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🚜 Coldiretti Alessandria: nuove sanzioni sui fertilizzanti russi, costi insostenibili per le aziende agricole 🌾
Le aziende agricole italiane, e in particolare quelle della provincia di Alessandria, si trovano ad affrontare un’ulteriore emergenza economica a causa delle nuove sanzioni sui fertilizzanti provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia.
Le aziende agricole italiane, e in particolare quelle della provincia di Alessandria, si trovano ad affrontare un’ulteriore emergenza economica a causa delle nuove sanzioni sui fertilizzanti provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia. A lanciare l’allarme è Coldiretti Alessandria, con il presidente Mauro Bianco e il direttore Roberto Bianco, che denunciano l’impatto devastante di questi…
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Si prevede che nel 2035 tutte le auto prodotte siano elettriche e, nel 2050, tutto il parco auto sia elettrico. Se proiettiamo su scala mondiale questo obiettivo (parco attuale di 1.400.000.0000 auto) abbiamo quanto segue.
Secondo la previsioni Mckinsey nel 2030 si sarebbero dovute vendere 40 milioni di auto cioè il 28,5% delle vendite totali.
Mercato auto elettriche: le previsioni di McKinsey | Smart Car | con Massimo De Donato | Radio 24 (ilsole24ore.com)
Partiamo da questo numero per proiettare i dati di produzione fino al 2050, partendo dall’assunto (ormai improbabile) che dal 2035 tutte le auto vendute saranno elettriche.
In questa ipotesi paragoniamo le riserve con la quantità cumulata di minerale necessaria. In rosso i valori che eccedono le riserve. Per esempio a partire dal 2042 il Cobalto richiesto (8,53+06 Ton) supera le riserve (7,6+06 Ton). Dal 2046 mancheranno LI e Ni.
Qui sotto è paragonata la produzione annua necessaria con le richieste annue. A partire dal 2022 le quantità di Litio superano la produzione del 2019. Dal 2034 Ni, Li, Co, e Grafite supereranno di non poco la produzione annua di riferimento del 2019.
In conclusione, anche senza le batterie di stoccaggio, i minerali necessari per le batterie delle auto elettriche sono in grave carenza. E’ facile prevedere una corsa all’accaparramento di questi materiali preziosi, con conseguente aumento dei prezzi.
Non avremo risolto granché dal punto di vista delle emissioni perché le auto elettriche provocheranno un aumento del 40% dell’energia elettrica per le ricariche, e le fonti fossili non potranno essere eliminate per le ragioni già spiegate sull’intermittenza.
Gli obbiettivi fissati per il 2035 e il 2050 si rivelano tutti irrealizzabili, e mostrano di essere un trampolino di lancio verso qualcosa di diverso dalla soluzione dichiarata. Non comprando auto elettriche, la gente si mostra più intelligente di burocrati e industriali.
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Breve storia del clima.
In epoca romana, dal 250 a.C. al 450 d.C., la temperatura era di almeno 2ºC più alta di oggi (i più nerd tra i medioman vi diranno che c'erano variazioni, senza rendersene conto confermando la tesi: le variazioni climatiche avvengono "da sole" non certo per colpa dell'uomo. I più fessi, quelli che non sapendo leggere ma solo ubbidire chiedono "le fonti?", sostengono che i romani aumentarono la CO2 ... bruciando legna. La fonte? ndr).
Era un periodo di riscaldamento globale. La popolazione è aumentata (...). L'agricoltura del clima caldo poteva essere intrapresa in aree a latitudini e altitudini molto più elevate di adesso. (La vite in Inghilterra, ndr). Questo riscaldamento non poteva essere dovuto alle emissioni umane di CO2.
Seguirono i secoli bui. Questo è stato un periodo di freddo pungente di fallimento dei raccolti, carestia, malattie, guerra, spopolamento, espansione del ghiaccio e aumento del vento. (...) Bande assassine di rifugiati climatici vagarono per l'Europa in cerca di prede. Civiltà come i Maya crollarono.
Il successivo riscaldamento medievale (900-1300 d.C.) fu un periodo (positivo) per la vita sulla Terra. Le calotte glaciali, i ghiacciai e il ghiaccio marino si contrassero, consentendo l'esplorazione e l'insediamento del mare ad alte latitudini. Colture di cereali, bovini, ovini, fattorie e villaggi furono stabiliti in Groenlandia, almeno 6ºC più calda di oggi.
Sebbene ci sia stato un periodo freddo di 40 anni nel riscaldamento medievale (i clcli del clima che cambia COSTANTEMENTE, ndr), i fallimenti dei raccolti e la carestia erano rari. La popolazione aumentò (...). La ricchezza creata (...) è stata utilizzata per costruire cattedrali, monasteri e università. Il riscaldamento medievale era globale. Ancora una volta il riscaldamento non poteva essere dovuto alle emissioni umane di CO2.
La piccola era glaciale iniziò alla fine del XIII secolo con una diminuzione dell'attività solare. La piccola era glaciale è stata caratterizzata da un clima rapidamente fluttuante, e periodi straordinariamente freddi durante l'inattività solare: (1280-1340, 1450–1540, 1645–1715 e 1795–1825). Faceva molto freddo (i carri dei rifornimenti a Venezia potevano passare sulla laguna ghiacciata d'inverno, ndr). È stato un cambiamento climatico globale. C'era il fallimento del raccolto, la carestia, la malattia (peste nera, peste manzioniana, ndr), la guerra e lo spopolamento.
Ci fu uno spaccamento sociale (rivoluzione francese). I prezzi del cibo aumentarono nei periodi di debole attività solare. I vichinghi in Groenlandia si estinsero. Non era un buon momento per vivere. La piccola era glaciale terminò nel 1850 e da allora c'è stata una tendenza al riscaldamento con periodi più freddi (1940-1976 e 1998-2005). Storia, archeologia e geologia dimostrano che attualmente viviamo in un clima interglaciale e variabile.
I cambiamenti che possiamo osservare con la strumentazione moderna sono molto piccoli. Sia i tassi che l'entità del cambiamento climatico sono inferiori ai cambiamenti negli ultimi 1000, 10.000 o 100.000 anni.(...) La storia e l'archeologia ci mostrano che il raffreddamento globale provoca siccità, sconvolgimenti sociali, migranti climatici, carestie, malattie, guerre, spopolamento, collasso di civiltà ed estinzioni di piante e animali. Le grandi civiltà prosperarono in tempi caldi. Viviamo nei tempi migliori che gli esseri umani abbiano mai avuto sul pianeta Terra.
Siamo l'unica generazione di umani a temere un clima caldo! Il riscaldamento globale ci ha sempre reso più ricchi e più sani. La storia è li a ricordarcelo ma, come la matematica e le scienze, oggi non si studia più.
via https://twitter.com/climacritic/status/1738157567820312714
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Il governo ha spento la torta con la prima candelina. Di chiacchiere e promesse dei politici ne ho sentite tante ma io sto sempre ai fatti. Il mio stipendio e' sempre lo stesso, aumentato dell'inflazione programmata (meta' di quella reale). Le utenze, la benzina, tra sali e scendi qualche soldo, seppur pochi, me l'hanno tolto. Il carrello della spesa, invece, di soldi me ne ha tolti di piu'. Le vacanze anche e cambiare auto m'e' costata almeno 5mila euro piu' di quanto avrei speso nel 2021, tra aumento dei prezzi e dei tassi d' interessi, 28mila euro contro i 23mila di due anni fa. Rave non ne faccio e sicuramente non e' una mia priorita' vedere gendarmi che rincorrono dei mariuoli per l'intero globo terracqueo. So che nel mio Paese ci sono 150mila immigrati irregolari in piu', anche se a me non danno fastidio. Delle riforme politiche e giudiziarie non saprei che benefici possa portarmi, visto che non ho mai frequentato ambienti giudiziari. Questi sono i risultati del governo Meloni 2023.. e questo e' quanto.
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I CONTI DELLA SERVA. Ieri Trump ha fatto sapere di aver avvertito l’Unione che i paesi europei che hanno avanzo attivo nella bilancia dei pagamenti (cioè che esportano in US più di quanto importano) dovranno pareggiare i conti acquistando più petrolio e gas americano, altrimenti “saranno dazi senza fine!”.
Solo nell’automotive, dazi pesanti sarebbero -25.000 posti di lavoro, per lo più tedeschi ed italiani. Vediamo un po’ la faccenda in soldoni.
La bilancia dei pagamenti Italia-US è attiva per 42 MLD €. La nostra bolletta energetica è di 66 MLD €. Dovremmo quindi stornare 2/3 dei nostri acquisti energetici dai ns fornitori abituali (tra cui il 25% dalla Russia) in favore degli americani. Da vedere però le tariffe applicate dagli americani, tra cui l’oneroso trasporto, ma soprattutto il costo dello shale gas che è parecchio fiori mercato rispetto a gas e petrolio afro-arabo-russo.
Se l’eventuale riorientamento delle forniture sarebbe un terremoto geopolitico e delle relazioni internazionali (operazioni Eni in Libia, Nigeria etc.), il costo sarebbe probabilmente un significativo ammanco di bilancio (spesa su Pil), una importazione netta di inflazione ed un aumento dei costi di produzione (per via del costo energetico) con effetti ultimi di aumento generalizzato dei prezzi e diminuzione delle esportazioni. In pratica, il suicidio non assistito dell’economia nazionale.
Forse potremmo mitigare un po’ la faccenda aumentando l’import dagli US di beni non energetici. Ma questo significherebbe infarcirci di roba per noi non immediatamente utile o fuori mercato. Comunque è da vedere se la condizioni le possiamo trattare o le decide Trump e basta.
Poco tempo fa, il nuovo segretario NATO Rutte, ha fatto sapere che il 2% di Pil in spese militari non è più il traguardo da raggiungere, ma il 3% o forse di più. Ieri Financial Times ha detto di saper per certo che Trump chiederà addirittura il 5%! Noi spendiamo circa 32 MLD € cioè il 1,42% del Pil. Arrivare al 3% significa raddoppiare la spesa ovvero altri 32 MLD €, un altro ammanco deciso del bilancio nazionale.
Che ci frega se abbiamo una delle popolazioni più anziane del mondo e medici ed infermieri scappano dai pronto soccorso perché non più in grado di operare umanamente il servizio? Ci faremo ricoverare in fureria.
A questo punto o Bruxelles manda in soffitta tutte le norme che governano le economie dell’area euro (rapporto debiti/Pil) o dovremo andare a tagliare la spesa pubblica (aumentare le tasse per carità, magari ai redditi più alti non se ne parla nemmeno). Il tutto per infarcirci di sistema d’arma per lo più americani. Forse una parte di questi nuovi acquisti potranno scalare i 42 MLD € di disavanzo attivo commerciale.
Trump realizzerebbe così diversi goal.
Il primo sarebbe che i vecchi patti ipotizzati da Obama anni fa quali il TTIP che doveva legare in una matassa commerciale US ed europei, sarebbero superati da questo ordine di importazioni coatte dove il guadagno è tutto da una parte. Pollo al cloro? Oh yes!
Il secondo è che forzando la vendita di energia americana oltre a rinforzare non più il legame ma la dipendenza geopolitica EU-US, beneficerebbe i principali sponsor della sua presidenza che sono -da sempre- i big dell’energia fossile.
Il terzo sarebbe la totale distruzione dell’economia europea a vari livelli, gli europei pagherebbero la svolta multipolare e l’espansione commerciale e produttiva cinese (e non solo) nel mondo che va a detrimento delle posizioni americane.
Infine, quarto, ci ritroveremmo gonfi di armi la cui gran parte è in elettronica ovvero US e quindi saldati una volta di più al polo US che deciderà dove, come e quando mandarci a far guerra di qui e di là secondo proprie intenzioni e benefici.
Tutto ciò verrà gestito dalla signora in immagine, affascinata da Milei e Musk, con i sodali della Lega e di Forza Italia per i quali tasse ai più capienti, politiche redistributive e di spessa sociale sono anatema. Non sono più di destra come molti dicono (categorie superate!), ci assomigliano solo.
Arrivati qui mi verrebbe voglia di intingere il pennino nel veleno e scrivere una notarella sui teorici del sovranismo e del populismo che forse negli ultimi anni non hanno ben capito che in mondo siamo capitati, i “non c’è più destra e sinistra”, quelli che si son bagnati vedendo eletto il "miliardario del popolo" alle ultime elezioni americane, coloro che passano il loro tempo ancora a volgere le loro ossessioni contro il genderismo, il green deal ed altre ininfluenti questioni di ininfluente guerriglia culturale, ma mi asterrò.
Del resto, se costoro non capiscono la lingua che parla la realtà concreta figurati quanto gliene importa di una nota di Fagan.
Auguri a Voi e famiglia!
NOTA. I conti si riferiscono al bilancio statale, cioè all'Italia e quindi "i conti della serva" del titolo, sono i conti dell'Italia. Ogni altra attribuzione dell'epiteto "serva" ad altro soggetto non era nelle intenzioni dell'autore del post. Pierluigi Fagan, Facebook
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Noi non consumiamo soltanto, in modo ossessivo: noi ci comportiamo come degli affamati nevrotici che si gettano sul cibo (i consumi) in modo nauseante. Lo spettacolo dei ristoranti di massa (specie in provincia) è insopportabile. La quantità di cibo è enorme, altro che aumento dei prezzi. La nostra ‘ideologia’ nazionale, specialmente nel Nord, è fatta di capannoni pieni di gente che si getta sul cibo. La crisi? Dove si vede la crisi? Le botteghe di stracci (abbigliamento) rigurgitano, se la benzina aumentasse fino a mille lire tutti la comprerebbero ugualmente. Si farebbero scioperi per poter pagare la benzina. Tutti i nostri ideali sembrano concentrati nell’acquisto insensato di oggetti e di cibo.
Goffredo Parise, Dobbiamo disobbedire, Adelphi, 2013
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Sanzioni flop, mosca cresce 6 volte l’europa
DUE ANNI DI PROPAGANDA E DATI IGNORATI - Crescita, Pil, Borse e banche (non il gas): i numeri sull’economia russa indicano che è ancora lontano l’obiettivo perseguito dall’Unione. Si va verso il 14° pacchetto
DI MARCO MARONI
Con il 13° pacchetto di sanzioni approvato dall’Unione europea ed entrato in vigore ieri, con misure restrittive su altre 1056 persone e 88 entità, il volume delle iniziative messe in campo per frenare l’economia russa e la sua capacità di finanziare la guerra in Ucraina ha raggiunto lo straordinario volume di oltre 19 mila. I bandi all’importazione e all’esportazione, il price cap sui prezzi energetici, la stretta su sistemi di pagamento e intermediari finanziari, il congelamento di beni pubblici (300 miliardi di dollari di riserve valutarie) e privati all’estero, fanno della Russia il Paese più sanzionato al mondo e il più sanzionato della storia. Ma dopo due anni di guerra economica scatenata dai Paesi ai due lati dell’Atlantico, e mentre il presidente Usa Biden studia un ulteriore pacchetto da 500 nuove sanzioni, sembra essere senza precedenti anche lo scostamento tra l’obiettivo che si voleva raggiungere e la realtà dei fatti.
Partiamo dalle macro cifre. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) che nel settembre 2022 stimava un’economia russa in contrazione del 6% per quell’anno e del 3,5% nel 2023, ha dovuto fare un notevole lavoro di revisione: gli ultimi dati pubblicati indicano che nel 2023 il Prodotto interno lordo (Pil) russo è cresciuto del 3%, e la previsione per il 2024 è del +2,6%. La crescita è la migliore di tutti i Paesi dell’area dell’euro, quasi in stagnazione: più 0,5% nel 2023 e una previsione dello 0,9% per quest’anno. Peggio di tutti la Germania; l’economia della cosiddetta locomotiva europea, prima vittima del caro energia e dei cali nell’export, l’anno scorso è entrata in recessione, con un Pil a meno 0,3% che quest’anno potrebbe risalire allo 0,5%. Peggio di Mosca hanno fatto anche gli Stati Uniti, più al riparo dagli effetti delle sanzioni: più 2,5% l’anno scorso e una previsione del 2,1% quest’anno. Riguardo ai mercati finanziari, la Borsa di Mosca ha guadagnato il 27% rispetto a due anni fa, il cambio del rublo ha recuperato le perdite subite, tornando ai livelli del 2021. A sperimentare una crescita da record è il sistema bancario. Grazie alla corsa ai nuovi mutui sussidiati dallo stato e ai finanziamenti per acquistare le attività delle imprese occidentali che lasciano il Paese, le banche russe l’anno scorso hanno fatto profitti per 37 miliardi di dollari, 16 volte quelli dell’anno precedente. I buoni dati economici, insieme a una propaganda che è riuscita a descrivere la guerra come una necessità esistenziale, contribuiscono peraltro al consenso, con la popolarità di Putin ai massimi da sette anni, è all’85% di gradimento.
Ciò che analisti e politici cercano di capire è come mai le sanzioni non sortiscano l’effetto sperato. I motivi sembrano risiedere in una notevole capacità della Russia e dei suoi partner commerciali di aggirare le sanzioni, e in una riconversione nell’economia e nei rapporti finanziari internazionali. Mosca ha spinto su nuovi mercati, alleato cinese innanzitutto. L’anno scorso l’interscambio commerciale tra Cina e Russia è stato di 240 miliardi di dollari, in aumento del 26,3 % sull’anno precedente. A seguire gli scambi in valuta, con la yuan cinese che sta sostituendo il dollaro.
Capitolo importazioni, ambito sensibile per i partner Nato in quanto funzionali anche all’industria degli armamenti. Dopo il brusco arresto nei primi mesi dell’invasione, con le consegne dall’Europa calate del 52%, ora si è tornati ai livelli pre-guerra. È aumentato l’import dai fornitori esistenti, sono stati sostituiti prodotti, fatti accordi con nuovo fornitori e, soprattutto si è seguita la strada delle importazioni parallele. Crescite dell’export si sono registrate dalla Turchia e da una serie di Paesi dell’ex blocco sovietico, come Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirgizistan.
In molti casi questi Paesi fanno da tramite, riesportando in Russia prodotti importati da altri che adottano la politica sanzionatoria. Per avere un’idea di come funziona, basti pensare al boom dei cellulari (i cui chip possono essere usati anche per gli armamenti) in Armenia, dove le importazioni sono decuplicate in valore.
Qualche effetto positivo sembrano invece aver avuto le misure su gas e petrolio, prima voce dell’export russo. Se nell’estate del 2022 i prezzi del gas erano arrivati a 340 euro per Megawattora, una manna per le casse russe impegnate a finanziare la guerra, la quotazione ora è a 23 euro. Mentre il petrolio è sceso dai 120 dollari al barile dell’estate 2022 a 76 dollari. Ma anche qui, Mosca non è stata messa fuori gioco. Prima del price cap, che ha proibito agli importatori occidentali di trattare petrolio russo a più di 60 dollari al barile, il 60% dell’export russo era trasportato da petroliere europee. Oggi gran parte di quel petrolio è trasportato da compagnie con sedi in Paesi non sanzionatori.
Le prossime misure, secondo quanto annunciato da Biden, dovrebbero colpire di più le banche e i loro affari, spesso poco rintracciabili con le imprese che riforniscono la Russia. Ma secondo gli analisti, il rischio qui è di mettere in pericolo la stabilità del sistema finanziario internazionale.
Chi dubita sulla reale ripresa del sistema produttivo russo argomenta che la crescita è dovuta soprattutto alla riconversione di parte della sua economia in un’economia di guerra, non sostenibile sul lungo periodo. Un ragionamento che sembra non considerare che, nella storia, la guerra è ciò che ha fatto fare un balzo in avanti produttivo alle economie in crisi.
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ITALIA, AUMENTO RECORD DI FONTI RINNOVABILI (+25%) E CALO D’EMISSIONI (-6%)

I dati relativi al primo semestre 2024 segnano un forte avanzamento delle fonti rinnovabili in Italia, con una crescita del 25% ed una significativa diminuzione delle emissioni di CO2 (-6% contro -4% dell’Eurozona). L’analisi rileva il minimo storico per il contributo delle fonti fossili (38%) nella produzione di energia elettrica (10 punti percentuali in meno rispetto al semestre precedente).
Il miglioramento del mix energetico è stato spinto dal rimbalzo dell’idroelettrica (+65% dai minimi storici del 2022-’23), mentre nuovi importanti cali hanno riguardato l’utilizzo del carbone (-60% dopo il -30% del 2023), ormai ridotto ai minimi termini, e il gas naturale (-5%). In aumento marginale i consumi di petrolio. Il calo dei combustibili fossili è soprattutto concentrato nel settore elettrico (-32%), grazie al notevole incremento della quota delle fonti di energia rinnovabile nella generazione di elettricità, salita nel semestre al 44% della richiesta, il nuovo massimo storico.
In Europa un crollo della domanda di carbone nel semestre è stato del 24% mentre quello di gas naturale del 4%. I dati raccolti dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA, indicano che l’indice composito ISPreD (Indice Sicurezza energetica, Prezzi dell’energia e competitività, Decarbonizzazione) che sintetizza lo stato della transizione energetica italiana, risulta in miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+10%). Rispetto al secondo trimestre 2023 l’ISPreD risulta in leggero miglioramento nelle dimensioni decarbonizzazione e prezzi dell’energia e competitività e in miglioramento più consistente nella dimensione della sicurezza energetica.
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Fonte: ENEA; foto di Rawpixel
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Il prezzo della Panda
View this post on Instagram A post shared by Felipe Munoz | Automotive (@carindustryanalysis) L’inflazione è in parte responsabile dei prezzi elevati delle automobili oggigiorno. Tuttavia, ciò non spiega l’intero aumento. Il caso della Fiat Panda in Italia è un buon esempio. Il prezzo di una delle versioni di allestimento centrale nel 2004 era poco più di 8.000 euro. Le successive versioni e…
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A me veramente stupisce il menefreghismo della gente, il non vedere oltre il proprio naso.
Gli affitti in città sono alle stelle? Vai in provincia e fai da pendolare
L’università è al collasso e c’è un aumento dei suicidi tra studenti? Fatti curare o non studiare che non ti ha obbligato nessuno
Chi vuole tornare a casa per le vacanze deve pagare treni o arei una cifra assurda? Stai a casa, non è necessario vedere la propria famiglia
Prezzi alle stelle su ogni cosa? Cambia lavoro e guadagna di più
STATE MALE
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Il ruolo dei lavoratori nella Rivoluzione Etiope del 1974 secondo Umurbaev Rustam Shakirjanovich.
Una panoramica dettagliata sull'azione della CELU durante un momento cruciale della storia etiope.
Una panoramica dettagliata sull’azione della CELU durante un momento cruciale della storia etiope. La rivoluzione etiope del 1974 rappresenta uno spartiacque nella storia del paese, segnando il passaggio da un regime autocratico a profondi cambiamenti politici e sociali. Umurbaev Rustam Shakirjanovich, laureato all’Università Statale di Studi Orientali di Tashkent, analizza il ruolo cruciale dei…
#Addis Abeba#agitazione popolare#Alessandria today#Amhara#Analisi Storica#aumento benzina#Bahru Zewde#cambiamenti politici#CELU#classi sociali#controllo dei prezzi#Crisi economica#crisi etiope#diritti dei lavoratori#educazione gratuita#Ethiopian Herald#Google News#Haile Selassie#italianewsmedia.com#lavoratori etiopi#leadership aziendale#lotta sindacale#mobilitazione urbana#movimento operaio#Oromo#Pensioni#Pier Carlo Lava#politiche del lavoro#Primo Ministro Endalkachew Makonnen#proletariato industriale
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Con conseguenza rialzo dei prezzi di beni di primo consumo e in sincronia con il prossimo aumento dei tassi della BCE.
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DOCUMENTARIO BOMBA "No Farmers, No Food: Will You Eat The Bugs?": SE SI CONTROLLA IL CIBO, SI CONTROLLA LA GENTE. QUESTO È IN DEFINITIVA L'OBIETTIVO FINALE"⚠️⚠️⚠️
In tutto il mondo, organismi globalisti non eletti come il WEF e l'ONU stanno conducendo una guerra contro gli agricoltori, nel tentativo di prendere il controllo dell'approvvigionamento alimentare globale, sotto la bandiera dell'Agenda 2030 dell'ONU, come descritto in un documentario imperdibile intitolato "No Farmers, No Food: Will You Eat The Bugs?.
Tutta la produzione alimentare sarà nelle mani di Bill Gates e di altre Multinazionali che nel frattempo hanno comprato ettari di terreno per coltivare i loro alimenti.
Una grande carestia arriverà e con lei un aumento dei prezzi degli alimenti necessari per la sopravvivenza. In molti paesi moriranno di fame. Se le persone non si ribelleranno purtroppo la loro agenda andrà avanti lasciandoci senza alcuna scelta...
Fake o realtà...?
Svegliaaaaaaaaa.....
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🔌GRAZIE DRAGHI
L'Arera ha appena comunicato che gli italiani dovranno subire l'ennesimo aumento delle bollette dell'energia.
Motivo: la folle corsa agli stoccaggi del 2022, quando Draghi riempì le riserve con qualunque gas trovava a qualunque prezzo -whatever it takes- dato che c'erano i russi kattivi e moriremo tuttih.
Ora quei prezzi dobbiamo ripagarli, ma non solo: dobbiamo pagare anche l'aumento dei tedeschi, visto che i furboni hanno pensato di scaricare le conseguenze distribuendole sui fessi di mezza Europa.
Il grande statista, eh, aveccene.🙄
🏹by @criscersei
Giuseppe Masala
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Non è vero che George Clooney e Amal vendono la villa sul lago di Como, era una notizia falsa e tendenziosa, l'ha smentito il dipartimento di Stato americano con un comunicato ufficiale, George Clooney e Amal non lasciano il lago di Como e noi sudditi dei territori d'oltremare cortesemente ringraziamo, li ringraziamo per la pubblicità che fanno al Lago, per gli introiti del turismo, li ringraziamo a nome di tutta la filiera del catering e a nome dell'Associazione Italiana Professionisti del Verde, per il noleggio barche, per la TARI che versano al comune di Laglio, per il fatto che Clooney a Como vale quanto il PIL della Calabria, e soprattutto per il rinnovato aumento dei prezzi delle case, grazie Clooney grazie, ti vogliamo tanto bene, uh quanto bene che ti vogliamo, tanto.
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Google Pixel 9a: Anticipazioni sui Prezzi in Italia e le Novità da Non Perdere
L’attesa per il Google Pixel 9a cresce, e con essa l’interesse per i possibili prezzi di lancio in Italia. Le ultime indiscrezioni, raccolte da fonti autorevoli del settore, delineano un quadro interessante per chi è alla ricerca di uno smartphone di fascia media con le prestazioni e le funzionalità tipiche dei Pixel. Prezzi: Stabilità o Leggero Aumento? Secondo le ultime rivelazioni di Android…
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