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Ferdinando Balzarro: "Vendetta infinita" - Un romanzo di azione e riflessione. Recensione di Alessandria today
Un viaggio tra vendetta, filosofia e arti marziali
Un viaggio tra vendetta, filosofia e arti marziali Recensione dettagliata“Vendetta infinita” di Ferdinando Balzarro è un romanzo che unisce la tensione dell’azione a una profonda riflessione filosofica. Il libro ci porta in un mondo dove la vendetta non è solo un istinto primordiale, ma anche un mezzo per esplorare le profondità dell’animo umano. Protagonista della storia è Virginia, una…
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Ho sempre avuto questo problema di pensare troppo. Ogni mia azione è seguita inevitabilmente da un ragionamento minuzioso e approfondito sulle sue conseguenze. Questo atteggiamento di riflessione continua può sembrare utile, ma arriva il momento in cui ogni pensiero, dal più banale al più profondo, ha bisogno di una spiegazione chiara. Mi sento spesso in gabbia, frenato dalla mia stessa mente. La sensazione è di enorme frustrazione. Nonostante il tempo passi inesorabile, devo ancora imparare a gestire questo flusso di pensieri, il quale spesso mi salva da me stesso ma altrettanto spesso prende il sopravvento.
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Neri Pozza
Buona lettura a tutti!
OMICIDIO A CAP CANAILLE - CHRISTOPHE GAVAT
“… il comandante sa bene che i delinquenti marsigliesi non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi della capitale in materia di criminalità. In quanto a tecniche per uccidere il prossimo il marsigliese, benché provinciale, non manca mai di immaginazione, e tiene a dimostrare al parigino che in questo campo, come su quello da calcio, il migliore è lui. E che non ha paura di dégun – di nessuno.”
Cos’hanno in comune un cadavere carbonizzato trovato nel portabagagli di un’auto abbandonata a Marsiglia: il cosiddetto “barbecue”, un sistema atroce per regolare i conti tra fuorilegge, con una serie di rapine a furgoni portavalori a Parigi?
Il comandante Henri Saint-Donat, da poco trasferito alla Brigata criminale della città provenzale dal 36 quai des Orfèvres, la celeberrima sede della Polizia giudiziaria di Parigi, capisce subito di trovarsi di fronte ad un caso molto complesso.
Henri ha un curriculum di tutto rispetto, è un poliziotto di grande esperienza ed estrema sensibilità; dopo tanti anni di matrimonio è ancora molto innamorato della sua Isabelle, ma è anche un uomo tormentato a causa di una tragedia familiare che lo ha segnato nel profondo e di cui nessuno dei suoi colleghi è a conoscenza.
Negli uffici dell’Eveché, sede della polizia giudiziaria, nel dedalo di strade che attraversa La Cayolle, quartiere labirintico e malfamato di Marsiglia, nei corridoi delle Baumettes, il tetro penitenziario, Henri non è solo. Lo supportano il giovane tenente Basile Urteguy e il capitano Lucie Clert.
Basile è un ragazzo pieno di vita, un appassionato di musica, un genio dell’informatica e, allo stesso tempo, un poliziotto di grande perspicacia: nel corso dell’indagine il suo apporto sarà fondamentale.
Lucie, invece, è una forza della natura: una gran bella donna dal carattere impossibile che ha il brutto vizio di saltare subito alle conclusioni. Sul lavoro è testarda e professionale, ma la sua vita privata è un vero disastro. Chissà che non trovi l’amore proprio nel corso dell’indagine…
“Omicidio a Cap Canaille” è un polar di azione che mostra al lettore le tecniche di investigazione della polizia francese, ma dà anche molto spazio alla vita privata e ai sentimenti dei suoi protagonisti.
I capitoli sono estremamente brevi e il linguaggio è semplice, diretto, crudo nel raccontare l’evolversi dell’inchiesta giudiziaria, ma altrettanto evocativo nelle pagine dedicate alla descrizione dei luoghi e degli stati d’animo, anche quando i sentimenti, le emozioni e il privato dei protagonisti prendono il sopravvento sul dovere professionale.
L’autore, Christophe Gavat, è lui stesso un commissario della polizia francese e, leggendo il romanzo la passione per il suo lavoro, il rispetto e l’ammirazione per i colleghi sono del tutto evidenti.
“È ancora un piedipiatti nell’anima, perché ama quell’atmosfera ovattata e notturna dell’Evêché, dove i passi riecheggiano nei corridoi vuoti, dove solo poche luci negli uffici, qualche grido o un’invettiva qua e là suggeriscono che ci siano ancora dei poliziotti al lavoro. Lavorano sempre. Soprattutto, sa di amare quegli agenti dal carattere forte, che non mancano né di energia, né di abnegazione, né di senso dell’umorismo per svolgere ogni giorno con passione il loro mestiere, tanto da farlo anche di notte.”
COSA MI È PIACIUTO
La lettura di “Omicidio a Cap Canaille” è stata la mia prima esperienza con un polar e ho apprezzato moltissimo la descrizione vivida dei luoghi, l’approfondimento psicologico dei personaggi e l’analisi dei rapporti che si creano tra di loro.
COSA NON MI È PIACIUTO
Il finale prevedibile.
L’AUTORE
Christophe Gavat, nato nel 1966, è entrato in polizia nel 1989. Parigi, Marsiglia, Grenoble, Guyana: nella sua carriera pluritrentennale è stato decorato al valore, messo sotto inchiesta e reintegrato. Ha avuto a che fare sia con i grandi casi che catturano l’attenzione mediatica, sia con i piccoli casi quotidiani che lasciano il segno. Già autore di tre libri sulla sua vita di poliziotto, con questo suo primo romanzo si è aggiudicato nel 2021 il Quai des Orfèvres, premio deciso da 21 giurati tra poliziotti, avvocati, magistrati e giornalisti.
LA CASA EDITRICE
Neri Pozza è una casa editrice veneta rinomata e prestigiosa, fondata nel 1946 dall’omonimo scrittore e ha pubblicato, nel corso degli anni, opere di autori molto famosi della letteratura italiana come Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Goffredo Parise, Massimo Bontempelli, Giuseppe Berto ai quali si affiancano oggi nomi internazionali grandiosi quali Romain Gary, Natsuo Kirino, Tracy Chevalier, Eshkol Nevo, Herman Koch.
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È cruciale reintrodurre la calma e la riflessione nelle nostre vite, magari riportando i riti nella nostra quotidianità. Gesti lenti, silenziosi, attenti, pregni di pazienza, meditazione e respiro. Ogni azione dovrebbe essere intrapresa respirando il tempo, rallentando il passo, abbracciando la calma, e praticando il qui e ora. Attraverso la reintroduzione di rituali significativi, possiamo immergerci in una routine che favorisca la consapevolezza che ci permetta di apprezzare appieno ogni momento e risvegliare quel moto animico sconosciuto alla nostra mente razionale ma non al nostro sentire antico.
tizianacerra.com
(Foto Sven Mieke, unsplash)
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CAMPO DI BATTAGLIA
Presentato all’ultima mostra del cinema di Venezia, “Campo di battaglia” è tutto tranne che un film indimenticabile. Ed è un peccato, perché Gianni Amelio ha dato qualche volta prova di essere un regista di qualità. Invece il film procede lentamente verso l’oblio che accomuna tanti film italiani opachi e senza anima, forse più adatti allo spettatore di bocca buona delle fiction televisive, che non al grande schermo. Stefano e Giulio, amici da sempre, si trovano in qualità di ufficiali medici, in un ospedale del fronte durante la Grande Guerra. Uno, Stefano, che cerca di scovare finti malati o malati in via di guarigione da rispedire in trincea, l’altro, Giulio, che fa di tutto per non farli ripartire per il macello della prima linea. In mezzo c’e Anna che pur essendo amica di entrambi, trova sempre il modo di salvare i feriti sui quali si accanisce anche l’epidemia della “spagnola”. Il film è oltremodo statico, prevedibile, senza azione e senza riflessione, a parte una prevedibilissimo senso di generica avversione verso la guerra. Le immagini sono decisamente “televisive”: leccate quanto basta, dignitose e non troppo disturbanti. Insomma una bella fiction che si può aspettare che passi in tv, dove, a differenza della sala cinematografica, si può cambiare canale oppure dormire più comodamente sul divano.
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Il Papa
"L'imponenza del prossimo passaggio Evolutivo"
Per molte Anime Antiche, Giugno ha rappresentato una svolta.
Non tanto nell'aspetto materiale, ma prevalentemente sul piano della maturazione emotiva.
E' stato un mese importante per definire la nuova "condotta", la nuova "Direzione interiore" da intraprendere.
Alcune scelte di "distanziamento" dal Passato che da tempo volevamo compiere, sono costate una fatica inesprimibile. Hanno toccato relazioni, temi e aspetti della nostra Vita che non volevamo in alcun modo ritrovarci a maneggiare o affrontare, che avevamo lasciati sospesi o che avevamo segregato nelle cantine della nostra casa interiore.
Ma oramai alcune "situazioni fuorvianti" si trascinavano senza sbocco da diversi anni, senza mai trovare una decisa risoluzione.
Gli effetti di questi "irrisolti" pesavano troppo.
Li abbiamo relegati agli atti finali del processo proprio perché rappresentavano i condizionamenti di dolore più complessi da affrontare e sciogliere.
Il nostro Corpo e la nostra Psiche li stanno smaltendo da mesi con fatica immensa.
Che siano essi collegati anche a Dimensioni altre e a traumi familiari, non vi è alcun dubbio. E' altamente improbabile che così tanto e resistente dolore si sia cristallizzato e accumulato in un'unica Incarnazione.
Ma lasciamoci il ragionevole dubbio che, per alcune Anime ad Alta Sensibilità, questa discesa sulla Terra non sia stata una delle Dimensioni più semplici da accogliere. Abbia pesantemente influito sulla struttura, più di tante altre Memorie Arcaiche.
La Violenza con cui si muove la Popolazione Umana oggi, che sia sotterranea o manifesta, è altissima.
E l'incarnazione sul Pianeta Terra in questo periodo storico è una prova piuttosto complessa per chi si identifica nel ricordo di altre Civiltà ad evoluto Funzionamento energetico.
Ma tant'è che siamo qui, su questo Pianeta. Almeno sul piano percettivo.
Inaspettatamente siamo ancora vivi. Stiamo portando straordinaria Evoluzione al nostro complesso intercedere, giorno dopo giorno, passo dopo passo.
Con l'intensità di frequenza degli ultimi mesi avremmo dovuto letteralmente evaporare.
Così non è stato. E questo dovrebbe portarci a riflettere sulle immense potenzialità di adattamento del nostro involucro fisico e psichico.
Siamo molto più forti e resilienti di ciò che crediamo. E possediamo, senza mai averli davvero consapevolizzati, degli strumenti di guarigione e autoriparazione altamente sofisticati e potenti, che mai ci saremmo immaginati di avere in dotazione.
In Passato ci siamo affidati all'esterno per guarire le nostre Ferite.
Non riconoscendoci alcuna responsabilità sul nostro Benessere.
Ma possiamo davvero "fare la differenza" per il nostro Corpo e per la nostra Psiche.
Se conoscessimo davvero a fondo il nostro funzionamento energetico, sarebbe possibile governare i processi di autoguarigione in tempo reale.
Ci arriveremo.
Per il momento ciò che ha compiuto Giugno nel suo brillante movimento energetico, è stato avvicinarci maggiormente alla sensazione di "Potere interiore".
Siamo più forti, radicati, lucidi e padroni indiscussi della nostra Esistenza.
Siamo più amorevoli verso noi stessi.
Siamo pronti per "vivere" e per "viver-ci".
Ciò che stiamo rilasciando ora non tornerà più e lascerà un iniziale "vuoto", necessario per innestare e organizzare i nuovi meccanismi di azione e di manifestazione nella Materia.
Non ci sarà più alcun motivo per rivangare o rimescolare il Passato con il Presente, per identificarsi con le disfunzioni del Sè infantilizzato, per recitare i soliti copioni a memoria.
Abbiamo maturato Fiducia in noi stessi, Siamo pronti a valorizzare la nostra Autenticità, i nostri Talenti, la nostra Forza Interiore.
Giugno sta per lasciarci. Non senza regalarci gli ultimi spunti di riflessione sull'"Amor proprio". Esso è stato il motore pulsante, il "Leitmotiv", di questo viaggio di inizio Estate.
Stiamo per inoltrarci nel prossimo Tema evolutivo che è il "cambio di Identità".
Con Luglio ci si avvia ad una vera e propria Rivoluzione nel campo dell'Identificazione interiore.
Se è vero che "l'Amore ci ha salvati" lo vedremo proprio nei giorni avvenire.
Piccoli e grandi conferme giungeranno da ogni dove. Ci regaleranno nuove percezioni di noi stessi, di chi siamo diventati, di dove stiamo andando.
Ci inviteranno a seguire la nuova Strada Maestra, con i primi interessanti cartelli direzionali sparsi un po' ovunque.
Luglio sarà imponente.
Ancora più impattante di Giugno.
Metterà a posto alcuni sospesi interiori.
Ed è bene saperlo. Così da non giungere impreparati all'atto liberatorio definitivo.
Buon Sabato ... un bel Sabato. Non male davvero...
Mirtilla Esmeralda
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Per Socrate l’Amore è mancanza e ricerca. L’Amore è il desiderio vissuto nella condizione di povertà. Non è tenero e dolce, ma forte e talvolta crudele.
Amore è quindi un ponte tra l’uomo e il caos, tra la miseria dell’essere vivente e la potenza del divino. È un balzo nell’ultraterreno, per sbirciare cosa c’è oltre noi stessi.
Cruz imposta la sua riflessione sulla promessa impossibile di amore eterno. L’amore come perenne creazione e conservazione intenzionale di ciò che amiamo è anche il mezzo per sapere qualcosa di sé stessi che viene data come forma di esperienza attraverso l’altro. Quando l’amato scompare o se ne va e lo perdiamo. esso porta via con sé qualcosa di sostanziale della nostra realtà personale.
Aristofane sostiene che tale sentimento nasca da un grande senso di incompletezza: l’essere umano cercherebbe infatti attraverso l’amore l’altra metà di sé, quella di cui è stato privato dagli dei. Aristofane racconta che in un’era lontana gli esseri umani avevano due teste, due organi sessuali, quattro mani e altrettante braccia. Quando però un uomo provò a scalare l’Olimpo, sentendosi ormai pari agli dei, Zeus punì la sua presunzione dividendo tutta l’umanità in due parti. Da quel momento in poi, secondo il racconto di Aristofane: "Ciascuna metà, desiderando fortemente l'altra metà che era sua, tendeva a raggiungerla. E gettandosi attorno le braccia e stringendosi forte l'una all'altra, desiderando fortemente di fondersi insieme, morivano di fame e di inattività, perché ciascuna delle parti non voleva fare nulla separata dall’altra”.
L’errore comune sarebbe quindi pensare che si fa esperienza dell'amore solo quando si viene amati, mentre invece è l’amare come azione attiva a rappresentare la sua vera essenza, con tutte le possibili sofferenze che questo comporta. Amare è difficile, ma provarci significa fare quanto di più nobile e alto esista..
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Un po' di aria fresca che condivido volentieri. Per chi ha qualche minuto, sotto c'è il video con l'intervento completo:
"Ma quand'è che studiare è diventata una gara? [...] il mancato raggiungimento di un risultato è da attribuirsi esclusivamente alla colpa del singolo, di non essersi impegnato abbastanza. Ricordiamoci però che molti degli ostacoli che incontriamo nel nostro percorso accademico sono strutturali e sono, per esempio, non potersi permettere una casa da fuori sede, non poter frequentare le lezioni, non avere una borsa di studio, ed è codardo che si deleghi al singolo studente la responsabilità di trovare un modo per arrivare alla fine del percorso indenne, superando degli ostacoli che è compito delle istituzioni rimuovere.
Quest'anno a Padova 2426 studentesse e studenti avevano il diritto a ricevere una borsa di studio che non è mai stata erogata. Mi chiedo [...] come possano avere fiducia nel loro Ateneo, nella loro Regione, nel loro Stato, se vedono non rispettato un loro diritto costituzionale, quello di poter studiare?
Sono domande che esigono risposta e mi piacerebbe porle indirettamente all'assessora Donazzan, alla luce della mancata copertura delle borse di studio che la nostra Regione reitera da anni, così come da anni non si impegna in una reale azione di residenzialità pubblica studentesca. Queste politiche di trascuratezza colpiscono solo chi è già in condizioni precarie".
Chi parla è Emma Ruzzon, Presidente Consiglio Studentesco dell'Università di Padova, durante l'inaugurazione dell'anno accademico di uno degli atenei più antichi e prestigiosi d'Italia.
C'è poi una riflessione sul benessere psicologico e una chiusura piena di fiondate rivolte alla generazione degli adulti e al governo in carica: ricercatori in fuga all'estero per colpa della precarietà italiana, legge di bilancio che aumenta il finanziamento all'istruzione privata invece di puntare su quella pubblica, catastrofe climatica trattata come problema di ordine pubblico, disuguaglianze ormai accettate come inevitabili, nessuna tutela per chi è ai margini, ostacoli al diritto all'aborto per le donne, silenzio istituzionale sui suicidi in carcere, legittimazione parlamentare per l'omissione di soccorso nei confronti di chi cerca una vita decente in Europa attraverso il Mediterraneo...
Una Lectio Magistralis pronunciata da una ragazza ventenne o poco più, di fronte a una sala con signori incravattati, signore ingioiellate, rappresentanti istituzionali un po' irrigiditi, cardinali col brillocco, e accademici co le toghe sulle spalle. I quali, alla fine, battono le mani un po' controvoglia, tanto per far vedere che loro sono d'accordo; che loro no, non hanno contribuito a questo disastro (fanno rabbia e tenerezza al contempo).
Una lezione degna di questo nome, spero solo che qualche appartenente alla generazione adulta sappia ascoltarla davvero...
Urbano Grandier, Facebook
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Gianfranco Peroncini
SINISTRA SUL CAVIALE DEL TRAMONTO
Contro l’anglobalizzazione, alla cerca di un nuovo paradigma per il terzo millennio
Come uscire dalle paludi della politica contemporanea? S’impone un decisivo salto di qualità – anzitutto culturale – dal riflesso virtuale alla riflessione che si fa azione: ricostruire una patria, senza retorica e senza indulgenze; riedificare lo Stato dalle fondamenta, restituendogli una forza interiore.
Per invertire l’onda di marea del nuovo millennio – alimentata da un meccanismo globale che ha annegato le sovranità e omologato le coscienze – occorre un nuovo paradigma: nutrire e sviluppare uno spirito pubblico; ripristinare l’interesse generale; rifondare solidamente l’autorità dei governanti, la giustizia nei tribunali, la coscienza dei funzionari, l’equità sociale.
Lo scivolamento della sinistra sul (ca)viale del tramonto – in ordine con la fluidità liberista di una “società aperta” cosmopolita e sradicante – impone il superamento dei vecchi schemi: riaffermare un comune e assertivo anticapitalismo di rottura, per impedire che i dogmi del mercato continuino à insulter l’avenir.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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Haiku: No alla violenza contro le donne
“No alla violenza contro le donne”: un Haiku che parla al cuore
Silenzio spezzato,petali caduti a terra,rise al nuovo sole. Recensione “No alla violenza contro le donne”: un Haiku che parla al cuore Questo Haiku esprime in tre versi l’urgenza di dire basta alla violenza sulle donne, utilizzando immagini potenti e simboliche. Il silenzio spezzato rappresenta il dolore e la sofferenza delle vittime, mentre i petali caduti richiamano la fragilità della vita…
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Lucifer Morningstar mood. ✨ Nel mondo intrigante delle serie TV, pochi personaggi brillano con la stessa intensità di Lucifer Morningstar. Quest'incarnazione della tentazione, tratta direttamente dalle pagine della mitologia, ha conquistato il pubblico con la sua personalità magnetica e il suo stile senza tempo.
Nella serie televisiva "Lucifer," trasmessa con il fuoco del peccato su schermi di tutto il mondo, Morningstar emerge come un anti-eroe affascinante e imprevedibile. Interpretato con maestria dall'attore Tom Ellis, il diavolo abbandona il suo trono infernale per unirsi al mondo terreno a Los Angeles. Intrappolato tra le sue origini oscure e il desiderio di redenzione, Lucifer oscilla tra il bene e il male in un balletto emozionante di colpi di scena e rivelazioni sorprendenti.
Nessun angolo buio della psiche umana è immune al suo sguardo penetrante. Con un umorismo tagliente come una lama e un fascino irresistibile, Lucifer Morningstar affascina spettatori di ogni genere. Le trame avvincenti si intrecciano con misteri sovrannaturali e drammi personali, creando una sinfonia di emozioni e azione che tiene incollati gli spettatori ai loro schermi.
Ma c'è di più: il personaggio di Lucifer Morningstar risveglia anche domande filosofiche e morali. L'eterna lotta tra il libero arbitrio e il destino, il bene e il male, trova una voce potente in questa serie. Chi è veramente responsabile delle nostre scelte? Possiamo davvero sfuggire al nostro passato? Queste domande e altre si mescolano con la trama, aggiungendo profondità e complessità a un racconto già straordinario.
Quindi, che tu sia un appassionato di mitologia, un amante dei thriller sovrannaturali o semplicemente in cerca di una storia coinvolgente, Lucifer Morningstar è pronto a portarti in un mondo di oscuro fascino e illuminante riflessione. Preparati a immergerti in una storia che incendia l'anima e solletica la mente, dove il diavolo stesso potrebbe rivelarsi una guida inaspettata attraverso i meandri della condizione umana. Benvenuti nell'incanto avvolgente di "Lucifer."
Nelle profondità incandescenti dell'inferno, un nome risuona con un'aura di mistero e potere: Lucifer Morningstar. Questo enigmatico sovrano degli abissi oscilla tra il lusso sfarzoso del suo regno infernale e le strade cupe di Los Angeles, dove si dilettava nella sua inusuale seconda carriera come consulente investigativo.
Con un'incredibile amalgama di fascino e sfacciataggine, Lucifer Morningstar incarna il classico ribelle con un tocco di saggezza divina. La sua originale interpretazione diabolica si intreccia con una curiosa affinità per l'umanità, spingendolo a cercare verità e giustizia insieme alla sua complice Detective Chloe Decker. Mentre si gettano nel vortice delle indagini, la chimica travolgente tra loro diventa una forza trainante, aggiungendo un tocco irresistibile a ogni scena.
In ogni episodio, l'enigma di Lucifer Morningstar si svela progressivamente, rivelando i segreti di un passato immortale e la sua relazione complicata con il suo padre divino. Questo affascinante arcangelo caduto è tanto un provocatore quanto un confidente, costringendo gli spettatori ad ammirare la sua complessità e ad abbracciare il suo lato oscuro.
Immergiti in un mondo di ambiguità morale, svelamenti sorprendenti e battute taglienti mentre segui le avventure di Lucifer Morningstar. Che tu sia affascinato dal suo magnetismo oscuro, affamato di indagini avvincenti o semplicemente attratto dall'inarrestabile energia dell'arcangelo decaduto, c'è un motivo per cui il nome "Lucifer Morningstar" risuona come un richiamo irresistibile nell'universo dell'intrattenimento. Unisciti a noi mentre esploriamo le profondità ardenti di questa serie che incanta e avvince, portando la luce nelle zone più oscure.
Post: https://www.tumblr.com/jamessixx/725851271419052032/thunder-sixx-e-la-storia-dellillustrazione
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Prefetto Piantedosi
Avete mai provato fastidio nell’ascoltare il chiacchiericcio di chi, pur avendo l’opportunità di stare in silenzio, invece, straparla senza riflettere?
Non è soltanto la sensazione di incomodo che procura, piuttosto di malessere, di profondo disagio, se non nausea.
Già nel recente tragico passato bellico e, post bellico, quando le coscienze iniziarono a comprendere cosa era realmente accaduto, lontano dai fasti propagandistici delle adunate di p.zza Venezia e le scenografie di Albert Speer in quel di Norimberga, un saggio, più di altri, descrisse la dissennatezza di quel periodo, non concentrandosi però solo sulle atrocità commesse, ma, sulla banalità del e sul male.
A.D. febbraio 2023 - 78 anni dopo; quando il prefetto Piantedosi, reggente del pensiero salviniano al Viminale descrive i disperati del mare come “carichi residuali” e, durante le ricerche in corso - dei dispersi del naufragio di Cutro, afferma “che la disperazione non giustifica viaggi che mettano a rischio i figli”, nel tentativo miserrimo di autoassolversi dopo aver proposto e fatto votare il decreto ONG, è esattamente come quei burocrati del Reich, ossia, "terribilmente normale", nel banalizzare il male, incapace di comprendere gli effetti della propria azione legislativa, impedito nella riflessione sugli ordini ricevuti nel consiglio dei ministri della linea dura - acchiappa consensi.
E’ palese che trattasi di ometto dal pensiero limitato, mero esecutore di comandi, terribilmente normale nel giustificare la propria disumanità.
E’ altrettanto palese che, non può ricoprire il ruolo istituzionale di ministro dell’Interno.
Che squallore.
p.s. Digos&co, conoscete il mio indirizzo e l’iP.
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Capricorno
22 dicembre-19 gennaio
Ti offro una saggia riflessione del narratore Michael Meade, del Capricorno. Nei prossimi mesi dovresti tenerla a mente. Scrive Meade: “Il genio che è dentro di noi vuole azione. È collegato alle stelle. Vuole bruciare, creare e ha doni da dare. È questa la natura del genio interiore”. Il compito che ti do, Capricorno, è spiegare per iscritto in cosa consiste il tuo genio. Sospetto che per tutto il 2023 esprimerai i tuoi talenti, le tue benedizioni e i tuoi doni unici più del solito.
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Ho sempre avuto questo problema di pensare troppo. Ogni mia azione è seguita inevitabilmente da un ragionamento minuzioso e approfondito sulle sue conseguenze. Questo atteggiamento di riflessione continua può sembrare utile, ma arriva il momento in cui ogni pensiero, dal più banale al più profondo, ha bisogno di una spiegazione chiara. Mi sento spesso in gabbia, frenata dalla mia stessa mente. La sensazione è di enorme frustrazione. Nonostante il tempo passi inesorabile, devo ancora imparare a gestire questo flusso di pensieri, il quale spesso mi salva da me stessa ma altrettanto spesso prende il sopravvento.
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Presidio donne per la pace a Caltanissetta: “Tessere una tela di pace”
Presidio donne per la pace a Caltanissetta: “Tessere una tela di pace”
Oggi, Domenica 24 novembre, in Piazza Garibaldi a Caltanissetta, il Presidio donne per la pace invita la cittadinanza a partecipare a un momento di riflessione e azione simbolica contro la guerra e la violenza di genere. L’evento si terrà dalle 16:00 alle 17:30 e sarà animato dalla performance “Tela di pace”, ideata dalla scenografa e tessitrice Giovanna Seminatore. L���iniziativa segna il terzo…
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Atlas: tra mecha e IA, il film con J-Lo è una gradita sorpresa
Atlas, diretto da Brad Peyton, e dedicato all'attualissimo tema dell'IA, è un intreccio futuristico che mischia azione e riflessione. Molto meno scontato di quanto atteso. Su Netflix.
Se c'è un argomento che tiene banco nell'entertainment nell'ultimo anno questo è certamente l'intelligenza artificiale. Dalla sua applicazione ai preoccupanti pericoli, dagli scioperi di settore alle polemiche relative ai titoli di testa di Secret Invasion, da The Creator di Gareth Edwards a quest'ultimo Atlas di Brad Peyton. L'IA è uno di quei temi che dalle Sorella Wachowski a Steven Spielberg, da Alex Garland a Spike Jonze, ha sempre incuriosito e ispirato i cineasti contemporanei, soprattutto per la plasticità e relativa versatilità del soggetto, adattabile a tanti contesti differenti in un mix di generi comunque predominato dalla fantascienza.
Atlas, Jennifer Lopez si confronta con Smith
Il fatto è che il futuro è sempre più vicino e oggi più di ieri l'IA intriga e stuzzica il mondo, venendo già utilizzata concretamente in tanti ambiti diversi. Il tema è sostanzialmente più attuale che mai e ci riguarda ormai da vicino, pure se l'evoluzione delle intelligenze artificiali ha da poco superato la fase embrionale. Il dominio dei "robot" sugli uomini è ancora distante, per così dire, e l'apocalittica e schopenaueriana visione di Matrix o quella minacciosa di Io, Robot di Alex Proyas sono ancora degli oscuri miraggi. Al netto di ciò, comunque, anche Atlas con Jennifer Lopez guarda con estrema fascinazione a quelle stesse paure e quegli stessi what if dei registi passati, e pur risultando derivativo sotto ogni punto di vista la verità è che sa come far funzionare discretamente più o meno tutti gli elementi in gioco.
A caccia di IA
Jennifer Lopez in un primo piano
Il futuro in cui è ambientato Atlas è privo di coordinate, ma la storia comincia a Los Angeles. Come immaginato negli scritti di Isaac Asimov (che viene citato direttamente) e poi riproposto nei decenni da tanto altro cinema, tv e letteratura, l'Uomo convive da anni con i bot. Lo sviluppo dell'intelligenza artificiale ha infatti permesso l'introduzione di questi robot in ogni ambito della società e del quotidiano, operativi in realtà sanitarie, culturali, di difesa e casalinghe. Improvvisamente, un'IA di nome Harlan (un freddissimo ma convincente Simu Liu) creata da Val Shepherd comincia a modificare i codici dei bot che iniziano a ribellarsi all'umanità, dando il via a un vero e proprio massacro globale. Viene creata la ICN (Conferenza Internazionale delle Nazioni) per far fronte ad Harlan e al suo esercito, poi un giorno il leader terrorista IA fugge nello spazio, promettendo di tornare e "finire ciò che aveva iniziato".
Un'immagine del film di Brad Peyton
28 anni dopo, Atlas (J-Lo), figlia di Val, è un'analista della ICN che riesce a scoprire il nascondiglio di Harlan e che viene inviata dal Generale Jake Boothe (Mark Strong) in missione sul campo, affidata alle cure del Colonnello Elias Banks (Starling K. Brown). L'obiettivo è catturare Harlan sul pianeta GR-39, e per farlo la ICN ha messo a punto degli innovativi mecha IA ad uso militare con cui ogni soldato è però costretto a interfacciarsi a livello neuronale. Atlas non si fida però delle intelligenze artificiali, non più, trovandosi però suo malgrado costretta a collaborare con una di queste per sopravvivere in territorio ostile.
Una scena del film Netflix
Se l'incipit vi ricorda The Creator, non sbagliate: il film di Edwards è una palese musa cinematografica di Atlas, da cui "ruba" l'idea del terrorismo IA e di una guerra senza quartiere tra robot e umani. Altro paragone non c'è, comunque, perché l'opera di Peyton comincia poi a guardare oltre, allo spazio, a Ultron, al videogioco (Lost Planet di Capcom), dimostrandosi un grande miscellanea d'ispirazioni. Il racconto è di per sé derivativo nello sviluppo e nell'intreccio, eppure è nella scrittura dei dialoghi tra la protagonista e la sua nuova IA, Smith, che il film ingrana la marcia giusta dal punto di vista introspettivo e riflessivo, lasciando poi ad azione ed esplorazione il compito d'intrattenere.
In da mecha
Jennifer Lopez in una sequenza di Atlas
Quello che sorprende di Atlas è la sua grande capacità di sapersi muovere adeguatamente nella sua stessa derivazione. Al di là dei titoli già citati ma persino oltre il cinema, la sci-fi con J-Lo pesca da manga e anime l'attrattiva per i mecha e una nomenclatura già nota ("link neuronale") per unire esoscheletri simili a quelli di Avatar a concetti sfruttati in lungo e in largo da Evangelion a Pacific Rim. Suddiviso in tre atti ben distinti tra loro, il film trova la sua più grande forza nel corpo centrale dell'opera, quando Atlas è dentro il mecha e deve interfacciarsi con il programma IA che lo ospita. Lo scontro-dialogo tra i due apre a interessanti interrogativi sull'eventuale ponte che la collaborazione uomo-intelligenza artificiale potrebbe creare verso un domani d'intesa e non di guerra, dove nessuno è mero nemico o strumento e dove l'integrazione è l'unica scelta possibile. Nel mentre di queste riflessioni (per nulla scontate e anzi gestite a modo) Atlas e Smith si muovono tra i diversi e sconcertanti biomi di un pianeta totalmente inospitale, cominciando a conoscersi tra diffidenza e sarcasmo.
Un'immagine del film di fantascienza disponibile su Netflix
Il film si completa di buone sequenze d'azione che soffrono però a singhiozzo una CGI non sempre di livello, a tratti leggermente posticcia ma comunque capace di regalare allo spettatore alcuni scorci alieni immaginifici e immersivi, tra inquadrature e soggettive cinematografiche e d'estrazione videoludica. Atlas dimostra la buona volontà della Lopez di adeguarsi ai differenti generi e proporre qualcosa di appagante che, pur senza pretese o velleità intellettuali, senza chissà quale originalità né innovazione, sappia a suo modo convincere.
Conclusioni
Atlas è uno di quei titoli capaci di sguazzare nella loro stessa indole derivativa sapendo perfettamente come restare a galla. Guarda a The Creator e al genere mecha tra oriente e occidente, a Big Hero 6 e ad Ultron, ai videogiochi Capcom e ad Avatar, eppure resta in piedi, intrattiene e compiace, al netto di una CGI non sempre di livello e di una prestanza action soddisfacente ma non ottimale. L'obiettivo era quello di parlare di IA e d'integrazione tra uomo e macchina in un lungometraggio di genere che sfruttasse gli insegnamenti di Asimov e la nomenclatura giappo in un prodotto streaming fantascientifico ed esplosivo con ricercati picchi introspettivi e riflessivi. Considerando il cinema di Brad Peyton e l'ultima incursione di genere di J-Lo, posso dirmi sinceramente sorpresa e discretamente soddisfatta.
👍🏻
La riflessione sulle IA.
Il rapporto tra Atlas e Smith, i loro dialoghi.
L'idea di unire le fascinazioni mecha alle questioni sull'intelligenza artificiale.
Alcune scene d'azione ben confezionate…
👎🏻
… Al netto di una CGI non sempre all'altezza.
Il terzo atto è inferiore ai precedenti.
Mark Strong e Sterling K. Brown per nulla sfruttati.
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