#capacità personali
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lucasamandi · 23 hours ago
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Equilibrio
È da qualche tempo che sto lavorando a questo libro, il cui titolo provvisorio è “La Direzione“… si tratta di qualcosa che non ho mai fatto prima, un testo non romanzato e profondamente segnato dalle esperienze personali che cerca di riassumere l’intera visione che ho sul mondo e sulla società. Mica banane. Si può dire che sia un saggio? Il testo, intendo. Io no, resto umile… “Ma chissenefrega?…
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scogito · 4 months ago
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Non è l'unica azienda, ma condivido per il ragionamento.
Inoltre il pensiero finale riprende la filosofia di tanti spiritualoidi che amano spargere cazzate sul concetto che la vita sa ed è inutile intervenire, perché tutto è giusto così e ognuno ha il proprio percorso/karma.
Non è giusto così proprio niente, sia chiaro che questo mondo fa schifo anche per ragionamenti di questa portata. Bisogna migliorare le condizioni personali e sociali, a seconda di quanto ci è concesso e delle proprie capacità, ma di certo non bisogna credere che va bene così.
Se andasse bene così questo Sistema non esisterebbe nemmeno. Questo è un luogo evolutivo, non una casa vacanza di strafottenza.
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gregor-samsung · 10 days ago
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“ Per comprendere le dimensioni della tragedia in Ucraina è necessario risalire alle cause che determinarono il crollo economico, politico, culturale e sociale che ha visto il paese dividersi in due parti, che dal 2014 sono effettivamente in guerra. Il problema più grande della lacerazione dell’Ucraina non è riconducibile solo a ragioni etniche, esageratamente gonfiate e che in altre circostanze si ridurrebbero a una classica differenza regionale, diluita ulteriormente da una buona dose di ignoranza e di becero campanilismo. La spaccatura del sistema in Ucraina è dovuta soprattutto alle differenze che ci sono tra diverse culture del lavoro e organizzazione dell’impianto industriale. Mentre nelle regioni del Sudest, storicamente luoghi industrializzati, i sindacati sono forti – fattore sociale che non va assolutamente sottovalutato e che fa parte del quadro evoluzionistico della società del Donbass, dove la gente è abituata a legare il proprio destino alla realizzazione professionale presso le strutture industriali, e dove esiste una forma di aggregazione sindacale creata durante l’epoca sovietica – nelle regioni dell’Ovest questa mentalità è quasi assente, e prevale invece una visione più strettamente legata agli affari e alla speculazione, più vicina ai valori del capitalismo occidentale. Il confronto tra questi due mondi ha portato dai primi anni dell’indipendenza dell’Ucraina dall’URSS la società verso una spaccatura.
Gli oligarchi che privatizzarono le fabbriche e gli impianti industriali d’importanza strategica non erano veri e propri imprenditori, che di solito hanno la cultura e le capacità di gestire simili strutture, ma degli amministratori. Gli oligarchi ucraini sono in gran parte speculatori usciti dalla spartizione del paese tra bande criminali avvenuta negli anni Novanta. E se in Russia lo stesso fenomeno è stato fermato dalla politica autoritaria e dittatoriale di Putin, che riportò le strutture di importanza strategica sotto il controllo dello stato, eliminando, in pratica, gli oligarchi (spesso anche fisicamente), in Ucraina è avvenuto il contrario, ovvero l’oligarchia ha preso il controllo sullo Stato e di conseguenza ha iniziato a gestire gli impianti industriali in base ai propri interessi personali. Questo sistema, come ovvio, è risultato fallimentare perché, occupandosi soltanto del profitto e non avendo reali competenze per gestire al meglio un’industria, non ha investito nell’ammodernamento degli impianti, di fatto condannando il paese alla recessione. I prodotti ucraini non sono più concorrenziali rispetto ai prodotti di altri paesi. Ne consegue che nel tentativo di rimanere sul mercato, visti gli alti costi di produzione, i salari dei lavoratori sono stati ridotti, insieme ai loro diritti, fino a che la produzione è diventata insostenibile e l’intero impianto industriale è andato verso la totale rovina. Questa è una delle principali cause della mancanza di fiducia nel governo centrale da parte dei cittadini che vivono nelle zone industrializzate. “
Nicolai Lilin, Ucraina. La vera storia, Piemme (collana Saggi PM), Novembre 2022¹; pp. 65-66.
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kon-igi · 26 days ago
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Oh possessore della conoscenza medica e della forgiatura dell'acciaio, una domanda, che sono positivo al covid dopo lungo tempo di relativa salubrità.
Premesso che domattina chiamerò la mia dottoressa per capire se dovrò adottare misure particolari (visti i miei personali problemi di salute) mi chiedevo: com'è la situazione relativa al covid in questo periodo? Quanto sono rischiose le infezioni degli attuali ceppi virali? Nessuno ne parla né ne scrive, reperire informazioni sembra un'impresa e la cosa, anziché tranquillizzarmi, mi agita un po'.
Positivo al covid o positivo al SarsCoV2? 😝
No, dai... lasciamo i cazzi spuntati e dimmi solo se hai sintomi respiratori oppure il test è positivo ma non c'è (ancora?) infezione conclamata.
Diciamo che ultimamente è ancora prevalente il lignaggio JN.1 e il sottolignaggio XEC e FLiRT derivati entrambi da Omicron ed è ovvio che dopo così tante mutazioni il virus stia riuscendo sempre di più a ottenere
MAGGIORE VIRULENZA
CAPACITA' DI EVASIONE
cioè infetta in modo migliore (dal suo punto di vista) e si è selezionato per resistere alle aggressioni del sistema immunitario (senza e con vaccino)...
... però, a ogni mutazione diventa sempre meno pericoloso, per il semplice fatto che il soggetto vettore meno ha sintomi evidenti e rischiosi per la sua salute, più va in giro a infettare con quel lignaggio, rendendolo prevalente.
Non ci sono particolari accorgimenti da prendere - anche con la tua patologia - tranne quelli classici di tenere monitorata la temperatura e la capacità respiratoria (con il pulsossimetro, se vuoi un dato oggettivo) ma tu la tua dottoressa sentila lo stesso.
Un abbraccio e se hai ancora bisogno ci sentiamo su telegram 😷
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susieporta · 2 months ago
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IL CORPO DEL DOLORE
Ecco alcuni estratti di Eckhart Tolle tratti dai suoi libri Il Potere di Adesso e Un Nuovo Mondo che spiegano chiaramente cos’è il corpo di dolore, come nasce e come dissolverlo.
COME NASCE IL CORPO DI DOLORE
Qualsiasi emozione negativa che non sia completamente confrontata e vista per quello che è nel momento in cui nasce, non si dissolve completamente. Si lascia dietro un resto di dolore.
I resti del dolore rimasto da una qualsiasi forte emozione negativa non affrontata, non accettata, e quindi non lasciata andare, si uniscono per formare un campo energetico che vive in ogni cellula del vostro corpo. Questo campo di emozioni vecchie, ma ancora molto presenti e che vivono in quasi tutti gli esseri umani, è il corpo di dolore.
Il corpo di dolore è una forma di energia semi-autonoma che vive nella maggior parte degli esseri umani, un’entità fatta di emozioni. Ha una sua intelligenza primitiva, non dissimile dalla furbizia animale, diretta principalmente alla sopravvivenza.
COME SI NUTRE IL CORPO DI DOLORE
Come tutte le forme di vita, periodicamente ha bisogno di nutrirsi, di prendere nuova energia, e il cibo che richiede consiste di energia compatibile con la propria, un’energia che vibra a una frequenza simile. Ogni esperienza emozionale dolorosa può essere usata come cibo dal corpo di dolore; ecco perché prospera con il pensiero negativo così come nel dramma delle relazioni. Il corpo di dolore è dipendente dall’infelicità.
Può essere uno shock quando comprendete per la prima volta che vi è qualcosa in voi che periodicamente cerca emozioni negative, cerca infelicità.
Si nutrirà di ogni esperienza che entri in risonanza con il suo stesso tipo di energia, ogni cosa che crei ulteriore dolore sotto qualunque forma: collera, capacità distruttiva, odio, afflizione, dramma emozionale, violenza, perfino malattia. Il dolore può alimentarsi soltanto di dolore, e una volta che il corpo di dolore si è impadronito di voi, necessitate di altro dolore, e diventate vittime, o persecutori.
La sua sopravvivenza dipende dalla vostra identificazione inconsapevole con esso, nonché dalla vostra paura inconsapevole di affrontare il dolore che vive in voi. Allora può impadronirsi di voi, diventare voi, e vivere attraverso voi. Deve alimentarsi tramite voi.
Cosi il corpo di dolore, quando vi ha posseduto, creerà nella vostra vita una situazione che riflette la sua propria frequenza energetica, perché se ne possa nutrire. Il dolore può solo nutrirsi di dolore. Il dolore non può nutrirsi di gioia: la trova veramente indigesta!
COME SI INNESCA E RISVEGLIA
Se lo considerate un’entità invisibile a sé stante, vi avvicinate molto alla verità. State in guardia per scoprire eventuali segni di infelicità in voi, sotto qualunque forma: può essere il corpo di dolore che si risveglia. Può assumere la forma di irritazione, impazienza, malinconia, desiderio di offendere, collera, furore, depressione, necessità di avere qualche dramma nei rapporti personali, e così via.
Il corpo del dolore emozionale ha due modalità di essere: latente ed attivo.
Può essere in uno stato latente per il 90 % del tempo. Tuttavia, in una persona profondamente infelice, può essere attivo fino al 100% del tempo.
Alcune persone vivono quasi completamente nel loro corpo di dolore, mentre altre possono sperimentarlo solamente in certe situazioni, come nelle relazioni intime, oppure in situazioni legate ad abbandoni o perdite del passato, ferite emozionali o fisiche e così via.
Qualunque cosa può risvegliarlo, specialmente se risuona con uno schema di sofferenza del vostro passato. Quando è pronto per risvegliarsi dal suo stato latente, perfino un pensiero o un’innocente osservazione fatta da qualcuno che vi è vicino lo può attivare.
Il corpo di dolore è un campo energetico, quasi come un’ entità, che si è temporaneamente istallata nel vostro spazio interiore. È energia vitale che è rimasta intrappolata, energia che non sta fluendo più. Ovviamente il corpo di dolore è lì perché sono accadute in passato certe cose. È il passato che vive in voi e se vi identificate con quello, vi identificate con il passato.
L’identità di vittima è credere che il passato è più potente del presente, che è l’opposto della verità. È il credere che altre persone, e ciò che vi hanno fatto, siano responsabili per chi voi siete ora, per la vostra sofferenza emozionale, o per la vostra incapacità di essere chi siete veramente.
SOLO RISIEDERE NEL MOMENTO PRESENTE PUO’ SCIOGLIERE IL DOLORE
Lo schema abituale del pensiero che crea l’emozione è invertito nel caso del corpo di dolore, almeno inizialmente. In questo caso l’emozione guadagna rapidamente il controllo del vostro pensiero e, una volta che la mente è stata sopraffatta dal corpo di dolore, il pensiero diventa negativo. La voce nella testa vi racconterà storie tristi, oppure piene di ansia o di rabbia, su voi stessi o sulla vita, sugli altri, sul passato, sul futuro, o su eventi immaginari. La voce starà incolpando, accusando, lamentandosi, immaginando. E voi sarete così totalmente identificati con qualsiasi cosa vi dica quella voce, credendo ai suoi pensieri distorti. A quel punto, la dipendenza dall’infelicità è in atto.
In ogni momento mantenete il sapere di quel momento, in particolare del vostro stato interiore.
Se vi è rabbia sappiate che c’è rabbia. Se vi è gelosia, difesa, impulso a litigare, bisogno di aver ragione, un bambino interiore che esige amore ed attenzione, o dolore emozionale di qualunque tipo; qualunque cosa sia, sappiate la realtà di quel momento e mantenete questo sapere.
Non cercate nessun altro stato che quello nel quale siete ora, altrimenti metterete in piedi un conflitto interiore ed una resistenza inconscia.
Perdonate voi stessi per non essere in pace. Il momento in cui accettate completamente il vostro non essere in pace, la vostra non pace viene trasmutata in pace. Qualunque cosa accettiate completamente vi porterà lì, vi porterà nella pace. Questo è il miracolo dell’arrendersi. Quando accettate ciò che è, ogni momento è il miglior momento.”
Respira, sii presente, senti l’energia del corpo di dolore, testimonia i pensieri e le emozioni che sono sorte. Non c’è niente di sbagliato in questo momento, sii consapevole del momento. Puoi anche agire ‘in modo negativo’ ma l’importante è che ci sia consapevolezza. E ogni volta il corpo di dolore sarà sempre più debole e la tua presenza sarà sempre più intensa, e la tua gioia sarà sempre più costante e quella ferita primordiale si dissolverà.
Eckhart Tolle
Da la luce nel buio
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happilymassivetyrant · 3 months ago
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In qualsiasi latitudine e longitudine del nostro pianeta, il clero religioso usa il dolore altrui per ottenere dei vantaggi personali; la Scienza, al contrario, studia il dolore altrui per limitarlo, per curarlo.
La Scienza è quindi l'unica amica fedele della Felicità.
L'indottrinamento religioso è una violenza psicologica fatta ad arte: il plagio religioso serve a comprimere la capacità di sapersi osservare dal di fuori, non riuscendo più a cogliere il senso del ridicolo che noi avremmo se ci vedessimo parlare all'aria (a nulla) e non ad una persona.
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iimsc · 4 months ago
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Complimenti ne dimostri più o meno 18. Comunque stai certa che ti seguiamo per le tue foto e i post porno mica per la tua buona capacità di esprimerti, sai quanti altri bei blog di donne capaci ci sono ma non vengono seguite perché poco attraenti o senza foto personali, purtroppo la cruda realtà è questa. Ma l'ipocrisia regna sovrana. Se tu fossi poco attraente a nessuno drizzerebbe il cazzo per le tue risposte forbite. Ma qui siamo tutti arrapati e basta una mutandina appena visibile per farci sognare, lo dico perché sono il primo a farlo. Diciamo che voi donne siete un livello superiore a noi uomini rispetto a certe cose.
mi piacerebbe poterti contraddire ma purtroppo hai ragione. non concordo, però, sul fatto che riguardi soltanto la sfera maschile, riguarda tutti. alcuni uomini semmai lo manifestano più facilmente sessualizzando, ma questo tocca un'altra radice che è culturale e ancora prima religiosa. il pretty privilege esiste in ogni misura, riguarda ogni sesso, ogni età, ogni esistenza. non è indirizzato soltanto alle donne, né soltanto alle persone. mi perdonerai l'ennesima citazione oggi, ma nietzsche a questo proposito diceva qualcosa di amaro quanto verosimile; se si uccide una scarafaggio si è eroi, se si uccide una farfalla si è cattivi, pertanto la morale ha standard estetici. - i packaging dei prodotti sul commercio sono studiati in modo da farti esteticamente gola. non è una superficialità che macchia soltanto quest'era, se roma ha da sempre così tanto successo turistico è perché qualcuno, qualche secolo fa, ci ha tenuto a renderla così esteticamente bella. tutto è influenzato dalla bellezza. io stessa, ho sempre studiato arte perché sono sempre stata affascinata dal bello. il senso della bellezza ci appartiene, così come ogni altro senso che solleciti il nostro puro e semplice piacere. prendiamone atto. siamo fatti anche di questo, siamo anche superficiali. non esistono soltanto le cose moralmente giuste
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viviween · 4 months ago
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In qualsiasi latitudine e longitudine del nostro pianeta, il clero religioso usa il dolore altrui per ottenere dei vantaggi personali; la Scienza, al contrario, studia il dolore altrui per limitarlo, per curarlo.
La Scienza è quindi l'unica amica fedele della Felicità.
L'indottrinamento religioso è una violenza psicologica fatta ad arte: il plagio religioso serve a comprimere la capacità di sapersi vedere dal di fuori, non riuscendo più a cogliere il senso del ridicolo che noi avremmo se ci vedessimo parlare all'aria (a nulla) e non ad una persona.
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luposolitario00 · 5 months ago
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Ultimamente noto che, a causa della propaganda mediatica e delle persone radicali, l'odio verso diverse categorie sta crescendo. Questo mi porta a riflettere sulla natura umana, che ancora una volta dimostra come l'odio faccia parte intrinsecamente della condizione umana e non possa essere mai completamente estirpato. È come se ci dovesse sempre essere un nemico. L'essere umano non odia solo a causa di brutte esperienze personali, ma spesso a causa di esperienze simili vissute da altri, che vede amplificate attraverso i media. La televisione, il primo mezzo di comunicazione di massa, gioca un ruolo cruciale nel fomentare l'odio tra le persone. Pensateci un momento: come è stato possibile che durante la Seconda Guerra Mondiale l'intera umanità si sia scagliata con tanta crudeltà contro gli ebrei? Pensate forse che Hitler fosse un mago, capace di effettuare un lavaggio del cervello tramite formule magiche? No, semplicemente l'essere umano ha dentro di sé una predisposizione all'odio che, se stimolata e amplificata dalla propaganda, può trasformarsi in qualcosa di terribilmente pericoloso. L'odio uccide, mentre l'amore non ha questa capacità distruttiva. Questo fenomeno secondo me riguarda solo chi odia gli stranieri, le persone omosessuali, le donne o anche gli uomini. Anche se tali persone non hanno commesso atti di violenza, la loro predisposizione all'odio li rende comunque pericolosi. Non tutti provano veramente questo sentimento, ma chi lo fa è già potenzialmente pericoloso, anche se non ne è ancora consapevole. La predisposizione all'odio, anche se non si traduce in atti di violenza immediati, rende comunque tali persone pericolose. Non tutti provano questo sentimento, ma chi lo fa è già potenzialmente pericoloso, anche se non ne è ancora consapevole. Non scambiate l’ antipatia con l’odio perché quest’ultimo è qualcosa di molto più profondo e incurabile. Intatti, anche chi odia tutti gli uomini o donne potrebbe essere capace di gravi atti di violenza, sebbene non lo facciano per la consapevolezza che tali azioni porterebbero alla distruzione della stessa umanità. Hitler ha quasi sterminato tutti gli ebrei, e ci sarebbe riuscito se qualcuno non lo avesse fermato. Grazie all’armata rossa e all’America se oggi fortunatamente esistono ancora.
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Luposolitario00🐺
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abatelunare · 1 year ago
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Il compito di un insegnante
Il compito di un insegnante non dovrebbe essere esclusivamente quello di trasmettere una serie di nozioni. Io penso debba mostrare all'alunno la direzione che dovrà percorrere con le sue gambe. E aiutarlo a capire quali sono le sue particolari capacità personali. Soltanto così può sperare di crescere. A quanto pare, è una cosa che i presunti docenti di Amici non sono capaci di fare. Fanno entrare un allievo, poi a un certo punto gli dicono: non sei più quello che eri all'inizio, non vedo miglioramenti né risultati. Eh, ma se non lo aiutano a capirsi, sarà un po' difficile che questi ragazzi trovino la propria identità artistica. Comodo mollare uno perché si è stati in grado di mostrargli la direzione giusta. La colpa viene sempre data a questi ragazzi, che vanno giustamente in confusione. Perché vedono cacciati quelli che qualcosa sanno anche fare e tenuti quelli che non possiedono alcun talento. Un allievo va aiutato e incoraggiato. Non preso per il culo.
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shadowofablackwolf · 15 days ago
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Non ho nessuna qualità degna di nota, non riesco a raggiungere degli obiettivi né trovare l’agognata stabilità, costruire un futuro piacevole con meno incertezze, stare bene con me stesso e aprire di nuovo le porte del cuore a una persona speciale.
Mi sembra tutto lontano, evanescente, difficile da raggiungere e anche illusorio per certi versi. Non posso ritenermi soddisfatto, perché sono sempre indietro e non ho le giuste capacità per far sì che l’insoddisfazione mi lasci in pace.
Perdo in fretta l’entusiasmo e ormai la pazienza scarseggia, inoltre non sono costante, tendo a isolarmi e aspetto che il malessere affievolisca, poi il ciclo si ripete e il tempo scorre inesorabile.
C’è chi dice “Fai tanto” tra commissioni, faccende domestiche, aiutare nonna che non è autosufficiente al 100% e a livello mentale non è più lucida come tempo addietro, ma non basta. I miglioramenti personali arrancano, la quotidianità mi consuma e la stanchezza mentale non accenna a diminuire.
Ho ancora molteplici pensieri che mi balenano in mente, tuttavia sono confusi e gli occhi stanchi, così come il cervello che è provato da quest’inutile monologo interiore, non mi permettono di continuare.
Vorrei solo serenità, stabilità, motivazione, voglia di vivere sul serio e ridimensionare ulteriormente il malessere che mi debilita.
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unpopporno · 1 year ago
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Alexis Love 
Sacramento , California ; 7 aprile 1987 è una modella erotica e attrice pornografica.  E' entrata nell'industria del porno nell'agosto del 2006. Di solito appare in film in cui viene sfruttata la sua apparenza da bambina. Questa attrice di origini messicane ha lavorato per aziende come Bangbros e ALS Scan.
 La sua filmografia è composta da film in cui interpreta scene eterosessuali , bisessuali ed anche da sola . Ha realizzato anche nudi artistici.
Alexis è stata nominata  Pet of the Month dalla rivista Penthause nel maggio 2008.
Le esibizioni di Alexis erano note per essere energiche e autentiche, con particolare attenzione al sesso appassionato e agli orgasmi intensi. È stata anche elogiata per la sua capacità di connettersi con i suoi co-protagonisti e creare una vera alchimia sullo schermo. La sua professionalità e dedizione al suo mestiere le hanno fatto guadagnare un fedele seguito di fan e diverse nomination ai premi, inclusa una nomination all'AVN Award come migliore nuova stellina nel 2007.
Nonostante il suo successo, la Love ha scelto di ritirarsi dall'industria cinematografica per adulti nel 2008, dopo soli due anni. Ha citato ragioni personali per la sua decisione, affermando che voleva perseguire altri interessi e trascorrere più tempo con la sua famiglia. E' apparsa in più di 150 film per adulti, Sebbene possa essersi lasciata alle spalle l'industria del cinema per adulti, la sua eredità sopravvive attraverso le sue numerose interpretazioni e l'impatto che ha avuto sull'industria durante la sua breve ma memorabile carriera.
Dopo aver lasciato l'industria del cinema per adulti, Alexis ha mantenuto un basso profilo ed è rimasta in gran parte lontano dagli occhi del pubblico. Non è chiaro cosa abbia fatto da quando è andata in pensione, ma rimane una figura amata dai suoi fan, che continuano ad apprezzare la sua bellezza, il suo talento e il suo contributo all'industria del cinema per adulti.
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anchesetuttinoino · 7 months ago
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“L’Aifa riconosce finalmente quello che qualsiasi persona con la capacità di leggere una scheda tecnica avrebbe dovuto capire dall’inizio, da quello sciagurato dicembre 2020, quando, osannato come un Messia, il cosiddetto vaccino anticovid è arrivato.
Si trattava e si tratta di un farmaco sperimentale, sperimentato per un tempo assolutamente insufficiente, con delle sperimentazioni in doppio cieco che invece si vedevano benissimo, e che non aveva scritto in nessun punto della scheda tecnica di avere un qualche valore per evitare la trasmissione della malattia. Il cosiddetto green pass non aveva nessun senso. La gioia isterica con cui molti sprovveduti controllavano o si facevano controllare il green pass, non aveva nessun senso. Non aveva nessun senso l’isterico e ignobile odio scatenato contro di noi abbastanza intelligenti da capire l’inutilità e la pericolosità di questo cosiddetto vaccino.
Non avevano nessun senso le squallide e violente parole di David Parenzo che invitava a sputare sulla nostra pizza, Selvaggia Lucarelli che ci augurava di diventare poltiglia verde e un tale Andrea Scanzi che si augurava di vederci morire. Esigo le scuse di Mario Draghi, per le sue ridicole parole: «Muori e fai morire», e soprattutto per le vessazioni indecenti a chi rifiutava un intruglio privo di capacità di immunizzare, per aver costretto innumerevoli persone che adesso hanno effetti collaterali spaventosi a inocularsi questa roba per poter lavorare o salire sul mezzo pubblico. Muori e fai morire e se non muori ti faccio 100 euro di multa. Esiste un qualsiasi provvedimento di qualsiasi personaggio politico di qualsiasi epoca che raggiunga il livello di ridicolo dei 100 euro di Draghi per chi non muore?
Esigo le scuse degli Ordini dei Medici e in particolare del presidente dell’Ordine dei Medici di Torino dottor Guido Giustetto, esigo le sue scuse personalmente, perché il dottor Giustetto con commovente sprezzo del ridicolo ha messo la sua firma sotto una Pec che mi ingiungeva di farmi iniettare per immunizzarmi farmaci incapaci di immunizzare, quindi neanche lui nonostante la laurea in medicina è capace di leggere la scheda tecnica di un farmaco. Esigo le sue scuse personali per essersi permesso anche un richiamo in quanto, anche da sospesa in quanto non inoculata, stavo continuando a fare telemedicina.
Difficile infettare qualcuno da un’altra parte dell'Italia attraverso un computer. Quindi a questo punto è evidente che le regole contro i medici che rifiutavano la cosiddetta immunizzazione, non erano per la salvaguardia della salute pubblica, ma per la persecuzione del dissidente costretto alla fame. Questo è quanto di più ignobile i presidenti degli ordini potessero fare. Le alternative sono due: o i presidenti degli ordini dei medici hanno deficit cognitivi per cui non sono in grado di leggere la scheda tecnica di un farmaco, oppure stavano eseguendo ordini. Esigo le scuse del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per non aver difeso la libertà più elementare, quella del proprio corpo, libertà che molte dittature hanno osato ledere, come sarebbe stato suo dovere, anzi per aver dichiarato ufficialmente che a quelle libertà non bisognava appellarsi. Esigo le sue scuse al popolo italiano e anche le sue dimissioni sarebbero un gesto perbene.”
D.ssa Silvana De Mari
(La Verità -15 Agosto 2024)
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soldan56 · 1 year ago
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Rimini ottava, nella triste classifica del numero di homeless deceduti nel 2023.
“La solita, invisibile, strage: 415 morti nel 2023 riporta il report curato dalla fio.PSD sui senza dimora che lo scorso anno hanno perso la vita a causa della condizione di grave emarginazione.
Aumenta il numero e si muore durante tutto l’anno, non soltanto d’inverno. Muoiono soprattutto uomini di nazionalità straniera.”
Servono risposte abitative nuove e strutturali adeguate a rispondere alla precarietà abitativa che colpisce sempre più persone.
Di precarietà abitativa si muore d’inverno come d’estate, e Rimini ancora una volta entra in una triste classifica.
Invece questa amministrazione, per volontà di un Sindaco indispettito che gestisce la cosa pubblica come un fatto personale, (non sopporta le critiche), deve fare fuori Casa Madiba Network... e quale miglior modo se non impiantare lì un progetto, quello del centro servizi a bassa soglia, che grazie all’aiuto della Lega, non sarà uno spazio di nuovi diritti per le persone senza casa, ma l’ennesimo palazzo del grigiore istituzionale, dove chi è senza casa deve sentirsi COLPEVOLE, non di certo incoraggiato a lottare per un diritto che dovrebbe essere universale come quello alla casa?
Intanto la gente muore nelle strade, mentre loro, sindaco e assessore ( e proni funzionari tecnici ) sono ancora lì a finire di scrivere il comunicato per il Piano freddo che non c’è, o peggio a strumentalizzare vicende umane e personali, come quella del signor Franco, alias Charlotte.
Intanto ci sono operator* della Marginalità adulta che lavorano con la partita iva, altr* che vengono minacciat* o screditat* se non si allineano, oppure volontar* su cui si scarica il peso opprimente di un lavoro sociale non riconosciuto e di un welfare sempre più frammentato.
Mentre la gente muore nelle strade, negli hotel abbandonati. E loro si occupano solo di scrivere comunicati stampa.
Non ci stupisce la loro ipocrisia e la loro strumentalizzazione, hanno persone pagate per scrivere e gestire la comunicazione del signor Sindaco, ci stupisce invece chi sostiene questo carrozzone, chi entra nei Cda di enti come ACER senza avere la capacità di muovere un millimetro, chi legittima un’azione istituzionale come quella del centro servizi, senza mai avere ascoltato le persone che da dieci anni a questa parte negli spazi di Casa madiba, tutti i giorni creano progetti, risposte, alleanze, relazioni contro la precarietà abitativa e per il benessere e la sicurezza di tutta la collettività con le persone in condizione homelessness.
E per favore non parlateci dei percorsi partecipati svuotati di ogni significato che la parola partecipazione porta con se. Come ridurre un oceano... agli interessi degli Enti amici, ops.... ad una vasca da bagno.
Per questo oggi più che mai, dobbiamo gridare e lottare ancora più forte:
UNA CASA PER TUTT*
Casa Madiba Network
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a-dreamer95 · 8 months ago
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L'arroganza del potere è un tema che, quest'anno più che mai, ha toccato profondamente la mia vita. Mai come ora ho sentito il peso di persone che, ritenendosi potenti, esercitano il loro comando senza scrupoli e senza considerare l'aspetto umano degli altri. Sono stata trattata come una schiava sul posto di lavoro: sottopagata, derisa, esclusa e presa in giro da persone che si considerano superiori, superbe e boriose. Questi individui mi hanno minacciata, pretendendo che facessi ciò che volevano a tutti i costi, e spesso mi è stato detto "non sai con chi stai parlando", a riprova del loro senso di superiorità. Ho visto in loro una piaga della nostra società: il narcisismo patologico, la superbia, la boria e la totale mancanza di empatia.
Ho vissuto in prima persona la cattiveria nascosta dietro volti apparentemente buoni e benvoluti, rendendomi conto, a mie spese, che si trattava solo di una maschera ben costruita. Questo periodo mi ha insegnato l'importanza di non diventare mai una di queste persone e di mantenere l'umiltà come un valore fondamentale nella mia vita.
Ho resistito per quasi un anno e ne sono uscita a pezzi, sia fisicamente che emotivamente. Ho così capito che nessun contatto, nessuno stipendio vale più della mia salute fisica e mentale. Arrivare all'esasperazione per il lavoro fa solo male... e non ne vale la pena.
Questi atteggiamenti arroganti e sprezzanti hanno un impatto devastante sulla performance lavorativa e sulla qualità di vita delle persone che li subiscono. Essere costantemente umiliati e minacciati crea un ambiente di lavoro tossico, dove la paura e l'ansia diventano compagni quotidiani. Questa atmosfera negativa mina la motivazione e il morale, portando a un calo significativo della produttività.
Le persone sottoposte a questi comportamenti si sentono svalutate e demoralizzate, perdendo gradualmente fiducia nelle proprie capacità. La creatività e l'innovazione ne risentono, poiché chi vive sotto la minaccia del potere non osa esprimere idee nuove o proporre soluzioni innovative per paura di ulteriori ritorsioni. La mancanza di rispetto e di riconoscimento da parte di chi detiene il potere fa sì che i lavoratori si sentano solo ingranaggi di una macchina, piuttosto che individui con un contributo unico e prezioso da offrire. Inoltre, lo stress accumulato in un ambiente di lavoro ostile ha gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale. L'ansia cronica e la depressione sono comuni tra chi subisce abusi di potere. Le persone iniziano a vivere in uno stato di continua preoccupazione, il che si riflette negativamente anche nelle loro relazioni personali e nella vita familiare.
Il clima di sfiducia e paura che si instaura in un ambiente di lavoro dominato dall'arroganza del potere è controproducente non solo per i singoli individui, ma per l'intera organizzazione. La mancanza di coesione e collaborazione tra i colleghi, insieme a un turnover elevato, sono solo alcune delle conseguenze di un tale ambiente.
Per tutte queste ragioni, è fondamentale promuovere un cambiamento culturale nelle aziende e nelle organizzazioni, valorizzando l'umiltà, l'empatia e il rispetto reciproco. Solo creando un ambiente di lavoro sano e rispettoso si possono ottenere risultati eccellenti e garantire il benessere di tutti i collaboratori.
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colonna-durruti · 4 months ago
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Federica D’Alessio
La verità del potere e la verità dei fatti
Cari amici e amiche,
l’11 novembre il mio rapporto di lavoro con la rivista MicroMega si è concluso, consensualmente. Ero arrivata in MicroMega due anni fa, per una collaborazione che inizialmente doveva essere di qualche mese in sostituzione di una collega, e che era stata poi convertita in un rapporto a tempo indeterminato. Il primo della mia vita.
Il terremoto che si è abbattuto su di me in questo ultimo mese, con una serie di attacchi in batteria ricevuti dalla comunità filoisraeliana italiana, ha coinvolto in pieno – secondo una classica modalità intimidatoria e ritorsiva – anche l’azienda per cui lavoravo; questo nonostante tutte le reazioni fossero state suscitate da post scritti sui miei profili social personali. Post che la propaganda non ha gradito, giacché osavano mettere in discussione alcuni dei cardini narrativi attraverso i quali la comunità filoisraeliana in tutto il mondo giustifica la barbarie che Israele sta dispiegando da oltre un anno in Palestina. Hanno pensato bene di colpirmi dove sapevano di trovarmi più vulnerabile, come sempre fanno: nei rapporti di lavoro. Per zittirmi si sono mobilitati i loro più famosi esponenti sui media. Associazioni, giornali e pseudo-giornali, giornalisti e pseudo-giornalisti, leoni e leonesse da tastiera e via discorrendo hanno messo in campo la loro capacità d’influenza e di pressione e hanno utilizzato i social, la stampa, le comunicazioni private per diffamare la mia persona, macchiare la mia immagine professionale e deteriorare il mio rapporto di lavoro. Volevano fare paura, a questo servono le comunicazioni intimidatorie. E sono efficaci: riescono a fare paura. In queste settimane ho avuto, sinceramente, paura.
Hanno riversato sul mio conto una incessante quantità di menzogne, tanto sulle mie idee e posizioni, quanto sulle vicende che venivano via via prese a pretesto per colpirmi: i presunti stupri del 7 ottobre 2023; la vicenda della giovane iraniana denudatasi a Teheran e trasformata in un meme propagandistico alla velocità della luce; e infine, gli avvenimenti di Amsterdam, il cui racconto da parte dei media mainstream e delle principali istituzioni politiche europee ha segnato credo il punto di scollamento massimo, nelle formalmente democrazie occidentali, fra la realtà come la rappresentano le élite e quella che la gente comune esperisce. Tutto questo, come scrivo e dico da ormai oltre un anno, non è semplicemente un modo violento di stare al mondo; è parte di un sempre più espliciti passaggio a nuovi regimi totalitari, anche nella nostra Europa; regimi che mirano ad asservire le popolazioni a nuove forme di suprematismo di classe e razziale, e che non riuscirebbero mai a instaurarsi senza colpire, come da manuale, innanzitutto la ricerca della verità e chi la porta avanti.
La mia convinzione profonda, perciò, è che la resistenza democratica a questi nuovi totalitarismi passi, così come è sempre stato nei frangenti che hanno fatto la Storia, dall’affermare testardamente la verità dei fatti su quella del potere. E dalla solidarietà, altrettanto testarda, contro chi subisce vili attacchi squadristici perché ciò che fa non va giù ai detentori del potere.
Per me, in questo momento la priorità è continuare a esprimere il mio pensiero, senza cedere al ricatto della violenza e della paura; praticare le libertà politiche di cittadina garantite dalla Costituzione, mai così minacciate per tutti e tutte; e creare le condizioni per continuare a esercitare il mio mestiere in piena coscienza e dignità. Anche a costo di doverci rinunciare, come già fatto più volte in passato, se tali condizioni non dovessero più sussistere. Chiunque mi abbia accusata di antisemitismo, di “negazionismo” dell’Olocausto o dello stesso 7 ottobre nella sua gravità e orrore, e persino di fiancheggiare formazioni terroristiche, ovviamente non si è premurato di leggere nulla degli articoli e neanche dei post che ho scritto nel corso degli anni, prima di muovere tali pesanti accuse; ne risponderà davanti ai giudici.
Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine in queste settimane, e in primis il sindacato Stampa Romana per la sua assistenza calorosa e solidale. Da un punto di vista professionale torno a essere una giornalista indipendente, dai tempi ponderati, esattamente come lo ero prima che cominciasse la mia imprevista avventura da redattrice. La mia unica amarezza è la consapevolezza che indietro, veramente, non si torna. Due anni fa, quando entravo in MicroMega, c’era ancora mio padre con me, ad appoggiarmi nelle mie battaglie, nei traguardi e nelle peripezie. Oggi non c’è più. La mia famiglia mi è vicina, mi sostiene con amore e solidarietà ogni giorno; l’abbraccio di Alessio, ovunque si trovi in questo momento – nei nostri pensieri innanzitutto –, ci riscalda.
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