#assertività/non-assertività
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oggi: intervista a mg su neutopia blog
Grazie a Davide Galipò e alla redazione di NeutopiaBlog per questa intervista: https://neutopiablog.org/2023/12/14/dal-ritorno-allordine-alla-vergogna-della-poesia-intervista-a-marco-giovenale/ fra i temi trattati: il “ritorno all’ordine” a fine anni Settanta e fino ai Novanta / inizio Duemila, la diversa situazione in Francia nello steso periodo, la “vergogna della poesia”, il digitale nel…
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#Akusma#alcune procedure della ricerca letteraria#assertività/non-assertività#“words to be looked at”#Balestrini#Burroughs#cambio di paradigma#Davide Galipò#documento contro monumento#i testi senza bibelots#IA e "mancare a sé"#il "ritorno all&039;ordine" a fine anni Settanta e fino ai Novanta / inizio Duemila#il digitale nel testo#il rifiuto di "finanziarizzare" la conoscenza#interview#intervista#intervista a Marco Giovenale#interviste a Marco Giovenale#la "vergogna della poesia"#la critica letteraria e le nuove scritture#la diversa situazione in Francia nello steso periodo#la ricerca come esito di una collettività#Marco Giovenale#MG#Neutopia#Neutopia Blog#NeutopiaBlog#ritorno all&039;ordine#scrittura complessa#scrittura di ricerca
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I pilastri di una relazione amorosa sana: 10 elementi fondamentali e alcuni esercizi
Una relazione amorosa può essere un tesoro inestimabile nella vita di una persona, ma affinché sia veramente soddisfacente e duratura, deve essere fondata su una base solida e sana. Esploriamo insieme i dieci elementi essenziali che caratterizzano una relazione amorosa in cui entrambi i partner possono prosperare. Comunicazione aperta e sincera: La comunicazione è il fondamento di qualsiasi…
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#ascolto attivo#assertività#coaching#coaching delle relazioni#coaching milano#comprensione amorevole#comunicazione#comunicazione aperta#comunicazione assertiva#comunicazione non violenta#conflitti#crescita personale#divertimento#empatia#EmpatiaInCoaching#equilibrio#equilibrioemozionale#fiducia#GestioneConflitti#gratitudine#journaling#lovecoach#lovecoaching#lovepologist#pratica della gratitudine#relazione#relazione amorosa#relazione di coppia#relazione sana#relazione tossica
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A me Spalletti m'ha sempre fatto dimolto ridere - assertività e incapacità di controllarsi l'embolo, combinazione più che da leader, paesana - ma, detto questo, tutto 'sto casino apocalittico post partita con la Spagna, è la fine, che delusione ...
... per uno zero a uno? Sta superpotenza schiacciante tutto quello che riesce a farci è un autogol che più gollonzo non si può? I fuochi d'artificio dovevate lanciare, e lodare il portierone che come il nostro nessun ce l'ha. Tutto bisogna dirgli.
Sotto il profilo del gioco, il vero disastro cui far buuuuu, non catastrofico per appena 10 cm. nel finale, era stata la gara contro l'Albania.
Si vede che devono equilibrare l'eccesso di lodi sperticate attira boccaloni alla Nazional prima che partisse. Per gli squilibrati, due squilibri uguali e opposti danno equilibrio.
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È giunto il momento della battaglia per liberare il mondo dal male e dal governo di Satana. Dio Padre è ora in procinto di scatenare molti terremoti, Tsunami e inondazioni nel tentativo di farvi svegliare
Figlia Mia, i paesi di tutto il mondo stanno ribollendo sotto la superficie, con disordini sia in termini di odio mostrato dall’uomo all’uomo che per l’attesa di sconvolgimenti ecologici. Questo è dove Madre Natura scatenerà presto l’inatteso, per mostrare all’uomo che egli, a prescindere dalla sua arrogante assertività , non sta controllando nulla. L’uomo ha molte lezioni da imparare.…
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Dire No: L'arte per Salvaguardare il Tuo Benessere
Dire “no” può essere una delle sfide più difficili nella vita quotidiana, sia nel contesto personale che professionale. Ma perché è così complicato rifiutare una richiesta? E come possiamo sviluppare l’abilità di dire no senza sentirci in colpa o compromettere le nostre relazioni? Scopriamo insieme l'arte di dire no e come questo può influire positivamente sulla nostra vita.
Perché Dire No È Così Difficile?
Molti di noi si trovano in difficoltà quando devono dire no, temendo di deludere gli altri o di compromettere le proprie relazioni. Come mai è così complicato? Il problema spesso risiede nella nostra paura di conflitti e rifiuti. Siamo educati a essere accomodanti e a non voler creare disagi, ma questo può portare a stress e ad un sovraccarico di impegni che influisce negativamente sul nostro benessere.
Come scrisse William Ury, autore di "The Power of a Positive No": “Dire no è un atto di integrità. E la verità è che, quando diciamo no a qualcosa, stiamo dicendo sì a qualcosa di più importante per noi stessi.” In altre parole, dire nonon significa semplicemente rifiutare una richiesta, ma piuttosto affermare ciò che è veramente significativo per noi.
Il Ruolo del Confine Personale nella Crescita Personale
Dire no è una competenza essenziale per stabilire confini personali sani. Senza confini chiari, il rischio è di trovarsi sopraffatti e di compromettere il proprio equilibrio psicologico. I confini personali sono fondamentali per proteggere il nostro tempo, la nostra energia e il nostro spazio mentale. Imparare a dire no con assertività ci consente di concentrarci su ciò che è veramente importante per noi e di mantenere relazioni più autentiche e rispettose.
Tecniche per Dire No con Efficacia
Se l'idea di dire no ti sembra spaventosa, non preoccuparti; ci sono tecniche che possono aiutarti a farlo in modo efficace e rispettoso. Ecco alcune strategie pratiche:
Sii Chiaro e Diretto: Quando devi dire no, fallo in modo chiaro e diretto. Non è necessario fornire lunghe spiegazioni o scuse. Una semplice affermazione, come “Purtroppo non posso accettare questa richiesta”, è spesso sufficiente.
Offri Alternative: Se possibile, proponi un'alternativa o un'altra soluzione. Questo dimostra che, sebbene non possa accettare l'attuale richiesta, sei comunque disposto a collaborare in un altro modo.
Mantieni la Serenità: Cerca di mantenere un tono di voce calmo e assertivo. La tua tranquillità aiuterà a trasmettere il messaggio senza conflitto e senza trasmettere sensazioni di colpa.
Il Potere di Dire No nella Tua Vita
Dire no può sembrare una piccola azione, ma ha il potere di trasformare profondamente la tua vita. È un atto di autoaffermazione che ti consente di preservare il tuo benessere e di dedicare più tempo alle cose e alle persone che veramente contano per te.
Ricorda, come scrisse Henry Ford: “Chiunque continua a fare ciò che ha sempre fatto, continuerà a ottenere ciò che ha sempre ottenuto.” Imparare a dire no è una parte fondamentale del cambiamento e della crescita personale. Ti permette di fare spazio per nuove opportunità e di essere più fedele ai tuoi veri valori.
Conclusione
Praticare l’arte di dire no richiede tempo e pratica, ma i benefici per il tuo benessere psicologico e la qualità delle tue relazioni possono essere notevoli. Inizia a mettere in pratica queste strategie e osserva come la tua vita può migliorare. Se desideri esplorare ulteriormente questo argomento o ricevere supporto personalizzato, non esitare a contattarmi.
Dott. Marco Marchini Psicologo Empoli e Online
Fonti
Learning to say "no"
The Power of Saying No
How and When to Say No
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Problemi su problemi che non dipendono da me e non c'è una soluzione. Traumi, dolori.
Eppure vado avanti.
La gente mi chiede di uscire a divertirmi.
Ma a me non interessa. Non me ne va bene una, sto lottando per fare andare bene le cose.
Le persone peggiorano di giorno in giorno sono sempre più disgustata dall' egoismo e da questo desiderio di pulsione nell' uomo.
Ho abituato la gente a non rispettarmi a trattarmi come un oggetto.
Valuto il comportamento, non chiedo più nulla, non mi aspetto più nulla, emotivamente mi distacco e basta, tanto non ha senso lottare per cose che non cambieranno mai.
Oggi sono rimasta paralizzata un po'. Per come mi avete fatto sentire così tante volte.
Dite tutti "sono guerriero/a!" Ma de che? Perché avete fatto un giro intorno al vostro frigorifero?
Tutti combattono le proprie lotte è vero. MA C'È CHI SE LE CREA!!! IO NO!!! A ME CREANO GLI ALTRI I PROBLEMI.
Nessuno è in grado di vivere la mia vita, vorrei che gli capitassero le mie cose, sarebbero impiccati.
Tutti a lamentarsi...ma di cosa? Che non siete ricchi? Che non avete una relazione? Meglio non averla che averne avute di abusanti.
Sono stanca. Mi fido di pochissime persone. Almeno però non sono 0.
Ho le mie gatte per fortuna.
Sono molto frustrata per ciò che mi accade, mi sento impotente sulla mia vita. Qualunque cosa faccio non risolve i problemi che gli altri creano e non posso andarmene da queste cose, se non hai 1 euro e il tuo capo ti sfrutta e ti abusa e non riesci a trovare un altro lavoro subisci. Ingiustizie, cattiverie, abusi.
Assertività, empatia, sensibilità... Vorrei tutte bruciarle. Vorrei bloccare la metà delle persone ovunque, non vederle mai più, non parlarci mai più.
Falsità, egoismo, tossicità, giudizio... Vedo solo questo.
Proiezione costante sugli altri ...
Anche se vedo meglio degli altri, mi dicono che io non sono in grado di vedere e che loro vedono meglio.
Negano che 2+2 fa 4 e mi dicono che sono stupida o sbagliata a pensarlo, che loro hanno ragione che fa 9 e io sbaglio e la loro opinione è oggettiva mentre la mia oggettiva è soggettiva secondo loro.
Sono sminuita consistentemente, invalidata, trattata MAI per ciò che merito.
Bhe lo sapevo già che non era un mondo meritocratico MA almeno lasciatemi in pace invece di sminuirmi.
Non faccio male a nessuno. Cerco di evitare di farlo anche a me stessa.
Non mi interessa neanche più non sentirmi sola, ci ho rinunciato, non mi capisce nessuno perché tanto non "vedono".
Mi sembrano tutti dei rincoglioniti.
"guarda non scrivermi su questo telefono scrivimi sull altro perché questo non lo guardo"
E lo fanno? No. Vorrei dire "ma sei coglion???" Invece semplicemente rispondo dopo più tempo, io avevo avvisato.
Mi allontano da chi non mi piace, senza scomparire e "ma sei fredda"... MA HAI IDEA DI COSA MI HAI FATTO PER FARMI ESSERE COSI?
Tutti a pretendere.
Poi sta roba del contatto fisico. Che schifo. Non voglio essere toccata dalle persone, mi disgustano. Mi hanno toccato troppo per troppo tempo anche quando non volevo in ogni modo possibile.
Provo rabbia, non lo nego. Rabbia e frustrazione per le cose che mi succedono.
E anche senso di colpa se non mi comporto come gli altri si aspettano.
So che sono legittimata ma non cambia le cose.
Conscio e inconscio sono ben diversi.
E inconsciamente non si cancellano gli abusi subiti in una vita intera.
Anche se so che non me li meritavo, che non me li sono cercati io, che ero sempre in buona fede nella mia ingenuità.
Il desiderio di scomparire, l autocontrollo nel momento in cui cerco di gestire le emozioni che mi colpiscono quando mi succede qualcosa esternamente... È tutto un casino.
Ingiustizie ogni giorno. E le accetto anche bene, cercando solo di allontanarmi da situazioni che non cambiano. E so che sta andando meglio... Ma poi ancora problemi.
Problemi di ogni natura. Ne affronti uno ne arriva un altro, se il vostro problema è davvero che non sapete cosa fare o come divertirvi io ho solo da schifarvi.
Io sto cercando di sopravvivere da una vita intera che neanche più mi interessa vivere. Non posso vivere se prima non sopravvivo.
Tutti lottano contro l esterno quando il problema è interno, io invece devo lottare con il mondo e anche con me stessa per gestire ciò che mi accade anche se cerco di non farlo accadere.
È come se camminando mi cade in testa qualcosa e io avessi fatto la strada dove c era meno pericolo che accadesse. Eppure mi cade in testa ugualmente. Quindi mi assumo la responsabilità di dovermi rialzare dalla botta in testa, anche se non me lo meritavo, è successo e basta chissene frega. Però magari perdo metà testa. E imparo a vivere con metà testa. E la gente inizia a dirmi che sono s agliata perché ho metà testa, va bhe chissene frega di quello che dicono. Ma poi iniziano a non darti un lavoro, non farti entrare negli ospedali, non farti comprare il cibo... E che fai??? Muori??? Gli parli gentilmente spiegando (inutilmente) che hai avuto un incidente e che non ti meriti questo comportamento, ovviamente la risposta è 0 empatia. "Eh guarda oggi l ospedale è chiuso." Ma gli ospedali non possono chiudere... Ti prendono pure per il culo cercando di deresponsabilizzarsi. Vai in un altro ospedale, ti fanno più danni e ti dicono che "era giusto così". Gli chiedi perché? E ti rispondono cose prese da topolinofilosofo.org che non hanno né testa né coda... Fai un respiro. Ti dici okay cercherò un altro ospedale o proverò a imparare quello che mi serve a farlo da sola. Con il tempo impari però ti servono prodotti per curarti, tipo un ago per suturare la ferita. Cerchi di andare a comprarlo, ma non te lo vendono perché si sono alzati con il piede storto. E tu sanguini, in silenzio accetti la cosa non puoi farci nulla. Letteralmente nulla che non siano gesti estremi come arrabbiarti e rubare il necessario, quindi non essendo nella mia indole "questa cattiveria" cerco un altro posto che venda aghi. Intanto però perdi sangue, sei sempre più debole... Il sangue cade per terra. Ti dicono che stai sporcando per terra non ti danno un fazzoletto e del disinfettante. Si arrabbiano con te perché hai sporcato, gli spieghi che non lo hai fatto apposta e che ti dispiace e te ne vai. Rispetto verso chi non lo porta a me. A una certa inizi a cercare di riderci sopra. "Dai ti ho fatto un disegno sul pavimento!" E ridi. Ridi anche quando non c'è un cazzo da ridere. Quando scherzi su cose serie la gente poi smette di rompere e ti ignora. Almeno mi lasciano stare. Quindi rido sopra ai problemi così mi sembra quasi di minimizzarli e sento di non rispettarli. Così dissocio. Finisco in un altro posto che vende aghi. Spiego la storia nella speranza che chi ho davanti capisca, niente non parla la mia lingua, parla solo dialetto. Manco l italiano capisce, stronzo e stupido non cambia molto, ma non ci perdo neanche tempo e me ne vado, poi chissà se ha fatto finta di non capire o davvero non capiva. Alla fine mi arrabbio, rubo un ago, è sopravvivenza, legge della giungla. Dopo che l ho fatto però mi sento in colpa. Lo restituisco, mi puniscono. Okay penso che me lo merito anche se in fondo so di non meritarlo consciamente, a livello inconscio mi dico "ho rubato è sbagliato".
Subisco la punizione. Per accettare tutta questa merda fingo che mi piaccia, o meglio non fingo me ne autoconvinco come meccanismo di difesa.
"si dai puniscimi ancora" mentre piango e mi eccito.
Così provo vergogna. Cosa dovrei provare a sentire eccitazione nell' umiliazione? So che è una risposta traumatica ma l inconscio non lo sa e reagisce così.
È imbarazzante, mi vergogno. Così mi isolo, sanguinante, con la testa a metà.
Me ne sto bella beata per i cazzi miei, e arrivano le persone a raccontarmi e addossarmi i loro problemi, mi chiedo ho scritto "psicologa della caritas in testa?" Solo perché ho sofferto o sto soffrendo non significa che puoi usarmi come pungiball emotivo. Ma sono naturalmente empatica e sensibile quindi in fondo me ne dispiaccio, un po' ascolto, un po' cerco di non farmi coinvolgere un po' cerco di aiutare e dare qualche consiglio. Ecco. Quello che dico è sbagliato, ogni volta che dico qualcosa devo riportare prove se no non mi crede nessuno. Spreco tempo a portarle, il più delle volte comunque negano l evidenza. E allora che cazzo mi chiedete un consiglio?! Volevano solo sfogarsi.
Io ho smesso di farlo. Non serve a nulla sfogarsi raccontando i propri problemi agli altri. Gli altri il più delle volte se ne fregano e ti senti solo più incompreso e più solo.
Va bene allora, lasciatemi sola e non comprendetemi. Mi capisco io e sto io con me stessa. Sarebbe troppo bello se fosse così. Dovete pulirvi la coscienza, quindi fingete pure di darmi gli aghi, dopo che finalmente ero riuscita a recuperarne uno e a cucirmi. Utilissimo. Ma ovviamente poi lo fate perché in cambio fatalità volete qualcosa. Eh bhe avrei dovuto imparare in questi 28 anni infernali che nessuno ti dà niente gratis, neanche l'amore ogni cosa va sudata a quanto pare anche se non dovrebbe essere affatto così, perché cazzo funzionate malissimo. Nego ovviamente di farvi favori, sono buona mica scema. E allora boom a dirmi che voi avete fatto questo e quello per me... Darmi una cosa quando non mi serviva più per un tornaconto?! Mh. Ho 6 sensi estremamente sviluppati non sono scema. Ringrazio dell'ago ma glielo restituisco. Non possono dirmi nulla. La prossima volta non lo accetto neanche, ecco cosa imparo.
Non lo chiedo più l ago, se sanguino mi aspetto che se sei una persona intelligente e di cuore me lo dai tu senza che io debba chiederlo. Se non me lo dai cercherò di costruire un ago. Non voglio dover aver bisogno degli altri perché sono sempre pronti ad approfittarsene.
"oh mi fai sentire davvero bene" molti dicono ... "Eh lo so stronzi. Voi noi.".
So di essere una bella persona ma anche se voi lo sapete per sentirvi belli perché non lo siete dovete fare sentire brutta me e poi pretendere che io vi faccia ancora stare bene?
La gente se n è approfittata. Quando uno può ne approfitta quasi sempre. CHE SCHIFO. Io no, non lo farò mai. Ma non vi permetto neanche più di approfittarvi di me. Accetto ma non giustifico, comprendo ma non vi voglio più tra i piedi.
Ormai non ho neanche più bisogno di conoscere qualcuno, sento già quanto fa schifo dopo che dice due parole. Mettersi ancora in discussione su questo mio istinto?! Bhe mai più, non ha mai sbagliato. Non voglio giudicare ma se ho la vibes che tu sia una merda non voglio correre il rischio di aver ragione, magari non lo sei e ci ho perso io ma non posso permettermi di rischiare.
Una volta mi facevo letteralmente andare bene tutti e tutto, la gente pensa che sia perché non volevo stare da sola, ma non è affatto vero non ho mai avuto paura di stare da sola... È proprio un indole, un abitudine, empatia, sensibilità, attenzione... Doti favolose in me che non sono mai stata apprezzate anzi sfruttate per i loro vantaggi.
Ogni giorno spero di svegliarmi una mattina e trovare il coraggio di scomparire da queste persone, con alcune riesco a farlo con altre prendo solo le distanze ma rimangono nella mia vita. Odio dover chiudere i rapporti, mi fa male al cuore. Perché IO VOGLIO DAVVERO BENE ALLE PERSONE ma non posso stare dove non me ne vogliono davvero. Neanche a distanza. È dannatamente difficile e doloroso. Ma con alcune persone l ho fatto con altre un giorno spero di farlo senza dover cambiare città senza dover portare inutili rancori. Cambiare strada e basta. Ma la gente non lo accetta, non accetta che tu non vuoi più avere a che fare con loro anche se gli dici nella maniera più gentile i motivi anche se non gli dai "le colpe" che dovresti dargli e dici che "sei tu che vuoi cambiare aria", nulla... Se uno non vuole staccarsi non lo fa, insiste. E io che ho sempre fatto fatica a mettere i confini odio chi insiste, poi giocano sul farti sentire in colpa, sulla tua sensibilità, e se non cedo si arrabbiano... E io scompaio. Che si arrabbino con loro stessi per l avermi perso a causa dei loro comportamenti. Io glielo ho fatto notare più volte ma nulla non sono cambiati e allora addio non posso fare altro.
Mantengo la calma, cerco soluzioni ai problemi, alcune per ora non hanno risoluzione perché non sono sotto il mio controllo ma lo accetto e cerco di concentrarmi su altro.
Ma non continuate a chiedermi se esco a fare un aperitivo il sabato sera.
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Interessante articolo sull'assertività
Assertività, una risorsa utile per non farsi mettere i piedi in testa da nessuno Ciao, domenica scorsa ho letto questo post sull’assertività che ho trovato interessante: l’ho ripubblico molto volentieri. Luca
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LA GELOSIA COME SPECCHIO DELL'ANIMA: ANALISI PSICOLOGICA E CONSIGLI PRATICI
Esplorando il Mondo della Gelosia: Psicologia della Coppia Perfetta e Reale
Quando il tema della gelosia si insinua nelle dinamiche di coppia, ci troviamo di fronte a un intricato labirinto di emozioni, spesso indotte da paure profonde e radicate. Esploriamo insieme la gestione di una persona gelosa attraverso il prisma della psicologia, differenziando la gelosia sana da quella patologica.
La Natura della Gelosia: Uno Sguardo Psicologico
La gelosia, in fondo, è una manifestazione della paura di perdere qualcuno o qualcosa. È un sentimento che può essere rivolto a una persona, un risultato o un legame affettivo. Tuttavia, il suo significato va oltre; spesso, la gelosia nasconde la paura profonda di essere abbandonati, una radice che affonda nel terreno del nostro passato e delle relazioni primarie.
La "Teoria dell'Attaccamento" spiega come le insicurezze legate alla gelosia possano derivare dai rapporti con le figure di accudimento durante l'infanzia. La gelosia, quindi, diventa un riflesso delle ferite emotive del passato.
Gelosia Sana vs Gelosia Patologica: Distinguerle con Consapevolezza
La gelosia, quando controllata e moderata, può arricchire la relazione, aggiungendo un tocco di intensità. Il problema emerge quando la gelosia diventa patologica, creando uno stato di sospettosità e ansia costante, lontano dalla realtà oggettiva.
Come Affrontare e Gestire una Persona Gelosa: Consigli Pratici
Evita Situazioni Scatenanti: Scendere a compromessi è un elemento chiave. Se sai che determinati comportamenti disturbano il tuo partner, evita quelle situazioni quando possibile, senza tuttavia sacrificare le tue priorità.
Rassicura il Partner: La comunicazione empatica è cruciale. Rassicura il tuo partner non solo con le parole ma anche con azioni concrete. Organizza momenti che apprezza e fagli sentire il tuo amore.
Affronta le Scenate con Assertività: Quando le scenate di gelosia si presentano, affrontale con calma e ragionevolezza. La risposta assertiva, anziché passiva o aggressiva, può favorire la comprensione reciproca.
Indaga sul Problema: Se la gelosia diventa una costante e non trovi spiegazioni apparenti, approfondisci il problema. Una conversazione aperta e sincera può gettare luce sulle ragioni dietro le reazioni gelose.
Chiedi Aiuto Professionale: Se intuisci che la gelosia nasconda ferite profonde, nate dal passato, suggerisci l'idea di consultare uno psicologo online. Il supporto professionale può essere una risorsa preziosa per affrontare la gelosia e preservare la salute della coppia.
Rinforza la Tua Relazione con il Supporto Psicologico
"Scopri insieme a noi il delicato equilibrio delle emozioni nella coppia. Affronta la gelosia con saggezza e rafforza il tuo legame. Siamo qui per guidarti verso una connessione più profonda. Clicca ora per esplorare le dinamiche emotive della tua relazione❗️"
Tito Bisson
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Padova: una consultazione pubblica per l'intitolazione dell'area "ex Valli" all'Arcella.
Padova: una consultazione pubblica per l'intitolazione dell'area "ex Valli" all'Arcella. Sabato 7 ottobre, per tutta la giornata, si svolgerà una grande festa con le associazioni attive all'Arcella e con gli abitanti del Quartiere per inaugurare la grande area verde realizzata nell'ex area Valli. La giornata, di cui la scorsa settimana è stato annunciato l'articolato programma, sarà anche occasione per definire il nuovo nome dell'area. Per deciderlo è stata organizzata una consultazione aperta a tutti i cittadini, in collaborazione con la Commissione Toponomastica che per la prima volta ha scelto di adottare questa modalità. Sarà possibile per tutti indicare la propria preferenza sul sito di Padovanet (https://www.padovanet.it/node/82638) da oggi fino a sabato, e nella sede della Consulta di Quartiere all'Ex Marchesi per tutta la giornata di sabato. Alle 21.00 verrà chiusa la consultazione e la somma delle preferenze espresse online, sommate a quelle espresse durante la festa, darà il risultato del nome vincente, che verrà annunciato la sera stessa. Le tre opzioni per il nome dell'ex area Valli proposte sono: • Limenella, è un nome geografico storico, in quanto nella zona del parco scorreva un corso d'acqua denominato "la Limenella viva". A fine '700 l'area a Nord di Padova era caratterizzata da una serie di fossati e piccoli corsi d'acqua e nell'attuale area ex Valli scorreva "la Limenella viva" che verso est attraversava l'antica via Aurelia, mentre verso ovest si perdeva in diversi piccoli alvei o fossati. Della idrografia della zona non è rimasta attualmente alcuna traccia; • Alfonsina Strada, è stata la prima donna appassionata di ciclismo a competere in gare professionali di ciclismo come il Giro d'Italia e il Giro di Lombardia. Nel 1911 stabilì il record mondiale di velocità raggiungendo i 37,192 km/h. Fu di particolare rilievo la sua partecipazione nel 1924 al primo Giro d'Italia e la sua iscrizione alla gara suscitò diverse polemiche sulla stampa. In poco tempo, però, Alfonsina divenne famosissima: al suo arrivo al traguardo era attesa da centinaia di persona con fiori, donazioni in denaro, bande musicali ed espressioni di incoraggiamento. Negli anni successivi le fu impedito di partecipare ancora al Giro, ma vinse altre 36 corse, gareggiando anche contro colleghi maschi e conquistandosi la stima di molti campioni del ciclismo dell'epoca, tra cui Girardengo; • Franca Ongaro Basaglia, è stata una intellettuale, una scrittrice e una persona che ha partecipato, lavorando sul campo in posizioni di grande rilievo pubblico, al cambiamento e all'umanizzazione della medicina sociale, in particolare della psichiatria e della salute mentale. È stata una figura preminente nei movimenti di riforma del welfare e della sanità sorti alla fine degli anni '60. Ha scritto molti testi con il marito Franco Basaglia e si è impegnata con lui nella riforma psichiatrica. Ha continuato per molti anni, anche dopo la morte del marito, a lavorare per la liberazione delle persone con disagio psichico, con un'attenzione particolare al valore di tutte le differenze, a cominciare dai bambini. È stata un modello di autonomia e assertività per la sua generazione e per quelle più giovani. La sua intuizione dell'importanza dei Centri contro la violenza sulle donne è stata molto anticipatrice. Alla presentazione della consultazione alla stampa hanno partecipato Franca Bimbi, Michelangelo Munarini e Cristina Marcon, che hanno illustrato il significato delle proposte presentate, già discusse dalla Commissione Toponomastica di cui sono membri. Il vicesindaco Andrea Micalizzi: "Nel contesto delle grandi trasformazioni che vivrà Padova nei prossimi anni, che ci permettono di far diventare tanti illustri "ex" luoghi con nuove funzioni e nuova centralità, dare un nome a queste aree significa parlare del loro futuro. Sabato aprirà l'area "ex Valli" con una grande festa, e sarà pronta per la sua nuova vita. Dare un nome non è solo una mera formalità, bensì un atto simbolico perché i nomi creano un senso di appartenenza. Abbiamo voluto coinvolgere la cittadinanza nella scelta, nel rispetto delle prerogative della Commissione Toponomastica che ha indicato una rosa di tre nomi adatti ad un luogo su cui l'Arcella si è confrontata per decenni, coltivando desideri e chiedendo spazi verdi e pubblici addirittura attraverso un referendum. Sabato sarà il culmine di un percorso importante per il quartiere che possiamo definire come un fatto storico; definire anche il nome per questo luogo aiuterà ad accrescere il senso di appartenenza". L'assessore Andrea Colasio: "Ringrazio la Commissione Toponomastica, per il lavoro di questi mesi nella scelta di queste proposte. Era doveroso il loro coinvolgimento e i nomi trovati sono di grandissima qualità e alto significato. Voglio evidenziare la bellezza del fatto che questo nome stia diventando una scelta corale e l'importanza del riconoscersi in un luogo attribuendogli un nome e quindi un senso. In questa scelta la Commissione ha fatto un'eccezione, spogliandosi del suo potere decisionale e lasciandolo ai cittadini, indicando però un percorso basato su alcune linee guida come la centralità di genere e l'attenzione al territorio".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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muybridge per poeti / differx. 2022
youtube
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#assertività/non-assertività#forografia#messaggi ai poeti#Muybridge#scrittura di ricerca#scritture assertive#scritture di ricerca#scritture non assertive differx#utili sussidi#vediamo se riesco a spiegarmi#Youtube
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La C e la A
Ho litigato con C giovedì ed è stato molto spiacevole. Al liceo ha fatto razzia di qualsiasi cosa avessi da dare, anche se non era per lei. Non ho dormito per due anni per stare appresso alle sue chiamate notturne e calmare le sue ansie, anche quando sospettavo fosse solo noia. Le facevo compagnia e finché non si addormentava, finché il sonno non era passato a me e mi restavano quelle ore vuote prima della sveglia a guardare il soffitto.
Temevo da tempo lo avrebbe rifatto. Quando ho tirato fuori un briciolo di assertività se l'è presa a male, e definirei la sua ultima espressione un esempio di borderline rage un po' più equilibrato. Ti ho pensata, e ho pensato "vedi, ha ragione lei", e per questo ho un po' di risentimento nei tuoi confronti perché mi hai lasciato una diffidenza che io non avevo prima. Ma sai cosa? era immotivata. Abbiamo chiarito due giorni dopo, e sono io che le ho chiesto di aspettare perché lei aveva un esame. È stata una bella conversazione, un po' goffa perché era esplicito stessimo cercando di non pestarci i piedi, ma è stata super sana, equilibrata, costruttiva. Io non sono ansiosa né iperemotiva, non se il posto dove sto è sicuro, perché l'unica rassicurazione che mi serve è che l'altra persona non mi sta scrutando cercando motivi per andarsene, perché ho un margine, perché vuole restare e vedere anche me.
Sono fiera di come l'abbiamo gestita, ma brucia perché se solo mi avessi ascoltata non sarebbe finita così con te. Ma forse era così che doveva andare, tu sei libera e io no posso farti vedere colori che per te non esistono. Vorrei essere riuscita a farti sentire al sicuro, mi manchi. Spero sia felice, ovunque tu sia.
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Avere standard alti va bene se il fine ultimo è crescere. Se ottieni il risultato ma non sai come lo hai fatto e non lo sai replicare, non serve!Mentre raggiungi un obbiettivo devi analizzare il processo! Non devi mettere in discussione te se non lo raggiungi, ma mettere in discussione le strategie. Ama il processo.SE VUOI RAGGIUNGERE QUALCOSA CHE NON HAI MAI AVUTO, DEVI FARE COSE CHE NON HAI MAI FATTO.
Tangucci: giorno prima ho riposato, warm up fisico + breathing (esercizio espira e rilascia - sospiro Mariangela - inspira con energia
scegli di fare una cosa nella tua vita che ti fa sentire in missione e ti fa battere il cuore -> sei incomparabile
cosa farò questa settimana per alzare il mio standard e essere sul filo del rasoio? cosa voglio produrre da questa cosa -> parlare con mia mamma (relazionale - paura non approvazione + assertività + alzare il tuo emozionale) + gestione finanze plan per corsi + salute (tutti i giorni respirazione - canto e psicologia) + tutti i giorni studiare mezz’ora parte nuova delle nozze
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A quelli di voi collusi nelle stanze del potere per sopprimere un gran numero di paesi in modo controllato... siate consapevoli del fatto che le vostre azioni saranno punite.
Figlia Mia, i paesi di tutto il mondo stanno ribollendo sotto la superficie, con disordini sia in termini di odio mostrato dall’uomo all’uomo che per l’attesa di sconvolgimenti ecologici. Questo è dove Madre Natura scatenerà presto l’inatteso, per mostrare all’uomo che egli, a prescindere dalla sua arrogante assertività , non sta controllando nulla. L’uomo ha molte lezioni da imparare.…
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Si dice che bisogna sopravvivere a molti dolori prima di vivere anche una sola gioia. Quando i dolori si accumuleranno potreste aver bisogno di qualcuno che li baratti per voi. Lacrime in cambio di fazzoletti, tristezza in cambio di fortuna, rabbia in cambio di assertività. Inizialmente sembrerà che non ci guadagnerete nulla. Poi vi renderete conto che grazie ai fazzoletti non smetterete di piangere ma asciugherete le vostre lacrime; grazie alla fortuna non smetterete di essere tristi ma avrete la consapevolezza che oltre il male inizierete a ricevere anche il bene; con l’assertività non smetterete di provare rabbia ma potrete farvi valere senza alzare nemmeno una volta la voce. Allora capirete che ne valeva la pena, che lo svantaggio era un vantaggio sotto mentite spoglie. la gioia pesa più del dolore, si fa attendere di più perché vive il doppio del tempo e ha una voce due volte più forte. La gioia sa come farsi ascoltare anche quando il dolore ha manie di protagonismo.
Aurora De Pace
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L’italiano neostandard
Nel 1987, cioè ormai quasi 35 anni fa, Gaetano Berruto ha parlato per la prima volta di italiano neostandard nel saggio Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo.
Con questa definizione-ombrello, il linguista intendeva riferirsi a delle tendenze considerate scorrette dalla grammatica, ma che si stavano ugualmente diffondendo da Nord a Sud per via dei mezzi di comunicazione di massa, della commistione tra parlate regionali e lingua nazionale e dell’incalzare della modernità.
L’evoluzione dell’italiano “dell’uso medio”
Da allora ne sono passate di regole sotto i ponti, così come di studi e di osservazioni capaci di includere negli usi dei parlanti del Belpaese anche tutto ciò che nell’interazione quotidiana non rispetta fino in fondo certe norme linguistiche che studiamo in aula.
Ciò accade perché, se è vero che è la grammatica a formare una lingua, è altrettanto vero che è chi si serve della lingua per comunicare a forgiarne le caratteristiche grammaticali, in un vero e proprio processo di evoluzione continua.
Non c’è da stupirsi, quindi, se dal 1987 a oggi certe abitudini rientranti nel cosiddetto “italiano dell’uso medio” si stiano diffondendo in modo sempre più trasversale, finendo per costituire una parte integrante del nostro modo di esprimerci anche in contesti più formali (scritti o orali che siano), senza che venga quasi più notato.
Scoprite di seguito alcune delle più comuni…
Tendenze sempre più diffuse
• “lui, lei, loro” con funzione di soggetto: tanto a scuola quanto nei testi di italiano pensati per gli stranieri, i pronomi soggetto di terza persona sono “egli/ella” al singolare e “essi/esse” al plurale. Nell’italiano neostandard, invece, la prima coppia viene sostituita da “lui/lei” e la seconda coppia da “loro“, che in teoria sarebbero tutti e tre dei pronomi personali complementoma che, in pratica, sono ormai considerati delle varianti regolarmente ammesse;
• “piuttosto che” con valore elencativo: “Durante le vacanze vorrei leggere romanzi gialli, rosa, piuttosto che d’avventura e quant’altro”. C’è un problema in questa frase? Tecnicamente sì, perché “piuttosto che” viene usato al posto di “oppure”, quando il suo significato sarebbe quello di “anziché“. In altre parole, in italiano neostandard lo usiamo per proporre possibili alternative di un elenco, anche se il suo valore originario è invece sostitutivo (permette cioè di indicare una preferenza a discapito di un’altra);
• tempo presente al posto del futuro: nell’idea di una semplificazione dei tempi verbali, succede non di rado che si ricorra al presente indicativo per indicare un’azione che si compirà nel futuro, come nella frase “Fra qualche giorno vado in libreria” (che sostituisce la più idonea “Fra qualche giorno andrò in libreria”). Il motivo è presto detto: da una parte uno sforzo cognitivo minore, per l’appunto, e dall’altra parte una maggiore assertività, almeno nella perceizione di chi parla;
• “assolutamente” con senso assoluto: questo avverbio, se considerato in modo autonomo, non è sinonimo né di “sì” né di “no”; piuttosto, riconferma il livello di convinzione con cui si sceglie la parola che segue. Ecco il motivo per cui non andrebbe utilizzato da solo per rispondere a una domanda chiusa (come “Sei d’accordo?” o “Non ti va di venire?”), bensì accompagnato da un aggettivo (“è assolutamente vero”) o da un altro avverbio (“è assolutamente così”), anche se nell’uso medio accade quasi sempre il contrario;
• “che” polivalente: oltre alla sua funzione di pronome relativo e di congiunzione, il “che” in italiano neostandard diventa una sorta di raccordo semplificato tra proposizioni, come nelle frasi “Leggerò questo libro domani che oggi non ci arrivo” o “Alessandro Manzoni è un autore che ci si può fidare“, la cui forma più corretta sarebbe “Leggerò questo libro domani perché oggi non ci arrivo” e “Alessandro Manzoni è un autore di cui ci si può fidare”;
• uso enfatico del pronome indiretto doppio: nei temi di italiano ci hanno sempre fatto presente che si trattava di un errore, ma le cose cambiano se parliamo di italiano dell’uso medio: va bene dire “a me mi piacciono le storie a lieto fine” o “a te quali classici ti sono rimasti più impressi?”, perché il raddoppiamento in questione serve a rafforzare volutamente l’enfasi sulla persona interessata dalla frase, per quanto la regola grammaticale continui a sconsigliarlo;
• “se” ipotetico + imperfetto: al posto del congiuntivo, è ormai tendenza comune ricorrere all’indicativo per semplificare, oltre ai tempi verbali, anche l’uso dei modi. Di conseguenza, non è insolito imbattersi in frasi del tipo “Se prenotavi lunedì il libro ti sarebbe già arrivato“, che va a sostituire la proposizione “Se avessi prenotato” in un periodo ipotetico. Ancora una volta niente di errato fino in fondo, si tratta “solo” di una modalità più informale di esprimersi.
Come vi sarà già capitato di osservare nella vostra esperienza quotidiana, si tratta di usi abusati, per così dire, perfino nei giornali, in radio o in televisione, per non parlare di discorsi orali di una certa caratura, che siano diffusi in streaming o tenuti davanti a un pubblico. D’altronde, una lingua non può fare a meno di evolversi, e insieme a lei la nostra percezione di cosa sia adeguato o meno in ogni situazione, con tutte le conseguenze del caso.
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