#canederlo
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Qualche giorno fa, un nuovo ristorante in quota (a 2000 metri) ha catturato la mia attenzione con la sua pubblicità e il suo nuovo look. Tra le foto del locale, una in particolare mi ha fatto riflettere: un tavolo nero con piatti neri senza bordo,tovaglioli rossi e quattro piatti diversi: un'entrecote con verdure miste, un canederlo con gulasch e insalata, un tagliere di affettati e un piatto di tagliolini allo scoglio.
La presenza delle cozze a 2000 metri ha suscitato in me una perplessità iniziale: perché proporre crostacei e molluschi in montagna? Ha senso?
Riflettendoci, però, mi sono reso conto che la colpa non è certo delle cozze. Perché puntare il dito su questo piatto piuttosto che sugli altri?
A meno che il ristorante non acquisti la maggior parte degli ingredienti a livello regionale (cosa rara, purtroppo), l'entrecote arriverà probabilmente da un allevamento intensivo del Nord-Est o Nord-Ovest Italia; le uova seguiranno lo stesso percorso, mentre le verdure potrebbero provenire dalla Spagna in inverno e dal Sud Italia nei periodi più caldi. La farina per i tagliolini fatti in casa? Probabilmente dalla Germania. Lo speck? Lavorato in regione, il che gli permette di fregiarsi del titolo di "prodotto regionale", ma la provenienza dell'animale è meglio lasciarla nel mistero. Insomma, un menù poco virtuoso, a dir poco. Insomma, se le cozze provenissero dal Mar Adriatico si può ipotizzare che siano addirittura più sostenibili dello speck.
Allora, perché accanirsi proprio sul piatto esotico? Perché giustificare un'idea di tradizione che, alla base, è solo un'illusione?
Purtroppo, anche se le cozze non ci fossero, la filosofia del "qui è tutto tradizionale, ma le materie prime arrivano da chissà dove" è molto diffusa, che si tratti di malghe, rifugi o ristoranti. E sottolineo che molti di questi sono raggiungibili da strade forestali sterrate e vengono riforniti più volte alla settimana.
Per fortuna, ci sono delle eccezioni: locali che fanno della trasparenza nell'approvvigionamento o addirittura dell'autoproduzione il loro punto di forza. Come clienti, abbiamo il potere di scegliere: la domanda crea l'offerta e la produzione deve per forza adeguarsi.
Questa riflessione vuole essere uno spunto di partenza, per me e per chiunque voglia leggerla.
Certo, in regione non ci saranno mai abbastanza uova per soddisfare la domanda di Kaiserschmarren di un'intera stagione estiva, ma se questo è l'obiettivo, allora si parte già col piede sbagliato.
#alps#travelfoodie#alpsresistance#hiking#mountains#sostenibilità#turismo sostenible#food for profit#trasparenza
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Törggelen! #törggelen #altoadige #südtirol #gatto #gatti #cat #cats #katze #katzen #botte #fass #cascata #wasserfall #autunno #herbst #fiori #blumen #legna #holz #canederlo #knödel #leberknödel #leberknödelsuppe (presso Gasthaus Noafer) https://www.instagram.com/p/CWRAhjrMaig/?utm_medium=tumblr
#törggelen#altoadige#südtirol#gatto#gatti#cat#cats#katze#katzen#botte#fass#cascata#wasserfall#autunno#herbst#fiori#blumen#legna#holz#canederlo#knödel#leberknödel#leberknödelsuppe
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#Canederlo #dolce ripieno di #marmellata di #prugne e ricoperto di #crema #pasticcera https://www.instagram.com/p/B7tmLpfIcdT/?igshid=174q3nwfr9ha1
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Io ve lo dico. Da amico. State a casa. Perché se venite in Trentino e l'ambulanza che chiamate perché state col COVIR sono io, vi giuro, che a casa vi ci mando con 80 canederli nello stomaco come i trafficanti di ovuli di coca. Solo che LE PALLE DI CANEDERLO ve le paro su per il culo con le mie manone, uno a uno. Lasciateci lavorare responsabilmente, non diventate voi il problema
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Canederli ❤️ #me #myself #eating #foodporn #foodgasm #dinnertime #dinner #canederli #canederlo #sudtirol #trentino #trentinosüdtirol #localfood #speck #meat #meal #ragu #homemade #goodmoment #relax #peace #mood #vibe #vacation #nerdgasm #solocosebelle #love #lifeasart (presso Caderzone Terme)
#lifeasart#peace#myself#dinnertime#eating#canederlo#mood#nerdgasm#vacation#vibe#homemade#foodporn#canederli#goodmoment#meat#localfood#foodgasm#dinner#meal#solocosebelle#ragu#trentinosüdtirol#relax#me#trentino#sudtirol#speck#love
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Sull’Alpe di Siusi l’ outdoor non conoscono stagioni L’altopiano più grande d’Europa propone passeggiate su sentieri ben tenuti, escursioni errando di malga in malga, fra un canederlo e una Kaisersnmarren, arrampicate su vie ferrate e percorsi in mbt o e-bike, tutti modi fantastici per scoprire l’Alpe e i suoi meravigliosi scorci panoramici. Per i più [...]→ https://ift.tt/2VLZrOa Alpe di Siusi, Alto Adige, paradiso della vacanza attiva Sull’Alpe di Siusi l’ outdoor non conoscono stagioni L’altopiano più grande d’Europa propone passeggiate su sentieri ben tenuti, escursioni errando di malga in malga, fra un canederlo e una Kaisersnmarren, arrampicate su vie ferrate e percorsi in mbt o e-bike, tutti modi fantastici per scoprire l’Alpe e i suoi meravigliosi scorci panoramici. Per i più [...]→ Sull’Alpe di Siusi l’ outdoor non conoscono stagioni L’altopiano più grande d’Europa propone passeggiate su sentieri ben tenuti, escursioni errando di malga in malga, fra un canederlo e una Kaisersnmarren, arrampicate su vie ferrate e percorsi in mbt o e-bike, tutti modi fantastici per scop...
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[Il mio Manifesto] È un po' di tempo che ci penso. Penso se fare e come fare un mio manifesto di intenti dedicato a quello che sto facendo ... Bha vedremo. Intanto gongolo dalla felicità! Ho tagliato la The Canederli Pie e l'interno è compatto e morbido come un canederlo in brodo!! #sfornopie #eatpie #eatmorepie #pieart #piebaker #piestagram #pieseason #piebaking #pie #pierecipe #foodphotography #foodblogger #foodwriter #food #foodie #sudtirol #sudtirolo #canederliallospeck #canederli #flatlayfood #brunchtime #f52grams #foodieflatlays #foodography #onmytable #food52 #foodstyling https://www.instagram.com/p/Bw9Jy_glc_D/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=a9k3xkeml0to
#sfornopie#eatpie#eatmorepie#pieart#piebaker#piestagram#pieseason#piebaking#pie#pierecipe#foodphotography#foodblogger#foodwriter#food#foodie#sudtirol#sudtirolo#canederliallospeck#canederli#flatlayfood#brunchtime#f52grams#foodieflatlays#foodography#onmytable#food52#foodstyling
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Fabrizia Meroi dal ristorante Laite a Sappada Stella 🌟 #Michelin cucina per le Grandes Dames di Veuve Clicquot ! 🍾🥂👩🏻🦱 • • • • • • La #GrandeDame #veuveclicquot 2006 grande in abbinamento a “Gambero, Melograno, Nocciola, Topinambur E Segale”, “Sedano Rapa, Cavolo Capuccio, Maionese All'arancia E Tartufo”, Fonduta Di Piave Stravecchio” “Tortello Di Rapa Sappadina ed Erba Ruta”, “Tartare Di Capra, Agretti, Brodo Di Sambuco, Uovo Di Quaglia” e persino sul dolce “Canederlo Di Castagna, Mandarino, Meringa E Alloro” #sappada #laite #champagne #wine #vino #pinotnoir #ambassadeurduchampagne #andreagori #fabriziameroi (presso The Yard Milano) https://www.instagram.com/p/BuoeAtXH3DN/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=168c6616yo3f3
#michelin#grandedame#veuveclicquot#sappada#laite#champagne#wine#vino#pinotnoir#ambassadeurduchampagne#andreagori#fabriziameroi
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Gasthaus Torgglhof: a Penon c'è tanto gusto!
Gasthaus Torgglhof: a Penon c’è tanto gusto!
E’ stato amore al primo canederlo. Anche perché contornato da un ragù di agnello da leccarsi i baffi. Non credendo al mio palato ho cercato la conferma in una finissima e saporita crema di asparagi e ancora incredulo e sicuramente non sazio ho rilanciato gustandomi un brasato di manzo morbido e succoso con una polenta veramente eccellente. Naturalmente non mi sono perso l’insalata di cavolo…
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Pomaria 2018
Programma > link
MELA COLGO Raccolta teatralizzata di mele della Val di Non nel loro frutteto. Cogliere mele ti aiuterà a compren- dere che ogni frutto scelto dai tuoi occhi e spiccato dalle tue mani porterà con sè non solo sapori e A cura della Compagnia Teatrale Koinè.
IL TUO CANEDERLO Tagliare il pane, a ettare lo speck, sentire il profumo del prezzemolo, amalgamare gli ingredienti…. Un corso…
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Perché il canederlo è un po’ come il diamante, per sempre... #Oppa #Canederli #ValdUltimo (presso Bergrestaurant Aussere Schwemmalm)
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e stasera cucino io: sua maestà il canederlo al formaggio
ALL HAIL TO THE KNODEL, BABY
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In punta di piedi, da quasi tre anni, è entrato nella grande famiglia dell’Hotel La Perla di Corvara chef Nicola Laera, altoatesino, per più di un lustro allievo di Norbert Niederkofler e fra i più giovani stellati del 2013, appena trentenne. Alla Stüa de Michil appronta la sua intelaiatura stilistica fra territorialità, sperimentazione e sostenibilità in un ambiente di una eleganza imperitura, fra legni antichi, merletti e sofisticate composizioni floreali.
È una vocazione al ristoro quella della famiglia Costa, che nel mosaico di ospitalità e alta cucina dell’Hotel La Perla di Corvara, da sempre produce benessere attraverso il circolo virtuoso della decrescita serena di Latouche. La rilocalizzazione è quella fra le otto erre latouchane che viene maggiormente applicata nella gestione de La Stüa de Michil, il ristorante stella Michelin, delle Stues che servono la mezza pensione dell’albergo, della locanda Ladinia, l’osteria L’Murin e da qualche mese dell’Hotel Posta Marcucci, nuova acquisizione in Val D’Orcia. Il tutto eretto su consumi sostenibili che preservino l’ambiente, minore dipendenza dalle multinazionali, valorizzando le persone, in una distribuzione più equa dell’economia. Questa è la filosofia di Michil Costa, che riesce a creare un’armonica congiunzione fra lusso e scelte consapevoli, senza tralasciare la solidarietà attraverso la Costa Family Foundation. Entriamo nella cucina de La Stüa de Michil poco dopo il servizio e, connesso all’immediato senso di rigore, si percepisce il silenzio.
Nell’elenco di silenzi che l’abate Donouart fa nel suo trattato sull’arte di tacere, ne spicca uno che produce franchezza e riesce a trasmettere sentimenti senza l’aiuto della parola. È il silenzio spirituale, quello che esiste soltanto con le passioni vive. Questo è il pensiero che ci suscita chef Laera quando lo incontriamo ai fornelli, dedito ad una delle sue preparazioni e quasi giustificandosi con uno “scusate, io parlo poco” inizia la sua narrazione, che trovate nel video. Insieme alla preparazione di uno dei suoi piatti di maggior impatto gustativo, la zuppetta di lumache, prezzemolo fritto, canederlo alle erbe, uova di trota e puccia, il pane due terzi farina di segale e uno frumento tipica della Val Pusteria.
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La Stüa de Michil
Il pane
La Stüa de Michil
La Stüa de Michil
L’aperitivo si snoda fra l’uovo di quaglia immerso in brodo di zafferano, una mousse di porcini e tartufo e una crème brulée di zucca leggermente acidificata da una spuma di caprino. La suprema di faraona ripiena di frutta secca si accompagna al foie gras e alla nota amara del tarassaco. Appagante la consistenza della testina di vitello, addolcita dalla capasanta, la cui collosità viene ripulita dalla cipolla in agrodolce e inframezzata di amarognolo dalle chips di topinambur. La simmetria dolce-salato percorre gli Spaghettoro con granchio reale e bottarga su un fondale di aglio, olio, peperoncino.
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Mise en place
Amuse bouche – Uovo di quaglia in brodo di zafferano; mousse di porcini e tartufo; crème brûlée di zucca con spuma di caprino
Marco De Bartoli – Ventennale Vecchio Samperi
Suprema di faraona, frutta secca, foie gras, dente di leone
Cà del Vent – Revolution 2012
Testina di vitello, capasanta, cipolla, topinambur
Beltaine – La nera, castagne affumicate e ginepro
Zuppetta di lumache, prezzemolo fritto, canederlo alle erbe, uova di trotta, puccia
Cà Rugate – Studio
Spaghettoro aglio, olio, peperoncino, granchio reale, bottarga
Carfagna – Ansonaco dell’Isola del Giglio, 2014
Nel risotto alla rapa rossa, la terrosità della radice viene contrastata dall’erbaceo e dall’acidulo del formaggio Ficu e terse si distinguono la nota sapida della bottarga e l’amaro del grue di cacao. È in equilibrio misurato l’anguilla laccata poggiata su un cubo di maialino croccante, che ponderano la grassezza con l’amaro dell’indivia fino al picco pungente della salsa à l’ancienne. Di una classicità rassicurante il dessert, un soufflé alla liquirizia rinfrescato da un sorbetto di pera.
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Risotto, rapa, formaggio ficu, bottarga, grue di cacao
Roeno – Enantio Terradeiforti 2009
Maialino croccante, anguilla laccata, indivia, salsa à l’ancienne
Chinotto, caffè, anice
Predessert – Cioccolati, popcorn
Xyauyù Barrel – Riserva Teo Musso 2010
Soufflé alla liquiriza, sorbetto alla pera
Soufflé alla liquiriza, sorbetto alla pera
Praline
Il fluire delle corse si fonde con la diffusione di una colonna sonora jazz che si dispiega non solo alle orecchie ma anche ai nostri occhi attraverso un cartoncino, parte della mise en place, che racconta la playlist della serata. Il vino a La Perla non è conservato in cantina ma in una sorta di piccolo parco tematico enologico, sono circa 28 mila le bottiglie che si incontrano attraverso un dark ride fra luce colorata e soffusa, transitando su tratti di pavimento mobile che si movimenta al passaggio. Sul muro della porta d’ingresso si legge Mahatma Wine, la grande anima del vino, che è materia vibrante in continuo divenire. Dalle esagitate bottiglie di bollicine che come animatroni si scatenano al ritmo dei Trashmen, alla stanza del Sassicaia, santuario del cru di Castagneto Carducci, dove non si può rinunciare al rito dell’inginocchiatoio, meditando di fronte all’annata del ’68, la prima.
La Stüa de Michil Str. Col Alt, 105 Corvara in Badia, BZ T. 0471 831000
La Stüa de Michil – Chef Nicola Laera – Corvara
In punta di piedi, da quasi tre anni, è entrato nella grande famiglia dell’Hotel La Perla…
La Stüa de Michil – Chef Nicola Laera – Corvara In punta di piedi, da quasi tre anni, è entrato nella grande famiglia dell’Hotel La Perla…
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In punta di piedi, da quasi tre anni, è entrato nella grande famiglia dell’Hotel La Perla di Corvara chef Nicola Laera, altoatesino, per più di un lustro allievo di Norbert Niederkofler e fra i più giovani stellati del 2013, appena trentenne. Alla Stüa de Michil appronta la sua intelaiatura stilistica fra territorialità, sperimentazione e sostenibilità in un ambiente di una eleganza imperitura, fra legni antichi, merletti e sofisticate composizioni floreali.
È una vocazione al ristoro quella della famiglia Costa, che nel mosaico di ospitalità e alta cucina dell’Hotel La Perla di Corvara, da sempre produce benessere attraverso il circolo virtuoso della decrescita serena di Latouche. La rilocalizzazione è quella fra le otto erre latouchane che viene maggiormente applicata nella gestione de La Stüa de Michil, il ristorante stella Michelin, delle Stues che servono la mezza pensione dell’albergo, della locanda Ladinia, l’osteria L’Murin e da qualche mese dell’Hotel Posta Marcucci, nuova acquisizione in Val D’Orcia. Il tutto eretto su consumi sostenibili che preservino l’ambiente, minore dipendenza dalle multinazionali, valorizzando le persone, in una distribuzione più equa dell’economia. Questa è la filosofia di Michil Costa, che riesce a creare un’armonica congiunzione fra lusso e scelte consapevoli, senza tralasciare la solidarietà attraverso la Costa Family Foundation. Entriamo nella cucina de La Stüa de Michil poco dopo il servizio e, connesso all’immediato senso di rigore, si percepisce il silenzio.
Nell’elenco di silenzi che l’abate Donouart fa nel suo trattato sull’arte di tacere, ne spicca uno che produce franchezza e riesce a trasmettere sentimenti senza l’aiuto della parola. È il silenzio spirituale, quello che esiste soltanto con le passioni vive. Questo è il pensiero che ci suscita chef Laera quando lo incontriamo ai fornelli, dedito ad una delle sue preparazioni e quasi giustificandosi con uno “scusate, io parlo poco” inizia la sua narrazione, che trovate nel video. Insieme alla preparazione di uno dei suoi piatti di maggior impatto gustativo, la zuppetta di lumache, prezzemolo fritto, canederlo alle erbe, uova di trota e puccia, il pane due terzi farina di segale e uno frumento tipica della Val Pusteria.
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La Stüa de Michil
Il pane
La Stüa de Michil
La Stüa de Michil
L’aperitivo si snoda fra l’uovo di quaglia immerso in brodo di zafferano, una mousse di porcini e tartufo e una crème brulée di zucca leggermente acidificata da una spuma di caprino. La suprema di faraona ripiena di frutta secca si accompagna al foie gras e alla nota amara del tarassaco. Appagante la consistenza della testina di vitello, addolcita dalla capasanta, la cui collosità viene ripulita dalla cipolla in agrodolce e inframezzata di amarognolo dalle chips di topinambur. La simmetria dolce-salato percorre gli Spaghettoro con granchio reale e bottarga su un fondale di aglio, olio, peperoncino.
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Amuse bouche – Uovo di quaglia in brodo di zafferano; mousse di porcini e tartufo; crème brûlée di zucca con spuma di caprino
Marco De Bartoli – Ventennale Vecchio Samperi
Suprema di faraona, frutta secca, foie gras, dente di leone
Cà del Vent – Revolution 2012
Testina di vitello, capasanta, cipolla, topinambur
Beltaine – La nera, castagne affumicate e ginepro
Zuppetta di lumache, prezzemolo fritto, canederlo alle erbe, uova di trotta, puccia
Cà Rugate – Studio
Spaghettoro aglio, olio, peperoncino, granchio reale, bottarga
Carfagna – Ansonaco dell’Isola del Giglio, 2014
Nel risotto alla rapa rossa, la terrosità della radice viene contrastata dall’erbaceo e dall’acidulo del formaggio Ficu e terse si distinguono la nota sapida della bottarga e l’amaro del grue di cacao. È in equilibrio misurato l’anguilla laccata poggiata su un cubo di maialino croccante, che ponderano la grassezza con l’amaro dell’indivia fino al picco pungente della salsa à l’ancienne. Di una classicità rassicurante il dessert, un soufflé alla liquirizia rinfrescato da un sorbetto di pera.
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Risotto, rapa, formaggio ficu, bottarga, grue di cacao
Roeno – Enantio Terradeiforti 2009
Maialino croccante, anguilla laccata, indivia, salsa à l’ancienne
Chinotto, caffè, anice
Predessert – Cioccolati, popcorn
Xyauyù Barrel – Riserva Teo Musso 2010
Soufflé alla liquiriza, sorbetto alla pera
Soufflé alla liquiriza, sorbetto alla pera
Praline
Il fluire delle corse si fonde con la diffusione di una colonna sonora jazz che si dispiega non solo alle orecchie ma anche ai nostri occhi attraverso un cartoncino, parte della mise en place, che racconta la playlist della serata. Il vino a La Perla non è conservato in cantina ma in una sorta di piccolo parco tematico enologico, sono circa 28 mila le bottiglie che si incontrano attraverso un dark ride fra luce colorata e soffusa, transitando su tratti di pavimento mobile che si movimenta al passaggio. Sul muro della porta d’ingresso si legge Mahatma Wine, la grande anima del vino, che è materia vibrante in continuo divenire. Dalle esagitate bottiglie di bollicine che come animatroni si scatenano al ritmo dei Trashmen, alla stanza del Sassicaia, santuario del cru di Castagneto Carducci, dove non si può rinunciare al rito dell’inginocchiatoio, meditando di fronte all’annata del ’68, la prima.
La Stüa de Michil Str. Col Alt, 105 Corvara in Badia, BZ T. 0471 831000
La Stüa de Michil – Chef Nicola Laera – Corvara In punta di piedi, da quasi tre anni, è entrato nella grande famiglia dell’Hotel La Perla…
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#canederlo #takeaway at #sanmartinodicastrozza #epicwin #trentino (at La Stua)
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#canederlo spettacolo @filippocrippa (presso Vivere)
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