#Stile poetico
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Camminando fra i boschi e l’acqua: Un viaggio a piedi in Europa sulle tracce di Patrick Leigh Fermor. Recensione di Alessandria today
Da Hoek van Holland al Corno d'Oro, un cammino alla scoperta dell'Europa e della sua anima profonda, narrato da Nick Hunt
Da Hoek van Holland al Corno d’Oro, un cammino alla scoperta dell’Europa e della sua anima profonda, narrato da Nick Hunt. Camminando fra i boschi e l’acqua di Nick Hunt è un libro di viaggio che rievoca l’impresa del leggendario viaggiatore Patrick Leigh Fermor, il quale attraversò l’Europa negli anni ’30. Settant’anni dopo, Hunt decide di ripercorrere lo stesso itinerario, partendo da Hoek van…
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[Solo i santi non pensano][Mattia Tortelli]
trent'anni, architetto, disinfestazione, Testimoni di Geova, madre, zia, piante, solitudine, app di incontri, ricerca di sé, rinascita, stile poetico, struggente, nostalgico, emozionante
Solo i santi non pensano: un viaggio emozionante tra radici sradicate e rinascita Titolo: Solo i santi non pensanoScritto da: Mattia TortelliEdito da: Fandango LibriAnno: 2024Pagine: 176 ISBN: 9791256360215 La trama di Solo i santi non pensano di Mattia Tortelli Gabriele ha trent’anni, ama le piante e lavora per una ditta di disinfestazioni nonostante sia un architetto, vive solo, circondato…
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30° MedFilm Festival - concorso cortometraggi
Phoebe (2024) Vaggelio Sounmeli - Phoebe è appena uscita da un rehab e viaggia con suo figlio verso una nuova esistenza ma il passato non molla la presa. Non adeguatamente sviluppato e trama abusata, ma bello lo stile alla Sean Baker
La Dea De Una Isla (2024) Carmen Pedrero - La Dea De Una Isla (2024) Carmen Pedrero - L'idillio di ina famiglia in un isola sospesa nel tempo è rotta dal rumore delle bombe, Emilia, 9 anni, scopre così che la guerra non è un gioco. Uno sguardo poetico forse troppo rarefatto per coinvolgere veramente.
The Things That My Best Friend Lost (2024) Marta Innocenti - I vocali quasi deliranti di Andrea raccontano l'esperienza di un rave clandestino. Nato sulla spinta dell'approvazione della legge anti-rave il film è un occasione sprecata nella realizzazione e nella forma.
I corti sono disponibili per gli abbonati MyMovies One nei giorni del festival
#30 MedFilm Festival#cortometraggi#Phoebe#Vaggelio Sounmeli#La Dea De Una Isla#Carmen Pedrero#The Things That My Best Friend Lost#Marta Innocenti#MyMovies One
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Top 5 film sull'ultrarunning
Non ho mai fatto una classifica dei miei film preferiti, ed è venuto il momento. Dal quinto al primo.
5) Depression - Lo metto in quinta posizione solo perché è un corto, infatti dura circa 7 minuti se ricordo bene. Il film è un lungo piano sequenza quasi senza tagli di Rob Krar che corre nel Grand Canyon. Che accompagnano le scene, c'è un lungo monologo di Rob che parla dei suoi problemi di depressione. Poetico, essenziale.
4) Unbreakable - Okay, è un film epocale. Parla di alcuni dei miei corridori preferiti come Krupicka e Koerner, ci sono un sacco di personaggi tra cui Jurek, Horton, e vabbè, Ainsleigh. Nessuno è riuscito a girare qualcosa di nemmeno lontanamente paragonabile su Western States negli ultimi 15 anni. Capolavoro.
3) The Long Haul - Probabilmente non lo ha visto nessuno. Parla del record sul John Muir Trail di Hal Koerner e Mike Wolfe. Ho un debole per Koerner, ma a parte questo, c'è la stessa atmosfera distesa e sognante di Unbreakable (infatti è sempre di JB Benna), ma è più domestico, low-key, sfigato. Parla di un percorso stupendo che un giorno vorrei fare, ci sono Jenn Shelton, Buzz Burell e Pete Bakwin, vere leggende dello sport. Loro arrivano devastati ed è molto divertente vederli. Si merita il terzo posto.
2) In the High Country - Il film su Tony K senza rivali. Niente di quello che è stato fatto dopo su di lui si avvicina lontanamente al senso di libertà che Wolpert riesce a trasmettere. Musica bellissima, espedienti fotografici geniali (dalle moviole mentre corre sulle strade bianche alla action cam infilata dentro la borraccia). Un monumento al vero stile di vita da dirtbagger degli anni 10. Adesso andate a correre.
1) Outside voices - Se la giocava col secondo, ma lo metto al primo. Non penso che il regista si offenderà tanto è lo stesso: Joel Wolpert. Outside voices parla di Jenn Shelton e della sua Bear 100. Bianco e nero, niente fronzoli, bella musica, rappresenta la pura essenza di questo sport, senza divismi, fuori dai reflettori. Fanculo i runner perfettini, fanculo le tabelle, fanculo le programmazioni. Andrebbe visto una volta al mese.
Riguardando la lista mi rendo conto che sono cinque film fatti da due registi: Benna e Wolpert. E mi rendo conto che il più recente ha probabilmente dieci anni. Mi rendo anche conto che quelli ai primi due posti si trovano solo a pagamento, o illegalmente come ha fatto il sottoscritto. Se volete basta chiedere, Jenn ne sarebbe fiera. Continuiamo pure a far fare i film sul team dell'azienda x o y alla gara n o z assegnando il compito a delle agenzie di professionisti sfigati. Wolpert e Benna hanno girato probabilmente con una GoPro Hero versione 2 la cui qualità non tiene neanche su un cellulare. Eppure sono riusciti a fotografare uno stile, un movimento. Senza inventarsi nessuno stile particolare. Semplicemente facendolo.
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Constantin von Hoffmeister
TRUMPISMO ESOTERICO
Metafisica di un leader
Odiato e idolatrato come pochi altri prima di lui, Donald Trump rappresenta senza dubbio una personalità tra le più discusse del nostro tempo. “Trumpismo Esoterico” – già apprezzato dal pubblico di lingua inglese – approfondisce le dimensioni inesplorate del percorso politico del tycoon americano, presentandolo come un protagonista cruciale della narrazione occidentale.
Attraverso la lente della teoria ciclica della storia di Oswald Spengler, il libro esplora la figura di un leader politico che si è distinto per i suoi richiami all’America profonda, all’identità nazionale e alla lotta contro il progressismo woke, polarizzando l’opinione pubblica e animando un fitto dibattito.
Un’analisi fuori dagli schemi, dove il mistero lovecraftiano incontra la gloria barbarica di Robert E. Howard, per aprire una prospettiva unica e filosoficamente ricca sul nostro tempo, mescolando motivi biblici, immagini apocalittiche e paralleli storici.
“Trumpismo Esoterico”, dunque, si pone come disamina accademica e artistica del fenomeno, elaborata in stile poetico, capace di offrire un’intrigante esplorazione dell’approccio non convenzionale di Trump alla leadership.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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La musica cantautorale: un genere che racconta l'Italia
La musica cantautorale è un genere musicale nato in Italia negli anni '50 e '60, che si caratterizza per la presenza di un'unica figura, il cantautore, che scrive sia i testi che la musica delle proprie canzoni. Questo genere ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della musica italiana, contribuendo a diffondere la cultura e i valori del nostro paese nel mondo. Cos'è? I primi cantautori italiani furono artisti come Luigi Tenco, Gino Paoli, Fabrizio De André e Francesco Guccini, che iniziarono a scrivere canzoni che raccontavano la realtà italiana con un linguaggio poetico e spesso impegnato. Le loro canzoni affrontavano temi sociali, politici e personali, e contribuivano a dare voce a un'Italia che stava cambiando. Negli anni '70, la musica cantautorale si diffuse ulteriormente, grazie a artisti come Lucio Dalla, Lucio Battisti, Antonello Venditti e Rino Gaetano. Questi artisti continuarono a raccontare l'Italia con le loro canzoni, ma esplorarono anche nuovi generi musicali, come il rock, il pop e il jazz. Negli anni '80 e '90, la musica cantautorale iniziò a perdere un po' di popolarità, a favore di generi musicali più commerciali. Tuttavia, alcuni artisti continuarono a portare avanti la tradizione cantautorale, come Francesco De Gregori, Pino Daniele, Vasco Rossi e Zucchero. Negli ultimi anni, la musica cantautorale ha avuto una nuova rinascita, grazie a artisti come Jovanotti, Ligabue, Marco Mengoni e Francesca Michielin. Questi artisti hanno contribuito a rinnovare il genere, introducendo nuovi temi e nuovi sonorità. La musica cantautorale è un genere che ha contribuito a definire la cultura italiana. Le canzoni dei cantautori italiani sono entrate nelle nostre vite e ci hanno raccontato la nostra storia. Sono canzoni che ci fanno riflettere, che ci emozionano e che ci fanno sentire orgogliosi di essere italiani. I temi della musica cantautorale I temi della musica cantautorale sono molteplici e spaziano dalla vita quotidiana all'amore, dalla politica alla società. I cantautori italiani hanno sempre avuto un forte senso civico e hanno utilizzato la loro musica per raccontare la realtà del nostro paese, sia le sue luci che le sue ombre. Tra i temi più ricorrenti nella musica cantautorale troviamo: - L'amore: l'amore è uno dei temi più importanti della musica cantautorale. Le canzoni d'amore dei cantautori italiani sono spesso intense e poetiche, e raccontano le diverse sfaccettature di questo sentimento. - La vita quotidiana: la musica cantautorale racconta anche la vita quotidiana delle persone comuni, con le sue gioie e le sue difficoltà. Le canzoni sulla vita quotidiana sono spesso realistiche e ci fanno riflettere sulla nostra esistenza. - La politica: la politica è un tema che ha sempre avuto un'importante presenza in questo genere. I cantautori italiani hanno utilizzato la loro musica per esprimere le proprie opinioni sulla politica e sulla società. - La società: questo genere racconta anche la società italiana, con i suoi problemi e le sue contraddizioni. Le canzoni sulla società sono spesso impegnate e ci invitano a riflettere sui cambiamenti del nostro paese. Nel mondo La musica cantautorale italiana ha avuto un'influenza significativa sulla musica di altri paesi. Artisti di tutto il mondo si sono ispirati ai cantautori italiani, e hanno portato avanti la tradizione cantautorale nei loro paesi. Tra gli artisti internazionali che hanno tratto ispirazione dalla musica cantautorale italiana troviamo: - Bob Dylan: il cantautore statunitense è stato uno dei primi a portare la musica cantautorale in America. Dylan ha riconosciuto l'influenza dei cantautori italiani sulla sua musica, e ha spesso citato i loro nomi nelle sue interviste. - Leonard Cohen: il cantautore canadese è un altro artista che ha tratto ispirazione dalla musica cantautorale. Cohen ha spesso scritto canzoni che raccontano la realtà sociale e politica, e il suo stile è stato influenzato da artisti come Fabrizio De André e Francesco Guccini. - Joan Baez: la cantante statunitense è stata una delle prime interpreti internazionali delle canzoni dei cantautori italiani. Baez ha contribuito a diffondere questo genere in tutto il mondo, e ha inciso diversi album di canzoni di artisti italiani, tra cui Fabrizio De André e Luigi Tenco. La musica cantautorale italiana è un genere che ha avuto un impatto significativo nel mondo. Le canzoni dei cantautori italiani sono entrate nelle vite di persone di tutto il mondo, e hanno contribuito a diffondere la cultura e i valori del nostro paese. Foto di Steve Buissinne da Pixabay Read the full article
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Ciao 💖 Ho scoperto The Locked Tomb series dal tuo blog e sarei interessata a leggerlo... Solo ho un po' timore che somigli troppo ad ACOTAR o quel genere li, e non voglio cercare troppe info per paura degli spoiler... Tu me lo consiglieresti comunque?
DIO NO ASSOLUTAMENTE, GIURO. L'unica cosa che le due serie hanno in comune secondo me è che entrambe hanno una versione audio fatta molto bene. TLT in realtà non ha tantissima romance, la storia è più incentrata sui personaggi, e se dovessi paragonarla a altri media su due piedi direi che ha più una vobe da anime. La consiglio vivamente 💖 la traduzione italiana secondo me non rende benissimo lo stile dell'originale, che è poetico ma anche un po' particolare, però fa del suo meglio per rendere le battute.
per (provare a) spiegare un po' meglio di cosa parli: rating ways to advertise the locked tomb
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Esprimersi sul primo capolavoro di Burzum non significa parlare di un album, ma di un teorema. Un'opera prima di indubbio livello, sia compositivo, sia sperimentale, sia innovativo che di mantenimento e autoconservazione.
Correva l'anno 1991 e il giovane Vikernes si era separato dagli Old Funeral (ensemble con membri che formeranno poi gli Immortal), lasciando una band di "funny death metal” (come la descriveva lui) per fondare un progetto solista. Stando alle interviste ai giovani della scena norvegese dell'epoca (a parte Mayhem, Enslaved, Emperor, Immortal e Darkthrone), il progetto Burzum è sempre stato semi-sconosciuto fino all'uscita del primo omonimo album. Euronymous, si era innamorato totalmente del disco, tanto da coniarlo sotto la propria label, definendolo "la cosa più nuova e oscura che avessi mai sentito". Per quanto riguarda il presente, il metro di paragone riguardo "l'oscurità" citata da Euronymous, è retroattivamente compromettente: sicuramente Burzum è un album di notevoli atmosfere - non più riscontrabili nei titoli contemporanei scandinavi - tuttavia è difficile reputarlo, oggi, come "oscuro" senza aver prima fatto tabula rasa nella nostra mente per azzerare tutta una discografia successiva che potrebbe facilmente svalutare l'aggettivo in questione. Per quanto riguarda invece il metro di paragone a proposito del termine "nuovo", potremmo dilungarci molto giungendo ad analizzare l'intero disco in sé (ed è quello che faremo).
Burzum nasce come una misconosciuta chimera, sorta dal nulla ed apparentemente (e forse è davvero così) priva di influenze reciproche con le altre band dell'Inner Circle: è una specie di fulmine a ciel sereno sia per loro, sia per l'evoluzione del black metal come lo si intende oggigiorno (un genere che, dobbiamo precisare, nel '91 non era praticamente neanche nato).
“Feeble Screams From Forests Unknown” ci immerge subito nell'atmosfera del disco: i suoni delle chitarre prettamente giocate sui toni alti, la plettrata "aperta", gli arpeggi distorti ultrastimolati con l'aggiunta di tremolo e i suoni tipicamente "vorticosi", sono le prime novità che, messe assieme, formano il paradigma del black metal, discostandosi dagli standard gettati in passato dal death. La canzone alterna questi riff ad arpeggi, a momenti di pause ritmiche, a loro volta scandite solamente da arpeggi dissonanti; è giocata sulla chitarra isolata che accenna il tema poi ripreso dagli altri strumenti, fino a comporre -via via- il corpo magmatico della canzone. Certo ci sono tante influenze dei Bathory, progetto sempre amato dal Conte almeno nella sua prima fase. Si può già notare come i testi abbiano tematiche atipiche per il contesto in cui si inserisce il prodotto: niente satanismo, niente disagi sociali, niente freddo/neve/ghiaccio/boschi, niente sangue/sbudellamenti/necrofilie. L'uso delle lyrics è quanto di più vicino ci possa essere al concetto di "poetico" o introspettivo: scrivere dei versi di senso compiuto che vadano oltre alle singole frasi o alle espressioni metaforiche campate a mezz'aria e non correlate fra loro è quasi un’innovazione. “Ea, Lord Of The Dephts” è una canzone semplice che anticipa i percorsi futuri del Conte; la struttura, basata su un arpeggio e su un tempo statico di batteria, include elementi che in futuro faranno parte del "trademark" di Burzum e del suo usare l'effetto degli strumenti in chiave ipnotica. “Spell Of Destruction” è il primo esempio di brano in stile burzumiano puro: black metal lento, riflessivo, cadenzato, ritualistico, che con gli album successivi farà associare il proprio moniker alla corrente simil-depressive. “Channelling The Power Of Souls Into A New God” è un altro caso di innovazione del nel genere: una suite di sola tastiera che non sia un intro o un outro. Un brano ambient in stile “Dead Can Dance”, di tre minuti, che è parte integrante del disco e che si libera dalla testa (dell'intro) e dall'appendice (dell'outro) per diventarne il cuore. “This is War!” è l'affermazione che Vikernes grida all'avvio della quinta “War”, unica traccia ancora legata al panorama death/thrash; una canzone inclusa per affermare, anche per solo un attimo, la reale provenienza di Burzum: un progetto che, sebbene di personale creazione, nasce dal death metal; d’altra parte la stessa ci sottolinea anche come ed in che modo Varg se ne vuole distaccare. Non è infatti un caso che “War”, la più diretta, sia stata posizionata fra due brani prettamente strumentali, minimali, atmosferici, di intenzioni agli antipodi fra loro (piccola curiosità: l'assolo è stato suonato da Euronymous). “The Crying Orc” è l'ennesima piccola perla: un duo di chitarre che intrecciano i loro soliloqui in una malinconica melodia; mezzo minuto, giusto il tempo di realizzare quello che abbiamo ascoltato; giusto il tempo che impiega un rivolo di lacrima a solcare una guancia. La musica di Vikernes è costantemente intrisa di rabbia e disperazione, nelle diverse tipologie di espressione e sublimazione. Chi ha sempre sostenuto (ignorantemente) che Burzum sia sinonimo di "depressive black metal", nonché del lato più lento e funereo del genere, si troverà con “My Journey To The Stars” nel bel mezzo di un'anomalia: innanzitutto perché la canzone è una delle più tirate ed aggressive che il Conte abbia mai partorito, in secondo luogo perché la stessa scardina i canoni della metrica black, canoni direttamente discendenti dal rock'n'roll. Il brano non è più costruito sul classico intro-verso-intro-verso-rit-verso-rit-bridge-rit (nelle sue più o meno simili variazioni) ma assistiamo allo smembramento della struttura della canzone: ci sono riff che vengono suonati solo una volta, che preparano la canzone verso l'apice (il centro della canzone); un climax che, se permettete, mi mette ancora la pelle d'oca dopo 25 anni di sistematici ascolti; giri che vengono ripresi più volte ma per lasciare spazio a suoni ancora una volta inediti. Uno smembramento in chiave "progressive" (termine da prendere con delicatezza) che nel metal estremo fu concepito in quegli anni solo dai Meshuggah (band non proprio amata e seguita dall’inner circel) e che, in questi anni, diventa un esempio più unico che raro e che si ripeterà solo sporadicamente in futuro. D'altronde Vikernes lo suggerisce nel testo:
“I Immaterialize, And Slowly Drift, Into the Unknown ... A Goal Is Reached: Chaos, Hate".
E la meta finale sarà la fine del viaggio, oltre le stelle; “Dungeons Of Darkness” delinea una mistica non-strumentale atmosfera oscura, darkwave per eccellenza, quella dei Lustmord, quella della Cold Meat Industry, il brano fondatore di quello che oggi si chiama dungeon synth. La traccia autoreferenziale per eccellenza (”burzum” significa proprio "oscurità" nell'orchesco tolkeniano). Vikernes farà dell'autocitazione il suo continuum personale per legare tutte le release con un unico filo, sempre coerente anche in mancanza di strumentazione canonica (il periodo del carcere). Egli sottolineerà questi riferimenti in diversi modi: la copertina di Burzum che sarà un dettaglio di quella di Det Som Engang Var, il titolo di quest’ultimo che sarà riutilizzato in una delle canzoni-simbolo di Hvis Lyset Tar Oss; le tracce di Filosofem che saranno riadattate in sola tastiera in Dauði Baldrs e, infine, in moto perpetuo, la chiusura di Hliðskjálf proprio con The Crying Orc reinterpretata in versione vibrafono. E anche in Belus “Belus Død” non è altro che “Dauði Baldrs” Tutto ciò è anche il motivo per cui è quasi impossibile adattarsi ad un solo disco di Burzum senza tenere presente il resto della discografia; non è un problema limitato al sottoscritto, ma è un chiaro incipit dello stesso autore; e sarebbe veramente ingenuo ignorarlo!
Altra novità fondamentale che Vikernes intraprenderà dall'album successivo riguarda l'uso del linguaggio in norvegese. Con questa sola, semplice modifica, Burzum apporta un nuovo modo di concepire il black metal: la lingua-madre rende il genere praticamente inaccessibile a chiunque altro, delineando i confini che per circoscriverlo all'interno di un mondo esclusivo (e tutto “loro”), unico ambiente nel quale esso può crescere e prosperare contaminato solo da eventuali influenze interne. Influenze che, senza dubbio, fino al 1993-1994 furono scambiate creando uno dei più interessanti movimenti musicali giovanili del momento (con l'eccezione di un altro paio di generi diametralmente opposti fra i quali il grunge di Seattle). È anche impossibile non realizzare che, grazie a questo album e grazie a questo artista, si creerà una delle matrici più ricalcate del black metal (assieme a quella sviluppata dai Darkthrone): dal depressive al suicide, al funeral, al black metal "teutonico", all'nsbm, a tutte le influenze ambient, alla ripetizione dei riff come stile, ad una buona metà dell' approccio drone (l'altra metà verrà appunto dal post-grunge); e poi, importantissimo: Burzum aprirà la strada al lato sentimentale-simbolico dei testi grazie al quale il black metal diventa il mezzo con cui estrarre i propri pensieri, i lati più oscuri e intimi del sé. Pietra miliare assoluta del black metal e della musica estrema.
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Il Bacio Sulla Bocca capolavoro del Maestro Ivano Fossati Lampo Viaggiat...
"Il Bacio Sulla Bocca" è una delle canzoni più famose di Ivano Fossati ed è stata molto apprezzata sia dai fan che dalla critica. È una ballata romantica con sonorità delicate e un testo intenso che parla dell'emozione e dell'intimità di un bacio. Dal punto di vista musicale, la canzone presenta un arrangiamento raffinato e curato, con strumenti come chitarre acustiche, tastiere e archi che contribuiscono a creare un'atmosfera suggestiva. La voce di Fossati è espressiva e coinvolgente, trasmettendo con grande intensità il messaggio emotivo della canzone. Dal punto di vista dei testi, "Il Bacio Sulla Bocca" è poetico e romantico. Le parole di Fossati evocano immagini e sensazioni legate all'amore e all'intimità, creando un'atmosfera intima e coinvolgente per l'ascoltatore. Complessivamente, "Il Bacio Sulla Bocca" è una canzone di grande bellezza e profondità, che mostra la maestria di Ivano Fossati come cantautore. È un brano che ha saputo conquistare il pubblico con la sua melodia accattivante e le sue liriche suggestive. Il bacio è un tema frequente nelle arti visive e ha ispirato numerosi artisti nel corso dei secoli. Rappresenta spesso un momento di intimità, passione, amore o desiderio, e la sua rappresentazione può variare a seconda dell'epoca, dello stile artistico e dell'interprete. Uno degli esempi più celebri di rappresentazione del bacio nelle arti visive è "Il bacio" di Gustav Klimt, un dipinto realizzato nel 1907-1908. In quest'opera, due figure avvolte in abiti decorati si abbracciano e si baciano appassionatamente, mentre sono circondate da un'atmosfera dorata e ornamentale. Il dipinto è considerato un'icona dell'Art Nouveau e trasmette un senso di sensualità e spiritualità. Altri artisti hanno interpretato il tema del bacio in modi diversi. Ad esempio, Auguste Rodin ha creato una scultura intitolata "Il bacio" nel 1889, che raffigura una coppia abbracciata e in un bacio appassionato. La scultura di Rodin cattura il movimento e l'intensità dell'atto del baciarsi in un modo tridimensionale. Oltre alle rappresentazioni figurative, il bacio è stato anche oggetto di interesse per i fotografi. Un esempio notevole è la fotografia di Alfred Eisenstaedt intitolata "Il bacio di Times Square", scattata il 14 agosto 1945. Questa immagine iconica mostra un marinaio che bacia una giovane infermiera nella folla di Times Square durante i festeggiamenti per la fine della Seconda Guerra Mondiale . La foto cattura un momento di gioia e di celebrazione collettiva. Il bacio come tema artistico può essere interpretato in molti modi diversi, a seconda delle intenzioni dell'artista e del contesto storico e culturale. Può rappresentare l'amore romantico, la passione, la lussuria, l'affetto, la tenerezza o anche il tradimento, a seconda del contesto e delle emozioni che l'artista desidera comunicare. Indipendentemente dalla forma artistica prescelta, il bacio rimane un argomento attraente e universale che continua a ispirare gli artisti contemporanei. #music #love #instagood #party #photooftheday #picoftheday #photography #photo #italy #night #instagram #like #friends #art #smile #summer #nature #fun #me #travel #style #dance #dj #happy #fashion #life #follow #musica #beautiful #live #arte #art #italy #italia #artist #photography #artwork #painting #instaart #instagood #travel #love #design #photooftheday #picoftheday #artecontemporanea #roma #architecture #sanmarino #artgallery #artlovers #photo #artistic #contemporaryart #sculpture #artsy #milano #modernart #artists #instaartist
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Davide Giuliodori – La raccolta poetica “Cuore ombreggiato”
Le liriche presentano gli echi di un nuovo stilnovismo
Lo scrittore Davide Giuliodori pubblica la raccolta poetica “Cuore ombreggiato”, uscita il 29 giugno 2023. È la sua opera d’esordio, una silloge poetica in cui raccoglie tutta la produzione degli ultimi otto-nove anni, dedicata ad una giovane donna di cui egli si è innamorato a prima vista, senza però essere corrisposto. Nel libro, prevalgono le tematiche più care all’autore: l'io, la natura e l'amore, trattate e descritte con un lessico forbito e prolisso, in cui si notano frequenti riferimenti alla filosofia, al mondo classico e alla mitologia. Si evidenzia un frequente ricorso al sentimento fatalista, come a voler sottolineare, in parole semplici, che l'uomo non ha il potere di controllare tutto e che ci sono situazioni e circostanze in cui, purtroppo o per fortuna, gli eventi scorrono e si realizzano indipendentemente dalla volontà dell'essere umano stesso. La natura è rappresentata come amica e fonte di sollievo, una sorta di "via di fuga" dalla realtà quotidiana e dalle circostanze negative con cui l'io può trovarsi a dover fare i conti. Nel momento in cui la si descrive, si nota una tendenza a "sminuire" l'importanza e l'operato dell'uomo di fronte a essa, come a dire che la natura è superiore all'uomo e quasi "incorruttibile". La tematica dell'amore è affrontata tramite una descrizione della figura femminile alla quale - ricalcando in pieno la poetica stilnovista - viene attribuita una valenza di "ancora di salvezza". In ogni poesia, l'autore si rivolge alla donna sempre dandole del "tu", parlandole direttamente e rivolgendole una sorta di preghiera, di invocazione, una richiesta d'aiuto perché essa lo conduca verso un mondo - apparentemente sconosciuto e fisicamente intangibile - privo di sofferenze. Il messaggio che ne scaturisce è che, come suggerisce l'etimologia della parola (a-mors, cioè ciò che è privo di morte, che non conosce morte), l'amore non finisce mai ed è l'unica ed eterna fonte di salvezza per la persona che si ama.
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Amazon: https://www.amazon.it/Cuore-ombreggiato-Davide-Giuliodori/dp/8833564916
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Feltrinelli: https://www.lafeltrinelli.it/cuore-ombreggiato-libro-davide-giuliodori/
Mondadori: https://www.mondadoristore.it/Cuore-ombreggiato-Davide-Giuliodori/eai978883356491/
Storia dell’autore
Davide Giuliodori nasce nel 1996 a San Severino Marche, piccolo comune dell'entroterra maceratese dove tutt'oggi risiede. Amante delle lingue straniere (tanto da dedicare i suoi studi a questo ambito), sviluppa sin dall'adolescenza una grande passione per la filosofia e per la scrittura, in particolare poetica, iniziando a comporre liriche all'età di diciotto anni. Alcuni anni più tardi entra a far parte di Rinascimento Poetico, un movimento di poeti senza scopo di lucro, fondato dal giornalista e performer Paolo Gambi e diffuso in tutta Italia. Nel giugno 2023, pubblica con Edizioni Progetto Cultura la sua raccolta poetica d'esordio Cuore ombreggiato. Tra gli autori che lo influenzano maggiormente, nello stile e nella poetica, ci sono Dante Alighieri, Giacomo Leopardi, Gabriele D'Annunzio, Giuseppe Ungaretti, Kahlil Gibran e William Wordsworth. A livello filosofico, si riconosce totalmente nell'idealismo e nel pensiero di Socrate.
Facebook: https://www.facebook.com/davide.giuliodori.9
Instagram: https://www.instagram.com/dave_joker_/ Youtube:https://www.youtube.com/channel/UCgB6uu6pwiDEKsxv54VDDfg
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LAPSUS di Angela Kosta: Un viaggio poetico nell'anima lacerata. Recensione di Alessandria today
Una poesia che esplora il tormento e la ricerca di senso attraverso versi intensi e profondi
Una poesia che esplora il tormento e la ricerca di senso attraverso versi intensi e profondi “LAPSUS” di Angela Kosta è una poesia che si addentra nei meandri dell’esistenza umana, esplorando il dolore, il tormento e la ricerca di senso. I versi intensi di questa poesia si presentano come un inno muto, dove il sorriso tra i denti e l’anima lacerata convivono in una danza di contrasti. Le parole…
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ㅤ ㅤ ㅤ ㅤ ⟡ 𝐁𝐈𝐎𝐆𝐑𝐀𝐏𝐇𝐘 ㅤ ﹫ɪɴꜰᴏ ᴘᴏɪɴᴛ ⸝ ꜰʀᴇᴇㅤ ㅤ ㅤ ㅤ ㅤ ㅤ❤ㅤ ‧‧‧ㅤ on game ㅤ ㅤ ㅤ😭ㅤ ‧‧‧ㅤ off game ㅤ ㅤ ㅤ 🖇 basics : ㅤ ㅤ ♯ nome: india riley wood ♯ prestavolto: jasmine tookes ♯ pronomi: she/her ♯ luogo di nascita: boston, massachusetts ♯ vive a: manhattan, new york ♯ sessualità: etero ㅤ ㅤ 🖇 about them : ㅤ ㅤ ㅤ 𝐈ㅤ Nata in una pittoresca casa vittoriana a Boston, in Massachusetts, India ha trascorso gran parte della sua infanzia immersa in un ambiente stimolante, grazie ai suoi genitori che l’hanno sempre incoraggiata a esplorare il mondo attraverso l’arte e la cultura. Il padre, rinomato architetto, noto per il suo stile che mescola elementi moderni con richiami storici, le ha trasmesso la passione per l'arte, unita alla determinazione della madre, avvocato penalista. Un'infanzia, quella della Wood, che le ha permesso di trascorrere diversi periodi in città come New Orleans, una città intrisa di cultura, storia e arte che ha influenzato profondamente la sua personalità e le sue passioni, Washington in cui ha compreso la complessità dei giochi di potere e Savannah, facendosi ammaliare dalla storia del Sud. ㅤ ㅤ 𝐈𝐈ㅤ Il periodo trascorso in viaggio per gli States, ha permesso alla giovane Wood di affinare le sue passioni, elaborarle e svilupparle, visitando biblioteche, musei e siti storici, che non hanno fatto altro che nutrire la sua immaginazione e acceso la sua passione per la storia dell'arte. Fin dalla sua prima visita a New York, a sei anni, ha compreso che quello sarebbe stato il suo mondo. Durante una visita al Metropolitan Museum of Art, si è persa ma invece di spaventarsi, si era fermata davanti a un grande dipinto del Rinascimento e, incantata dai dettagli, era rimasta lì a osservarlo fino a quando i suoi genitori l'avevano trovata. Da quel momento, il museo divenne uno dei suoi luoghi preferiti, un rifugio dove poteva perdersi e ritrovarsi tra le opere d'arte. ㅤ ㅤ 𝐈𝐈𝐈ㅤ Oggi, India continua a esplorare il mondo dell'arte attraverso la scrittura e la fotografia. Nonostante la sua ansia, è riuscita a trasformare le sue vulnerabilità in forza, utilizzando l'arte come mezzo per affrontare le sue paure e connettersi con il mondo. Ama viaggiare, visitare musei e mostre, e scoprire nuovi talenti artistici. Ha una collezione di taccuini pieni di schizzi, poesie e riflessioni, che considera i suoi più preziosi tesori. India vive in un appartamento nel quartiere storico di SoHo, circondata da libri, piante e opere d'arte. Nel tempo libero, si dedica alla cucina, sperimentando ricette che uniscono le tradizioni del Sud con influenze europee, e organizza serate culinarie per amici e colleghi, dove si discute di arte, letteratura e filosofia. ㅤ ㅤ 𝐈𝐕ㅤ India lavora come critica d'arte freelance. Scrive per diverse riviste culturali e giornali, fornendo analisi approfondite su mostre d’arte, nuovi artisti emergenti e la connessione tra arte e società. Il suo stile di scrittura è poetico ma preciso, capace di trasportare il lettore nei mondi che descrive. Inoltre, tiene conferenze occasionali sulla storia dell'arte presso università e musei locali. Nel tempo libero, offre anche consulenze per collezionisti d'arte che vogliono acquistare opere di artisti emergenti. Recentemente, ha iniziato a lavorare al suo primo libro, un saggio che esplora come l'arte abbia influenzato i movimenti sociali nel corso della storia. ㅤ ㅤ ㅤㅤ ❚ ᴘɴɢꜱ/ꜰᴀᴍɪʟʏ, quindi 𝗣𝗩 importanti che 𝗻𝗼𝗻 possono essere duplicati: ㅤ ㅤㅤ ㅤ ✦ㅤ oliver wood — ғᴏʀᴇsᴛ ᴡʜɪᴛᴀᴋᴇʀ ( father ) ㅤ ✦ㅤ evelyn riley dupree — ɢɪɴᴀ ᴛᴏʀʀᴇs ( mother ) ㅤ ✦ㅤ eli wood — ʟᴜᴄɪᴇɴ ʟᴀᴠɪsᴄᴏᴜɴᴛ ( brother ) ㅤ ✦ㅤ noah wood — ʀ��ɢᴇ́-ᴊᴇᴀɴ ᴘᴀɢᴇ ( brother ) ㅤ ✦ㅤ olivia caroline dupree — ᴋᴇʀʀʏ ᴡᴀsʜɪɴɢᴛᴏɴ ( aunt ) ㅤ ㅤ
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Voto: Quattro e mezzo.
Punto di vista: prima persona, alternato
Sensualità: scene hot (non troppo) presenti
Caratteristiche: romantico, attuale, poetico
Stile narrativo: scorrevole
Tipo di finale: autoconclusivo e molto bello!
Trama: Insieme siamo perfetti parla dell'evoluzione del rapporto tra due amici di penna, ma affronta anche il tema del bullismo, mostrandoci quanto delle parole dette con cattiveria possano ferire profondamente una persona. Attraverso i rispettivi punti di vista, sono entrata facilmente nella mente dei due protagonisti principali, Misha e Ryen, ed anche se non sempre ho approvato le loro azioni, ho capito le loro motivazioni e le loro paure. Il legame di Misha e Ryen inizia alle fine delle elementari quando vengono associati dalle rispettive scuole come amici di penna, ma, al termine del progetto, i due ragazzi non hanno alcuna intenzione di smettere di scriversi. Lettera dopo lettera, anno dopo anno, il loro diventa un legame unico e speciale, seppure non si siano mai visti, nemmeno attraverso i social network. Una fatidica notte però, incrocia le strade dei due ragazzi, ormai diciottenni, ma solamente uno dei due è consapevole dell'identità dell'altro. Dato che Misha è il membro di una band e scrive canzoni, nel testo sono presenti diversi versi scritti da lui, spesso aiutato dall'amica di penna.
Cinquantasette chiamate mancate. Cinquantasette lettere scritte e mai inviate. Cinquantasette punti di sutura per respirare ancora, e fingere che ora sia allora.
«Solitudine, Vuoto, Menzogna, Vergogna, Paura», mormora, tenendomi stretta. «Hai già capito? Non devi avere paura o sentirti in imbarazzo. Nessuno può essere te meglio di te, sei insostituibile. Magari non tutti se ne renderanno conto, ma l’importante è che te ne renda conto tu».
Ryen è probabilmente il personaggio che cresce di più nell'arco del romanzo, una volta era una ragazzina invisibile e lasciata in disparte, ma ora frequenta i più “fighi” del liceo, comportandosi in maniera spesso antipatica e superficiale, ma la Ryen che scrive le lettere dimostra che sotto la superficie è una persona completamente diversa. In questo romanzo la Douglas non manca di inserire intrecci e colpi di scena man mano si evolvono le cose per i due ragazzi, regalandoci delle scene molto dolci, romantiche e di riscatto.
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(English version below) => PRE-ORDER "Emisferi" digiCD at https://shorturl.at/chryG
EVA CAN'T: che il viaggio abbia inizio!
Ci sono voluti 5 anni di duro lavoro, 4 diversi studi di registrazione, innumerevoli ore a provare e limare quanto partorito in termini musicali e lirici, ma alla fine "Emisferi", quinto e nuovo album degli EVA CAN'T, in uscita il 20 Settembre, si avvia ad essere una incredibile realtà. Ne parliamo con Simone Lanzoni, chitarrista e cantante della band che meglio di ogni altro può permetterci di entrare nell'universo unico e poetico della band bolognese e del loro nuovo album "Emisferi".
1. Ciao ragazzi. Partiamo da dove eravamo rimasti, ovvero dall'uscita dell'EP "Febbraio" del 2019 dopo l'album "Gravatum". Sono passati ben 5 anni che hanno visto la band impegnata sia sul fronte live ma soprattutto negli ultimi tempi alla realizzazione di questo concept album "Emisferi" che vi ha particolarmente impegnato. Parlaci un po' del modo in cui vi siete approcciati alla composizione di questo nuovo album.
Il tutto è partito dall’idea di strutturare l'album come una somma di quattro parti differenti nello stile, ma che fossero comunque i quattro aspetti che caratterizzano il nostro percorso artistico (progressive, metal estremo, musica acustica e post rock strumentale); questo ci ha obbligati a focalizzarci su una sezione alla volta portando a casa composizione e poi registrazione di ciascuna. Solo alla fine abbiamo potuto guardare il lavoro nella sua interezza e completare la produzione. Dal punto di vista compositivo è stata quindi una sfida perché ci ha permesso di vedere l'album come una serie di quattro mini dischi che dovevano però avere una conseguenza ed un senso comune.
2. Come abbiamo anticipato "Emisferi" è un concept album che parla di un viaggio non solo fisico. Vogliamo entrare nelle pieghe di questo concept?
Il tema centrale è quello della solitudine e del viaggio, partire alla ricerca di qualcosa senza la certezza di trovarla attraverso un mondo disabitato, morente e bellissimo. Come solitamente accade nella scrittura dei nostri testi i piani di lettura sono diversi e amiamo lasciare che siano gli ascoltatori a trovare la loro strada.
3. Una delle particolarità di "Emisferi" è il fatto di essere stato registrato in località e studi di registrazione diversi, quasi a dare ad ogni singolo capitolo dell'album una sua identità anche sonora oltre che concettuale. Perché questa scelta?
La scelta è legata proprio al concept del disco: due emisferi, ciascuno con la propria parte di acqua e terra. Le quattro parti dovevano essere caratterizzate non solo da un concept stilistico di scrittura diversificato ma anche di registrazione. La grande difficoltà è stata la fase di post-produzione: oltre al grande numero di brani, il bisogno di dare un senso unico a canzoni che erano state registrare in anni e luoghi diversi con strumentazione e approcci diversi ha richiesto sicuramente un grande sforzo.
4. Ascoltando l'intero album si ha quasi la sensazione di essere parte di questo viaggio. Le atmosfere, le dinamiche, le pause, i tratti anche lirici dell'album ti portano a viaggiare con la band e ciò porta l'ascoltatore a conoscere meglio anche il mondo degli EVA CAN'T. Cosa mi puoi dire a tale proposito?
Sicuramente il nostro suono, che ha avuto un percorso preciso durato oltre 15 anni, ha sempre messo in primo piano l’esigenza di ricercare una maggiore emotività possibile nella musica (a discapito di eccessivi tecnicismi) il tutto supportato dalla lingua italiana che ha una sua identità artistica e che senza dubbio, per chi la comprende, porta un forte impatto comunicativo.
5. Da sempre, fin dai loro esordi, vedo gli EVA CAN'T come una personificazione del concetto di precisione e complessità, nel senso che tutto viene trattato sia a livello musicale che a livello lirico senza lasciare nulla al caso, con una cura dei singoli dettagli a volte davvero maniacale. È un qualcosa che nasce spontaneamente nelle vostre composizioni o è un qualcosa che vi eravate preposti fin dall'inizio?
Abbiamo sempre cercato di migliorare la nostra proposta e noi stessi, come la maggior parte di chi fa arte siamo costantemente insoddisfatti e questa è senza dubbio la molla che ci ha sempre permesso di rimetterci in gioco cercando di alzare volta per volta l’asticella; diciamo quindi che ci si propone sempre il massimo impegno ma ci si accorge ogni volta che la strada rimane sempre interminabile.
6. Senza ombra di dubbi "Emisferi" è il vostro lavoro più complesso. Si passa dal Metal estremo, al Progressive, dal Post Metal a tratti Folk e Rock, ma alla fine ciò che convince di più è l'omogeneità del lavoro. Quale emozione provate oggi che il lavoro è stato ultimato ed è pronto ad essere accolto, e quindi valutato, dai vostri fan?
Estremamente emozionante perché rappresenta il completamento di un percorso lungo e che in molti momenti ci ha messo in grande difficoltà; rilasciare un disco non solo deve essere il raggiungimento di un obiettivo ma anche la concretizzazione di tutta la storia di una band.
7. Un cenno va fatto alla copertina dell'album estremamente significativa nella sua semplice complessità. Ce ne parli?
L'idea è nata a seguito di un brain storming con Helios Pu (conosciuto come Porz dei nostri conterranei e fratelli Malnàtt); volevamo mantenere i due concetti chiave di questo disco (eleganza e minimalismo) anche nella copertina, al costo di allontanarci dalle coordinate tipiche del metal (esteticamente). Alla fine è uscito questo collage che sostanzialmente è la sovrapposizione di tutti i testi del disco che vanno quindi a formare una sfera tagliata a metà (appunto due Emisferi).
8. "Emisferi" uscirà il 20 Settembre prossimo. Cosa ci volete dire nell'attesa della sua uscita?
Ci teniamo a ringraziare di cuore My Kingdom Music per la grande fiducia, tutti coloro che ci stanno supportando con i pre-order assieme a chi ascolterà l’album nei prossimi mesi; è stato un percorso lungo e difficile ed è una grande emozione incontrarvi tutti alla meta.
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(English version)
EVA CAN'T: let the journey begin!
It took 5 years of hard work, 4 different recording studios, countless hours of rehearsing and refining what was born in musical and lyrical terms, but in the end "Emisferi", the fifth and new album by EVA CAN'T, out on the 20th September is starting to be an incredible reality. We talk about it with Simone Lanzoni, guitarist and singer of the band who better than anyone else can allow us to enter the unique and poetic universe of the Bolognese band and their new album "Emisferi".
1. Hi guys. Let's start from where we left off, that is, from the release of the EP "Febbraio" in 2019 after the album "Gravatum". 5 years passed and we have seen the band busy both on the live front but especially in recent times in the creation of this concept album "Emisferi" which has particularly engaged you. Tell us a little about the way you approached the composition of this new album.
It all started from the idea of structuring the album as a sum of four parts that were different in style, but which were nevertheless the four aspects that characterize our artistic path (progressive, extreme metal, acoustic music and instrumental post rock); this forced us to focus on one section at a time, carrying out the composition and then the recording of each one. Only at the end we were able to look at the work in its entirety and complete the production. From a compositional point of view it was therefore a challenge because it allowed us to see the album as a series of four mini records which however must have a common sense.
2. As we anticipated, "Emisferi" is a concept album that talks about a journey that is not just physical. Do we want to get into the depths of this concept?
The central theme is the solitude and the journey, starting it searching for something without the certainty of finding it through an uninhabited, dying but still beautiful world. As usually happens in the writing of our lyrics, the reading levels are different and we love to let the listeners find their own way.
3. One of the peculiarities of "Emisferi" is the fact that it was recorded in different locations and recording studios, almost as if to give each single chapter of the album its own sonorous as well as conceptual identity. Why this choice?
The choice is linked precisely to the concept of the album: two hemispheres, each with its own share of water and land. The four parts had to be characterized not only by a diversified stylistic concept of writing but also of recording. The great difficulty was the post-production phase: in addition to the large number of songs, the need to give a unique meaning to songs that had been recorded in different years and places with different instrumentation and approaches certainly required a great effort.
4. Listening to the entire album we almost have the feeling of being part of this journey. The atmospheres, the dynamics, the pauses, the lyrical aspects of the album lead you to travel with the band and this leads the listener to also get to know the world of EVA CAN'T better. What can you tell me about this?
Surely our sound, which has had a precise path lasting over 15 years, has always put in the foreground the need to seek the greatest possible emotionality in music (at the expense of excessive technicalities) all supported by the Italian language which has its own artistic identity and which undoubtedly, for those who understand it, brings a strong communicative impact.
5. I have always, since their early days, seen EVA CAN'T as a personification of the concept of precision and complexity, in the sense that everything is treated both on a musical and lyrical level without leaving anything to fortuity, with attention to details sometimes very obsessive. Is it something that arises spontaneously in your compositions or is it something that you had in mind from the beginning?
We have always tried to improve our proposal and ourselves, like the majority of those who create art, we are constantly dissatisfied and this is undoubtedly the driving force that has always allowed us to get back into the game by trying to raise the bar from time to time; let's say that we always give ourselves the maximum effort but we realize every time that the road always remains interminable.
6. Without doubts "Emisferi" is your most complex work. We move from extreme Metal, to Progressive, from Post Metal to Folk and Rock, but in the end what convinces most is the homogeneity of the work. What emotion do you feel today that the work has been completed and is ready to be welcomed, and therefore evaluated, by your fans?
Extremely exciting because it represents the end of a long journey which in many moments has put us in great difficulty; releasing a record must not only be the achievement of a goal but also the realization of the entire history of a band.
7. A mention must be made of the album cover which is extremely significant in its simple complexity. Can you tell us about it?
The idea was born following a brain storming with Helios Pu (known as Porz to our fellow countrymen and brothers Malnàtt); we wanted to maintain the two key concepts of this album (elegance and minimalism) also in the cover, at the cost of moving away from the typical coordinates of metal (aesthetically). In the end this collage came out which is essentially the superposition of all the lyrics on the album which then form a sphere cut in half (precisely two Hemispheres).
8. "Emisferi" will be released on September 20th. What do you want to tell us while waiting for its release?
We would like to sincerely thank My Kingdom Music for their great trust, all those who are supporting us with pre-orders together with those who will listen to the album in the coming months; it has been a long and difficult journey and it is a great emotion to meet you all at the finish line.
#evacant#PostMetal#PostRock#Progressive#BlackMetal#dramaticmetal#avantgarde#Alcest#ExplosionsInTheSky#Agalloch#CultofLuna#DevilDoll
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Santosh Kumar Pokharel-Nepal condivide il suo studio per un nuovo stile poetico personalizzato, pubblicazione di Elisa Mascia da San Giuliano di Puglia -Campobasso
Foto cortesia di Santosh Kumar Pokharel-Nepal DEBUTTO DEL NODO POKHRELI NEL MONDO DELLA POESIA! -Santosh Kumar Pokharel Poeta multilingue Immagina, una poesia è in una cornice fissa con parole selezionate che trasmettono ai lettori un messaggio significativo in uno schema di rima, e ancora di più se è breve, diretta e segue uno schema perfettamente…
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Brescia, 1000 Chitarre in Piazza – Edizione XI. L'evento si svolgerà il 13 e 14 aprile 2024
Brescia, 1000 Chitarre in Piazza – Edizione XI. L'evento si svolgerà il 13 e 14 aprile 2024. Per la sua undicesima edizione, il 1000 Chitarre ritorna in piazza della Loggia e con una guest star d’eccezione, il chitarrista Andrea Braido, musicista che ha calcato il palco con i grandi della musica italiana, da Vasco Rossi a Zucchero, da Adriano Celentano a Angelo Branduardi, e molti altri. Queste le principali novità della rassegna, un appuntamento ormai consolidato e atteso del palinsesto musicale della città, che grazie alla passione per le sei corde trasforma per un giorno Brescia in una sala da concerto a cielo aperto. IL PROGRAMMA Sabato 13 aprile, ore 9 - 15 Museo della Musica di Brescia – via Trieste 34 CLINIC DI ANDREA BRAIDO A tu per tu con uno dei maestri delle sei corde del pop-rock italiano ore 17 Cavalli Musica – via Artigiani, 1 - Castrezzato SHOWCASE DI ANDREA BRAIDO Intervistato da Luca Riva di RadioBruno, Braido parlerà della sua magnifica avventura musicale, che lo ha visto al fianco di cantanti come Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Patty Pravo, Vasco Rossi, e molti altri. Domenica 14 aprile, ore 14- Piazza della Loggia Alle ore 14 vi sarà la fase di accoglienza e “punzonatura” dei partecipanti, mentre “Aspettando 1000 Chitarre” scalderà il pubblico con l’animazione della radio partner. In questa fase di accoglienza per chi scopre il 1000 Chitarre in piazza al momento, e desidera partecipare ma non ha la chitarra con sé, Diffusione Arte mette a disposizione gratuitamente delle chitarre (classiche): saranno accontentati anche i mancini, per i quali occorre una chitarra armata di corde al contrario rispetto alle “tradizionali”. In questa fase preliminare, che precede il grande concerto, saliranno sul palco gli ospiti del 1000 Chitarre, da Mimmo Cavallo, cantautore che ha scritto negli anni Ottanta “Uh Mammà” prevista nelle 18 canzoni della scaletta, e gli “amici” del 1000 Chitarre in piazza, come Cristian Delai che per l’occasione ricorderà il cantastorie bresciano Francesco Braghini, il “maestro” di tutti i bresciani, scomparso nel giugno del 2023 e autore di molte filastrocche e canzoni dedicate a Brescia e composte nel dialetto bresciano, con uno stile leggero, ma nello stesso tempo poetico e ironico. Saranno presentati i partner di 1000 Chitarre che coinvolgeranno le scuole e le associazioni di musica del territorio, mettendo a fuoco temi sociali e culturali perseguiti dall’evento. Alle ore 15.30 scatterà l’ora dove «tutti sono protagonisti»: il concerto finale di 1000 Chitarre in Piazza. Di seguito la scaletta delle canzoni proposte; in cinque brani è previsto l’intervento della guest star Andrea Braido; le canzoni che verranno eseguite tutti insieme sono 18 (qui presentate in ordine sparso, la scaletta sarà definita domenica 14). - O.C. – Isaia Mori (2023) – tonalità Do - UH MAMMÀ – Mimmo Cavallo (anno 1981) – tonalità Sol, che come preannunciato vedrà l’autore Mimmo Cavallo sul palco. - L’ITALIANO – Toto Cutugno (1983) – tonalità La min. - GENERALE – Francesco De Gregori (1978) – tonalità Sol - C’ERA UN RAGAZZO CHE COME ME… - Gianni Morandi, Franco Migliacci con musica di Mauro Lusini, con l'arrangiamento di Ennio Morricone (anno 1967) - tonalità Re - ITALODISCO – The Kolors (anno 2023) – tonalità La min. - IL CORO DEI POMPIERI – Oliver Onions (anno 1974) – tonalità Mi - CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE – Franco Battiato (anno 1981) - tonalità SI min. A questo punto arriva il grande momento dedicato a Andrea Braido, che salirà sul palco e suonerà alla chitarra elettrica due brani: - Spingy tratto da un suo progetto discografico dal titolo Le bizzarre avventure del Dottor Kranius - Smoke on the water dei Deep Purple e tutti potranno accompagnarlo alla chitarra, come una grande band! Si proseguirà con il programma del concertone, ovvero: - QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE – Claudio Baglioni (anno 1972) – tonalità Mi min. - URLANDO CONTRO IL CIELO - Luciano Ligabue (anno 1991) tonalità La - IMAGINE – John Lennon (anno 1971) tonalità Do - BELLO E IMPOSSIBILE - Gianna Nannini e Fabio Pianigiani (anno 1987) tonalità Re - CIELO D’IRLANDA – Massimo Bubola (1962) – tonalità La - MILLE CHITARRE – Isaia Mori (anno 2014) tonalità La - SOTTO QUESTO SOLE – Francesco Baccini (anno 1990) – tonalità Sol - FIERA DELL’EST – Angelo Branduardi (anno 1976) – tonalità Mi min. - LA CANZONE DEL SOLE – Lucio Battisti (anno 1971) tonalità - ALBA CHIARA – Vasco Rossi (1979) – tonalità Do Nello svolgimento del concertone del 1000 chitarre in piazza, ci sarà un momento dedicato ai bambini nel quale verrà regalata la merenda, visto l’impegno dei partecipanti pomeridiano e soprattutto perché questo evento è dedicato alle famiglie e ai giovani, con l’obbiettivo di fare avvicinare loro alla musica e alle arti. Non finisce qui: con il concorso “1000 Chitarre Video Contest” tutti potranno cimentarsi nel realizzare il primo video ufficiale della manifestazione. Al vincitore andranno 500 €; il regolamento e le modalità di iscrizione al concorso sono online sul sito millechitarre.com al link “concorsi”. Come per tutte le passate edizioni, l'obiettivo principale di 1000 Chitarre in piazza è la creazione di un momento di aggregazione e festa in cui suonare tutti insieme alcuni brani che hanno fatto la storia della musica. L’evento non si prefigge l’obiettivo di radunare esclusivamente chitarristi esperti o maestri di musica, ma persone di tutte le età, unite dalla passione per la musica. L’invito è esteso a chi vuol portare un altro strumento, non necessariamente la chitarra. Sul sito www.millechitarre.com e sui canali social sono stati divulgati anche video tutorial dei maestri del 1000 Chitarre, Isaia Mori, Antonio D’Alessandro, Marco Pezzotta e Valeria Della Valle, unitamente a video e contenuti multimediali per promuovere lo spirito dell’evento. Grazie all’accordo con Brescia Mobilità, nella giornata di domenica 14 aprile, chiunque porti con sé uno strumento a corde pizzicate potrà fruire gratuitamente dei mezzi pubblici (bus, metro) sulle linee urbane e interurbane. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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