#Storie di speranza
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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"Il Mio Segreto" di Kathryn Hughes: Un Racconto di Amore e Mistero che Unisce Passato e Futuro. Recensione di Alessandria today
Un segreto del passato può cambiare per sempre il futuro: una storia emozionante che mescola ricordi, segreti e speranza.
Un segreto del passato può cambiare per sempre il futuro: una storia emozionante che mescola ricordi, segreti e speranza. Recensione Kathryn Hughes, già autrice del bestseller La Lettera, torna a emozionare i lettori con il suo romanzo “Il Mio Segreto”. Questo libro si distingue per la sua capacità di intrecciare due periodi temporali, portando il lettore a vivere un viaggio tra presente e…
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nochkoroleva · 1 year ago
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klimt7 · 9 months ago
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24 febbraio 2024
Un sabato pomeriggio
speso bene
A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Lo capiamo solo dopo.
Quando comprendiamo che la scintilla iniziale, quella luce da cui ci siamo fatti guidare, seguendo la nostra intuizione, era fondata.
Nel mio caso, tutto è iniziato da un articolo della stampa locale. Un articolo apparso su CesenaToday, un sito web, che si occupa di dare informazioni e portare all'attenzione di tutti, le iniziative, gli eventi e molte delle manifestazioni del territorio, tutto ciò che accade - insomma - nel Cesenate e nei Comuni della vallata del Savio.
Riporto di seguito il testo dell'articolo, che avevo letto alcuni giorni fa :
Di notizie di questo tipo, sulla stampa e in Rete, ne appaiono decine, ogni giorno, eppure, in questo caso, qualcosa deve avermi colpito ad un livello più profondo della semplice curiosità.
Sarà che anche io, durante gli anni del Liceo Classico, mi sono appassionato alla pittura da autentico autodidatta, dopo che ho conosciuto le opere di Van Gogh e di Gustav Klimt! Sarà che il disegno, fin dalle scuole Elementari, era una delle attività preferite...
E così dai disegni a matita e coi pastelli, ero passato ai primi lavori a tempera (colori acrilici) e poi ai primi quadri su legno e alle prime tele ad olio.
Sarà che il mondo dell'Arte, mi ha sempre attratto e incuriosito...
Sarà che dopo l'aggressione russa all'Ucraina del 24 febbraio 2022, ho sempre fatto il tifo per il popolo ucraino e ho partecipato a diverse iniziative di volontariato, per inviare aiuti e soldi, agli ospedali di Leopoli e Kyiv, sia per dare supporto ai bambini e ragazzi universitari e alle madri ucraine fuggite dal proprio paese e arrivate in italia, nei primi mesi di questa assurda guerra, scatenata dal sanguinario dittatore di Vladimir Putin...
Sarà anche che io sono sempre stato affascinato della storia di chi è costretto ad abbandonare la propria Patria a causa di una guerra e a reinventarsi una vita.
Saranno stati tutti questi motivi assieme, ma qualcosa mi ha spinto a voler visitare la Mostra di questa artista ucraina, che grazie all'aiuto concreto del Comune di Mercato Saraceno è riuscita a coronare uno dei suoi sogni e presentare al pubblico parte dei suoi lavori.
Oggi alle 16, quindi, sono andato a Mercato Saraceno, a questo piccolo-grande evento : l'inaugurazione della Mostra di pittura di Kira Kharchenko.
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E così, in un pomeriggio piovoso di metà febbraio, mi son trovato ad essere investito dall'energia dei quadri di questa ragazza che giunta in Italia, per colpa della guerra, ha intrapreso un percorso scolastico nel nostro paese, iscrivendosi al Liceo Artistico di Forlì.
Conversando con Kira, è diventato chiaro come il suo soggiorno in Italia sia stata anche una svolta della sua vita. Nel giro di appena due anni, ha infatti imparato ad esprimersi nella nostra lingua e ha cominciato un percorso artistico importante, adottando la tecnica dei colori ad olio.
Ma la cosa, ancora più importante è che Kira in questi anni è riuscita a portare avanti un progetto personale di grande valore:imparare ad esprimere grazie alla Pittura e al disegno il proprio mondo interiore fatto di idee e sentimenti.
Cosi come ha scoperto l'importanza della Filosofia come strumento per leggere il mondo e comunicare le idee che ci guidano nella vita.
Ciò che infatti colpisce di questa ragazza è il fatto che una sua opera, qualsiasi sua opera, parte sempre da uno stato d'animo, una riflessione, una emozione profonda. Tutti i suoi quadri, sono un mezzo per fare arrivare un messaggio legato alle emozioni e al mondo dei propri sentimenti.
È sufficiente allora, leggere le didascalie che accompagnano le sue tele per immergersi nel mondo interiore di Kira, continuamente in bilico fra pensieri cupi e paure legate alle minacce che ha portato la guerra nel suo paese, e la sua forza di volontà che la sorregge e la porta a credere alla speranza e a un futuro migliore, più umano e orientato al valore della Libertà.
Un futuro dove ogni sentimento trova la forza di emergere per esprimere la propria umanità.
Ed ecco che visitare la sua esposizione significa leggere molte delle pagine del suo personalissimo "romanzo di formazione".
È un pò come leggere il libro che Kira crescendo e prendendosi responsabilità del tutto nuove, sta scrivendo in questi anni.
Ci sono pagine chiare, luminose, abbaglianti che tuttavia non cancellano i momenti bui e i colori più cupi che esprimono le paure e le preoccupazioni.
Ma Kira ha dalla sua parte, due energie incredibili: è guidata da due stelle polari.
La sua fede religiosa ( kira è ortodossa) e la forza del dialogo ininterotto che lei stessa, ha con la propria anima.
Un confronto fertile con se stessa, con la persona che è e con il mondo dei propri pensieri, oltre che con i pensieri eterni, quelli validi in tutte le epoche, quelli che per comodità, noi indichiamo col termine "FILOSOFIA".
Perchè Kira non è soltanto una pittrice.
È prima di tutto una filosofa, una persona riflessiva che esprime le sue convinzioni profonde, le sue visioni, il modo di percepire la realtà, attraverso il linguaggio potente che è la Pittura.
Prossimamente dedicherò uno o più Post ai suoi quadri.
Per oggi, sono felice di aver partecipato a questa Mostra, di aver conosciuto questa promettente artista ucraina e aver iniziato a comprendere il suo linguaggio pittorico.
Piu di tutto, credo che il suo mondo interiore, la potenza del linguaggio che ha scelto, la profondità del suo modo di esprimere i sentimenti con immagini potenti e insieme, piene di armonia e grazia, ne fa un talento precocissimo, dal grande potenziale .
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segaligno · 3 months ago
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Le donne sono ossessionate dai viaggetti, poiché in essi scorgono frammenti di sogni dispersi, la promessa di un respiro diverso, un battito d’ali verso l’ignoto. Ogni viaggetto, che agli occhi distratti degli uomini appare come un semplice svago, per loro è un rito segreto, una danza sottile tra il desiderio di evasione e il richiamo di un universo nascosto.
Nell’arte del partire si rifugiano, come sirene ammaliate dal canto del vento, assetate di storie sussurrate dal tempo, e di paesaggi dipinti da mani invisibili. Ogni piccolo viaggio è una tela bianca su cui imprimere ricordi e sensazioni, un attimo di sospensione dove la quotidianità svanisce come nebbia al mattino, lasciando spazio all’inatteso, al mistero, alla seduzione dell’altrove.
E nel fervore di questi viaggi brevi, quasi furtivi, c’è la ricerca di una libertà dolceamara, di un amore sognato, di un’illusione che si fa carne. È nel vagare senza meta che trovano il senso della vita, in quel perdersi che è, in verità, un ritrovarsi. Ogni passo è un respiro nuovo, ogni sguardo un bacio rubato alla realtà.
Non è l’itinerario a chiamarle, né la destinazione a incantarle: è il percorso, quel filo invisibile che le lega all’infinito, alla speranza che ogni viaggetto sia un preludio a qualcosa di eterno. Sanno che, in quei brevi attimi lontani dal mondo conosciuto, si nasconde una promessa segreta, un desiderio sopito che, forse, si avvererà.
E così partono, sempre, con l’anima in tasca e il cuore colmo di attese, pronte a innamorarsi di un tramonto, di una strada sconosciuta, di un attimo che diventa eterno. Perché, in fondo, i viaggetti sono la loro poesia più intima, la loro ribellione più dolce, la loro unica fuga verso un altrove che, forse, esiste solo nei loro sogni.
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ross-nekochan · 1 month ago
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Ieri ho invitato gente italiana nella mia sharehouse. In verità ho invitato un solo ragazzo che seguivo su IG da mesi e che è qui in viaggio facendo volontariato e alla fine si è portato appresso altre 3/4 persone che ha conosciuto nel bar dove fa questo volontariato e a loro volta ne hanno invitati altri 2/3.
Uno di questi, udite udite, è del paesello di fronte al mio; un'altra era di Secondigliano, laureata alla triennale nel mio stesso anno; un altro è un dottore di 34 anni che si è dimesso ed è al suo nono mese in giro per il mondo. Si è fatto tutto il Sud America e da qualche settimana è passato all'Asia, non sa fino a quando. Un altro invece è un ragazzino appena laureato in ingegneria che è qui col visto turistico nella speranza di trovare un posto di lavoro qui.
Storie di persone che si intrecciano in questa megalopoli gigante.
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diceriadelluntore · 6 months ago
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Storia Di Musica #329 - Diaframma, Siberia, 1984
Nella scatola ritrovata in soffitta, questo disco stava sotto un altro, con la copertina leggermente rovinata dall'umidità (e che sarà protagonista di una prossima Storia di Musica). All'interno c'era il bigliettino da visita di un negozio di dischi, Data Records 93, Via dei Neri, Firenze. Il disco di oggi è l'inizio di una delle più intense e importanti storie musicali italiane degli ultimi 40 anni nel nostro paese. Tutto inizia a Firenze, fine anni '70, quando l'onda punk in Europa è al massimo livello: in un liceo si formano i CFS, con Federico Fiumani alla chitarra e due suoi amici, Gianni Cicchi (batterista) e Salvatore Susini (bassista). Suonano cover delle band punk rock britanniche, nel 1980 Susini se ne va e viene sostituito dal fratello di Cicchi, Leandro, e nascono così i Diaframma, nome scelto per la comune passione dei tre per la fotografia (il diaframma fotografico è il meccanismo usato in ottica per regolare la quantità di luce che deve attraversare un obiettivo). Sin da subito, si appassionano alle sonorità post punk che in quegli anni saranno chiamate darkwave, ispirati a gruppi leggendari come i Joy Division o i primissimi The Cure di Robert Smith. Nel 1981 conoscono Nicola Vannini, un giovane cantante, e gli propongono di entrare nel gruppo: pubblicano in pochi mesi due canzoni unite in un singolo, Pioggia/Illusione Ottica e poi Circuito Chiuso (1982) e Altrove (1983). Vannini non si ambienterà mai del tutto, e poco prima delle registrazione del loro primo disco, viene sostituito da Miro Sassolini. Nelle stesse settimane, vengono scritturati da una neonata casa editrice musicale, la IRA Records di Firenze: fondata da Alberto Pirelli insieme alla moglie Anne Marie Parrocel diviene una delle etichette più attive e creative del panorama italiano. Ne è esempio il primo disco prodotto, Catalogue Issue, una compilation con alcune delle più interessanti band del territorio, tra cui oltre che i Diaframma si ricordano i Litfiba, i Moda, ed gli Underground Life. Pirelli coniò lo slogan nuova musica italiana cantata in italiano, dando consistenza all'impegno delle 4 band sull'utilizzo della lingua italiana nella musica alternativa del nostro paese, contro l'anglofila e l'alglofonia dominante di quegli anni.
Tutto è pronto per il primo disco: scritto tutto da Federico Fiumani, prodotto da Ernesto De Pascale (che fu anche grande giornalista di musica) Siberia esce nel Dicembre del 1984. È un album in cui l'eleganza e la forza espressiva della musica incontra la poetica decadente di Fiumani, che nella voce di Sassolini trova un interprete perfetto del suo pensiero musicale e artistico. 8 brani che sono una carrellata di immagini che regalano sensazioni fredde, pungenti, dominate dalle falciate chitarristiche tipiche della musica del periodo e dal ritmo sincopato della batteria, e illuminati dai testi romantici e decadenti di Fiumani. Siberia, che apre il disco, è già l'emblema: una chitarra malinconica, il basso dai toni ombrosi ed un elegante sassofono accompagnano una voce tenebrosa rendendo il brano misterioso, Aspetterò questa notte pensandoti,\nascondendo nella neve il respiro,\poi in un momento diverso dagli altri\io coprirò il peso di queste distanze…\di queste distanze… di queste distanze. Non da meno Neogrigio, angosciante, turbinante, ventosa, capolavoro per i più sconosciuto. Impronte è una dolente poesia ritmata (Ho preferito andare prima di esser lasciat\Prima che il cuore da solo scivolasse nel buio\Insieme ai ventagli ingialliti\Resti un lampo intravisto oltre i vetri del treno\Nello spazio improvviso sopravvive in un sogno), e arriva un altro capolavoro: Amsterdam, dal leggendario ritornello (Dove il giorno ferito impazziva di luce\Dove il giorno ferito impazziva di luce) è una speranza di uscita dal dolore, e l'anno dopo, nel 1985, diventerà un formidabile duetto con i Litfiba di Piero Pelù e Ghigo Renzulli, band amica\nemica di quei tempi e destinata d un futuro radioso. Delorenzo è una ode baudeleriana, incentrata su un asfissiante basso, Memoria è un altro brano di discesa nell'oscurità, potente e misterioso, Specchi D'Acqua dal ritmo incalzante e quasi galoppante, è una fuga dagli incubi (Forse non sento le voci\Che mi allontanano\Sempre più in fretta\Dal ricordo latente\Di quei giorni sofferti), chiude il disco Desiderio Dal Nulla, trepidante, spasmodica, che continua nei suoi testi decadenti a raccontare il disagio.
Il disco fu osannato dalla critica dell'epoca, ma vista anche la dimensione indipendente del progetto, vendette poco. I Diaframma si fanno però un nome nella scena musicale alternativa italiana: è meno cupo ma altrettanto bello 3 Volte Lacrime, del 1986 e dopo Boxe (1988), un po' deludente, Fiumani scioglie il gruppo e lo riforma prendendo le redini anche del canto: pubblicherà con i nuovi Diaframma In Perfetta Solitudine (1990), che segnerà la sua volontà di continuare una carriera solista, tra cantautorato e musica rock, incisiva a volte a tratti scostante, con in primo piano la sua poesia dei testi, mai mancata.
Questo disco verrà ripubblicato in cd per la prima volta nel 1992, con aggiunta di altri due brani Elena e Ultimo Boulevard e nel 2001 con Amsterdam cantata con i Litfiba e numero brani live. Nel 2012, per il suo centesimo numero dell'edizione italiana, la rivista Rolling Stone Italia lo inserisce nella classifica del 100 migliori dischi italiani addirittura al 7.mo posto. È una riscoperta per almeno due generazioni: persino io lo comprai, non conoscendoli e non sapendo che nella soffitta di casa era, integro e impolverato, uno dei dischi più compiuti, affascinanti e belli non solo della stagione new wave post punk degli anni '80, ma dell'intera musica italiana.
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mucillo · 10 days ago
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Tutti gli animali, Uomo compreso, sono di natura empatici, ma mentre i cani, le giraffe o i gorilla, hanno continuato ad esserlo, la Bestia Umana ha sepolto sotto la sabbia dell'indifferenza, l'EMPATIA che provava, temendo d'essere fragile dato che i sentimenti uccidono più di un coltello.  Giacomo Rizzolatti, dell'Università di Parma, scopri' che nel cervello umano sono presenti dei "neuroni-specchio" che ci consentono di far nostre le emozioni degli altri.
La presenza o l'assenza di questi neuroni spiega la differenza tra Noi e i Leghisti.
Senza, non c'é condivisione né appartenenza.  L' EMPATIA ci consente di metter dietro tutti i ragionamenti pratici, i perché e i percome di una vicenda, mette in risalto l'emozione e la partecipazione alla stessa.
Una barca che parte, carica di Uomini e Donne alla ricerca della Vita, il loro stringersi addosso per mitigare il freddo, per sconfiggere la Paura per trasmettersi l'un l'altro la Speranza, NON puo' lasciarci indifferenti.
Il nostro "non possiamo accoglierli tutti" é la patetica difesa che l'Egoismo mette in pratica per sconfiggere l' Empatia che vorrebbe invece farci aprire le braccia per accoglierli. 
E questo vale per tutte quelle storie che ci sfiorano ogni giorno.
Dalle più drammatiche, tipo una Donna che si brucia per disperazione, all'anziano costretto a rovistare nei cassonetti dell'immondizia per racimolare un po' di cibo.
Da un Popolo oppresso come quello Palestinese, ad un Popolo schiavo come quello egiziano.  La nostra EMPATIA ci costringe a fare i conti con noi stessi, con le nostre azioni, i nostri pensieri. Ci sbatte in prima linea nella guerra contro l'Indifferenza. Vi auguro di soffrire per chi soffre, di piangere per tutti coloro che piangono, di provare lo stesso freddo, la stessa fame o la stessa sete. Vi auguro di capire. Vi auguro di possedere la Maledetta Benedizione.  Solo cosi', forse, un giorno, facendo nostre le altrui difficoltà, riusciremo a fare qualcosa per fermarle. Avremo la capacità di accogliere le barche, proteggere le Donne umiliate e ferite dal "troppo amore" dei loro padroni, proteggere dall'insulto tutti coloro che amano in modo ritenuto stupidamente "diverso" saremo accanto a chi soffre, dividendo con lui la sua sofferenza, stringeremo le mani, abbracceremo i deboli, aiuteremo chi é caduto a rialzarsi. Saremo dentro il cuore degli altri.  Non vi dovete vergognare di provare questi sentimenti. Sono l'unica ragione valida per continuare a vivere, per dare uno scopo al quotidiano respirare, per dare un significato vero, alle nostre azioni. 
Senza EMPATIA non saremmo che foglie. Io ho la presunzione e il desiderio d'essere un Animale. Nonostante tutto. 
(Claudio Khaled Ser)
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elperegrinodedios · 6 months ago
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Ognuno di noi è un mondo con le sue storie, le sue gioie e i suoi dolori dentro. È anche questa la meraviglia dell'incastro e dell'unione tra due mondi diversi che decidono di non mantenere più segreti l'uno verso l'altra. È un'utopia vero? Nudi nell'anima e puliti nella mente è l'augurio.
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Anche se delusi da sogni infranti, pieni di ferite ancora aperte o di cicatrici appena rimarginate, io spero in un inizio mese sereno per tutti. Pure per me che vivo nel mondo come straniero non essendo più del mondo, perchè il mondo siamo noi, lo facciamo noi e io ormai ci vivo scomodo.
Ma sempre pieno di speranza e saldo nella fede, determinato nella decisione di essere felice e di portare con me, tutti quelli che vogliono esserlo, quelli che hanno realizzato che la maschera non serve a niente che l'orgoglio è deleterio che solo l'umiltà paga, che la fede è la forza motrice, che la felicità si realizza soltanto se vive nella verità.
lan ✍️
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ilpianistasultetto · 1 year ago
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NOI SIAMO VITTIME E NON CARNEFICI
Lisa, Marco e il cane Lino. Dalla primavera vivono in questo angolo di Cinecitta', fermata Lucio Sestio della metro. Il muretto e' il loro letto, la panchina di marmo il loro salotto. Quell'angolo a cielo aperto e' la loro casa in tutto e per tutto. Una valigia con qualche straccio di ricambio, le colonnine telecom a fare da mensola per saponi, deodoranti, zucchero, sale, qualche barattolo di vetro pieno di detersivo e un marciapiede- pavimemento sempre lindo e pinto da poterci mangiare sopra. E poi c'e' la loro storia. Buttati fuori dalla loro casa popolare da delinquenti mafiosi che poi quelle case le rivendono. Nessun aiuto, nessuna giustizia. Lisa si e' tagliata i capelli a zero per avere una testa piu' pulita. Cardiopatica, diabetica e altre mille complicanze. Marco, il giorno se ne sta spesso vicino al mercato con il suo bastardino nella speranza di rimediare qualche elemosina o qualcosa da mangiare, regalata da persone di cuore che tirano fuori cose dai loro carrelli della spesa per sostenere tutta quella pena comunicativa. Quando ci parli racconta poco di se' stesso. Tutto il suo fiume di parole lo regala per quella sua compagna cosi sfortunata e malconcia. Pero' non ne parla mai con rassegnazione. No! Sempre con spirito fiero, come avesse accanto una combattente nata. Lei dorme, ricoperta da un sacco a pelo, lui racconta e le carezza continuamente la testa, come a volerle dire: "dai, vedrai che insieme ce la faremo anche questa volta. Ce la caveremo come abbiamo fatto sempre". Quel "ce la caveremo" non pretende molto, anzi, quasi niente. Questa e' gente disperata dalla nascita, gente abituata a lottare ogni giorno con le unghie e con i denti. Gente che se riesce a mangiare e' come vincere una lotteria. Gente comunque fiera, dignitosa. Ci parli e sembra sempre vogliano scusarsi per il fastidio che potrebbero dare a chi ce l'ha fatta, scusarsi per quelle loro mani tese che chiedono aiuto: qualche spicciolo o una semplice mela. Quando passo davanti quella loro casa sotto le stelle mi fermo sempre. Chiedo come se la stanno passando. A volte do a lui qualche 20 o 50 euro. Li do sempre con un po' di vergogna, forse perche' non e' solo quello che a loro serve. Stamattina Marco m'ha commosso. M'ha chiesto se conoscevo qualche B&B in zona che potesse accettarli per un paio di giorni. Ha detto che Lisa doveva riposare, farsi una doccia perche' non puoi lavarti sempre alla fontanella. Questa estate e' stata durissima sotto quel sole cocente, quel caldo asfissiante. Lisa doveva riposare, ne aveva bisogno estremo e lui voleva accontentarla. Voleva solo vedere la sua Lisa almeno una notte dormire sopra un letto vero. Voleva farle almeno questo regalo. Un regalo enorme, come chi regala un brillante enorme alla sua donna.
Noi siamo abituati a vedere storie come queste in tv o a leggerle sui giornali. Abbiamo uno schermo che racconta, che fa vedere ma non tocchiamo mai con mano e invece le cose, per capirle, per capirle veramente le devi toccare, ci devi stare dentro. Per capire, come e' scritto in quel cartello che Marco ha messo in un angolo di quella sua casa, che loro sono vittime e non carnefici. @ilpianistasultetto
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francescacammisa1 · 5 days ago
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Chi ama a vuoto spera che la persona amata ricambi il suo amore. In tale speranza vive, aspetta, si illude. Non vede quel che dovrebbe vedere, resta vittima di malintesi spesso crudeli.
Oriana Fallaci - Un cappello pieno di ciliege
Ph Annie Leibovitz
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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"La mia prospettiva del mondo e di te" di Luna M.: Una riflessione sulla salute mentale e la ricerca di sé
Un viaggio interiore tra fragilità e guarigione, nella battaglia contro lo stigma della salute mentale
Un viaggio interiore tra fragilità e guarigione, nella battaglia contro lo stigma della salute mentale. Il libro “La mia prospettiva del mondo e di te”, scritto da Luna M. e pubblicato nella collana “Gli Emersi – Narrativa” di Aletti Editore, è un’opera intensa che racconta una storia di fragilità psicologica e di rinascita personale. L’autrice, originaria di Roma e di professione educatrice,…
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lady--vixen · 1 month ago
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Più leggo le confessioni che ti inviano più capisco che io con tumblr o con la vita non c'entro un cazzo. Mi illudo pensando che molte delle cose che ti raccontano siano false, con la falsa speranza che un giorno possano capitare anche a me. Ma la vita reale è un'altra.
la vita è fatta di plot twist, qui stai leggendo un concentrato di storie. tutte insieme possono sopraffare, ma la vita reale a volte è anche questa. può succedere di tutto
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sunkenbook · 7 months ago
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Il suono della tua voce
Parlo ancora di te con chiunque, nella speranza di non dimenticarti.
È stato terrificante accorgermi di non ricordare più la tua voce.
Ricordo nitidamente la tua risata ed il tuo pianto, ma ho dimenticato il suono delle tue parole nei momenti di calma, nei momenti in cui mi leggevi poesie e mi raccontavi storie che non potevo capire.
Ricordo solo l'alta marea della tua rabbia, le cascate della tua gioia ed il temporale della tua tristezza.
Ma tu non sei mai stato un lago, le tue acque erano per me torbide e violente.
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ilcaffeletterariodimars · 12 days ago
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⋆˙⟡ recensione: io ci sarò - kyung-sook shin
«Ogni tanto mi convinco che la giovinezza dovrebbe arrivare alla fine della vita».
Una telefonata all’alba da una persona con cui non ha rapporti da otto anni. È così che la scrittrice Jeong Yun si sveglia un giorno: lo scambio è breve, ma quelle poche parole la scuotono profondamente.
“Il Professor Yun è all’ospedale”.
Si risvegliano così i ricordi della gioventù sopiti da tempo nella sua memoria: i visi che sembrava aver dimenticato ricompaiono agli occhi e le conversazioni con persone che non sono più nella sua vita rimbombano nelle orecchie. E così Jeong Yun ci porta con lei nella sua giovinezza, raccontandoci tutti i momenti che la hanno così profondamente segnata.
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Sono tre giovani che si incontrano per caso in un’aula universitaria di Seul a essere i protagonisti di questo romanzo, sullo sfondo le proteste studentesche che hanno smosso la Corea del Sud negli anni ’80 durante la dittatura di Chun Doo-Hwan. Un ragazzo che è in prima fila nei cortei, una ragazza che scappa dalla campagna per perdersi nella metropoli coreana e una che nasconde le mani agli occhi indiscreti degli altri: questo il trio che in poco tempo, e per caso, stringe un legame speciale. Basta un momento, una giornata particolare in cui le vite dei tre ragazzi si incontrano nello stesso posto nello stesso attimo, per creare un sodalizio che segnerà per sempre la vita di ognuno.
Le loro storie si intrecciano, ciascuno di loro porta un fardello che ne contraddistingue il carattere e che con il tempo condividono con gli altri, cercando in qualche modo di non sprofondare sotto il dolore del proprio passato. Si immagina un futuro privo di tensioni e di sofferenze, un futuro non definito temporalmente in cui “un giorno” si potrà essere liberi di vivere in tranquillità, senza affondare nel mare tormentoso delle insicurezze personali e delle violenze militari. Un futuro in cui il trio si pensa comunque insieme, l’uno a sostegno dell’altro. Tuttavia il futuro immaginato non si rivela altro che un pio desiderio, perché i sensi di colpa, i rimpianti e le vuote promesse dipingono le pagine di questo romanzo, componendo un quadro tanto doloroso quanto spietatamente reale della gioventù e della fragilità dei rapporti umani. I protagonisti sembrano inconsapevolmente consapevoli di questo aspetto inesorabile della vita e quasi per combatterlo indirizzano l’uno all’altro una frase ricorrente: “Non dimentichiamo questo giorno”; un vano e febbrile tentativo di sottrarre dal fluire del tempo un istante effimero, come se fosse possibile salvare nella memoria un attimo di vita nello stesso modo in cui si scatta una fotografia.
Tuttavia, alla fine del libro la protagonista Jeong Yun, immersa nuovamente nella sua quotidianità, riesce a ritrovare un barlume di speranza: nonostante l’allontanamento, i legami non scompaiono e le persone possono continuare a vivere con noi grazie alle nostre esperienze. D’altra parte, anche il titolo coreano originale, 어디선가 나를 찾는 전화벨이 울리고 vuole esprimere questo sentimento di speranza: "dovunque io sia, c’è un telefono che squilla e che mi cerca". E Jeong Yun alza sempre la cornetta del telefono per rispondere, perché alla fine nessun rapporto muore veramente. E alla persona che sta dall'altro capo della linea sarà sempre pronta a dire: "Io ci sarò".
Mars.
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canesenzafissadimora · 6 months ago
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Resta viva.
Non accontentarti.
Porta i tuoi occhi a fare una passeggiata, appena puoi.
Non rinunciare ai tramonti, alla speranza.
Accetta la sofferenza. Accetta la felicità. Accetta la forza che a volte ti pervade.
Non lasciarti schiacciare da quello che è stato, da quello che non hai.
Non farti portar via la gentilezza, la curiosità, la fantasia.
Continua a saltare nelle pozzanghere, se ti va.
Cambia pettinatura, cambia pelle. Cambia modo di vestirti e di truccarti, cambia abitudini, amicizie, luoghi e sogni.
Cambia spesso, ma lotta fino alla fine per non perderti.
Abbi cura di te, soprattutto quando tornerai ad amare.
Abbi cura del modo in cui guardi gli altri.
Abbi cura del tuo amore, soprattutto adesso. Soprattutto quando non saprai a chi donarlo. Non gettarlo. Non sprecarlo. Tienilo da parte, ti servirà.
Piangi pure; piangi quando vuoi. Ricordati di farlo ogni tanto.
Ricorda che la cura, se davvero ne esiste una, sono le persone.
Non dimenticarti di loro. Delle loro mani. Dei loro guai. Delle loro storie piccole ma grandiose.
Non precluderti niente solo perché potrebbe distruggerti. Non sparire.
Resta, goditi lo spettacolo.
Resta coraggiosa.
Resta dolce.
Testa alta,
cuore in mano.
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Susanna Casciani
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len-scrive · 1 month ago
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Rating: Mature
Fandom: Interview with the Vampire (tv show)
Relationships: Daniel/Armand
Characters: Daniel Molloy, Armand
Tags: Cosa succede quando Louis se ne va, Armand e Daniel parlano, Trasformazione di Daniel, Armand e Daniel lasciati da soli a casa
Lingua: Italiano
Sommario: Louis lascia soli Armand e Daniel. E questo è il racconto di quello che succede appena dopo. Almeno una delle tante versioni nella mia testa.
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Louis aveva appena lasciato la stanza.
Dal momento in cui aveva incendiato il suo laptop a quando era sparito dalla sua vista era trascorsa una frazione di secondo impercettibile.
CONTINUA A LEGGERE SU AO3
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Una veloce chiacchierata com’è d'uso dalle mie parti prima di augurarvi una (speriamo) buona lettura.
Il mondo creato dalla Rice non mi piace.
Chi mi conosce sa che per me è necessario sempre precisare certe cose, per la mia salute mentale.
In generale non mi piace il suo modo di scrivere, non mi piacciono molte delle cose che i personaggi da lei creati fanno e dicono e, nei libri, non mi riesce proprio di vederci quello che ci si dovrebbe vedere, che molti vedono. Le storie d’amore lì dentro ai miei occhi non sono storie d’amore e il racconto si concentra più su temi che per come vengono trattati sarebbe meglio non trattare affatto.
Non sto qui a precisare, ma ci sono scene all’interno dei libri della Rice che hanno risvolti e reazioni dei personaggi per me inqualificabili.
E partendo da quella base ho sempre fatto fatica a trovare interessanti sia dinamiche che personaggi delle Vampire Chronicles.
Quanto ho appena affermato cambia radicalmente quando andiamo a parlare della serie televisiva creata ispirandosi ai lavori della Rice.
Chi ha letto le mie impressioni sulla serie (se vi interessano le trovate su STIGAMES) sa che il discorso è molto più ampio di quello che posso fare qui, ma in sostanza la serie mi ha stregato.
La serie ha finalmente creato, per me, dei personaggi interessanti, pieni di sfaccettature e soprattutto NON DI GIOVANISSIMA ETÀ, cosa che in un vampiro io NON posso concepire.
La serie ha corretto certe cose, ne ha tolte altre, ha modificato al meglio altre ancora.
Come Hannibal nei confronti dei libri di Harris, anche la serie di Interview with the Vampire è una lunga fanfiction ispirata ai lavori della Rice.
E quello ha cambiato tutto, per me.
Continuo a ripeterlo perché il PER ME è importante.
Queste sono tutte opinioni personali.
Inoltre la serie mi ha dato anche la curiosità per andare a leggermi parte delle opere originali di cui ho elencato solo alcuni enormi difetti, ma che non avrei mai letto altrimenti.
Le varie versioni di Lestat e Louis conosciute finora non avevano mai destato il mio interesse.
La serie ha cambiato anche questo.
Veniamo ora a ciò che ho scritto io.
Riguarda Daniel e Armand che, al momento, trovo la coppia con le dinamiche più affascinanti.
Perché per me Louis e Lestat sono risolti, la serie è stata perfetta in quel senso e non sento il bisogno di aggiungere nulla.
Su Daniel e Armand invece c’è ancora TANTO da dire. E non vedo l’ora che la serie lo faccia.
Nel frattempo però sono qui a chiedermi che cos’hanno combinato quei due che noi non abbiamo ancora visto.
Anche in questo caso mi riferisco al Daniel e all'Armand della serie e, non serve specificarlo ma lo faccio lo stesso, il Daniel non giovane, che io trovo un personaggio infinitamente più interessante e affascinante della sua versione giovane nella serie stessa.
Perciò per me sono questi due personaggi ad interagire sempre e comunque.
Io spero tantissimo di poter vedere una versione riveduta e corretta di Devil’s Minion fornita dal team di sceneggiatori della serie che fino ad ora ha fatto un lavoro egregio. E il mio desiderio è che il Devil’s Minion della serie cominci dal punto in cui siamo adesso, senza andare a toccare mai più il Daniel giovane.
Questa è la mia speranza, poi si vedrà.
Ma tutto quanto scriverò riguarda loro due, perciò chiaro che chi ha deleterie ed infantili idee sul fatto che quel Daniel è troppo vecchio per quell'Armand o cavolate tristi di questo tipo può astenersi subito dal leggere perché al mio Armand quel Daniel lì piace e piace pure tanto.
Anche perché, vorrei vedere, cosa c'è che può non piacere?
Stabilito ciò poi c'è da dire che per me il mondo delle fanfictions è creatività a tutto tondo e spesso mi prendo libertà per quanto riguarda regole e ambiente che circondano i personaggi; anche perché la serie è meravigliosa e chi vuole immergersi nel vero racconto può guardarsi quella, ciò che scrivo io è solo un minimo tentativo di mettere nero su bianco quello che mi gira per la testa e mi piacerebbe vedere su schermo.
Ma sono certə che questi sceneggiatori mi stupiranno immaginandosi le cose cento volte meglio.
Nell'attesa della terza stagione questo è il mio contributo al rapporto tra Armand e Daniel.
Ne ho altre nella mia testa di versioni possibili di quanto accaduto a Dubai dopo che Louis è uscito di scena, ma al momento ho messo giù solo questa, la più breve e la più "ragionata".
Mi piace dare la mia personale versione della vampirizzazione e dei poteri che hanno i vampiri e quindi troverete alcune capacità vampiresche di cui non ho assolutamente la certezza o che ho inventato di sana pianta perché mi facevano comodo.
Come mi piace sempre ricordare: qui non c’è nulla di vero tranne i sentimenti e le emozioni.
Buona lettura!
Len
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