#Versi liberi
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conilsolenegliocchi · 2 days ago
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~ Silenziosa-mente ~
Quanta fatica
nel cuore si cela
sentirmi tua
e restar muta
a metà vela.
@conilsolenegliocchi 🐞
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parolerandagie · 4 months ago
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La pelle come una prateria,
su cui le mani, come nomadi,
percorrono infinite traiettorie,
alla ricerca di nutrimento,
anche per il corpo,
e pur memori d’ogni curva,
d’ogni ansa,
nasce una gioia nuova,
ad ogni ritorno,
ed una antica malinconia,
ad ogni addio.
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massimoognibene · 2 years ago
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Sera di maggio
Cade la pioggia.
Amo la pioggia
Lei è sincera:
Lei non è la primavera.
Mi rifugio in trincea,
La penultima,
La trincea del sonno.
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valentina-lauricella · 8 months ago
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Una giornata di sole
È una giornata piena di sole, una di quelle in cui egli trascorre un'ora al balcone a capo scoperto, come gli ha consigliato il medico. La sua carnagione, di solito, è pallida, ma il sottotono olivastro della sua pelle gli impedisce di arrossarsi e scottarsi, cosicché egli si abbronza, assumendo un'aria più sana. Ed è solo per esibire al medico questa illusione di salute che si sottopone al bagno di sole. Gli chiedo, mentre guardo la strada sottostante, popolata di venditori ambulanti e ragazzetti che si rincorrono, se avverta un miglioramento nelle proprie condizioni. "Sì, come ogni anno quando finisce l'inverno," ma conclude la frase con un colpo di tosse. Volgo le spalle alla ringhiera del balcone e immergo gli occhi nella penombra della stanza dove in fondo, proprio sopra il letto, sulla parete azzurra, è appeso un grande rosario dai grani di legno scuro. "E così reciti le preghiere prima di andare a dormire," dico per scherzo. "Oh sì," risponde lui con gravità, "tridui e novene".
"Quella ragazzetta ha lo sguardo vispo," sussurro accennando a colei che sembra affaccendarsi riassettando le carte sopra uno scrittoio. "Ti assiste con amore?" "Amore di carità," soggiunge lui. "Le invidio che sappia leggere il greco, il latino e il francese; sapessi farlo anch'io, le farei recuperare tutto il sonno che ha perduto in queste notti." La ragazza esce dalla stanza senza salutare, con passo zoppicante, ma leggero. Ha lasciato sullo scrittoio una Bibbia, accanto a un'Iliade.
"Nella Bibbia è scritto che i morti dormono," dico trasognata. "E nell'Ade gli eroi non sono altro che ombre," prosegue lui. "Ma allora, se questa vita è sogno, e poi continueremo a dormire, non ci sveglieremo mai? Conosceremo soltanto il sonno?"
Lui tiene gli occhi chiusi al sole. "Io credo che stiamo facendo esattamente ciò a cui la necessità ci spinge. Tutto in noi è materia," prosegue. "Da bambino trascorrevo molte ore in ginocchio, pregando di essere risparmiato dall'inferno; poi da ragazzo sognai di poter entrare in paradiso con una corona di lauro. In realtà non ci spettano premii né castighi, dal momento che siamo esseri governati dalla fortuna. L'unico bene sarebbe non ricordare mai più di essere stati, e che qualcosa vi sia".
"E se la tua coscienza sopravvivesse?"
"Immagino che la natura dei morti non li faccia riguardare più la vita. In nessun modo. L'istinto di conservazione, la speranza...sono nelle fibre di questa carne."
"Torneresti?..." gli chiedo.
"Se fosse utile."
"A te o ad altri?"
"A chiunque, anche a un topolino. Purché ne avessi certezza."
"Se gli dei vogliono continuare a giocare con noi, dovranno farlo a carte scoperte," azzardo.
"Vorrei non capirli mai, gli dei."
"Ma se hai detto che vuoi certezza..."
"Ho risposto alla tua domanda: mi chiedevi se sarei tornato, non cosa volessi. Io voglio esattamente questo silenzio, questo mistero, in cui si è identici a prima di nascere e si può ignorare sia la vita che la morte, e che esistono differenze. Se un dio si chiarisse, ci darebbe la vita, e con essa la morte."
"Infatti Dio si è espresso," spiego accennando alla Bibbia.
"No," dici: "Quello lo abbiamo sognato..."
"Sai qual è l'espressione più evidente di Dio?" Lancio la sfida, e proseguo: "Quella ragazza. Si sacrifica per te, e potrebbe non farlo. Questo si chiama libero arbitrio, non necessità".
"Lo fa per ambizione," sorride amaramente, "vuole diventare santa, per compiacere suo fratello, l'unico uomo che non l'abbandonerà. Se morissi prima di stanotte, per lei sarebbe un sollievo."
"Che dici!" Protesto. Ma dentro di me so ch'è vero.
"Io e lei siamo due infelici che non s'incontreranno mai. E ora sono stanco, vorrei riposare un po'."
Lo accompagno a letto. Gli sistemo i due grossi cuscini che tiene sotto la testa e, mentre lo faccio, avverto qualcosa di duro tra l'uno e l'altro. "E questi?" Dico, vedendo un cartoccio di confetti.
"Me li ha regalati lei. La mia dolce morte. Stanotte, lei potrà finalmente riposare."
"Piantala," gli dico brusca. "Stanotte penserò io a intrattenerti. Ti leggerò le mie poesie e i miei racconti."
"Tu scrivi?" Chiede con una sfumatura sarcastica, inarcando leggermente le sopracciglia.
"Ma certo. Ti ho dedicato tante poesie..." Gliene recito subito una.
"Sono frasi, non è poesia. Non c'è metrica. E il linguaggio è colloquiale, direi trasandato."
"Questa è poesia contemporanea," spiego. "Si chiamano versi liberi."
"I versi sciolti sono tutt'altra cosa..."
"Infatti questi non sono sciolti, ma proprio liberi. Come i pensieri, come il vento..." sorrido. "Vuoi provare anche tu?"
"Certo. Sembra facile come parlare nel sonno."
Io assaggio un confetto, mentre lui sussurra con aria canzonatoria: "Dalla vita  volevo fuggir via,
perché la morte sola beltà mi apparia;
ma la mia vile anima immortale
mi parla e dice che ancora avrò a dare
e la beltà di ciò che darò
è così grande che più non morirò!"
"Ecco, bravo," lo incoraggio ridendo. Forse attratta dalle risate, entra la graziosa ragazzetta zoppa. "Vuoi?" Dico offrendole il cartoccio di confetti. "Questo screanzato li aveva rubati per suicidarsi prima di stanotte," dico scrollando il capo.
Lei arrossisce e si torce le mani. "Il suicidio è peccato mortale..." finge di rimproverare il malato con lo sguardo fisso alla punta delle proprie scarpe. Esce portandosi via i confetti.
"E ora?" Mi chiede lui.
"Faremo versi tutto il pomeriggio e la notte. I più liberi e sciocchi che riusciremo a fare. Ma prima voglio leggerti un mio racconto."
"Come s'intitola?" Chiede rassegnato.
"Una giornata di sole"...
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venetianeli · 2 years ago
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Tra la nebbiosa quiete,
Il delicato sussurrare delle piante
È poesia.
• Venetianeli
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pier-carlo-universe · 7 hours ago
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Come un filo di luce a te mi lego di Maria Teresa Liuzzo. Recensione di Alessandria today
Una poesia di legami indissolubili e intimità senza confini.
Una poesia di legami indissolubili e intimità senza confini. La poesia Come un filo di luce a te mi lego di Maria Teresa Liuzzo esplora l’amore, il dolore e il trascendente con un linguaggio evocativo e immagini che lasciano un segno profondo nell’anima del lettore. Con versi intrisi di malinconia e intensità, l’autrice costruisce un dialogo intimo tra due anime legate da un filo di luce, in un…
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callmebabyuta · 3 months ago
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Poiché per certi versi, l'immaginazione mi uccide.
Il pensiero di me e te che danziamo, a mani unite e cuori liberi.
Un sorriso sorge sul mio viso.
Il pensiero svanisce, accompagnato dal sorriso, alla realizzazione della mera fantasia.
L'immaginazione mi uccide.
L'immaginazione alimenta la passione.
Essa tiene in vita il nostro io.
Sarà questa, paradossalmente la maledizione umana?
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elenascrive · 9 months ago
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Caro Maggio,
mi sono resa conto
che sei tra quei pochi mesi
a cui non ho ancora dedicato versi
Allora rimedio subito
scrivendoti oggi
nel giorno del Tuo debutto
Sperando di fare cosa buona
anche se non so da dove partire
poiché non Ti ho mai considerato
tra i Miei mesi del cuore
Spero mi perdonerai!
Ricordo che quando ero bambina
volevo che lo fossi,
poiché la Mia migliore amica di allora
festeggiava il proprio compleanno
lungo i Tuoi giorni,
perciò desideravo fortemente
avere questa cosa in comune con Lei
per poter festeggiare insieme
Poi crescendo legato a Te
è rimasto solo quel piacevole ricordo,
sino a quando non ho incontrato
un’altra Persona importante
la quale celebrando anch’essa
i propri anni,
ha fatto sì di tornare a riviverti
con occhi diversi
D’allora ogni anno
Ti attendo con trepidazione
per scoprirti
e far scoprire a quella Persona
quanto sia forte il legame che ci unisce
Senza dimenticare poi che
sei anche il Mese delle spose,
delle cerimonie
che fanno sognare
Sei il Mese
della Madonna,
della Mamma,
della Mia di Mamma,
del lavoro,
delle rose
dai bellissimi, preziosi colori
ipnotizzando cuori
Sei l’allegria
percepita nell’attesa dell’estate
che sta per arrivare,
riservandoci Sole e
temperature miti
che ci permettono di scoprici,
beneficiando della leggerezza
nel sentirci più liberi
Sei il Mese dei trionfi calcistici,
di tantissimi ricordi legati ad essi
Purtroppo sei anche il Mese
degli odiati pollini,
la cui vista
mi fa piuttosto innervosire
Ma mi rendo conto
che ci vogliono
se amiamo la Natura
e desideriamo che ci culli
con la propria sfarzosa bellezza!
Tutto questo solo per dire che
Sei il Mese della Grazia
in ogni senso!
Mi auguro nel frattempo che
Tu possa donarmene abbastanza
Intanto Ti dico
Benarrivato Maggio,
mi raccomando non essere
solo un Miraggio,
trasmettimi il Tuo coraggio!
@elenascrive
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conilsolenegliocchi · 2 months ago
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~ Dolci presenze ~
Siamo due
che si accarezzano senza mani
si baciano senza labbra
si stringono senza braccia
e restano così,
un'anima nell'altra,
tutto il tempo.
@conilsolenegliocchi 🐞
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parolerandagie · 2 months ago
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Della crudeltà della luna
piena
che alla notte il buio
nega
non parlò mai poesia alcuna:
con una luce, aliena,
espone, annega,
ogni bruttura, ogni dolore,
e spietata non concede,
al torto,
fatto o sofferto,
del rifugio nell'ombra,
il conforto.
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massimoognibene · 2 years ago
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Luglio
La vita è qui, ora,
tre secondi fa,
tu non si sa
forse in un ripostiglio
forse in un tugurio.
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valentina-lauricella · 2 years ago
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Vita, senza punto.
Vita, senza punto. È l'ultima
parola del tuo libro dove scrivi
del perché nasciamo, soffriamo
e moriamo, e la risposta crudele,
affascinante, onesta, è: per nulla.
Spogli d'illusioni ci consegni
al resto dei giorni che verranno
dopo aver letto il tuo libro: vita,
senza punto. Come fosse l'ultimo
dei desideri infiniti
che la Natura condanna. Vita,
senza punto, come infinita
la bellezza dei versi che lasciasti,
parte di quel neo del nulla
in cui nuotiamo e che verrà inghiottito
dalla morte. Vita, senza punto.
Perché un punto è la vita, in cui
desideriamo, e dal nulla creiamo,
come tu facesti. Che bastasse
uno solo dei nostri desideri
per creare qualcosa oltre la sacca
d'ombra che ci lega nello spazio?
Vita, senza punto. Appena in tempo
lo diciamo per squarciare
l'incertezza come un grido
ad un nascere nuovo, che non c'era,
che sostituisce al nulla la parola,
l'immagine creatrice della vita,
senza punto. Sentiamo, chiuso il libro,
il tuo respiro vivo come il nostro;
compiendo il rito della tua scrittura
creiamo con te il tutto, che non c'era:
la nostra vera vita, senza punto.
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acmecorpgraphicsarchive · 3 months ago
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 via  Gridllr.com   —  rediscover your old Likes!
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Giancarlo Pavanello, Versi liberi e sonetti, (cardboard folder containing 6 silkscreens on cardboards), Campanotto Editore, Udine, Edition of 60 signed and numbered copies [Fondazione Bonotto, Molvena (VI). © Giancarlo Pavanello]
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vintagebiker43 · 2 years ago
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È il 1952. Albert Kesselring, ex comandante delle forze armate naziste e responsabile diretto delle Fosse Ardeatine e della Strage di Marzabotto, è stato appena scarcerato per presunte serie ragioni di salute, riuscendo a evitare, così, prima una condanna a morte e poi anche l’ergastolo.
Quando rientra in Germania, accolto dal cancelliere Adenauer, Kesselring dichiara non solo di non essere affatto pentito delle sue azioni, ma che, anzi, gli italiani gli avrebbero dovuto erigere un monumento.
Quando glielo riferiscono, Calamandrei non dice nulla. Si ritira nel suo ufficio, prende carta e penna e scrive un componimento in versi liberi di una forza evocativa e politica che ha pochi eguali dal Dopoguerra a oggi.
“Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA”.
Ancora oggi questo testo dovrebbe essere letto nella Scuola Pubblica. Soprattutto oggi, nei mesi in cui si celebra il 75esimo anniversario della Carta costituzionale.
@Lorenzo Tosa
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pier-carlo-universe · 7 hours ago
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Tra sistole e diastole risiede il mio dolore di Maria Teresa Liuzzo. Recensione di Alessandria today
Una sinfonia poetica di dolore e resistenza.
Una sinfonia poetica di dolore e resistenza. La poesia Tra sistole e diastole risiede il mio dolore di Maria Teresa Liuzzo si presenta come un viaggio lirico tra la sofferenza, l’amore e la resilienza. Attraverso immagini forti e simbolismi intensi, l’autrice esplora le profondità dell’animo umano, oscillando tra vita e morte, tra la fragilità e la forza interiore. Analisi del testo.La poesia…
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alephsblog · 29 days ago
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Ma cos’è lo «strizzare l’occhio» di cui parla il professore Burioni? È un tratto decisivo di questa destra al potere in Italia, e ormai in gran parte del mondo, che consiste nel voler fare intendere che è suonata la campanella del liberi tutti, dell’abbattimento delle regole, dell’assalto alla scienza in nome di una libertà rivolta innanzi tutto contro gli altri: la mia libertà e basta.
Siamo a un passo da una frettolosa lettura hobbesiana della società, prodromica al primato dell’autorità volubile ma insindacabile del Sovrano-governo. È un aspetto cruciale dello scontro tra populisti-no vax-filorussi contro democratici-pro scienza- pro europei: se è così, questa scelta del governo Meloni conferma il suo spostamento verso il trumpismo, e vedremo cosa questo significherà in politica estera e in particolare sull’Ucraina.
Il nuovo melonismo sembra rassomigliare per certi versi al «fate un po’ come vi pare» con cui Corrado Guzzanti sintetizzava il berlusconismo: ma quello semmai era un omaggio, per quanto discutibile, a un certo individualismo di matrice liberale; mentre qui siamo al trionfo dell’oscurantismo e dell’irrazionalità diretti dall’alto e portati a livello di massa.
Ed è una nemesi persino inattesa da parte di chi, come la destra-destra, si è sempre considerata paladina dell’ordine e della legge. Evidentemente Giorgia Meloni non esita, con notevole cinismo, a solleticare il peggio della famosa Nazione pur di ricavarne consenso a buon mercato, nella convinzione, errata, di avere l’Italia in mano quando ne ha solo metà. E senza rendersi conto dei danni incalcolabili che il suo trumpismo alle vongole può recare alla società italiana.
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