#capacità personali
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Non è l'unica azienda, ma condivido per il ragionamento.
Inoltre il pensiero finale riprende la filosofia di tanti spiritualoidi che amano spargere cazzate sul concetto che la vita sa ed è inutile intervenire, perché tutto è giusto così e ognuno ha il proprio percorso/karma.
Non è giusto così proprio niente, sia chiaro che questo mondo fa schifo anche per ragionamenti di questa portata. Bisogna migliorare le condizioni personali e sociali, a seconda di quanto ci è concesso e delle proprie capacità, ma di certo non bisogna credere che va bene così.
Se andasse bene così questo Sistema non esisterebbe nemmeno. Questo è un luogo evolutivo, non una casa vacanza di strafottenza.
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“ Per comprendere le dimensioni della tragedia in Ucraina è necessario risalire alle cause che determinarono il crollo economico, politico, culturale e sociale che ha visto il paese dividersi in due parti, che dal 2014 sono effettivamente in guerra. Il problema più grande della lacerazione dell’Ucraina non è riconducibile solo a ragioni etniche, esageratamente gonfiate e che in altre circostanze si ridurrebbero a una classica differenza regionale, diluita ulteriormente da una buona dose di ignoranza e di becero campanilismo. La spaccatura del sistema in Ucraina è dovuta soprattutto alle differenze che ci sono tra diverse culture del lavoro e organizzazione dell’impianto industriale. Mentre nelle regioni del Sudest, storicamente luoghi industrializzati, i sindacati sono forti – fattore sociale che non va assolutamente sottovalutato e che fa parte del quadro evoluzionistico della società del Donbass, dove la gente è abituata a legare il proprio destino alla realizzazione professionale presso le strutture industriali, e dove esiste una forma di aggregazione sindacale creata durante l’epoca sovietica – nelle regioni dell’Ovest questa mentalità è quasi assente, e prevale invece una visione più strettamente legata agli affari e alla speculazione, più vicina ai valori del capitalismo occidentale. Il confronto tra questi due mondi ha portato dai primi anni dell’indipendenza dell’Ucraina dall’URSS la società verso una spaccatura.
Gli oligarchi che privatizzarono le fabbriche e gli impianti industriali d’importanza strategica non erano veri e propri imprenditori, che di solito hanno la cultura e le capacità di gestire simili strutture, ma degli amministratori. Gli oligarchi ucraini sono in gran parte speculatori usciti dalla spartizione del paese tra bande criminali avvenuta negli anni Novanta. E se in Russia lo stesso fenomeno è stato fermato dalla politica autoritaria e dittatoriale di Putin, che riportò le strutture di importanza strategica sotto il controllo dello stato, eliminando, in pratica, gli oligarchi (spesso anche fisicamente), in Ucraina è avvenuto il contrario, ovvero l’oligarchia ha preso il controllo sullo Stato e di conseguenza ha iniziato a gestire gli impianti industriali in base ai propri interessi personali. Questo sistema, come ovvio, è risultato fallimentare perché, occupandosi soltanto del profitto e non avendo reali competenze per gestire al meglio un’industria, non ha investito nell’ammodernamento degli impianti, di fatto condannando il paese alla recessione. I prodotti ucraini non sono più concorrenziali rispetto ai prodotti di altri paesi. Ne consegue che nel tentativo di rimanere sul mercato, visti gli alti costi di produzione, i salari dei lavoratori sono stati ridotti, insieme ai loro diritti, fino a che la produzione è diventata insostenibile e l’intero impianto industriale è andato verso la totale rovina. Questa è una delle principali cause della mancanza di fiducia nel governo centrale da parte dei cittadini che vivono nelle zone industrializzate. “
Nicolai Lilin, Ucraina. La vera storia, Piemme (collana Saggi PM), Novembre 2022¹; pp. 65-66.
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In qualsiasi latitudine e longitudine del nostro pianeta, il clero religioso usa il dolore altrui per ottenere dei vantaggi personali; la Scienza, al contrario, studia il dolore altrui per limitarlo, per curarlo.
La Scienza è quindi l'unica amica fedele della Felicità.
L'indottrinamento religioso è una violenza psicologica fatta ad arte: il plagio religioso serve a comprimere la capacità di sapersi osservare dal di fuori, non riuscendo più a cogliere il senso del ridicolo che noi avremmo se ci vedessimo parlare all'aria (a nulla) e non ad una persona.
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NELLE CARCERI ARRIVANO LE STANZE DELL’AMORE, PER NON SCORDARE L’AFFETTO

Le carceri di Parma e di Terni hanno riconosciuto il diritto dei detenuti ad avere momenti di intimità con i propri partner, anche dietro le sbarre. Si tratta delle prime in Italia a dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 10/2024 che rende illegittimo il controllo a vista da parte del personale di custodia durante le visite, per garantire il diritto alla libera espressione dell’affettività, anche nella componente sessuale.
I magistrati di sorveglianza hanno emesso delle ordinanze che obbligano gli istituti penitenziari alla creazione di spazi dove tenere i colloqui intimi, per evitare l’impoverimento delle relazioni personali e il rischio della disgregazione sentimentale. L’obiettivo è facilitare la risocializzazione, prevenire la desertificazione affettiva e preservare la capacità generativa e il desiderio genitoriale dei detenuti. L’introduzione delle cosiddette “stanze dell’amore” nelle carceri italiane rappresenta una novità nel sistema penitenziario che affronta il problema dell’isolamento emotivo dei detenuti e che mira a contribuire a migliorare il loro benessere psicologico e a ridurre i tassi di suicidio e autolesionismo.
“L’impossibilità per chi si trova in carcere di coltivare relazioni affettive con i propri partner è una pena accessoria anacronistica” dichiara l’associazione per i diritti del sistema penale Antigone. La sentenza, definita storica, rende l’affettività e la sessualità un diritto di cui possono godere anche le persone in regime di detenzione, riconoscendo come la privazione della libertà personale non possa comportare anche la negazione di altri diritti fondamentali, tra i quali quello di mantenere relazioni affettive e intime.
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Fonte: Ufficio di sorveglianza di Spoleto; Corte Costituzionale; Antigone Onlus; immagine di Mizuno K
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Scenari
Dopo tre saggi, ho letto tre romanzi di fila. Quello in mezzo è stata una scelta estemporanea quanto deliziosa, e finendo il terzo mi sono accorto che anche stavolta c'è un legame comune tra i tre. Ve li presento:
Alison Espach racconta di Phoebe, una giovane professoressa di letteratura inglese in una piccola Università del Midwest, che dopo una serie di circostanze personali drammatiche decide di suicidarsi: sceglie l'hotel extralusso di Newport, nel Rhode Island, che aveva visto su una rivista e decide di uccidersi lì. Ma al suo arrivo, la variopinta umanità di un fantasmagorico quanto sgangherato matrimonio le cambieranno i piani.
Samantha Harvey racconta invece la vita sulla Stazione Spaziale internazionale di 6 astronauti, dalle loro mansioni, dei loro pensieri, in un momento dove lo spazio (confinati nei moduli della stazione spaziale) e il tempo sono diverso ( il modulo viaggia una velocità media di 27600 km/h, completando 15,5 orbite al giorno, che significa vedere 16 albe e tramonti, e viene mantenuta in orbita a un'altitudine compresa tra 330 e 410 km, che sembra notevolissima, ma la si può vedere ad occhio nudo in una serata limpida e con poco inquinamento luminoso).
Ferenc Karinthy (la cui vita è da sola un romanzo, invito i curiosi ad andarla a leggere) è stato un linguista ungherese (tra le altre cose, nota alla parentesi di prima) che si cimentò con la narrativa: in questo romanzo racconta la storia di Budai, un professore di linguistica atteso a Helsinki per un convegno, che per stanchezza e distrazione sbaglia volo all'aeroporto di Budapest. Si sveglia così in un paese sconosciuto, dove si parla e si scrive una lingua incomprensibile perfino per lui che ne parla moltissime, dove non riesce a spiegarsi in nessun modo, passandone di tutti i colori.
Sono tre libri stilisticamente diversi: frizzante e vivacissimo quello di Espach, riflessivo e dall'andamento "a-gravitazionale" quello di Harvey, preciso e diretto quello di Karinthy, che devo ammettere è stata una delle letture più drammatiche di sempre per la capacità di quelle pagine di farmi immedesimare nell'incubo di Budai. E tutte e tre offrono, secondo me, la descrizione di un cambio di prospettiva personale: Phoebe è spinta ad affrontare i suoi tormenti da quel matrimonio, gli astronauti sulla Stazione Spaziale cambiano prospettiva visiva per ragionare sul loro ruolo sulla e per la Terra, Budai sperimenta l'estremo del sentirsi incapace e impossibilitato a relazionarsi (che ammetto è qualcosa che mi fa paura molto) pur avendone avuto sempre tutte le capacità. Sono tre letture che vi consiglio.
Una delle più grandi scoperte della mia generazione è che un essere umano può cambiare la propria vita semplicemente cambiando il proprio modo di pensare. William James
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Oh possessore della conoscenza medica e della forgiatura dell'acciaio, una domanda, che sono positivo al covid dopo lungo tempo di relativa salubrità.
Premesso che domattina chiamerò la mia dottoressa per capire se dovrò adottare misure particolari (visti i miei personali problemi di salute) mi chiedevo: com'è la situazione relativa al covid in questo periodo? Quanto sono rischiose le infezioni degli attuali ceppi virali? Nessuno ne parla né ne scrive, reperire informazioni sembra un'impresa e la cosa, anziché tranquillizzarmi, mi agita un po'.
Positivo al covid o positivo al SarsCoV2? 😝
No, dai... lasciamo i cazzi spuntati e dimmi solo se hai sintomi respiratori oppure il test è positivo ma non c'è (ancora?) infezione conclamata.
Diciamo che ultimamente è ancora prevalente il lignaggio JN.1 e il sottolignaggio XEC e FLiRT derivati entrambi da Omicron ed è ovvio che dopo così tante mutazioni il virus stia riuscendo sempre di più a ottenere
MAGGIORE VIRULENZA
CAPACITA' DI EVASIONE
cioè infetta in modo migliore (dal suo punto di vista) e si è selezionato per resistere alle aggressioni del sistema immunitario (senza e con vaccino)...
... però, a ogni mutazione diventa sempre meno pericoloso, per il semplice fatto che il soggetto vettore meno ha sintomi evidenti e rischiosi per la sua salute, più va in giro a infettare con quel lignaggio, rendendolo prevalente.
Non ci sono particolari accorgimenti da prendere - anche con la tua patologia - tranne quelli classici di tenere monitorata la temperatura e la capacità respiratoria (con il pulsossimetro, se vuoi un dato oggettivo) ma tu la tua dottoressa sentila lo stesso.
Un abbraccio e se hai ancora bisogno ci sentiamo su telegram 😷
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IL CORPO DEL DOLORE
Ecco alcuni estratti di Eckhart Tolle tratti dai suoi libri Il Potere di Adesso e Un Nuovo Mondo che spiegano chiaramente cos’è il corpo di dolore, come nasce e come dissolverlo.
COME NASCE IL CORPO DI DOLORE
Qualsiasi emozione negativa che non sia completamente confrontata e vista per quello che è nel momento in cui nasce, non si dissolve completamente. Si lascia dietro un resto di dolore.
I resti del dolore rimasto da una qualsiasi forte emozione negativa non affrontata, non accettata, e quindi non lasciata andare, si uniscono per formare un campo energetico che vive in ogni cellula del vostro corpo. Questo campo di emozioni vecchie, ma ancora molto presenti e che vivono in quasi tutti gli esseri umani, è il corpo di dolore.
Il corpo di dolore è una forma di energia semi-autonoma che vive nella maggior parte degli esseri umani, un’entità fatta di emozioni. Ha una sua intelligenza primitiva, non dissimile dalla furbizia animale, diretta principalmente alla sopravvivenza.
COME SI NUTRE IL CORPO DI DOLORE
Come tutte le forme di vita, periodicamente ha bisogno di nutrirsi, di prendere nuova energia, e il cibo che richiede consiste di energia compatibile con la propria, un’energia che vibra a una frequenza simile. Ogni esperienza emozionale dolorosa può essere usata come cibo dal corpo di dolore; ecco perché prospera con il pensiero negativo così come nel dramma delle relazioni. Il corpo di dolore è dipendente dall’infelicità.
Può essere uno shock quando comprendete per la prima volta che vi è qualcosa in voi che periodicamente cerca emozioni negative, cerca infelicità.
Si nutrirà di ogni esperienza che entri in risonanza con il suo stesso tipo di energia, ogni cosa che crei ulteriore dolore sotto qualunque forma: collera, capacità distruttiva, odio, afflizione, dramma emozionale, violenza, perfino malattia. Il dolore può alimentarsi soltanto di dolore, e una volta che il corpo di dolore si è impadronito di voi, necessitate di altro dolore, e diventate vittime, o persecutori.
La sua sopravvivenza dipende dalla vostra identificazione inconsapevole con esso, nonché dalla vostra paura inconsapevole di affrontare il dolore che vive in voi. Allora può impadronirsi di voi, diventare voi, e vivere attraverso voi. Deve alimentarsi tramite voi.
Cosi il corpo di dolore, quando vi ha posseduto, creerà nella vostra vita una situazione che riflette la sua propria frequenza energetica, perché se ne possa nutrire. Il dolore può solo nutrirsi di dolore. Il dolore non può nutrirsi di gioia: la trova veramente indigesta!
COME SI INNESCA E RISVEGLIA
Se lo considerate un’entità invisibile a sé stante, vi avvicinate molto alla verità. State in guardia per scoprire eventuali segni di infelicità in voi, sotto qualunque forma: può essere il corpo di dolore che si risveglia. Può assumere la forma di irritazione, impazienza, malinconia, desiderio di offendere, collera, furore, depressione, necessità di avere qualche dramma nei rapporti personali, e così via.
Il corpo del dolore emozionale ha due modalità di essere: latente ed attivo.
Può essere in uno stato latente per il 90 % del tempo. Tuttavia, in una persona profondamente infelice, può essere attivo fino al 100% del tempo.
Alcune persone vivono quasi completamente nel loro corpo di dolore, mentre altre possono sperimentarlo solamente in certe situazioni, come nelle relazioni intime, oppure in situazioni legate ad abbandoni o perdite del passato, ferite emozionali o fisiche e così via.
Qualunque cosa può risvegliarlo, specialmente se risuona con uno schema di sofferenza del vostro passato. Quando è pronto per risvegliarsi dal suo stato latente, perfino un pensiero o un’innocente osservazione fatta da qualcuno che vi è vicino lo può attivare.
Il corpo di dolore è un campo energetico, quasi come un’ entità, che si è temporaneamente istallata nel vostro spazio interiore. È energia vitale che è rimasta intrappolata, energia che non sta fluendo più. Ovviamente il corpo di dolore è lì perché sono accadute in passato certe cose. È il passato che vive in voi e se vi identificate con quello, vi identificate con il passato.
L’identità di vittima è credere che il passato è più potente del presente, che è l’opposto della verità. È il credere che altre persone, e ciò che vi hanno fatto, siano responsabili per chi voi siete ora, per la vostra sofferenza emozionale, o per la vostra incapacità di essere chi siete veramente.
SOLO RISIEDERE NEL MOMENTO PRESENTE PUO’ SCIOGLIERE IL DOLORE
Lo schema abituale del pensiero che crea l’emozione è invertito nel caso del corpo di dolore, almeno inizialmente. In questo caso l’emozione guadagna rapidamente il controllo del vostro pensiero e, una volta che la mente è stata sopraffatta dal corpo di dolore, il pensiero diventa negativo. La voce nella testa vi racconterà storie tristi, oppure piene di ansia o di rabbia, su voi stessi o sulla vita, sugli altri, sul passato, sul futuro, o su eventi immaginari. La voce starà incolpando, accusando, lamentandosi, immaginando. E voi sarete così totalmente identificati con qualsiasi cosa vi dica quella voce, credendo ai suoi pensieri distorti. A quel punto, la dipendenza dall’infelicità è in atto.
In ogni momento mantenete il sapere di quel momento, in particolare del vostro stato interiore.
Se vi è rabbia sappiate che c’è rabbia. Se vi è gelosia, difesa, impulso a litigare, bisogno di aver ragione, un bambino interiore che esige amore ed attenzione, o dolore emozionale di qualunque tipo; qualunque cosa sia, sappiate la realtà di quel momento e mantenete questo sapere.
Non cercate nessun altro stato che quello nel quale siete ora, altrimenti metterete in piedi un conflitto interiore ed una resistenza inconscia.
Perdonate voi stessi per non essere in pace. Il momento in cui accettate completamente il vostro non essere in pace, la vostra non pace viene trasmutata in pace. Qualunque cosa accettiate completamente vi porterà lì, vi porterà nella pace. Questo è il miracolo dell’arrendersi. Quando accettate ciò che è, ogni momento è il miglior momento.”
Respira, sii presente, senti l’energia del corpo di dolore, testimonia i pensieri e le emozioni che sono sorte. Non c’è niente di sbagliato in questo momento, sii consapevole del momento. Puoi anche agire ‘in modo negativo’ ma l’importante è che ci sia consapevolezza. E ogni volta il corpo di dolore sarà sempre più debole e la tua presenza sarà sempre più intensa, e la tua gioia sarà sempre più costante e quella ferita primordiale si dissolverà.
Eckhart Tolle
Da la luce nel buio
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Non ho nessuna qualità degna di nota, non riesco a raggiungere degli obiettivi né trovare l’agognata stabilità, costruire un futuro piacevole con meno incertezze, stare bene con me stesso e aprire di nuovo le porte del cuore a una persona speciale.
Mi sembra tutto lontano, evanescente, difficile da raggiungere e anche illusorio per certi versi. Non posso ritenermi soddisfatto, perché sono sempre indietro e non ho le giuste capacità per far sì che l’insoddisfazione mi lasci in pace.
Perdo in fretta l’entusiasmo e ormai la pazienza scarseggia, inoltre non sono costante, tendo a isolarmi e aspetto che il malessere affievolisca, poi il ciclo si ripete e il tempo scorre inesorabile.
C’è chi dice “Fai tanto” tra commissioni, faccende domestiche, aiutare nonna che non è autosufficiente al 100% e a livello mentale non è più lucida come tempo addietro, ma non basta. I miglioramenti personali arrancano, la quotidianità mi consuma e la stanchezza mentale non accenna a diminuire.
Ho ancora molteplici pensieri che mi balenano in mente, tuttavia sono confusi e gli occhi stanchi, così come il cervello che è provato da quest’inutile monologo interiore, non mi permettono di continuare.
Vorrei solo serenità, stabilità, motivazione, voglia di vivere sul serio e ridimensionare ulteriormente il malessere che mi debilita.
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In qualsiasi latitudine e longitudine del nostro pianeta, il clero religioso usa il dolore altrui per ottenere dei vantaggi personali; la Scienza, al contrario, studia il dolore altrui per limitarlo, per curarlo.
La Scienza è quindi l'unica amica fedele della Felicità.
L'indottrinamento religioso è una violenza psicologica fatta ad arte: il plagio religioso serve a comprimere la capacità di sapersi vedere dal di fuori, non riuscendo più a cogliere il senso del ridicolo che noi avremmo se ci vedessimo parlare all'aria (a nulla) e non ad una persona.
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Equilibrio
È da qualche tempo che sto lavorando a questo libro, il cui titolo provvisorio è “La Direzione“… si tratta di qualcosa che non ho mai fatto prima, un testo non romanzato e profondamente segnato dalle esperienze personali che cerca di riassumere l’intera visione che ho sul mondo e sulla società. Mica banane. Si può dire che sia un saggio? Il testo, intendo. Io no, resto umile… “Ma chissenefrega?…
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Complimenti ne dimostri più o meno 18. Comunque stai certa che ti seguiamo per le tue foto e i post porno mica per la tua buona capacità di esprimerti, sai quanti altri bei blog di donne capaci ci sono ma non vengono seguite perché poco attraenti o senza foto personali, purtroppo la cruda realtà è questa. Ma l'ipocrisia regna sovrana. Se tu fossi poco attraente a nessuno drizzerebbe il cazzo per le tue risposte forbite. Ma qui siamo tutti arrapati e basta una mutandina appena visibile per farci sognare, lo dico perché sono il primo a farlo. Diciamo che voi donne siete un livello superiore a noi uomini rispetto a certe cose.
mi piacerebbe poterti contraddire ma purtroppo hai ragione. non concordo, però, sul fatto che riguardi soltanto la sfera maschile, riguarda tutti. alcuni uomini semmai lo manifestano più facilmente sessualizzando, ma questo tocca un'altra radice che è culturale e ancora prima religiosa. il pretty privilege esiste in ogni misura, riguarda ogni sesso, ogni età, ogni esistenza. non è indirizzato soltanto alle donne, né soltanto alle persone. mi perdonerai l'ennesima citazione oggi, ma nietzsche a questo proposito diceva qualcosa di amaro quanto verosimile; se si uccide una scarafaggio si è eroi, se si uccide una farfalla si è cattivi, pertanto la morale ha standard estetici. - i packaging dei prodotti sul commercio sono studiati in modo da farti esteticamente gola. non è una superficialità che macchia soltanto quest'era, se roma ha da sempre così tanto successo turistico è perché qualcuno, qualche secolo fa, ci ha tenuto a renderla così esteticamente bella. tutto è influenzato dalla bellezza. io stessa, ho sempre studiato arte perché sono sempre stata affascinata dal bello. il senso della bellezza ci appartiene, così come ogni altro senso che solleciti il nostro puro e semplice piacere. prendiamone atto. siamo fatti anche di questo, siamo anche superficiali. non esistono soltanto le cose moralmente giuste
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Ultimamente noto che, a causa della propaganda mediatica e delle persone radicali, l'odio verso diverse categorie sta crescendo. Questo mi porta a riflettere sulla natura umana, che ancora una volta dimostra come l'odio faccia parte intrinsecamente della condizione umana e non possa essere mai completamente estirpato. È come se ci dovesse sempre essere un nemico. L'essere umano non odia solo a causa di brutte esperienze personali, ma spesso a causa di esperienze simili vissute da altri, che vede amplificate attraverso i media. La televisione, il primo mezzo di comunicazione di massa, gioca un ruolo cruciale nel fomentare l'odio tra le persone. Pensateci un momento: come è stato possibile che durante la Seconda Guerra Mondiale l'intera umanità si sia scagliata con tanta crudeltà contro gli ebrei? Pensate forse che Hitler fosse un mago, capace di effettuare un lavaggio del cervello tramite formule magiche? No, semplicemente l'essere umano ha dentro di sé una predisposizione all'odio che, se stimolata e amplificata dalla propaganda, può trasformarsi in qualcosa di terribilmente pericoloso. L'odio uccide, mentre l'amore non ha questa capacità distruttiva. Questo fenomeno secondo me riguarda solo chi odia gli stranieri, le persone omosessuali, le donne o anche gli uomini. Anche se tali persone non hanno commesso atti di violenza, la loro predisposizione all'odio li rende comunque pericolosi. Non tutti provano veramente questo sentimento, ma chi lo fa è già potenzialmente pericoloso, anche se non ne è ancora consapevole. La predisposizione all'odio, anche se non si traduce in atti di violenza immediati, rende comunque tali persone pericolose. Non tutti provano questo sentimento, ma chi lo fa è già potenzialmente pericoloso, anche se non ne è ancora consapevole. Non scambiate l’ antipatia con l’odio perché quest’ultimo è qualcosa di molto più profondo e incurabile. Intatti, anche chi odia tutti gli uomini o donne potrebbe essere capace di gravi atti di violenza, sebbene non lo facciano per la consapevolezza che tali azioni porterebbero alla distruzione della stessa umanità. Hitler ha quasi sterminato tutti gli ebrei, e ci sarebbe riuscito se qualcuno non lo avesse fermato. Grazie all’armata rossa e all’America se oggi fortunatamente esistono ancora.

Luposolitario00🐺
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Il compito di un insegnante
Il compito di un insegnante non dovrebbe essere esclusivamente quello di trasmettere una serie di nozioni. Io penso debba mostrare all'alunno la direzione che dovrà percorrere con le sue gambe. E aiutarlo a capire quali sono le sue particolari capacità personali. Soltanto così può sperare di crescere. A quanto pare, è una cosa che i presunti docenti di Amici non sono capaci di fare. Fanno entrare un allievo, poi a un certo punto gli dicono: non sei più quello che eri all'inizio, non vedo miglioramenti né risultati. Eh, ma se non lo aiutano a capirsi, sarà un po' difficile che questi ragazzi trovino la propria identità artistica. Comodo mollare uno perché si è stati in grado di mostrargli la direzione giusta. La colpa viene sempre data a questi ragazzi, che vanno giustamente in confusione. Perché vedono cacciati quelli che qualcosa sanno anche fare e tenuti quelli che non possiedono alcun talento. Un allievo va aiutato e incoraggiato. Non preso per il culo.
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Alexis Love
Sacramento , California ; 7 aprile 1987 è una modella erotica e attrice pornografica. E' entrata nell'industria del porno nell'agosto del 2006. Di solito appare in film in cui viene sfruttata la sua apparenza da bambina. Questa attrice di origini messicane ha lavorato per aziende come Bangbros e ALS Scan.
La sua filmografia è composta da film in cui interpreta scene eterosessuali , bisessuali ed anche da sola . Ha realizzato anche nudi artistici.
Alexis è stata nominata Pet of the Month dalla rivista Penthause nel maggio 2008.
Le esibizioni di Alexis erano note per essere energiche e autentiche, con particolare attenzione al sesso appassionato e agli orgasmi intensi. È stata anche elogiata per la sua capacità di connettersi con i suoi co-protagonisti e creare una vera alchimia sullo schermo. La sua professionalità e dedizione al suo mestiere le hanno fatto guadagnare un fedele seguito di fan e diverse nomination ai premi, inclusa una nomination all'AVN Award come migliore nuova stellina nel 2007.
Nonostante il suo successo, la Love ha scelto di ritirarsi dall'industria cinematografica per adulti nel 2008, dopo soli due anni. Ha citato ragioni personali per la sua decisione, affermando che voleva perseguire altri interessi e trascorrere più tempo con la sua famiglia. E' apparsa in più di 150 film per adulti, Sebbene possa essersi lasciata alle spalle l'industria del cinema per adulti, la sua eredità sopravvive attraverso le sue numerose interpretazioni e l'impatto che ha avuto sull'industria durante la sua breve ma memorabile carriera.
Dopo aver lasciato l'industria del cinema per adulti, Alexis ha mantenuto un basso profilo ed è rimasta in gran parte lontano dagli occhi del pubblico. Non è chiaro cosa abbia fatto da quando è andata in pensione, ma rimane una figura amata dai suoi fan, che continuano ad apprezzare la sua bellezza, il suo talento e il suo contributo all'industria del cinema per adulti.

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Patrick Swayze
Nel 1986, Patrick Swayze entrò in un piccolo studio con una cassetta e la reputazione di essere un ballerino talentuoso. Era lì per un provino per il ruolo di Johnny Castle in Dirty Dancing, un personaggio che sarebbe poi diventato leggendario. All'inizio, i registi erano incerti su Swayze perché la sua immagine da duro non si adattava al tono più dolce e romantico che avevano in mente per Johnny. Ma il suo provino fece cambiare loro idea.
Swayze coreografò un ballo con Jennifer Grey, la sua co-protagonista, sulla canzone Cry to Me di Solomon Burke. La loro chimica era elettrica, e il video mostrava non solo le abilità di ballo di Swayze, ma anche la sua capacità di esprimere emozioni attraverso il movimento. Nonostante Swayze e la Grey avessero avuto scontri in un progetto precedente, la loro connessione durante il provino era innegabile. I produttori capirono che Swayze era perfetto per il ruolo.
Ciò che rese unico il provino di Swayze fu l’improvvisazione. Unì la sua formazione classica nella danza con uno stile crudo e sensuale, perfettamente in linea con il personaggio di Johnny. I produttori rimasero sbalorditi, definendo la sua performance "una rivelazione". Il regista Emile Ardolino lodò Swayze per la sua capacità di bilanciare durezza e dolcezza.
Durante il provino, Swayze recitò anche un monologo drammatico, dimostrando le sue doti di attore. Pronunciò battute sui temi della classe sociale e del privilegio con tale intensità da dimostrare che era molto più di un semplice ballerino. Il suo background teatrale e le sue origini operaie gli permisero di portare autenticità alle difficoltà di Johnny.
La dedizione di Swayze al ruolo era evidente. Aveva iniziato a studiare danza da bambino, arrivando anche a frequentare la Joffrey Ballet School. Questo gli diede un vantaggio nelle impegnative scene di ballo del film. Adattò la sua formazione classica ai balli mambo e latinoamericani richiesti dal film, eseguendo persino da solo le proprie acrobazie. Jennifer Grey disse in seguito che l’impegno di Swayze l’aveva aiutata a sentirsi più sicura come ballerina. Il loro rapporto, per quanto talvolta difficile, fu fondamentale per il successo del film. Il celebre sollevamento nella scena finale, che richiese settimane di prove, è diventato uno dei momenti più iconici della storia del cinema.
Anche le esperienze personali di Swayze influenzarono il suo modo di interpretare Johnny. Cresciuto in una famiglia della classe operaia, comprendeva profondamente le difficoltà legate alla differenza di classe e di privilegi. Questo rese la sua interpretazione autentica e toccante. La sceneggiatrice Eleanor Bergstein disse che Swayze "capiva il mondo di Johnny in un modo che nessun altro poteva".
Il video del provino di Swayze mostrava anche il suo talento nel raccontare storie attraverso la danza. Usava i cambi di ritmo e movimento per rappresentare i conflitti interiori di Johnny, aggiungendo profondità al personaggio. Questa capacità di fondere narrazione e performance lo rese unico.
Anche dopo aver ottenuto il ruolo, Swayze continuò a lavorare per migliorare il personaggio. Contribuì a creare alcuni dei momenti più memorabili del film, come la celebre battuta "Nessuno mette Baby in un angolo." All’inizio, Swayze era titubante su quella frase, ma la recitò con tale determinazione da renderla iconica. Collaborò strettamente con il coreografo Kenny Ortega per garantire che le scene di ballo risultassero autentiche ed emozionanti.
Il provino di Swayze fu una vera lezione su come incarnare un personaggio. Dimostrò una combinazione unica di tecnica, profondità emotiva e carisma, rendendo Johnny Castle un ruolo che continua a conquistare il pubblico ancora oggi. Con il suo fascino naturale e la sua dedizione, Swayze non solo ottenne la parte, ma si assicurò un posto nella storia del cinema.
FilmPost.it
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Aurora Basso trionfa al concorso The Look of The Year Personality
Aurora Basso si aggiudica il titolo The Look of The Year Personality nella prestigiosa finale mondiale che si è svolta il 13 marzo presso il Teatro Ariston di Sanremo. La giovane modella di Volpago del Montello (TV), grazie al suo carisma, talento e personalità, ha conquistato un riconoscimento che in passato ha lanciato icone della moda come Cindy Crawford, Linda Evangelista, Giselle Bundchen e Nina Moric.
Il trionfo di Aurora Basso al Teatro Ariston di Sanremo

La competizione finale di The Look of The Year Personality ha visto Aurora Basso distinguersi tra numerose concorrenti provenienti da tutto il mondo. La sua presenza scenica, eleganza e sicurezza hanno colpito profondamente la giuria, che le ha assegnato il titolo di "Personality". Questo prestigioso riconoscimento sottolinea l'importanza del carisma e della personalità nel mondo della moda, qualità che Aurora ha saputo mettere in risalto brillantemente.
Il percorso vincente di Aurora Basso verso la finale internazionale
Il viaggio che ha portato Aurora Basso a vincere il titolo è stato lungo e ricco di sfide. Dopo essersi distinta nella competizione regionale Miss Città Murata, gemellata con il concorso internazionale, Aurora ha partecipato alla finale nazionale di The Look of The Year Italia, tenutasi il 4 marzo in Sicilia. Anche in questa occasione, Aurora ha conquistato l'attenzione grazie alla sua personalità magnetica e al suo talento naturale, ottenendo il pass per la finale mondiale di Sanremo organizzata dalla Face Models Management di Mario D’Ovidio.
Aurora Basso: ambizione e talento oltre la passerella
Oltre alla sua carriera nel mondo della moda, Aurora Basso è una giovane studentessa appassionata e determinata, iscritta al corso di relazioni internazionali per il marketing a Treviso. Ama lo sport, il ballo e nutre il sogno di diventare giornalista sportiva, dimostrando così di avere aspirazioni ampie e versatili, capaci di spaziare oltre la sola moda.
Le nuove opportunità dopo la vittoria di Aurora Basso
Il titolo conquistato da Aurora Basso apre numerose opportunità nel mondo della moda internazionale. Grandi agenzie e brand famosi hanno mostrato interesse per la giovane modella, prospettando collaborazioni esclusive, shooting fotografici e sfilate di prestigio. Aurora sarà presente anche alla prossima selezione regionale di Miss Città Murata, prevista per il 29 marzo al Radika di Treviso, dove racconterà la sua esperienza e offrirà consigli a nuove aspiranti modelle.
Il valore della vittoria per Aurora e per il Veneto
La vittoria internazionale di Aurora Basso rappresenta un risultato di grande prestigio non solo per lei, ma anche per la comunità locale e l'intera regione Veneto. Questa vittoria mette in evidenza il talento e la capacità delle realtà locali, come Elegance Eventi ed Eleonora Sorato, agente regionale, di valorizzare giovani talenti emergenti, permettendo loro di farsi conoscere a livello internazionale.
Aurora Basso rappresenta ora un modello da seguire per tante giovani ragazze che aspirano a una carriera nel mondo della moda e non solo. Il suo successo dimostra che con dedizione, impegno e determinazione è possibile raggiungere importanti traguardi professionali e personali.
Il percorso di Aurora Basso è appena iniziato e la sua vittoria al concorso The Look of The Year Personality rappresenta il primo passo verso una carriera brillante e ricca di successi.
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