#crisi agricola
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Coldiretti Alessandria: un sit-in davanti a Palazzo Lascaris per difendere l'agricoltura locale
Più di mille agricoltori e allevatori si sono radunati davanti al Consiglio regionale a Torino per chiedere regole chiare e sostenibili per salvaguardare le aziende agricole e le stalle.
Più di mille agricoltori e allevatori si sono radunati davanti al Consiglio regionale a Torino per chiedere regole chiare e sostenibili per salvaguardare le aziende agricole e le stalle. Coldiretti Alessandria ha giocato un ruolo di primo piano nell’evento, portando la voce del territorio e ottenendo risultati importanti per il settore. Un grido di protesta per il futuro…
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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA Italia Oggi di Oggi venerdì, 20 settembre 2024
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purasangree · 9 months ago
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https://eldiestro.info/2024/02/en-plena-crisis-del-sector-agricola-sanchez-anuncia-una-inversion-de-45-000-millones-de-euros-en-marruecos/
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agrpress-blog · 4 days ago
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Coldiretti, sit-in a Roma sotto il Palazzo della Regione a tutela degli agricoltori Dal latte ai kiwi, dai bandi per le nuo... #agricolturacrisi #coldiretti #ColdirettiLazio #RegioneLazioprotesta #sitinagricoltori #tutelaagricoltori https://agrpress.it/coldiretti-sit-in-a-roma-sotto-il-palazzo-della-regione-a-tutela-degli-agricoltori/?feed_id=8209&_unique_id=673f84559b781
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jacopocioni · 4 months ago
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Asilo Comandi per fanciulli in difficoltà
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Nel 1876 a Firenze, in Via Gioberti (all'epoca via Aretina) tra Via Villari e Via Scipione Ammirato, esisteva l'Asilo Professionale, a completamento di un progetto di volontariato che mirava a prendersi cura dei ragazzi abbandonati. Venne creato da Giuseppe Comandi che, dopo una crisi mistica era approdato al protestantesimo, aderendo alla chiesa valdese. A nove anni dalla sua fondazione, l'Asilo accoglieva circa 100 allievi interni e moltissimi esterni. Vi erano ospitati giovani che andavano dai pochissimi anni di età fino ai vent'anni. La struttura interna prevedeva una suddivisione in "famiglie", gestite da alcune "madri" coadiuvante da sorveglianti. Lo scopo era quello di ricreare per i ragazzi un'atmosfera familiare. L' Asilo era dotato di scuole elementari interne e di botteghe artigiane ed officine che dovevano servire a preparare i ragazzi ad entrare nel mondo del lavoro. Nel 1895 venne acquistata una proprietà agricola verso Monteloro, dando avvio anche ad una scuola di agricoltura. Successivamente venne aperta una scuola normale per la preparazione di maestri. Nella stessa strada, a pochissima distanza, anche i Salesiani avevano aperto la loro sede ed iniziato la propria opera nel 1881, con lo scopo di bloccare l'espansione dell'Asilo, ma nonostante questo l'Asilo continuò la propria attività fino al 1910, dopo la morte del suo creatore. La vedova non riuscì però a sobbarcarsi il carico di responsabilità derivanti dalla gestione dell'Asilo e dell'azienda agricola, che decise di vendere per acquistare una villa in Via Trieste che è rimasta in attività per molti anni ancora come Asilo Comandi per fanciulli in difficoltà.
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Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Sicilia: crisi idrica e agricola, precipitazioni sotto la media per il quarto anno consecutiva.
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Sicilia: crisi idrica e agricola, precipitazioni sotto la media per il quarto anno consecutiva. Il governo regionale è pronto a chiedere lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica in Sicilia. Un provvedimento che punta soprattutto a garantire l'approvvigionamento di acqua potabile ai cittadini, di quella per il comparto agricolo e zootecnico, e per consentire alle imprese di continuare a lavorare e di portare avanti i cantieri nell'Isola. È questa la decisione presa il 26 marzo nel corso della riunione del tavolo tecnico, convocato a Palazzo d'Orleans dal presidente della Regione Renato Schifani, al quale hanno preso parte l'assessore all'Agricoltura, Luca Sammartino, il capo di gabinetto della Presidenza, Salvatore Sammartano, il segretario generale dell'Autorità di bacino della Sicilia, Leonardo Santoro, il dirigente generale del dipartimento regionale dell'Agricoltura, Dario Cartabellotta, il dirigente generale del dipartimento regionale della Protezione civile, Salvo Cocina, il dirigente del Servizio idrico integrato - dissalazione e sovrambito del dipartimento regionale dell'Acqua e dei rifiuti, Mario Cassarà, e gli ingegneri Massimo Burruano e Giuseppe Alesso per Siciliacque spa. «La situazione è seria - afferma il presidente della Regione Schifani - e il governo regionale sta facendo tutto il possibile per affrontare l'emergenza coinvolgendo tutti i rami dell'amministrazione competenti e chiedendo adesso il supporto dello Stato. In questo modo avremo non solo le risorse economiche necessarie per gli interventi più urgenti, ma anche lo strumento per accelerare le procedure e sostenere il comparto agricolo e zootecnico. Intanto, abbiamo già attivato gli interventi più urgenti nel breve e nel medio periodo. Occorre, allo stesso tempo, sensibilizzare i cittadini a un uso più consapevole e responsabile delle risorse idriche disponibili. Per questo, nei prossimi giorni, avvieremo un'apposita campagna di comunicazione per un uso intelligente dell'acqua». La giunta Schifani, lo scorso 13 marzo, aveva approvato lo stato di crisi e di emergenza regionale nel settore idrico-potabile fino al 31 dicembre per le province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani. E a febbraio aveva proclamato lo stato di calamità naturale da siccità severa per l'intero territorio siciliano e lo stato di crisi idrica sia per il settore irriguo sia per la zootecnia. Il 2023, infatti, è stato il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica di lungo periodo e anche i primi mesi di quest'anno, caratterizzati da temperature più alte e scarsità di piogge, hanno confermato questa tendenza. «Stiamo intervenendo - aggiunge l'assessore Sammartino - con un cronoprogramma articolato che prevede, tra l'altro, azioni per la rifunzionalizzazione di alcuni impianti di dissalazione già presenti in Sicilia, come quelli di Gela e Porto Empedocle, ma allo stesso tempo ci stiamo attivando per reperire nuovi moduli di dissalazione che ci aiuteranno a fronteggiare la grave siccità in atto. L'impegno del governo regionale, e del mio assessorato in particolare, è rivolto a sostenere agricoltori e allevatori, che stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi».        ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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scienza-magia · 1 year ago
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Finanziamenti Europei per l'evoluzione dell'agritech
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Agritech, ok Ue a 450 milioni aiuti di Stato per l’Italia. Prestiti agevolati fino all’80% dei costi per le imprese attive nella produzione primaria e nella trasformazione e commercializzazione di prodotti. L’obiettivo è migliorare la competitività e la resilienza del settore promuovendo progetti relativi anche all’acquisto di macchinari, attrezzature e soluzioni informatiche. Le soluzioni It sono sempre più parte delle attività agricole e nuove agevolazioni per gli investimenti nell’evoluzione digitale e green arriveranno anche grazie allo schema di aiuti di Stato italiani da 450 milioni di euro che la Commissione europea ha approvato.   L’obiettivo dello schema è quello di migliorare la competitività e la resilienza del settore promuovendo progetti legati, tra l’altro, alla costruzione, acquisizione o miglioramento di immobili; all’acquisto di macchinari ed attrezzature; e all’acquisto, sviluppo o utilizzo di soluzioni informatiche, dal cloud all’Iot ai software per l’analisi dei dati. Agritech, gli aiuti di Stato italiani Lo schema italiano è stato approvato da Bruxelles, in conformità alle norme sugli aiuti di Stato dell’Ue, per promuovere gli investimenti sia legati alla produzione agricola primaria sia alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Le agevolazioni saranno, dunque, aperte alle imprese attive in questi due ambiti in Italia. L’aiuto assumerà la forma di prestiti agevolati e coprirà fino all’80% dei costi ammissibili e la misura sarà in vigore fino al 31 dicembre 2025, Via libera dalla Commissione Ue La Commissione ha valutato lo schema sulla base delle norme sugli aiuti di Stato dell’Ue, in particolare dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue), che consente agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di determinate attività economiche in determinate condizioni, nonché delle Linee guida sugli aiuti di Stato nel settore agricolo, forestale e nelle aree rurali per il 2022.
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La Commissione ha ritenuto che lo schema sia necessario e appropriato per incoraggiare gli investimenti pertinenti nel settore agricolo e che sia proporzionato in quanto limitato al minimo necessario e avrà un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra gli Stati membri. Sulla base di tali considerazioni, è arrivato il disco verde dell’esecutivo comunitario. La versione ufficiale della decisione sarà resa disponibile con il numero SA.107521 nel registro degli aiuti di Stato sul sito web della Commissione per la concorrenza una volta risolti eventuali problemi di riservatezza. Tecnologie e competenze italiane in campo  Lo scorso agosto la Direzione generale per l’agricoltura (DG Agri) della Commissione europea ha assegnato ad Areté, azienda italiana specializzata in analisi economiche e di policy per l’agrifood, l’incarico di condurre il primo studio europeo sull’utilizzo e sulle potenzialità dei dati nel sistema agroalimentare. Questo progetto, della durata di 18 mesi, si propone di mappare i principali e più efficaci sistemi di gestione dei dati agricoli in tutto il mondo, esaminando anche come alcuni Paesi utilizzano le informazioni in tempo reale per prevedere e mitigare gli impatti delle crisi. L’obiettivo è quello di fornire supporto all’Europa affinché possa adottare strategie simili. A luglio è partito anche il progetto “Agricoltura digitale per lo sviluppo sostenibile” (Agritech Ue), coordinato dal professor Gianluca Brunori dell’Università di Pisa, con un budget di circa 3,5 milioni di euro di cui il 50% finanziato nel quadro del programma Digital Europe. L’obiettivo è formare competenze avanzate per affrontare le sfide dell’agricoltura del futuro, puntando a un settore agricolo sostenibile, efficiente e all’avanguardia nell’era digitale. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Il 2023 è l'anno nero dell'agricoltura italiana?
Il 2023 è stato un anno nero per l'agricoltura italiana. Gli eventi meteorologici estremi, causati dal cambiamento climatico, hanno causato danni ingenti alle colture, con conseguenti ripercussioni economiche e sociali. Danni economici per l'agricoltura italiana nel 2023 Secondo Coldiretti, i danni causati dal maltempo all'agricoltura italiana nel 2023 hanno superato i 6 miliardi di euro. La maggior parte dei danni si è concentrata nelle regioni del Nord, dove le ondate di calore e la siccità hanno provocato la perdita di raccolti di frutta, verdura e cereali. In particolare, le colture più colpite sono state: - La frutta, con cali della produzione che hanno raggiunto il 30% per le mele, il 25% per le pere e il 20% per le ciliegie. - La verdura, con cali della produzione che hanno raggiunto il 20% per pomodori, zucchine e peperoni. - I cereali, con cali della produzione che hanno raggiunto il 15% per il grano e il 10% per il mais. Questi danni hanno avuto un impatto significativo sull'economia italiana. Il settore agricolo rappresenta circa il 2% del PIL nazionale e dà lavoro a oltre 1,5 milioni di persone. I danni causati dal maltempo hanno quindi avuto un impatto negativo sull'occupazione, sull'export e sulla sicurezza alimentare. Ripercussioni sociali I danni economici causati dal maltempo hanno avuto anche ripercussioni sociali. Molti agricoltori hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione o al fallimento, con conseguenze per l'occupazione e la sicurezza alimentare. In particolare, la perdita di posti di lavoro ha colpito duramente le aree rurali, dove l'agricoltura è spesso l'unica fonte di reddito. Inoltre, la riduzione della produzione agricola ha messo a rischio la sicurezza alimentare nazionale, in quanto l'Italia è un paese importatore netto di prodotti alimentari. Le cause Le cause dei danni causati dal maltempo all'agricoltura italiana nel 2023 sono da attribuire al cambiamento climatico. Il riscaldamento globale sta provocando un aumento della frequenza e dell'intensità degli eventi meteorologici estremi, come ondate di calore, siccità, inondazioni e grandinate. Gli eventi meteorologici estremi sono diventati sempre più frequenti e intensi negli ultimi anni. In Italia, il 2023 è stato un anno particolarmente difficile, con una serie di eventi estremi che hanno colpito il paese. Le soluzioni Per affrontare il problema è necessario intervenire a livello globale per ridurre le emissioni di gas serra e contrastare il cambiamento climatico. A livello nazionale, è necessario mettere in atto politiche di sostegno all'agricoltura per aiutarla ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Le proposte di Coldiretti Coldiretti ha proposto una serie di misure per aiutare l'agricoltura italiana ad affrontare il problema. Tra queste: - La creazione di un fondo di solidarietà per gli agricoltori colpiti da eventi meteorologici estremi. - La promozione di pratiche agricole sostenibili, come la rotazione delle colture e la gestione delle risorse idriche. - La ricerca di nuove varietà di colture più resilienti al cambiamento climatico. Il 2023 è stato un anno che ha messo in luce la fragilità dell'agricoltura italiana di fronte ai cambiamenti climatici. È necessario intervenire con urgenza per aiutare il settore a superare questa crisi e a prepararsi alle sfide del futuro. Read the full article
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personal-reporter · 1 year ago
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I grandi marchi: Ferrarelle
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Un brand leggendario dell’Italia del Novecento, legato a doppio filo alla storia della Campania e della provincia di Caserta… La storia della Ferrarelle iniziò nel 1893 con Antonio De Ponte, proprietario di un fondo agricolo, che fondò la Società Italiana dell’acqua minerale Ferrarelle per la canalizzazione delle polle di acqua tipiche della zona e anche per il loro imbottigliamento e commercializzazione. Il debutto nazionale della Ferrarelle avvenne all’Esposizione Nazionale di Igiene del 1900, dove ebbe una grande successo come acqua da tavola dagli effetti curativi che il prontuario di allora illustrava come “acidula, alcalina, antiurica, digestiva, batteriologicamente pura e amicrobica”. Nei primi anni del XX secolo la strategia commerciale del nuovo marchio si spostò su Roma per sfruttarne il fermento demografico e turistico, ciò condusse la fama di quest’acqua anche a livello internazionale. La Ferrarelle nel 1906, diventata Società anonima per Azioni, vide l’arrivo nel Consiglio di Amministrazione dei rappresentanti del Banco di Roma e nel 1908 il fondatore dell’azienda lasciò il gruppo. La sede direzionale e logistica del marchio fu spostata a Venezia per favorire l’esportazione verso l’America del Sud, gli Stati Uniti e l’Africa del Nord. Nel 1925, la Ferrarelle fu acquisita dalla famiglia Violati che la inserisce nel gruppo San Gemini, fu poi al centro di una serie di  crisi che culminarono con la guerra e la distruzione dello stabilimento a opera dei nazisti, cui segue la ricostruzione e la ripresa con il boom economico. L’azienda nel 1987 fu ceduta alla società Italaquae che fa capo a Gruppo Danone e Ifil (FIAT) e nel 2005, LGR Holding SpA, di proprietà della famiglia Pontecorvo Ricciardi, acquistò la società dal Gruppo Danone e dopo tre mesi ne cambiò il nome da Italaquae SpA a Ferrarelle SpA, proprietaria dei marchi Ferrarelle, Natía, Santagata, Boario. Oggi Ferrarelle è il quarto marchio italiano per volume di mercato delle acque minerali, opera in oltre 40 paesi, principalmente con l’esportazione dell’effervescente naturale Ferrarelle e della liscia Natía, posizionandosi nel segmento del fuori casa ed in particolare nei delicatessen, top hotel e ristoranti, grazie alla partnership con Danone per i canali di distribuzione all’estero. L’acqua Ferrarelle vanta ben due certificazioni di prodotto,  una che garantisce l’effervescenza 100% naturale la certificazione e la seconda per il rispetto delle regolamentazioni fissate dalla Food & Drug Administration (USA), basandosi su alcuni dei principali Standard e Regolamenti internazionali applicati nel settore dell’acqua in bottiglia, come le linee guida OMS per l’acqua potabile, i regolamenti del Codex Alimentarius e le direttive europee sulle Acque Minerali Naturali. Dal 2016 Ferrarelle pubblica il Bilancio di Sostenibilità, criterio inscindibile dalla produzione di un acqua che procura benessere. La cura delle fonti e il rispetto delle norme di estrazione dell’acqua si è legato ad un costante impegno per la protezione del territorio in cui esse si trovano con la tutela della biodiversità e dell’equilibrio idrogeologico grazie anche a Masseria delle Sorgenti Ferrarelle, un’azienda agricola che si occupa di coltivazione biologica per la valorizzazione e riqualificazione degli 88 ettari dell’intero Parco Sorgenti Ferrarelle di Caserta. Read the full article
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pneusnews · 1 year ago
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Meccanizzazione agricola, le variabili del mercato globale
Economisti ed esperti di innovazioni tecnologiche si sono confrontati, questo pomeriggio a Palazzo Varignana nel corso dell’assemblea FederUnacoma, sugli scenari a medio termine. La sfida per le imprese della meccanica agricola è pianificare la produzione e la ricerca, superando le variabili socio-politiche ed economiche che influenzano i mercati. Le crisi economiche di questi anni, determinate…
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powersol · 1 year ago
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Agricoltura + fotovoltaico = agrivoltaico
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Raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione è di fondamentale importanza per il benessere del pianeta e, per farlo, è necessario individuare percorsi sostenibili per realizzare infrastrutture energetiche adeguate. Negli ultimi anni sono state sperimentate diverse soluzioni per conciliare il settore agricolo e quello delle fonti rinnovabili e da qui si è sviluppato quello che oggi chiamiamo “agrivoltaico”, un sistema che permette di sfruttare i terreni agricoli per produrre energia rinnovabile, senza comprometterne il rendimento. In alcuni paesi europei, come per esempio Francia e Germania, questo metodo è già in una fase avanzata, mentre in Italia è ancora in via di sviluppo. L’idea è stata presentata per la prima volta nel 1981 da Adolf Goetzberger e Armin Zastrow, anche se il termine inglese agrivoltaics risale al 2011. L’agrivoltaico consiste nella produzione di energia rinnovabile tramite pannelli solari installati direttamente sul suolo agricolo, senza però creare disagi a coltivazioni o allevamenti, anzi incrementandone la resa grazie all’ombreggiamento generato dai pannelli, che riduce lo stress termico sulle coltivazioni. È una soluzione innovativa per generare energia pulita direttamente dalle nostre terre ed è parte integrante della transizione energetica, poiché può migliorare la qualità del suolo e mitigare gli effetti della crisi climatica sull’agricoltura.
A giugno del 2022 sono state pubblicate delle linee guida in materia (https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/PNRR/linee_guida_impianti_agrivoltaici.pdf), che definiscono il sistema agrivoltaico “un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione”. I pannelli solari infatti, vengono installati a un’altezza da terra tale da consentire il passaggio delle macchine agricole e sono in grado di ruotare attorno a uno o due assi tra loro ortogonali per essere sempre direzionati verso il sole ed evitare di farsi ombra l’uno con l’altro.
Chi può realizzare un impianto agrivoltaico
I soggetti che possono realizzare un progetto simile sono le imprese agricole, singole o associate, che vogliono contenere i propri costi di produzione, utilizzando terreni agricoli di loro proprietà, e le Associazioni Temporanee di Imprese, formate sia da imprese del settore energia che agricole, che mettono a disposizione i loro terreni per l’installazione dell’impianto.
I vantaggi e gli svantaggi dell'agrivoltaico
L’agrivoltaico è una soluzione in grado di offrire numerosi benefici, quali proteggere le colture da eventi climatici estremi, migliorare la competitività delle aziende agricole, utilizzare una parte dei terreni abbandonati in Italia, rendere i processi agricoli ecosostenibili e raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality. Il principale problema riscontrato invece, riguarda i costi, poiché sia quelli di progettazione e monitoraggio che quelli di gestione risultano essere molto elevati.
Le diverse tipologie di coltura
Va sottolineato però, che non tutte le coltivazioni sono adatte alla produzione di questo tipo di energia e per questo, nelle linee guida menzionate sopra, è stata fatta una divisione in base alla reazione alla riduzione luminosa. Oltre alle colture non adatte, quelle che richiedono un’elevata esposizione alla luce (alberi da frutto, farro, girasole, frumento, farro e mais), sono state individuate altre quattro categorie:
Le colture molto adatte, in cui l’ombreggiatura ha effetti positivi sulla resa quantitativa, quali fave, insalata, patate, spinaci e luppolo;
Le colture adatte, in cui l’ombreggiatura moderata non ha praticamente effetti sulle rese, quali asparagi, avena, carote, cavolo verde, colza, finocchi, orzo, piselli, porri, ravanelli, sedano, segale, tabacco;
Le colture mediamente adatte, ad esempio cipolle, fagioli, cetrioli e zucchine;
Le colture poco adatte, cavolfiore, barbabietola da zucchero e barbabietola rossa.
Il vantaggio sarebbe dunque anche a favore dell’agricoltura, dato che in alcuni casi l’agrivoltaico migliora la resa delle coltivazioni, ma soprattutto perché i moduli fotovoltaici possono agire come barriera contro il sole, il calore, la siccità o le precipitazioni.
Per definire un sistema “agrivoltaico”, occorre che questo rispetti dei requisiti, anch’essi indicati nelle linee guida: “creare le condizioni necessarie per non compromettere la continuità dell’attività agricola e pastorale, garantendo, al contempo, una sinergica ed efficiente produzione energetica��� e garantire “che almeno il 70% della superficie sia destinata all’attività agricola”.  
L'agrivoltaico in Italia
Nel nostro paese l’agrivoltaico non è ancora molto sviluppato perché manca una disciplina specifica a livello nazionale, ottenere il permesso di realizzare gli impianti è un processo lungo e complesso e non ci sono incentivi a causa del divieto di installazione per la protezione dei terreni agricoli. Nonostante questo, due regioni vantano campi agrivoltaici: la Sicilia, a Scicli (RG), con un progetto che copre 22 ettari, di cui 17 abbinano pannelli solari e coltura agricola, e la Sardegna, a Villacidro (SU), dove l’anno scorso è stato avviato un progetto da 13,789 MW. Anche la Puglia e il Veneto sembrano muoversi in questa direzione: la prima ha approvato questa tecnica e la seconda ha ospitato un convegno per sensibilizzare sul tema. Più in generale invece, in Europa è stato finanziato da 18 paesi partner Symbiosyst, un piano ancora in fase di progettazione che prevede l’attivazione di reti di sistemi agrivoltaici, con l’obiettivo di migliorare la competitività nel settore e minimizzare l’impatto sull’ambiente e sul paesaggio.
Per concludere, parlare di questo tema spesso solleva il problema del potenziale consumo di suolo, ovvero il rischio che grandi territori coltivabili possano essere sacrificati per la produzione di energia. Ma lo sviluppo di nuova capacità rinnovabile per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica entro il 2030 non rappresenterebbe un pericolo in questo senso: infatti, si stima che sia necessaria un’occupazione dello 0,3% dell’intero territorio italiano e, se rapportato al terreno solo agricolo, di circa lo 0,6%.
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pier-carlo-universe · 22 days ago
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Crisi Agricola in Alessandria: Cia Chiede lo Stato di Calamità e Interventi Urgenti. Annata critica per l'agricoltura alessandrina: danni climatici e crisi economica mettono in ginocchio i produttori
La campagna agricola del 2024 si è rivelata devastante per gli agricoltori della provincia di Alessandria. La Cia Alessandria, in risposta alle enormi perdite causate da condizioni climatiche estreme e problemi economici persistenti, ha formalmente richie
La campagna agricola del 2024 si è rivelata devastante per gli agricoltori della provincia di Alessandria. La Cia Alessandria, in risposta alle enormi perdite causate da condizioni climatiche estreme e problemi economici persistenti, ha formalmente richiesto lo stato di calamità alla Regione Piemonte. L’annata è stata segnata da gelate primaverili, grandinate intense, esondazioni e piogge…
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consiglidiunavvocato · 1 year ago
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🔴 Ricovero per animali da reddito. ⚖️ [👆 Leggi l'articolo - LINK IN BIO] ➡️ Ami particolarmente la natura e, visto il momento di crisi, ti piacerebbe iniziare ad allevare animali da reddito, magari costruendo una stalla per capre da latte, una stalla per ovini, una tettoia amovibile o una tensostruttura agricola? Questo articolo ti sarà sicuramente utile, in quanto vi troverai tutte le informazioni necessarie in relazione all’iter da seguire per intraprendere questa nuova attività. Questo articolo, dunque, ti aiuterà nella realizzazione di un ricovero per animali da reddito, spiegandoti, innanzitutto, quali sono ...
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purasangree · 9 months ago
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GRACIAS POR HUNDIR MÁS EL CAMPO ESPAÑOL, PRESIDENTE.
https://www.libremercado.com/2024-02-20/marruecos-pacto-con-sanchez-usar-tarfaya-para-disparar-la-entrada-de-produccion-agricola-en-plena-crisis-del-campo-7099442/
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agrpress-blog · 10 months ago
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La crisi nel Mar Rosso pesa sulle aziende italiane, dal settore petrolifero-energetico a quelle manifatturiero fino ad arrivare all’agroalimentare. «L’export agroalimentare Made in Italy in Asia vale 5,5 miliardi nel 2023 del quale quasi il 90% raggiunge i Paesi di destinazione per via marittima – è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat – e si scontra con le difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi degli Houthi dello Yemen contro le navi nel Mar Rosso. L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costretta ad evitare il Canale di Suez, ha portato ad aumenti vertiginosi del costo dei trasporti marittimi e dei tempi di percorrenza. Una situazione che impatta pesantemente – sottolinea l’organizzazione agricola – sui prodotti deperibili come l’ortofrutta fresca con l’allungamento dei tempi che potrebbe creare problemi di conservazione del prodotto fresco con il rischio di perdere fette importanti di mercato che sarebbero poi difficili da recuperare. L’ortofrutta fresca e trasformata ha un valore attorno al miliardo, pasta e prodotti da forno per 800 milioni, dolci per altri 400 milioni e vino per oltre mezzo miliardo, con la Cina che – prosegue – si contende con gli Usa il primato nel consumo di rossi di cui l’Italia è tra i primi tre Paesi fornitori». Sulla scia di allarme della Coldiretti, si posiziona anche Gianclaudio Torlizzi, Fondatore della società di consulenza T-Commodity e Consigliere del Ministro della Difesa: «Le consegne ritardano di circa un mese, i costi sono in aumento. Importare un container dalla Cina – spiega l’analista – ad esempio oggi costa 6mila dollari rispetto ai 1500 dollari di inizio dicembre. I ritardi stanno inducendo i grandi gruppi industriali del manifatturiero, soprattutto le multinazionali, a tagliare le produzioni». «I miei clienti riportano costi in aumento e ritardi che vengono compensati con tagli produttivi per evitare di ritrovarsi con un elevato tasso di incompleti. Lo scenario stagflazionistico – aggiunge Torlizzi – che non ci aveva mai veramente abbandonato, sta nuovamente bussando alla porta dell’Europa». «La Bce – dice Torlizzi – sembra ancora non avere compreso il fatto che il forte aumento dell’inflazione in Europa è stato legato alle restrizioni sul lato dell’offerta. La Bce ha fatto scelte monetarie troppo zelanti e restrittive». Secondo l’esperto, la crisi nel Mar Rosso «è la dimostrazione di quanto l’Eurotower non governi la situazione da un punto di vista strutturale, non potendo agire sull’offerta, che in Europa è il vero driver della inflazione. Oggi – prosegue Torlizzi – nell’attuale frammentazione geopolitica l’inflazione, con dei grossi differenziali fra Stati in Europa, la combatti solo se aumenti l’offerta produttiva e questo contrasta con una politica monetaria restrittiva omogenea per tutti». Fa notare, invece, come si dovrebbe «mantenere i tassi a breve alti e fare politiche di quantitative easing, gli acquisti di attività, sulle scadenze a lungo termine per permettere alle imprese di investire in capacità produttiva». Nell’immediato l’Europa, per Torlizzi, «deve proteggere le navi che arrivano in Italia, ma per farlo deve avere le risorse, risorse che – sottolinea – però se si continua a difendere l’austerity non possono essere messe a disposizione della difesa dell’industria» e «la questione di fondo è che dal Patto di stabilità alcune voci come la Difesa devono essere scorporate», conclude il Fondatore di T-Commodity e Consigliere del Ministro della Difesa.
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infosannio · 1 year ago
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Crisi agricola dell'UE: se aspettiamo gli aiuti europei stiamo freschi
(Articolo de El Pais) – Il commissario all’Agricoltura Janus Wojciechowski ha dichiarato di aver “ascoltato” le richieste di Madrid, Lisbona, Roma e Parigi – leggiamo nell’articolo su El Pais Bruxelles è pronta a suddividere i 250 milioni di euro ancora rimanenti dalla riserva di crisi agricola dell’UE di quest’anno per sostenere gli agricoltori e gli allevatori più colpiti dalla siccità e dalle…
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