#antiche rotte commerciali
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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Samarkanda: La Perla dell’Uzbekistan tra storia, cultura e bellezza senza tempo.
Un viaggio nel cuore dell'Asia centrale per scoprire la città che incanta il mondo.
Un viaggio nel cuore dell’Asia centrale per scoprire la città che incanta il mondo. SAMARKANDA – Situata lungo l’antica Via della Seta, Samarkanda è una delle città più affascinanti e ricche di storia al mondo. Conosciuta come “la Perla dell’Uzbekistan”, questa città millenaria è un crocevia di culture, religioni e tradizioni, una testimonianza vivente della grandezza delle civiltà che l’hanno…
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t-annhauser · 1 month ago
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Athena criselefantina
Stamattina, facendo delle mie ricerche sulle dee greche, sono venuto a conoscenza di un appellativo di Atena Parthenos (che poi su quel "parthenos" ci sarebbe da fare un post a parte), l'appellativo di crisoelefantina. La statua di Atena nel Partenone, opera di Fidia, era crisoelefantina: era forse la statua di Atena, al pari di Ganesh, fatta a forma d'elefante d'oro? No, la statua di Atena era fatta d'oro e d'avorio.
"criselefantino o crisoelefantino deriva dal greco antico χρῡσελεφάντινος, chrȳselephántinos, a sua volta da χρυσός, chrysós ("fatto d'oro") e ἐλέφας, élephas ("e d'avorio")"
Ecco una di quelle illuminazioni etimologiche di cui parlava Savinio, élephas, d'avorio, da cui probabilmente elefante, principale fonte di tutto l'avorio del mondo.
Ma come facevano i greci ad avere così tanto avorio da farci delle enormi statue come quella del Partenone?
Da Treccani. "La tradizione dell'arte dell'a. viene ricercata attraverso diverse tappe di indagine come la localizzazione dei centri di approvvigionamento (la valle del Nilo, il Sudan, la Libia, il Libano, la Siria e solo più tardi, a partire dall'età ellenistica, l'India) dai quali la materia prima viene smistata nelle aree limitrofe - dove erano attivi, almeno nelle epoche più antiche, i centri di lavorazione - oppure verso un florido mercato internazionale insediato strategicamente lungo le rotte marittime o carovaniere. A questi nodi commerciali (Cipro, Corinto, Sparta e alcuni centri dell'Etruria in epoca orientalizzante e arcaica, Delfi in età classica, Delo e Alessandria in quella ellenistica) attingevano gli artigiani delle diverse scuole attive nel bacino del Mediterraneo."
E con questo si chiude la pillola di cultura classica quotidiana.
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danieleneandermancini · 1 year ago
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Online il diario di bordo del velista Soldini, sarà un docufilm
(ANSA) – MILANO, 30 MAG – Oltre 44mila miglia intorno al mondo, veleggiando sulle antiche rotte commerciali: è l’impresa ecologica intrapresa dal navigatore italiano Giovanni Soldini che offre il racconto del suo viaggio sulla piattaforma multimediale aroundtheblue.org.    Online gli utenti troveranno l’avventura del velista, tappa dopo tappa, e il suo diario di bordo diventerà un…
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Viaggio alla scoperta dei fiumi più lunghi del mondo
I fiumi più lunghi del mondo sono affascinanti non solo per la loro lunghezza, ma anche perché rappresentano un elemento fondamentale dell'ecosistema terrestre. Sono fonte di acqua per l'irrigazione, forza motrice per le centrali idroelettriche, habitat per una vasta gamma di piante e animali e il mezzo per le rotte commerciali e il trasporto pubblico. Fiumi più lunghi del mondo: il primato del Nilo Il fiume più lungo del mondo è il Nilo, che scorre in Africa per circa 6650 chilometri, dal lago Vittoria fino al Delta del Nilo nel Mar Mediterraneo. Il Nilo è famoso per la sua importanza storica e culturale e per essere stato la fonte di sopravvivenza delle antiche civiltà egizie. Oggi, è ancora uno dei fiumi più importanti del mondo, e la sua valle è una delle zone più fertili e densamente popolate del mondo. Il resto del "podio" Seguono il Rio delle Amazzoni, che scorre per circa 6575 chilometri in Sud America, dal Perù all'Oceano Atlantico, e il Fiume Yangtze, che attraversa la Cina per una lunghezza di circa 6300 chilometri e sfocia nel Mar Cinese Orientale. Entrambi questi fiumi sono famosi per la loro biodiversità e l'importanza economica per le comunità locali. L'Amazzonia, ad esempio, è la foresta tropicale più grande del mondo ed è conosciuta per la sua incredibile varietà di piante e animali. Chiudono la top five Il quarto fiume più lungo del mondo è il Mississippi-Missouri, che attraversa gli Stati Uniti per circa 6275 chilometri. È un fiume importante per il trasporto commerciale e turistico, ma anche per la produzione di energia elettrica. Il fiume si fonde infine con il Golfo del Messico nella Louisiana. Il quinto fiume più lungo del mondo è l'Yenisei, che attraversa la Siberia occidentale per circa 5540 chilometri. È famoso per le sue acque cristalline e per essere la fonte di molte specie di pesci. Menzioni onorevoli Oltre ai cinque fiumi sopra menzionati, ci sono anche altri fiumi che meritano una menzione: ad esempio, il Rio Congo, il fiume più profondo del mondo, che scorre per circa 4700 chilometri attraverso l'Africa centrale e sfocia nell'Oceano Atlantico. Il Paraná-Paraguay, che attraversa l'Argentina, il Brasile e il Paraguay per circa 4880 chilometri, è anch'esso un fiume importante per il trasporto commerciale e l'irrigazione, mentre l'Ob è fondamentale per l'economia della Siberia occidentale. Il fiume Giallo, che scorre per circa 5464 chilometri in Cina, è anch'esso un fiume importante per la produzione di cibo e la generazione di energia idroelettrica. Foto di Larisa Koshkina da Pixabay Read the full article
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tourandalusia · 3 years ago
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GIORNO 01: VENERDI 03-09-2021 ITALIA - MALAGA
Mi alzo alle 06.45 e alle 07.45 passo a prendere il mio compagno di viaggio Pino da casa sua. Alle 09.05 siamo all'autoparco di Catania. Entrati in aeroporto onoro i miei colleghi di lavoro che mi hanno regalato una nuovo trolley per il mio compleanno. Grazie. Alle 09.40 siamo in fila per il drop off bagagli Alitalia. Giunto il nostro turno io sono il primo a fare visionare il passaporto e la carta di imbarco. Mi viene richiesto l'SPTH spagnolo e il Green Pass italiano. Ho tutti i documenti su carta e la mia valigia viene etichettata e spedita a Malaga. E' il turno di Pino. Esibisce il passaporto, la carta di imbarco, l'SPTH e infine il QR del Green Pass sul cellulare. E' qui casca l'asino. La Hostess non ritiene il QR valido. Per lei è necessario potere leggere il numero delle dosi di vaccino effettuate e il QR non le indica. Ci vuole il foglio completo del Green Pass anche se su cellulare. Insistiamo inutilmente. Facciamo spazio agli altri passeggeri e cerchiamo di ottenere il pass da App IO e online, ma non abbiamo ne SPID ne AUTHCODE. Alla fine il cellulare di Pino si impalla e anche noi non siamo più lucidi. I minuti passano e le idee si affievoliscono. Non ci resta che ridurre i danni. Io devo partire, mentre Pino è costretto a tornerà a casa con la mia auto e tentare di raggiungere la Spagna con un altro volo. Corro al controllo di sicurezza chiedendo il permesso di passare avanti agli altri passeggeri. Stanno già imbarcando quando ricevo una telefonata di un collega che a lavoro ha bisogno di aiuto. Alla fine gli racconto la situazione e lui mi suggerisce un tampone rapido. Chiudo e richiamo Pino, il quale ancora al check in, chiede alla Hostess, ma ottiene come risposta “NO TAMPONI IN AEROPORTO”. (Su questa vicenda leggete anche l'epilogo alla fine del viaggio). Una volta imbarcato su AZ 1724 decolliamo alle 11.28 per Roma dove atterriamo alle 12.28 (previsto 10.45 – 12.08). Scendo dal velivolo alle 12.58 e chiamo Pino. Sta per arrivare a casa mia per lasciare l'auto e poi nel primo pomeriggio passerà in agenzia per trovare una soluzione insieme alla nostra agente Angelica la quale,  già avvertita, ha informato dell'accaduto il tour operator del  viaggio. Pranzo a sacco in aeroporto e alla 14.22 decollo con AZ 090 per Malaga. Atterriamo alle 17.10 (previsto 14.20 – 17.00). Seguo le indicazioni avute su mappa per rintracciare l'autista del trasferimento in hotel. Trovato l'autista questi aspetta un altra coppia e quando essa ci raggiunge partiamo alle 18.00 per l'albergo in una limousine Mercedes. Mi presento a Teresa e sua figlia Daniela di Foligno che partecipano mio stesso tour. Alle 18.20 siamo in hotel e sistemata la valigia in camera alle 18.40 esco in solitari. - Málaga è la capitale dell’omonima provincia, situata nella regione dell’Andalusia. La storia di Malaga dura circa 2.800 anni, rendendola una delle città più antiche d'Europa e una delle più antiche città abitate ininterrottamente al mondo. Oltre 2.000 anni fa le più importanti civiltà del Mediterraneo trovarono a Malaga un luogo eccezionale in cui stabilire rotte commerciali, grazie alla posizione strategica del suo porto. - Percorro Avenida Manuel Agustin Heredia; incrocio Plaza de la Marina; proseguo per Paseo de los Curas fino alla Plaza de Toros. Torno indietro per la parallela Paseo del Parque per rientrare in hotel. Nel mentre Pino mi chiama per confermarmi il suo arrivo a Siviglia la sera di domani direttamente in hotel. Alle 20.05 sono a cena con il gruppo e conosco la nostra guida. Si chiama Catina (personalizzazione di Caterina) e lavora in Spagna da 20 anni. A tavola siamo in 8. Insieme a Teresa e Daniela ci sono Rosalia di Cosenza; Maria e Daniele, una coppia di sposini originari di Trapani; e una coppia di simpatici pensionati-globetrotter molisana. Alle 22.50, dopo una lunga doccia, sono a letto. Ho percorso 8km.
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thebeautycove · 4 years ago
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THE DIFFERENT COMPANY • AL SAHRA • Eau de Parfum - Novità 2020 - Nel silenzio del deserto. Per ritrovare l’anima. Siamo persi nella civiltà, non nell’infinita vastità di sabbia. Chi non è mai stato nel deserto non può veramente conoscere la forza del silenzio, la leggerezza della libertà e il mistero dell’universo. Nel deserto tutto è divenire, un moto perpetuo dentro una calma irreale, la luce insegue le ombre, il vento spezza ogni legame, ogni traccia svanisce al suo passaggio, il suolo torna inviolato, le sue dune magiche e altere difendono i loro misteri. Quante volte la fragranza si è trasformata nella macchina del tempo, nella capsula del non luogo, nella lampada incantata da strofinare (e annusare) per esaudire i desideri. Con lei ci siamo messi in fuga, estraniati dal frastuono impazzito del mondo, eclissati dai malumori, allontanati dalla superficie alla ricerca di una profondità purificante e pacificante, di una distanza che consentisse un ascolto più intimo e vero.
Desiderio esaudito grazie a The Different Company che con la nuova fragranza Al Sahra ci indica un percorso olfattivo alternativo, ci conduce alla scoperta delle rotte commerciali desertiche delle Azalai, le antiche carovane del sale allestite dai Tuareg, che ancora oggi, seppur più raramente, attraversano i territori del Sahara congiungendo oriente ad occidente. Gli "uomini blu" appaiono come un miraggio nel paesaggio arso dal sole, sono splendidi figli del vento e delle stelle, in groppa ai dromedari avanzano lenti e allineati, le loro silhouette indaco vibrano di riflessi iridescenti sopra le dune. Sono gli aromi del deserto, sale, spezie, datteri intrecciati a sabbia, rocce e vento caldo a saturare l’orizzonte, Émilie Coppermann ne cattura l’essenza concertando un orientale caldo dalle sfaccettature minerali corroboranti. Le note saline e minerali d’apertura si dissolvono nella lucentezza floreale del giglio di sabbia e della violetta bianca, sbuffi di olibano e cannella accompagnano il placido avanzare di cisto labdano, patchouli e sandalo, come un vento dolce e sensuale che scompiglia di felicità pelle e cuore.
Creata da Émilie Coppermann. Nel formato Eau de Parfum, flacone ricaricabile da 100 ml. Nelle profumerie concessionarie esclusive, nei Bar à Parfums Olfattorio e nel loro e-shop instagram.com/igbeautycove ©thebeautycove
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lavocedegliitaliani · 5 years ago
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ITALIA: ITINERARI SUGGESTIVI DA FARE A PIEDI
ITALIA: ITINERARI SUGGESTIVI DA FARE A PIEDI
ITALIA: ITINERARI SUGGESTIVI DA FARE A PIEDI
Una selezione di grandi itinerari italiani lungo le antiche vie della transumanza o lungo i cammini religiosi, i cammini storici e i percorsi più belli per chi vuole viaggiare a piedi in Italia
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Antiche strade religiose, mulattiere, tratturi e vecchie rotte commerciali: una delle avventure più belle da programmare quest’anno è riscoprire l’Italia a…
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Siamo ormai così tanto abituati a prendere l’aereo, persi a cercare tariffe sempre più basse e risparmiare, che spesso ci dimentichiamo quanta bellezza nascondano gli itinerari in treno. Ve li ricordate quei viaggi lunghi, seduti in carrozza, quando guardavate con entusiasmo fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva veloce? Da quant’è che non fate un viaggio così? Secondo noi è ora di tornare ad assaporarli e rivivere l’esperienza che il “viaggiare in treno” porta con sé. E’ ora di riscoprire le rotte ferroviarie, spesso molto panoramiche, che collegano l’una all’altra piccole cittadine e che ogni giorno raggiungono moltissime destinazioni europee. Per questo vi consigliamo tre itinerari in giro l’Europa che non potete proprio perdervi questo inverno. Digione. Fonte iStock Ecco il primo, in Borgogna, Francia. Un viaggio nella regione del vino, alla scoperta delle sue bellezze paesaggistiche, non sono eno-gastronomiche. È qui che, in treno, potete percorrere la via che vi porterà a Digione, Gevrey-Chambertin, Meursault e altri incantevoli luoghi nel cuore verde della Francia. La Borgogna è una zona perfetta da percorrere anche nel periodo invernale quando i paesaggi sono ricoperti dalla neve, avvolti dalle nebbie, o baciati dal sole in attesa della primavera. E l’ideale, con una prospettiva così, è scaldarsi con l’ottimo vino prodotto in questa zona. Una zona caratteristica, quella della Borgogna, ricca di vigneti, paesaggi e dove i paesi richiamano tutti architetture fiabesche, spesso con suggestivi tetti dalle tegole colorate. A Digione, per esempio, non potete perdervi una visita sulla torre dell’orologio per gustarvi il panorama della città dell’alto. Mentre vale la pena fermarsi a Meursault per scoprire il suo castello – oltre che le sue cantine – o Beaune, splendida cittadina immersa tra palazzi rinascimentali, case a graticcio e cortili nascosti. Tutti centri raggiungibili facilmente a piedi, una volta scesi alla stazione. E, ognuno, patria di un vino superbo da degustare. Nella zona più occidentale potete visitare anche Nevers, importante meta di pellegrinaggi e città legata alla produzione di porcellane in maiolica. Una città che racchiude monumenti come la cattedrale gotica di St-Cyr e Ste-Julitte, la chiesa romanica di St. Etienne e il Palazzo Ducale, considerato anche il primo castello della Loira. Middelburg. Fonte iStock E che ne dite, invece, di esplorare in treno i Paesi Bassi? Questo è il secondo itinerario che vi suggeriamo di non perdere. Volete salire in carrozza dall’Italia? Si può fare. Sarà un percorso lungo, visto che non c’è un treno diretto, ma di certo un’ottima alternativa all’aereo. Si può pensare di partire da Milano verso Zurigo e viaggiare poi di notte sul treno diretto ad Amsterdam o affrontare un viaggio diurno che, sempre da Milano, poi proseguirà con cambio a Basilea e Colonia. I km percorsi varranno la pena per scoprire città immerse nella provincia zelandese, affrontando un clima ventoso ma mai troppo freddo, nemmeno in inverno. Meta ideale per chi ama il mare invernale e immergersi in tutto il suo fascino. Da visitare di certo Middelburg, ricca di interessanti attrazioni, storia e cultura. Con le sue antichissime case affacciate sul canale e vicoli stretti e acciottolati, questa città è stata una dei centri commerciali della Compagnia olandese delle Indie orientali. Da vedere qui il municipio, considerato uno degli edifici più belli dell’Olanda, e il panorama dalla torre “Lange Jan”, al termine dei 207 gradini. Visitare questa piccola cittadina sarà come fare un tuffo nel passato. Distante poche ore da Amsterdam e Rotterdam, Middelburg è perfetta anche come base per effettuare escursioni, scoprire le spiagge ventose della Zelanda, gustarsi ottimi piatti a base di aragosta e cozze oltre che visitare altre località come Domburg e Renesse. Dolmburg, in particolare, è un’antica località balneare: pittoresca, ricca di spazi verdi, fonte di ispirazione per artisti come Piet Mondriaan e Jan Toorop. Dalle spiagge al Castello Westhove, la città è perfetta anche per ama la cultura, escursioni in barca e attività all’aria aperta. E poi non perdetevi Renesse, con le sue spiagge bianche e il suo centro ricco di caffè e ristorantini da scovare tra porti interni, bastioni e ponti levatoi, è perfetta per rifugiarsi dal periodo invernale. Mariazell. Fonte iStock E per concludere vi proponiamo anche un viaggio in treno alla scoperta delle Alpi austriache. Quando si parla dell’Austria cosa vi viene subito in mente? A noi l’aria fresca e pulita, i boschi, le architetture tipiche. Ancora più belle se visitate nel periodo invernale. Perché non esplorare dunque in treno la zona delle Alpi? Potreste andare alla scoperta di Mariazell, piccolo paese di 1500 anime incastonato dalle montagne, attrezzate per ogni tipo di sport, con palazzi dalle facciate color pastello. Questa è una meta che attrae il turismo invernale, concentrato da dicembre a marzo, ma anche religioso, visto che qui si trova uno dei santuari mariani più importanti d’Europa. La città è punto di partenza anche per nuove destinazioni. Che ne dite di una gita al parco naturale “Ötscher-Tormäuer” o nella valle Pielachtal o al Lago alpino Erlaufsee, meta ideale per rilassarsi e godersi lo spettacolo della natura? Oppure potreste andare, sempre in carrozza, a esplorare le città vicine come Annaberg, deliziosa località montana sede di tre antiche miniere. Per gli appassionati di ferrovie storiche, inoltre, è possibile arrivare a Mariazell con un’antico treno del 1906. Attivo da St. Pölten percorre un tracciato di 85 km per tuffarsi nel paesaggio boscoso locale. Bello no? https://ift.tt/30yRmxh Tre itinerari in treno che non puoi perdere questo inverno Siamo ormai così tanto abituati a prendere l’aereo, persi a cercare tariffe sempre più basse e risparmiare, che spesso ci dimentichiamo quanta bellezza nascondano gli itinerari in treno. Ve li ricordate quei viaggi lunghi, seduti in carrozza, quando guardavate con entusiasmo fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva veloce? Da quant’è che non fate un viaggio così? Secondo noi è ora di tornare ad assaporarli e rivivere l’esperienza che il “viaggiare in treno” porta con sé. E’ ora di riscoprire le rotte ferroviarie, spesso molto panoramiche, che collegano l’una all’altra piccole cittadine e che ogni giorno raggiungono moltissime destinazioni europee. Per questo vi consigliamo tre itinerari in giro l’Europa che non potete proprio perdervi questo inverno. Digione. Fonte iStock Ecco il primo, in Borgogna, Francia. Un viaggio nella regione del vino, alla scoperta delle sue bellezze paesaggistiche, non sono eno-gastronomiche. È qui che, in treno, potete percorrere la via che vi porterà a Digione, Gevrey-Chambertin, Meursault e altri incantevoli luoghi nel cuore verde della Francia. La Borgogna è una zona perfetta da percorrere anche nel periodo invernale quando i paesaggi sono ricoperti dalla neve, avvolti dalle nebbie, o baciati dal sole in attesa della primavera. E l’ideale, con una prospettiva così, è scaldarsi con l’ottimo vino prodotto in questa zona. Una zona caratteristica, quella della Borgogna, ricca di vigneti, paesaggi e dove i paesi richiamano tutti architetture fiabesche, spesso con suggestivi tetti dalle tegole colorate. A Digione, per esempio, non potete perdervi una visita sulla torre dell’orologio per gustarvi il panorama della città dell’alto. Mentre vale la pena fermarsi a Meursault per scoprire il suo castello – oltre che le sue cantine – o Beaune, splendida cittadina immersa tra palazzi rinascimentali, case a graticcio e cortili nascosti. Tutti centri raggiungibili facilmente a piedi, una volta scesi alla stazione. E, ognuno, patria di un vino superbo da degustare. Nella zona più occidentale potete visitare anche Nevers, importante meta di pellegrinaggi e città legata alla produzione di porcellane in maiolica. Una città che racchiude monumenti come la cattedrale gotica di St-Cyr e Ste-Julitte, la chiesa romanica di St. Etienne e il Palazzo Ducale, considerato anche il primo castello della Loira. Middelburg. Fonte iStock E che ne dite, invece, di esplorare in treno i Paesi Bassi? Questo è il secondo itinerario che vi suggeriamo di non perdere. Volete salire in carrozza dall’Italia? Si può fare. Sarà un percorso lungo, visto che non c’è un treno diretto, ma di certo un’ottima alternativa all’aereo. Si può pensare di partire da Milano verso Zurigo e viaggiare poi di notte sul treno diretto ad Amsterdam o affrontare un viaggio diurno che, sempre da Milano, poi proseguirà con cambio a Basilea e Colonia. I km percorsi varranno la pena per scoprire città immerse nella provincia zelandese, affrontando un clima ventoso ma mai troppo freddo, nemmeno in inverno. Meta ideale per chi ama il mare invernale e immergersi in tutto il suo fascino. Da visitare di certo Middelburg, ricca di interessanti attrazioni, storia e cultura. Con le sue antichissime case affacciate sul canale e vicoli stretti e acciottolati, questa città è stata una dei centri commerciali della Compagnia olandese delle Indie orientali. Da vedere qui il municipio, considerato uno degli edifici più belli dell’Olanda, e il panorama dalla torre “Lange Jan”, al termine dei 207 gradini. Visitare questa piccola cittadina sarà come fare un tuffo nel passato. Distante poche ore da Amsterdam e Rotterdam, Middelburg è perfetta anche come base per effettuare escursioni, scoprire le spiagge ventose della Zelanda, gustarsi ottimi piatti a base di aragosta e cozze oltre che visitare altre località come Domburg e Renesse. Dolmburg, in particolare, è un’antica località balneare: pittoresca, ricca di spazi verdi, fonte di ispirazione per artisti come Piet Mondriaan e Jan Toorop. Dalle spiagge al Castello Westhove, la città è perfetta anche per ama la cultura, escursioni in barca e attività all’aria aperta. E poi non perdetevi Renesse, con le sue spiagge bianche e il suo centro ricco di caffè e ristorantini da scovare tra porti interni, bastioni e ponti levatoi, è perfetta per rifugiarsi dal periodo invernale. Mariazell. Fonte iStock E per concludere vi proponiamo anche un viaggio in treno alla scoperta delle Alpi austriache. Quando si parla dell’Austria cosa vi viene subito in mente? A noi l’aria fresca e pulita, i boschi, le architetture tipiche. Ancora più belle se visitate nel periodo invernale. Perché non esplorare dunque in treno la zona delle Alpi? Potreste andare alla scoperta di Mariazell, piccolo paese di 1500 anime incastonato dalle montagne, attrezzate per ogni tipo di sport, con palazzi dalle facciate color pastello. Questa è una meta che attrae il turismo invernale, concentrato da dicembre a marzo, ma anche religioso, visto che qui si trova uno dei santuari mariani più importanti d’Europa. La città è punto di partenza anche per nuove destinazioni. Che ne dite di una gita al parco naturale “Ötscher-Tormäuer” o nella valle Pielachtal o al Lago alpino Erlaufsee, meta ideale per rilassarsi e godersi lo spettacolo della natura? Oppure potreste andare, sempre in carrozza, a esplorare le città vicine come Annaberg, deliziosa località montana sede di tre antiche miniere. Per gli appassionati di ferrovie storiche, inoltre, è possibile arrivare a Mariazell con un’antico treno del 1906. Attivo da St. Pölten percorre un tracciato di 85 km per tuffarsi nel paesaggio boscoso locale. Bello no? Persi tra le migliori offerte aeree spesso si dimentica quanto è bello viaggiare in treno. Che ne dite di recuperare e prenotare un treno per i Paesi Bassi o la Francia?
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vittorio71 · 6 years ago
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La Cappadocia è una regione storica dell'Asia minore. Situata nel cuore della penisola anatolica, si estende a nord dei monti dell'Antitauro, fra le antiche regioni del Ponto, della Galazia e della Cilicia. A oriente è delimitata dall'alto corso del fiume Eufrate, ed è attraversata da est a nord-ovest dal fiume Kızılırmak (Halys nelle fonti greche). La posizione geografica, a cavallo fra l'Asia minore e la Mesopotamia, ha fatto per secoli della Cappadocia un crocevia di rotte commerciali, oltre che l'oggetto di ripetute invasioni.
Da una mongolfiera, stupendo.
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lillyslifestyle · 6 years ago
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Solo ora mi accorgo di non avervi mai scritto dell’Algarve, la regione più al sud del Portogallo. In passato ho già visitato praticamente quasi tutta la costa sud ma non ho mai messo nulla nero su bianco. Oggi voglio rimediare e parlarvi di una cittadina che non conoscevo, una cittadina ferma nel tempo dove le tracce degli arabi sono ancora visibili. Vi presento SIlves, la capitale delle arance.
la capitale delle arance
Prima di presentavi la città dal punto di vista storico e culturale voglio darvi alcune informazioni sulla sua “elezione” a capitale delle arance. Nel 1863 l’Algarve era campione di produzione di agrumi del Paese e Silves già nel 1705 coltivava arance sul margine del fiume Arade, essendo conosciuta come la settima maggior produttrice di arance della regione.
Grazie alla costruzione della diga, che ha consentito un nuovo sistema di irrigazione, Silves riesce a scalare la classifica e diventa la maggior produttrice del dolce frutto del Portogallo, salendo al primo posto in classifica.
un po´di storia
Gli archeologi ci raccontano sempre molto sui luoghi e pare, a detta loro, che Silves sia stata abitata sin dalla Preistoria. Numerosi sono i monumenti megalitici che si possono ammirare sul Monte Roma e i menhir di Vilarinha. Inoltre, le miniere sul margine del fiume Arade hanno portato alla luce tracce di una comunità dell’età del bronzo che costruì la necropoli di Alfarrobeira.
Anche i resti della conquista romana sono ben visibili nel nucleo urbano della città così come il precendente periodo musulmano (VIII a XIII secolo) che segnò profondamente la storia e l’urbanistica di Silves.
Prima della conquista romana, Silves era abitata dagli arabi del mediterraneo orientale che, amanti delle arti e della scienza, permisero lo sviluppo di un importante polo culturale e politico del al-Gharb al-Andaluz, (IX – XII secolo). Si ricorda ancora oggi la Medina Xelb conosciuta come la città di filosofi e poeti come Ibn Caci, Ibn Ammar e il re Al-Mutamide.
Torniamo alla conquista romana del 1189 per opera delle truppe di D. Sancho I aiutate dai crociati in transito verso la Terra Santa. Bisogna aspettare però la metà del XIII secolo con D. Afonso III per eleggere Silves capitale dell’Algarve. Si, Silves fu prima di Faro il capoluogo della regione più a sud del Portogallo. Non lo sapevate?
Diventa in seguito un importante centro industriale che creò numerosi posti di lavoro. fino all’arrivo dello “Stato Nuovo”, periodo di dittatura, che pose fine alla produzione del sughero. Comincia un periodo buio per la città fino alla costruzione della diga.
Lo stato decadente dell’agricoltura cambia radicalmente con l’introduzione della coltivazione di agrumi, grazie anche alla costruzione della diga (Barragem do Arade), al punto tale da far eleggere SIlves la capitale delle arance con una produzione del 70% di agrumi del Paese.
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cosa visitare
Scusate l’introduzione storica forse un po’ troppo lunga. Arriviamo alle informazioni che forse possono esservi più utili per l’organizzazione della visita di SIlves. Prima di cominciare però vi consiglio di scaricare la mappa ufficiale della città.
Dirvi di perdervi per le stradine del centro storico credo sia abbastanza ovvio e quindi evito. Se doveste però chiedermi una sorta di intinerario da fare a piedi per visitare i maggiori punti d’interesse della città, allora, direi:
ponte romano
Appena arriverete a Silves, la prima cosa che noterete sarà il bianco ponte romano (pare sia romano in realtà non si hanno documenti ufficiali). La sua storia è abbastanza occulta e raccontata attraverso informazioni contrastanti.
Si sostiene che il primo documento su cui fu referenziato il ponte fu trovato nella corte di Lisbona nel 1439. Anche se la sua origine pare sia sconosciuta possiamo affermare con certezza che è un ponte pedonale a cinque archi (lungo 76 metri e largo 5,5) che sovrasta le calme acque del sul fiume Arade dove cicogne e gabbiani si rinfrescano, per non parlare di anatre, papere ed oche.
castello
Il castello di Silves è forse uno dei meglio conservati del sud del Portogallo. Un’opera di archietettura militare eretto dagli arabi sul punto più alto della città. Dall’insolita forma di poligono irregolare, occupa un’area totale di circa 12.000 m2.
Purtroppo i numerosi terremoti lo danneggiaro e fu restaurato nel 1940 assumendo l’aspetto che ancora oggi possiamo ammirare. Quando arriverete all’entrata, prima di entrare in biglietteria, troverete la statua in bronzo del re D. Sancho I, monarca che nel 1189 conquista la città agli arabi.
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La visita del castello è a pagamento ma credo che ne valga la pena per la vista della Aljibe, la grande cisterna di pianta rettangolare che forniva gran parte dell’acqua per l’intera città. Di interesse anche la Cisterna dos Cães, un pozzo di oltre 40 metri di profondità nel quale gli archeologi ritirarono numerosi frammenti di oggetti in ceramica islamica del periodo medievale.
Nella prossimità del pozzo si trovano anche numerosi silos sotterranei per la conservazione dei cereali. Nella zona nascente invece, sono state trovate abitazioni datate 1121 – 1269, pare siano state case di due piani con giardino interno e bagni. Probabilmente questo congiunto di spazi faceva parte di un unico palazzo che fu abbandonato dopo la conquista romana in quanto incompatibile con lo stile di vita cristiano.
Visita del castello Aperto tutti i giorni (tranne il 25 dicembre e l’1 gennaio) dalle 9 alle 17:30 (2 gennaio – 31 maggio), dalle 9 alle 22 (dal 1 giugno al 31 agosto), dalla 9 alle 20 (1 settembre – 15 ottobre) e dalle 9 alle 17:30 (16 ottobre – 31 dicembre). L’entrata ha un prezzo di 3€ (i prezzi possono variare nel tempo). Esistono numerosi sconti per età e gruppi. Consultate il sito web ufficiale.
Sé de Silves – la cattedrale
L’ex-cattedrale di Silves fu costruita nel 1268 durante il regno di D. Afonso III. Oggi il titolo di cattedrale è passato alla Sé di Faro quando nel XVI secolo la diocesi fu trasferita nell’attuale capitale dell’Algarve.
Consiglio sicuramente la visita del tempio di stile gotico influenzato dal’estetica del Monastero di Batalha. Magnifico il portale dell’entrata in stile roccocò costruito alla fine del XVIII secolo, chiamato Porta do Sol (la porta del sole).
Foto: vortexmag
Mercado Municipal
Sapete ormai benissimo che amo i mercati e non me li faccio scappare quando viaggio. L’attuale edificio che ospitale il Mercado Municipal di Silves è un esempio classico di architettura del periodo fascista conosciuta come “Português Suave”. Sul tetto dell’edificio impossibile non vedere la famosa sfera armillare insieme alle armi della città e lo stemma evocativo delle torri municipali di epoca medievale.
Non solo per la sua architettura consiglio una visita ma anche per la possibilità di scoprire prodotti locali, e non mi riferisco appena alle arance, scambiare due chiacchiere con i venditori e perché no, comprare prodotti da trasformare in un improvvisato picnic in uno dei giardini di Silves.
MUSEo delle tradizioni
Se avete ancora qualche ora a disposizione per la visita della città, consiglio la visita del Museu do Traje e das Tradições. Lo troverete proprio all’entrata della città in una tipica casa di stile “algarvio” recuperata dall’architetta Carla Alfarrobinha.
Un progetto museale progettato dall’attuale direttrice del Museu de Artes Decorativas Portuguesas – Fundação Ricardo Espírito Santo Silva e dalla precendete direttrice del Museu Municipal de Arqueologia de Silves. Un museo ricco, grazie alla collezione del Rancho de São Bartolomeu de Messines, che espone numerosi oggetti legati alle tradizioni popolari della città della fine del XIX secolo e inizio del XX.
Interessanti le sale dedicate ai lavori agricoli e commerciali di vendita dei prodotti della terra così come gli attrezzi di produzione dell’olio. e della pastorizia. Il museo organizza periodicamente anche numerose attività educative.
Visita del museo:  Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17 (periodo invernale) e dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18 (periodo estivo giugno settembre).
Museo Municipale di Archeologia
Inaugurato nel 1990, il Museu Municipal de Arqueologia è stato costruito intorno al Poço-Cisterna Almóada del XII-XIII secolo scoperto grazie agli scavi arheologici degli anni 80 ed oggi considerato monumento nazionale. Il museo integra anche parte delle antiche mura della città ed oltre all’importanza della sua collezione lo stesso edificio che lo ospita è un’opera inestimabile del patrimonio islamico del Portogallo.
Ma non solo l’epoca islamica testimonia il museo, numerosi sono anche gli oggetti trovati del Paleolitico e Neolitico, per non parlare dell’età del bronzo, del ferro e la conquista romana.
La collezione, divisa in otto nuclei tematici e in ordine cronologico, riunisce oggetti che dimostrano l’importante influenza commerciale della città e le rotte che la portavano a stringere rapporti commerciali e culturali con diverse regioni del mondo.
Inoltre, dal 2005 il museo collabora in stretto contatto con l’organizzazione Museum With no Frontiers nella sezione Discover Islamic Art. Dal 2008 è anche membro della rete dei musei dell’Algarve.
Visita museo Tutti i giorni dalle 10 alle 18, ultima entrata alle 17:30. Chiude il 25 dicembre e il 1 gennaio. L’entrata costa 2,10€ (i prezzi possono variare nel tempo). esistono diversi sconti per età e gruppi, consiglio di consultare il sito web ufficiale del museo.
Casa da Cultura Islâmica e Mediterrânica
La casa della cultura islamica è un edificio costruito in origine per essere il Matadouro Municipal (datato 1914) recuperato dall’architetto José Alberto Alegria.
Oggi la Casa da Cultura Islâmica e Mediterrânica ha lo scopo di promuovere la cultura islamica e del mediterraneo strettamente legate alla città di SIlves. Al suo interno si promuovono iniziative culturali e didattiche come: conferenze, esposizioni e dibattiti, allo scopo di far conoscere ai visitatori e curiosi parte della storia della città e della regione. Nel video in basso potete farvi una prima idea della bellezza dell’edificio.
youtube
galleria fotografica
FUORI CITTÀ
Alcantarilha – la cappella di ossa
Dopo avervi consigliato la visita della cappella delle ossa ad Évora in Alentejo, oggi voglio consigliarvi l’imperdibile Capela dos Ossos di Alcantarilha facente parte della chiesa parrocchiale Nossa Senhora da Conceição. Una chiesa del XVI secolo nel centro storico di Alcantarilha ed una cappella del XVI secolo.
L’interno della cappella è completamente rivestito di ossa, per la precisione oltre 1500 ossa umane, fatta eccezione della scultura del Cristo datato XVI secolo. Si suppone siano ossa dei gesuiti che occupavano la regione ma non ci sono documenti o prove storiche che confermino questa teoria.
Per maggiori informazioni sui luoghi d’interesse da visitare consiglio di accedere al sito web ufficiale del comune di Silves http://www.cm-silves.pt.
le cicogne
No, non è il nome di una località da visitare mi riferisco proprio ai bianchi uccelli dalle lunghe zampe legati simbolicamente alla nascita dei bambini.
Nel periodo invernale prima dell’arrivo della primavera in questa zona è possibile incontrare numerosissimi nidi che ospitano una coppia di cicogne pronte per riprodursi. Camminando tra le stradine di Sines si èspesso interrotti dai loro curiosi suoni per l’accoppiamento.
COME ARRIVARE
AUTO
In auto da Lisbona è facile: prendere la A2/Algarve (l’autostrada è a pagamento circa 23€ i prezzi possono variare nel tempo). Seguire poi la N124 / Silves / Messines.
Da Faro seguire la EN 125 direzione Lisboa / A22 – Portimão – Albufeira, seguire poi la N 124-1 direzione Silves / Lagoa.
autobus
Prendere la rete Expressos che parte da numerose località del Portogallo. Consultate qui.
TRENO
La stazione di treni più vicina è quela di Tunes che dista circa 30 Km dalla città. Arrivati a Tunes si può prendere una coincidenza per la stazione di Silves che dista 3 km dal centro. Per informazioni sui treni cliccare qui.
[Tutte le immagini non firmate sono di proprietà di cm-silves.pt.]
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mrcsandro1957-blog · 7 years ago
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Posto in posizione strategica fra il mare e la collina (alta circa 300 m s.l.m.) a 18 km da Rimini, Verucchio sorge nella vallata del Marecchia che domina da posizione rialzata. Il territorio comunale comprende anche un'exclave: la frazione di Pieve Corena, separata dal resto del comune dallo Stato di San Marino e distante 12 km da Verucchio.
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Origini e antichità L'ingresso del Museo civico archeologico che raccoglie i reperti archeologici provenienti dalla zona di Verucchio
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L'origine di Verucchio risale a tempi molto antichi. Le campagne di scavo effettuate fra il 1893 e il 1894, poi negli anni settanta, e infine riprese nel 2005, hanno restituito oltre 600 sepolture databili tra il X e il VII secolo a.C. I ricchi corredi funerari, (monili, fibule, vestiario, vasellame, armi, finimenti per cavalli) e le complesse attività rituali, consentono di riconoscere nelle tombe una manifestazione della Civiltà villanoviana, (da alcuni studiosi attribuita agli Etruschi, da altri considerata una realtà talvolta distinta e legata a situazioni locali diverse e specifiche).
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Tramite i corredi funebri è stato possibile riconoscere alcuni tratti che caratterizzavano la vita dei gruppi aristocratici. Verucchio rappresentava durante l'età del ferro e fino all'età orientalizzante un punto centrale nel controllo delle rotte adriatiche che collegavano la Grecia e l'Oriente con l'Europa centrale e settentrionale, in particolar modo per i traffici commerciali legati all'ambra baltica. Inoltre il letto ampio del Marecchia offriva un attracco sicuro e adatto alle navi che risalivano il fiume, tanto che questo tratto venne chiamato il "piccolo mare". Le testimonianze di quest'epoca sono state talmente abbondanti da aver permesso la creazione del Museo civico archeologico, che espone i reperti provenienti dalle necropoli limitrofe
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Verucchio conobbe il tramonto della società Etrusca e fu presto influenzato da quella romana godendo della vicinanza con Rimini (Arimmna per gli Etruschi); quest'ultima godette di un notevole sviluppo sotto i romani (che la ribattezzarono Ariminum), data anche la sua posizione sulle vie consolari Flaminia ed Emilia.
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Il centro del paese si sviluppò ai piedi dello sperone su cui oggi sorge il centro abitato in quanto i Romani erano interessati a controllare le vie di comunicazione verso l'interno. Il nome del sito deriva dal latino "verrucula-verruculus" "piccola verruca" che ne indica la capacità di godere di una vista privilegiata sulla campagna circostante, su Rimini, data la posizione rialzata (330 s.l.m.).
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Nel periodo delle Invasioni barbariche, tutta la zona di Rimini passò prima sotto il controllo dei Goti poi di nuovo sotto il dominio bizantino dopo la “restaurazione” di Giustiniano rimanendo sotto il controllo dell'Impero Bizantino, assieme alle altre città (Esarcato e Pentapoli) che costituirono il primo nucleo della Romania (o terra di Roma) divenuta poi Romagna. Fu in quest'epoca che il centro abitato di Verucchio lentamente tornò a spostarsi in cima alla collina per ragioni difensive. Il paese nel 962 sarebbe stato donato dall'imperatore Ottone I ai duchi di Carpegna[3], una delle prime grandi casate che, insieme ai duchi del Montefeltro, riuscirono a stabilire un controllo stabile sul territorio di Rimini e delle vallate dell'entroterra.
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Il periodo di decadenza del territorio durò fino al XII secolo: nel 1114 Verucchio era già un castrum (ovvero un centro fortificato) e di quell'epoca sono le tracce dell'avvento della famiglia dei Malatesta, che diede nuovo impulso alla Romagna e quindi anche a Verucchio
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Medioevo ed Età Moderna
Verucchio Borgo e Chiesa Collegiata
Con la dominazione della potente signoria, Verucchio diventa strategicamente interessante potendo da essa dominare e controllare la vallata del Marecchia e le pianure circostanti e quindi essere allo stesso tempo avamposto per l'avvistamento degli eserciti nemici e baluardo in caso di attacco. I Malatesta, in lotta con il Ducato di Urbino, ne fortificarono la rocca facendo divenire Verucchio un baluardo della potente famiglia riminese.
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Nel 1353 papa Innocenzo VI affidò al cardinale Egidio Albornoz la riconquista dei territori della Romagna che, a causa della lontananza del papato dall'Italia (sono gli anni della cosiddetta "Cattività Avignonese"), stavano sfuggendo al controllo della Chiesa. Nel 1355 il cardinale Albornoz sconfisse i Malatesta e riportò i loro domini sotto il controllo diretto della Chiesa. Anche Verucchio rientrò sotto il dominio pontificio, ma rimase sostanzialmente nella disponibilità della famiglia Malatesta, il cui rappresentante, Galeotto, venne nominato vicario della Santa Sede per le città di Rimini, Fano e Pesaro.
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Verucchio venne perduta dai Malatesta per due volte, prima a seguito della sconfitta di Carlo I Malatesta nella battaglia di Zagonara (1424) passando sotto la dominazione dei Visconti, poi definitivamente nel 1462 quando Sigismondo Pandolfo Malatesta (1431-1462) dopo un lungo assedio da parte di Federico da Montefeltro perse la rocca per tradimento.
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Verucchio conobbe un periodo di decadenza passando di mano in mano a diversi Signori: dopo la conquista della Romagna da parte di Cesare Borgia (1501 - 1503), la sua caduta e l'altrettanto breve domino dei Veneziani (nov. 1503 - mar. 1506), nel XVI sec. Verucchio ritornò allo Stato della Chiesa divenendo “mezzo per compensare economicamente e politicamente i servigi e i crediti di personaggi dell'entourage papale”
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Nel 1516, Leone X (Giovanni de' Medici) lo infeudò a Giovanni Maria Giudeo di Domenico Alemanno, ebreo convertito di origine tedesca, eccellente suonatore di liuto. Furono forse proprio queste sue doti di musicista ad attrargli i favori del Papa che prima di nominarlo governatore e conte di Verucchio, gli aveva anche conferito il nome e lo stemma dei Medici. Lo stesso Leone X con bolla del 21 marzo 1518 attribuì a Verucchio il titolo di città. A Giovanni Maria subentrò il figlio, Camillo, ma, alla morte di Leone X, il nuovo papa, Adriano VI, nel 1521, avocò alla Santa Sede il dominio diretto della città. Il suo successore, Clemente VII altro papa della casata dei Medici, nel 1525 rinfeudò Giovanni Maria, ma questi vendette il feudo ad un altro Medici: Zenobio
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Questi pare che acquistasse il feudo grazie alla dote della moglie Ippolita Comnena, che gli subentrò alla sua morte, nel 1530, e lo trasmise, con il matrimonio avvenuto nel 1532, a Lionello Pio da Carpi. Il matrimonio si inseriva in una precisa politica dei Pio che, cacciati da Carpi, erano stati investiti dal Papa della titolarità di diversi centri della Romagna ed in quest'area stavano tentando di consolidare il loro potere. L'importanza e l'interesse della Comneno e dei Pio per Verucchio è dimostrato anche dalla corrispondenza tra questi e la Comunità di Verucchio[7]. Da Lionello Pio, dopo la morte della moglie Ippolita, il paese passò a suo figlio terzogenito Alberto ma nel 1580, con la bolla di revisione dei titoli feudali di Gregorio XIII del 1º giugno, Verucchio, come altri feudi, rientrò nei domini diretti della Chiesa[8], sotto cui rimase, nella Legazione di Romagna (con capitale Ravenna) controllata da reggenti dello Stato pontificio.
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Per tutto il XVIII secolo il territorio di Verucchio è terra di passaggio di eserciti austriaci, spagnoli e napoletani, fino al 1797 quando con l'arrivo in Italia dell'esercito francese, Verucchio subì i rapidi rivolgimenti del periodo napoleonico. Il paese entrò a far parte della Repubblica Cispadana, e dopo il breve periodo (1799 - 1800) di occupazione austriaca e di governo della Cesarea Regia Reggenza, a seguito della pace di Lunèville (9 febbraio 1801), Verucchio (con gli altri territori della Legazione di Romagna) rientrò stabilmente nella Repubblica Cisalpina (Dipartimento del Rubicone), che nel 1802 prese il nome di Repubblica Italiana e nel 1805 si trasformò in Regno d’Italia.
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Con la caduta di Napoleone e la Restaurazione Verucchio, come il resto delle Legazioni e le cosiddette “Provincie di Seconda Recupera”, venne restituito allo Stato Pontificio solo a seguito dell'atto finale del Congresso di Vienna (giugno 1815) dopo un periodo di occupazione napoletana ed austriaca (1814-1815)[9]. Dopo essere insorto nel giugno 1859 contro lo Stato pontificio, nel marzo 1860 Verucchio, come il resto della Romagna, venne, ufficialmente annesso, a seguito dei plebisciti, al Regno di Sardegna, che l'anno seguente, 1861, si trasformerà in Regno d'Italia
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Dal Novecento a oggi
Nella Seconda guerra mondiale Verucchio subì il peso dell'occupazione e delle rappresaglie nazi-fasciste. L'episodio più grave fu l'eccidio dei “Nove martiri di Verucchio”, nove cittadini verucchiesi fucilati per rappresaglia da soldati tedeschi in ritirata il 21 settembre 1944.
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Durante i drammatici giorni del passaggio della Linea Gotica si assistette ad un durissimo scontro tra le forze Alleate e i Tedeschi in ritirata. Numerosi sfollati riminesi trovarono rifugio in paese e, soprattutto, nella frazione di Villa Verucchio.
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Il paese attualmente è diviso in due parti, al centro storico di antica costituzione e di grande interesse storico culturale, si aggiunge la frazione di Villa Verucchio, che oltre ad ospitare la maggior parte degli abitanti è centro dell'attività economico-industriale del paese.
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Architetture religiose
La Chiesa Collegiata di San Martino è stata costruita nel 1863 su progetto degli architetti Antonio Tondini e Filippo Morolli[10]. Di pregio le opere all'interno, tra le quali due Crocifissi di legno del XIV, XV secolo (il primo attribuito al Maestro di Verucchio), e una tela del pittore Francesco Nagli (1600 circa) raffigurante San Martino dona il mantello al povero.
Il Monastero di Santa Chiara      La Chiesa del Suffragio
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La Pieve Romanica di Sant'Antonio è una delle costruzioni più antiche di Verucchio. Si pensa sia databile al 990 e si raggiunge prendendo la strada che dal Paese di Verucchio scende a valle fino alla frazione di Villa Verucchio.
Il Convento di San Francesco a Villa Verucchio, con al centro del chiostro un monumentale cipresso, la cui età è stimata attorno ai settecento anni, piantato secondo la tradizione da Francesco stesso.
La Pieve di San Martino in Rafaneto, risalirebbe al XI secolo.
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Architetture civili e militari
La Rocca Malatestiana o "Rocca del Sasso" (data la sua posizione sullo sperone del monte che ospita l'abitato di Verucchio) è una delle più grandi e meglio conservate della Signoria. Costruita intorno al secolo XII, ha visto il sovrapporsi di successive e sempre più complesse opere di fortificazione ed ampliamento; è la parte più antica che desta maggior attenzione, il borgo medioevale ben conservato riporta all'atmosfera del tempo. La Rocca cade sotto il dominio dei Malatesta che la conservano per circa 300 anni e la fanno divenire il baluardo del loro regno ponendo a Verucchio un'attenzione degna di nota. Nel 1450 la Rocca subì un ulteriore ampliamento grazie a Sigismondo Malatesta. Di notevole interesse la visita alla Sala Grande, il maschio e le segrete.
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La Rocca del Passarello con l'annessa porta costituisce il secondo nucleo fortificato di Verucchio. Può ben considerarsi la seconda rocca dei Malatesta, sulla quale però nel 1600 è stata costruito il Monastero delle Monache di Santa Chiara. Splendida la ricostruzione dell'antica porta dalla quale si entra in Verucchio costeggiando le mura dette di San Giorgio.
Rimasti intatti anche la Torre civica e gran parte delle mura con diversi bastioni difensivi.
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Sulla piazza Malatesta, la principale del paese, si affaccia l'assai ben proporzionato palazzo Giungi, risalente al XVII / XVIII secolo, con il portale e le finestre caratterizzati dai tipici elementi architettonici dell'epoca.
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Visita al castello
ORARI
Dal 1 ottobre al 31 marzo.
sabato dalle 10.00 alle 13.00. e dalle 14.30 alle 18.30.
domenica e festivi. dalle 10.00 alle 13.00. ...
Dal 1 aprile al 30 settembre.
aperto tutti i giorni. dalle 10.00 alle 12.30. e dalle 15.00 alle 19.00.
Luglio e Agosto. tutti i giorni. dalle 10.00 alle 13.00. e dalle 15.00 alle 19.0
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Biglietto d' entrata al castello
Rocca Malatestiana e Museo civico Archeologico di Verucchio    € 7,50  al 2018
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                                         Verucchio e Valmarecchia
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danieleneandermancini · 4 years ago
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SICCITA' DI V MILLENNIO A.C. HA RITARDATO SVILUPPO VIA DELLA SETA
SICCITA’ DI V MILLENNIO A.C. HA RITARDATO SVILUPPO VIA DELLA SETA
La Via della Seta è stata la più articolata rete di rotte commerciali del mondo antico, collegando antiche popolazioni dell’Asia orientale a quelle dell’Asia sud-occidentale, attraverso l’Asia centrale. Queste rotte commerciali hanno favorito la diffusione di idee, religioni e tecnologie negli ultimi 2.000 anni e già prima dell’istituzione dello scambio organizzato, a partire dal periodo della…
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cento40battute · 7 years ago
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Giordania. Una terra dalla bellezza ammaliante
Benvenuti nel Regno fondato da Re Abdullah I al termine della prima guerra mondiale. Governato per 46 anni da suo nipote, il compianto Re Hussein, fino al 1999, è quindi succeduto al trono il figlio Re Abdullah II. Vi diamo il benvenuto nel Regno di Giordania.
Le immagini dell’antica città di Petra, scavata nella roccia ben oltre duemila fa, è uno dei simboli di questo territorio, ma non è la sole bellezza di questo territorio. Il Regno di Giordania infatti, è una terra dalla bellezza ammaliante, caratterizzata da forti contrasti. Dalla Valle del Giordano, fertile e dal paesaggio sempre mutevole, fino ai remoti canyon del deserto, i viaggiatori possono esplorare splendidi castelli,  selvaggi panorami e rilassarsi nelle acque del Mar Rosso.
Per gli amanti dell’avventura invece, non c’è che l’imbarazza della scelta: equitazione, safari in veicoli 4×4, arrampicate, escursioni nei canyon e trekking
Amman, la capitale
Amman, capitale della Giordania, è una città affascinante e ricca di contrasti che offrono un mix tra antico e moderno. Nel cuore commerciale della città, edifici moderni, hotel, ristoranti, gallerie d’arte e boutique si susseguono accanto ai tradizionali caffè, alle botteghe degli artigiani e a tracce dello storico passato. Data la sua prosperità e grazie al clima temperato, quasi la metà della popolazione giordana è concentrata nell’area di Amman. I sobborghi residenziali consistono principalmente di strade e viali alberati ‘’decorati’’ di eleganti case bianche. Il centro cittadino è più antico e dall’aspetto tradizionale invece.  La città, offre ai suoi visitatori una vita notturna movimentata: eventi culturali, spettacoli folcloristici, moderni ristoranti e club. 
Da visitare:  Il complesso del Palazzo degli Omayyadi, 720-750 d.C. con il grandioso ingresso monumentale a forma di croce;  Il Tempio di Ercole, eretto durante il regno dell’imperatore Marco Aurelio (161-180 d.C.);  La Chiesa bizantina, databile all’incirca tra il VI e il VII d.C.;  Il restaurato Teatro romano, del II secolo d.C., ;  Il Foro romano, piazza pubblica, costeggiata dal teatro e dall’odeon, tra le più grandi di tutto l’impero (100 x 50 metri); La Grande Moschea Husseini.
 As-Salt, città di antiche origini
Città di origini antichissime, As-Salt è stata uno degli insediamenti più importanti nella regione compresa tra la Valle del Giordano e il deserto orientale. Data la sua importanza come collegamento commerciale tra il deserto orientale e l’occidente, è stato un luogo di importanza fondamentale per i molti governatori della regione.
As-Salt si trova a 29 chilometri a nord-ovest dal centro di Amman ed è facilmente raggiungibile in mezzora di automobile.
Da vedere qui: il Museo archeologico di As-Salt; Centro dell’artigianato di As-Salt; Museo del folclore di As-Salt; Santuario del profeta Shu’ayb (Jethro); Museo storico di As-Salt (Casa di Abu Jaber).
Madaba, la città dei mosaici
Madaba è una delle località più memorabili della Terra Santa ed è soprannominata “la città dei mosaici”.  Tra le attrazioni menzioniamo la chiesa greco-ortodossa di San Giorgio, con il suo splendido mosaico bizantino del VI secolo raffigurante una mappa di Gerusalemme e altri siti sacri. Con i suoi due milioni di tessere di pietra colorata, e dimensioni originali di 25×5 metri, in buona parte ancora visibili, la mappa illustra colline, valli, villaggi e città fino al delta del Nilo.
Questo capolavoro non ha uguali in Giordania.
Petra, un patrimonio dell’umanità  
Spesso descritta come una delle otto meraviglie del mondo antico, Petra è senza ombra di dubbio il tesoro più prezioso della Giordania e la sua maggiore attrattiva turistica. È una vasta città dalle caratteristiche uniche: i Nabatei, industriosa civiltà araba insediatasi in questa zona oltre 2.000 anni fa, la scavarono dalla roccia e la trasformarono in uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie, grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud poterono entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma.
Il Regno dei Nabatei è durato secoli, e Petra fu ammirata per la sua cultura raffinata, l’architettura monumentale e l’ingegnoso complesso di dighe e canali.
Per salvaguardare Petra, oggi dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, tutte le strutture turistiche sono state situate nella città di Wadi Musa, accanto all’ingresso del sito.
Per visitarla occorre almeno una giornata intera. Mappe ed eccellenti guide sono in vendita all’ingresso del sito, così come sono disponibili visite guidate dell’antica città.
Potete inoltre noleggiare un cavallo o un carro trainato da un cavallo per raggiungere l’entrata principale. 
Il momento migliore per visitare Petra è al mattino presto o nel tardo pomeriggio. Questo e tanto altro vi aspetta in Giordania, non vi resta che partire.
Buon Viaggio
Luca Ferri
  Maggiori info: http://it.visitjordan.com SOCIAL FB
  La bellezza del Regno di Giordania Giordania. Una terra dalla bellezza ammaliante Benvenuti nel Regno fondato da Re Abdullah I al termine della prima guerra mondiale.
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viaggiandoatestaalta-blog · 7 years ago
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Durante il mio secondo viaggio sull’isola di Tenerife, ho visitato il sito delle Piramidi di Guimar, un luogo misterioso e pieno di storia.
Il museo e la storia delle Piradimi di Guimar
La prima parte del parco è costituita dal Museo che spiega la storia di queste piramidi e delle teorie che vi ruotano attorno.
Le Piramidi di Guimar sono caratterizzate da 5 livelli di forma rettangolare che assomigliano molto alle costruzioni presenti in Messico ed in altri luoghi del Mondo.
La prima ipotesi sulla loro origine fu proposta da alcuni ricercatori universitari: secondo loro si tratta di cumuli di pietre create dagli agricoltori. I coltivatori del posto, arando, incontravano nel terreno delle grosse pietre che accatastarono sugli orli dei campi. Questa pratica era molto comune nelle Isole Canarie.
Alcuni abitanti dell’isola hanno confermato la presenza di costruzioni simili nelle isole che, nel corso del tempo, vennero distrutte a causa della loro inutilità. Ricerche hanno dimostrato che a Guimar erano presenti ben 9 piramidi, di cui ne sono rimaste soltanto 6.
Piramidi di Guimar
Ed ora entra in gioco la figura di Thor Heyerdahl.
Nel 1998 creò il Parco Etnografico delle Piramidi di Guimar per salvaguardare queste costruzioni. Egli fu appoggiato dal finanziamento ricevuto da Fred Olsen, un norvegese che vive a Tenerife.
Heyerdahl sosteneva che le piramidi non potevano essere state create dai contadini, in quanto avevano moltissime caratteristiche in comune con altre costruzioni presenti in Sicilia, Sardegna, Messico, Mesopotamia, Polinesia e Perù e, pertanto, non potevano essere il semplice risultato di un accumulo di pietre.
In quegli anni, un gruppo di archeologica dell’Università di La Laguna (Tenerife), assieme alla fondazione FERCO, iniziarono i primi scavi nel sito ed i ricercatori dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie intrapresero uno studio sulle caratteristiche astronomiche delle strutture.
Queste ultime indagini fornirono un’eccezionale scoperta: le piramidi sono perfettamente orientate astronomicamente verso i solstizi d’estate e d’inverno.
Inoltre, nel giorno del solstizio d’estate (21 Giugno) si può ammirare uno spettacolare fenomeno: sulla piattaforma della piramide più alta potrai assistere ad un doppio tramonto: il sole scende dietro il picco di una delle alte montagne che circondano la valle, lo oltrepassa ed appare di nuovo per, poi, scomparire del tutto dietro la montagna successiva. Da rimanere a bocca aperta!
La mattina del solstizio d’inverno (21 Dicembre), inoltre, salendo la scalinata sul lato occidentale di una qualsiasi delle piramidi, è possibile seguire esattamente il sole che nasce.
Non possono essere solo coincidenze!
Heyerdahl ha dedicato tutta la sua vita per scoprire la storia di queste particolari costruzioni.
Ad oggi non si sa, ancora, nè quando nè da chi sono state realizzate. Tuttavia, all’interno di una caverna sotto una delle piramidi, sono stati rivenuti i resti di una famiglia di Guanci, l’antica popolazione delle Isole Canarie.
Grotta
Tra l’altro, anche l’origine di questa antica popolazione è avvolta nel mistero: l’arrivo dal Marocco era impensabile, a causa delle forti correnti marine, mentre è più probabile l’arrivo dall’Europa e dal Mar Mediterraneo.
Secondo lo studioso Heyerdahl, le Isole Canarie erano una base per le antiche rotte commerciali tra America ed Europa.
Rotte antiche
Come si vede da questa mappa, la rotta più rapida tra i due continenti, passa proprio dalle Canarie.
Questa rotta venne usata anche da Cristoforo Colombo nel suo viaggio verso il nuovo Mondo.
Nave di Cristoforo Colombo
All’interno del museo, la prima zona del parco che visiterai, è spiegata la storia di queste piramidi ed i fondamenti delle teorie avanzate da Heyerdahl.
In una sala, sono presenti le ricostruzioni delle navi che lo studioso utilizzò per compiere diverse spedizioni e dimostrare che Europa ed America potevano comunicare tra loro, anche, ai tempi delle navi costruite solo di legno e di paglia.
Navi Ra
La prima fu la Kon-Tiki, basata su tecniche preincaiche. Fu utilizzava dallo studioso, insieme ad un gruppo di 5 scandinavi nel 1947 partendo dal Perù in direzione della Polinesia. Il viaggio di 8 000 chilometri, durò per 101 giorni.
Kon Tiki
In seguito, venne costruita Ra, in nome del dio egizio. Era lunga 15 metri e venne utilizzata da Heyerdahl, assieme ad un team di 6 uomini, per attraversare l’Oceano Atlantico da Safi in Marocco. La nave venne, in seguito, abbandonata nei pressi delle Barbados dopo 52 giorni di viaggio e circa 5 000 chilometri percorsi.
Ra
Lo studioso ci riprovò, successivamente, con l’imbarcazione Ra II. Assieme ad un gruppo di 7 uomini, nel 1970, raggiunse le Barbados dopo 57 giorni di navigazione e 6 100 chilometri.
I sentieri esterni
Dopo aver appreso molte nozioni sulle piramidi e su Thor Heyerdal, il percorso continua all’esterno.
Inizia con una breve passeggiata con una terrazza da cui potrai godere della vista sulle piramidi.
Panorama sulle piramidi di Guimar
Si scende, poi, in basso con un sentiero che circonda tutta l’area archeologica che ti porterà a scoprire non solo la storia delle Piramidi di Guimar, ma anche quella delle Isole Canarie: nell’area sono piantate diversi alberi ed arbusti autoctoni con degli appositi cartelli che ti spiegano cosa sono e come vengono utilizzati.
Canna da zucchero
Cactus
Pianta del Drago
Continuando nel percorso, potrai vedere da vicino come sono composte le piramidi, il loro orientamento astronomico e la grotta dove sono stati trovati i reperti dei guanci.
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Verso la fine della passeggiata è presente, anche, la Volcanic Route: una passeggiata che ti spiega l’origine vulcanica dell’arcipelago.
Rotta canaria
Polinesia e Rapa Nui
In questa particolare area del parco sono presenti due mostre molto interessanti:
Colonizzazione della Polinesia;
Rapa Nui: sopravvivenza estrema.
La prima è dedicata a come i popoli della Polinesia hanno colonizzato questo territorio immezzo all’oceano.
Sono presenti le ricostruzioni di numerose imbarcazione utilizzate per la navigazione e per la pesca, oltre che alcuni totem in dimensione reale.
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Rapa Nui, invece, racconta la storia della popolazione dell’Isola di Pasqua, dal primo insediamento fino ai giorni nostri.
Questa seconda mostra mi è piaciuta veramente molto: l’isola ai confini del Mondo mi ha sempre affascinato ed incuriosito.
Isola di Pasqua
Il Giardino Velenoso
Già l’entrata di questo giardino incute un certo timore: si tratta di una grande cancello di ferro sormontato da un teschio!
Il Giardino Velenoso è un’area botanica che ospita più di 70 specie di piante velenose per l’uomo, alcune di esse mortali.
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Il grado di pericolosità è indicato da appositi cartelli: troverai un bollino che va dal verde al nero.
Accanto ad ogni pianta è posto un cartello che ti spiegherà il motivo della pericolosità e gli usi che ne sono stati fatti nel corso della storia.
Informazioni Utili
Le Piramidi di Guimar si trovano nell’omonima cittadina di Guimar, situata nel nord di Tenerife.
Il modo migliore per raggiungerlo è in macchina: prendendo l’uscita n. 22 dell’autostrada TF-1 e poi seguire le indicazioni per le piramidi.
Il parco è aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 18 con chiusura solamente il 25 Dicembre ed il 1 Gennaio.
Ci sono diverse tipologie di biglietti a seconda delle aree del parco che vuoi visitare. Ti consiglio l’esperienza Premium che comprende tutte le sezioni per un prezzo di:
18 euro per gli adulti;
12,15 per studenti fino ai 25 anni;
5,50 per i bambini dai 5 ai 12 anni.
In occasione del solstizio d’estate (21 giugno) il parco rimane aperto gratuitamente a tutti per ammirare lo splendido spettacolo del doppio tramonto.
  Sito Web: www.piramidesdeguimar.es
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Piramidi di Guimar: i misteri di Tenerife Durante il mio secondo viaggio sull'isola di Tenerife, ho visitato il sito delle Piramidi di Guimar,
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carmenpernicola · 9 years ago
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Sull’antica via cinese del tè
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