valori limite dei principali inquinanti e che hanno aderito al Piano Regionale per la qualità dell’aria. Questi comuni contano circa quattro milioni di abitanti, il 90% del totale della popolazione della regione, e coprono oltre 13.200 chilometri quadrati di superficie, il 60% di quella regionale.
L’obiettivo principale è quello della riduzione delle concentrazioni di PM10 (le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 micrometri) e NOx (ossidi di azoto) nei comuni interessati dal numero di superamenti del valore limite giornaliero PM10 a causa del quale le zone di pianura sono oggetto di procedura di infrazione europea. Per questo la regione vuole incentivare l’utilizzo della bicicletta negli spostamenti quotidiani anche di medio raggio tramite l’erogazione di un contributo a parziale rimborso dell’acquisto di una bicicletta o di una cargo bike, entrambe a pedalata assistita. È inoltre riconosciuta una maggiorazione del contributo ai cittadini che dimostrano di aver rottamato un’autovettura.
I beneficiari
Possono presentare domanda di contributo le persone fisiche che, al momento della creazione della domanda, siano maggiorenni e, al momento dell’invio della domanda, siano residenti in uno dei 207 comuni (specificati nell’Allegato 1 del Bando). Queste persone dovranno inoltre risultare: intestatarie della fattura/ricevuta fiscale di acquisto e intestatarie o cointestatarie del conto corrente bancario o postale su cui verrà effettuato il versamento del contributo. Se il richiedente vuole ricevere anche la maggiorazione a seguito della rottamazione di un’auto, dovrà risultare intestatario o cointestatario del veicolo rottamato e del certificato di rottamazione. Infine, se il comune di residenza è inserito anche nell’ambito dell’elenco dei comuni alluvionati, è attribuita un’ulteriore maggiorazione pari a 200€.
Dotazione finanziaria
Per il seguente bando sono stati stanziati complessivamente 8.850.000 €, suddivisi nel triennio 2023-2025 come segue:
Anno 2023: 3.808.000 €;
Anno 2024: 2.387.000 €;
Anno 2025: 2.655.000 €.
I contributi vengono liquidati fino all’esaurimento delle risorse indicate per ciascuna annualità. Prima di effettuare la domanda, il richiedente può verificare la disponibilità delle risorse consultando l’apposito contatore dinamico, che si aggiorna in tempo reale con riferimento alle domande presentate e al loro esito. Eventuali risorse non impiegate nell’annualità di riferimento verranno aggiunte all’annualità successiva. I contributi erogati con il presente bando non sono cumulabili con altre agevolazioni statali o incentivi erogati da altri Enti o Amministrazioni, sul medesimo veicolo.
Misura del contributo
Il contributo regionale fa riferimento a veicoli nuovi di fabbrica, acquistati con documentazione fiscale italiana a decorrere dalla data di pubblicazione del Bando; se la domanda è accompagnata da un certificato di rottamazione, per quest’ultimo è ammessa la decorrenza dal primo gennaio 2023.
Senza la rottamazione di un’autovettura, il contributo previsto arriva fino a 500 € per l’acquisto di una bici a pedalata assistita e fino a 1.000 € per l’acquisto di una cargo bike a pedalata assistita. In ogni caso, il contributo non può superare il 50% del costo del mezzo. Con la rottamazione di un’autovettura, il contributo può essere al massimo di 700 € per l’acquisto di una bici a pedalata assistita e di 1.400.000 € per l’acquisto di una cargo bike a pedalata assistita. In ogni caso, il beneficio non può superare il 70% del costo del mezzo. A questo si aggiunge una maggiorazione di 200 € per i residenti nei comuni che risultano inclusi nell’ambito dei Comuni alluvionati. Nell’arco delle tre annualità è possibile ottenere un solo contributo. Gli acquisiti devono riferirsi ai seguenti periodi:
Per l’anno 2023: dalla data di pubblicazione del bando fino al 28 dicembre, mentre per le rottamazioni dal primo gennaio al 28 dicembre;
Per l’anno 2024: acquisti e rottamazioni dal primo gennaio al 31 dicembre;
Per l’anno 2025: acquisti e rottamazioni dal primo gennaio al primo luglio.
Se la data del certificato di rottamazione non corrisponde all’annualità di acquisto del mezzo, non viene riconosciuta la maggiorazione.
Modalità di presentazione della domanda
La domanda di partecipazione al bando deve essere presentata esclusivamente per via telematica, attraverso l’applicativo informatico disponibile al seguente link Bando per l’erogazione di incentivi ai cittadini per l’acquisto di biciclette a pedalata assistita anche a seguito di rottamazione di autovetture — Mobilità (regione.emilia-romagna.it) a partire dal 20 settembre 2023. L’accesso alla piattaforma avviene tramite SPID L2, Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Per compilare la domanda è necessario essere in possesso dei seguenti documenti: marca da bollo di 16 €, fattura o ricevuta fiscale dell’acquisto del veicolo oggetto della richiesta di contributo (in cui devono essere evidenziati la dicitura “Programma di finanziamento per il miglioramento della qualità dell’aria nel territorio delle Regioni del Bacino Padano, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e Regione Emilia-Romagna”, il codice fiscale del richiedente, la marca e il nome del modello di veicolo, il prezzo finale del veicolo e la dichiarazione di conformità del veicolo), quietanza di pagamento con timbro e firma del venditore, copia della scheda tecnica del veicolo (in caso di cargo bike) ed eventuale certificato di rottamazione.
I termini annuali di presentazione della domanda sono i seguenti:
2023: dal 20 settembre al 28 dicembre;
2024: dal 9 gennaio al 31 dicembre;
2025: dal 9 gennaio al primo luglio.
Tutta la documentazione presentata in sede di domanda dovrà essere conservata per almeno due anni dall’erogazione del contributo.
Scopri tutti i bandi regionali attivi sul blog di Powersol.
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powersol · 1 year
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Bando non metanizzati
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La Regione Basilicata, tra le tante iniziative per favorire la transizione energetica e un maggior utilizzo delle fonti rinnovabili e in applicazione del principio di efficientamento e risparmio energetico, ha aperto il Bando non metanizzati, un contributo a fondo perduto per l’acquisto e l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica o termica alimentati da fonti rinnovabili o di sistemi di accumulo di energia.
I beneficiari
Possono presentare la domanda tutti coloro, sia privati che condomini, che possiedono un PDR gas attivo, che sono titolari di un contratto di energia elettrica a uso domestico e che non sono allacciati alla rete del metano. Queste persone devono essere proprietarie o usufruttuarie di unità immobiliari che presentano le seguenti caratteristiche:
Sono utilizzate come residenza anagrafica;
Sono ubicate all’interno della regione;
Sono censite al N.C.E.U.;
I proprietari devono essere in possesso di un contratto di fornitura per utenza domestica sull’immobile;
Chi presenta la domanda deve essere proprietario di unità abitative indipendenti o di condomini.
È molto importante tenere presente che l’intestatario della bolletta deve necessariamente essere il beneficiario in possesso di questi requisiti, altrimenti non sarà possibile richiedere il contributo.
Gli interventi ammessi
Nello specifico, può beneficiare dell’incentivo chi richiede la realizzazione dei seguenti impianti:
Impianto di energia elettrica alimentato da fonti rinnovabili (fotovoltaico o micro-eolico);
Sistemi di accumulo abbinati all’impianto fotovoltaico;
Collettori solari per la produzione di energia termica;
Pompe di calore, purché in presenza di un impianto di energia elettrica alimentato da fonti rinnovabili (esistenti o da realizzare).
È previsto un contributo a fondo perduto per un massimo di 5.000 euro per quanto riguarda impianti fotovoltaici, che devono avere una potenza superiore a 3 kW, sistemi di accumulo, la cui capacità non può essere inferiore a 4,5 kWh, e solare termico o pompe di calore (queste ultime solo se è già presente un impianto fotovoltaico). Il finanziamento può arrivare invece a 7.500 euro per impianto fotovoltaico e pompa di calore e micro-eolico, sempre con una potenza superiore a 3 kW. Infine, per impianti fotovoltaici, micro-eolico o sistemi di accumulo, esclusivamente per quanto riguarda parti comuni condominiali, è possibile ricevere un incentivo di massimo 10.000 euro. Il limite minimo di 3 kW non si applica agli impianti esistenti, dunque su un impianto con potenza inferiore già presente in un’abitazione, è possibile installare un sistema di accumulo grazie a questo bando. Il contributo può coprire fino al 100% della spesa, iva inclusa, e sarà destinato alle spese relative all’acquisto, installazione e connessione degli impianti; sono inoltre comprese le spese tecniche e i costi delle pratiche amministrative.
Come presentare la domanda
Le domande di erogazione del contributo devono essere effettuate entro il 31 dicembre 2023, salvo esaurimento in anticipo delle risorse stanziate (un totale di 49 milioni di euro). La procedura per la concessione del contributo prevede la domanda di erogazione e, a seguito, la prenotazione delle risorse finanziarie in automatico da parte del sistema. Il beneficiario riceverà per conoscenza la PEC dell’avvenuta prenotazione e, entro dodici mesi dalla data di conferma della prenotazione delle risorse, dovrà trasmettere attraverso la Piattaforma Centrale Bandi la richiesta di erogazione completa di tutti gli allegati previsti. Entro 120 giorni dalla ricezione della domanda di saldo, il beneficiario riceverà il contributo. Va specificato che la domanda può essere presentata dall’operatore economico, il soggetto abilitato all’esecuzione degli impianti presso gli immobili dei soggetti beneficiari, su procura speciale degli stessi. L’operatore economico deve essere un installatore abilitato, nel caso di pompe di calore deve possedere la relativa certificazione e deve disporre di PEC, firma digitale e SPID.
Tutte le informazioni del bando qui.
Scopri tutti i bandi disponibili sul blog di Powersol.
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powersol · 1 year
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L'energia solare in Piemonte
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Una delle principali fonti di energia rinnovabile è il fotovoltaico, che negli ultimi anni ha registrato una crescita non indifferente in Italia, contribuendo alla transizione energetica, alla lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle emissioni di CO2. Come già fatto in precedenza con Emilia Romagna e Veneto, oggetto di questo articolo sarà un’analisi sull’andamento del fotovoltaico nella regione Piemonte, la quarta nel nostro paese (preceduta da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) per numero di impianti e colei che detiene il primato per quanto riguarda invece l’energia idroelettrica.
I dati a fine 2022
Secondo le statistiche del GSE, al 31 dicembre 2022 in Italia risultano installati 1.225.431 impianti, per una potenza complessiva di 25.064 MW; di questi, 210.555 impianti e 2.490 MW fanno riferimento solo all’anno precedente, con una variazione rispettivamente del 161% e del 165% rispetto al 2021. Per quanto riguarda la regione Piemonte, essa conta il 7% delle installazioni totali, ovvero 86.015, con un aumento rispetto al 2021 del 22,2%, e l’8% della potenza (1.999 MW), corrispondente a una crescita dell’11,6% sul 2021. Guardando nello specifico al 2022, in Piemonte sono stati installati 15.615 impianti, il 7,5% del totale, e 207 MW di potenza, l’8,6%. La provincia di Cuneo si è classificata seconda a parimerito per potenza installata, registrando il 2,6% del totale. Per quanto riguarda infine la produzione, a fine 2022 si contavano 2.105 GWh, 221 GWh in più rispetto all’anno precedente.
Gli 86.015 impianti della regione sono così suddivisi:
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Di questi, il 27% sono impianti a terra, mentre il 73% non a terra.
Gli impianti per settore
Gli impianti fotovoltaici installati fanno riferimento in particolare a tre settori: il residenziale, il terziario e quello industriale. Il primo conta 68.843 impianti, una potenza di 350 MW e una produzione di 316 GWh; il secondo, invece, comprende 7.367 impianti, 409 MW e 412 GWh; il terzo, infine, registra 5.353 impianti, 988 MW e 1.100 GWh.
Conclusioni
In questi ultimi anni il settore del fotovoltaico ha avuto una crescita significativa anche grazie agli incentivi governativi (si veda per esempio il Bando Efficienza energetica ed energie rinnovabili nelle imprese, menzionato in un recente articolo) e agli investimenti che tanti, privati e aziende, hanno deciso di fare nei confronti di queste nuove tecnologie sostenibili. Le statistiche analizzate mostrano un importante aumento che sembrerebbe destinato a rafforzarsi e che rappresenta un passo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi energetici che l’Italia e l’Europa stanno perseguendo.
Scopri nel blog di Powersol l'andamento del fotovoltaico nelle altre regioni italiane.
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powersol · 1 year
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ESCo: Energy Service Company
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Al giorno d’oggi, ridurre l’impatto ambientale e favorire lo sviluppo sostenibile è una priorità globale e, tra le tante soluzioni possibili, hanno un ruolo fondamentale le ESCo, acronimo di Energy Service Company, ovvero aziende specializzate nella fornitura di servizi energetici. Si tratta di una prestazione equiparabile al leasing, in cui il cliente firma un contratto con la ESCo, con il quale paga il risparmio legato alla prestazione energetica alla Energy Service Company per l’utilizzo di impianti di cui non acquisisce direttamente la proprietà. L’obiettivo è quello di incrementare l’efficienza energetica e ridurre i consumi di energia nelle imprese, negli edifici pubblici e privati e nelle strutture industriali.
I benefici che una ESCo può offrire
Le ESCo offrono numerosi benefici, a vantaggio sia dei clienti che dell’ambiente:
Implementano soluzioni per ridurre i consumi, consentendo in questo modo di ottenere risparmi significativi sulle bollette, ma anche di rendere più sostenibili le imprese;
Analizzano i consumi e propongono diversi modi per migliorare l’efficienza dei sistemi di illuminazione, riscaldamento e condizionamento dell’aria, aumentando la produttività;
Promuovono l’utilizzo di fonti rinnovabili (energia solare, eolica o idroelettrica), attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici o con la partecipazione a progetti di Comunità Energetiche, e consentono ai clienti di ridurre la loro dipendenza dai combustibili fossili;
Si occupano della gestione e della manutenzione continua degli impianti.
Powersol Benefit come ESCo
Powersol Benefit S.r.l. si presenta come Società di Servizi Energetici e si pone l’obiettivo di abbattere il fabbisogno di energia e di ridurre le emissioni in atmosfera, grazie ai sistemi di efficientamento energetico quali impianti fotovoltaici, impianti ad alto contenuto tecnologico e termostatici e impianti di contabilizzazione del calore. Per il cliente non ci sono rischi tecnici e finanziari, poiché il corrispettivo riconosciuto alla ESCo dipende dai risparmi ottenuti: più il cliente risparmia, più è alto il guadagno della ESCo.
Questa è una soluzione che comprende numerosi servizi:
La progettazione e la gestione di un sistema di gestione dell’energia, di diagnosi energetica e di monitoraggio;
L’assunzione del ruolo di terzo responsabile, Powersol Benefit S.r.l. – Gestione Calore – Servizio Energia – Energia da Fonti Rinnovabili;
La conduzione e manutenzione ordinaria e straordinaria di impianti elettrici e termici, effettuata con personale qualificato avente patentino di abilitazione;
La riqualificazione degli impianti, consistente nell’insieme degli interventi e delle attività necessarie al miglioramento dell’efficienza, del comfort e alla messa a norma degli impianti elettrici e termici, motivato dal risparmio economico e/o dal rispetto normativo.
Conclusioni
In un’epoca in cui l’urgenza di combattere i cambiamenti climatici è sempre più impellente, le ESCo svolgono un ruolo fondamentale nella promozione dell’efficienza energetica e della sostenibilità e rappresentano un elemento chiave nel processo di transizione energetica in corso, supportando gli utenti nella riduzione dei consumi, nel risparmio economico e nella realizzazione di una società a basse emissioni.
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powersol · 1 year
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Un futuro più sostenibile con i PPA
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La transizione verso un futuro più sostenibile richiede un’adozione sempre più ampia di energie rinnovabili. Uno strumento utile a incentivare questo processo è il Power Purchase Agreement (PPA), un accordo di fornitura di energia elettrica rinnovabile tra un soggetto produttore (seller) e un soggetto acquirente (off-taker).
Cos'è un Power Purchase Agreement
In altri termini, si tratta si un contratto di acquisto di energia a medio o lungo termine, che consente agli utenti di raggiungere rapidamente i propri obiettivi di sostenibilità ed efficientamento energetico, e che ha una durata che varia dai tre ai vent’anni. Può essere personalizzato in base alle esigenze delle parti coinvolte e il suo principale vantaggio è il prezzo fisso dell’energia che viene stabilito in fase di contrattazione, poiché durante tutta la durata del contratto non subisce le fluttuazioni del mercato, e questo consente di poter pianificare i costi dell’energia, di ricevere le certificazioni di energia rinnovabile e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali sulla transizione energetica.
Le diverse tipologie di PPA
Esistono diverse tipologie di Power Purchase Agreement:
Il PPA fisico on site: l’impianto viene costruito in una zona pertinente alla struttura che viene rifornita e l’energia viene da essa direttamente consumata, al prezzo concordato. In questo modo l’off-taker può non dipendere esclusivamente dalla rete e soddisfare il proprio bisogno anche in caso di malfunzionamenti della stessa.
Il PPA fisico sleeved: l’impianto è realizzato in un luogo che non si trova necessariamente vicino alla struttura da rifornire; l’energia viene quindi immessa nella rete e consegnata all’utente al prezzo concordato. Questa soluzione è adatta a coloro che possono incorrere in problemi di spazio nella propria struttura.
Il PPA financial: l’impianto è delocalizzato rispetto alla struttura rifornita, che non consuma direttamente l’energia. Questa, infatti, viene immessa in rete al prezzo di mercato e le parti regolano tra loro eventuali compensazioni rispetto al prezzo fisso concordato nel contratto.
I vantaggi dei PPA
I benefici di questa innovazione non si limitano al prezzo fisso: oltre a portare un risparmio economico (molte volte, infatti, il prezzo concordato è più basso del prezzo di mercato), sono una soluzione utile per l’acquisto di energia rinnovabile e, di conseguenza, riducono l’impatto ambientale e le emissioni nell’atmosfera. I PPA risultano dunque essere uno strumento chiave per promuovere la transizione energetica e lo sviluppo del settore delle energie rinnovabili e l’adozione su larga scala delle fonti energetiche pulite.
Tutte le informazioni che riguardano i Power Purchase Agreement sono disponibili al seguente link: https://www.gse.it/media_site/media-gallery_site/Documents/PPA%20FER_20230124_CIATTI.pdf
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powersol · 1 year
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Verso l'autonomia energetica
Cos’è l’autonomia energetica? E perché è tanto importante svilupparla all’interno del nostro paese?
L’autonomia energetica è la capacità di un paese di soddisfare la propria domanda interna di energia attraverso le proprie risorse naturali e le proprie fonti di produzione. Corrisponde, quindi, all’indipendenza dalla rete pubblica ed è uno dei principali obiettivi di sviluppo sostenibile che l’essere umano deve perseguire. La rete pubblica genera energia attraverso la trasformazione di combustibili fossili e idrocarburi e successivamente la trasferisce alle reti di distribuzione, tramite un processo che comporta dispendio e spreco. Ecco perché, soprattutto negli ultimi tempi, si punta molto all’autosostentamento attraverso la produzione domestica o locale di energia e calore.
Come raggiungere l'autonomia energetica
L’indipendenza energetica è un obiettivo molto importante da raggiungere, utile per garantire la stabilità del proprio approvvigionamento energetico. Il primo passo sarebbe quello di installare un impianto fotovoltaico, possibilmente con accumulo. Durante il giorno viene prodotta più energia rispetto al necessario e l’utente può usufruirne in momenti successivi, per esempio di notte o in caso di maltempo. In questo modo l’autoconsumo stimato sarebbe del 65%, ma nella migliore delle ipotesi può arrivare fino al 75%.
L’unico modo per raggiungere la completa autonomia è collegare batterie e impianti fotovoltaici tra di loro, per far sì che l’autoconsumo non sia più individuale, bensì collettivo. Per creare questo collegamento è necessario sviluppare una smart grid, una “rete elettrica intelligente” capace di redistribuire autonomamente l’energia elettrica a tutti i nodi collegati a seconda delle necessità.
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La situazione in Italia
L’Italia è uno dei paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa: produce solo il 22,5% dell’energia consumata, con una media europea che si aggira attorno al 39,5%. Il nostro paese potrebbe aumentare il proprio livello di autonomia sfruttando risorse quali acqua, sole, vento e addirittura rifiuti. In particolare, migliorando l’elettrificazione dei consumi e l’efficientamento, sarebbe in grado di raggiungere il 58,4% di autonomia (quasi triplicando i livelli attuali). In termini di paragone, l’Italia è davanti solo a Malta, Lussemburgo, Cipro e Belgio.
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powersol · 1 year
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Energie Rinnovabili: inesauribili e sostenibili
In un mondo in cui i combustibili fossili diventano sempre più costosi, ecco che entrano in gioco le energie rinnovabili, pronte a soddisfare la crescente domanda di energia da parte dell’uomo. L’energia rinnovabile corrisponde a tutte quelle fonti di energia non soggette ad esaurimento e con un limitato impatto ambientale. Le fonti di energia rinnovabile rispettano le risorse provenienti dal mondo naturale, non inquinano e non si esauriscono, perché sono in grado di rigenerarsi a fine ciclo. Al giorno d’oggi queste risorse, che producono un impatto ambientale minimo, si stanno sempre di più affermando come energia del futuro, un’energia pulita ed economica.
Il mercato oggi
Le prospettive di crescita del mercato delle energie rinnovabili sono significative e derivano dalla maggior consapevolezza, dalla presa di coscienza dei rischi ambientali da parte dei vari paesi europei. Oltre alla crescita dell’Europa, si stima che il Brasile diventerà il paese più green, ma il mercato principale per dimensioni sarà la Cina, seguita subito dopo dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti. Secondo le stime, sarà l’energia solare il settore trainante, soprattutto per quanto riguarda il settore industriale e quello commerciale. Per quanto riguarda l’Italia, il settore è in forte espansione, sia dal lato della produzione che da quello della domanda.
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Le fonti di energia non rinnovabile
Al contrario, le fonti di energia non rinnovabili sono quelle risorse che, oltre ad esaurirsi, non si riproducono naturalmente in breve periodo. Un esempio sono i combustibili fossili, il petrolio, il carbone, il gas naturale.
L’uso massiccio di queste fonti dipende dal fatto che esse sono meno costose da utilizzare ed estrarre e consentono una maggiore flessibilità, poiché è possibile produrre diversi tipi di energia. Il problema maggiore però, al di là della possibilità che si esauriscano in futuro, è la quantità di inquinamento atmosferico che producono. Infatti, il pianeta si sta trovando a combattere una crisi climatica importante e il primo passo da compiere per uscirne è quello di attuare un processo di “decarbonizzazione”, ovvero sostituire le fonti di energia non rinnovabile con quelle green. Nonostante questo, le energie non rinnovabili ricoprono un ruolo fondamentale nel nostro paese, per ragioni economiche ma anche energetiche: grazie al loro elevato potere energetico, sono ancora indispensabili per soddisfare il fabbisogno totale italiano.
Le principali fonti di energia rinnovabile
Concretamente, le principali risorse presenti sul nostro pianeta sono:
L’energia solare: è ottenuta dal sole e offre la possibilità di riscaldare o raffreddare case e ambienti di lavoro, convertendosi in energia elettrica grazie ai pannelli solari e agli impianti fotovoltaici. Questo tipo di energia presenta il minor impatto ambientale e numerosi campi di applicazione (solare fotovoltaico, solare termico, solare termodinamico). Secondo alcuni studi, l’energia solare che si propaga nel nostro pianeta potrebbe da sola soddisfare l’intero fabbisogno energetico dell’umanità: infatti, un giorno di irradiazione solare potrebbe compensare i consumi energetici per un anno.
L’energia eolica, un tipo di energia meccanica prodotta dalla massa d’aria spostata dal vento e successivamente convertita dalle pale eoliche e utilizzabile nelle abitazioni. Per esempio, la Danimarca nel 2015 è riuscita a coprire il 47% del suo fabbisogno energetico complessivo.
L’energia geotermica, un’energia pulita che sfrutta il calore della terra derivato da sorgenti termali, geyser e soffioni.
L’energia da biomasse, la prima fonte di energia utilizzata dall’essere umano, quella prodotta da qualsiasi componente di origine biologica (per esempio la legna da ardere). Deriva dai processi di combustione di alberi, piante, residui agricoli, industriali e rifiuti urbani.
L’energia idroelettrica, è rinnovabile solo se l’uomo non ne fa un uso smodato e corrisponde all’impiego di acqua per la generazione di energia. Al superamento di un dato dislivello, si può sfruttare la trasformazione del potenziale di masse d’acqua. La sua importanza strategica aumenterà all’avvicinarsi delle scadenze per gli obiettivi ambientali imposti dall’Europa. In Italia è la fonte di energia rinnovabile più importante e copre circa il 17% della produzione totale.
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powersol · 1 year
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L'energia solare in Veneto: dati e tendenze del fotovoltaico
L’energia solare sta giocando un ruolo sempre più significativo, contribuendo alla transizione verso fonti rinnovabili e sostenibili. A fine 2022, due regioni da sole concentravano il 30,9% degli impianti installati sul territorio nazionale, il Veneto e la Lombardia. La Regione Veneto, oggetto di analisi di questo articolo, sta vivendo una vera e propria rivoluzione energetica; infatti, negli ultimi anni, il settore del fotovoltaico ha registrato una crescita significativa, con un numero sempre maggiore di impianti solari che generano energia pulita e sostenibile.
I dati
Secondo le statistiche disponibili, il numero di impianti presenti in Italia al 31 dicembre 2022 è 1.225.431, con una potenza di circa 25.064 MW. Il Veneto è la seconda regione italiana per numero di impianti fotovoltaici, per un totale di 179.089, il 14,6% di quelli presenti nel paese, con una potenza complessiva di 2.493 MW, che rappresenta il 9,9% di quella italiana.
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Per quanto riguarda la produzione, invece, in Italia risulta essere 28.121 GWh (con una crescita del 12,3% rispetto ai dati del 2021) e di questi, il 9% rappresenta la produzione del Veneto, ovvero 2.539 GWh.
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Un ultimo dato interessante fa riferimento all’autoconsumo: nel nostro paese si aggira intorno al 49%, percentuale valida anche per la regione in analisi.
(Fonte https://www.gse.it/documenti_site/Documenti%20GSE/Rapporti%20statistici/GSE%20-%20Solare%20Fotovoltaico%20-%20Rapporto%20Statistico%202022.pdf)
Questi dati, in costante aumento, rispecchiano il tentativo da parte della regione di raggiungere diversi obiettivi: ridurre le emissioni di gas serra, aumentare l’indipendenza energetica e promuovere lo sviluppo economico sostenibile. Infatti, il fotovoltaico in Veneto sta contribuendo alla diminuzione delle emissioni di CO2, all’abbattimento dell’inquinamento atmosferico e alla lotta contro il cambiamento climatico, ma sta anche generando nuove opportunità economiche, poiché l’energia solare è una fonte inesauribile che riduce la dipendenza dalle fonti fossili provenienti dall’estero, e lavorative, grazie alla necessità di persone specializzate nell’installazione e nella manutenzione degli impianti.
Prospettive future
Nel prossimo futuro, secondo le aspettative, il settore del fotovoltaico dovrebbe continuare la sua crescita in Veneto. Anzi, l’evoluzione della tecnologia e una maggiore consapevolezza ambientale, unite agli incentivi governativi, dovrebbero favorirne un’importante espansione, facendo rimanere la regione una delle principali leader nell’adozione delle rinnovabili e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi sia nazionali che europei sulla transizione energetica.
Visita il blog di Powersol per approfondire i dati e le tendenze del fotovoltaico in Italia.
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powersol · 1 year
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Il fotovoltaico in Emilia Romagna: verso la transizione energetica
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In Italia, così come nel resto del mondo, le fonti rinnovabili e in particolare l’energia solare si stanno diffondendo sempre di più, per dare spazio alla transizione energetica in corso, necessaria per salvaguardare il benessere del pianeta e garantire un futuro all’insegna della sostenibilità. La Regione Emilia Romagna, oggetto di analisi dell’articolo, negli ultimi anni sta emergendo come forza trainante nel settore del fotovoltaico, sfruttando appieno il suo potenziale per la produzione di energia pulita e rinnovabile.
I dati a fine 2022
Secondo le ultime statistiche disponibili (https://www.gse.it/documenti_site/Documenti%20GSE/Rapporti%20statistici/GSE%20-%20Solare%20Fotovoltaico%20-%20Rapporto%20Statistico%202022.pdf), risalenti alla fine del 2022, il totale di impianti fotovoltaici in Emilia Romagna è 126.703, di cui 20.756 installati lo scorso anno, con una potenza totale di 2.513 MW e una produzione lorda di 2.615 GWh. Questi dati confermano la regione al terzo posto in Italia, preceduta solamente da Lombardia e Veneto, per il numero di impianti, per la potenza complessiva (guardando solo alle cifre del 2022, nel corso dell’anno nella regione sono stati installati il 9,9% degli impianti e il 9,8% della potenza totale) e per la produzione (il 9,3% del totale nel paese).
Sempre in base alle statistiche fornite dal GSE, i dati sopra riportati sono così divisi tra le varie province:
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Distribuzione degli impianti per settore
Dei 126.703 impianti installati in Emilia Romagna, la maggior parte, per la precisione 104.207, appartengono al settore residenziale, che totalizza una potenza di 478 MW e una produzione di 437 GWh. La regione, insieme a Lombardia e Veneto, possiede il 42% degli impianti e della potenza di questo settore. Molto importante è anche quello industriale, con 7.057 impianti, una potenza di 1.054 MW e una produzione di 1.146 GWh. Il totale degli impianti fotovoltaici mancanti fa invece riferimento al terziario e all’agricolo.
Progetti e prospettive future
Nel prossimo futuro, secondo le aspettative e vista l’importante crescita degli ultimi anni, in Emilia Romagna il fotovoltaico dovrebbe continuare a crescere, favorendo l’autonomia energetica, una riduzione di emissioni di CO2 e l’abbattimento dell’inquinamento atmosferico. Ma non solo, poiché generare energia pulita e rinnovabile contribuisce anche alla creazione di nuove opportunità economiche e, di conseguenza, lavorative. Inoltre, sono già attivi in regione incentivi governativi e programmi di finanziamento, come ad esempio il bando per informare e sensibilizzare i cittadini e le imprese sul tema, riportato in un recente articolo o aiuti per l’installazione di pannelli solari sui tetti degli edifici pubblici e privati.
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powersol · 1 year
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In arrivo il nuovo bando Parco Agrisolare 2023
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Lo scorso 19 aprile 2023 è stato emanato il Decreto Ministeriale (fonte Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) che fornisce le direttive per il nuovo bando Parco Agrisolare 2023. Un primo bando era già stato pubblicato nel 2022 e quello che uscirà a breve, rifacendosi al precedente, prevede lo stanziamento di un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Non si tratta di un fondo nuovo, in quanto per gli anni dal 2022 al 2026 sono state messe a disposizione risorse fino a 1.500 milioni di euro e, ad oggi, ne risultano disponibili ancora 993.031.470,19.
Rispetto allo scorso anno, sono state introdotte delle novità, quali la possibilità di fare domanda anche in forma aggregata, in associazioni o raggruppamenti temporali, reti d’impresa o comunità energetiche rinnovabili; l’aumento della spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo da 50.000 a 100.000 euro; l’aumento della spesa massima ammissibile per dispositivi di ricarica elettrica fino a 30.000 euro; la possibilità di realizzare interventi senza il vincolo dell’autoconsumo e l’aumento delle intensità massime di aiuto concedibili.
I destinatari e le risorse
I soggetti che possono beneficiare di questo incentivo sono gli imprenditori agricoli, in forma individuale o societaria, le imprese industriali con codice Ateco prevalente e le cooperative agricole, anche sottoforma di consorzio. Restano esclusi i soggetti esonerati dalla tenuta della contabilità IVA, ovvero con un volume d’affari annuo inferiore a 7.000 euro.
Le risorse disponibili, pari a 993.031.470,19 euro, verranno suddivise tra imprese del settore della produzione agricola primaria (693.031.470,19 euro), imprese del settore della trasformazione di prodotti agricoli (150 milioni di euro), imprese del settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli (75 milioni di euro) e imprese del settore della produzione agricola primaria senza vincolo di autoconsumo (75 milioni di euro). Nei primi due casi, agli interventi realizzati è riconosciuto un contributo pari al massimo all’80% della spesa, mentre nella terza e nella quarta ipotesi, il contributo va fino al 30% della spesa.
Gli interventi e le spese ammissibili
Gli interventi, per beneficiare di questo contributo, devono prevedere l’installazione di impianti fotovoltaici di nuova costruzione sulle coperture di fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari, con una potenza di picco che sia compresa tra 6 kWp e 1000 kWp. Per quanto riguarda le aziende agricole di produzione primaria, l’installazione di impianti fotovoltaici deve avere come obiettivo quello di soddisfare il proprio autoconsumo. Contemporaneamente, possono essere eseguiti anche altri interventi di riqualificazione per il miglioramento dell’efficienza energetica, quali rimozione e smaltimento di amianto o eternit dai tetti, isolamento termico dei tetti e sistemi di aerazione connessi alla sostituzione del tetto.
Il limite massimo per i pannelli è di 1.500 €/kWp, incrementabile di altri 1.000 €/kWp in presenza di sistemi di accumulo. In riferimento questi ultimi, la spesa massima non può eccedere i 100.000 euro. Se vengono installati dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile o per le macchine agricole, può essere riconosciuta un’ulteriore spesa fino a un limite massimo di 30.000 euro. Per quanto riguarda rimozione e smaltimento dell’amianto, miglioramento dell’isolamento termico e coibentazione dei tetti, il limite massimo è di 700 €/kWp.
Va specificato che per gli interventi sopra elencati sono inoltre ammissibili le spese di progettazione, asseverazioni e altre spese relative all’elaborazione e presentazione della domanda, direzione lavori e collaudi.
Gli interventi non agevolabili
Le seguenti spese non saranno oggetto di incentivo:
Acquisto di beni usati;
Acquisto di dispositivi per l’accumulo di energia prodotta da impianti fotovoltaici già esistenti;
Lavori in economia;
Pagamenti effettuati cumulativamente, in contanti e in compensazione;
Spese effettuate o fatturate al soggetto beneficiario da società con rapporti di controllo o di collegamento;
Servizi di consulenza connessi alla consulenza fiscale, alla consulenza legale o alla pubblicità;
Acquisto di beni non connessi all’intervento di efficienza energetica o all’installazione dell’impianto;
Pagamenti a favore di soggetti privi di partita IVA;
Prestazioni gestionali;
Acquisto e modifica di mezzi di trasporto.
In ogni caso, gli interventi non possono comportare un peggioramento delle condizioni ambientali e delle risorse naturali e dovranno garantire il rispetto del principio “non arrecare un danno significativo all’ambiente”. Infatti, non sono ammesse spese che prevedono attività su strutture connesse ai combustibili fossili, attività che generano emissioni di gas a effetto serra superiori ai parametri di riferimento, attività connesse a discariche, inceneritori e impianti di trattamento meccanico biologico e attività il cui smaltimento di rifiuti a lungo termine potrebbe causare un danno all’ambiente.
Come richiedere il contributo
Il contributo verrà concesso fino all’esaurimento delle risorse disponibili e va richiesto esclusivamente attraverso la piattaforma informatica dedicata. Il soggetto richiedente dovrà allegare i seguenti documenti:
Modulo informatizzato con anagrafica del soggetto beneficiario, descrizione catastale dei manufatti oggetto di intervento, descrizione di massima dell’intervento, richiesta di contributo e dichiarazione di resa;
Relazione tecnica asseverata del professionista abilitato con descrizione del sito e dei lavori oggetto di contributo, stima dei costi e dei lavori distinti per tipologia di intervento, cronoprogramma delle attività tecnico-amministrative necessarie alla realizzazione di ciascuno degli interventi per cui si chiede l’agevolazione, dal momento della concessione del contributo sino alla conclusione dei lavori, descrizione dei lavori con le specifiche dei materiali, visura del catasto fabbricati, documentazione atta all’identificazione del fabbricato, dossier fotografico ante operam per documentare lo stato dei luoghi ed eventuali coperture in amianto.
Coloro che presentano la domanda dovranno realizzare, collaudare e rendicontare gli interventi entro 18 mesi dalla data di pubblicazione dell’elenco, salvo richiesta di proroga approvata dal soggetto attuatore. Sono consentite modifiche, a condizione che non comportino un peggioramento alla prestazione energetica indicata nel progetto inziale.
Il provvedimento di concessione contributo verrà erogato entro 30 giorni dall’approvazione della domanda. Per la fruizione dell’incentivo però, il soggetto beneficiario deve trasmettere, entro 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento:
Una relazione finale su risultati e obiettivi conseguiti dal progetto da pubblicare sul sito del Ministero;
Una rendicontazione delle spese effettivamente sostenute e fatture relative alle spese ammissibili;
Una rendicontazione del contributo fornito dal progetto al conseguimento dei target associati all’investimento;
Documentazione di legge per le verifiche antimafia.
L’erogazione del contributo avverrà entro 90 giorni dal ricevimento della documentazione completa, per mezzo di bonifico bancario e in un’unica soluzione.
Powersol è il partner che segue tutto l’iter di gestione della pratica, quindi se sei un imprenditore agricolo non perdere questa occasione e clicca qui per essere anche tu uno dei beneficiari del Bando Parco Agrisolare 2023!
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powersol · 1 year
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Bando Azioni di sistema per il supporto agli Enti locali sui temi della Transizione Energetica
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Una delle grandi sfide della contemporaneità è la transizione verso modelli di produzione e consumo più sostenibili, per fare fronte a diverse problematiche quali l’aumento dei prezzi dell’energia, del gas e delle materie prime, la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e le emissioni di gas nell’atmosfera. Cittadini, imprese ed enti pubblici hanno già cominciato a muoversi in questa direzione, con modelli di produzione a basso impatto ambientale, basati su un uso efficiente delle risorse, sulla riduzione dei consumi energetici e su produzione, consumo e condivisione di energia da fonti rinnovabili. Tale percorso presuppone un cambio, che impatta sulla vita dei cittadini, sul mercato del lavoro e sulla capacità delle aziende di essere competitive. Proprio per questo, la transizione deve essere accompagnata da iniziative che accrescano le competenze in materia dei soggetti direttamente coinvolti. È infatti stato aperto, dalla regione Emilia Romagna, un Bando con l’obiettivo di incentivare iniziative di informazione, sensibilizzazione e animazione del territorio sui temi dell’efficientamento energetico e di produzione, autoconsumo e condivisione di energie rinnovabili, migliorando le competenze interne e coinvolgendo cittadini, imprese ed enti del terzo settore, attraverso la concessione agli enti locali del territorio di contributi economici per coprirne i costi. Questo bando vuole dare attuazione all’azione 2.2.4 “Azioni di sistema per il supporto agli Enti locali” del Programma Regionale FESR 2021/2027, approvato dalla Commissione Europea il 22 luglio del 2022. Il contributo previsto ammonta a 2,6 milioni di euro, valido per gli anni 2023-2024.
Chi può accedere ai contributi e come vengono erogati
Il bando è rivolto a comuni, province, città metropolitane e unioni di comuni, compreso il circondario imolese. Ciascuno di questi soggetti può presentare una sola richiesta di contributo e i comuni possono effettuarla solo nel caso in cui le unioni di comuni di cui fanno parte non abbiamo già fatto o non intendano fare domanda.
I contributi vengono concessi a fondo perduto in misura massima dell’80% delle spese ritenute ammissibili e si configurano come aiuti di stato e non sono dunque cumulabili con altri contributi europei, nazionali e regionali. L’incentivo massimo è regolato come segue.
Comuni singoli:
Fino a 30.000 abitanti – massimo 10.000 euro;
Da 30.001 a 70.000 compreso – massimo 15.000 euro;
Oltre i 70.000 – massimo 20.000 euro.
Unioni di Comuni, Province e Città Metropolitane:
Fino a 30.000 abitanti – massimo 15.000 euro;
Da 30.001 a 70.000 compreso – massimo 25.000 euro;
Oltre 70.000 abitanti – massimo 40.000 euro.
Le spese ammissibili
Vengono ammesse le proposte finalizzate a supportare i beneficiari nell’attivazione di strumenti di informazione, sensibilizzazione e assistenza della comunità del territorio e nel rafforzamento della capacità amministrativa e delle competenze del personale interno per quanto riguarda la riduzione dei consumi energetici, l’efficientamento energetico degli edifici, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’autoconsumo e la condivisione di energia, la mobilità sostenibile, l’attuazione e il monitoraggio di Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e per il Clima e le opportunità offerte dai bandi regionali e nazionali in tema di transizione energetica. Sono ritenute accettabili:
Le spese per l’attivazione e la gestione di sportelli territoriali per l’energia, per l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione, informativi e laboratoriali, per la realizzazione di siti web, newsletter, app e strumenti digitali e per campagne di informazione e sensibilizzazione.
Le spese per l’organizzazione di o la partecipazione a corsi, convegni, laboratori e workshop (questa voce non può superare il 20% dei costi del punto precedente).
Le spese di personale in organico, che possono riguardare l’attività svolta al massimo da due unità di personale del soggetto beneficiario (anche in questo caso il costo non può superare il 20% della voce di spesa del punto uno).
I costi generali connessi allo svolgimento delle attività. Questa spesa è riconosciuta applicando un tasso forfettario fino al 5% della somma delle voci di spesa precedenti (pertanto, il beneficiario non deve presentare la relativa documentazione contabile).
Come presentare la domanda
Le domande vanno compilate e inviate tra le 10.00 del primo giugno 2023 e le 13.00 del 14 settembre 2023 alla Regione esclusivamente per via telematica, tramite l’applicazione web Sfinge 2020, che sarà attiva a partire da qualche giorno prima dell’apertura del bando. Per l’accesso è possibile utilizzare lo SPID, la Carta d’Identità Elettronica o la Carta Nazionale dei Servizi. La domanda può essere presentata dal legale rappresentante del soggetto richiedente o da un suo delegato e deve contenere le seguenti informazioni:
I dati anagrafici del legale rappresentante o delegato;
I dati identificativi del soggetto richiedente;
Un indirizzo PEC per la trasmissione di comunicazioni;
I recapiti dei referenti interni all’ente della proposta;
La scheda di sintesi della proposta;
La dichiarazione circa il regime IVA;
La percentuale di contributo richiesta;
La dichiarazione di impegno a rispettare gli obblighi del bando (e a restituire l’importo del contributo in caso contrario);
La dichiarazione in merito all’osservanza del principio “non arrecare un danno significativo” agli obblighi ambientali.
In allegato invece, dovranno essere inviati il programma delle attività e un documento che dimostri la volontà del soggetto richiedente di svolgere una o più attività previste dal bando.
Nella fase di valutazione della domanda, sarà possibile ottenere un punteggio massimo di 100 punti e il minimo per entrare in graduatoria sarà 60. Questa verrà stilata in ordine cronologico, indicando sia le domande finanziabili che quelle adeguate ma non finanziabili per esaurimento delle risorse. Nel caso in cui la domanda sia ammessa e finanziata, verrà comunicato l’importo del contributo concesso. È consentito richiedere delle modifiche rispetto al progetto presentato in fase di domanda, ma le spese devono comunque rimanere all’interno della somma del contributo erogato. Qualora l’importo delle spese rendicontate ammesse dovesse risultare complessivamente inferiore al 70% del costo totale del progetto, il contributo verrà integralmente revocato. Le fatture relative alle spese, per essere considerate ammissibili, devono essere emesse e pagate nel periodo che va dal primo maggio 2023 fino al 31 dicembre 2024, data entro cui le attività oggetto di proposta dovranno concludersi. La rendicontazione delle spese sostenute deve essere presentata, in un’unica soluzione, entro il 20 febbraio 2025, pena la revoca del contributo. Sono ammessi solo i pagamenti effettuati tramite mandato di pagamento o bonifico bancario o postale e la disposizione del pagamento deve essere singola, ad una fattura deve corrispondere un ordine di pagamento di pari importo. Al momento della rendicontazione delle spese, verrà verificato che le attività siano state completate entro il termine previsto dal bando.
Maggiori informazioni e il bando completo sono disponibili al seguente link https://fesr.regione.emilia-romagna.it/opportunita/2023/supporto-agli-enti-locali-sui-temi-della-transizione-energetica
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powersol · 1 year
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Agricoltura + fotovoltaico = agrivoltaico
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Raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione è di fondamentale importanza per il benessere del pianeta e, per farlo, è necessario individuare percorsi sostenibili per realizzare infrastrutture energetiche adeguate. Negli ultimi anni sono state sperimentate diverse soluzioni per conciliare il settore agricolo e quello delle fonti rinnovabili e da qui si è sviluppato quello che oggi chiamiamo “agrivoltaico”, un sistema che permette di sfruttare i terreni agricoli per produrre energia rinnovabile, senza comprometterne il rendimento. In alcuni paesi europei, come per esempio Francia e Germania, questo metodo è già in una fase avanzata, mentre in Italia è ancora in via di sviluppo. L’idea è stata presentata per la prima volta nel 1981 da Adolf Goetzberger e Armin Zastrow, anche se il termine inglese agrivoltaics risale al 2011. L’agrivoltaico consiste nella produzione di energia rinnovabile tramite pannelli solari installati direttamente sul suolo agricolo, senza però creare disagi a coltivazioni o allevamenti, anzi incrementandone la resa grazie all’ombreggiamento generato dai pannelli, che riduce lo stress termico sulle coltivazioni. È una soluzione innovativa per generare energia pulita direttamente dalle nostre terre ed è parte integrante della transizione energetica, poiché può migliorare la qualità del suolo e mitigare gli effetti della crisi climatica sull’agricoltura.
A giugno del 2022 sono state pubblicate delle linee guida in materia (https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/PNRR/linee_guida_impianti_agrivoltaici.pdf), che definiscono il sistema agrivoltaico “un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione”. I pannelli solari infatti, vengono installati a un’altezza da terra tale da consentire il passaggio delle macchine agricole e sono in grado di ruotare attorno a uno o due assi tra loro ortogonali per essere sempre direzionati verso il sole ed evitare di farsi ombra l’uno con l’altro.
Chi può realizzare un impianto agrivoltaico
I soggetti che possono realizzare un progetto simile sono le imprese agricole, singole o associate, che vogliono contenere i propri costi di produzione, utilizzando terreni agricoli di loro proprietà, e le Associazioni Temporanee di Imprese, formate sia da imprese del settore energia che agricole, che mettono a disposizione i loro terreni per l’installazione dell’impianto.
I vantaggi e gli svantaggi dell'agrivoltaico
L’agrivoltaico è una soluzione in grado di offrire numerosi benefici, quali proteggere le colture da eventi climatici estremi, migliorare la competitività delle aziende agricole, utilizzare una parte dei terreni abbandonati in Italia, rendere i processi agricoli ecosostenibili e raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality. Il principale problema riscontrato invece, riguarda i costi, poiché sia quelli di progettazione e monitoraggio che quelli di gestione risultano essere molto elevati.
Le diverse tipologie di coltura
Va sottolineato però, che non tutte le coltivazioni sono adatte alla produzione di questo tipo di energia e per questo, nelle linee guida menzionate sopra, è stata fatta una divisione in base alla reazione alla riduzione luminosa. Oltre alle colture non adatte, quelle che richiedono un’elevata esposizione alla luce (alberi da frutto, farro, girasole, frumento, farro e mais), sono state individuate altre quattro categorie:
Le colture molto adatte, in cui l’ombreggiatura ha effetti positivi sulla resa quantitativa, quali fave, insalata, patate, spinaci e luppolo;
Le colture adatte, in cui l’ombreggiatura moderata non ha praticamente effetti sulle rese, quali asparagi, avena, carote, cavolo verde, colza, finocchi, orzo, piselli, porri, ravanelli, sedano, segale, tabacco;
Le colture mediamente adatte, ad esempio cipolle, fagioli, cetrioli e zucchine;
Le colture poco adatte, cavolfiore, barbabietola da zucchero e barbabietola rossa.
Il vantaggio sarebbe dunque anche a favore dell’agricoltura, dato che in alcuni casi l’agrivoltaico migliora la resa delle coltivazioni, ma soprattutto perché i moduli fotovoltaici possono agire come barriera contro il sole, il calore, la siccità o le precipitazioni.
Per definire un sistema “agrivoltaico”, occorre che questo rispetti dei requisiti, anch’essi indicati nelle linee guida: “creare le condizioni necessarie per non compromettere la continuità dell’attività agricola e pastorale, garantendo, al contempo, una sinergica ed efficiente produzione energetica” e garantire “che almeno il 70% della superficie sia destinata all’attività agricola”.  
L'agrivoltaico in Italia
Nel nostro paese l’agrivoltaico non è ancora molto sviluppato perché manca una disciplina specifica a livello nazionale, ottenere il permesso di realizzare gli impianti è un processo lungo e complesso e non ci sono incentivi a causa del divieto di installazione per la protezione dei terreni agricoli. Nonostante questo, due regioni vantano campi agrivoltaici: la Sicilia, a Scicli (RG), con un progetto che copre 22 ettari, di cui 17 abbinano pannelli solari e coltura agricola, e la Sardegna, a Villacidro (SU), dove l’anno scorso è stato avviato un progetto da 13,789 MW. Anche la Puglia e il Veneto sembrano muoversi in questa direzione: la prima ha approvato questa tecnica e la seconda ha ospitato un convegno per sensibilizzare sul tema. Più in generale invece, in Europa è stato finanziato da 18 paesi partner Symbiosyst, un piano ancora in fase di progettazione che prevede l’attivazione di reti di sistemi agrivoltaici, con l’obiettivo di migliorare la competitività nel settore e minimizzare l’impatto sull’ambiente e sul paesaggio.
Per concludere, parlare di questo tema spesso solleva il problema del potenziale consumo di suolo, ovvero il rischio che grandi territori coltivabili possano essere sacrificati per la produzione di energia. Ma lo sviluppo di nuova capacità rinnovabile per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica entro il 2030 non rappresenterebbe un pericolo in questo senso: infatti, si stima che sia necessaria un’occupazione dello 0,3% dell’intero territorio italiano e, se rapportato al terreno solo agricolo, di circa lo 0,6%.
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powersol · 1 year
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Il fotovoltaico nel primo trimestre del 2023
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Il settore del fotovoltaico ha registrato una forte accelerazione nei primi tre mesi del 2023, evidenziando una tendenza promettente per quanto riguarda l’energia pulita e sostenibile. A confermarlo è la nota trimestrale del GSE (Gestore dei Servizi Energetici) sul fotovoltaico nel periodo gennaio-marzo 2023, che è stata recentemente resa pubblica.
I dati
In questi primi tre mesi è proseguito il trend di crescita sostenuta del fotovoltaico, che si era già registrato durante il 2022 (come riportato in due precedenti articoli riguardanti in particolare le regioni Veneto ed Emilia Romagna). Al 31 marzo 2023 risultano attivi in Italia 1.329.000 impianti (un aumento dell’8,4% rispetto alla fine del 2022), con una potenza complessiva superiore a 26 GW (una variazione del 4,4%, circa 1,1 GW in più). La produzione lorda del trimestre è aumentata del 4,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ed è risultata pari a 5.587 GWh.
Le nuove installazioni di questo periodo dell’anno sono circa 103.000, un valore di poco inferiore alla metà di quelle effettuate nell’intero 2022. Tra gennaio, febbraio e marzo, il dato sulle installazioni di quest’ultimo mese risulta essere uno dei più alti mai rilevati, con una crescita che interessa tutte le classi dimensionali degli impianti e tutte le regioni del paese. Per quanto riguarda i settori di installazione, al primo posto, con il 49%, troviamo quello industriale (che comprende le imprese di produzione di energia, che da sole rappresentano il 63% della potenza della categoria), seguito dal residenziale (21%), dal terziario (20%) e da quello agricolo (10%). Il 32% della potenza degli impianti in esercizio è installata a terra, occupando circa 16.000 ettari di terreno, il 68% invece su edifici, tetti e coperture.
Nei primi tre mesi del 2023, l’aumento della produzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è associato in particolare alla classe dimensionale degli impianti di potenza da 3 kW a 20 kW e tra tutte le regioni in Italia, sono Sardegna e Sicilia a registrare le maggiori variazioni positive in termini di produzione (rispettivamente del 16% e del 20%). Per quanto riguarda invece la producibilità degli impianti, le province con performance migliori rilevate nei primi tre mesi del 2023 risultano essere Enna, Siracusa e Ragusa.
Conclusioni
Questi dati confermano l’accelerazione senza precedenti del settore del fotovoltaico e lo rendono una forza trainante nella transizione energetica, sia a livello nazionale che globale. Tale crescita è stata resa possibile da una combinazione di tecnologie, incentivi governativi e domanda crescente di energia e sta contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2 e al raggiungimento di un futuro energetico più sostenibile.  
La nota trimestrale del GSE è scaricabile al seguente link: https://www.gse.it/documenti
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powersol · 1 year
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Efficientamento energetico: meno consumi, uguali prestazioni
Un approfondimento sul tema dell’efficientamento energetico è necessario per comprendere meglio la questione delle energie rinnovabili, soprattutto per quanto riguarda i vantaggi del loro utilizzo. L’efficientamento energetico comprende tutte quelle operazioni necessarie per ottimizzare lo sfruttamento delle fonti energetiche ed è la capacità di un sistema di ottenere risultati migliori utilizzando meno energia rispetto agli altri sistemi, consentendo un risparmio energetico e una riduzione dei costi. In altre parole, si tratta dell’insieme di interventi realizzati per ottimizzare il rapporto tra l’immissione di energia e il rendimento in termini di consumi e di produzione. L’efficientamento energetico può riguardare edifici pubblici o privati, complessi aziendali e commerciali.
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Gli obiettivi
Perché al giorno d’oggi è importante effettuare interventi di efficientamento energetico? Il principale obiettivo è la migliore distribuzione dell’energia, ovvero riuscire a sfruttare le fonti energetiche nel migliore dei modi, consumando meno ma senza incorrere in una diminuzione delle prestazioni.
Efficientamento e risparmio energetico, sono la stessa cosa?
L’efficientamento energetico non va confuso con il risparmio energetico: in quest’ultima categoria rientrano gli interventi che hanno lo scopo di ridurre i livelli di consumo attraverso il taglio degli sprechi e l’ottimizzazione dell’uso delle fonti di approvvigionamento. Per un maggior chiarimento, l’esempio migliore è quello dell’utilizzo degli elettrodomestici soltanto in determinate fasce orarie. Al contrario, l’efficientamento energetico razionalizza al meglio le risorse per trarne il massimo vantaggio; questo significa scegliere l’alternativa migliore per quanto riguarda il comfort, il rendimento, lo sfruttamento energetico e quello economico.
I possibili interventi di efficientamento energetico
Sono numerose le azioni possibili per raggiungere l’efficientamento energetico:
L’installazione di pannelli solari o impianti fotovoltaici
La coibentazione delle pareti
L’installazione di impianti di produzione o consumo di fonti rinnovabili
Gli interventi di isolamento termico
L’installazione di una pompa di calore
Il montaggio di una caldaia a condensazione
L’utilizzo di lampadine a LED
L’efficienza energetica può essere espressa in percentuali o in classi, a seconda che si voglia identificare quella di un’attività produttiva o quella di un’abitazione. Va specificato che, affinché si possa parlare di efficientamento energetico, gli edifici devono essere già presenti alla data di inizio dei lavori, ovvero devono essere dichiarati al catasto. Infine, è importante sapere che c’è la possibilità di attingere a delle agevolazioni IRPEF o IRES, ovvero a delle detrazioni fiscali.
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