#chiese di istanbul
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istanbulperitaliani · 4 months ago
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Il Monastero di Stoudios
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Il Monastero di Stoudios, conosciuto anche come Stoudion, è uno dei monumenti bizantini più antichi e significativi di Costantinopoli.
Fondato nel V secolo, il monastero divenne subito un importante centro spirituale. Conosciuto per la sua rigida adesione alla regola monastica di San Basilio, il Monastero di Stoudios non solo fungeva da rifugio spirituale, ma era anche un importante centro di studi teologici e di copiatura di testi sacri. I monaci di Stoudios furono protagonisti nella difesa delle icone durante la crisi iconoclasta (VII-VIII sec).
La basilica, costruita in mattoni con un interno decorato da mosaici e affreschi, era famosa per la sua sobria bellezza e per la sua capacità di evocare un profondo senso di spiritualità. La sua architettura seguiva lo schema basilicale con una navata centrale ampia, fiancheggiata da due navate laterali, separate da file di colonne di marmo. Nel 1204, il monastero fu gravemente danneggiato dai Crociati e ristrutturato nel 1293. Raggiunse un secondo periodo di prosperità sotto l'Impero Bizantino, diventando un importante luogo di pellegrinaggio per le sue reliquie.
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Dopo la conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453, il Monastero di Stoudios fu trasformato in moschea nel 1555, conosciuta come İmrahor Camii. Molti elementi dell'architettura bizantina, come colonne e capitelli in marmo, furono conservati, mentre gli affreschi e i mosaici furono ricoperti per conformarsi alle pratiche islamiche.
Nel XIX secolo, un devastante terremoto colpì l'edificio, causando il crollo di gran parte della struttura. L'edificio fu completamente distrutto nel 1920 e venne abbandonato, rimanendo in tale stato per molti decenni.
Attualmente sono in corso importanti lavori di restauro. Ecco alcune foto di come si presentava nel 1936.
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Foto 1: S.Teodoro Studita raffigurato due volte. A destra la facciata orientale del Monastero di Studion in una miniatura tratta dal Menologion di Basilio II di Simeone Metafraste, 985 Biblioteca Vaticana Foto 2: Questo acquerello di Antonios Manarakis raffigura il Monastero di Stoudios nel XIX secolo, quando l'edificio non era più un monastero, ma una moschea (İmrahor Camii). La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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gregor-samsung · 4 months ago
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" Dopo tre anni di pontificato mediocre papa Carlo rimase vittima di un attentato: dalla pensilina della tettoia di un autobus cadde del marcio che colpì papa Carlo sulla papalina. Carlo era cosciente ma la papalina iniziò a grondare sangue e tutti intorno a Carlo e tutti a preoccuparsi della papalina che veniva ricoverata d’urgenza mentre papa Carlo rimaneva tramortito sotto la pensilina. La papalina respirava a fatica, il cuore batteva fioco fioco, migliaia di medici erano al suo capezzano, annaspavano, sforzavano: all'improvviso un uomo di non più di alcuni anni si diresse, pistola alla mano, verso il letto dove la papalina era ricoverata, sfondò il posto di blocco, e svuotò mezzo caricatore contro la papalina che spirò morta. L’uomo venne arrestato mentre papa Carlo faceva ritorno a piedi in Vaticano. Entrò Carlo e venne bloccato e dai a spiegare che lui era papa, e vai a parlare dell'attentato, di quella cascata di marcio che lo aveva colpito rendendolo in fin di papalina, e dai a mostrare i documenti con scritto “Professione Papa”. Venne cacciato da Roma e si trasferì per un po’ di tempo a Istanbul dove cercò di riunificare le tre chiese. "
Antonio Rezza, Non cogito ergo digito (romanzo a più pretese), La nave di Teseo (collana i Delfini, n° 62), 2019; prima edizione: Bompiani, 1998. [ Libro elettronico ]
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roma-sera-giornale · 1 year ago
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Chiesa Ortodossa e Massoneria
De Ficchy Giovanni Scrive Bertrand Heyraud, massone, interessato al cristianesimo, parlando del mondo ortodosso: “L’unità di queste chiese è simboleggiata dal patriarca di Costantinopoli (Istanbul) la cui parola e le decisioni sono preponderanti perché è considerato e rispettato come Primus inter pares (primo fra tra uguali) ed è qui che troviamo una sorpresa notevole. Era il 5 Giugno del…
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tma-traduzioni · 3 years ago
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MAG130 - Caso #0081912 - “Carne”
[Episodio precedente]
[INT. ISTITUTO MAGNUS, ARCHIVI, UFFICIO DI GERTRUDE]
[CLICK]
GERTRUDE
Le dispiace?
LUCIA
Cosa? Oh - no.
GERTRUDE
Perfetto.
[Rumore di una sedia di metallo che viene spostata indietro, le gambe che grattano sul pavimento]
LUCIA
Perché un registratore di cassette? Perché non digitale?
GERTRUDE
Beh, le cassette non hanno niente che non va. Un po’ vecchio stile, ma suppongo (divertita) di esserlo anch’io.
LUCIA
Okay...Sì, v-va bene. Tutto va bene.
GERTRUDE
È abbastanza pronta?
LUCIA
(Facendo un respiro) Ah - Um -... Aiuterà?
GERTRUDE
Cosa scusi?
LUCIA
Raccontare la mia storia. Secondo lei… mi - mi aiuterà con gli incubi?
GERTRUDE
Se quello è il suo principale obiettivo, le suggerisco di rivolgersi a un terapista qualificato. Possiamo suggerirgliene uno, se vuole.
Detto questo, credo che la maggior parte delle persone trovi il processo di rilasciare una dichiarazione piuttosto… mm, catartico. E qualsiasi incubi la sua esperienza le ha lasciato, sono sicura che non le daranno fastidio ancora a lungo.
LUCIA
Allora, okay. (hm) Dunque. Che cosa faccio?
GERTRUDE
Iniziamo dal suo nome.
LUCIA
Oh. (risata imbarazzata) Uh - Lucia. Lucia Wright.
GERTRUDE
E su che cosa è la sua dichiarazione?
LUCIA
Solo um… un buco. Un buco pieno di, uh… di carne.
GERTRUDE
Registra Gertrude Robinson. 19 dicembre, 2008. Quando vuole.
LUCIA
Va bene, okay, allora. Um. Ero in vacanza, a dire il vero, sarei dovuta esserci, per lo meno. No, no, lo ero. Qualsiasi cosa sia successa dopo, era, tecnicamente, una vacanza. Scusi, sto farneticando. Mi piace viaggiare, quando posso. Non sono una di quelle persone che può prendersi mesi e mesi e… andare a nuotare con i delfini o… scalare Machu Picchu. Il mio lavoro è molto stressante. Beh. Lo era.
Il punto è che… ero solita prendermi spesso pause dalla città. Passando un lungo fine settimana prendendo un aereo per qualsiasi posto con voli decenti, e… a vedere i monumenti. Di solito cerco di andare in una galleria, in q-qualcuno dei migliori ristoranti che le guide raccomandano, e un posto con una vista decente sull’intera città. E ovviamente, un paio di chiese.
Ho... sempre avuto uno strano rapporto con le chiese. Direi che sono stata cresciuta nella Chiesa d’Inghilterra, ma i miei genitori non sono mai stati molto interessati, e quando gli ho detto che volevo smettere di andarci a quattordici anni, non hanno fatto scenate. Ho passato qualche anno da atea arrabbiata, ma quando avevo circa vent’anni, ho iniziato tendere di nuovo dall’altra parte, e sono rimasta abbastanza affascinata dalla religione. Non nel senso di credente, ma la trovavo molto interessante, in particolare il primo Cristianesimo e la Chiesa - così tanta politica sul significato di essere buono, di essere sacro. Così tante eresie sulla Trinità, su quanto umano fosse Gesù, su - quanti chiodi abbiano usato per crocifiggerlo - ma più di tutto questo. Amavo le chiese. Questi enormi spazi silenziosi e riecheggianti di pace e bellezza, destinati alla quiete dell’anima, e per prepararla alla comunione con il divino. Anche se non credevo davvero nel dio che avrebbero dovuto ospitare, le ho sempre trovate… meditative.
E ogni volta che mi prendevo una di quelle pause, provavo sempre a trovare una chiesa locale - possibilmente non troppo piena di turisti come me - e ci passavo un’ora o due in quieta contemplazione. Ascoltavo i passi confusi delle altre persone, e respiravo il persistente profumo d’incenso, prima d’accendere una candela a mia nonna. Era sempre stata molto religiosa - anche se, visto che la maggior parte delle chiese che visitavo erano scelte per l’architettura, tendevano ad essere Cattoliche o Ortodosse, e non sono sicura di quanto sia stata felice delle candele che vi ho acceso per lei. Comunque, alla fine del giorno, lo facevo per me, non per lei. Se n’è andata. Non c’è niente all’infuori di noi.
Comunque, quando è venuta fuori un’offerta a metà ottobre per cinque giorni ad Istanbul, l’ho presa al volo. Avevo sentito molte cose fantastiche sulla città in sé per sé, ma cosa più importante, avevo appena letto una brillante serie di articoli sui primi scismi nella chiesa, specificatamente sulle varie sette gnostiche che sono iniziate a spuntare verso il quarto secolo, molte situate in quella che era allora Costantinopoli, e adesso Istanbul.
Sa dello gnosticismo? È il tipo di dualismo che posiziona la purezza e la bontà del mondo spirituale in opposizione alla viltà e alla corruzione del mondo materiale. Qualche movimento gnostico addirittura si è spinto al punto di postulare l’esistenza del demiurgo: una controparte del dio del mondo spirituale, che ha creato l’esistenza materiale come un’imitazione deforme e imperfetta della sua purezza. Tutto ciò che è vile, corrotto, e infimo nel mondo materiale deriva da quello. Se Dio, per come lo vedono gli agnostici, è il dio dell’anima, allora il demiurgo potrebbe semplicemente essere definito il dio della carne. Delle - ossa e del sangue. Della carne.
Avevo letto di un antico tempio gnostico qualche miglio fuori da Istanbul, e avevo deciso di fare una piccola escursione per vederlo. Quando sono arrivata, però, non era altro che una delusione. Ciò che le fotografie con la luce artistica avevano ritratto come imponente e antico, dal vivo era solo… vuoto e vecchio. Qualsiasi decorazione c’era stata una volta era ormai sbiadita da tempo, e solo gli occasionali cartelli di plastica per turisti indicavano che era stato una volta un luogo di culto. Qualsiasi pace stessi cercando, lì non l’avrei trovata. Era poco più che una rovina. Oltre a quello. Mi sembrava di essere totalmente sola. C’era un’anziana signora che stava uscendo quando sono arrivata, ma non avevo visto nessuno oltre a lei, nemmeno alla biglietteria.
Mentre vagavo per il piccolo edificio, sono diventata sempre più e più consapevole del silenzio, e del vento che soffiava leggermente attraverso le finestre aperte. Ho fatto del mio meglio per scrollarmi di dosso la crescente sensazione di disagio che mi stava invadendo, e sono uscita fuori. Il taxi che mi aveva portata se n’era andato da un pezzo, e il tempio era isolato, piuttosto distante da ogni altro edificio abitato. Era primo pomeriggio, e non desideravo provare a farmi a piedi tutta la strada fino al mio albergo, ma il mio piano iniziale di chiedere a un membro del personale di chiamarmi un altro taxi era stato fatto saltare in un certo senso dalla loro assenza.
Mentre stavo valutando le mie opzioni, ho sentito il rombo di un motore, e mi sono girata per vedere un camion dall'aspetto pesante farsi avanti verso di me lungo la strada. Non aveva alcun logo riconoscibile, e il cassone era coperto da un telo grigio. Per qualche motivo mi ha riempita del terrore più profondo che abbia mai provato, e mi sono ritrovata ad indietreggiare, dietro una colonna, sperando disperatamente di essere fuori dal loro campo visivo.
Il camion ha accostato a lato dell’edificio, e ho sentito il rumore del motore fermarsi. Mi sono sporta in avanti, ancora non sicura del motivo per cui ho sentito un tale terrore istintivo per quella che sembrava essere la superficie di un veicolo perfettamente normale. Ma quando tre uomini sono scesi dall’abitacolo, e hanno iniziato a camminare verso il carico coperto, mi sono accorta che riuscivo a sentire l’odore di qualcosa. Umido. Leggermente aspro, con una leggerissima traccia di ferro.
Ho capito che cosa era un istante prima che il telo cadesse, svelando quell’enorme montagna di rosa e bianco e marrone. A-All’inizio ho pensato che i corpi erano tutti umani - che forse in qualche modo ero incappata in una qualche sorta di - banda, che si liberava dei corpi di un massacro.
Ma poi allora alcuni di quelli hanno iniziato a muoversi. Arti che si trascinavano dimenandosi, si sollevavano, alzandosi, districandosi da quell’enorme massa di carne, e si facevano strada giù per unirsi ai loro compagni a terra, uno per uno. La maggior parte di loro potevano ancora essere scambiati per umani da lontano. Qualcuno addirittura indossava ancora dei vestiti. Nessuno ha pronunciato una parola.
Dopo un minuto o qualcosa del genere, sembrava che tutto che si sarebbe arrampicato giù dal retro del camion l’aveva fatto. Il mucchio di carne si innalzava ancora per diversi metri sul cassone del camion, e per quanto volessi distogliere lo sguardo, non potevo. L-La maggior parte erano solo - pezzi non identificabili, ma molti di questi erano chiaramente animali; polli, agnelli; ho anche visto un’intera testa di maiale.
Alcuni erano umani. Potevo vedere il torso di un uomo vicino alla sommità del mucchio, e un braccio che spuntava vicino alla base, la mano aperta all’estremità. Ho avuto lo stranissimo impulso di salutarla con un cenno della mia. L’autista - o quello che credo fosse l’autista - allora ha iniziato ad allungarsi verso la pila. Ha preso una manciata di carne, e si è girato verso - chiunque o qualunque cosa gli fosse vicino. Gliel’ha passata, e poi quello si è girato, e si è incamminato verso il retro del tempio, verso un tempio non contrassegnato che ho pensato essere solo per il personale.
Ora era aperto, e quelli sono entrati, uno per uno. Non sono usciti. Per tutto quel tempo, ero rimasta a guardare dal mio nascondiglio, completamente paralizzata dalla confusione e dalla paura. Come ho detto, il tempio si trovava lontano da ogni altro edificio, e… se avessi provato ad andarmene, la probabilità che venissi vista era maggiore che se fossi rimasta. Ho pensato che forse avrei potuto aspettare e basta. Solo. Rimanere dov'ero fino a che quella gente non avesse finito di fare qualunque cosa fosse quella. E poi loro se ne sarebbero andati con il camion, e io me ne se sarei andata da lì, e avrei passato il resto della mia vita a far finta di non aver mai visto niente, (respira) di essere stata invece in una galleria.
Questo piano è durato fino a quando l’autista non mi ha vista. È stata colpa mia. La mia gamba stavano iniziando ad avere i crampi, quindi ho provato a cambiare posizione - ma non mi sono resa conto di quanto doloroso sarebbe stato provare a muovermi e un urlo mi è scappato prima che riuscissi a fermarlo. La testa dell’autista s’è alzata di scatto e si è girata verso di me. Era secco come un palo, vestito con una semplice tuta, i capelli erano neri e arruffati e la pelle pallida. Era est-asiatico - cinese, forse, ma mi ha detto di venire con un marcato accento inglese. Il suo tono era sicuro, ma senza fretta, e alle mie orecchie, non immediatamente minacciosa. Quindi ho fatto come aveva chiesto.
Mi sono avvicinata, lentamente, ma deliberatamente non verso di lui, le mie mani lungo i fianchi, facendo del mio meglio per mostrargli che non ero una minaccia. Ho preso la decisione che - qualsiasi cosa stesse succedendo, la chance migliore di uscirne era semplicemente - di continuare a fare quello che mi veniva chiesto.
Per quando ho raggiunto il furgone, l’odore era così denso che riuscivo a sentirlo in bocca. Sono rimasta lì in piedi, le gambe che tremavano, mormorando una preghiera a un dio in cui neanche credevo. Lui mi ha osservata per quelle che sono sembrate ore, ma - non può essere stato più di qualche secondo. E ha alzato le spalle. Si è girato verso il camion e ha preso quella che sembrava la metà posteriore di una capra. Me l’ha offerta, aspettando. Onestamente ero così sorpresa che l’ho presa per riflesso. L’autista ha annuito, come se avesse preso la decisione giusta, e mi sono girata, e ho iniziato a camminare verso la porta, temendo che la più piccola esitazione gli avrebbe fatto riconsiderare, segnandomi come qualcosa di diverso da quello che lui aveva deciso che ero.
Io - non mangio molta carne, e ancora più raramente la cucino, ma tenevo quel coscio freddo stretto a me come un talismano. Come se avesse potuto scacciare qualsiasi cosa terribile mi aspettava dietro quella porta. Come mi sono avvicinata, ho visto uno degli altri, una donna alta e slanciata con le braccia che si piegavano all’indietro mentre usciva dall’ingresso. Doveva piegarsi per passarci. Ma come si è rialzata alla sua piena altezza, ho sentito i suoi occhi posarsi su di me per un secondo. Non ho rallentato il passo per incrociare il suo sguardo. Mi ha superata velocemente, mentre tornava al camion per il suo prossimo carico.
Sono entrata nell’ingresso, muovendomi con cautela lungo quella che sembrava essere una scala di pietra grezza. Scendeva sempre più giù, ben oltre dove una comune cantina si sarebbe potuta trovare. Così stretta in alcuni punti che ho avuto dei problemi a passarci. La mia mente continuava a provare d’immaginare di incontrare quelle cose dall’aspetto poco-umano che venivano su dall’altro senso, ma io non glielo permettevo. Alla fine, ho raggiunto la fine, e mi sono ritrovata davanti una scena c-c-che continuo a vedere ogni volta che chiudo gli occhi.
Non so quanto fosse grande la stanza, per cominciare. Solo un lato aveva qualcosa che sarebbe potuta essere definita una parete. Le altre erano pietra e roccia nude, chiaramente scavate ed estese fino a quando il luogo era largo quasi quaranta metri. Al centro del pavimento, ad occupare quei tutta quella strana cripta, c’era una voragine. (mm) No, non una voragine. Non proprio. Gli altri se ne stavano attorno al forno, tirandoci dentro i loro carichi un pezzo per volta. E lì, in fondo, c’era un’altra montagna. Una che faceva sembrare il camion fuori minuscolo. Una che avrebbe fatto sembrare cento camion minuscoli. Perché in verità non riuscivo a vedere il fondo. Per quel che ne sapevo, sarebbe potuta scendere all’infinito, una colonna di carne senza fine.
Ma poi si è mossa, e ho capito in un secondo che cosa stavo guardando in verità. Non una voragine. Una bocca. Sento uno strano orgoglio nel profondo per non aver gridato. Non sono andata nel panico, anche se sembrava che la mia mente stesse cercando di bloccarsi di fronte a quella visione disgustosa. Invece, mi sono costretta a prendere il mio posto sul bordo, e a tirarci dentro la mia… offerta. L’ha accettata avidamente. Vorrei poter dire di essere fuggita, allora, o che ho trovato un trucco astuto per scappare, ma non l’ho fatto. Quando sono tornata alla superficie, mi è stata data altra carne, prima ancora che avessi la possibilità di considerare se andarmene.
Quindi ho deciso che mi sarei attenuta alla farsa fino a che il camion non sarebbe stato vuoto, nella speranza che più tardi ne avrei avuto la possibilità. Ma mentre scaricavamo l’ultima parte di quel carico agghiacciante, e trasportavo una lingua rossa e pesante giù nella cripta, ho visto accostare un altro camion, quasi identico al primo, poi un altro; poi un altro.
Non avevano fine. Il giorno si è fatto notte che si è fatta giorno di nuovo, e io continuavo a trasportare carne, e la tiravo nel buco. E la mia schiena stava urlando. Le mie gambe erano deboli. E la mia mente intorpidita dalla paura. Ma ero spronata da una cosa: la donna con le braccia al contrario era caduta, a un certo punto della notte, e i suoi compagni non avevano esitato un secondo. L’avevano afferrata per le spalle, tirata su, e gettata direttamente nella bocca spalancata. Avevo giurato che a me non sarebbe successo.
Durante tutto questo, la bocca si è avvicinata sempre e sempre più al bordo della voragine. La montagna di carne al suo interno diventava sempre più grande, se ne stava lì un impasto terribile e semi-solido, masticato e pressato assieme. Era impossibile distinguere quello che una volta era stato animale, da quello che una volta scemo potuti essere noi. Era tutto solo carne.
E come la bocca si è fatta più vicina, l’odore è diventato più intenso. L’aria è diventata pesante, e le pareti hanno iniziato a trasudare un liquido rossastro, come quando si taglia una bistecca. Altri di quei trasportatori erano stati tirati dentro, rimpiazzati da altri trasportati della - processione interminabile di camion della carne. Non so che cosa sarebbe successo quando avrebbe raggiunto il bordo, ma sapevo che sarebbe stato qualcosa di brutto. Qualcosa di indicibile. E io avrei contribuito a farlo accadere.
Quando c’è stata l’esplosione, è stata un benedetto sollievo. Un rombo profondo è passato attraverso la struttura dell’edificio, un urlo assordante di rabbia e sgomento è venuto dal basso, mentre il tetto collassava, seppellendola sotto un fiume di macerie e pietra.
Io sono stata fortunata. In quel momento, mi trovavo alla base della scalinata, e mentre il mondo collassava attorno a me, ho iniziato a correre su per le scale. Ma sono a malapena riuscita a raggiungere la metà prima che anche quella precipitasse, e ho sentito le fondamenta del tempio di sopra cadere giù attorno a me. Pensavo di essere morta. Preferirei essere morta.
Non so per quando tempo sono rimasta a terra - intrappolata prima che i soccorritori turchi mi trovassero. Di sicuro abbastanza che la puzza di marcio ha iniziato a diffondersi da sotto. Ero delirante e a malapena cosciente. H-Ho provato ad avvertirli, a dirgli di finire il lavoro - ma è servito solo a convincerli che ci sarebbero potuti essere altri sopravvissuti.
Loro, um, non mi hanno detto che cosa hanno trovato là sotto. Mi hanno pagato il volo di ritorno, ma non mi hanno detto niente. Non so niente. Io, io volevo solo dormire. (Con tono pragmatico) Questo è tutto quello che ho. Questo è quello che è successo.
GERTRUDE
E… Si sente meglio?
LUCIA
No.
GERTRUDE
Beh, è un peccato. Aspetti, mi faccia vedere se riesco a trovarle il numero di quel servizio d’assistenza psicologica. Sono, sono a dire il vero piuttosto bravi.
[Mentre parla, si muove, e sentiamo il fruscio dei suoi vestiti e un paio di passi]
LUCIA
Se lo dice lei.
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[INT. ISTITUTO MAGNUS, ARCHIVI, UFFICIO DI GERTRUDE, PIÙ TARDI]
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GERTRUDE
Beh. Questo è un sollievo. Quando ho sentito che ci sono stati dei sopravvissuti all’Ultimo Banchetto, ero abbastanza preoccupata che uno di loro avrebbe potuto identificarmi precisamente, (ha) il che avrebbe potuto mettermi in ogni sorta di guai. (Inspira) Ma lei non sembra ricordarsi di me per niente.
Tom Haan potrebbe essere un problema un po’ più grande, in quanto sembra che anche lui sia sopravvissuto, ma spero che sia rimasto abbastanza indebolito da questo fallimento da non costituire un problema per il prossimo futuro. Auspicabilmente, svanirà o si consumerà come tendono a fare quando vengono derubati del loro scopo. Comunque, dovrei tenerlo d’occhio nel caso in cui un comportamento erratico conduca a delle complicazioni. Vale anche la pena fare attenzione a… delle possibili conseguenze esoteriche del tentativo di rituale, come quel ragazzino Carlisle giù a Wandsworth.
Dekker si è davvero superato con gli esplosivi. Mi è quasi sembrato di barare. La perdita di storia è abbastanza triste, ma… la signorina Wright non sembrava pensare che la vecchia chiesa gnostica ricevesse comunque molti visitatori. Sono onestamente impressionata che abbia avuto la forza di superarlo, anche se sembra essere rimasta… molto turbata. Peccato per i sogni. Li eviterei se potessi.
Per lo meno sappiamo di sicuro che questi grandi rituali possono essere distrutti con mezzi convenzionali, anche se un… approccio più subdolo sarà necessario per alcuni di loro, ne sono sicura.
In oltre… non posso sperare di avere sempre così tanto anticipo. Ho passato dieci anni a tracciare supplicanti attratti dal richiamo della carne, osservandoli ammassare gradualmente della carne. Molto utile, in termini di tempo per la preparazione per dare la spinta finale, ma in futuro, credo di aver bisogno di diventare un po’ più… attiva.
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[INT. ISTITUTO MAGNUS, ARCHIVI, UFFICIO DI JOHN]
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ARCHIVISTA
Ho trovato questa cassetta nascosta in un angolo del cassetto della mia scrivania (sospira) coperta di ragnatele. Suppongo che la sottigliezza sia un po’ finita fuori dalla finestra, e la domanda ora è solo… fino a che punto mi fido che il Ragno abbia a cuore il mio interesse.
Hm. Sospetto che presupporre che abbia un cuore può essere un indizio che sto osservando questa cosa dal lato sbagliato. (Sospira) Anche così, e - lasciando da parte la questione delle azioni di Gertrude per un momento - che cosa sta cercando di dirmi con questa? È riguardo ai… rituali? Su come riprendere Daisy?
Sulle - Sulle ancore. Che cosa è che ha detto, “il richiamo della carne.” Hm. È possibile, credo. Farebbe - male, ma - beh, che sarà mai un’altra cicatrice?
(Sospiro leggero) Sono passate due settimane dall’ultima volta che ho saputo qualcosa da Basira. Non attenderò oltre. Riporterò Daisy indietro.
Fine della registrazione.
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[Traduzione di: Victoria]
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karassiopoulos · 3 years ago
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E a volte premo il pulsante 0 e aspetto.
Aspetto che non parta, che le porte si chiudano e ci sia un sussulto e poi nulla, bloccato in ascensore da solo.
Ho un cappello in testa e i miei pensieri sono incastrati la sotto, a volte lo tolgo e li tiro fuori come fa un mago con un coniglio, e li appoggio sui fogli che mi porto sempre appresso.
<< Mi presti il tuo cappello? >> mi chiedono spesso, ed io scontroso e burbero rispondo sempre di no, non sia mai che indossando il mio cappello possano vedere ciò che penso.. sono gelosissimo dei miei cappello.
L'altro giorno ho comprato un cappotto.
La commessa mi ha raccontato la storia del cappotto, il brand, il tessuto. La capisco poverina, ho guardato la sua espressione delusa anche se aveva la mascherina, i suoi occhi mi fissavano chiedendomi cosa non andasse in quel cappotto che sembrava cucito addosso.
Le tasche.
<<Signorina questo cappotto è molto caldo è vero, ma ha poche tasche, nella tasca interna ci sta a malapena un block notes piccolo, vede io ho un sacco di fogli nascosti nelle tasche..>>
Ha scrollato le scarpe e mi ha lasciato solo nel negozio.
Allora ho deciso di girare il mondo andando per mercati, alla ricerca di un cappotto.
Sono stato a Istanbul, ad Haifa e al mercato di Jaffa. Al mercato di Tammarasset un uomo mi ha dato un cappotto. Me lo ha posato sulle spalle e mi ha detto << Questo cappotto apparteneva ad un vecchio saggio, che viveva poco lontano da questo villaggio, ha scambiato con me questo cappotto per un libro straniero che non avevo tradotto, poi so che ha scambiato il libro che ha tradotto per una manciata di semi con i quali ha piantato una foresta, e con il legno di quella foresta ha fatto della carta su cui ha scritto un libro, ha scambiato una copia del libro per un pezzo di pane e un sorso di acqua, al mercato di Gerusalemme, ha venduto le copie ed comprato una barca, ha viaggiato fino in Sicilia ed ha scambiato un libro per dell'uva e delle arance, alle pendici del grande vulcano ha bruciato un libro in segno di rispetto alla montagna, con la barca poi ha navigato verso quella grande isola che si chiama Sardegna, al mercato di un paesino ha scambiato il libro per del Mirto e del pane, di nuovo sul mare ha viaggiato fino al Golfo dei poeti, si è seduto sulle rovine di un castello crollato e si è messo a meditare, arrivato nella grande Augusta dai tramonti arancioni, la città che ha più chiese che lampioni, ha scambiato un libro per un pasto caldo, un lungo viaggio fino alla terra del Salento dove il sole nasce prima e il vento porta voci dalla Grecia vicina, ha scambiato un passaggio per Gerusalemme da un pescatore che cantava al mare. Arrivato in questo villaggio si è seduto al mercato ed raccontato le storie del suo viaggio, la gente lo ascoltava e portava dei doni a quel grande saggio>>
Ho comprato il cappotto che apparteneva a quel vecchio saggio, nelle tasche ho trovato dei semi e dei racconti scritti durante quel viaggio, ho scoperto che il tessuto non mi tiene tanto caldo, ma quello che c'era nelle tasche mi ha incendiato il cuore..
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vacanzeb2b · 2 years ago
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PROGRAMMA DEL TOUR CON PARTENZE DA: Bergamo, Venezia, Bologna e Roma. (COD.23)
1. Giorno Giovedì: Italia / Cappadocia: Arrivo a Kayseri (Cappadocia) via Istanbul con volo interno e ritiro bagagli. Incontro con l'assistente o guida all'esterno dell'aeroporto. Trasferimento in albergo e sistemazione in camera.
2. Giorno Venerdì: Cappadocia: (Mezza Pensione) - Giornata Libera. Prima colazione e cena in albergo.
Possibilità di partecipare all'escursione facoltativa per l'intera giornata con pagamento in loco €55: intera giornata dedicata alla scoperta di questa suggestiva regione dai paesaggi quasi lunari: i celebri "camini delle fate", funghi di tufo vulcanico creati da secoli di lavoro dell'acqua e del vento. Partenza per la visita al Museo all'aperto di Goreme e visita alle chiese rupestri. Visita alla Valle di Pasabag e Zelve. Pranzo in un ristorante lungo il percorso. Visita al villaggio di Cavusin. Sosta presso una cooperativa locale dove si espongono e si vendono i famosi tappeti turchi. Trasferimento di rientro.
3. Giorno Sabato: Cappadocia: (Mezza Pensione) - Giornata Libera. Prima colazione e cena in albergo.
Possibilità di partecipare alla gita in mongolfiera con pagamento in loco, per ammirare dall'alto il paesaggio lunare e mozzafiato della Cappadocia illuminata dalle prime luci dell'alba (facoltativa, a pagamento e in base alla disponibilità dei posti. Tale gita può essere annullata anche poche ore prima dell'inizio a causa di avverse condizioni meteorologiche).
Oppure possibilità di partecipare all'escursione facoltativa per l'intera giornata con pagamento in loco €45: visita alle Valli di Uchisar e di Avcilar e visita di Ozkonak, oppure ad una città conosciuta come "città sotterranea". Pranzo in un ristorante lungo il percorso. Visita al Villaggio di Sinasos e visita ad un laboratorio per la lavorazione e vendita di pietre dure, oro e argento. Trasferimento di rientro.
Dopo cena, possibilità di partecipare allo spettacolo (facoltativo, a pagamento in loco) dei "dervisci" danzanti (€25) o alla serata folkloristica (€40) con danzatrice del ventre.
4. Giorno Domenica: Cappadocia /Italia: Prima colazione in albergo. Trasferimento all'aeroporto per il volo di rientro.
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dovevienelasciatoilcuore · 6 years ago
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Suzi indossò una gonna al posto dei calzoncini. Dopo aver preso al volo uno zaino, in un attimo uscì. Corse alla postazione dei taxi condivisi e salì sul primo mezzo libero, accorgendosi solo allora di avere ai piedi gli zoccoli da giardino. Chi se ne frega, pensò. L’importante era arrivare in ospedale il più in fretta possibile. Rimpianse di aver trascurato Madame negli ultimi mesi. Il profumo dei panini alla vaniglia e cannella, il buio della chiesa, gli innumerevoli regali e gli abbracci calorosi… Madame era la sua infanzia, la casa lontana da casa, il suo rifugio. Le lacrime cominciarono a rigarle il viso mentre stava seduta sul sedile posteriore del taxi. Com’era felice allora. Nessuno degli altri passeggeri le chiese perché stava piangendo. O, se lo fecero, lei non li sentì.
Le quattro donne di Istanbul di Ayse Kulin
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istanbulperitaliani · 1 year ago
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Venerazione della Madonna a Costantinopoli
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La Vergine Maria era la patrona e la protettrice di Costantinopoli. Per il popolo bizantino Maria divenne un amuleto contro gli assedi e le guerre, contro le malattie ed i mali. Le sue icone venivano usate come arredo liturgico, affisse alle pareti delle abitazioni, portate nelle processioni, cucite sugli abiti, indossate come collane.
Ogni volta che l'esercito bizantino vinceva le sue battaglie e stabiliva il suo dominio, le icone della Madonna venivano trasportate in processione per i festeggiamenti.
Processioni che venivano realizzate anche durante gli assedi che ha subito Costantinopoli nel corso dei secoli. Qualche giorno prima della conquista di Costantinopoli da parte dei turchi (29 maggio 1453), durante una processione per invocare l'aiuto della Vergine, l'icona di Maria cadde a terra. Un evento interpretato come un segno di Dio che abbandonava gli assediati.
Autoproduzione digitale in AI realizzata 23/11/2023 by Istanbulperitaliani.
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heyitsararts · 5 years ago
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SANT’AMBROGIO
Nome⚘: Sant’Ambrogio
Autore⚘: Fu fondata dal vescovo Ambrogio
Data⚘: Fu fondata nel 386 e poi modificata a partire dall’ottavo secolo.
Luogo⚘: Milano
Tecniche costruttive⚘: La pianta è longitudinale e l’interno è composto da tre navate, un altare e due absidi. La copertura è con volte a crociera, tra le più antiche ad essere usate per coprire spazi così ampi. Tutto ciò in presenza di costoloni, e possiamo notare le spinte verticali sostenute da archi ribassati. I mattono sono un motivo decorativo e non è presente un claristorio. Le spinte laterali sono sostenute dai matronei e anche le navate lateriali, che dunque convogliano il peso verso i contrafforti. L’altare è dietro in oro e argento con smalti e gemme e abbiamo gli sportelli per la reliquio. Davanti abbiamo la croce gemmata e dodici apostoli e simboli degli evangelisti. Troviamo Ambrogio e due monaci, Protasio e Gervasio, Cristo e Paolo e Pietro, San Benedetto e due monaci e Santa Scolastica e due monache.
Influenza⚘: La Basilica è un simbolo di riconquista e della concordia tra vescovo, mobilità urbana e borghesia nascente. Milano è infatti colpita dalla riforma ecclesiastica del 1046 ad opera di Gregorio VII. Infatti Milano era stata colpita dalle patarie, associazioni laiche contro la corruzione ecclesiastica. Questo è un modello seguito dalle altre chiese lombarde e la chiesa in stile romanico si rifà alla basilica paleocristiana. Inoltre sono mantenuti invariati larghezza, lunghezza e rapporti dimensionali delle navate. Il fulcro sacro è infatti la tomba di Sant’Ambrogio
Materiali⚘: abbiamo mattoni per le murature, pietra nei sostegni e elementi scultorei. Il materiale è povero e locale, e l’altare è in oro e le colonne in porfido rosso.  La facciata prende decisamente spunto da un arco trionfale romano.
Funzione: è una Basilica, mentre nel quadriportico infatti erano svolte anche assemblee laiche e civili.
Decorazioni⚘: l’esterno ha mattoni come decorazioni e un tiburio. Nella facciata a campana abbiamo una loggia traforata a cinque arcate. All’interno abbiamo un altare in oro a sbalzo e un mosaico absidale. C’è inoltre una rappresentazione dell’incoronazione di Volvimio, l’autore dell’altare da parte di Ambrogio. Abbiamo un pulpito del 1200 in pietra marmorea e con il sarcofago di Stilicone. Abbiamo le navate laterali buie e nella navata centrale abbiamo invece una luce graduale che si riflette sull’oro e sui mosaici. Infatti c’è la concezione che più un ambiente è luminoso più è sacro.
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SANTA SOFIA
Nome: Santa Sofia
Data: 350-357
Autore: Antemio di Tralle, Isidoro di Mileto
Luogo: Istanbul, Turchia
Contesto originale:  Questa Basilica è dedicata alla Sophia, ossia la sapienza di Dio, e  dal 537 al 1453 l'edificio fu cattedrale Greco-cattolica e poi ortodossa e sede del Patriarcato di Costantinopoli, mentre per un breve periodo fu convertita dai crociati a cattedrale cattolica di rito romano. Divenne poi moschea ottomana nel 1453 e tale rimase fino al 1931. Fu successivamente sconsacrata e nel 1935 divenne un museo.
Scelte stilistiche: La basilica di Santa Sofia è uno dei più grandi esempi superstiti dell’architettura bizantina. Il tempio stesso era così riccamente e artisticamente decorato, che Giustiniano affermò di aver dunque superato Salomone. Giustiniano stesso curò la realizzazione della cattedrale, la più grande mai costruita fino a quel momento e per i quasi 1000 anni successivi, fino alla realizzazione della Cattedrale di  Siviglia. La basilica voluta da Giustiniano è al tempo stesso la realizzazione architettonica culmine della tarda antichità e il primo capolavoro dell'architettura bizantina. Influenzò molto la costruzione della chiesa di San Vitale.
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piusppxii · 5 years ago
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Il Vaticano sapeva dell’Olocausto, ma non lo denunciò per svolgere un’azione umanitaria in favore degli ebrei. Pio XII però capì che quella scelta lo avrebbe esposto a critiche.
di Andrea Riccardi (12-05-2020)
Il 10 ottobre 1941, Pio XII ricevette monsignor Angelo Roncalli, proveniente da Istanbul, che annotò: «Mi chiese se il suo silenzio circa il contegno del nazismo non è giudicato male». La parola “silenzio” è oggi usata dai critici di Pacelli. Egli però già la utilizzava durante la guerra, come scelta consapevole, seppur sofferta. Prima di Roncalli, aveva ricevuto Luciana Frassati, reduce dalla Polonia, la quale gli disse che era visto con ostilità, perché non interveniva a favore dei cattolici polacchi. Il Papa rispose: «La riconoscenza non è di questo mondo». “Delitto del silenzio”: era l’accusa di alcuni ambienti cattolici polacchi per l’assenza di prese di posizione vaticane. Così riferì al Papa, nel novembre 1941, anche il romano don Pirro Scavizzi, che aveva viaggiato in Polonia e Ucraina, occupate dai tedeschi, e aveva visto scene di orrore. Parlò al Papa della pesante persecuzione della Chiesa in Polonia: «Si vorrebbe sentire una presa di posizione ideologica, chiara, pubblica e decisa», riferì. Lo informò anche sulle stragi degli ebrei. Nell’ottobre 1942, di nuovo ricevuto dal Papa, dopo un altro viaggio, calcolava che fossero stati uccisi due milioni di ebrei nell’Est.
Allora il “silenzio” si riferiva prima ai polacchi che agli ebrei. L’espressione esprime la scelta del Papa nella guerra mondiale, un terreno poco vivibile per un cattolicesimo diviso tra Paesi in conflitto. Le notizie affluivano in Vaticano, seppure non sempre facilmente verificabili. Non si può affermare che il Papa non sapesse dei massacri degli ebrei, come talvolta hanno fatto gli apologeti. Così non si può nemmeno dire oggi che sia una scoperta trovare tra le carte vaticane documenti sulle stragi degli ebrei. Già Actes et Documents, tra gli anni Sessanta e Settanta, ne hanno pubblicati parecchi.
L’apertura degli archivi vaticani su Pio XII (a marzo, ma interrotta dopo cinque giorni per il Covid-19) porterà nuovi elementi. Tra quel che è stato possibile vedere, ci sono documenti terribili, come tre foto, in cui si vedono alcuni ebrei nudi prima di un’esecuzione con un aspetto di terrore, poi i soldati tedeschi che seppelliscono cadaveri. Le foto, prese da un testimone in Polonia, sono trasmesse nell’aprile 1943 al nunzio in Svizzera, Bernardini, da Adolf Silberschein, ebreo di Leopoli, poi in Svizzera alla testa di un comitato per gli ebrei: qualcuno che ha lottato a mani nude per salvare vite umane. Le foto sono nel fondo della nunziatura in Svizzera. A differenza dei rapporti sugli ebrei in Romania e Transnistria, non risultano trasmesse dal nunzio e quindi non sono state viste in Vaticano. Sono ugualmente una testimonianza impressionante. Le nuove acquisizioni negli archivi vaticani aggiungeranno ulteriori pagine a una storia che non si finisce di scavare. Questi archivi mostrano come il Vaticano sia stato un osservatorio particolare sulle vicende europee e non sono solo per ricostruire l’attività del Papa.
Papa Pio XII Myron Taylor.
Ci sono momenti della guerra, in cui sono forti le pressioni su Pio XII per un atto pubblico contro i nazisti. Nell’agosto 1942, una figura autorevole come il metropolita greco-cattolico di Leopoli, Szeptycki (aveva all’inizio accolto i nazisti come liberatori dall’oppressiva occupazione sovietica dopo il patto Molotov-Ribbentrop), informò il Vaticano sulle stragi degli ebrei. Poco dopo, si svolse un’offensiva diplomatica americana. Myron Taylor, rappresentante di Roosevelt, accolto con grande attenzione in Vaticano nel settembre 1942, era latore della richiesta d’intervento del Papa per i civili, i prigionieri di guerra, gli ebrei. Ennio Di Nolfo ha pubblicato nel 1978 il rapporto sui crimini nazisti contro gli ebrei consegnato da Taylor in Vaticano (già edito dall’ufficio storico del dipartimento di Stato). Anche gli inglesi, meno influenti in Vaticano, si mossero.
La missione Taylor pose varie questioni: bisognava confermare le notizie americane? Era necessaria una condanna? In un appunto, il minutante monsignor Dell’Acqua sospetta «esagerazione» nelle notizie e uno scopo politico nell’operazione. Il funzionario — così appare da varie note del 1943 — è spesso favorevole alla «prudenza» e poco comprende la drammaticità degli eventi. Del resto c’erano varie sensibilità in Vaticano: il cardinale Canali, filofascista, era per tenersi fuori e non nascondere gli ebrei. Alla fine si decide di rispondere agli americani che la Santa Sede ha avuto notizia di «trattamenti severi contro gli ebrei», ma non può controllarne la fondatezza. Pio XII, nel radiomessaggio natalizio del 1942, condannò — senza fare nomi — la morte o il «progressivo deperimento» di centinaia di migliaia di persone «per ragione di nazionalità o di stirpe». Tittmann, collaboratore di Taylor, gli riferì alcune critiche al suo messaggio perché generico. Il Papa gli rispose che «quando si parlava di atrocità non poteva nominare i nazisti senza menzionare i bolscevichi e questo pensava potesse non essere del tutto gradito agli Alleati». E Tittmann concordò. Da parte sua Pio XII, nel 1941, aveva accreditato la scelta di Roosevelt di allearsi con i sovietici contro i nazisti presso i cattolici americani ostili a questo passo.
Pio XII voleva evitare che la Santa Sede finisse schierata con una delle parti. Sentiva la fragilità della Chiesa nel tenere insieme i cattolici divisi da guerra e propaganda. Temeva per la pressione nazista sui cattolici tedeschi o per i polacchi ostaggio del Terzo Reich. Sceglieva, per preservare la Chiesa come spazio umanitario e d’asilo, per intervenire diplomaticamente, per favorire una pace negoziata (sempre più lontana). Era la filosofia dell’imparzialità attiva sul piano umanitario, già utilizzata nel 1914-18. Allora Benedetto XV, di cui Pacelli era stato collaboratore, affermava amaro e ironico: «La nostra imparzialità ci rende tutti nemici».
Nell’ambiente vaticano c’erano spinte a cambiar linea. Monsignor Respighi, che aveva studiato con Pacelli, auspicava «una parola del Santo Padre forte e solenne a difesa dell’umanità». Monsignor Tardini, stretto collaboratore del Papa, esaminò nel maggio 1942 la possibilità di un atto pubblico in difesa dei cattolici polacchi «per condannare e protestare contro tante ingiustizie». Concluse: era meglio evitare per non essere utilizzati dagli Alleati, mentre il governo tedesco «inasprirebbe ancora la persecuzione contro la Chiesa in Polonia e impedirebbe in tutti i modi che la S. Sede avesse contatti comunque con l’episcopato polacco». Il modello sulla questione polacca è simile a quello applicato poco dopo alle stragi degli ebrei. Si optava per l’azione umanitaria e diplomatica. La persecuzione antisemita era considerata molto grave (in una nota del maggio 1943, si parla di 100.000 ebrei sopravvissuti su 4.500.000 in Polonia), ma era vista come uno degli aspetti del grande male della guerra. Certo, guardando le tre foto terribili emerse dagli archivi vaticani, oggi, si sente come gli strumenti diplomatici fossero inadeguati davanti a un dramma grande e inedito.
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Tre foto inedite di una strage di ebrei compiuta dai tedeschi, ritrovate negli archivi della nunziatura apostolica della Santa Sede in Svizzera.
(fonte: corriere.it)
«La riconoscenza non è di questo mondo» Il Vaticano sapeva dell’Olocausto, ma non lo denunciò per svolgere un’azione umanitaria in favore degli ebrei. Pio XII però capì che quella scelta lo avrebbe esposto a critiche.
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Biografia
My Story
A BIT ABOUT ME
BIOGRAFIA
1938 - Gaetano Minale nasce ad Agnone (Molise) il 4 Luglio. -
1949 - Frequenta la scuola d'Avviamento professionale e la scuola Tecnica ad Agnone e l' I.T.I. a Chieti dove si diploma come perito elettrotecnico. -
1951 - Primi disegni ad inchiostro di china esposti in bacheca della scuola Tecnica e primi acquerelli. -
1962 - Assunto da una società elettrica Unes , nazionalizzata nel 1963 come Enel . Inizia il lavoro ad Atessa nel 1963. -
1969 - frequenta l'atelier del maestro artigiano pittore restauratore Gennaro Bravo ad Atessa fino al 1975 ed apprende tutte le procedure dell'utilizzo dell'olio su tela . -
1975 - Prima mostra personale presso la Galleria del Corso ad Atessa organizzata da una gallerista di Cremona. -
1976 - Conosce il pittore incisore Gildo D'Annunzio che lo invita ad esporre le sue opere alla Galleria Gelmi di Sesto San Giovanni (Milano) in una collettiva con affermati artisti. Inizia cosi l'attività artistica di Minale Gaetano pittore e, fino ad oggi ha realizzato tra personali e collettive oltre 120 mostre in tutto il mondo.976 - La sua tematica pittorica per oltre un trentennio è stata la cultura e la tradizione contadina abruzzese, dove l'attaccamento alla   propria terra appare evidente ; un mondo antico che va scomparendo , ne ravvisa la sofferta esistenza  di un vivere che solo nel contatto profondo con la natura può trovare soluzioni esistenziali. In queste opere si riscontra una nostalgia struggente di un mondo che va scomparendo dovuto alla inciviltà di questa modernità.
2011 - La donna diventa la vera protagonista della sua pittura in simbiosi con la natura ; nascono le grandi tele dove si vedono lunghi paesaggi di immense distese di papaveri , girasoli e margherite dove la luce entra sugli ampi e fioriti prati e ne sparge la luminosità . Gialle ginestre ai piedi della Majella e gli spettacolari trabocchi lungo la costa adriatica del teatino a testimonianza della antica pesca su palafitte con rete, e poi le figure e volti di donne immerse tra i verdi prati fioriti che, anche se immobili parlano di vita.
1977 - Ha conseguito l'Oscar Italia per le arti figurative per " La sua Fattiva e Importante attività nel campo artistico-culturale "
1978 - Nominato Accademico d' Italia con medaglia d'oro.
1989 - Ottiene la nomina di Professore Onoris Causa e conferitogli il premio " Oxfort London Prize " .
1999 - dona al Pro Loco  di Castel del Giudice (IS) 12 dipinti raffiguranti scorci e paesaggi del piccolo e suggestivo paese per utilizzarli alla riproduzione di serie di calendari da inviare a tutti gli emigranti della zona sparsi in molte parti del globo.
2008 - Collabora per la pubblicazione di un volume " Le Campane di Atessa " realizzando 12 dipinti di antiche chiese di Atessa oggi non più esistenti, ricostruite sulle base di documenti dell'epoca e testimonianze, che vengono riprodotte in appendice del libro a cura di Lello D'Amico.
2011 - Viene nominato artista per l'UNICEF provincia di Palermo , per la sua sensibilità artistica . -
2015 - Realizza una serie di dipinti su carta che verranno utilizzati dalla scrittrice di fiabe Rita Cerimele di Torino , per una raccolta dal titolo " La Ragazza Con La valigia Rossa " per conto della Etica di Torino.
2015 - In onore della XXV edizione della Passione di Cristo organizzata dalla Associazione Culturale Ate Tixe Studium , svoltasi ad Atessa nel Marzo 2016 , realizza un dipinto del Cristo Crocefisso che servirà per l'immagine e la riproduzione dei max manifesti e cataloghi illustrati della manifestazione.
2016 - Silvana Costa, utilizzerà una serie di dipinti dove la poetessa riesce ad entrare e ne descrive le stesse emozioni dell'artista nell'atto dell'esecuzione , realizzando il volume per la silloge " Liriche Visioni - Quando le Immagini toccano il cuore la pittura diventa poesia "  
2016 - Con atto notarile , dona al comune di Atessa 105
dipinti di grafica che ritraggono scorci e paesaggi di Atessa , che vengono esposti in permanenza presso il Foyer dell'Auditorium Italia alla pinacoteca comunale a lui intestata.  
Pittore e disegnatore ha tenuto 120 mostre nelle principali città italiane ed ha esposto in manifestazioni artistiche sia in Italia che all’estero.
2015 - Realizza il  il volume " La pittura di un Uomo Comune "
2016 - Pubblica il volume " Atessa  in Bianco e Nero "
2016 - Il Comune di Atessa pubblica " Atessa , La Grafica nella Pinacoteca Gaetano Minale "
2017 - Pubblica il volume " Donna e natura nella pittura di Gaetano Minale " .
�� citato nelle principali pubblicazioni d’arte contemporanea e, per la sua personalità artistica è stato chiamato a far parte dell’Accademia San Marco, dell’Accademia dei “500”, dell’Accademia d’arte Moderna di Roma, dell’Accademia Tiberina e della Legion d’Oro. È membro effettivo dell’Unione mondiale della Cultura e, la sua scheda Biblio-Biografica è depositata all’archivio storico per l’arte italiana del novecento al Kunsthistoriches Institut in Florenz di Firenze e nell’archivio storico dei pittori e scultori italiani del novecento della Casa Editrice Il Quadrato di Milano. Della sua opera pittorica ne ha parlato la stampa nazionale ed internazionale, radio, televisione; sue opere figurano in collezioni private ed Enti pubblici sia in Italia che all’estero. Critici interessati alla sua Arte: Giuseppe Martucci, Katia D’Annunzio, Stefano Tenedini, Maria Carla Morbiducci, Vito Calogero, Mario Lanci, M. Milet, Gerardo Vittoria, Silvia Ramini, Bernard Gauthron, Ennio Bramato, Marina Marzoli, Nicola Scalisi, Renato Lamperini, Giorgio Carpaneto, Rossano Borzillo, Ennio Moro, Roberto Mangione, Guido Massarelli, Alex Capus, Fernando Sofra, Valerio Utri, Nello Punzo, Diego Castronovo, Giuseppe Rancitelli, Duilio Fornarola, Giuseppe Masci, Claudio Cattani, Angela Verardo, Nunzio Livrieri, Maria Delli Quadri, Giorgio Falossi, Lucia Di Cintio, Enzo Carmine Delli Quadri ed altri.
Principali Mostre Personali e Collettive​
1975 Galleria d’Arte Gelmi – Sesto San Giovanni (MI) 1976 Galleria La Stadera – Sulmona (AQ) 1976 Sala Beato Angelico – Roma 1976 Galleria Il Pavone – Milano 1976 Galleria Lo Scacco – Giulianova 1976 Galleria Michelangelo – Firenze 1976 Galleria Sala Maschio Angioino – Napoli 1976 Galleria Città Eterna – Roma 1976 Galleria Alba – Ferrara 1977 Galleria Casabella – Santa Margherita Ligure (GE) 1977 Mostra Itinerante – Madrid (Spagna) 1978 Mostra Itinerante – New York (USA) 1978 Bottega d’Arte – Chieti 1978 Galleria 46 – Lanciano (CH) 1978 Galleria Tiberina – Roma 1978 Galleria Hotel Spiaggia – Alassio (SV) 1979 Club degli Artisti – Foggia 1979 Place Baudoyer – Parigi (Francia) 1980 Palazzo dei Nobili – L’Aquila 1980 Galleria Segno Grafico – Venezia 1980 Salone Esposizione – Salsomaggiore (PR) 1981 Galleria Colonnello – Sant Vincent (AO) 1981 Villa Olmo – Como 1981 Galleria Martinez – Cannes (Francia) 1982 Sala Scuola Media – Pratola Peligna (AQ) 1983 Palazzo Esposizione – Salsomaggiore (PR) 1983 Salone Basilica San Giovanni in Laterano – Roma 1983 Palazzo Esposizione – Empoli (FI) 1984 Palazzo Reale – Milano 1984 International Hall – Los Angeles (USA) 1985 Sala Consiliare – Villa Santa Maria (CH) 1985 Galleria Chou-Ku – Tokyo (Giappone) 1987 Galleria La Sonda – L’Aquila 1990 Camera di Commercio – Chieti 1991 Galleria L’Astoria Karolyl – Budapest (Ungheria) 1993 Galleria La Defense – Parigi (Francia) 1996 Sala Pera Palas – Istanbul (Turchia) 1997 Auditorium Diocleziano – Lanciano (CH) 1998 Sala San Gaetano – Atessa (CH) 1999 Galleria Centro Arte – Bologna 1999 Galleria Ambassadors – Londra (Inghilterra) 2001 Sala Consiliare – Atessa (CH) 2002 Sala Museo Palazzo D’Avalos – Vasto (CH) 2008 Galleria Museo Palazzo Mayer – Fossacesia (CH) 2009 Sala ex Distretto Sanitario – Atessa (CH) 2012 Parco Archeologico Monte Pallano – Tornareccio (CH)                                                                           2015 Fondaco dei domenicani – Atessa (CH)
PREMI E RICONOSCIMENTI
1976 Premio “Federico Faruffini” (secondo premio) – Sesto San Giovanni (MI) 1977 Premio “Giacinto Gigante” (terzo premio) – Napoli 1977 Premio C. R. E. (primo premio) – Chieti 1978 Premio Dea Minerva (primo premio) – Lecce 1978 Assegnazione Premio Parlamento Europeo – Roma 1978 Quadriennale di Napoli (terzo premio) – Napoli 1978 Assegnazione Leon d’Oro – Firenze 1978 Premio “Villa Alessandra” (primo premio grafica) – Alanno (PE) 1979 Premio Pratola (primo premio grafica) – Pratola Peligna (AQ) 1980 Assegnazione Premio MID TIMES – Roma 1981 Assegnazione Premio CULTURA FIDES – Città del Vaticano 1982 Premio Emigrazione (secondo premio) – Pratola Peligna (AQ) 1983 Assegnazione Premio “Cesare d’Oro” – Verona 1985 TSUKUBA EXPO (segnalato) – Tokyo (Giappone) 1987 Premio “Maestri del Colore” (primo premio) – Fidenza (PR) 1988 Premio “Una Vita per L’Arte” (primo premio) – Milano 1990 Centenaire de la Tour Eiffel (premio Commissione) – Parigi (Francia) 1991 Premio “Maestri Famosi” (primo premio) – Viareggio (LU) 1993 Assegnazione Premio “Le Grand Arc” de la Defense – Parigi (Francia) 1996 Assegnazione Gran Premio Bisanzio – Istanbul (Turchia) 1997 Assegnazione l’Oscar della Professionalità dell’Arte – Latina 1998 Assegnazione Trofeo Città di Padova – Padova 1999 Assegnazione Premio alla Carriera – Ferrara 2000 Assegnazione Premio London 2000 – Londra (Inghilterra) 2014 Assegnazione Premio “Squacciafìchere D.O.P.” – Atessa (CH) 2014 “Artista Per la Pace” Colori e musica per i Diritti Umani – Brindisi
Bibliografia essenziale
1976 – 77 – 78 – 79 Catalogo Nazionale il Quadrato – Milano 1976 Catalogo Nazionale Gelmi – Sesto San Giovanni (MI) 1977 – 78 – 79 Annuario Comanducci – Milano 1977 Guida all’Arte Italiana – Ancona 1977 La nuova Ribalta Artistica – Piacenza 1978 Arte Base – Torino 1979 Notiziario Accademia – Roma 1980 – 82 Catalogo Nazionale Bolaffi – Torino 1982 Praxis Artistica – Rimini 1984 – 1985 Annuario Comed – Milano 1984 Il Libro d’Oro dell’Arte Contemporanea – Milano 1984 Vademecum dell’Arte – Firenze 1989 – 90 – 95 L’Elite Selezione Arte Italiana – Varese 1997 – 2000 Dizionario Alba – Ferrara 1994 – 97 – 99 TOP ART – Ancona 2005 Pittori e Scultori del Novecento – Castellammare di Stabia (NA) 2009 Arte Selezione Int.le l’Elite NEW – Varese 2010 Censimento Artisti Italiani – Palermo 2011 Speciale Artisti dell’UNICEF – Palermo 2012 L’Elite Selezione Arte ed. Artitalia – Varese
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sergiodimuro · 5 years ago
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Istanbul con voli da BGY, VCE, BLQ e FCO inverno Soggiorno 4 giorni / 3 notti oppure 5 giorni / 4 notti #sedimurotravel Se siete alla ricerca di una vacanza invernale vi proponiamo Istanbul, dove mistero e bellezza camminano di pari passo e la voglia di visitare monumenti e chiese è direttamente proporzionale alla immancabile tentazione di fare shopping in negozietti tipici e mercatini. La metropoli turca preserva tutto il suo fascino orientale, tra architetture da sogno e strade che profumano di spezie, grazie ai bazar presenti in ogni angolo della città. https://www.sedimurotravel.it/index.php/tour/istanbul-con-voli-da-bgy-vce-blq-e-fco-inverno-turchia/ https://www.instagram.com/p/B9HYMCuql3U7aghpz32kfeOWl_vy7hFRCutFGU0/?igshid=14g0j28lbh96j
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freedomtripitaly · 5 years ago
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AnadoluJet, la compagnia low cost di Turkish Airlines, ha lanciato una super offerta low cost per volare in tutta Europa a partire da un euro. Anche dall’Italia. La compagnia ha come base principale l’aeroporto Esenboğa di Ankara e l’aeroporto internazionale Sabiha Gökçen di Istanbul e ha sempre operato voli domestici all’interno della Turchia. Tuttavia, dal prossimo 29 marzo decolleranno i nuovi voli internazionali da entrambi gli aeroporti. Si potrà così volare verso 21 Paesi ovvero Germania, Austria, Azerbaijan, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Belgio, Danimarca, Francia, Georgia, Olanda, Regno Unito, Spagna, Israele, Svezia, Kuwait, Russia e Arabia Saudita. Naturalmente per chi parte dall’Italia è obbligatorio effettuare uno scalo in Turchia in uno dei due aeroporti per raggiungere qualunque altra destinazione europea, il volo non è diretto, ma per quella cifra si può anche fare. I voli dall’Italia partono dall’aeroporto di Milano Malpensa e da Roma Fiumicino. Vale la pena approfittare dell’offerta per organizzare un viaggio in una destinazione raggiunta dalla AnadoluJet. Tra queste per esempio c’è Baku, in Azerbaigian. Si tratta di una destinazione attraente e affascinante, scelta da sempre più italiani per le proprie vacanze. Il Paese gode di un ricco patrimonio storico-culturale e paesaggistico, ha delle infrastrutture moderne e una popolazione che fa dell’ospitalità e dell’accoglienza principi base dell’approccio verso lo straniero. L’Unesco ha dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità la città vecchia di Baku (Icheri Sheher), con la sua cinta muraria rimasta praticamente intatta dalla sua costruzione, risalente al XII secolo. L’area Unesco comprende anche la Giz Galasy (Torre di Maiden) e il Palazzo dei Shirvanshahs. Oppure prenotare per una delle tante mete turche, che non siano per forza Istanbul e Antalya. Come Smirne, per esempio, la città di Omero. Sarete conquistati dal suo ampio lungomare, Kordon, costeggiato da viali ricchi di palme. Il centro è ricco di monumenti, chiese e musei da visitare. Imperdibile è il suo l’ascensore storico, che funziona con un meccanismo ad acqua, e che porta in cima alla collina dove c’è una piattaforma a 51 metri di altezza dalla quale si gode di una bellissima vista panoramica sul golfo. L’offerta a partire da un euro (tasse escluse) è disponibile per un numero limitato di posti che si possono acquistare entro il Primo marzo, per viaggiare tra il 29 marzo e il 24 ottobre 2020. La compagnia ricorda che i biglietti acquistati a questa tariffa speciale non possono essere cancellati, rimborsati né modificati. La tariffa può essere applicata solo su rotte e tipologie di passeggeri selezionate. Il centro di Smirne, in Turchia https://ift.tt/2I6e1ZH AnadoluJet, voli a prezzi stracciati a partire da 1 euro AnadoluJet, la compagnia low cost di Turkish Airlines, ha lanciato una super offerta low cost per volare in tutta Europa a partire da un euro. Anche dall’Italia. La compagnia ha come base principale l’aeroporto Esenboğa di Ankara e l’aeroporto internazionale Sabiha Gökçen di Istanbul e ha sempre operato voli domestici all’interno della Turchia. Tuttavia, dal prossimo 29 marzo decolleranno i nuovi voli internazionali da entrambi gli aeroporti. Si potrà così volare verso 21 Paesi ovvero Germania, Austria, Azerbaijan, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Belgio, Danimarca, Francia, Georgia, Olanda, Regno Unito, Spagna, Israele, Svezia, Kuwait, Russia e Arabia Saudita. Naturalmente per chi parte dall’Italia è obbligatorio effettuare uno scalo in Turchia in uno dei due aeroporti per raggiungere qualunque altra destinazione europea, il volo non è diretto, ma per quella cifra si può anche fare. I voli dall’Italia partono dall’aeroporto di Milano Malpensa e da Roma Fiumicino. Vale la pena approfittare dell’offerta per organizzare un viaggio in una destinazione raggiunta dalla AnadoluJet. Tra queste per esempio c’è Baku, in Azerbaigian. Si tratta di una destinazione attraente e affascinante, scelta da sempre più italiani per le proprie vacanze. Il Paese gode di un ricco patrimonio storico-culturale e paesaggistico, ha delle infrastrutture moderne e una popolazione che fa dell’ospitalità e dell’accoglienza principi base dell’approccio verso lo straniero. L’Unesco ha dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità la città vecchia di Baku (Icheri Sheher), con la sua cinta muraria rimasta praticamente intatta dalla sua costruzione, risalente al XII secolo. L’area Unesco comprende anche la Giz Galasy (Torre di Maiden) e il Palazzo dei Shirvanshahs. Oppure prenotare per una delle tante mete turche, che non siano per forza Istanbul e Antalya. Come Smirne, per esempio, la città di Omero. Sarete conquistati dal suo ampio lungomare, Kordon, costeggiato da viali ricchi di palme. Il centro è ricco di monumenti, chiese e musei da visitare. Imperdibile è il suo l’ascensore storico, che funziona con un meccanismo ad acqua, e che porta in cima alla collina dove c’è una piattaforma a 51 metri di altezza dalla quale si gode di una bellissima vista panoramica sul golfo. L’offerta a partire da un euro (tasse escluse) è disponibile per un numero limitato di posti che si possono acquistare entro il Primo marzo, per viaggiare tra il 29 marzo e il 24 ottobre 2020. La compagnia ricorda che i biglietti acquistati a questa tariffa speciale non possono essere cancellati, rimborsati né modificati. La tariffa può essere applicata solo su rotte e tipologie di passeggeri selezionate. Il centro di Smirne, in Turchia La compagnia low cost di Turkish Airlines ha lanciato una super offerta last minute: ecco le mete più convenienti da prenotare.
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purpleavenuecupcake · 5 years ago
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Le bugie della guerra, ora tocca ai curdi. Parliamo dei "Lupi Grigi" turchi
È sempre difficile giustificare una guerra, portatrice di morte per militari e civili. Uomini, donne e bambini  innocenti che  porteranno per tutta la vita i segni del conflitto, facendo germogliare  sentimenti di odio e rancore che si tramanderanno per generazioni e che provocheranno, molto probabilmente, altre guerre. Non esiste alcuna risposta per giustificare un conflitto. Nonostante le motivazioni che "diplomaticamente" vengono diffuse all'opinione pubblica, il più delle volte ci sono false verità, ovvero verità celate. L'attacco della Turchia in Siria contro le roccaforti curde è un'azione militare convenzionale contro una popolazione e non contro un esercito regolare dal momento che i curdi non hanno alcuna componente militare statuaria. Hanno solo il merito di aver respinto e messo in carcere tantissimi miliziani dell'Isis, vanificandone  l'avanzata verso il nord della Siria. Di verità celata ne parla Alberto De Filippis  su euronews.it.  Parla di una guerra fondata sulle bugie dove l’unica a rimanere sconfitta è la verità.  Di pari passo che le operazioni militari in funzione anticurda, in Siria procedono le operazioni di propaganda, Ankara vuole dimostrare che, congiuntamente ai suoi alleati siriani, avanza in maniera chirurgica, riducendo al massimo le perdite. I curdi, che non dispongono di aeronautica, ripetono di star resistendo. La propaganda delle due parti è quella attorno alla città di Tel Abyad. Si tratta di uno dei centri lungo la M4, snodo di una delle poche autostrade ancora esistenti, che permettono lo spostamento di truppe e un indubbio vantaggio tattico per chi la controlla. In tutto questo paiono abbastanza velleitarie le richieste della cancelliera tedesca Angela Merkel che avrebbe chiesto al presidente Erdogan di interrompere le operazioni. Nemmeno la minaccia di Berlino e Parigi di bloccare  le forniture militari sembra far paura ad Ankara. Le forze turche sarebbero penetrate di una trentina di chilometri in territorio siriano. Secondo L'Onu: sono già 130 mila gli sfollati fuggiti dalle loro case. Erdogan, che si è vantato dell'uccisione di circa 500 combattenti dello YPG, continua a ripetere che le operazioni sono contro i terroristi, non contro "i curdi che sono nostri fratelli". Sul bombardamento di postazioni Usa nella zona di Kobane, gli Usa continuano a chiedere spiegazioni ad Ankara. I turchi sapevano della presenza americana nel nord est della Siria quando hanno sparato colpi di artiglieria. E l'attacco potrebbe essere stato voluto. Lo riferiscono al Washington Post alcuni funzionari americani, sollevando l'ipotesi che la Turchia abbia volontariamente bombardato vicino all'avamposto americano con il probabile obiettivo di allontanare le truppe statunitensi dal confine. Erdogan e i Lupi Grigi Il segno di riconoscimento dei Lupi Grigi è la “testa di lupo” formata a braccio teso col pollice, il medio e l’anulare che si toccano e l’indice e il mignolo in forma di corna (le orecchie del lupo). In pochi anni la Turchia è profondamente cambiata, il richiamo dell’Islam solletica le corde del sentimento popolare. È la giovane generazione che sente più forte il richiamo alla tradizione del velo e della preghiera quando i padri se ne erano allontanati con la secolarizzazione e le mode occidentali imposte da Mustafà Kemal Ataturk.  
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I movimenti nazionalisti d’estrema destra sono usciti dalla semiclandestinità; non temono più di esporsi né d’essere perseguiti per legge come capitava con i governi militari che vigilavano sul rispetto della Costituzione laica. Il turco è sempre stato fortemente nazionalista. Col ritorno dell’Islam è ripreso anche il sentimento d’orgoglio e di nostalgia che il kemalismo modernista aveva scoraggiato e represso. Non si cancella per decreto l’intima natura di un popolo. “Turkut” significa letteralmente “i forti”. I turchi sono sempre stati un popolo conquistatore e guerriero e da popolazione nomade dell’Asia nordoccidentale si stabilirono nell’attuale Turchia dopo aver sottomesso i popoli circostanti, turcofoni e arabi, e fondato uno dei più potenti imperi durato sette secoli. Il movimento nazionalista dei Lupi Grigi, rappresentato ufficialmente dall’Mhp (Partito di azione nazionalista), è l’interprete più intransigente della corrente nostalgica che postula il ritorno dell’Impero ottomano Da una costola del movimento è sorto il gruppo ultranazionalista islamico “Nizami Alem” (Ordine dell’Universo) che fornisce armi agli indipendentisti ceceni ed è legato alle organizzazioni fondamentaliste libanesi nella comune visione del risveglio islamico e della guerra santa all’Occidente. Se prima erano tollerati, oggi son tornati a far politica e a predicare liberamente. In fondo il loro nazionalismo non era in contrasto con la politica dei governi tradizionalmente legati agli Usa e fortemente anticomunisti e antirussi. Ad Ankara e Istanbul può capitare di imbattersi in vecchi edifici che espongono la bandiera turca nella curiosa versione di tre piccole mezzelune bianche in campo rosso, si dice nel significato del grande Impero ottomano allargato a tre continenti: Asia, Africa, Europa. E tuttavia negli strati più moderni della società turca s’è imposta l’idea che per entrare in Europa bisogna far giustizia dei tabù che hanno finora impedito ad Ankara di riconoscere lo sterminio degli armeni e di altre minoranze (curdi e greci) compiuto nel 1915-16 nel disfacimento dell’Impero ottomano. Sono stati i lupi Grigi con bandiere e simboli a impedire lo svolgimento del primo convegno sul genocidio armeno organizzato fa da 200 intellettuali nella piccola università privata di Bilgi, un quartiere popolare di Istanbul. Per i nazionalisti gli armeni non esistono, di conseguenza non può esserci stato alcun genocidio, così come non esiste il problema curdo, perché il Kurdistan, nella regione sudorientale del Paese, non compare sulla carta geografica. “Il turco non ha altro amico che il turco” è lo slogan orgoglioso e solitario dei Lupi Grigi. Sono i più tenaci avversari dell’Europa e rimpiangono piuttosto il glorioso passato che non disperano di far rivivere un giorno non lontano. La premessa è stata la riappropriazione dell’identità musulmana, insieme alla matrice turca emendata da ogni contaminazione europea e occidentale. Il crollo dell’Unione Sovietica ha liberato le repubbliche turcofone e islamiche dell’Asia Centrale che, come secoli addietro, potrebbero subire il fascino e l’attrazione di un resuscitato grande impero turco egemone nell’Asia centro-occidentale. È il sogno dei Lupi Grigi, eredi del Movimento nazionalista e xenofobo dei Giovani Turchi, che all’inizio del secolo scorso diede inizio a una violenta campagna per l’eliminazione di ogni influenza straniera dai territori dell’Impero. Da quel momento gli interessi italiani in Libia, allora sotto la dominazione ottomana, non parvero più sicuri. Roma chiese garanzie che la Sublime Porta non poté dare. L’Italia dichiarò la guerra che portò al possesso italiano della Libia nel 1911-12. Una rumorosa contestazione con lancio di uova e tentativi di aggressione impedì anni fa il normale svolgimento del Natale ortodosso che la comunità greca di Istanbul (1.500 elementi) celebra ogni anno. I Lupi Grigi si sono assunti la responsabilità dell’azione, accusando i greci di coltivare la nostalgia di Costantinopoli e minacciandoli di ritorsioni: «Siamo pronti a rifare quello che i nostri antenati hanno fatto 500 anni fa». Le denunce di istigazione alla violenza sono cadute nel vuote. I Lupi Grigi, chiamati Ulkuculer (idealisti), godono in Turchia di simpatie crescenti e si moltiplicano nel Paese i centri di reclutamento mo occidentale. Privi finora di obiettivi forti e riconoscibili, hanno finalmente trovato il nemico da combattere, dopo la condanna dell’ateismo comunista e le persecuzioni contro il popolo curdo. I Lupi Grigi, come movimento nazionalista e xenofobo, hanno mostrato di avere le stesse idee confuse di certi regimi arabi che trovano comodo addossare all’Occidente le cause dei loro mali, ivi comprese le satrapie tiranniche che sono sempre state una loro esclusiva specialità. Il Mhp, braccio politico dei Lupi Grigi, diffuse nelle maggiori città del Paese un volantino che diceva: «Sia maledetto il fascismo! Pugno di ferro contro i nemici dei musulmani», con una foto di Hitler, affiancata da quella di Bush con una svastica al braccio. È probabile che anche i Lupaganesipi Grigi (già responsabili con Ali Agca dell’attentato al Papa) abbiano cancellato Israele dalla carta georafica come hanno fatto i palestinesi, amici dei terroristi e della sinistra italiana. Ma giova ricordare agli immemori che nell’ultima guerra mondiale gli arabi erano alleati dei nazifascisti e che il Gran Muftì di Gerusalemme, Amin El Husseini (uno zio di Arafat), nel 1941 invocò «il diritto degli arabi a risolvere la questione degli ebrei nei territori arabi nella stessa maniera nella quale la questione ebraica veniva risolta nei territori dell’Asse», e nel 1944 da radio Berlino, invitando gli arabi a massacrare gli ebrei ovunque si trovassero, fece l’elogio della “soluzione finale”. La purezza della razza invocata dai Lupi Grigi fa il paio con la xenofobia e l’orgoglio islamico delle origini. I nemici sono quelli che la tradizione maomettana ha sempre indicato come i più prossimi e pericolosi: l’Europa cristiana, l’America liberale, gli ebrei sionisti “usurpatori”. https://youtu.be/rnLtHczNwb8 Read the full article
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sonporo · 6 years ago
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La riconversione in moschea della basilica di Santa Sofia a Istanbul,(Ex Costantinopoli - patriarcato d’oriente Bizantino) una delle chiese più antiche e grandi del mondo voluta da Giustiniano è stata presentata dal leader Akp come una reazione alla propaganda anti-islamica dilagante nel mondo
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storiedellarte · 7 years ago
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Come annunciato un mese fa, dopo l’uscita della versione home-video del film “Firenze e gli Uffizi. Viaggio nel cuore del Rinascimento”, grazie a Koch Media, dal 22 giugno è finalmente disponibile pure la versione home-video del film su San Pietro e le basiliche papali di Roma.
Anche in questo caso, come per il film su Firenze e gli Uffizi, uno dei nostri lettori della pagina Facebook potrà aggiudicarsi una copia omaggio del DVD. Per partecipare, vai al post su Facebook.
Dal 22 giugno questo incredibile tour artistico a tre dimensioni prosegue con “San Pietro e le Basiliche Papali di Roma 3D”, produzione cinematografica firmata Sky e Centro Televisivo Vaticano che arriva in formato DVD e Blu-Ray 2D/3D + 4K dopo un sorprendente successo nelle sale.
Realizzato in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco, il film si snoda dalla basilica paleocristiana su cui sorse San Pietro sino alla grandiosità del Barocco attraverso le preziose opere dell’arte medievale e rinascimentale, scegliendo come fil rouge alcuni brani di “Passeggiate Romane” di Stendhal (1783-1842), il celebre scrittore francese che nel primo Ottocento visitò le quattro chiese durante il suo Grand Tour in Italia, interpretati nel film dalla voce narrante di Adriano Giannini.
In circa 90 minuti, saranno quattro gli esperti che racconteranno le Basiliche e le opere che vi sono custodite: Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani sino al 2016, ci guiderà all’interno di San Pietro (uno dei 25 luoghi più visitati al mondo); Paolo Portoghesi, architetto di fama internazionale, proporrà un appassionato approfondimento su San Giovanni in Laterano; Claudio Strinati, celebre storico dell’arte, saprà svelarci la storia e le leggende di Santa Maria Maggiore; Micol Forti, direttore collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani, presenterà agli spettatori S. Paolo Fuori le Mura.
Quattro edifici maestosi diventano così protagonisti di un’opera che è stata riconosciuta come film d’interesse culturale dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Cinema.
L���esclusivo booklet dell’edizione home video sarà a cura di Rossella Farinotti, con il prezioso contributo di Claudio Strinati, celebre storico dell’arte, e di Mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede.
Il tour cinematografico di Koch Media dedicato alla grande arte del passato proseguirà per tutta l’estate fino a Natale 2017: dopo Firenze e Roma, le prossime tappe saranno La rivoluzione impressionista (un imperdibile cofanetto contenente 3 film evento: “Da Monet a Matisse – L’arte di dipingere il giardino moderno”, “Matisse dalla Tate Modern e dal MOMA” e “Renoir – Oltraggio e seduzione”) nel mese di agosto e Istanbul e il Museo dell’innocenza di Pamuk a settembre. [Fonte: Comunicato stampa]
  "San Pietro e le basiliche papali di Roma", dal 22 giugno in Home-Video! Come annunciato un mese fa, dopo l'uscita della versione home-video del film “Firenze e gli Uffizi. Viaggio nel cuore del Rinascimento”, grazie a Koch Media, …
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