#Storia del popolo americano
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gregor-samsung · 1 year ago
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" L’impegno in difesa di paesi inermi corrispondeva all’immagine degli Stati Uniti propagandata dai manuali di storia delle scuole superiori, ma non all’operato reale dell’America nel mondo. Gli Stati Uniti avevano provocato una guerra con il Messico e si erano annessi metà del paese. Avevano finto di aiutare Cuba a liberarsi dalla Spagna, poi si erano insediati sull’isola con una base militare, investimenti economici e un diritto di intervento riconosciuto. Si erano impadroniti delle Hawaii, di Puerto Rico, di Guam e avevano combattuto una guerra feroce per sottomettere i filippini. Avevano “aperto” il Giappone al loro commercio con l’intimidazione e le cannoniere. Avevano proclamato la politica della “porta aperta” verso la Cina, per poterla sfruttare come stavano facendo le altre potenze imperiali; insieme ad altre nazioni avevano inviato truppe a Pechino per affermare la supremazia occidentale nel paese, e ve le avevano tenute per più di trent’anni. Pur esigendo la porta aperta in Cina, gli Stati Uniti avevano ribadito con fermezza (con la dottrina Monroe* e molti interventi militari) che in America Latina la porta era chiusa: ovviamente chiusa per tutti salvo che per gli stessi Stati Uniti.
Avevano organizzato una rivoluzione contro la Colombia e creato lo stato “indipendente” di Panamá per costruire e controllare il canale. Avevano inviato cinquemila marines in Nicaragua nel 1926 per contrastare una rivoluzione, ed erano rimasti nel paese con una forza militare per sette anni. Nel 1916 erano intervenuti nella Repubblica Dominicana per la quarta volta, mantenendovi poi le truppe per otto anni. Erano entrati ad Haiti per la seconda volta nel 1915, lasciandovi i soldati per diciannove anni. Tra il 1900 e il 1933 gli Stati Uniti erano intervenuti a Cuba quattro volte, in Nicaragua due, a Panamá sei, in Guatemala una volta, in Honduras sette. Nel 1924 la finanza di metà dei venti stati dell’America Latina era diretta almeno in parte dagli Stati Uniti. Nel 1935 più della metà delle esportazioni di acciaio e di cotone degli Stati Uniti era diretta al mercato latinoamericano. Alla vigilia della conclusione della Prima guerra mondiale, nel 1918, una forza americana di settemila uomini sbarcò a Vladivostok nel quadro di un intervento alleato in Russia e vi rimase fino all’inizio del 1920. Altri cinquemila soldati furono sbarcati ad Arcangelo, un altro porto russo, sempre come parte di un corpo di spedizione alleato, e si fermarono per quasi un anno. Il dipartimento di Stato riferì al Congresso: «Tutte queste operazioni mirano a controbilanciare gli effetti della rivoluzione bolscevica in Russia». In breve, se l’entrata degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale mirava a difendere (come credettero molti americani, di fronte alle invasioni naziste) il principio del non intervento negli affari di altri paesi, il passato della nazione gettava dubbi sulla sua capacità di sostenere quel principio. "
*Proclamata il 2 dicembre 1823 (Nota del trascrittore).
Howard Zinn, Storia del popolo americano. Dal 1492 ad oggi, traduzione di Erica Mannucci, Il Saggiatore, 2018 [Libro elettronico]
[Edizione originale: A People's History of the United States, Harper & Row Publishing, 1980]
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gcorvetti · 10 months ago
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La cultura del nulla.
Partirei col dire che oggi che è il giorno della memoria 'corta' ci si è dimenticati di una lezione dura, come detto altre volte non impariamo dai nostri errori, sapendo che l'olocausto non fu solo per gli ebrei ma anche per tutte quelle minoranze che non andavano bene al regime nazista come i nomadi, gli omosessuali e quelli dalla pelle non bianca, ma di norma questo giorno viene considerato solo per gli ebrei. Quei poveri cristi gassati o uccisi male non hanno niente a che fare con quello che sta succedendo adesso tra israele e la palestina, netanyahu e compagnia bella non sono gli stessi, decisamente, e su questo e quello che c'è attorno ci sarebbe molto da dire, ma mi fermo qua perché il post non è dedicato a loro o al massacro che stanno facendo da mesi sotto gli occhi di tutti senza che nessuno che abbia un minimo di voce in capitolo faccia qualcosa.
Ieri si è aperta la stagione che vede Tartu (la città estone dove vivo) come capitale europea della cultura. Sono andato a prendere un caffè con la piccoletta che a fine mese si trasferisce in Svezia e abbiamo visto nel gelo della giornata parecchie persone vestite con i costumi tradizionali e in piazza c'era un palchetto con musica terribile, facevano le prove. Li per li pensavo che è legato a una delle loro celebrazioni, ho letto qualche post del compleanno del paese o qualcosa del genere, ma mi sbagliavo. Poi la sera arrivava da non molto lontano l'eco di musiche tecno e house a volumi esorbitanti e la mia compagna mi ha detto che è iniziato il periodo della cultura. Quale cultura? Questo paese al confine del mondo conosciuto, di fatto non viene mai calcolato nelle statistiche europee, nato da pochissimo, se si considera che si sono liberati dall'unione sovietica nel 91 e che gli anni 90 li hanno passati ad assestarsi, si può capire che in realtà il paese ha più o meno 25 anni, niente se si paragona a paesi europei come il nostro o altri che hanno contribuito alla storia e alla creazione di questa civiltà in declino. Ma in quegli anni i governi hanno puntato sulla tecnologia, avrete sentito che l'Estonia è una piccola silicon valley e fin qua niente da dire se si pensa che alcuni software di successo sono stati creati qua, skype e nod32 in testa, ma quello che hanno fatto è stato creare una società stile americano, degli stati uniti, ma assorbendo la parte peggiore quella del puritanesimo per avere una facciata bella ma con un interno vuoto e spesso orribile. Questo ha influenzato la cultura, ovviamente, che è stata messa da parte per dare al popolo l'idea che il lavoro sia una priorità assoluta e che tutto il resto è superfluo. C'è anche da non sottovalutare l'enorme gap che hanno questi paesi, quelli del ex blocco sovietico, in termini di tempo (furono inglobati nel 1940) e siccome i russi non volevano che niente di occidentale venisse venduto o riprodotto o consumato dai popoli sottomessi ecco che tutto quello che abbiamo avuto noi, a livello culturale artistico e letterario nel bene e nel male, loro non l'hanno visto. Recuperare 50 anni di storia e di cultura mondiale non è facile, anzi è quasi impossibile perché i periodi storici e i cambiamenti sociali e culturali si devono vivere e capire per poi progredire, loro no, una volta liberi hanno preso quello che pochi e avidi personaggi propinarono loro attraverso i media, quindi parecchio mainstream e qualcosa che recuperavano dagli anni precedenti, per farvi un esempio quelli della mia età e più grandi ricordano con amore i nostri cantanti come Toto Cutugno, Al bano e Romina i ricchi e poveri e tutti quelli di quei San Remo primi anni 80, io dico che i russi li torturavano con il festival come battuta ma in pochi la capiscono perché il nostro festival non lo conosce quasi nessuno, è una cosa prettamente nostra e soprattutto poco esportabile. Si può capire da questa piccola storiella come l'interesse per le arti in generale non sia una priorità per l'estone medio, per carità ho conosciuto persone che hanno una buona cultura musicale, visto che sono del ramo, molti conoscono l'arte e così via, ma perché sono anche loro nel campo ed è logico che prendendo una nicchia cercano di esplorarla il più possibile, anche grazie al mezzo internet. Ma mi è capitato anche di parlare con persone che non conoscono neanche i loro di cantanti, non dico nomi astrusi di nicchia stranieri, ma neanche quelli locali che ve li sbattono ovunque in tutte le salse? Questo la dice lunga quanto sia bassissimo l'interesse.
Quindi la domanda è : Quale cultura andate a celebrare in questo periodo visto che siete la città della cultura europea? Se poi considerate che schifate lo straniero e quindi non tollerate altre forme culturali, cosa andate a mostrare? La cultura dell'alcol? O quanto siete copia e incolla fatto male di un mondo che non ha niente a che vedere con l'Europa?
Questo è a grandi linee un paese che sulla carta è moderno e innovatore, ma che se sposti la carta vedi tanto di quel marcio che diresti 'Ok, statevi per fatti vostri per altri 150 anni poi ne riparliamo'. A me non frega molto fra 2 settimane torno in Trinacria per un periodo XY a rigenerarmi da tutto questo e non so neanche se tornerò più a vivere qua, ma questo dipende molto da come si mettono le cose con lei. Da noi si dice "comu finisci si cunta" (quando finisce si racconta). Penso che l'album giusto sia l'immortale capolavoro del Banco
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raffaeleitlodeo · 1 year ago
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La controrivoluzione delle élite di cui non ci siamo accorti: intervista a Marco D’Eramo - L'indipendente on line
Fisico, poi studente di sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi, giornalista di Paese Sera, Mondoperaio e poi per lungo tempo de il manifesto. Marco D’Eramo ha di recente pubblicato il saggio Dominio, la guerra invisibile contro i sudditi (ed. Feltrinelli, 2020), un libro prezioso che, con uno stile agevole per tutti e dovizia di fonti, spiega come l’Occidente nell’ultimo mezzo secolo sia stato investito di una sorta di rivoluzione al contrario, della quale quasi nessuno si è accorto: quella lanciata dai dominanti contro i dominati. Una guerra che, almeno al momento, le élite stanno stravincendo e che si è mossa innanzitutto sul piano della battaglia delle idee per (ri)conquistare l’egemonia culturale e quindi le categorie del discorso collettivo. Una chiacchierata preziosa, che permette di svelare il neoliberismo per quello che è, ovvero un’ideologia che, in quanto tale, si muove attorno a parole e concetti chiave arbitrari ma che ormai abbiamo assimilato al punto di darli per scontati, ma che – una volta conosciuti – possono essere messi in discussione.
Ci parli di questa rivoluzione dei potenti contro il popolo, cosa è successo?
Nella storia i potenti hanno sempre fatto guerra ai sudditi, se no non sarebbero rimasti potenti, questo è normale. Il fatto è che raramente i sudditi hanno messo paura ai potenti: è successo nel 490 a.C., quando la plebe di Roma si ritirò sull’Aventino e ottenne i tribuni della plebe. Poi, per oltre duemila anni, ogni volta che i sudditi hanno cercato di ottenere qualcosa di meglio sono stati brutalmente sconfitti. Solo verso il 1650 inizia l’era delle rivoluzioni, che dura circa tre secoli, dalla decapitazione di re Carlo I d’Inghilterra fino alla rivoluzione iraniana, passando per quella francese e quelle socialiste. Da cinquant’anni non si verificano nuove rivoluzioni.
E poi cosa è successo?
Con la seconda guerra mondiale le élite hanno fatto una sorta di patto con i popoli: voi andate in guerra, noi vi garantiamo in cambio maggiori diritti sul lavoro, pensione, cure, eccetera. Dopo la guerra il potere dei subalterni è continuato a crescere, anche in Italia si sono ottenute conquiste grandiose come lo statuto dei Lavoratori, il Servizio Sanitario Nazionale ed altro. A un certo punto, le idee dei subordinati erano divenute talmente forti da contagiare le fasce vicine ai potenti: nascono organizzazioni come Medicina Democratica tra i medici, Magistratura Democratica tra i magistrati, addirittura Farnesina Democratica tra gli ambasciatori. In Italia come in tutto l’Occidente le élite hanno cominciato ad avere paura e sono passate alla controffensiva.
In che modo?
Hanno lanciato una sorta di controguerriglia ideologica. Hanno studiato Gramsci anche loro e hanno agito per riprendere l’egemonia sul piano delle idee. Partendo dai luoghi dove le idee si generano, ovvero le università. A partire dal Midwest americano, una serie di imprenditori ha cominciato a utilizzare fondazioni per finanziare pensatori, università, convegni, pubblicazioni di libri. Un rapporto del 1971 della Camera di Commercio americana lo scrive chiaramente: “bisogna riprendere il controllo e la cosa fondamentale è innanzitutto il controllo sulle università”. Da imprenditori, hanno trattato le idee come una merce da produrre e vendere: c’è la materia prima, il prodotto confezionato e la distribuzione. Il primo passo è riprendere il controllo delle università dove la materia prima, ovvero le idee, si producono; per il confezionamento si fondano invece i think tank, ovvero i centri studi dove le idee vengono digerite e confezionate in termini comprensibili e affascinanti per i consumatori finali, ai quali saranno distribuiti attraverso giornali, televisioni, scuole secondarie e così via. La guerra si è combattuta sui tre campi della diffusione delle idee, e l’hanno stravinta.
Quali sono le idee delle élite che sono divenute dominanti grazie a questa guerra per l’egemonia?
La guerra dall’alto è stata vinta a tal punto che non usiamo più le nostre parole. Ad esempio, la parola “classe” è diventata una parolaccia indicibile. Eppure Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi del mondo, lo ha detto chiaramente: «certo che c’è stata la guerra di classe, e l’abbiamo vinta noi». O come la parola “ideologia”, anche quella una parolaccia indicibile. E allo stesso tempo tutte le parole chiave del sistema di valori neoliberista hanno conquistato il nostro mondo. Ma, innanzitutto, le élite sono riuscite a generare una sorta di rivoluzione antropologica, un nuovo tipo di uomo: l’homo economicous. Spesso si definisce il neoliberismo semplicemente come una versione estrema del capitalismo, ma non è così: tra la teoria liberale classica e quella neoliberista ci sono due concezioni dell’uomo radicalmente differenti. Se nel liberalismo classico l’uomo mitico è il commerciante e l’ideale di commercio è il baratto che si genera tra due individui liberi che si scambiano beni, nel neoliberismo l’uomo ideale diventa l’imprenditore e il mito fondatore è quello della competizione, dove per definizione uno vince e l’altro soccombe.
Quindi rispetto alle generazioni che ci hanno preceduto siamo diventati un’altra specie umana senza accorgercene?
L’idea che ogni individuo è un imprenditore genera una serie di conseguenze enormi. La precondizioni per poter avviare un’impresa è avere qualcosa da investire, e se non ho capitali cosa investo? A questa domanda un neoliberista risponde: «il tuo capitale umano». Questa è una cosa interessantissima perché cambia tutte le nozioni precedenti. Intanto non vale l’idea del rapporto di lavoro come lo conoscevamo: non esiste più un imprenditore e un operaio, ma due capitalisti, dei quali uno investe denaro e l’altro capitale umano. Non c’è nulla da rivendicare collettivamente: lo sfruttamento scompare, dal momento che è un rapporto tra capitalisti. Portando il ragionamento alle estreme conseguenze, nella logica dominante, un migrante che affoga cercando di arrivare a Lampedusa diventa un imprenditore di sé stesso fallito, perché ha sbagliato investimento. Se ci si riflette bene, la forma sociale che meglio rispecchia questa idea del capitale umano non è il liberalismo ma lo schiavismo, perché è lì che l’uomo è letteralmente un capitale che si può comprare e vendere. Quindi non credo sia errato dire che, in verità, il mito originario (e mai confessato) del neoliberismo non è il baratto ma lo schiavismo. Il grande successo che hanno avuto i neoliberisti è di farci interiorizzare quest’immagine di noi stessi. È una rivoluzione culturale che ha conquistato anche il modo dei servizi pubblici. Per esempio le unità sanitarie locali sono diventate le aziende sanitarie locali. Nelle scuole e nelle università il successo e l’insuccesso si misurano in crediti ottenuti o mancanti, come fossero istituti bancari. E per andarci, all’università, è sempre più diffusa la necessità di chiedere prestiti alle banche. Poi, una volta che hai preso il prestito, dovrai comportarti come un’impresa che ha investito, che deve ammortizzare l’investimento e avere profitti tali da non diventare insolvente. Il sistema ci ha messo nella situazione di comportarci e di vivere come imprenditori.
Ritiene che l’ideologia neoliberista abbia definitivamente vinto la propria guerra o c’è una soluzione?
Le guerre delle idee non finiscono mai, sembra che finiscano, ma non è così. Se ci pensiamo, l’ideologia liberista è molto strana, nel senso che tutte le grandi ideologie della storia offrivano al mondo una speranza di futuro migliore: le religioni ci promettevano un aldilà di pace e felicità, il socialismo una società del futuro meravigliosa, il liberalismo l’idea di un costante miglioramento delle condizioni di vita materiali. Il neoliberismo, invece, non promette nulla ed anzi ha del tutto rimosso l’idea di futuro: è un’ideologia della cedola trimestrale, incapace di ogni tipo di visione. Questo è il suo punto debole, la prima idea che saprà ridare al mondo un sogno di futuro lo spazzerà via. Ma non saranno né i partiti né i sindacati a farlo, sono istituzioni che avevano senso nel mondo precedente, basato sulle fabbriche, nella società dell’isolamento e della sorveglianza a distanza sono inerti.
Così ad occhio non sembra esserci una soluzione molto vicina…
Invece le cose possono cambiare rapidamente, molto più velocemente di quanto pensiamo. Prendiamo la globalizzazione: fino a pochi anni fa tutti erano convinti della sua irreversibilità, che il mondo sarebbe diventato un grande e unico villaggio forgiato dal sogno americano. E invece, da otto anni stiamo assistendo a una rapida e sistematica de-globalizzazione. Prima la Brexit, poi l’elezione di Trump, poi il Covid-19, poi la rottura con la Russia e il disaccoppiamento con l’economia cinese. Parlare oggi di globalizzazione nei termini in cui i suoi teorici ne parlavano solo vent’anni fa sembrerebbe del tutto ridicolo, può essere che tra vent’anni lo sarà anche l’ideologia neoliberista.
Intanto chi è interessato a cambiare le cose cosa dovrebbe fare?
Occorre rimboccarsi le maniche e fare quello che facevano i militanti alla fine dell’Ottocento, ovvero alfabetizzare politicamente le persone. Una delle grandi manovre in questa guerra culturale lanciata dal neoliberismo è stata quella di ricreare un analfabetismo politico di massa, facendoci ritornare plebe. Quindi è da qui che si parte. E poi bisogna credere nel conflitto, progettarlo, parteciparvi. Il conflitto è la cosa più importante. Lo diceva già Machiavelli: le buone leggi nascono dai tumulti. Tutte le buone riforme che sono state fatte, anche in Italia, non sono mai venute dal palazzo. Il Parlamento ha tutt’al più approvato istanze nate nelle strade, nei luoghi di lavoro, nelle piazze. Lo Statuto dei Lavoratori non è stato fatto dal Parlamento per volontà della politica, ma a seguito della grande pressione esterna fatta dai movimenti, cioè dalla gente che si mette insieme. Quindi la prima cosa è capire che il conflitto è una cosa buona. La società deve essere conflittuale perché gli interessi dei potenti non coincidono con quelli del popolo. Già Aristotele lo diceva benissimo: i dominati si ribellano perché non sono abbastanza eguali e i dominanti si rivoltano perché sono troppo eguali. Questa è la verità.
[di Andrea Legni]
https://www.lindipendente.online/2023/11/01/la-controrivoluzione-delle-elite-di-cui-non-ci-siamo-accorti-intervista-a-marco-deramo/?fbclid=IwAR0J1ttaujW9lXdoC3r4k5Jm46v3rQM_NMampT4Sd_Q-FX4D-7TFWKXhn3c
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daimonclub · 5 days ago
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Giorno festivo del ringraziamento
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Giorno festivo del ringraziamento Giorno festivo del Ringraziamento, storia, citazioni e cibo tipico. Negli Stati Uniti si celebra il quarto giovedì di novembre di ogni anno e segna l'inizio delle festività natalizie. Il Giorno del Ringraziamento per l'anno 2024 viene celebrato/osservato giovedì 28 novembre. Il Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti si celebra il quarto giovedì di novembre di ogni anno. Tradizionalmente è il momento di ringraziare per tutto il sacrificio e il duro lavoro svolto per il raccolto. Nei tempi moderni le persone si prendono una pausa dal lavoro (fine settimana di 4 giorni a partire da giovedì) e trascorrono del tempo con la famiglia e gli amici durante una grande festa che si tiene il Giorno del Ringraziamento. È stata una dottrina americana indiscutibile che la salsa di mirtilli rossi, una sostanza appiccicosa rosa con sfumature di pomodori zuccherati, sia una deliziosa necessità del consiglio del Ringraziamento e che il tacchino sia immangiabile senza di essa. Ci sono alcune cose in ogni paese che devi nascere per sopportare; e altri cento anni di soddisfazione generale per gli americani e per l'America non riuscirono a riconciliare questo espatriato con la salsa di mirtilli rossi, il burro di arachidi e le majorettes. Alistair Cooke (1908-2004, conduttore televisivo britannico, giornalista) È quando smettiamo di pensare a ciò che non abbiamo o a ciò che ci manca, e diventiamo grati per quello che siamo, che possiamo accedere alla vera ispirazione illimitata. Franco Arrigazzi Molti giorni del Ringraziamento sono stati rovinati dal fatto di non aver tagliato il tacchino in cucina. Kin Hubbard (1868-1930, umorista americano, giornalista) Nel Giorno del Ringraziamento, in tutta l’America, le famiglie si siedono a cena nello stesso momento: a metà tempo. Autore sconosciuto Il Ringraziamento segna l'inizio delle festività natalizie e rappresenta il cibo, la famiglia e i momenti di condivisione e di confessione di gratitudine. Sarah Moore I nostri antenati rurali, con poca fortuna, Pazienti del lavoro quando la fine era il riposo, Si abbandonavano al giorno che ospitava il loro grano annuale, Con feste, e offerte, e un impegno grato. Alexander Pope Il Ringraziamento è un momento per donare, un momento per amare e un momento per riflettere sulle cose che contano di più nella vita. Danielle Duckery
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Thanksgiving Day Il Giorno del Ringraziamento è una festa nazionale annuale negli Stati Uniti e in Canada che celebra il raccolto e altre benedizioni dell'anno passato. Feste festive con nomi simili si verificano in Germania e Giappone. Gli americani generalmente credono che il loro Ringraziamento sia modellato su una festa del raccolto del 1621 condivisa dai coloni inglesi (pellegrini) di Plymouth e dal popolo Wampanoag. La festa americana è particolarmente ricca di leggende e simbolismi e il pasto tradizionale del Ringraziamento comprende tipicamente tacchino, pane ripieno, patate, mirtilli rossi e torta di zucca. Per quanto riguarda i viaggi in auto, la vacanza è spesso la più movimentata dell'anno, poiché i membri della famiglia si riuniscono tra loro. Sebbene il Ringraziamento abbia radici storiche nelle tradizioni religiose e culturali, è stato a lungo celebrato anche come festa secolare. Nella tradizione inglese, i giorni di ringraziamento e i servizi religiosi di ringraziamento speciale divennero importanti durante la Riforma inglese durante il regno di Enrico VIII e in reazione al gran numero di festività religiose nel calendario cattolico. Prima del 1536 c'erano 95 giorni festivi in chiesa, più 52 domeniche, in cui le persone dovevano frequentare la chiesa, rinunciare al lavoro e talvolta pagare per celebrazioni costose. Le riforme del 1536 ridussero il numero delle festività religiose a 27, ma alcuni puritani desideravano eliminare completamente tutte le festività religiose, compresi Natale e Pasqua. Le festività dovevano essere sostituite da Giorni di digiuno o Giorni di Ringraziamento appositamente chiamati, in risposta ad eventi che i Puritani consideravano atti di speciale provvidenza. Disastri imprevisti o minacce di giudizio dall'alto richiedevano Giorni di digiuno. Benedizioni speciali, viste come provenienti da Dio, richiedevano i Giorni del Ringraziamento. Ad esempio, i Giorni di digiuno furono indetti a causa della siccità nel 1611, delle inondazioni nel 1613 e delle pestilenze nel 1604 e 1622.
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Giorno del Ringraziamento I Giorni del Ringraziamento furono indetti in seguito alla vittoria sull'Armada spagnola nel 1588 e in seguito alla liberazione della regina Anna nel 1705. Un insolito Giorno del Ringraziamento annuale iniziò nel 1606 in seguito al fallimento del complotto delle polveri da sparo nel 1605 e si trasformò nel Guy Fawkes Day il 5 novembre. Il Ringraziamento di Plymouth iniziò con l’uscita di alcuni coloni ad “uccellagione”, forse per i tacchini ma più probabilmente per la preda più facile di oche e anatre, dal momento che “in un giorno uccisero tanto quanto… servirono la compagnia per quasi una settimana. I coloni del New England erano abituati a celebrare regolarmente il “Ringraziamento”, giorni di preghiera in cui ringraziavano Dio per benedizioni come la vittoria militare o la fine di una siccità. Ad esempio, il Congresso continentale degli Stati Uniti ha proclamato il Ringraziamento nazionale dopo l’entrata in vigore della Costituzione. Eppure, dopo il 1798, il nuovo Congresso degli Stati Uniti lasciò agli stati le dichiarazioni del Ringraziamento; alcuni si opposero al coinvolgimento del governo nazionale in un'osservanza religiosa, i meridionali furono lenti nell'adottare un'usanza del New England e altri si offesero per il fatto che la giornata fosse utilizzata per tenere discorsi e parate partigiane. Il Giorno del Ringraziamento nazionale sembrava più un parafulmine per le controversie che una forza unificante. Negli Stati Uniti, la moderna tradizione festiva del Ringraziamento viene fatta risalire a una celebrazione scarsamente documentata del 1621 a Plymouth, nell'attuale Massachusetts, e anche a un evento ben registrato del 1619 in Virginia. La festa e il ringraziamento di Plymouth del 1621 furono stimolati da un buon raccolto. Pellegrini e puritani che iniziarono a emigrare dall'Inghilterra negli anni 1620 e 1630 portarono con sé nel New England la tradizione dei giorni di digiuno e dei giorni di ringraziamento. L'arrivo nel 1619 di 38 coloni inglesi a Berkeley Hundred nella contea di Charles City, in Virginia, si concluse con una celebrazione religiosa come dettato dallo statuto del gruppo della Compagnia di Londra, che richiedeva specificamente "che il giorno dell'arrivo delle nostre navi nel luogo assegnato... in la terra della Virginia sarà annualmente e perennemente mantenuta santa come un giorno di ringraziamento a Dio Onnipotente. Il Giorno del Ringraziamento non divenne una festa ufficiale finché i nordici non dominarono il governo federale. Mentre a metà del XIX secolo prevalevano le tensioni settoriali, l’editore della popolare rivista Godey’s Lady’s Book, Sarah Josepha Hale, fece una campagna per un Giorno nazionale del Ringraziamento per promuovere l’unità. Alla fine ottenne il sostegno del presidente Abraham Lincoln. Il 3 ottobre 1863, durante la Guerra Civile, Lincoln proclamò una giornata nazionale di ringraziamento da celebrare giovedì 26 novembre.
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Cibo e ricette del Ringraziamento Da allora in poi la festa fu proclamata ogni anno da ogni presidente e la data scelta, con poche eccezioni, fu l'ultimo giovedì di novembre. Il presidente Franklin D. Roosevelt, tuttavia, tentò di estendere la stagione dello shopping natalizio, che generalmente inizia con la festa del Ringraziamento, e di rilanciare l'economia spostando la data indietro di una settimana, alla terza settimana di novembre. Ma non tutti gli stati si adeguarono e, dopo una risoluzione congiunta del Congresso nel 1941, Roosevelt emanò un proclama nel 1942 che designava il quarto giovedì di novembre (che non è sempre l'ultimo giovedì) come Giorno del Ringraziamento. Man mano che il paese diventava più urbano e i membri della famiglia cominciavano a vivere sempre più distanti, il Ringraziamento divenne un momento per riunirsi. La festa si è allontanata dalle sue radici religiose per consentire agli immigrati di ogni provenienza di partecipare a una tradizione comune. Le partite di football del Giorno del Ringraziamento, a cominciare da Yale contro Princeton nel 1876, permisero ai fan di aggiungere un po' di turbolenza alle festività. Alla fine del 1800 divennero comuni le sfilate di festaioli in costume. Nel 1920 il grande magazzino Gimbel’s di Filadelfia organizzò una sfilata di circa 50 persone con Babbo Natale in fondo al corteo. Dal 1924 la parata annuale di Macy's a New York City continua la tradizione, con enormi palloncini dal 1927. La festa associata ai pellegrini e ai nativi americani è diventata il simbolo della pace interculturale, dell'opportunità dell'America per i nuovi arrivati e della santità della casa e della famiglia. In Canada le origini del Ringraziamento vengono talvolta fatte risalire ai coloni francesi che arrivarono nella Nuova Francia nel XVII secolo, che celebravano i loro raccolti di successo. I coloni francesi della zona in genere organizzavano feste alla fine della stagione del raccolto e continuavano per tutta la stagione invernale, condividendo anche il cibo con le popolazioni indigene della zona. Nel 1879 il Parlamento istituì il 6 novembre il Giorno nazionale del Ringraziamento; la data è variata nel corso degli anni. Dal 1957 in Canada si celebra il Giorno del Ringraziamento il secondo lunedì di ottobre. Il Ringraziamento generalmente non viene celebrato in Australia. Tuttavia, nel territorio esterno australiano dell'isola di Norfolk, il Ringraziamento viene celebrato l'ultimo mercoledì di novembre, in modo simile all'osservanza americana prima della seconda guerra mondiale l'ultimo giovedì del mese. Ciò significa che l’osservanza dell’Isola di Norfolk cade il giorno prima o sei giorni dopo l’osservanza degli Stati Uniti. La vacanza è stata portata sull'isola visitando le navi baleniere americane.
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Parata del Ringraziamento New York Mentre milioni di persone negli Stati Uniti si impegnano nelle tradizioni annuali del Giorno del Ringraziamento, ovvero mangiare e fare shopping, vale la pena ricordare che non tutti celebrano l’evento. Nel 2015 un gruppo di nativi americani ha rivelato cosa provano riguardo alle festività in una serie di video potenti. Tra le parole che usarono c’erano “tristezza”, “massacro” e “bugie”. Alla domanda su Columbus, le persone erano invariabilmente negative e sprezzanti. La maggior parte delle reazioni sono state negative, con alcuni che hanno definito il Ringraziamento "un massacro", e la maggior parte ha affermato che il termine pellerossa era razzista. Alcuni dei partecipanti hanno imprecato o hanno alzato il dito con rabbia. Uno definì l'esploratore “il primo terrorista d'America”. "È sempre stato strano per me avere quel giorno libero per celebrare qualcuno, tipo, non abbiamo un giorno per Hitler, ma è la stessa cosa", ha detto un partecipante. Altri si sono detti sconcertati dal fatto che sia stato addirittura considerato una figura importante nella storia, dato che “non ha scoperto nulla e invece si è perso”. “Come popolo indigeno, i nostri anziani ci hanno insegnato a ringraziare ogni giorno”, ha detto. “Siamo un popolo sopravvissuto al genocidio. Per noi è molto importante avere la possibilità di riunirsi con le nostre famiglie”. Il tacchino è il simbolo del Ringraziamento e della cena di Natale per le famiglie americane. Quando i Padri Pellegrini lasciarono l'Europa per stabilirsi nelle colonie, sbarcarono a Plymouth, nel Massachusetts nel 1620, e lì trovarono la loro nuova casa. La persecuzione nel vecchio continente era stata dura, ma né il lungo viaggio a bordo della Mayflower per attraversare l'Oceano Atlantico, né il freddo inverno aiutarono i nuovi coloni, la cui vita, all'inizio, fu più che una lotta. Grati a Dio, nonostante tutto, decisero di lodarlo l'ultimo giovedì di novembre, istituendo la festa del Ringraziamento. In America la giornata viene celebrata con una ricca cena dove il tacchino ripieno è il piatto forte. Cosa sappiamo di questo grande uccello impettito? Originari dell'America Centrale, i tacchini erano apprezzati sia nella cultura Maya che in quella Azteca ed erano un'importante fonte di cibo. I conquistadores spagnoli che arrivarono in Messico si resero presto conto del valore degli animali e li rispedirono in Europa, dove furono addomesticati e allevati in Italia, Francia e Inghilterra nel 1500. I pellegrini li portarono nel New England, dove furono incrociati con la popolazione locale di tacchini selvatici orientali.
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Black Friday Shopping Con il 25% in meno di grassi rispetto al petto di pollo e il 75% in meno di grassi rispetto al manzo magro o al maiale, la carne di tacchino bianco è una scelta naturale per le persone attente alla salute. Una porzione da 3 once di petto di tacchino contiene 120 calorie, 1 grammo di grassi, senza grassi saturi e 26 grammi di proteine. Aggiungi la pelle o scegli la carne scura e aumenteranno sia il conteggio delle calorie che dei grassi. La Turchia è una buona fonte di vitamina B e minerali, ferro e zinco. Si stima che circa il 95% delle famiglie americane mangi tacchino durante il Ringraziamento mentre il 50% lo serve per la cena di Natale. A livello globale gli israeliani mangiano più tacchino: più di 28 libbre a persona ogni anno. Il Black Friday è il giorno dopo il Giorno del Ringraziamento e il venerdì prima del Cyber Monday negli Stati Uniti. È un'intensa giornata di shopping ed è un giorno festivo in alcuni stati. Molte persone hanno un giorno libero dal lavoro o scelgono di prendersi un giorno dal loro importo di ferie annuali durante il Black Friday. Alcune persone sfruttano questa occasione anche per fare viaggi per vedere familiari o amici che vivono in altre zone o per andare in vacanza. Altri lo usano per iniziare a fare acquisti per il periodo natalizio. Anche lo shopping per i regali di Natale è popolare durante il Black Friday. Molti negozi propongono offerte speciali e abbassano i prezzi su alcuni beni, come i giocattoli. Il Black Friday non è una festa federale, ma in alcuni stati è un giorno festivo pubblico. Molte persone prendono un giorno di ferie annuali il giorno successivo al Giorno del Ringraziamento. Molte organizzazioni chiudono anche per il fine settimana del Ringraziamento. Inerenti a questa tematica potete anche leggere: Thanksgiving Day 2023 Thanksgiving cooking recipes Black friday 2023 in Italian Black Friday 2023 in English Read the full article
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goblinosophy · 1 year ago
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Non solo semplici Cartoni! - Animazione
In un tranquillo pomeriggio di qualche giorno fa mentre preparavo un caffè risanante, mi è capitato di avere un' insolita chiacchierata con uno dei miei parenti su un mediometraggio di animazione trasmesso in televisione proprio in quel momento: "Saludos Amigos", classico Disney del 1943!
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Inutile dire che ero in estasi! Dopotutto io adoro l'animazione, e non ho potuto fare a meno di intromettermi per sapere cosa ne pensasse. Insieme alla voglia sfrenata di raccontare alcuni piccoli dettagli su questa pellicola con un po' di fierezza personale. L' entusiasmo era eccessivo e per quanto la persona in questione amasse davvero i personaggi di Walt Disney, lo scambio di battute fra di noi fu breve e venni congedato abbastanza in fretta da una classica frase di chi non vuole saperne di subire delle info-dumping "Io so solo che sono cartoni animati di quando ero piccolo e mi basta solo questo" e andava bene così.
Ma io non demordo e ne parlo qui al meglio delle mie possibilità!
Con l'inizio della seconda guerra mondiale l'attenzione del mondo si concentrava in larga parte sugli eventi salienti degli scontri in Europa. Come è facile immaginare l'animazione della Disney non potette godere appieno dell'attenzione del mondo, rimanendo con pochissimi finanziatori disposti a investire nelle produzioni degli artisti di casa Disney di cui si interesso solamente il governo statunitense a preservare attraverso alcuni finanziamenti federali, destinati però a essere utilizzati alla produzione di corti di propaganda con soldati, armi o persino alcune guide su come il popolo americano poteva contribuire alla causa bellica.
Qui si ritorna al nostro topic iniziale. Con la produzione di Saludos Amigos (1943) si stava tentando di sfruttare appieno la popolarità dei personaggi dello studio di Hollywood in Sudamerica, decidendo così di impiegare la fama mondiale di Disney trasformandolo nell'ambasciatore ideale con cui era possibile saldare dei buoni rapporti diplomatici con i vicini degli statunitensi. Difatti quest'opera era anch'essa un progetto nato dal sostegno diretto del governo statunitense, seguendo così fedelmente l'idea politica del "buon vicinato" intrapresa in quegli anni dal presidente Delano Roosevelt (Good Neighboor policy) sosteneva l'idea che mantenere dei buoni rapporti con i paesi limitrofi potesse favorire il governo Americano riducendo al minimo le influenze esterne della Germania Nazista.
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La produzione dei 4 corti del mediometraggio furono il risultato di una vacanza di circa 2 mesi a cui partecipò lo stesso Walt Disney assieme ai suoi animatori. Viaggiando per l'America meridionale i dipendenti della Disney col tempo confezionarono un prodotto animato frutto diretto delle loro esperienze con la cultura locale trasmessa dalla gente del posto. Lo staff di artisti ha rappresentato i in modo personale i colori dei paesi visitati accompagnando lo spettatore attraverso un secondo viaggio riproposto per il pubblico, con un misto di sequenze dal vivo da una parte e dall'animazione dall'altra. Offrendoci interessanti incontri di culture con un Pippo che scopre il gaucho argentino o un Paperino in visita in Perù o quest'ultimo in visita a Rio de Janeiro per fare la conoscenza di un novello personaggio brasiliano conosciuto come il futuro amico José Carioca!
La storia di questi grandi lavori non smetterà mai di affascinarmi.
(Primo vero articolo çwç, accetto critiche costruttive volentieri!)
Fonti utilizzate
Articoli:
Dale Adams, Saludos Amigos: Hollywood and FDR's
Good Neighbor Policy, University of Texas, Austin, 2007.
Siti Web:
https://www.ilsollazzo.com/c/disney/scheda/SaludosAmigos
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cinquecolonnemagazine · 7 months ago
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Fumetti fascisti: Il Balilla
I Fumetti fascisti ebbero una grande fortuna durante il regime. Amati dai più piccoli, erano uno strumento di propaganda privilegiato. Tra questi, uno dei più famosi fu "Il Balilla" che fu pubblicato per tutto il ventennio. Fumetti fascisti come strumento di propaganda del regime Come diffusamente ci riportano i libri di storia, la propaganda fu l'anima del regime fascista. I vertici del regime sapevano che era assolutamente necessario far percepire alla popolazione che quanto stabilito e ordinato dal Duce Benito Mussolini fosse giusto. Questa necessità era espressa in ogni momento e attraverso qualunque strumento. La propaganda era diretta a tutti, uomini, donne, adulti, bambini con messaggi personalizzati. Da ex maestro elementare, Benito Mussolini sapeva quanto potesse essere utile alla causa educare i più piccoli per ritrovarsi adulti già inquadrati. Così decise di arrivare a questa tenera età, oltre che con lo sport, anche con un'altra attività molto amata: la lettura dei fumetti. Il fumetto tra i più famosi del periodo fu senza ombra di dubbio "Il Balilla" Il Balilla Nato come "Giornale dei Balilla", iniziò le sue pubblicazioni il 18 febbraio 1923 come organo ufficiale dei gruppi Balilla. Il direttore responsabile era Defendente De Amici che si avvalse della collaborazione di Filiberto Scarpelli e Filiberto Mateldi. L'editore fu la Casa Editrice Imperia di Milano. A partire dal giugno 1925, il periodico uscì come supplemento del quotidiano Il Popolo d'Italia, organo del Partito nazionale fascista. Dal 5 giugno 1931, invece, divenne organo dell'Opera Nazionale Balilla. Il periodico era dedicato ai bambini mentre per le bambine fu pubblicata la rivista "La Piccola Italiana". La rivista cambiò impostazione grafica diverse volte e poté contare sulla collaborazione di nomi quali: Antonio Rubino, Attilio Mussino, Edina Altara, Piero Bernardini, Enrico Novelli alias Yambo, Guido Moroni Celsi e Giovanni Manca. Adelmo e Trippardello furono alcuni dei personaggi che trovarono posto sulle pagine della rivista insieme a Tiradritto e Gambalesta. Immancabili i bravi Balilla sempre pronti a riportare l'ordine dopo il caos, ad allontanare da Pinocchio, a suon di bastonate, il gatto e la volpe per poi far indossare anche al burattino l'uniforme e trasformarlo in un fascista perfetto. Durante la guerra, De Seta disegnò diverse filastrocche con caricature del presidente americano Franklin Delano Roosevelt, detto "Rusveltaccio", del re Giorgio VI d'Inghilterra, ribattezzato "Giorgetto" e del suo primo ministro Winston Churchill, detto "Ciurcillone". La rivista uscì tutte le settimane dal 1923 al 1943 con oltre mille numeri. L'opera nazionale Balilla L'Opera Nazionale Balilla (ONB) era un'organizzazione giovanile istituita durante il regime fascista in Italia. Fondata nel 1926, l'ONB prendeva il nome da Balilla, un ragazzo genovese leggendario per aver scagliato una pietra contro le truppe austriache nel 1746 durante l'assedio di Genova. L'ONB era concepita come un'organizzazione paramilitare per ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 8 e i 18 anni, con lo scopo di addestrarli fisicamente e mentalmente secondo i principi fascisti. I giovani membri dell'ONB venivano sottoposti a un rigido addestramento militare, che includeva esercizi di marcia, ginnastica, tiro al bersaglio e altre attività simili. Oltre all'addestramento militare, l'ONB promuoveva anche l'ideologia fascista tra i giovani, insegnando loro valori come disciplina, obbedienza, lealtà al regime e senso di appartenenza alla comunità nazionale italiana. La propaganda fascista veniva diffusa attraverso le attività dell'ONB, che includevano adunanze, discorsi politici, eventi culturali e attività ricreative. L'ONB era strettamente controllata dal Partito Nazionale Fascista (PNF) e svolgeva un ruolo importante nel controllo sociale e nell'indottrinamento dei giovani italiani secondo l'ideologia fascista. Dopo la caduta del regime fascista alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, l'Opera Nazionale Balilla fu sciolta e dichiarata fuorilegge, insieme al Partito Fascista e alle sue organizzazioni affiliate. In copertina foto di tunechick83 da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Putin al concerto nella Piazza Rossa per la Crimea: «Avanti con le nuove regioni, mano nella mano»
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Putin al concerto nella Piazza Rossa per la Crimea: «Avanti con le nuove regioni, mano nella mano». La Russia andrà avanti «insieme con le nuove regioni, mano nella mano». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, citato da Ria Novosti, riferendosi alle regioni occupate dell'Ucraina, nel suo intervento sulla Piazza Rossa ad un concerto davanti a decine di migliaia di persone per il decimo anniversario dell'annessione della Crimea. Putin ha poi cantato l'inno nazionale con tutta la piazza e con i tre candidati sconfitti nelle presidenziali, saliti con lui sul palco. Il viaggio delle genti del Donbass ucraino «verso la loro terra natale», cioè la Russia, si è rivelato «più difficile e tragico» di quello della Crimea, «ma comunque ce l'abbiamo fatta», ha detto Putin. Con quasi la totalità delle schede scrutinate, Vladimir Putin risulta il vincitore delle elezioni con l'87,29% dei voti, il risultato più alto ottenuto da un Presidente eletto nella storia della Russia. Lo ha reso noto la Commissione elettorale centrale, citata da Interfax. L'affluenza è stata del 77,44%, il massimo registrato nella storia moderna del Paese. «Le elezioni in Russia non sono state né libere né giuste». Lo ha detto il vice portavoce del dipartimento di Stato americano, Vedant Patel, in un briefing con la stampa. «Non è stato un processo democratico, non ci saranno telefonate di congratulazioni da parte nostra», ha sottolineato. La Cina ha espresso le sue congratulazioni a Putin per la sua vittoria alle elezioni presidenziali. «Cina e Russia sono i rispettivi vicini più grandi e sono partner strategici e cooperativi nella nuova era», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian. Xi ha quindi inviato di persona un messaggio di congratulazioni a Putin, sottolineando al suo omologo russo che la rielezione alla presidenza "riflette pienamente il sostegno del popolo russo”. Il presidente iraniano Ebrahim Raissi si è congratulato a sua volta con Putin per la «decisiva» vittoria alle elezioni presidenziali. "Il presidente della Repubblica islamica dell'Iran si è sinceramente congratulato con Vladimir Putin per la sua solida vittoria e la sua rielezione a presidente della Federazione russa", ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Irna. A Putin sono arrivate anche le congratulazioni del leader nordcoreano Kim Jong-un, attraverso un telegramma consegnato dall'ambasciatore della Corea del Nord a Mosca. Il presidente palestinese Abu Mazen si è congratulato con Vladimir Putin per il suo successo elettorale. Lo riferisce la agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. «Congratulazioni di cuore» a Vladimir Putin “per la sua rielezione a Presidente della Federazione Russa. Non vediamo l'ora di lavorare insieme per rafforzare ulteriormente il collaudato partenariato strategico speciale e privilegiato tra India e Russia negli anni a venire”. Lo scrive su X il premier indiano Narendra Modi. La Francia ha condannato oggi che «le condizioni di un'elezione libera, pluralista e democratica» non siano «di nuovo» state rispettate in Russia ieri per la rielezione del presidente Vladimir Putin. Il ministero degli Esteri ha reso omaggio «al coraggio di numerosi cittadini russi che hanno manifestato pacificamente la loro opposizione a questa violazione dei loro diritti politici fondamentali». Il Regno Unito non ha riconosciuto il risultato delle elezioni presidenziali in Russia, con la riconferma di Vladimir Putin alla guida del Paese, in quanto sono avvenute in violazione dei principi della democrazia. Lo ha affermato il ministro degli Esteri David Cameron in un comunicato diffuso dal Foreign Office. «Queste elezioni russe sottolineano chiaramente la profondità della repressione sotto il regime del presidente Putin, che cerca di mettere a tacere qualsiasi opposizione alla sua guerra illegale», ha dichiarato Cameron, riferendosi al conflitto in Ucraina. Il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier non intende inviare congratulazioni a quello russo Vladimir Putin per la sua rielezione: «Non ci sarà nessuna lettera a Putin», ha dichiarato ieri sera la portavoce presidenziale tedesca, Cerstin Gammelin, come riporta l'agenzia Dpa. «Le elezioni in Russia non sono state né libere né giuste, si sono basate sulla repressione e sulle intimidazioni». Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell. «Si sono poi tenute anche sul territorio ucraino violandone la sovranità».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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crossroad1960 · 1 year ago
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La storia spesso è bizzarra. Il primo a ritagliare una terra per il popolo ebraico fu Iosif Stalin, e la individuò in Crimea, di cui Mosca ha sempre pensato e continua a pensare di disporre a capriccio. Era il 1926, e Stalin decise di trasferire in Crimea centomila famiglie per concorrere in declinazione comunista al disegno di uno Stato sionista in Palestina. Gli ebrei ci andarono alla fine del decennio e misero in piedi una quantità di fattorie collettive ma, siccome andavano bene ed erano ben foraggiate dagli ebrei di mezzo mondo, i contadini del posto sistemarono la questione con le vecchie maniere: i pogrom. Il progetto fallì e gli ebrei sovietici se ne tornarono da dove erano venuti e Stalin, uomo di rara inventiva, una ventina d’anni dopo, quando inaugurò la sua florida stagione antisemita, mandò a morte una ventina di intellettuali ebrei con l’accusa di aver cospirato per istituire una nazione sionista in Crimea. La musica, per gli ebrei, è un ritornello. E lì mi è tornato in mente un bellissimo libro di Wlodek Goldkorn, La scelta di Abramo, dove si racconta che durante la Guerra dei sei giorni (1967) l’Unione sovietica di Leonid Breznev dichiarò Israele nemico del progresso e braccio esecutivo dell’imperialismo americano. I polacchi la interpretarono per quello che era: la riduzione di Israele a nemico dell’umanità e, ancora più precisamente, la riduzione del sionismo alla più nociva delle ideologie, equiparabile soltanto al nazismo. Potete immaginare come se la passarono gli ebrei polacchi in quei mesi. La solita musica, il solito ritornello: “Israele nazista”, ancora di gran successo nelle nostre piazze. (Mattia Feltri)
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weirdesplinder · 1 year ago
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Nuova Aggiunta alla mia libreria
Ho acquistato su Amazon due mobili colonna per ampliare la mia libreria e sfruttare fino all'ultimo centimetro disponibile nella camera.
Avevo solo 18 cm in larghezza e non avevo mai trovato nulla di così piccolo, poi finalmente è apparso lui:
Iris Ohyama, mobile contenitore, libreria, 3 ripiani modulari
Link: https://amzn.to/3sl8qsF
che è disponibile anche largo solo 14 cm, che è la misura che ho acquistato, ma anche in altre misure: 19cm , 24cm, 29cm o 34 cm
e in due varianti di colore (marrone scuro o chiaro) e di ripiani (2 o 3 ripiani).
Quindi è veramente super personalizzabile per ogni necessità.
Arriva da montare perciò armatevi di un poco di pazienza, ma è molto semplice, ci sono riuscita io, quindi ci possono riuscire tutti. Grazie al cielo esistono gli avvitatori e svitatori elettrici al giorno d'oggi.
Siccome io avevo molto spazio in altezza per sfruttarlo al meglio ho preso due mobiletti e li ho impilati uno sopra l'altro, cosa già prevista volendo quindi c'erano già i fori per unirli. Inoltre sono presenti anche fori già pronti per unirlo lateralmente nel caso a voi serve questo. Insomma sono super soddisfatta dell'acquisto e volevo proprio segnalarvelo, perchè ogni lettore compulsivo è sempre in cerca di nuove librerie. E' un dato di fatto.
Inoltre fa sempre bene sposare i libri e dargli aria perchè magari riscopriremo titoli che finiti in terza o quarta fila non vediamo da anni, a me è successo con un libro da esempio che non ricordavo proprio di avere su quello scaffale:
Kathleen e Michael Gear, dal libro La donna della pioggia.
Link: https://amzn.to/45jnJAT
Trama: Una terribile siccità sconvolge la terra. Solo una bambina dotata di straordinari poteri potrà salvare il suo popolo. Ombra della Notte, temuta sacerdotessa, sa che un crimine orrendo ha incrinato l'equilibrio del mondo ed esiste una sola persona capace di percorrere il sentiero degli spiriti e riportare la pace. È Piccolo Fiore, una bambina che tutti credono figlia di un valoroso guerriero, dotata di straordinari poteri. Ma una terribile minaccia incombe su di lei e sul suo popolo…
INCIPIT: “America del nord, anno 1300
Presenze invisibili si aggiravano per il villaggio di Talon. Ballavano al suono del tamburo sfiorando i danzatori che davano vita alle forze delle stelle, delle nuvole, del lampo. Anche Lungo corno e le Teste di fanfo erano arrivati. E dietro, i fratelli della guerra danzavano accarezzando il cielo con mani invisibili. Erano scesi dalle Montagne scintillanti per unirsi alla Danza del Grano di Primavera e assistere agli avvenimenti di quel giorno decisivo per la storia degli uomini. Ballavano alla melodia dolce del flauto, battendo con piedi spettrali al ritmo che aveva creato il mondo.
Invisibili a tutti, tranne che a una bambina che danzava con la testa rovesciata all'indietro e la voce che si alzava come un battito d'ali nella luce intensa del tramonto.”
Kathleen e Michael Gear, storici e antropologi, si occupano in particolare delle antiche civiltà dei nativi americani. Sono autori di numerosi romanzi di notevole successo in cui rivive il grande fascino della perduta cultura del continente nord americano, in epoche che variano dalla preistoria ai primi secoli di questo millennio.
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kneedeepincynade · 1 year ago
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Mi sono preso la grande libertà di aggiornare i lyrics
Laggiù nel Medioriente, come un bufalo ferito infuria il pirata americano
ma nei campi, sulle dune, sono armati anche i bambini e ogni donna impugna il suo fucile
no, non fan paura i carriarmati d’Israele: la tua terra tu la devi liberare…
Rit. Abbiamo alzato il rosso, il verde, il bianco e il nero,
stretto in pugno la bandiera: i colori di Al-Aqsa
Abbiamo alzato la bandiera partigiana della rossa Palestina
accanto a quella del Donbass!
Li chiamano “banditi” i giornali dei padroni che chiamavano “assassini” i partigiani,
noi non crederemo ai bollettini israeliani, al tiranno giordano traditore.
Quante volte ci hanno detto “E` finita in Palestina.” e ancora cantavamo la canzone…
Rit.
Al di là di questo mare c’è un popolo fratello: ogni lotta aiuta un altra lotta,
ogni colpo sparato sul nemico sionista in Italia colpisce chi comanda.
Coi popoli in rivolta si muove oggi la Storia, Rivoluzione, fino alla vittoria!
Rit.
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corallorosso · 3 years ago
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Ucraina, mi schiero ma senza moralismi: la storia non è divisa tra ‘bene’ e ‘male’ Giudicare i fatti della storia con le categorie della morale (bene/male, giusto/sbagliato), sarebbe come pretendere di valutare i programmi e i personaggi televisivi in base al criterio della qualità. Nel caso della storia, infatti, a contare sono gli interessi e gli scopi dei singoli, oltre naturalmente ai rapporti di forza tra chi è titolare dei suddetti interessi. Allo stesso modo, nel caso della programmazione televisiva, non è più da un bel pezzo la qualità a decidere le sorti di una trasmissione, ma la sua capacità di fare audience. Se Cicerone ci ha spiegato che la storia è “maestra di vita”, soltanto Hegel è stato capace di svelarci il contenuto della lezione di tale maestra: e cioè che l’uomo non ha mai imparato niente dalle lezioni della storia. Per esempio non ha mai imparato che a scrivere la storia sono i più forti, i vincitori. Gli stessi che, oltre ad aver vinto, intendono anche dimostrare perché è stato giusto che abbiano vinto loro e che il “bene” abbia trionfato sul “male”. Del resto, non è un caso che si sia dovuta aspettare la seconda metà del Novecento (e l’ottimo libro di David Stannard, L’olocausto americano), per scoprire che i cattivi non erano i Pellerossa, malgrado tagliassero teste e stuprassero le donne bianche. O che gli italiani non sono mai stati “brava gente”, diversi dagli altri colonizzatori che hanno sfruttato, stuprato donne o usato armi chimiche contro etnie inermi (stavolta mi riferisco al bel libro di Angelo Del Boca, Italiani, brava gente?). Ma vogliamo parlare di Hitler, grande estimatore degli Usa (il primo “stato razziale” della storia, a cui il Führer si è ispirato per molteplici motivi)? O degli stessi Stati Uniti, i primi a internare in campi di concentramento persone di origine orientale, per di più marchiandole con la famigerata stella gialla (che poi Hitler avrebbe riutilizzato per bollare gli ebrei)? Oppure, ancora, vogliamo ricordare che se l’Unione Sovietica svelò al mondo le brutalità del comunismo realizzato, il Cile di Pinochet ci raccontò le tragedie immani a cui va incontro una politica che si sottomette alla finanza (ma in questo secondo caso la cosa fu messa a tacere per decenni)? Coloro che pensano di poter comprendere i fatti della storia e della politica attraverso le categorie di “bene” e “male” sono i capi degli stati aggressori in cerca di legittimazione; i politici in cerca di voti; gli opinionisti in cerca di like e, infine, gli ingenui che manifestano in vario modo per la “pace”. Questi ultimi in cerca non si sa bene di cosa, visto che non c’è nulla di più irrealistico della pace nel mondo degli uomini, lo stesso in cui si è combattuto un grande conflitto ogni dieci anni lungo tutto il corso della storia. Perfino Gandhi – eroe per eccellenza dei pacifisti – incoraggiava inglesi e francesi a colonizzare neri e africani, sostenendo che dovevano lasciare in pace gli indiani poiché questi appartenevano alla “razza ariana” (lo stesso Gandhi che fece il reclutatore di soldati indiani per l’Inghilterra durante la I guerra mondiale). Se a tutto questo aggiungiamo che a risultare vittime delle narrazioni moralistiche sono i più deboli, possiamo farci un quadro più chiaro della guerra fra Russia e Ucraina. Un popolo, quello ucraino, che già ai tempi di Hitler e Stalin vedeva il più alto tasso di mortalità al mondo, poiché sia Berlino che Mosca lo consideravano un bacino irrinunciabile di ricchezze naturali. Lo stesso popolo che oggi è vittima di due narrazioni ideologiche: quella di Putin, certo, che accampa una storicamente fallace identificazione fra Ucraina e Russia; ma anche quella della Nato, a cui il controllo dell’Ucraina fa comodo poiché le consente di portare le sue basi e cannoni fino al confine con la Russia. Aggiungiamo pure che per entrambe – cioè la Russia di Putin e la Nato – l’Ucraina è terra di ricchezze, gasdotti e sbocco sul mare nell’Europa centro-orientale, e possiamo avere un quadro completo. A bilancio di tutto questo, non dico che non ci si debba schierare. Sarebbe sciocco e pericoloso. Dico soltanto che l’unico motivo realistico per cui schierarsi contro Putin non riguarda il suo essere equiparabile a Hitler o a un dittatore folle (stupidaggini per folle instupidite), bensì il nostro scegliere di vivere in un mondo privilegiato e democratico come il nostro (se lo segnino, no-vax e complottisti vari). Non so chi mi legge, ma per quanto mi concerne preferisco vivere sotto l’egida degli Usa piuttosto che della Russia, anche se la prima perseguita Julian Assange perché ha svelato (fra le altre cose) le brutalità commesse nelle guerre dal Pentagono. Quindi sì, so con chi schierarmi, ma per favore senza moralismi, estremismi o pagliacciate di piazza. Con una preghiera laica per le vittime e con un’unica speranza: che questa folle e costante inclinazione dell’uomo a farsi la guerra stavolta non ci faccia piombare in un conflitto nucleare. Perché in questo caso perderemmo tutti, scoprendo che le nostre morali da quattro soldi sono stracci inutilizzabili per ripulire la parete della storia. Paolo Ercolani, Filosofo, Università di Urbino "Carlo Bo"
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daimonclub · 1 year ago
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Giorno festivo del ringraziamento
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Giorno festivo del ringraziamento Giorno festivo del Ringraziamento, storia, citazioni e cibo tipico. Negli Stati Uniti si celebra il quarto giovedì di novembre di ogni anno e segna l'inizio delle festività natalizie. Il Giorno del Ringraziamento per l'anno 2023 viene celebrato/osservato giovedì 23 novembre. Il Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti si celebra il quarto giovedì di novembre di ogni anno. Tradizionalmente è il momento di ringraziare per tutto il sacrificio e il duro lavoro svolto per il raccolto. Nei tempi moderni le persone si prendono una pausa dal lavoro (fine settimana di 4 giorni a partire da giovedì) e trascorrono del tempo con la famiglia e gli amici durante una grande festa che si tiene il Giorno del Ringraziamento. È stata una dottrina americana indiscutibile che la salsa di mirtilli rossi, una sostanza appiccicosa rosa con sfumature di pomodori zuccherati, sia una deliziosa necessità del consiglio del Ringraziamento e che il tacchino sia immangiabile senza di essa. Ci sono alcune cose in ogni paese che devi nascere per sopportare; e altri cento anni di soddisfazione generale per gli americani e per l'America non riuscirono a riconciliare questo espatriato con la salsa di mirtilli rossi, il burro di arachidi e le majorettes. Alistair Cooke (1908-2004, conduttore televisivo britannico, giornalista) È quando smettiamo di pensare a ciò che non abbiamo o a ciò che ci manca, e diventiamo grati per quello che siamo, che possiamo accedere alla vera ispirazione illimitata. Franco Arrigazzi Molti giorni del Ringraziamento sono stati rovinati dal fatto di non aver tagliato il tacchino in cucina. Kin Hubbard (1868-1930, umorista americano, giornalista) Nel Giorno del Ringraziamento, in tutta l’America, le famiglie si siedono a cena nello stesso momento: a metà tempo. Autore sconosciuto Il Ringraziamento segna l'inizio delle festività natalizie e rappresenta il cibo, la famiglia e i momenti di condivisione e di confessione di gratitudine. Sarah Moore I nostri antenati rurali, con poca fortuna, Pazienti del lavoro quando la fine era il riposo, Si abbandonavano al giorno che ospitava il loro grano annuale, Con feste, e offerte, e un impegno grato. Alexander Pope Il Ringraziamento è un momento per donare, un momento per amare e un momento per riflettere sulle cose che contano di più nella vita. Danielle Duckery
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Thanksgiving Day Il Giorno del Ringraziamento è una festa nazionale annuale negli Stati Uniti e in Canada che celebra il raccolto e altre benedizioni dell'anno passato. Feste festive con nomi simili si verificano in Germania e Giappone. Gli americani generalmente credono che il loro Ringraziamento sia modellato su una festa del raccolto del 1621 condivisa dai coloni inglesi (pellegrini) di Plymouth e dal popolo Wampanoag. La festa americana è particolarmente ricca di leggende e simbolismi e il pasto tradizionale del Ringraziamento comprende tipicamente tacchino, pane ripieno, patate, mirtilli rossi e torta di zucca. Per quanto riguarda i viaggi in auto, la vacanza è spesso la più movimentata dell'anno, poiché i membri della famiglia si riuniscono tra loro. Sebbene il Ringraziamento abbia radici storiche nelle tradizioni religiose e culturali, è stato a lungo celebrato anche come festa secolare. Nella tradizione inglese, i giorni di ringraziamento e i servizi religiosi di ringraziamento speciale divennero importanti durante la Riforma inglese durante il regno di Enrico VIII e in reazione al gran numero di festività religiose nel calendario cattolico. Prima del 1536 c'erano 95 giorni festivi in chiesa, più 52 domeniche, in cui le persone dovevano frequentare la chiesa, rinunciare al lavoro e talvolta pagare per celebrazioni costose. Le riforme del 1536 ridussero il numero delle festività religiose a 27, ma alcuni puritani desideravano eliminare completamente tutte le festività religiose, compresi Natale e Pasqua. Le festività dovevano essere sostituite da Giorni di digiuno o Giorni di Ringraziamento appositamente chiamati, in risposta ad eventi che i Puritani consideravano atti di speciale provvidenza. Disastri imprevisti o minacce di giudizio dall'alto richiedevano Giorni di digiuno. Benedizioni speciali, viste come provenienti da Dio, richiedevano i Giorni del Ringraziamento. Ad esempio, i Giorni di digiuno furono indetti a causa della siccità nel 1611, delle inondazioni nel 1613 e delle pestilenze nel 1604 e 1622.
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Giorno del Ringraziamento I Giorni del Ringraziamento furono indetti in seguito alla vittoria sull'Armada spagnola nel 1588 e in seguito alla liberazione della regina Anna nel 1705. Un insolito Giorno del Ringraziamento annuale iniziò nel 1606 in seguito al fallimento del complotto delle polveri da sparo nel 1605 e si trasformò nel Guy Fawkes Day il 5 novembre. Il Ringraziamento di Plymouth iniziò con l’uscita di alcuni coloni ad “uccellagione”, forse per i tacchini ma più probabilmente per la preda più facile di oche e anatre, dal momento che “in un giorno uccisero tanto quanto… servirono la compagnia per quasi una settimana. I coloni del New England erano abituati a celebrare regolarmente il “Ringraziamento”, giorni di preghiera in cui ringraziavano Dio per benedizioni come la vittoria militare o la fine di una siccità. Ad esempio, il Congresso continentale degli Stati Uniti ha proclamato il Ringraziamento nazionale dopo l’entrata in vigore della Costituzione. Eppure, dopo il 1798, il nuovo Congresso degli Stati Uniti lasciò agli stati le dichiarazioni del Ringraziamento; alcuni si opposero al coinvolgimento del governo nazionale in un'osservanza religiosa, i meridionali furono lenti nell'adottare un'usanza del New England e altri si offesero per il fatto che la giornata fosse utilizzata per tenere discorsi e parate partigiane. Il Giorno del Ringraziamento nazionale sembrava più un parafulmine per le controversie che una forza unificante. Negli Stati Uniti, la moderna tradizione festiva del Ringraziamento viene fatta risalire a una celebrazione scarsamente documentata del 1621 a Plymouth, nell'attuale Massachusetts, e anche a un evento ben registrato del 1619 in Virginia. La festa e il ringraziamento di Plymouth del 1621 furono stimolati da un buon raccolto. Pellegrini e puritani che iniziarono a emigrare dall'Inghilterra negli anni 1620 e 1630 portarono con sé nel New England la tradizione dei giorni di digiuno e dei giorni di ringraziamento. L'arrivo nel 1619 di 38 coloni inglesi a Berkeley Hundred nella contea di Charles City, in Virginia, si concluse con una celebrazione religiosa come dettato dallo statuto del gruppo della Compagnia di Londra, che richiedeva specificamente "che il giorno dell'arrivo delle nostre navi nel luogo assegnato... in la terra della Virginia sarà annualmente e perennemente mantenuta santa come un giorno di ringraziamento a Dio Onnipotente. Il Giorno del Ringraziamento non divenne una festa ufficiale finché i nordici non dominarono il governo federale. Mentre a metà del XIX secolo prevalevano le tensioni settoriali, l’editore della popolare rivista Godey’s Lady’s Book, Sarah Josepha Hale, fece una campagna per un Giorno nazionale del Ringraziamento per promuovere l’unità. Alla fine ottenne il sostegno del presidente Abraham Lincoln. Il 3 ottobre 1863, durante la Guerra Civile, Lincoln proclamò una giornata nazionale di ringraziamento da celebrare giovedì 26 novembre.
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Cibo e ricette del Ringraziamento Da allora in poi la festa fu proclamata ogni anno da ogni presidente e la data scelta, con poche eccezioni, fu l'ultimo giovedì di novembre. Il presidente Franklin D. Roosevelt, tuttavia, tentò di estendere la stagione dello shopping natalizio, che generalmente inizia con la festa del Ringraziamento, e di rilanciare l'economia spostando la data indietro di una settimana, alla terza settimana di novembre. Ma non tutti gli stati si adeguarono e, dopo una risoluzione congiunta del Congresso nel 1941, Roosevelt emanò un proclama nel 1942 che designava il quarto giovedì di novembre (che non è sempre l'ultimo giovedì) come Giorno del Ringraziamento. Man mano che il paese diventava più urbano e i membri della famiglia cominciavano a vivere sempre più distanti, il Ringraziamento divenne un momento per riunirsi. La festa si è allontanata dalle sue radici religiose per consentire agli immigrati di ogni provenienza di partecipare a una tradizione comune. Le partite di football del Giorno del Ringraziamento, a cominciare da Yale contro Princeton nel 1876, permisero ai fan di aggiungere un po' di turbolenza alle festività. Alla fine del 1800 divennero comuni le sfilate di festaioli in costume. Nel 1920 il grande magazzino Gimbel’s di Filadelfia organizzò una sfilata di circa 50 persone con Babbo Natale in fondo al corteo. Dal 1924 la parata annuale di Macy's a New York City continua la tradizione, con enormi palloncini dal 1927. La festa associata ai pellegrini e ai nativi americani è diventata il simbolo della pace interculturale, dell'opportunità dell'America per i nuovi arrivati e della santità della casa e della famiglia. In Canada le origini del Ringraziamento vengono talvolta fatte risalire ai coloni francesi che arrivarono nella Nuova Francia nel XVII secolo, che celebravano i loro raccolti di successo. I coloni francesi della zona in genere organizzavano feste alla fine della stagione del raccolto e continuavano per tutta la stagione invernale, condividendo anche il cibo con le popolazioni indigene della zona. Nel 1879 il Parlamento istituì il 6 novembre il Giorno nazionale del Ringraziamento; la data è variata nel corso degli anni. Dal 1957 in Canada si celebra il Giorno del Ringraziamento il secondo lunedì di ottobre. Il Ringraziamento generalmente non viene celebrato in Australia. Tuttavia, nel territorio esterno australiano dell'isola di Norfolk, il Ringraziamento viene celebrato l'ultimo mercoledì di novembre, in modo simile all'osservanza americana prima della seconda guerra mondiale l'ultimo giovedì del mese. Ciò significa che l’osservanza dell’Isola di Norfolk cade il giorno prima o sei giorni dopo l’osservanza degli Stati Uniti. La vacanza è stata portata sull'isola visitando le navi baleniere americane.
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Parata del Ringraziamento New York Mentre milioni di persone negli Stati Uniti si impegnano nelle tradizioni annuali del Giorno del Ringraziamento, ovvero mangiare e fare shopping, vale la pena ricordare che non tutti celebrano l’evento. Nel 2015 un gruppo di nativi americani ha rivelato cosa provano riguardo alle festività in una serie di video potenti. Tra le parole che usarono c’erano “tristezza”, “massacro” e “bugie”. Alla domanda su Columbus, le persone erano invariabilmente negative e sprezzanti. La maggior parte delle reazioni sono state negative, con alcuni che hanno definito il Ringraziamento "un massacro", e la maggior parte ha affermato che il termine pellerossa era razzista. Alcuni dei partecipanti hanno imprecato o hanno alzato il dito con rabbia. Uno definì l'esploratore “il primo terrorista d'America”. "È sempre stato strano per me avere quel giorno libero per celebrare qualcuno, tipo, non abbiamo un giorno per Hitler, ma è la stessa cosa", ha detto un partecipante. Altri si sono detti sconcertati dal fatto che sia stato addirittura considerato una figura importante nella storia, dato che “non ha scoperto nulla e invece si è perso”. “Come popolo indigeno, i nostri anziani ci hanno insegnato a ringraziare ogni giorno”, ha detto. “Siamo un popolo sopravvissuto al genocidio. Per noi è molto importante avere la possibilità di riunirsi con le nostre famiglie”. Il tacchino è il simbolo del Ringraziamento e della cena di Natale per le famiglie americane. Quando i Padri Pellegrini lasciarono l'Europa per stabilirsi nelle colonie, sbarcarono a Plymouth, nel Massachusetts nel 1620, e lì trovarono la loro nuova casa. La persecuzione nel vecchio continente era stata dura, ma né il lungo viaggio a bordo della Mayflower per attraversare l'Oceano Atlantico, né il freddo inverno aiutarono i nuovi coloni, la cui vita, all'inizio, fu più che una lotta. Grati a Dio, nonostante tutto, decisero di lodarlo l'ultimo giovedì di novembre, istituendo la festa del Ringraziamento. In America la giornata viene celebrata con una ricca cena dove il tacchino ripieno è il piatto forte. Cosa sappiamo di questo grande uccello impettito? Originari dell'America Centrale, i tacchini erano apprezzati sia nella cultura Maya che in quella Azteca ed erano un'importante fonte di cibo. I conquistadores spagnoli che arrivarono in Messico si resero presto conto del valore degli animali e li rispedirono in Europa, dove furono addomesticati e allevati in Italia, Francia e Inghilterra nel 1500. I pellegrini li portarono nel New England, dove furono incrociati con la popolazione locale di tacchini selvatici orientali.
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Black Friday Shopping Con il 25% in meno di grassi rispetto al petto di pollo e il 75% in meno di grassi rispetto al manzo magro o al maiale, la carne di tacchino bianco è una scelta naturale per le persone attente alla salute. Una porzione da 3 once di petto di tacchino contiene 120 calorie, 1 grammo di grassi, senza grassi saturi e 26 grammi di proteine. Aggiungi la pelle o scegli la carne scura e aumenteranno sia il conteggio delle calorie che dei grassi. La Turchia è una buona fonte di vitamina B e minerali, ferro e zinco. Si stima che circa il 95% delle famiglie americane mangi tacchino durante il Ringraziamento mentre il 50% lo serve per la cena di Natale. A livello globale gli israeliani mangiano più tacchino: più di 28 libbre a persona ogni anno. Il Black Friday è il giorno dopo il Giorno del Ringraziamento e il venerdì prima del Cyber Monday negli Stati Uniti. È un'intensa giornata di shopping ed è un giorno festivo in alcuni stati. Molte persone hanno un giorno libero dal lavoro o scelgono di prendersi un giorno dal loro importo di ferie annuali durante il Black Friday. Alcune persone sfruttano questa occasione anche per fare viaggi per vedere familiari o amici che vivono in altre zone o per andare in vacanza. Altri lo usano per iniziare a fare acquisti per il periodo natalizio. Anche lo shopping per i regali di Natale è popolare durante il Black Friday. Molti negozi propongono offerte speciali e abbassano i prezzi su alcuni beni, come i giocattoli. Il Black Friday non è una festa federale, ma in alcuni stati è un giorno festivo pubblico. Molte persone prendono un giorno di ferie annuali il giorno successivo al Giorno del Ringraziamento. Molte organizzazioni chiudono anche per il fine settimana del Ringraziamento. Inerenti a questa tematica potete anche leggere: Thanksgiving Day 2023 Thanksgiving cooking recipes Black friday 2023 in Italian Black Friday 2023 in English Read the full article
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schizografia · 3 years ago
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Già i fratelli Lumière, inviando dei cineasti-reporter ai quattro angoli del pianeta, dalla fine del XIX secolo avevano mostrato che il cinematografo era un sostituto della visione umana che si prendeva gioco non solo del TEMPO (grazie all’illusione della persistenza retinica), ma anche delle distanze e delle dimensioni dello SPAZIO reale. Il cinema era, di fatto, una NUOVA ENERGIA capace di veicolare il vostro sguardo, anche se non vi muovevate.
“Occorre innanzitutto parlare agli occhi!”, diceva Bonaparte. Si può immaginare il profitto che l’America della perspectiva - per la quale “la sosta è la morte” - potrà ricavare da questa tecnica del falso-movimento, nel momento stesso in cui l’ever changing skyline, che era il motore della sua pseudodemocrazia, si è appena guastato…
Il presidente William McKinley lo aveva dichiarato all’inizio del suo mandato: “Il popolo americano non vuole tornare indietro!”.
La soluzione s’imporrà da sola - menzogna per menzogna, illusione per illusione, motore per motore, perché no?
Poiché non vi è più alcun orizzonte verso cui precipitarsi, se ne inventeranno di falsi, degli orizzonti di sostituzione.
Il popolo americano sarà soddisfatto, non tornerà indietro, continuerà a far movimento verso l’al di là.
“Se l’America mi ha eletto, è perché accetta di diventare una nazione industriale”, dichiarava ancora McKinley.
La “seconda parte della storia americana” non comincia solamente nella parte orientale del continente - negli stabilimenti meccanici di Detroit in cui il lavoro alla catena di montaggio diventa operativo alla Ford, verso il 1914 - ma anche a ovest, quando un certo signor Wilcox fa registrare nel 1903, nello Stato della California, una lottizzazione di 700 abitanti che la signora Wilcox chiama subito HOLLYWOOD, poiché, così dice, “l’agrifoglio è una cosa che porta fortuna”.
Sarà dunque in questo lontano sobborgo di Los Angeles che la nazione americana proseguirà “con altri mezzi” la sua corsa senza fine, il suo viaggio senza ritorno: western, trail movies, road movies, burlesques, film musicali, sino alle più recenti produzioni come la serie degli SPEED, tutto un cinema dell’accelerazione, capace di ridare la massima rapidità a un’“autentica americanizzazione”.
Se, all’epoca, il cinema americano non può essere nazionalizzato come quello dei sovietici, Hollywood vive comunque sotto stretta sorveglianza politica e ideologica. A partire da Will Hays, lo zar della censura degli anni Venti, con la stampa onnipotente di William Randolph Hearst, con gli alti funzionari di polizia, con i membri influenti dell’esercito, con le leghe civili e religiose ecc., aspettando i sinistri anni Cinquanta, quelli neri del maccartismo.
Quando nel 1936 Blaise Cendrars riuscirà, faticosamente, a introdursi negli studi-fortezze del cinema industriale americano, fiuterà, lì come nel resto del paese, la mistificazione: “Che bello scherzo!”, scriverà, “ma chi si vuole ingannare qui, in questa democrazia, se non il popolo sovrano?”.
Paul Virilio, La bomba informatica
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kneedeepincynade · 1 year ago
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Sorry for being semi absent lately,I'm struggling with the flu and this is making translating articles a bit difficult,if everything goes well everything should be translated and out between today and tomorrow
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
🐲 相互尊重 | XI JINPING: «È IMPRATICABILE E IRREALISTICO PENSARE DI POTER CAMBIARE L'UNO LE FONDAMENTA DELL'ALTRO» 🐉
🤹‍♂️ Le ridicole, imbarazzanti e immonde farneticazioni del rappresentante dell'imperialismo americano non possono oscurare in alcun modo le parole e le proposte del Presidente Xi Jinping 🇨🇳
🤔 Molti temi sono stati trattati, e questo post tratta la dichiarazioni iniziali del Colloquio 👍
💬 «Le Relazioni Sino-Statunitensi devono essere pensate e pianificate sullo sfondo dei cambiamenti avvenuti nel Mondo nel corso dell'ultimo secolo, in modo da apportare benefici alle popolazioni di entrambi i Paesi» - Xi Jinping 🇨🇳
🐲 A Bali, l'anno scorso, il Presidente Xi Jinping aveva sottolineato, durante il suo incontro con il Presidente Biden, che uno statista dovrebbe pensare a dove sta portando il proprio Paese, e dovrebbe sapere come andare d'accordo con gli altri 👍
🤔 Negli ultimi cinquant'anni, ha affermato il 领袖, le Relazioni Sino-Statunitensi non sono mai andate a gonfie vele. Ci saranno sempre problemi, ma non è assolutamente possibile evitare le trattative o il dialogo 👍
🤔 Allo stesso modo, è impraticabile e irrealistico pensare di poter cambiare l'uno le fondamenta dell'altro. La Repubblica Popolare Cinese è un Paese Socialista che persegue il 中国特色社会主义 - Socialismo con Caratteristiche Cinesi, e non accetta interferenze nei propri affari interni ❌
🔍 Wang Yi: «La risoluzione della Questione di Taiwan spetta al Popolo Cinese, e tentare di rovesciare il Sistema Socialista della Cina significa oltrepassare una linea rossa» ⭐️
😡 Promuovere l'avventurismo anti-Cinese nel Mar Cinese Meridionale, sanzionare unilateralmente quasi 700 Aziende Cinesi, interferire nella Questione di Taiwan, foraggiare il separatismo nello Xizang e nello Xinjiang, facendo leva sul salafismo-jihadista e sulle menzogne, non farà altro che generare più tensioni, e più contraddizioni, che potrebbero - un giorno, esacerbarsi fino ad un punto di non ritorno ⚔️
💬 «Sono ancora dell'idea che la rivalità tra grandi potenze non sia il fulcro di quest'epoca, e non può risolvere i problemi della Cina, degli Stati Uniti d'America e del Mondo. La Terra può ospitare sia la Cina, sia gli USA, e i nostri rispettivi successi costituiscono opportunità reciproche» 😍
🤔 Le conseguenze di un conflitto tra i due Paesi sarebbero catastrofiche. Si può guardare al Mondo con la prospettiva obsoleta ed erratica dell'Occidente: «democrazia contro autocrazia», che porterà solo divisione, competizione scorretta e conflitto, o con quella della Cina, secondo il Progetto della 人类命运共同体 - Comunità dal Futuro Condiviso, riconoscendo che l'Umanità (人类) ha un Destino Comune (命运共同), e che la Cooperazione è il corretto percorso per il raggiungimento della Prosperità Comune (共同富裕) ❤️❤️
🇨🇳 Qui, il Presidente ha introdotto il concetto di 合作共赢 - Cooperazione a Mutuo Vantaggio, sottolineando che i due Paesi, pur avendo storie, sistemi politici, economici e sociali diversi, possono superare le differenze, e trovare un giusto percorso per andare d'accordo 👍
🤔 Le Relazioni Sino-Statunitensi non sono Relazioni d'Amicizia, pertanto - tra Paesi così diversi, e considerando l'aggressività e il sentimento anti-Cinese e suprematista degli USA, andare d'accordo e promuovere una 合作共赢 può andare bene 👍
💬 «Io e lei, Presidente Biden, siamo alla guida delle Relazioni tra Cina e USA, e abbiamo grandi responsabilità nei confronti dei nostri popoli, del Mondo e della Storia. Attendo con ansia l'odierno, approfondito, scambio di opinioni su questioni strategiche, generali e direzionali riguardanti le Relazioni tra i due Paesi» 👍
❤️ Troverete tutti gli aggiornamenti sul Vertice Cina - USA su Collettivo Shaoshan, come sempre 😍
🔍 Qual è il significato dei Tre Principi della Cina per le Relazioni Sino-Statunitensi? 📖
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🐲 相互尊重 | Xi Jinping: "It is impractical and unrealistic to think of being able to change the foundations of the other" 🐉
🤹‍♂️ The ridiculous, embarrassing and filthy ramblings of the representative of American imperialism cannot in any way obscure the words and proposals of President Xi Jinping 🇨🇳
🤔 Many topics were covered, and this post deals with the opening statements of the Colloquium 👍
💬 «Sino-US Relations must be designed and planned against the backdrop of the changes that have occurred in the world over the last century, so as to bring benefits to the populations of both countries» - Xi Jinping 🇨🇳
🐲 In Bali last year, President Xi Jinping stressed during his meeting with President Biden that a statesman should think about where he is taking his country, and should know how to get along with others 👍
🤔 Over the past fifty years, the 领袖 said, Sino-US Relations have never gone swimmingly. There will always be problems, but there is absolutely no way to avoid negotiations or dialogue 👍
🤔 Likewise, it is impractical and unrealistic to think that we can change each other's foundations. The People's Republic of China is a Socialist country that pursues 中国特色社会主义 - Socialism with Chinese Characteristics, and does not accept interference in its internal affairs ❌
🔍 Wang Yi: «The resolution of the Taiwan issue is up to the Chinese people, and attempting to overthrow the Socialist System of China means crossing a red line» ⭐️
😡 Promoting anti-Chinese adventurism in the South China Sea, unilaterally sanctioning almost 700 Chinese companies, interfering in the Taiwan issue, fueling separatism in Xizang and Xinjiang, leveraging jihadist-salafism and lies, will only generate more tensions, and more contradictions, which could - one day, exacerbate to a point of no return ⚔️
💬 «I still believe that the rivalry between great powers is not the focus of this era, and cannot solve the problems of China, the United States of America and the world. The Earth can host both China and the USA, and our respective successes constitute mutual opportunities" 😍
🤔 The consequences of a conflict between the two countries would be catastrophic. We can look at the world with the obsolete and erratic perspective of the West: "democracy versus autocracy", which will only bring division, unfair competition and conflict, or with that of China, according to the Project of the 人类命运共同体 - Community with a Shared Future, recognizing that Humanity (人类) has a Common Destiny (命运共同), and that Cooperation is the correct path to achieving Common Prosperity (共同富裕) ❤️❤️
🇨🇳 Here, the President introduced the concept of 合作共赢 - Cooperation for Mutual Benefit, underlining that the two countries, despite having different histories, political, economic and social systems, can overcome the differences, and find the right path to go agreed 👍
🤔 Sino-US Relations are not Friendship Relations, therefore - between such different countries, and considering the aggression and anti-Chinese and supremacist sentiment of the USA, getting along and promoting a 合作共赢 can be fine 👍
💬 «You and I, President Biden, are at the helm of relations between China and the USA, and we have great responsibilities towards our peoples, the world and history. I look forward to today's in-depth exchange of views on strategic, general and directional issues regarding relations between the two countries" 👍
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🔍What is the meaning of China's Three Principles for Sino-US Relations? 📖
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crazy-so-na-sega · 3 years ago
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IL PATTO CHE PATTO NON E'
Innaro ha ragione: negli ultimi 30 anni la Nato si è allargata a Est. A essere precisi, negli ultimi 23 anni (se si esclude la Germania orientale dopo l'unificazione): ha cominciato nel 1999 con Polonia, Repubblica ceca e Ungheria. Ed è proseguito con gli altri Paesi europei ex alleati dell'Unione sovietica (nel quadro del Patto di Varsavia), e anche con Stati che facevano parte dell'Urss, come Lituania, Lettonia ed Estonia.
Putin ha torto: il presidente russo, così come aveva provato a fare il suo predecessore Boris Eltsin, ha più volte sostenuto che questo allargamento dell'Alleanza atlantica è un tradimento dell'accordo raggiunto il 9 febbraio 1990 tra il segretario di stato americano James A. Baker e l'ex leader sovietico Mikhail Gorbachev. Che Baker abbia detto a Gorbachev che la Nato non si sarebbe mossa "di un pollice" verso Est è probabilmente vero. Usiamo il "probabilmente" perché il cosiddetto "accordo" in realtà è una conversazione privata riportata da altri.
Ma a prescindere da questo, come ha ricostruito la professoressa di storia internazionale della London School of Economics, Kristina Spohr, "i colloqui del febbraio 1990 non hanno mai riguardato l'espansione della Nato nell'Europa orientale". D'altra parte, sia l'Urss, sia l'alleanza del Patto di Varsavia esistevano ancora all'epoca. Quei colloqui riguardavano semmai il futuro della sola Germania dell'Est in vista dell'unificazione con  l'Ovest, e furono propedeutici a un trattato (stavolta scritto, firmato e dunque verificabile), che in effetti conteneva dei limiti al dispiegamento Nato nell'ex Ddr.
Quel trattato, ribattezzato "Due più quattro", è stato ripreso da Eltsin per cercare di ottenere da Usa e Europa un impegno formale per limitare una eventuale espansione dell'Alleanza a Est: non ci riuscì,come dimostra il Nato Russia Founding Act del 1997. Con quell'atto, scritto e firmato da Eltsin (di cui Putin all'epoca era tra i più stretti colleaboratori), Mosca si impegnò al "rispetto per la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale di tutti gli Stati e il loro diritto intrinseco di scegliere i mezzi per garantire la propria sicurezza".
Il diritto di un popolo
E qui arriviamo al punto: chiarito che le accuse russe di tradimento da parte dell'Occidente non si basano né su accordi politici, né su trattati di diritto internazionale, la vera questione riguarda l'Ucraina, gli ucraini, e la loro sovranità. Come potrebbe una conversazione fatta 32 anni fa tra due politici (di cui uno leader di un Paese che non esiste più) impedire a un popolo di 44 milioni e passa di decidere quali alleanze internazionali stringere per difendere la propria sicurezza e il proprio futuro? Tali alleanze potranno pure essere sbagliate, ma non ci risulta che Kiev abbia dichiarato guerra alla Russia. E poi, anche se Washington e Mosca avessero fatto un patto scritto (32 anni fa come oggi), da quando è diventato giusto o giustificabile che due Stati decidano le sorti di un Paese terzo?
Quest'ultima domanda la vorremmo porre a chi fino a ieri si stracciava le vesti per difendere il diritto all'autodeterminazione della Catalogna, o della Palestina, o ancora di Hong Kong, e oggi invece si fa megafono della narrativa del tradimento della Nato che Putin sta usando per giustificare l'invasione in Ucraina.
L'Ucraina non è una democrazia compiuta, ma da quando l'Unione sovietica si è disciolta, ha avuto 7 presidenti diversi, alcuni filorussi, altri meno o filo-occidentali. La Bielorussia, il Paese ex sovietico più vicino a Mosca, ha conosciuto finora un solo presidente in quasi 30 anni, l'autoritario Alexander Lukashenko. Non sappiamo in quale dei due Stati il collega Marc Innaro preferirebbe vivere. Noi, in tempi di pace, non avremmo dubbi.
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ricapitolando: l
la Nato si è espansa ad est. Ma non ha violato nessun accordo scritto.
l'accordo del 1990 preso a pretesto per l'invasione era un accordo INFORMALE e tale è rimasto.
nel 1990 fu FIRMATO un trattato (vero) che riguardava il futuro della sola Germania est in vista dell'unificazione: i limiti al dispiegamento NATO riguardavano il territorio ex-Ddr.
nel 1997 abbiamo il Founding Act Nato-Russia dove Eltsin si impegna a rispettare la sovranità e l'integrità degli ex-satelliti ( e firma).
Sconcerta il fatto che il Memorandum di Budapest 1994 (dove l'Ucraina cede alla Russia le sue armi nucleari in cambio del riconoscimento dell'indipendenza) sia sparito dalla scena.
c'est tout......;-)
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lamilanomagazine · 1 year ago
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USA, strage in Maine: è ancora caccia all'uomo. Le parole del Presidente americano Joe Biden e la vicinanza del Premier Giorgia Meloni.
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USA, strage in Maine: è ancora caccia all'uomo. Le parole del Presidente americano Joe Biden e la vicinanza del Premier Giorgia Meloni. Strage in Maine, è ancora caccia all'uomo per Robert Card, che ha ucciso 18 persone e ferite 13. Robert Card, riservista di 40 anni con una storia di problemi mentali, ha sparato in un ristorante e in una sala da bowling, è armato e pericoloso. “Nel ristorante sono morte otto persone per colpi di arma da fuoco, nella sala da bowling sette. Tre persone sono decedute in ospedale”, ha affermato William Ross della polizia del Maine. A seguito della sparatoria negli USA, presso la città di Maine, la Premier italiana esprime vicinanza e supporto alle famiglie ed al popolo americano. "Ho appreso con tristezza la notizia della sparatoria nel Maine, che ha provocato un alto numero di vittime innocenti. Desidero esprimere la vicinanza più sincera mia personale e del Governo italiano alle famiglie così duramente colpite e a tutto il popolo americano", ha dichiarato il Presidente del consiglio Giorgia Meloni. Sono queste le parole di supporto espresse dalla Premier nei confronti della tragedia che ha colpito la città di Maine, negli Stati Uniti. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha rilasciato alcune dichiarazioni, ha chiesto al Congresso il divieto delle armi d’assalto ed un maggior controllo. "E' il minimo che possiamo fare per gli americani che sono costretti a vivere con cicatrici, fisiche e mentali, per questo nuovo attacco senza senso", ha detto il Presidente americano dopo aver ordinato bandiere a mezz’asta. La governatrice del Maine Janet Mills ha invitato i cittadini a stare attenti e non avvicinarsi al ricercato. "Questa città non meritava una cosa del genere, non la merita nessuna città. La città non meritava un attacco del genere, non lo merita nessuna città. Sono profondamente dispiaciuta. Per me Lewiston è speciale, vi ho lavorato per anni, è dove ho incontrato e sposato mio marito”, ha dichiarato la governatrice.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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