#Umberto Agnelli
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Non c'è una differenza biologica fra animali. Perché allora ci fa orrore il pensiero di mangiare il nostro cane, ma massacriamo ad ogni Pasqua centinaia di agnelli per fare festa?
(Umberto Veronesi)
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“ (D) I giornali hanno ricordato che il nazismo sognava l'uso generalizzato della t.v. e che solo la guerra distolse le energie tecniche ed economiche dal progetto. La t.v. nacque così, con una signorina tedesca impiegata delle Poste, Ursula Patschke, che [la sera del 22 marzo 1935] apparve in video e annunciò ai dieci apparecchi «ricevitori» esistenti a Berlino che tutto era pronto per «far scendere nei cuori dei camerati del popolo l'immagine del Fürher». Non le sembra un anniversario imbarazzante? Ha sottolineato che la t.v. è nata come strumento di consenso e di dominio.
(R) Nella Germania nazista, come lei diceva, la televisione non fu diffusa su larga scala. Perché la televisione, a differenza della radio, ha bisogno che i ripetitori siano a vista, ha bisogno di grandi impianti e forti investimenti. I francofortesi, quando parlano di masse e «media», non si riferiscono quasi mai alla televisione, bensì alla radio e alle adunate oceaniche. Sono fuggiti da paesi fascisti e nazisti, per cui studiano soprattutto i mezzi impiegati davvero da quelle dittature: Hitler e Mussolini avevano usato ampiamente, oltre alla radio, il cinema di fiction e il documentario. Basti pensare a film come «Scipione l'africano» o a documentari come quelli di Leni Riefenstahl. Sì, la potenza dei media è stata intuita e sfruttata anzitutto dai regimi autoritari e gerarchizzati. La prima stazione radiofonica del mondo è stata quella del Vaticano. I francofortesi, però, non sono come il Karl Popper degli ultimi anni, che ha già mangiato, digerito e rifiutato la televisione. Vengono da un'esperienza tutta radiofonica. Eppure già la radio appare loro uno spauracchio terribile, un'inedita possibilità di massificazione. D'altronde era vero: prima della radio un predicatore, poniamo il Savonarola, poteva essere ascoltato al massimo da qualche migliaio di persone. Non c'era, tecnicamente, possibilità di maggiore "audience". Ora si è passati a milioni; in alcuni casi (come le Olimpiadi o lo sbarco sulla luna) addirittura a miliardi. Tenga conto, per di più, che a metà degli anni cinquanta la radio da noi era ancora un lusso. Ricordo che sotto casa nostra abitava una vecchietta che per tutta la vita, e inutilmente, ha desiderato di possedere un apparecchio radiofonico. A metà degli anni cinquanta arriva anche la televisione, un «medium» che d'improvviso irrompe e agisce con presa inaudita. S'immagini un paese d'inverno: alle cinque è buio, i bar sono chiusi, la gente è a casa... La televisione crea veramente il villaggio globale. All'improvviso dà a tutti la possibilità di entrare dovunque: nelle case di lusso come alla Scala. E all'improvviso Agnelli e un contadino lucano vedono lo stesso telegiornale. Nella gerarchia del mezzo televisivo basta essere utenti per essere uguali agli altri. Personaggi totalmente sconosciuti, poi, diventano idoli all'improvviso. Con due o tre puntate di «Lascia o raddoppia» Mike Bongiorno diventa una star. E si conquista il saggio semiologico di un autore sofisticato come Umberto Eco. “
Domenico De Masi, Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Ediesse (collana Interventi), Roma, 1997¹; pp. 49-50.
#Ozio creativo#letture#leggere#citazioni#saggi#saggistica#Domenico De Masi#sociologia#scienze umane#lavoro#libri#Maria Serena Palieri#nazismo#Ursula Patschke#televisione#seconda guerra mondiale#Berlino#Germania#mass media#intellettuali italiani#consenso#dominio#propaganda#vita#Scuola di Francoforte#radio#dittature#Mussolini#cinema#Leni Riefenstahl
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nuntereggae più
Abbasso e alè (nun te reggae più)
Abbasso e alè (nun te reggae più)
Abbasso e alè con le canzoni
Senza fatti e soluzioni
La castità (nun te reggae più)
La verginità (nun te reggae più)
La sposa in bianco, il maschio forte
I ministri puliti, i buffoni di corte
Ladri di polli
Super pensioni (nun te reggae più)
Ladri di stato e stupratori
Il grasso ventre dei commendatori
Diete politicizzate
Evasori legalizzati (nun te reggae più)
Auto blu
Sangue blu
Cieli blu
Amore blu
Rock and blues (nun te reggae più)
Eya alalà (nun te reggae più)
Pci psi (nun te reggae più)
Dc dc (nun te reggae più)
Pci psi pli pri
Dc dc dc dc
Cazzaniga (nun te reggae più)
Avvocato Agnelli, Umberto Agnelli
Susanna Agnelli, Monti Pirelli
Dribbla Causio che passa a Tardelli
Musiello, Antognoni, Zaccarelli (nun te reggae più)
Gianni Brera (nun te reggae più)
Bearzot (nun te reggae più)
Monzon, Panatta, Rivera, D'Ambrosio
Lauda Thoeni, Maurizio Costanzo, Mike Bongiorno
Villaggio, Raffa, Guccini
Onorevole eccellenza, cavaliere senatore
Nobildonna, eminenza, monsignore
Vossia, cherie, mon amour
Nun te reggae più
Immunità parlamentare (nun te reggae più)
Abbasso e alè
Il numero 5 sta in panchina
S'è alzato male stamattina
Mi sia 'onsentito dire (nun te reggae più)
Il nostro è un partito serio (certo)
Disponibile al confronto (d'accordo)
Nella misura in cui
Alternativo
Aliena ogni compromesso
Ahi lo stress
Freud e il sess'
È tutto un cess'
Ci sarà la ress'
Se quest'estate andremo al mare
Solo i soldi e tanto amore
E vivremo nel terrore che ci rubino l'argenteria
È più prosa che poesia
Dove sei tu?
Non m'ami più?
Dove sei tu?
Io voglio tu
Soltanto tu, dove sei tu?
Nun te reggae più
Ue paisà (nun te reggae più)
Il bricolage (nun te reggae più)
Il quindicidiciotto
Il prosciutto cotto
Il quarantotto
Il sessantotto
Le pitrentotto
Sulla spiaggia di capocotta
(Cartier Cardin Gucci)
Portobello e illusioni
Lotteria a trecento milioni
Mentre il popolo si gratta
A dama c'è chi fa la patta
A settemezzo c'ho la matta
Mentre vedo tanta gente
Che non c'ha l'acqua corrente
E non c'ha niente
Ma chi me sente
Ma chi me sente
E allora amore mio ti amo
Che bella sei
Vali per sei
Ci giurerei
Ma è meglio lei
Che bella sei
Che bella lei
Ci giurerei
Sei meglio tu
Che bella sei
Che bella sei
Nun te reggae più
Che bella lei
Vale per sei
Ci giurerei
Sei meglio tu
Che bella sei
Nun te reggae più
Compositori: Salvatore Gaetano
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20 set 2023 12:15
INTERVISTARE GIANNI VATTIMO (CON SABELLI FIORETTI E’ UN DIVERTIMENTO PURO) – ‘’TU DICI: "BUONGIORNO". LUI RISPONDE: "SOLUZIONE NON V’È". "CACCIARI SÌ CHE È UN MONUMENTO. E’ GIOVANE, È PIÙ BELLO DI ME, HA I CAPELLI TUTTI NERI. UNA MIA AMICA SOSPETTA CHE ABBIA LA PARRUCCA" – ‘’UMBERTO ECO SOMIGLIA TROPPO AL PROPRIO MONUMENTO. STUDIA DA PREMIO NOBEL’’ - "CECCHI PAONE È UNA ZIA DI DESTRA. RIZZO NEMMENO MI PIACE. MA QUANDO NEI LOCALI GAY SI NOMINA RIZZO SI ECCITANO TUTTI…QUELLA TESTA PELATA" - A CASA AGNELLI CON FEDERICO ZERI ED EZIO MAURO. "DONNA MARELLA HA TIRATO FUORI UN CAMMEO ANTICO. E ZERI: "BELLO, MA MICA GLIELO AVRANNO VEDUTO COME ANTICO. QUESTO CAMMEO È DELL’OTTOCENTO". UNA VOLTA USCITI EZIO MAURO MI DISSE: "POTEVI ANCHE DIRE CHE LA TUA THEMA NON FUNZIONA…" - VIDEO DI DAGO A "QUELLI DELLA NOTTE" SUL PENSIERO DEBOLE
Gianni Vattimo - sabellifioretti.it
Intervista di Claudio Sabelli Fioretti del 23 Gennaio 2007
Ho intervistato già il professor Gianni Vattimo. Qualche anno fa. Mi presentai per errore il giorno prima. O almeno è quello che sostiene lui. Stendo un pietoso velo sul fatto che non era vero. Ma siccome l’intervistatore deve sempre dare ragione all’intervistato, quando al citofono lui mi disse che l’appuntamento era per il giorno dopo, dissi di sì, che mi ero sbagliato. Che mi scusasse. Lui, gentilmente, mi disse che non mi avrebbe rimandato a casa ma che nel frattempo, se avessi voluto andare a mangiare qualcosa, lui avrebbe approfittato per prepararsi.
Non vorrei scendere in particolari scabrosi ma credo che lo avessi beccato in un momento imbarazzante visto che erano le quattro del pomeriggio e che a quell’ora, anche a Torino, nessuno pensava a pranzare. Andai naturalmente a mangiare qualcosa e tornai dopo un’ora. Quell’intervista gli costò 15 mila euro. Lo querelarono sia Alessandro Cecchi Paone che Marco Rizzo perché disse che…
VATTIMO: "Se potessimo evitare almeno questa volta…Non vorrei essere costretto a tirare fuori altri 15 mila euro".
Va bene. D’altra parte bisogna anche ammettere che il pagamento di quei 15 mila euro è l’unico motivo per cui lui ricorda questa intervista. Perché, va detto, il professore è tirchio. Anche se nel libro che ha scritto a quattro mani con Piergiorgio Paterlini, "Non Essere Dio", in pratica la sua autobiografia, ha perfino inserito un capitolo dedicato alla sua generosità.
Ammetto: si tratta di un libro particolare. Si parla di Nietzsche e delle marchette al parco Valentino. Di invidie accademiche ma molto di amore. Anzi direi che si tratta di un libro fondamentalmente sull’amore. Ma anche un libro sulla sinistra e sul disamore per la sinistra. A pag. 11 ho incontrato la prima entrata a gamba tesa. Dice il professore: "La sinistra è una porcata". Si poteva dire con argomentazioni più soft? Un po’ più sfumato? Dico e non dico? Una metafora e vediamo se capiscono?
VATTIMO: "L’ho detto e non lo rinnego. Anzi da quando abbiamo scritto il libro ad oggi la situazione è solo peggiorata. Ma quella è una frase detta per amore".
Certo, tu ami la sinistra. Figuriamoci che cosa diresti se la odiassi.
VATTIMO: "Io sono sempre stato un cattocomunista fin dalla più tenera infanzia e con tutte le contraddizioni. Sono stato perfino deputato europeo dei Ds".
Poi ti sei dimesso dai Ds.
VATTIMO: "Non ho mai detto: "Basta mi dimetto". Diciamo che sono stato messo in libertà. Mi hanno spinto via. Hanno preferito la candidatura della Bresso alla mia. E io ho detto: "Tante grazie"".
Non mi risulta che tu abbia mai detto ai Ds "Tante grazie".
VATTIMO: "E’ vero. Mi sono incazzato come una bestia. Alla fine però ho accettato e adesso mi sento più a mio agio. Al partito avevo anche dato un mucchio di soldi".
Veramente ti hanno rimproverato di non avergliene dati abbastanza…
VATTIMO: "La tesi di Chiamparino sulla mia giubilazione è stata: "Ma potevi dare un altro milione al mese così ti toglievi la paura perché la Bresso si sarebbe lasciata convincere a rinunciare".
Cioè Chiamparino sosteneva che tu dovevi dare un milione al mese alla Bresso?
VATTIMO: "Ma no! Al partito. Il deputato normalmente deve versare un terzo del suo stipendio al partito. Per me era anche una festa perché essendo deducibile dalle tasse, quando dovevo fare la denuncia non dovevo pagare quasi niente. Però dovevo versare altri mille euro alla mia sezione locale. Io la mia sezione locale l’avevo conosciuta sotto forma di sette ragazzetti aggressivi, rompipalle, ignoranti come capre. Uno di loro si era laureato con una tesi che mi aveva fatto quasi vomitare. Il giorno dopo fu assunto come funzionario nella federazione. A questi qui non ho dato nemmeno una lira. Naturalmente si sono arrabbiati. Quando ci sono di mezzo i soldi…"
Ma non si era detto che tu sei molto generoso?
VATTIMO: "Generoso ma mica scemo. Oltretutto con quei soldi che non davo alla federazione torinese finanziavo un ufficio dove campava un’associazione di studenti. Adesso, quando lo dico, si arrabbiano. Dicono: "Ma ci tratti come degli straccioni!" Ma è vero. L’affitto lo pagavo io, la fotocopiatrice la pagavo io, il computer lo pagavo io. Loro forse si pagavano le birre. Ma erano la mia famiglia. A parte questi elementi terra terra, io sono sempre…fin da due o tre anni dopo la mia elezione, il 2001…è successo…vicino a Bologna…a San Coso in Coso…"
Mi piace la tua precisione. San Coso in Coso.Vicino a Coso di Sopra?
VATTIMO: "Ma no! Lì avevamo fatto un incontro e qualcuno mi aveva rimproverato di aver detto che D’Alema andava rottamato. Io risposi: "L’ho detto e lo confermo". C’erano delle cose che non mi piacevano nei Ds e le dicevo. Anche perché non mi sentivo così importante. Questo è il punto. Anche stasera io confesserò delle cose innominabili…"
Ma veramente?
VATTIMO: "Assolutamente no. Poi magari vado sul giornale e mi chiedono ancora soldi".
Però che D’Alema andrebbe rottamato ormai l’hai ridetto…
VATTIMO: "L’ho detto, l’ho ridetto e lo ripeto".
Va bene, chiamo l’Ansa…
VATTIMO: "Ma è un discorso politico. Io sono convinto che D’Alema sia dannosissimo alla sinistra. Anche se oggi appare il più "sinistro" del governo, vedrai distruggerà la sinistra. Altro che Occhetto. D’Alema prepara la situazione in cui alle prossime elezioni non ci sarà più nemmeno un voto che non sia del Partito Moderato dei Cristiani. Ne sono convinto, mi dispiace, mi arrabbio. Ma non dico mica che lo pagano per questo. Dico solo che effettivamente lui compie un errore clamoroso…"
Resta che sei contro la sinistra…
VATTIMO: "Io sono contro la sinistra attuale, compresa la sinistra estrema perché questo qui che sta seduto nella terza carica dello Stato e non si schioda nemmeno se gli mettono la Base Nato a casa sua…ragazzi che cosa aspetta? Après moi le déluge? Nessuno spero voterà più per Rifondazione Comunista, e nemmeno per i Comunisti Italiani e nemmeno per i Verdi se si fanno rifilare l’ampliamento della base di Vicenza e l’Afghanistan oltre tutto il resto. In questo momento preferisco Prodi a Berlusconi però Berlusconi è meno pericoloso, diciamo la verità, perché non distrugge la sinistra dalle radici per i prossimi 500 anni. Noi ormai siamo nella…"
Nella?
VATTIMO: "Nella fanga. Queste sono le buoni ragioni che credo di avere per parlar male della sinistra. Poi non so che dire".
Dicci che cosa vuoi in cambio.
VATTIMO: "La stessa politica di Prodi la può fare Zapatero. Il quale però ritira le truppe molto prima di noi dall’Iraq, non si fa coinvolgere in Afghanistan, spero, fa i Pacs, anzi ne fa di tutti i colori giovandosi dell’anticlericalismo di base della società spagnola che ha conosciuto il clericalismo più a lungo di noi.
Insomma è un po’ più dignitoso. Noi siamo al livello della sotto sotto sotto colonia. Almeno fossimo uno Stato americano avremmo l’arma del voto. Potremmo votare contro Bush. A me dispiace anche di arrabbiarmi. Per come si può vedere anche nel libro, anche per merito di Piergiorgio Paterlini, io sono fondamentalmente allegro, gentile, simpatico, uno al quale va bene tutto. Ma questo è intollerabile. Per questo dico che la sinistra è una porcata".
Rischi?
VATTIMO: "Il tacitamento della sinistra internamente può portare il rischio di un nuovo brigatismo. La sinistra non parla più. Quando non ci sono più movimenti di sinistra alternativa…non dico che io adesso prendo le armi…io non so nemmeno fare una molotov… ma davanti alle cose che succedono…se non potete nemmeno più fidarvi di Bertinotti che cosa fate?"
Io ho una vecchia ruggine con la filosofia…
VATTIMO: "Ti bocciavano?"
No. Ma non capivo nulla. Però nel tuo libro leggo che anche tu quando leggevi Foucault non capivi niente. Questo mi consola. D’altra parte anche a leggere quello che scrivi tu non è che si capisca molto. Pagina 138: "C’è una pagina di Heidegger…"
Come si pronuncia Heidegger?
VATTIMO: "Con due accenti".
Ho una moglie tedesca che sostiene che io non so pronunciare Shumacher…Come si pronuncia Schumacher?
VATTIMO: "Così: Schumacher". Appunto. Heidegger. Hai scritto: "C’è una pagina di Heidegger che ho un po’ stiracchiato in tutti i modi perché è l’unica in cui lui dice che forse il nuovo evento dell’Essere, un darsi dell’Essere diverso dalla Metafisica, può accadere nell’insieme del mondo tecnologico che è come l’estremo della dannazione, l’oblio dell’Essere più totale, ma che potrebbe anche rivelarsi un primo lampeggiare dell’evento".
Ma quel povero disgraziato di Piergiorgio Paterlini capiva quello che dicevi? Quando dicevi: "Non possiamo ricordare l’Essere. Possiamo solo ricordare di essercene scordati", lui che faccia faceva?
VATTIMO: "Certe frasi prese isolatamente fanno impressione. Questa era una tesi di questo Heidegger…"
L’amico di Shumacher.
VATTIMO: "Esatto, proprio lui. Devo dire che io e Piergiorgio scrivendo questo libro ci preoccupavamo che non ci fossero cose che avrebbero fatto ridere i miei colleghi. Confesso che non ho l’impressione che sia davvero così difficile capire quello che io ho cavato da questi autori".
Che cos’è il pensiero debole?
VATTIMO: "Una forte teoria dell’indebolimento come unica via dell’emancipazione".
Bastava dirlo.
VATTIMO: "Non è poi così inverosimile. Si capisce: è un discorso filosofico. Se non ci fosse un’implicazione di vita effettiva io non lo farei nemmeno. Il pensiero debole è l’idea che noi viviamo dentro a delle strutture sociali organizzate metafisicamente. Che cos’è la metafisica secondo Heidegger?"
Me lo stavo appunto chiedendo.
VATTIMO: "E’ l’idea che c’è una struttura dell’Essere data una volte per tutte che si tratta solo di riconoscere e poi adeguarsi ad essa nella pratica".
E’ proprio quello che pensavo.
VATTIMO: "Tutto dipende dal fatto che vedi le essenze, come Platone, come Aristotele. O come la Chiesa. Perché poi la Chiesa oggi cosa fa? E’ per questo che questo pensiero non è poi così inattuale. Davanti a tutta la problematica della bioetica, degli embrioni, della nonna e della zia, dei Pacs, o anche del mercato, tutti quelli che vi impongono di accettare la realtà com’è vi dicono: "Sii realista". Anche D’Alema quando io lo critico, mi dice…"
Tu parli con D’Alema?
VATTIMO: "Ma no, non parliamo, non si occupa di me. Di me non curat praetor. Se mi parlasse direbbe: "Ma guarda la realtà, dobbiamo prendere atto che le cose stanno così". Questa è la metafisica per Heidegger. Liberarsi dalla metafisica vuol dire erodere, corrodere, dissolvere progressivamente gli assoluti che pretendono di dominare la nostra vita.
Perché Heidegger dice che abbiamo dimenticato di aver dimenticato l’Essere? Abbiamo dimenticato l’Essere che non è questa roba qua, e ci siamo perfino dimenticati di averlo dimenticato. Siamo convinti che ciò che è vale, e ciò che non è non vale. Il giorno che assisterete alla presentazione di qualche libro di Emanuele Severino vedrete l’esempio della metafisica. "Ciò che è è e ciò che non è non è"."
Mi sembra di essere tornato a scuola:
VATTIMO: "E tutto il resto? Quello che non è ancora e vorrei che fosse? Questo è il problema della metafisica per Heidegger. In questo senso io mi sento autorizzato a parlarne pur tentando di fare il politico ogni tanto. Anche se ormai mi hanno convinto che non è il caso di fare ilpolitico. Io ringrazio Piergiorgio Paterlini perché mi piaccio come mi ha rappresentato lui. E cerco di somigliarmi. Lo ringrazio anche per aver collocato queste tesi filosofiche dentro un contesto che le rende meno indigeste. D’altra parte chi non ha voglia di leggere i capitoli filosofici li salti e legga solo gli altri che sono le conseguenze".
In un lungo capitolo del libro, che ho soprannominato Capitolo Calimero, ti lamenti che tutti ce l’hanno con te. Anzi non ti lamenti. Lo dici con una certa spocchia. Te ne vanti. Dici che non ti perdonano di essere libero. Però poi dici: attenzione c’è anche un motivo di classe. Non mi perdonano perché vengo da una famiglia umile, sottoproletaria e non sono uno da terrazza romana. E alla fine dici anche: "Ma come possono non voler bene a uno come me?" Uno come te? Tu sei narciso, presuntuoso, permaloso, e anche invidioso.
VATTIMO: "Ma no. Poco. Homo sum come diceva quel signore raccontato in un epigramma di Marziale trovato a letto col postino".
Dici anche nel libro: "Sono l’unico filosofo popolare". E’ vero ma non dovresti dirlo tu.
VATTIMO: "Ma popolare è detto nel senso peggiore della parola".
No, no, nel senso migliore. Dici anche: "Non come Cacciari".
VATTIMO: "Cacciari sì che è un monumento. Però c’è di mezzo tutto il mio modo di concepire la filosofia. Quando mi invitano come in questa occasione a ripetere le mie chiacchiere, non posso rispondere: "Scusate io ho cose più serie da fare" perché non ho assolutamente niente di più serio da fare. Quando rifiuto un impegno lo faccio solo perché quel giorno lì sono già impegnato".
Svelo una cosa: stamattina presto Vattimo si era impegnato ad andare alla Sette. Ma ha telefonato dicendo una menzogna: "Non posso perché sono malato". Alla Sette si sono vendicati dando la notizia in diretta: "Il professor Vattimo è malato".
VATTIMO: "Non volevo essere smaialato in questa maniera. Ma comunque io andavo "a gratis"…"
Sempre della serie "come è generoso il professor Vattimo".
VATTIMO: "Ma perché mai debbo alzarmi alle sei di mattina? Una volta facevo il politico ma ormai non più".
Ma allora perché avevi detto sì?
VATTIMO: "Perché sono amico di quello che fa la trasmissione. Ma poi mi sono addormentato tardi e la mattina avevo sonno. Allora ho telefonato ma il taxi era già arrivato. Ho dovuto anche pagare dieci euro per diritto di chiamata al taxista. Diciamo la verità, io sono come Berlusconi, ho bisogno di essere amato. Non metto mai dei limiti. Questa è la mia generosità che non è una virtù ma uno svaccamento. Io non ho mai grandi programmi in base ai quali decido, qua vado qua non vado. Penso invece a Cacciari che dice "Basta, soluzione non v’è"".
Cosa dice Cacciari?
VATTIMO: "Uno dei motti di Cacciari è: "Soluzione non v’è". Lo dice sempre".
Tu incontri Cacciari e gli dici: "Buongiorno". Lui risponde: "Soluzione non v’è".
VATTIMO: "Facciamogli un po’ di pubblicità, coraggio. E’ giovane, è più bello di me, ha i capelli tutti neri". Una mia amica dubita che siano tutti suoi. Lei sospetta che abbia la parrucca".
Uno si immagina i filosofi, seri, impegnati in profonde speculazioni…No, stanno lì a massacrarsi uno con l’altro sui capelli…Ti immagini Kant che dice che Hegel ha la dentiera?
VATTIMO: "Ma non lo dico io, lo dice la mia amica".
Ricomponiamoci un po’.
VATTIMO: "Io davvero non so se la Mia Opera, "emme" maiuscola "o" maiuscola, come direbbe Severino, resterà negli anni. Tra l’altro non si sa nemmeno se le biblioteche reggeranno.
E’ vero, ho un pensiero debole anche in questo senso: credo moderatamente all’importanza delle mie tesi filosofiche. Questo mi rende disponibile, svaccato, smandrappato. Ma mi impedisce anche di giudicare seriamente le altre persone. E’ una forma di pigrizia. La mia vita è sempre andata avanti così. Non ho mai preso grandi decisioni. Non ho mai giudicato male nemmeno Sabelli Fioretti. Ma qual è la domanda dalla quale sono partito per questo autoelogio?"
Non me lo ricordo.
VATTIMO: "Nemmeno io".
Sembra un colloquio fra due rincoglioniti.
VATTIMO: "L’invidia. Io non sono invidioso. Anche perché penso che nessuno sia meglio di me. Di Umberto Eco ho ammirazione ma non invidia. E’ uno che mi tratta da amico, è stato mio amico quando ero piccolo, mi ha fatto scuola di filosofia medioevale. Adesso mi sembra che lui somigli troppo al proprio monumento. Comunque vincerà il premio Nobel.
O lui o Magris. Tutti e due studiano da premio Nobel. Si comportano anche da moderati. Non sono mai venuti a piazza San Giovanni a gridare "a morte questo a morte quest’altro". Non a caso stanno in "Libertà e giustizia" che è una cosa da dame della Croce Rossa, molto bella per carità, alcuni di loro sono anche impegnati a fare il programma del Partito Moderato Democratico. Insomma sono contento che uno dei due vincerà il premio Nobel così l’altro si incazzerà a morte".
Ma litighi con Eco?
VATTIMO: "Io mi arrabbio con lui. Lui generosamente non si arrabbia con me. Però mi sgrida. Dice che continuo a sputtanarmi. Ma che cosa volete che vi dica? Io non ho mai voglia di andare al Gay Pride ma finché il Papa sarà contro bisogna andarci. A me del Gay Pride non importa un fico".
Nel tuo libro c’è molto amore, molto romanticismo. Molto più di quanto se ne potrebbe trovare in un libro di…
VATTIMO: "Di Susanna Tamaro".
Passioni… delusioni… il tuo desiderio di farti una famiglia sposando una ragazza ricca…
VATTIMO: "Avevo una tendenza bisessuale. Ma lo dicono tutti i gay quando si debbono giustificare. Però è vero che io ho una certa nostalgia di una vita famigliare…avrei voluto avere dei figli…la festa di Natale…conosco alcuni di cui non faccio il nome…"
Aristotele…
VATTIMO: "Di Aristotele posso anche fare il nome".
Aristotele non querela.
VATTIMO: "Nel nostro mondo siamo abituati ad essere monogamici, sia etero che omo…ma poi conosco alcuni signori ricchi, rispettati e molto per bene, di cui non faccio il nome che hanno famiglia in Italia e casa e amichetti in Marocco. E questo non scandalizza nessuno".
Torniamo un attimo a Cecchi Paone e a Rizzo. Che ne pensi di loro?
VATTIMO: "Cecchi Paone è una specie di zia di destra. Non mi è antipatico. Non mi piace ma non perché è di destra. Se Robert Redford fosse di destra mi piacerebbe lo stesso. Cecchi Paone, sinceramente…Rizzo nemmeno mi piace. Ma quando nei locali gay si nomina Rizzo si eccitano tutti…quella testa pelata…"
Ma non ti piace nessuno dei politici italiani?
VATTIMO: "Casini. Quando si è fatto fotografare nudo su Novella 2000…"
Non si è mai fatto fotografare nudo. Lo hanno fotografato di nascosto mentre si cambiava costume.
VATTIMO: "Ha lasciato che succedesse".
Nel libro tu parli continuamente della morte…
VATTIMO: "Ci sono delle persone che vivevano con me. Il primo si è ammalato di Aids, nel 1986, quando nessuno pensava ancora che potesse arrivare in Italia. Poi è morto anche il secondo, di cancro. Questo mi ha segnato. Mi sento un po’ un sopravvissuto. Io ero il più anziano e ho dovuto seppellirli entrambi. Alla fine non sono così allegro come sembro. Mi galvanizzo molto in pubblico. Il narcisismo serve a questo. Normalmente da solo io devo stare attento a non lasciare la chiavetta del gas aperta. Poi la morte è anche un tema filosofico".
Racconti di avere scritto molti necrologi. Hai scritto anche il tuo?
VATTIMO: "No, il mio no".
Un narciso come te dovrebbe farselo.
VATTIMO: "Va bene adesso ci penso. Potrei anche scrivere il mio coccodrillo".
Certo. Anche senza impegno a morire subito.
VATTIMO: "No, però il necrologio deve avere una certa attualità".
Hai un sacco di nemici, ma hai anche degli amici. Alcuni strani.
VATTIMO: "In che senso?"
Beh, Franco Debenedetti. Uno come te dovrebbe prenderlo a schiaffi tutte le mattine.
VATTIMO: "Franco è stato uno dei primi amici che avevo a Torino. Ci conosciamo da 40 anni. Dal ’68. Quando passavamo davanti a casa Agnelli, in corso Matteotti, il corteo cantava: "Agnelli, Agnelli, Agnelli del buco del cul, vaffancul vaffancul".
Anche Debenedetti? Non posso crederlo.
VATTIMO: "Non so se lo cantava anche lui insieme agli altri".
Tu sei stato perfino maoista.
VATTIMO: "Ero già professore incaricato ma ero sotto concorso per diventare ordinario. Pareyson, il mio maestro, era un cattolico di destra. Sapeva che io non ero di destra ma al massimo mi considerava un cattocomunista. Ci fu un periodo che per un’ulcera dovetti stare tre mesi in ospedale e lessi molti libri e diventai maoista. Uscito andai da Pareyson e gli dissi: "Sono diventato maoista". E lui: "Adesso me lo dici?". E io: "Quando glielo dovevo dire? Prima che succedesse?". Poi cercai di convincere anche lui. "Ma venga alle manifestazioni, tutti si danno del tu, si chiamano compagni. E’ come andare in chiesa".
Come è finito quel concorso?
VATTIMO: "Eco me l’ha giurata. In quel concorso c’era anche lui. Ma non mandava mai gli auguri di Natale a Pareyson. Io mandavo gli auguri a Pareyson. Io ho vinto il concorso e lui no".
Eri il portaborse di Pareyson.
VATTIMO: "Un perfetto portaborse. Lo accompagnavo anche all’aeroporto quando doveva andare a Roma la domenica mattina. Ma solo quando doveva andare per un concorso accademico".
Quando andava per i fatti suoi?
VATTIMO: "Non lo accompagnavo. Insomma Eco se l’è legata al dito. Quando sono andato a portargli il mio libro su Nietzsche che volevo uscisse da Bompiani gli ho detto: "Guarda che io nel ’68 sono uscito maoista". E lui: "Sì ma sei uscito anche ordinario".
VATTIMO: "Non so se Eco l’ha mai raccontato. Quando noi abbiamo seguito il corso di preparazione alla Tv, Eco era stato mandato a Milano ad occuparsi dei programmi di varietà con una missione che lui chiamava "operazione mutandoni". Doveva badare che i dirigenti della tv dell’epoca, che volevano dimostrare che i cattolici erano dei figli di buonadonna, non mettessero alle ballerine dei mutandoni troppo lunghi".
Altro tuo amico strano: Cesare Romiti.
VATTIMO: "Romiti era uno che aveva bisogno a quei tempi di un intellettuale di riferimento. E pensava di averlo trovato in me. Ci incontravamo a cena a casa di una signora amica di tutti e due. Abbiamo perfino cominciato a darci del tu. Ma abbiamo deciso di non dirlo a nessuno perché i rispettivi amici ci avrebbero preso a pesci in faccia.
Sia i miei amici di sinistra che i suoi di destra. Quando incontro Romiti, succede di rado ormai, faccio in modo sempre che parli lui per primo. Se mi dà del tu rispondo col tu, se mi dà del lei rispondo con il lei. A Romiti spiegavo alcune mie teorie economiche molto azzardate. Io ero un ammiratore di quel tal Giuffré che prendeva cento lire e dopo due mesi ne restituiva duecento che prendeva da un altro al quale restituiva quattrocento. Perché mai il gioco è dovuto finire?".
A causa del codice penale. Si va in galera.
VATTIMO: "Ma perché? Ma perché non si accentua il più possibile l’aspetto immaginario dell’economia? Faccio un esempio. I Paesi latinoamericani hanno dei debiti che le banche rinunciano a esigere perché se no vanno tutti in rovina. Gli continuano a prestare dei soldi per pagare gli interessi. Il giorno che uno vuole venire a vedere la realtà (io sono filosoficamente nemico della realtà) va tutto a ramengo. Facciamo qualcosa di diverso".
Come ha reagito Romiti alle tue teorie?
VATTIMO: "Ha cambiato intellettuale di riferimento. E’ passato ad Adornato".
Tu frequentavi anche casa Agnelli.
VATTIMO: "Una volta ci sono andato con Federico Zeri ed Ezio Mauro. Ad un certo punto donna Marella ha tirato fuori un cammeo antico. "Professore che ne pensa?" E Zeri: "Bello, ma mica glielo avranno veduto come antico. Questo cammeo è dell’Ottocento". Donna Marella resse bene il colpo. Una volta usciti Ezio Mauro mi disse: "Già che c’eri potevi anche dire che la tua Thema non funziona"."
Agnelli ti aveva regalato una macchina?
VATTIMO: "No, l’avevo presa con forte sconto dall’ufficio stampa. Ma era sempre rotta. Quando la usavo la domenica non partiva mai. Sono stato anche lì lì per passare alla Repubblica a causa della Thema. Anche perché non mi avevano pubblicato un pezzo sulla Stampa".
Una forte motivazione…
VATTIMO: "Telefonai a Scalfari ma per fortuna non c’era, era all’estero. E così mi riconciliai con la Fiat e con la Stampa".
Tu sostieni, nella tua incredibile presunzione, di raccontare le barzellette meglio di Berlusconi.
VATTIMO: "Berlusconi racconta barzellette stupide e stravecchie. Io modestamente ho imparato da Eco che era un grande barzellettiere. Adesso si è un po’ appannato…volete che ve ne racconti una?"
Se insisti.
VATTIMO: "Il re Umberto 1 viene sparato dall’anarchico. Muore e gli trovano un buco in mezzo alla testa. Si chiedono: come è possibile? Delicatamente interrogano sua Maestà
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Gli eroi in bianconero: Giorgio STIVANELLO
Giorgio Stivanello – scrive Angelo Caroli su “Hurrà Juventus” del febbraio 2001 – è una delle pedine su cui il dottor Umberto Agnelli tenta di ricostruire la Juve ingrigita nell’epoca dei “Puppanti”. I giovani sono volenterosi e pieni di speranze, ma non sono smaliziati e non possono puntare in alto. Nell’estate del 1956 il dottore preleva dal Padova un’ala sinistra veloce e puntigliosa. Ha la…
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John Elkann è il più ricco degli Agnelli
Difficile pensare a una famiglia più ambita e conosciuta in Italia rispetto a quella degli Agnelli,personaggi che da sempre hanno scandito la storia del Belpaese. Da Giovanni fino a Gianni passando per Umberto e ora John, Lapo e Ginevra, figure iconiche che si sono arricchite nel corso degli anni. Il patrimonio complessivo della famiglia Agnelli è uno dei più esorbitanti d’Italia, infatti si stanzia attorno ai 150 miliardi di Euro. Ovviamente il tutto deve tenere in considerazione le varie attività della famiglia, con il Gruppo Exor che garantisce i maggiori introiti. La suddivisione delle quote azionarie di questo Gruppo permette di stabilire con certezza di chi sia il vero Paperone di casa Agnelli e il suo nome è John Elkann. A lui infatti spetta la bellezza del 58,8% delle quote azionarie di Exor, il che significa che può gestire circa 90 miliardi di Euro. Questo non vuol dire che questo sia il suo patrimonio, si tratta di liquidità dell’azienda, ma in totale John Elkann può vantare conto in banca da 2,1 miliardi di Euro. Cifre che fanno veramente girare la testa e che lo portano a essere nettamente il numero di casa Agnelli. John Elkann il più ricco in casa Agnelli: quanto guadagno Lapo, Ginevra e Andrea Agnelli? Le quote azionarie del Gruppo Exor sono redistribuite tra i tre fratelli Elkann, ma se John possiede la netta maggioranza, il resto è diviso equamente tra le parti. A Lapo e a Ginevra infatti spetta un totale del 20,6% a testa e per entrambi il patrimonio stimato è di 900 milioni di Euro a testa. Anche in questo caso i guadagni sono decisamente elevati, ma sommando i loro patrimoni non si arriva comunque a quello di John. Cifre inferiori, anche se considerevoli, per l’ex Presidente della Juventus Andrea Agnelli. Il nipote di Gianni infatti possiede indicativamente un patrimonio di 400 milioni di Euro, anche se adesso non potrà più contare sullo stipendio da numero uno dei bianconeri. In quel caso riusciva a rimpinguare il proprio patrimonio con 500 mila Euro ogni anno. Nonostante i soldi in famiglia non manchino di certo ha fatto scalpore la battaglia che Margherita Agnelli ha portato avanti negli ultimi anni. La figlia di Gianni Agnelli infatti ha portato in causa la famiglia in quanto il pagamento di 1,3 miliardi di Euro legati all’eredità è considerato troppo basso. Nel 2015 la prima sentenza in tribunale bocciò il ricorso di Margherita, ma di recente ha riaperto la causa in seguito alle accuse di falsa testimonianza da parte del notaio. Read the full article
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Italia-Giappone: il premio Umberto Agnelli a Giorgio Amitrano e Mario Vattani
Italia-Giappone: il premio Umberto Agnelli a Giorgio Amitrano e Mario Vattani
AGI – Dopo due anni di pausa forzata dovuta alla pandemia torna a riunirsi l’Italy Japan Business Group, il Forum degli Imprenditori italiani e giapponesi che si tiene con cadenza annuale alternativamente in Italia e in Giappone, e con esso il Premio intitolato alla memoria del suo primo presidente Umberto Agnelli e della Fondazione Italia Giappone. Per l’anno 2020 la giuria, riunitasi sotto la…
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Gianni and Umberto Agnelli’s tribute at the opening ceremony of the Juventus Stadium
#juventus#juve#gianni agnelli#umberto agnelli#it was a great night#i was so proud#i watched the whole ceremony multiple times#here Donna Allegra made me emotional
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🇮🇹🤘 Italian indie rock bands masterpost 🤘🇮🇹
So I'm seeing a LOT of support toward Måneskin from people pretty much all around the globe by now and that made me so damn happy that I decided to make a post about some Italian bands from the alt-rock/metal scene I know/listen to that I think you (hopefully!!) would love as well <3
Måneskin
What's more to say about Måneskin? I've known them for ten seconds and they're already consuming my life. Peak bisexual energy. The lyrics are what I wish I could write; Damiano's voice is what I wish I sounded like; their instrumentals is what I wish my life was like; their aesthetic is how I wish I could dress like. God speed beautiful you bastards, can't wait to see you at the top of the world
IN NOME DEL PADRE ("In the name of the Father") is angry, sleazy and sinful, just like Damiano comparing himself to Jesus Christ in the lyrics for all the times he "died" (ergo the failed attempts to break through as a musician or, more generally, all the hardship he went through his life) but every time it was worth it (Son morto più di cento volte, mai morto invano trad. "I died more than one hundred times, but never in vain").
He states that he won't forget the past and all the people who doubted him, looked at him as if he was insane or didn't take him or his passion seriously because of his young age, that he'll never stop aiming for the sky (Toccare il cielo e tornare a mangiare asfalto trad. "To touch the sky and come back face down in the dirt"), that the stage isn't enough for him and he hungers for more (Ehi, fate spazio, fatene tanto /Che adesso non mi basta il mondo, non mi basta il palco trad. Hey, get out of my way/ Because the stage is not enough, the world is not enough for me). I get Mötley Crüe's Too Fast For Love era and Appetite for Destruction vibes from this, anyone else?
Go check out "Coraline" (heartbreaking ballad about a girl who grew up with huge insecurities in an unfriendly environment and great sensitivity to whom the singer offers a possibility to open up to him, pure poetry) and "Vent'anni" ("Twenty years", it's along the lines of In nome del Padre, talks about the youth who isn't taken seriously by others when they talk about their dreams, especially if that dream is to become a musician/artist, 10/10 very angry) if you haven't already! They're two of my favorite songs by them who am I kidding the whole fucking album is my favorite song by them
Afterhours
they're the spiritual fathers to Måneskin in a way (Afterhours' singer, Manuel Agnelli, was their coach when the band entered X-Factor's latest edition) and a pillar of Italy's indie scene. The singer looks a worryingly lot like Severus Snape but that adds to his decadent hero's charm
cryptic lyrics, haunting bassline, tormented voice: Male di Miele literally means "pain of honey" or "honeyache" (a juxtaposition that i find brilliant) and has been defined as "the italian Smells Like Teen Spirit" which I think is incredibly accurate
check out "Dentro Marilyn" ("Inside Marilyn") from their first album too to appreciate Manuel's vocal abilities at their fullest!
Superhorror
Previously named "Superhorrorfuck", they're the epitome of what I want the "Glam/Shock rock revival" to be like. Exhaggerated, flashy, just too much and unique in the modern scene, they resurrected what KISS, Mötley Crüe, Rob Zombie and Alice Cooper started back in the 70s and 80s: it doesn't take too long to realize where they took inspiration for their iconic makeup from! Edward's maniacal voice sounds like nails on a chalkboard (but, like, in a good way) accompained with loud, raw and hysterical guitars that make you feel like you snorted ten lines of coke. If Ed's appearance reminded you of a blond Marilyn Manson I'm pretty sure it was his intention.
Here's something from their latest album, came out in 2020, "Italians Die Better":
also little side note: THESE DUDES LITERALLY COME FROM MY OWN TOWN LMAO??? DO I NEED TO SAY MORE LIKE, I THINK THE GUITARIST WENT AT MY SAME HIGHSCHOOL AND I DIDN'T EVEN KNOW THAT IT'S SO FUCKING COOL
Subsonica
Coming straight from the 90s, another important band in the alternative/electronic italian scene. They all look like they could be my uncles, I trust them
Here's probably their most famous and recognizable song from 1999, "Tutti i miei sbagli" (All my mistakes):
Verdena
another military stone in the alternative/psychedelic rock/grunge scene in Italy, for fine connoisseurs only. if i had to choose only a word to describe them, i'd say "visionaries": every album of theirs is a trip to unexplored, indefinite territories that take you to an undescribable dimension (pretty sure their music is the closest to what overdosing on xanax feels like) and their lyrics don't necessarily make sense. either that or Alberto (the dude on the left in the pic who looks both like Charles Manson and your 14yo cousin who thinks he's a man bc he smokes and has one chesthair) is an alien sent from space and is speaking the language of the gods, but we don't have the means to understand what he's trying to communicate. either way, shit slaps, dude pls make another album
Their first single from 1999, Valvonauta ("Valvenaut"???? A valve astronaut??? I think???? idk man) (don't worry about trying to understand the meaning, more than 20 years have gone by since it came out and nobody has got it yet):
Tre allegri ragazzi morti
literally "Three Happy Dead Lads". Idk man they put me in a good mood while at the same time giving me nostalgia of memories I never had and times I never lived. Great listen if you want to have an existential crisis
if "Male di Miele" is the italian Smells Like Teen Spirit, I consider "Il Mondo Prima" (The World Before) to be the corrispondent to In Bloom: sounds like a very happy-go-lucky song but has a very dark and melancholic meaning behind the lyrics:
The Bastard Sons of Dioniso
Coming from Trentino Alto Adige, the Bastard Sons of Dionysus classified second place at the second edition of italian X-Factor. Their style is very... Theatrical? It's very unique. It's like if a group of renaissance minstrels who used to entertain the Gonzagas took a ride on the time machine (probably invented by Da Vinci, wouldn't be surprised if he thought about it back then or actually made some prototypes even) and got teleported in the future, where they discovered modern instruments but still talked about court life in their lyrics using the dialect of their own time. Oh and also they could kill you, don't test them. Basically Ezio Auditore's favourite band
Yes, L'amor Carnale ("Fleshly love") is about sex, but considered what I told you about them before, you can guess they put it more... Elegantly than say, Mötley Crüe and sleaze rock bands from the 80s 😂😂😂
Umberto Emo
*inhales deeply* now, how can I describe how much I love these boys. They're the equivalent of both having a nervous breakdown and shitposting on main at the same time. Their sound say Bring Me the Horizon but their lyrics say Children of Bodom. You laugh the whole time hearing the singer talking bullshit, but then he'd just scream something that hits you so hard you need to sit down and think about life, as if you were at a party and you were having the time of your life and idk getting drunk tits and dick out and getting head by that hot guy you always had a crush on, and all of a sudden the alarm goes off and you snap out of it realizing that oh you were just dreaming and you remember that you actually don't have any friends and the dude you thirst for has a girlfriend already. These rats from Verona's sewers are one of the few reasons that make me feel proud of where I come from. The only people who know about them are me, my best friend who introduced them to me, and probably their aunts and I wish they were known by SO MANY MORE people and that they had the success they deserved before they split up after such a short timespan of activity. Gone, but never forgotten 😔✊
"Dr. Bepis and Mr. Aids" is a very, very long piece (lasts about 9 minutes) but it is, in my opinion, the one that represents what Umberto Emo is all about the most. it's more of a rage filled medley, where they put all their drabbles and a lot of throwbacks to their other songs together. some of my favorite verses (that can be translated) include:
Datemi un sogno, un sogno banale/ tagliamoci un dito e facciamoci male (trad. "Give me a dream, a mundane dream / let's cut our fingers and let's hurt ourselves"),
Questa è la storia del cavallo omofobo, trottava al galoppo con in culo un microfono / Questa è la storia di Frate Agostino, girava nei bagni e ti offriva un pompino (trad. "This is the story of the horse that was a homophobe, he'd trot and gallop with in the ass a microphone / This is the story of Brother Augustine, he'd skulk in bathrooms and offer you a blowjob"),
Scusatemi per tutto questo, scusatemi ma non ci riesco / E in fin dei conti è colpa mia, in fin dei conti è colpa tua, in fin dei conti non importa / E domani siamo sabbia. (trad. "Forgive me for all of this, forgive me but I can't help it / And in the end it's my fault, in the end it's your fault, in the end it doesn't matter / And tomorrow we'll be sand."),
Io ho mangiato sassi per anni, senza sapere che gusto avessero/ Masticavo i miei stessi denti, privandomi del desiderio / Travolto dai ricordi, come sabbia in questo tempo (trad. "I have been eating rocks for years, without knowing their taste / I've been chewing my own teeth, depriving myself from the desire / Overwhelmed by memories, like sand of this time")
or the self depreciating, passive aggressive Sono ancora triste, quindi uso parole difficili tipo sesquipedale /Che schifo la punteggiatura (trad. I'm still sad, so I use complicated words, like sesquipedal / punctuation sucks)
and the timeless chorus Mario Giordano sei un rettiliano (trad. "Mario Giordano you're a reptilian" I don't know honestly what statement they wanted to make with this other than it rhymes lmao)
which as you can see, range from being completely demented to blasphemous to become a punch in the gut to complete and utter nonsense (and it's only one song!), but the majority of their verses could be simply translated as [angry italian unintelligible screaming] (which, honestly, is a mood anyway). I urge everyone who sees this to go listen to them (especially my italian mutuals) even if you can't understand shit of what they're talking about. I'm sure their music will transcend language barriers
Btw sorry not sorry for the wall of text, they just mean so much to me and I could write a 56 pages long essay about them and their lyrics 😭😭😭 other songs I recommend are Il fumo uccide ma è parte del piano ("Smoking kills but it's part of the plan", opening with "It's raining shit"), Barbara D'Urto (a play on words on an italian talk show host's name Barbara D'Urso,"urto" means bump, clash, collision, but it's also a way to describe someone who rubs you the wrong way), Qvando Cera Lvi (don't worry, the title is nothing but a mockery of the fascist slogan and the lyrics is the epitome of the demented) and idk, everything else they have really, which can all be found on YouTube
Punkreas
i included them almost exclusively because i love the pun they made with their name. as every good punk band out there, they remind you how much society sucks and that you should go against its rules no matter what while making you bang your head to their tunes
"Total disgust" is not only a mood and a critique to politicians and society's consumerism's ways in general, but also a punk rock banger from 1992:
Furor Gallico
Probably the only people from Milan I wouldn't hate on sight, "Gaelic Fury" is a folk metal band who I can't say for sure they have true Gaelic origins, but they sure wish they were born in that time (and if you didn't know, believe me when I tell you this particular metal subgenre is very big in Italy, especially in the northern regions). Their music will take you to distant places forgotten by man, and Davide is the creature of the enchanted forest who'll whisper his land's secrets to you through his lyrics
Diluvio ("Flood") is an inspired and evoking ballad about a man who loves rain and thunderstorms (can relate) in all its forms and at the same time an ode to the marvel of Nature when it unleashes its fury (I could write another whole essay about this song but I'm gonna restrain myself)
Other bands worth checking out bc tumblr doesn't let me add more than ten pics and ten audios in one post: Negrita (I define them the Italian Red Hot Chili Peppers, very chill they put you in a good mood), Litfiba (hard rock for dads), Linea 77 (another important punk rock band from the 90s), Caparezza (a peculiar man, it's hard to describe him lmao but he's a great songwriter and always tries to evolve his style), Rhapsody of Fire (inventors of Epic Power Metal. It's like Power Metal but with more dragons and Christopher Lee)
To anyone who joined me in this journey and stuck around till the end and checked out all the artists:
✨💕Thank you💕✨
I could kiss you rn I'd love to know which one was your favorite and talk about them!!
To anyone who read about only some of them and didn't listen to any or just some of the songs:
💖Thank you💖
I really hope you liked those you checked out!! Tell me what you think and don't be afraid to ask me about the lyrics or something!!
To anyone who couldn't handle the whole 34-pages-long essay and just scrolled past this post/couldn't be bothered to read my ramblings and just went for the songs:
💫💞Thank you💞💫
even only for your patience alone, sorry for clogging your dash with my bullshit lmao (not only with this post, just in general) and I hope you have a great day!!
@ italian mutuals feel free to add more!! Let's make the italian indie rock scene more known to the world!! Unleash the mammamia spirit ❤️❤️❤️
#witchy.txt#the MAMMAMIA land bands masterpost#witchy's band archive#måneskin#after hours#afterhours#manuel agnelli#subsonica#superhorror#superhorrorfuck#verdena#tre allegri ragazzi morti#the bastard sons of dioniso#punkreas#furor gallico#umberto emo#negrita#caparezza#linea 77#litfiba#rhapsody of fire#italian rock#italian indie#italian punk#italian band#italian metal#this literally took me like three days to complete#now excuse me but I'm gonna lay on some grass for a few hours#if anyone gave me just any sorts of feedback about this post it'd mean the world to me#yes even if you hated it. thank you for taking the time and energy to prove me wrong <3
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54 anni senza Gigi
A Gigi Meroni.
Perchè sono gli uomini che fanno la storia, sono gli uomini che hanno solcato le nostre strade e che ormai si ricordano solo per una via loro intitolata o per una targa alla memoria.
Oggi sono 54 anni dalla scomparsa di Gigi Meroni e io porgo un saluto, un fiore,un post alla memoria.
Gigi Meroni, a farfalla granata, volò via per uno stupidissimo incidente stradale nel centro di Torino, a corso Re Umberto ed insieme a lui morirono i sogni dei suoi tantissimi tifosi non solo granata. Non eravamo ancora nell'epoca della comunicazione globale e la notizia arrivò inaspettata alle 22 di una domenica che faceva freddo.
Ala destra di notevole valore tecnico, amante del dribbling stretto e del look stravagante (da qui il soprannome calciatore-beat), Meroni fu travolto da un'auto mentre attraversava Corso Re Umberto e gettato sulla corsia opposta, dove un'altra vettura, guidata (ironia del destino) dal futuro presidente del Torino, Attilio Romero, lo investì per una seconda volta.
Meroni, però, fu molto di più che un calciatore. Ascoltava i Beatles e la musica jazz, dipingeva quadri, leggeva libri e scriveva poesie. Mister mezzo miliardo lo chiamarono i giornalisti quando Agnelli cercò di portarlo alla Juventus sborsando una cifra che per quei tempi era impensabile. Il trasferinento, però, fu subito bloccato dalla rivolta dei tifosi granata. Capelli lunghi e basettoni, Meroni era un personaggio tanto eccentrico da passeggiare per Como portando al guinzaglio una gallina e di travestirsi da giornalista per chiedere alla gente cosa pensasse di lui.
Perchè il genio e la follia spesso e volentieri... vanno a braccetto.
( Gigi te lo dovevo )
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Modena - Enzo Ferrari - Tazio Nuvolari - Umberto Agnelli
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Guarda "Nuntereggae più - Rino Gaetano" su YouTube
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Un brano che ancora oggi sembra più attuale che mai
Abbasso e alè (nun te reggae più)
Abbasso e alè (nun te reggae più)
Abbasso e alè con le canzoni
Senza fatti e soluzioni
La castità (nun te reggae più)
La verginità (nun te reggae più)
La sposa in bianco, il maschio forte
I ministri puliti, i buffoni di corte
Ladri di polli
Super pensioni (nun te reggae più)
Ladri di stato e stupratori
Il grasso ventre dei commendatori
Diete politicizzate
Evasori legalizzati (nun te reggae più)
Auto blu
Sangue blu
Cieli blu
Amore blu
Rock and blues (nun te reggae più)
Eya alalà (nun te reggae più)
Pci psi (nun te reggae più)
Dc dc (nun te reggae più)
Pci psi pli pri
Dc dc dc dc
Cazzaniga (nun te reggae più)
Avvocato Agnelli, Umberto Agnelli
Susanna Agnelli, Monti Pirelli
Dribbla Causio che passa a Tardelli
Musiello, Antognoni, Zaccarelli (nun te reggae più)
Gianni Brera (nun te reggae più)
Bearzot (nun te reggae più)
Monzon, Panatta, Rivera, D'Ambrosio
Lauda Thoeni, Maurizio Costanzo, Mike Bongiorno
Villaggio, Raffa, Guccini
Onorevole eccellenza, cavaliere senatore
Nobildonna, eminenza, monsignore
Vossia, cherie, mon amour
Nun te reggae più
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27 lug 2023 12:33
1. ALAIN, L'EBREO SCOPANTE! LA CARRIERA DI UN LIBERTINO SPECIALIZZATO NEL FAR FELICI (PER 15 MINUTI) LE MEJO CARAMPANE DE' NOANTRI - NESSUNO, DELLA CONVENTICOLA DEI DONGIOVANNI COLTI, SNOB E CHIC (ECO, GUGLIELMI, CACCIARI, ETC.) HA RISCOSSO PIÙ SUCCESSO DI COLUI CHE SPOSÒ MARGHERITA, LA FIGLIA DELL’AVVOCATO, PER ESSERE POI MESSO ALLA PORTA CON UNO STRATAGEMMA CHE SOLO LA PERFIDIA DEGLI AGNELLI POTEVA INVENTARSI 2. ALCUNE ALAIN-VICTIM: DALLA MARCHESA SANDRA VERUSIO A BENEDETTA FUMI EX PRINCIPESSA LANZA DI SCALEA, DA EMMA BINI, EX MOGLIE DI PHILIPPE LEROY, ALL’ANTIQUARIA ALESSANDRA DI CASTRO, DALLA ZARINA DI “VOGUE” FRANCA SOZZANI A ROSI GRECO, CHE RIUSCÌ NELL’IMPRESA DI PORTARLO ALL’ALTARE. L'UNICA A SFANCULARLO FU IRENE GHERGO, LA MADONNA DEI PARIOLI, CHE UN BEL GIORNO LO MISE ALLA PORTA CON UN SECCO "SEI NOIOSO…"
DAGOREPORT
A Roma, a un certo punto degli anni Settanta, sbocciò una moda intellettuale che, ancor oggi, attizza la scena dei salotti: il ”rimorchio culturale”.
Si tratta di una pratica che ”consiste nel puntare la preda e trafiggerla attraverso lunghi ragionamenti alti’” oppure ”tramite citazioni librarie” ma anche pose da sapientone, insensatezze profonde e concettose, pause studiate che diano al seduttore culturale la possibilità di spingere la preda a cadere più velocemente nella trappola.
Come maestri del ”rimorchio culturale”, nel corso del tempo, hanno fatto scintille il letterato Umberto Eco, il poeta Valentino Zeichen, l’ex direttore di Rai3 Angelo Guglielmi, il ”pensatore’’ Stefano Bonaga, il filosofo Massimo Cacciari.
Ma nessuno, della conventicola dei dongiovanni colti, snob e chic ha riscosso più successo di Alain Elkann, colui che sposò la figlia dell’Avvocato Agnelli, padre di John, Lapo e Ginevra.
Anche se la fine del matrimonio con Casa Agnelli non fu un episodio tra i più piacevoli per il bel tenebroso, figlio del capo rabbino di Francia. Margherita, dopo aver prodotto cotanta figliolanza, perse la testa per la carismatica bacchetta del fascinosissimo Claudio Abbado.
Ma Alain, di chiudere il rapporto con la rampolla dell’Avvocato, non riusciva a ficcarselo in testa. Fino a che, un bel giorno, di ritorno da un viaggio, l’irriducibile marito entrò in casa, aprì la porta della camera e al posto del letto coniugale si ritrovò davanti un pianoforte… Vero, falso, verosimile? Ah, saperlo… (Comunque, quando Margherita finalmente libera si scapicollò a Londra ritrovò l'amato Abbado già fidanzato con una violinista della sua orchestra...).
Il cuore farfallone di Alain Elkann ha sempre funzionato come una caldaia, specializzato però nella conquista di signore ben stagionate, immancabilmente sedotte e abbandonate dopo 15 minuti, e dopo aver ricevuto in dono la collezione completa dei suoi libri con uscita trimestrale e un vezzoso barboncino (da Elkann al cane, di solito è tutto quello che resta alle ex fiamme).
Alcune Alain-victim: dalla marchesa Sandra Verusio a Benedetta Fumi ex principessa Lanza di Scalea, dall’ex moglie di Philippe Leroy, Emma Bini all’antiquaria Alessandra Di Castro, dalla vedova di Egon, Diane Fustenberg, alla salottista Giovanna Deodato, dalla zarina di “Vogue” Franca Sozzani a Rosi Greco, che riuscì nell’impresa di portarlo all’altare. L'unica a sfancularlo fu Irene Ghergo, la Madonnina dei Parioli, che un bel giorno lo mise alla porta con un definitivo "Quanto sei noioso…".
Dotato di lingua sciolta, l’aria ispirata e un’eleganza su misura Caraceni, magari un po’ stropicciato dagli anni, sempre con l’ascella ripiena di libri. Tutto il contrario di un pappagallo da strada.
Ma per il ”rimorchio culturale”, la “maschera” conta poco. Anzi, a volte rischia l’effetto contrario. Il vero grimaldello per l’incanto è cerebrale: contano più le sinapsi dell’appariscenza. Lo capii bene tanti anni fa durante una festa in casa tampinando, come uno 007, il bel tenebroso Alain alle prese con una fascinosa e matura signora, separata da poco da un noto attore.
Approfittando della calca, mi attaccai alle spalle di Alain e captai così la prima regola: parlare con un filo di voce, un volume bassissimo che costringe il volto di lei ad avvicinarsi agli occhi del conquistador. Peggio di una bestemmia, qualsiasi apprezzamento fisico, Alain accende il fuoco dei sensi sospirando frasi del tipo: ‘’Volevo dirti che hai un talento naturale… un’emotività lontana… devi trasformare la tua fragilità…’’.
E qui sussurra la prima citazione assassina. ‘’Secondo Holderlin, "L’uomo è un dio quando sogna e un pezzente quando riflette…". Ecco l’affondo: hai una Moleskine sul comodino? al mattino trascrivi i tuoi sogni, le fantasticherie del dormiveglia, gli incubi che attanagliano la tua anima… e poi mi scrivi una lettera. Io ti risponderò. Perché sento che possiedi un talento letterario… la tua anima è forte…”.
Nessun prosaico appuntamento carnale da arrapato, al massimo un dannunziano "Sembri uscita da un quadro di Boldini....", ma installare in lei l’idea di essere una Virginia Woolf ancora da scoprire, fino al colpo finale: l’impegno a intrecciare una corrispondenza di amorosi sensi, alla maniera del Laclos di “Relazioni pericolose”. Dalle lettere al letto, il passo è breve.
Ecco: per le donne abituate a sentirsi dire “quando se magna?... che stai a fa’, lo yoga?... sabato, scopiamo?’’, il rimorchio culturale, soprattutto il più fasullo, è il più irresistibile afrodisiaco. E nella dura tenzone della seduzione, gli alainelkann vinceranno sempre perché sanno che il punto “G” è nella testa. Chi lo cerca più in basso non è un Alain…
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FERRERO: "La Juve si difenderà con tutte le sue forze nelle sedi competenti, la squadra deve continuare a rispondere sul campo"
Il presidente della Juventus Gianluca Ferrero ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso con un incontro con lo Juventus Club Giovanni e Umberto Agnelli: "La Juventus si difenderà con tutte le sue forze nelle sedi competenti, io ero e r …source
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