#letteraturabreve
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ninoelesirene · 4 months ago
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L’errore cognitivo più comune delle persone per bene è dare per scontato che anche gli altri lo siano.
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ninoelesirene · 2 months ago
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Rappresentiamo sempre uno spartiacque per qualcuno. Le nostre strade non solo si incrociano: noi accadiamo alle persone. C’è un prima e c’è un dopo.
Essere eventi nella vita degli altri è una grande responsabilità; e un’occasione, soprattutto.
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ninoelesirene · 4 months ago
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Quando a un certo punto vedi una cosa, e magari la metti a fuoco, non puoi più non vederla, non puoi più evitare di sentirla.
Vale per i traumi, ma vale anche per le liberazioni.
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ninoelesirene · 3 months ago
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In cima alla lista delle cose che fanno bene c’è svegliarsi e sentire la voce di chi amiamo nell’altra stanza, mentre parla con qualcuno, è al telefono o magari canticchia. C’è un mondo intero custodito nella normalità di quattro pareti e qualche porta.
L’amore ha bisogno di presenza vera e di giuste distanze, di consuetudine e attesa serena.
Tutto il resto non lo voglio.
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ninoelesirene · 1 year ago
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Ci si innamora
Per affinità di ferita
Ma ci si ama
Per reciproca cura.
Si innamora chi si specchia,
Ma ad amare è chi guarda.
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ninoelesirene · 5 months ago
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Diventi adulto quando all’improvviso ti annoia mortalmente l’assenza di reciprocità.
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ninoelesirene · 2 months ago
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A un certo punto, se la vita è clemente e ci fa il dono della consapevolezza, cominciamo a innamorarci di come le persone stanno al mondo.
Non ci rapiscono più solo gli occhi, le mani, il modo in cui le labbra si incontrano o le gambe reggono il peso della quotidianità. Reagiamo alla pace con cui chi siamo destinati ad amare si muove tra la gente, all’ironia che dispiega in risposta a uno stimolo imprevisto, alla grazia con cui accoglie la bellezza e l’imperfezione nostre.
Di questo ci innamoriamo quando cresciamo, della magia di chi è umano e degli altri vede l’umano, senza perdere tempo.
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ninoelesirene · 8 months ago
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Ricordo tutto ciò che non è stato detto bene
Ricordo tutto ciò che non è stato detto
Ricordo tutto ciò che non è stato
Ricordo tutto ciò che non è
Ricordo tutto bene.
[forse]
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ninoelesirene · 6 months ago
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Mi dispiace tanto per tutti i bambini che non si sono sentiti sempre amati come avrebbero voluto, specie quelli ancora intrappolati nelle persone adulte che amo (me compreso).
Se l’empatia potesse distillarsi, per me avrebbe la densità di questa precisa emozione.
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ninoelesirene · 4 months ago
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C’è una piccola tristezza in alcuni di noi. Sono le parole mai giunte a destinazione.
Le abbiamo pensate, formulandole molte volte, immaginando dialoghi a nostra misura. Le abbiamo spesso trascritte, perché ogni verbo, ogni costrutto, dicesse con esattezza ciò che volevamo rappresentare.
Le abbiamo concepite in preda alla rabbia, alla passione, le abbiamo redatte pieni d’amore. Nell’abitacolo in silenzio, prima di scendere dall’auto; camminando corrucciati, verso il lavoro; esausti sul divano, di fronte a un film che non ci interessava davvero: instancabili, le abbiamo date alla luce un po’ ovunque.
Ci siamo persino compiaciuti nel dirle ad alta voce dopo l’ultimo colpo di lima, ma sono rimaste lì.
E ora che il momento per indirizzarle è passato, ora che la città è vuota, esse sono simulacri senza spirito, altari di un culto che non divenne religione, testimoni di un passato che non fu mai presente.
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ninoelesirene · 1 year ago
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Ho archiviato, riposto, staccato, taciuto, ridefinito, nascosto, scacciato, fuggito, riformulato, rivisto, aggirato, soppiantato, contrapposto, ridimensionato, sbollito, ridiscusso, registrato, trasceso, smontato, alleggerito, ponderato, omesso, bilanciato, buttato all’aria, trascurato, rimosso, ignorato, ridotto al silenzio.
Eppure.
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ninoelesirene · 4 months ago
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Imparo ogni giorno a seguire l’istinto, separandolo con attenzione dalla paura e dal bisogno, lavando via la sabbia come si fa con un vecchio gioiello ripescato sul fondo del mare.
Con gli anni avanza anche la pace, non quando razionalizzo, scompongo, pianifico - ché davvero non è “l’età della ragione” -, ma quando aderisco con fiducia all’eco dell’intuito, pronta a guidarmi verso la verità di ciò che sono e voglio, sul sentiero di tutti i santi giorni.
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ninoelesirene · 20 days ago
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Non voglio vergognarmi di avere un cuore che batte fortissimo. Assorda? Sì, a volte assorda; ma anticipa, accoglie e si rivela con il sentimento suo più nucleare: il coraggio.
Puoi resistere al boato, quando esplode fuori dal petto? Quel boato si chiama amore.
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ninoelesirene · 5 months ago
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Come si convive con l’irreversibile?
Il dramma della vita adulta è che le cose succedono e succedono e succedono e non possono più non essere successe. Non si torna indietro. Stanno lì, come un meteorite schiantato al centro del salotto. E per raggiungere il divano o apparecchiare la tavola a festa, bisogna aggirare la voragine, finché non ci si abitua e il vuoto non diventa parte dell’arredo di una casa senza tetto.
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ninoelesirene · 2 months ago
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Ci si scopre disabituati alla cura, accecati da una luccicante trascuratezza, riflettore che distrae da un camerino dove non arrivano mai fiori.
Ci si ritrova senza respiro, convinti di avere il passo leggero, mentre il cuore grida pietà dentro il petto insonorizzato.
Siamo automi, programmati per ripetere l’imprinting credendolo una scelta, credendolo il nostro bene; finché qualcosa si rompe e spazza via tutto.
E se sopravvivi, sei libero.
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ninoelesirene · 1 year ago
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Al pronto soccorso una signora con occhi buoni e due occhiaie livide si è avvicinata e mi ha chiesto di usare il mio cellulare per chiamare il figlio: “Sono qui dalle 13” ha detto, “e non ho potuto fargli sapere più nulla”.
Abbiamo riscritto il numero di Luca parecchie volte. Lei pronunciava le cifre, io le digitavo, poi le riguardavamo insieme per vedere se i conti tornassero. Pareva più una poesia di Rodari che un dettato.
Mentre i due finalmente parlavano, la signora ha appoggiato una mano sulla mia spalla e l’ha lasciata lì, finché non è stato il momento di congedarsi: “grazie, gentilissimo, potrei essere una mamma per te.”
Gianesia, questo il suo nome, avrà 85 anni almeno, mentre mia madre è morta a 54. Non ho idea di come sarebbe stata a quell’età e l’immagine che ho di lei è intrappolata in un’epoca di capelli scuri e pelle ancora intatta, di sorrisi sani e nessuna occhiaia livida. Chissà se avrebbe mai chiamato me con il tono timido, ma organizzativo che Gianesia aveva con Luca: quello di un genitore che sa di dipendere, ma non perde l’inclinazione ad accudire. Non lo saprò mai, e fa male. Soprattutto non so come sarei stato io, chi sarei stato io se lei fosse ancora qui e avesse potuto invecchiare, essendo fragile nell’unico modo che ci accomuna tutti. Avrei risposto alla sua chiamata con la stessa attenzione? L’avrei fatta sentire accolta? O mi sarei spazientito, come il figlio della signora che invece mi sedeva di fianco? Non lo so, ma so che sopravvivere significa accettare ciò che è stato e, soprattutto, ciò che non è potuto essere.
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