#Sospetti politici
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Omicidio Olof Palme: Le Indagini e i Sospetti Politici
L’omicidio di Olof Palme, ex primo ministro svedese, è avvenuto il 28 febbraio 1986 a Stoccolma. Ha sconvolto la Svezia e il mondo. Nonostante decenni di indagini, il caso rimane irrisolto. Ci sono molti sospetti e teorie politiche. Questo articolo esplorerà le circostanze dell’omicidio e le indagini. Vedremo i principali sospetti e le ipotesi sui moventi politici. Inoltre, analizzeremo l’impatto…
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È opaca la denominazione dello Stato, definito ebraico pur essendo abitato per oltre il 25 per cento da non ebrei (arabo-palestinesi musulmani e cristiani, cristiani non arabi, drusi, beduini, ecc.). È opaca la formula che descrive Israele come “unica democrazia in Medio Oriente”, perché la democrazia non si concilia con l’occupazione coloniale o l’assedio dei palestinesi. È opaca la forza militare di Israele, che dagli anni 60 dispone di un armamento atomico senza mai ammetterlo. Secondo il giornalista Seymour Hersh, Tel Aviv ha già minacciato una volta l’uso dell’atomica, nella Guerra del Kippur del 1973 (The Samson Option, 1991).
Ma più opaca di tutte le politiche è l’esistenza di una lobby sionista estremamente danarosa e attiva – soprattutto in Usa e Regno Unito – che fin dalla nascita dello Stato di Israele sostiene le sue politiche di colonizzazione, e che oggi appoggia l’ennesimo tentativo di svuotare la Palestina dei suoi abitanti. Si dice che Netanyahu sta spianando Gaza e attaccando anche la Cisgiordania solo per restare al potere, senza un piano per il futuro. Quasi un anno è passato dalla strage perpetrata da Hamas il 7 ottobre, e una rettifica si impone. È vero che Netanyahu teme di perdere il potere, ma un piano ce l’ha: la pulizia etnica in Palestina.
La lobby sionista ha istituzioni secolari negli Stati Uniti e Gran Bretagna e filiali ovunque. Influenza i giornali e li monitora, finanzia i politici amici. Denuncia regolarmente l’antisemitismo in aumento, mescolando antisemitismo vero e opposizione alle guerre di Israele. Nei Paesi europei operano vari gruppi di pressione tra cui l’Ong Elnet (European Leadership Network).
È chiamata a volte lobby ebraica, ma con l’ebraismo non ha niente a che vedere. Ha a che vedere con il sionismo, che è una corrente politica dell’ebraismo e che dopo molti conflitti interni ha finito col pervertire la religione. È nata nella seconda metà dell’800 e culminata nei testi e negli atti fondatori di Theodor Herzl e Chaim Weizmann. Per il sionismo politico, l’ebraismo non è una religione ma una nazione, uno Stato militarizzato, edificato in Palestina con uno slogan che falsificando la realtà era per forza bellicoso: la Palestina era “una terra senza popolo per un popolo senza terra”, data da Dio agli ebrei per sempre. Secondo il filosofo Yeshayahu Leibowitz, che intervistai nel 1991, Israele era preda di un “nazionalismo tendenzialmente fascista”. Non stupisce che Netanyahu e i suoi ministri razzisti si alleino oggi alle estreme destre in Europa e Usa.
Non tutti gli ebrei approvarono la ridefinizione della propria religione come nazione e Stato. In parte perché consapevoli che la Palestina non era disabitata, in parte perché la lealtà assoluta allo Stato israeliano imposta dalla corrente sionista esponeva gli ebrei della diaspora a sospetti di doppia lealtà.
Indispensabile per capire questa fusione tra religione e Stato militarizzato è l’ultimo libro di Ilan Pappe (Lobbying for Zionism on Both Sides of the Atlantic, 2024). Lo storico racconta, proseguendo lo studio di John Mearsheimer e Stephen Walt sulla lobby (2007), la nascita del sionismo nella seconda metà dell’800, e cita fra gli iniziatori le sette messianiche evangelicali negli Stati Uniti. Sono loro che con più zelo promossero e motivarono il movimento sionista. L’idea-guida del sionismo millenarista è che Israele ha un diritto divino a catturare l’intera Palestina. Se il piano si realizza, giungerà o tornerà il Messia. Questo univa nell’800 sionisti ebrei e cristiani. C’era tuttavia un tranello insidioso: per i sionisti cristiani, il Messia arriva a condizione che gli ebrei alla fine si convertano in massa al cristianesimo.
Il sionismo colonizzatore è oggi in difficoltà. “Non in mio nome”, è scritto sugli striscioni degli ebrei che manifestano contro la nuova Nakba (“Catastrofe”, in arabo) che il governo Netanyahu infligge a Gaza come nel 1948. E che infligge in Cisgiordania dal 28 agosto.
Ciononostante i governi occidentali accettano l’equiparazione fra antisemitismo e antisionismo, per timore delle denigrazioni e manipolazioni della lobby. Quasi tutti hanno fatto propria la “definizione operativa” dell’antisemitismo adottata nel 2016 dall’International Holocaust Remembrance Alliance (cosiddetta Definizione IRHA, legalmente non vincolante). Tra gli esempi indicati, l’antisionismo e le critiche di Israele. Il governo Conte-2 si è allineato nel gennaio 2020.
Difficile in queste condizioni monitorare e combattere l’antisemitismo. L’unica cosa certa è che la politica di Israele non solo svuota la Palestina e crea nuove generazioni di resistenti più che mai agguerriti, non solo rende vano l’appello ai “due popoli due Stati”, ma mette in pericolo gli ebrei in tutto il mondo. Nel lungo termine può condurre Israele stesso al collasso.
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Ho l’età per aver visto nascere la diceria della sinistra Radical-chic, di quelli che andavano a Capalbio, quella dei Rolex e dell’attico a Manhattan, quella al caviale e champagne, delle barche a vela, delle scarpe che costavano oltre 1000€ e dei maglioni di cachemire.
Non è nata perché alcuni esponenti di quella sinistra facessero la bella vita, non più di altri politici almeno, anzi i DC e i socialisti si davano davvero alla pazza gioia molto più degli altri, non hanno lesinato i leghisti, fra speculazioni con i diamanti in Mozambico, ristrutturazioni di ville personali a Gemonio, compravendite di lauree in Albania, e sussidi a cascata a tutti, e non parliamo dei berlusconiani che non si negavano certo feste e cotillons, e avevano l’abitudine di far eleggere le proprie mignotte in Parlamento, in Regione, nei comuni o negli enti locali, a spese della comunità.
E i fasci? Affamati dal lungo digiuno della prima repubblica, quando non toccavano palla, anche loro ne hanno approfittato appena hanno potuto; Gianfranco Fini e i suoi colonnelli hanno fatto man bassa del potere e del benessere che cadeva dalla mensa di Silvio Berlusconi, sostenendo acriticamente il suo ego e salvandogli il fondischiena dagli innumerevoli guai giudiziari che questo attirava come se fosse una calamita.
Il problema di chi agita lo spettro del caviale e del radical-chic di sinistra è che deve stornare i sospetti su di sé, evitare un’accusa ben più centrata al proprio stile di vita, accusando preventivamente altri di quello che lui non si nega, e di cui anzi abusa.
Vi siete chiesti quanti chili di caviale sarebbe costata una sola notte che Giorgia Meloni e il suo clan allargato hanno trascorso al resort pugliese questa estate, affittato tutto da loro?
Il fatto è che pensano che l’elettore medio di sinistra si scandalizzi per le spese e per lo stile di vita adottato dai suoi politici di riferimento (il PCI e Berlinguer ci avevano abituati ad uno stile sobrio e moderato), e questo è in un certo senso avvenuto, almeno all'inizio.
Ma ora nessuno più si scandalizzerebbe per un maglione di cachemire o per una barca a vela, purché te la paghi con soldi tuoi, onestamente guadagnati, purché paghi le tasse, non chiedi tangenti, non approfitti della tua carica per ottenere dei benefici, purché sei onesto e porti avanti le idee, i valori e le speranze di chi ti ha votato.
E tutto questo è già straordinario in questo ambiente, in questo contesto e in una situazione in cui alcuni partiti o movimenti hanno elettori che rimarrebbero delusi se i loro politici non si arricchissero a spese dello Stato e non abusassero quanto possono del loro potere.
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Anomalia di Nicola Marco Camedda: Una Saga Sci-Fi tra Intrighi e Sospetti nell���Ammasso Stellare Zero. Recensione di Alessandria today
Un’emozionante avventura futuristica che esplora il conflitto tra tecnologia e verità nascosta
Un’emozionante avventura futuristica che esplora il conflitto tra tecnologia e verità nascosta Con Anomalia, primo volume della saga Star Cluster Zero di Nicola Marco Camedda, ci troviamo immersi in un universo fantascientifico denso di misteri e intrighi politici. L’Ammasso Stellare Zero è un mondo avanzato, prospero grazie ai traguardi della ricerca scientifica, e il sistema predittivo di…
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Eyes on the world #217
1° novembre, giorno di festa. Ma è anche venerdì, quindi giorno di news.
Evviva? Diciamo, visto che la settimana non è stata proprio tranquillissima, anzi. Stavolta partiamo da una grossa inchiesta in campo digitale che potrebbe avere parecchie ripercussioni, per poi fare un salto in USA e capire com’è la situazione a pochissimo dal voto. Poi al solito check su Israele e chiudiamo con ciò che sta accadendo in Georgia, Spagna e Belgio.
Intro troppo lunga? Probabile, quindi iniziamo 👇
🗂️ ACCESSO ILLEGALE A BANCHE DATI STATALI E NON: L’INCHIESTA SI ALLARGA. ECCO I DETTAGLI DELLE OPERAZIONI
1) La Procura di Milano ha svelato i dettagli di un’inchiesta su un sistema illegale di accesso a banche dati statali per ottenere informazioni riservate su imprenditori, finanziari e politici, con lo scopo di venderle per spionaggio industriale e personale. Quattro persone sono agli arresti domiciliari. La vicenda evidenzia vulnerabilità nella sicurezza delle banche dati italiane e coinvolge nomi noti tra chi è stato spiato e chi ha acquistato le informazioni. Secondo il pubblico ministero Francesco De Tommasi, gli indagati sarebbero “pericolosissimi”, in grado di ricattare cittadini e istituzioni grazie a banche dati parallele. L’indagine, che coinvolge la Direzione distrettuale antimafia, si concentra su società accusate di vendere informazioni su persone sorvegliate tramite l’accesso illegale a dati penali, fiscali, sanitari, telefonici e di localizzazione. L’ipotesi principale è di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici, con oltre 60 persone indagate. Tra le società sotto sequestro figurano Equalize, Develop and Go e Mercury Advisor. Equalize, nota società investigativa milanese, avrebbe avuto un ruolo centrale nel sistema, posseduta da Enrico Pazzali e Carmine Gallo, ex poliziotto. Gallo, agli arresti domiciliari, avrebbe gestito l’accesso alle banche dati tramite membri delle forze dell’ordine. Equalize avrebbe usato anche sistemi di hackeraggio come il trojan RAT per accedere ai dati del Ministero dell’Interno, ma anche al Sistema Di Indagine (SDI), INPS, Agenzia delle Entrate, e altri. Pazzali, indagato, sembra avesse una funzione di rappresentanza, sfruttando le informazioni per favorire la politica e l’imprenditoria, mentre Calamucci, cofondatore di Mercury Advisor, avrebbe ideato il sistema “Beyond” per accedere ai database senza intermediari, hackerando dispositivi di persone sorvegliate. L’inchiesta cita episodi di spionaggio su vari personaggi pubblici e manager aziendali. Tra i clienti di Equalize figurano anche manager di Erg , Heineken e Barilla, che avrebbero richiesto informazioni su dipendenti previo pagamento. Tra gli indagati figura Leonardo Del Vecchio, che avrebbe richiesto l’accesso al telefono di una sua conoscente. Finora, i magistrati non hanno rilevato collegamenti con una precedente inchiesta della Procura di Perugia su accessi abusivi alle banche dati della procura nazionale antimafia, ma hanno comunque manifestato preoccupazioni sulla vulnerabilità dei sistemi di sicurezza dello Stato, evidenziando il rischio di abusi e di diffusione di dati riservati.
Nel corso della settimana sono emersi particolari riguardo l’utilizzo che le aziende facevano di tali pratiche. Un caso rilevante è quello di ERG, che ha commissionato a Equalize uno spionaggio per verificare sospetti di insider trading tra i dipendenti, effettuato con un trojan chiamato Teramind, modificato per eludere i sistemi di sicurezza. Simili operazioni sono state condotte anche su richiesta di Heineken, dove lo spionaggio è stato scoperto solo a seguito di un alert interno. Un software spia è stato proposto anche a Number1 per monitorare un dirigente sospettato di accordi illeciti con fornitori. Barilla ha richiesto l’intervento di Equalize per individuare la fonte di un giornalista che aveva pubblicato notizie interne, mentre Eni ha commissionato indagini su persone coinvolte in processi legali riguardanti la società. In risposta alle accuse, Eni ha affermato che nessuna informazione riservata è stata sottratta e che le attività di Equalize erano a supporto della strategia legale della compagnia.
🇺🇸 GLI STATI UNITI PRONTI A VOTARE, TRA ULTIMI COMIZI, POLEMICHE, STATI IN BILICO. COSA C’È DA SAPERE
2) Mancano solo pochi giorni alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e siamo arrivati alle ultime battute prima del voto. I due sfidanti, Kamala Harris per i Democratici e Donald Trump per i Repubblicani si sono sfidati a colpi di comizi e non solo. Domenica sera, Trump ne ha tenuto uno al Madison Square Garden, caratterizzato da una retorica particolarmente violenta e offensiva, indirizzata verso la sfidante democratica e le minoranze afroamericane e latinoamericane. Tra i discorsi più discussi, quello del comico Tony Hinchcliffe, che ha insultato Porto Rico, perpetuando stereotipi razziali e culturali sugli afroamericani e sui latinos. Questo intervento ha scatenato forti reazioni e ha spinto personaggi famosi latinoamericani, come Bad Bunny e Ricky Martin, a schierarsi apertamente con Kamala Harris. Anche altri ospiti sul palco hanno espresso posizioni contro Harris. Grant Cardone ha fatto un commento offensivo paragonandola a una prostituta, mentre David Rem l’ha definita "diavolo" e "anticristo". L’ex presentatore di Fox News, Tucker Carlson, ha ironizzato sulle sue origini etniche. Hanno partecipato al comizio anche J.D. Vance, Elon Musk, Hulk Hogan e Melania Trump. L’ex presidente, infine, ha rincarato la dose con attacchi verso i media e definendo gli immigrati come un’occupazione del paese, mentre ha chiamato i suoi oppositori "nemici interni", facendo preoccupare molti. La campagna di Harris ha risposto prontamente, condividendo online video di condanna per i toni razzisti e misogini del comizio. Tuttavia, anche il comitato stesso di Trump ha tentato di prendere le distanze dagli interventi più razzisti e misogini fatti durante il comizio di NY, al fine di non perdere voti in un contesto elettorale molto competitivo. Lunedì il comitato di Trump ha dichiarato che tali dichiarazioni non rappresentano le posizioni del candidato. La comunità portoricana, numerosa negli Stati Uniti, è stata particolarmente colpita dai commenti, e un eventuale spostamento dei voti in stati decisivi come la Pennsylvania potrebbe compromettere la candidatura di Trump. Alcuni esponenti repubblicani, come i parlamentari della Florida, hanno criticato Hinchcliffe, mentre JD Vance, candidato vicepresidente di Trump, ha minimizzato l’incidente, sostenendo che le condizioni economiche siano più rilevanti per gli elettori latinoamericani.
Al momento Kamala Harris e Donald Trump sono testa a testa nei sondaggi, sia a livello nazionale che nei sette stati chiave. Gli elettori indecisi, divisi tra “persuadibili” (che voterebbero, ma non sanno per chi) e “irregolari” (incerti sul votare o meno), potrebbero risultare determinanti. Secondo il New York Times/Siena College, gli indecisi negli stati in bilico rappresentano il 3,7% dell’elettorato, ossia circa 1,2 milioni di persone, perlopiù giovani, non bianchi e senza una laurea. Tra gli indecisi, molti sono attratti da Trump per la gestione economica passata, nonostante dubbi sulla sua personalità. Altri, incluse donne ex-repubblicane, sono critici verso le idee di Trump, in particolare sull’aborto. Le campagne di Harris e Trump si stanno intensificando per raggiungere questo elettorato, utilizzando podcast e media alternativi. Harris ha partecipato a show come *Call Her Daddy* e *The Breakfast Club*, mentre Trump è apparso su *The Joe Rogan Experience* e Univision, cercando di convincere anche il pubblico latinoamericano.
Martedì sera a Washington, Kamala Harris ha tenuto il suo discorso più importante della campagna elettorale, un “closing argument” davanti a 75 mila persone all’Ellissi, il grande parco vicino alla Casa Bianca. In questo discorso, Harris ha riassunto i valori della sua candidatura e delineato una visione unitaria per gli Stati Uniti, sottolineando l’importanza di ascoltare non solo i sostenitori, ma anche coloro che dissentono. Ha ricordato le sue origini nella classe media, il suo lavoro come procuratrice per proteggere i più deboli e l’influenza di sua madre nella sua formazione. Harris ha attaccato duramente Donald Trump, definendolo un «tiranno capriccioso» e sottolineando i rischi che la sua rielezione rappresenterebbe per il Paese. Ha evocato una visione di leadership opposta a quella di Trump, affermando che, a differenza di lui, non considera i dissidenti come nemici, ma come persone da ascoltare. Anche la scelta del luogo è stata simbolica: all’Ellissi, Trump tenne un discorso il 6 gennaio 2021, poco prima dell’assalto al Congresso, episodio richiamato da Harris come esempio di quanto fosse divisiva la sua presidenza. Va ricordato come il sistema elettorale degli Stati Uniti preveda che un candidato presidenziale ottenga almeno 270 grandi elettori, distribuiti per stato in base alla popolazione. I candidati si concentrano sugli stati in bilico dove la competizione è più serrata, come Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona, Nevada, Georgia e North Carolina. Questi stati sono decisivi perché anche un piccolo margine di voti può fare la differenza nel risultato elettorale. In Pennsylvania, dove Harris e Trump sono vicinissimi nei sondaggi, i Democratici contano sul sostegno delle aree urbane, mentre Trump è forte nelle zone rurali. In North Carolina e Georgia, Trump ha un leggero vantaggio, ma l'elettorato si sta gradualmente spostando a sinistra. Michigan e Wisconsin, ex roccaforti Democratiche, vedono i Repubblicani guadagnare terreno, grazie anche al malcontento tra gli operai e le comunità musulmane. In Arizona, lo spostamento demografico verso i Democratici si scontra con la forte presenza Repubblicana, mentre in Nevada, lo stato con la disoccupazione più alta, i Repubblicani puntano sul malessere economico. Tra una settimana, con il risultato ufficiale in mano, tireremo le somme di quanto accaduto.
🇮🇱 ISRAELE: COLPITO PER LA PRIMA VOLTA L’IRAN. INTANTO ALL’UNRWA SARÀ VIETATO OPERARE SUL TERRITORIO
3) Torniamo al conflitto israelo-palestinese. Nella notte di sabato, intorno all'una (ora italiana), Israele ha lanciato un attacco contro basi militari iraniane situate nelle province di Teheran, Ilam e Khuzestan, quest'ultima vicina al confine con l'Iraq. L'esercito israeliano ha dichiarato di aver eseguito "bombardamenti precisi" su obiettivi militari in risposta a oltre un anno di attacchi provenienti dall'Iran e dai suoi alleati. L'Agenzia di stampa della Repubblica dell'Iran (IRNA) ha riportato la morte di quattro soldati, indicando danni limitati, anche se non è chiaro se ciò sia per minimizzare l’entità reale dei danni. L'operazione, durata fino alle 5 del mattino, ha coinvolto più di cento aerei, tra cui droni, e ha inizialmente colpito le difese aeree e i radar in Siria e Iraq, paesi alleati dell'Iran, per poi attaccare le difese iraniane e alcuni siti di produzione di missili a lungo raggio. Questo attacco rappresenta il primo bombardamento straniero in Iran dai tempi della guerra Iran-Iraq degli anni Ottanta. Il raid è avvenuto 24 giorni dopo un attacco missilistico iraniano su Israele, in risposta all’uccisione di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah. Israele ha dichiarato di aver pianificato una risposta prudente, senza colpire obiettivi civili o strategici, in linea con le raccomandazioni degli Stati Uniti. Secondo Axios, Israele avrebbe anche avvisato l'Iran dell’attacco imminente, chiedendo di non rispondere. Gli Stati Uniti hanno manifestato sostegno a Israele, pur auspicando la fine delle ostilità dirette tra i due paesi. Nel frattempo, lunedì sera, il parlamento israeliano ha approvato due leggi che vietano all'agenzia dell'ONU per i profughi palestinesi, UNRWA, di operare in Israele e di accedere ai benefici riservati agli enti ONU. Le leggi sono state approvate con 92 voti favorevoli e 10 contrari, inclusi voti dell'opposizione. Nonostante le pressioni di alcuni alleati occidentali di Israele, tra cui gli Stati Uniti, il governo Netanyahu non ha bloccato le leggi. Israele accusa l'UNRWA di legami con gruppi radicali palestinesi, accuse che però non sono state dimostrate. Una legge impedirà all'agenzia di svolgere attività umanitarie e di avere uffici in Israele, mentre l'altra rimuoverà alcune tutele legali per i dipendenti UNRWA e vieterà collaborazioni con funzionari israeliani. Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA, ha criticato le leggi definendole un "pericoloso precedente" e un attacco all'agenzia. L'UNRWA, fondata nel 1949, offre assistenza ai rifugiati palestinesi soprattutto a Gaza, Cisgiordania, Siria, Giordania e Libano, gestendo scuole e ospedali con circa 30mila dipendenti, principalmente rifugiati palestinesi.
🇬🇪 GEORGIA: SOGNO GEORGIANO RESTA AL POTERE, MA FIOCCANO LE ACCUSE DI BROGLI ELETTORALI
4) Domenica mattina, la commissione elettorale centrale della Georgia ha annunciato che il partito populista e filorusso Sogno Georgiano ha vinto le elezioni legislative con il 54% dei voti, con oltre il 99% delle schede scrutinate. La coalizione di opposizione filoeuropea, sostenuta dalla presidente Salome Zourabichvili, ha ottenuto il 37,5%. Entrambi gli schieramenti avevano dichiarato vittoria in base a exit poll contraddittori, ma i leader dell’opposizione hanno poi contestato i risultati, denunciando presunti brogli e intimidazioni durante il voto. Tina Bokuchava, esponente di spicco del Movimento Nazionale Unito, ha accusato Sogno Georgiano di violazioni gravi, come il riempimento delle urne con voti falsi e maltrattamenti agli osservatori. Anche l'ONG ISFED ha segnalato numerose irregolarità. A Marneuli, un video ha mostrato individui riempire un’urna con schede precompilate, suscitando un'indagine ministeriale e l'annullamento dei voti del seggio. Altre segnalazioni di irregolarità, come aggressioni e intimidazioni, sono emerse in diverse città. Sogno Georgiano, al potere dal 2012, è stato fondato dal miliardario filorusso Bidzina Ivanishvili e ha recentemente adottato posizioni più autoritarie, allineandosi a Mosca. Nel maggio scorso, il partito ha approvato una controversa “legge sugli agenti stranieri”, osteggiata dalla popolazione. Nonostante la Georgia sia candidata a entrare nell'Unione Europea, Sogno Georgiano si oppone sempre più a questa prospettiva, accusando le istituzioni europee di sostenere un "partito globale della guerra". Durante la campagna, il partito ha promosso una posizione di neutralità rispetto al conflitto in Ucraina, con manifesti a Tbilisi che incoraggiano a “scegliere la pace”.
Lunedì sera decine di migliaia di persone si sono radunate davanti al parlamento a Tbilisi, in Georgia, per protestare contro la vittoria del partito. Durante la protesta, con molte bandiere europee, la presidente Zourabichvili ha accusato il governo di aver "rubato" il voto e promesso di continuare a sostenere l’ingresso della Georgia nell’UE. Il leader centrista Giorgi Vashadze ha dichiarato che l’opposizione non dialogherà con il governo e chiederà un nuovo voto sotto supervisione internazionale. Tuttavia, la Commissione elettorale della Georgia ha confermato, tramite un riconteggio parziale, la vittoria di Sogno Georgiano, nonostante le polemiche e le accuse di irregolarità. Dopo le manifestazioni a Tbilisi, è iniziato un riconteggio che ha interessato il 14% delle schede, con risultati leggermente diversi in circa il 9% dei seggi. Anche l'opposizione, ONG locali e l'OSCE hanno segnalato irregolarità, e la procura georgiana ha aperto un'indagine per brogli elettorali.
🇪🇦 OLTRE 140 MORTI È IL BILANCIO DI GRAVISSIME ALLUVIONI IN CORSO IN SPAGNA. VALENCIA LA PIÙ COLPITA
5) Forti alluvioni stanno colpendo il sud-est della Spagna, in particolare le comunità autonome di Valencia e Castiglia-La Mancia. A causa delle intense piogge, che sono iniziate lunedì ma si sono intensificate martedì, molte persone sono rimaste bloccate e costrette a cercare rifugio su camion e tetti. Le piogge hanno provocato gravi danni alle infrastrutture, lasciando oltre 155mila case senza elettricità. Un treno ad alta velocità è deragliato a Malaga, senza feriti. L’agenzia meteorologica spagnola ha emesso un’allerta rossa per la Comunità Valenciana, dove le zone più colpite sono quelle attorno ai fiumi Magro e Poyo. Nella città di Valencia, il fiume Turia è esondato, allagando diversi quartieri e causando la chiusura di treni e metropolitane. Il governo ha istituito un’unità di crisi e inviato unità dell’esercito per supportare i soccorsi, mentre il Congresso spagnolo ha sospeso le attività parlamentari. Le alluvioni sono legate a un fenomeno meteorologico noto come DANA, che provoca forti precipitazioni quando una massa d'aria fredda si sovrappone a quella calda del Mediterraneo. Meteorologi avvertono che tali eventi stanno diventando più intensi a causa del riscaldamento delle acque del Mediterraneo. Mercoledì mattina, il sistema temporalesco si è spostato verso il nord della Comunità Valenciana, con un’allerta meteo di livello arancione estesa anche a Barcellona. Si stanno tuttavia sollevando interrogativi riguardo al sistema di allerta alla popolazione, che è stato attivato solo la sera di martedì, dopo ore di forti piogge, quando molte persone si trovavano già in situazioni di emergenza. Il sistema di allerta Es-Alert ha inviato un messaggio solo dopo le 20, più di dodici ore dopo l'allerta rossa emessa dall'agenzia meteorologica Aemet. La cronologia degli eventi mostra che l'allerta rossa era stata annunciata già dalle 7:30 di martedì, ma il centro di coordinamento per le emergenze aveva informato sui social della situazione solo attorno alle 10. Diverse comunicazioni sui social erano state fatte nel corso della giornata, ma nessun avviso diretto era stato inviato alla popolazione. Il presidente della comunità valenciana, Carlos Mazón, ha affermato che i temporali avrebbero diminuito la loro intensità nel pomeriggio, mentre il numero di emergenza 112 ha ricevuto un gran numero di chiamate, portando alla creazione di una linea dedicata ai familiari dei dispersi. Nonostante le critiche per la gestione della crisi, le fonti governative hanno difeso i tempi di risposta, indicando che gli allerta sono stati emessi progressivamente in base ai dati disponibili. Tuttavia, è stata sollevata una controversia riguardo alla chiusura dell'Unità valenciana di emergenza, che era responsabile della risposta rapida alle calamità. Un esperto ha sottolineato che, sebbene non sia possibile fermare le inondazioni, è possibile ridurre il rischio per la popolazione. In ogni caso, le gravi alluvioni hanno causato oltre 140 morti, rendendo questo disastro naturale uno dei peggiori nella storia del paese. Nella sola Comunità Valenciana si contano 92 vittime, mentre altre morti sono state registrate in Castiglia-La Mancia e Andalusia. L’associazione di agricoltori valenciani ha segnalato gravi danni all’agricoltura. Questo disastro è stato paragonato a tragedie passate come l'alluvione del Vallès nel 1962.
🇧🇪 BELGIO: 119 PERSONE SONO STATE CONDANNATE IN UNO STORICO PROCESSO PER TRAFFICO DI DROGA
6) Martedì, un tribunale di Bruxelles ha condannato 119 persone in uno storico processo per traffico internazionale di droga, definito “processo Sky Ecc”. Le condanne, che ammontano a 750 anni di carcere, riguardano l'importazione e lo spaccio di cocaina e cannabis dall'America Latina e dal Nord Africa in vari paesi europei. Il processo, durato cinque mesi, è scaturito dalla decriptazione della piattaforma di messaggistica Sky Ecc, utilizzata da organizzazioni criminali per comunicare. Nel 2021, le forze di polizia europee erano riuscite a infiltrarsi in tale piattaforma, portando a numerosi arresti, tra cui oltre cento in Belgio, considerato un hub per il traffico di droga. Le pene inflitte variano da 14 mesi a 17 anni e riguardano reati come traffico di droga, riciclaggio di denaro, traffico di armi e rapimento. Abdelwahab Guerni, un algerino, ha ricevuto la pena più severa per aver importato droghe attraverso il porto di Anversa. Altri imputati includono Eridan Munoz Guerrero, condannato a 14 anni per gestire laboratori di cocaina, e un ex agente di polizia, condannato a cinque anni per aver fornito informazioni a un'organizzazione criminale. Il Belgio, in particolare il porto di Anversa, è stato identificato come un importante punto d'ingresso della cocaina in Europa. Le autorità hanno sequestrato sempre più droga negli ultimi anni, con un incremento del 5% nel 2023 rispetto all'anno precedente. La ministra dell'Interno ha dichiarato che le condanne rappresentano un punto di svolta nella lotta contro il crimine organizzato. Tuttavia, gli avvocati della difesa hanno contestato la legalità delle operazioni di decriptaggio, mentre Europol ha evidenziato il valore delle informazioni ottenute. Altri processi in Francia e nei Paesi Bassi si basano su prove simili.
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Concludiamo con delle interessanti brevi 👇
⚽ Il ventottenne centrocampista spagnolo del Manchester City, Rodri Hernández Cascante, ha vinto il Pallone d’Oro maschile per la stagione 2023-2024, mentre Aitana Bonmatí, ventiseienne trequartista del Barcellona, ha ottenuto il Pallone d’Oro femminile per il secondo anno consecutivo. Rodri è fondamentale per il Manchester City, che ha vinto gli ultimi quattro campionati inglesi e la Champions League nel 2023, e per la nazionale spagnola, vincitrice degli Europei. Sebbene meno appariscente rispetto agli attaccanti, ha segnato gol decisivi e ha ricevuto riconoscimenti come miglior giocatore agli Europei. La sua vittoria è stata in parte sorprendente, dato che il favorito era Vinícius Júnior del Real Madrid, il quale, insieme ai dirigenti del club, ha disertato la cerimonia in segno di protesta. Rodri, considerato il miglior centrocampista del mondo dai suoi allenatori, ha avuto una carriera significativa, giocando anche per Villarreal e Atlético Madrid. Tuttavia, attualmente è infortunato e potrebbe mancare per tutta la stagione. Aitana Bonmatí ha confermato la sua posizione di top player, vincendo diversi trofei con il Barcellona, compresi campionato e Champions League. Negli ultimi due anni, il Pallone d’Oro femminile è sempre andato a calciatrici spagnole del Barcellona, e sul podio di quest'anno ci sono state tre giocatrici del club. Manuela Giugliano, della Roma, si è piazzata ventisettesima, diventando la prima italiana candidata dal 2018.
📱 Nell'ultima settimana, il quotidiano francese *Le Monde* ha pubblicato tre inchieste sull'uso dell'app Strava da parte delle guardie del corpo di leader mondiali come Emmanuel Macron, Joe Biden, Donald Trump e Vladimir Putin. Nonostante l'app offra la possibilità di utilizzare modalità privata, è emerso che molti membri delle guardie del corpo mantengono profili pubblici, consentendo l'accesso a informazioni sensibili, come le sedi degli incontri ufficiali dei capi di Stato. L'indagine ha dimostrato che monitorando le attività di questi agenti, è possibile risalire ai luoghi in cui alloggiano durante le visite ufficiali. In precedenza, nel 2018, Strava aveva già rivelato posizioni di basi militari statunitensi, scatenando preoccupazioni per la sicurezza. Le inchieste di *Le Monde* hanno identificato percorsi di guardie del corpo francesi, statunitensi e russi che corrispondevano a spostamenti ufficiali, facilitando l'individuazione di hotel e altre location riservate. I giornalisti hanno contattato i governi interessati prima della pubblicazione, sottolineando i rischi di sicurezza, ma molti profili sono rimasti pubblici anche dopo l'avviso. In particolare, per il presidente russo, l'analisi dei profili ha suggerito potenziali presenze in località segrete, nonostante non ci siano prove definitive della sua presenza in quei luoghi.
Alla prossima 👋
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La siderurgia così per come la conosciamo oggi, ha avvio in tempi lontanissimi e non sospetti: nel lontano 1150 d.C.
Per secoli e fino ad oggi ha permesso di produrre ghise, acciai e ferrite fondamentali per lo sviluppo industriale, economico e sociale.
Senza voler troppo dilungarsi, un complesso siderurgico permette, a partire dal minerale di ferro Fe2O3, di ottenere ghise grezze grazie al processo di ossidoriduzione che si sviluppa negli altiforni in presenza del carbon coke, fonte di energia e di CO essenziale alle reazioni.
I successivi processi di riduzione del carbonio in lega con la ghisa, attraverso l'insufflaggio di ossigeno in apposite strutture di reazione (convertitori Thomas, Bessemer, Rotor, Kaldo-Ld) permettono di ottenere l'acciaio destinato alla produzione. L'immensa energia termica per le reazioni, ma tutta l'energia di processo, viene ricavata e fino all'80% dall'impianto siderurgico stesso, anche e grazie al recupero della CO di reazione dagli altiforni (combustione nelle torri di Cowper).
Un processo parallelo di produzione della ghisa grezza nacque proprio in Italia (metodo Stassani) utilizzando un arco elettrico in forni di minori dimensioni, definiti bassiforni. Un processo che richiede un incredibile apporto di energia elettrica per la generazione dell'arco elettrico necessario per la fusione del minerale grezzo e continuando a fare affidamento alle polveri, in questo caso, di carbon coke, per ottenere la fondamentale ossidoriduzione.
Un processo che oggi richiede, circa 150 MWh di energia elettrica per tonnellata di carica inserita.
La follia ambientalista pretende, a fini ambientali e riduzione delle emissioni di CO2, di fare affidamento solo ai forni elettrici ed alle energie rinnovabili (solare + eolico) per sostenere la produzione della ghisa grezza. A tale follia se ne aggiunge una seconda: utilizzare idrogeno in luogo del carbon coke per sostenere i processi di ossidoriduzione. Idrogeno da produrre sempre e solo grazie all'apporto di energie rinnovabili.
Da subito appare evidente il costo di produzione di tali acciai, perché la potenza da impegnare nel tempo è mostruosa, così come la capacità eventuale di accumulo per sostenere un processo che, negli altiforni, ha una durata multidecennale.
La follia ulteriore è pretende di applicare l'idrogeno da fonti rinnovabili, una criterio che impone, dati i bassi rendimenti del processo elettrolitico a freddo, di impegnare ulteriori incredibili installazioni di energie rinnovabili (il rapporto energia ricavata : energia applicata è di 1 : 3.5/5.5).
Non scendo nei dettagli della notevole fragilità degli acciai ottenuti, dato che da sempre l'inclusione dell'idrogeno nella struttura reticolare del Ferro è considerata dannosissima (fiocchi di idrogeno), ma solo nei costi: un acciaio, definito ipocritamente verde dai politici e dagli ambientalisti, raggiungerebbe costi da 4 a 8 volte superiori rispetto alla produzione convenzionale, senza considerare la necessità di espandere il parco delle energie rinnovabili, senza considerare gli idrolizzatori per l'idrogeno, senza considerare l'accumulo per sostenere una produzione continua nel tempo.
Un esempio della follia proviene dagli Stati Uniti, dove il colosso dell'acciaio Cliveland-Cliffs ha già ricevuto una sovvenzione di 500 milioni di dollari per produrre acciaio "verde", ed una ulteriore sovvenzione è in arrivo dal DoE per ulteriori 75 milioni di dollari.
Il colosso, però, pur avendo ricevuto queste sovvenzioni generose, sembra non intenzionato a procedere per la produzione "verde", perché gli acquirenti non sono intenzionati a spendere almeno 4 volte in più per l'acquisto di questo prodotto finale. Le intenzioni del suo CEOo son quelle di procedere con la classica produzione dell'acciaio attraverso l'uso del carbon coke, non avendo intenzione di perdere quote di mercato in favore di Cina e India, dove non ci si preoccupa assolutamente delle emissioni di CO2, ma di produrre in modo economico e di qualità, e nessuna sovvenzione potrà mai coprire, intanto i costi di conversione degli impianti (oltre 1.5 miliardi di dollari per ogni linea) quindi contenere i costi di produzione e mantenere elevata la qualità del prodotto finale. Chiaro? Fernando Arnò. ============================================
Follie che, per fortuna dell'umanità, saranno seguite solo dagli euroidioti, mentre tutto il resto del mondo continuerà a bruciare carbone per le necessità industriali.
E noi?
Noi forse sopravviveremo coltivando ravanelli bio, molto apprezzati in Cina.
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Sospetti su Angela Carini e il ritiro con Imane Khelif: spunta un video del 2022 che la inguaia Quello con Imane Khelif non è stato l’unico ritiro in un incontro di boxe di Angela Carini che ha scatenato polemica: un vecchio video accende sospetti sull’italiana. Sui social network ancora divampa la discussione sull’atleta algerina che avrebbe troppo testosterone per essere considerata donna. Dopo un solo pugno, l’italiana Angela Carini ha deciso di lasciare il ring perché si era fatta male. Ma ora è tornato dal passato, ed è diventato virale, un video che mette sotto un’altra Carini. Si tratta di un incontro del 2022 che vedeva la boxeur italiana affrontare la turca Busenaz Surmeneli. LEGGI ANCHE Parigi 2024, nazionale calcio di Israele fischiata e accolta al grido “Heil Hitler” Parigi 2024, eroe misterioso salva gara di nuoto: ecco chi è “Bob the cap catcher” Parigi 2024, calderone olimpico senza fiamma: scopri tutti i segreti e le curiosità Sospetti sul ritiro di Angela Carini: il precedente Durante i Mondiali di boxe del 2022, nei sedicesimi di finale della categoria fino a 66 kg, Angela Carini ha incontrato la fortissima turca Busenaz Surmeneli. A 15 secondi dal termine del primo round, l’italiana cade e si ritira per un infortunio alla caviglia. In quella occasione uscì dal quadrato in barella. Ma ora quel video sta facendo il giro dei social mettendo in dubbio la veridicità dell’infortunio. Su Reddit si è aperta una discussione sulla strana caduta di Carini e sul fatto che sembra ripercorrere gli stessi eventi accaduti con Imane Khelif. Anche ai mondiali del 2022 la turca era molto più forte della Carini e viene quindi avanzato il sospetto che per tenere un buon ranking si preferisca il ritiro alla sconfitta. La polemica sul caso Imane Khelif Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono state teatro di una accesa controversia che ha infiammato il dibattito sullo sport e sull’identità di genere. Protagonista indiscussa è stata la pugile algerina Imane Khelif, la cui partecipazione ai giochi ha scatenato una tempesta di polemiche a livello internazionale. Al centro della disputa, la questione del testosterone. Khelif, pur essendo nata femmina, presenta livelli di testosterone superiori alla norma per le donne. Questa condizione, definita iperandrogenismo, ha sollevato dubbi sulla sua partecipazione alle competizioni femminili, in quanto potrebbe conferirle un vantaggio fisico rispetto alle avversarie. Una questione complessa con sfumature politiche La vicenda di Khelif ha messo in luce una questione estremamente complessa, che intreccia aspetti scientifici, etici e politici. Da un lato, ci sono coloro che sostengono il diritto di ogni atleta a gareggiare, indipendentemente dalle proprie caratteristiche fisiologiche, invocando il principio dell’uguaglianza e della non discriminazione. Dall’altro, vi sono coloro che temono che l’ammissione di atlete con livelli elevati di testosterone possa svantaggiare le altre concorrenti e minare l’integrità delle competizioni femminili. La polemica si è ulteriormente intensificata a causa di strumentalizzazioni politiche, con alcuni che hanno cercato di sfruttare la vicenda per promuovere ideologie e visioni del mondo spesso lontane dai valori olimpici. Seguici anche su Google News: clicca qui L'articolo Sospetti su Angela Carini e il ritiro con Imane Khelif: spunta un video del 2022 che la inguaia proviene da Bake News.
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Francia, aperta un’indagine per finanziamenti illeciti al partito di Marine Le Pen
Francia, aperta un’indagine per finanziamenti illeciti al partito di Marine Le Pen. La procura di Parigi ha aperto di recente un'inchiesta sui sospetti di finanziamento illecito della campagna elettorale di Marine Le Pen nelle presidenziali del 2022. Lo riferiscono fonti di BFM TV. L'apertura dell'inchiesta è stata decisa dopo una segnalazione dello scorso aprile da parte della Commissione nazionale dei conti delle campagne elettorali e dei finanziamenti politici. L'inchiesta... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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I dati sull’inflazione provenienti dagli Stati Uniti, dall’Eurozona e dal Giappone saranno al centro dell’attenzione questa settimana
Lo stato di salute del settore manifatturiero cinese sarà sotto i riflettori, mentre i timori sulla domanda potrebbero continuare a pesare sui prezzi del petrolio. - Dati sull’inflazione negli Stati Uniti L’indicatore dell’inflazione preferito dalla Fed, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali, previsto per venerdì sarà tenuto sotto stretta osservazione alla ricerca di indizi sulla direzione dei tassi di interesse per il resto dell’anno. I dati giungono mentre i mercati si stanno rassegnando alla storia dei tassi di interesse più alti e più a lungo dopo i verbali della Fed della scorsa settimana, insieme alle osservazioni caute dei responsabili politici che hanno espresso il dubbio che l’inflazione sia effettivamente su una traiettoria affidabile verso il basso. Gli investitori avranno inoltre la possibilità di ascoltare gli interventi di diversi membri della Fed durante la settimana, tra cui la governatrice Michelle Bowman, la presidente della Fed di Cleveland Loretta Mester, la governatrice Lisa Cook, il presidente della Fed di New York John Williams e il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic. Il calendario economico prevede anche la revisione dei dati economici sulla crescita del primo trimestre giovedì e il Libro beige della Fed mercoledì. - Inflazione nella zona euro La Banca Centrale Europea ha promesso di abbassare i tassi di interesse dal massimo storico del 4% nella prossimo vertice di giugno, ma resta da vedere quanto rapidamente li ridurrà dopo, soprattutto se i dati sull’inflazione in uscita venerdì mostreranno che le pressioni sui prezzi restano volatili. Gli economisti si aspettano che l’inflazione dell’area dell’euro salga al 2,5% a maggio su base annua, dal 2,4% di aprile, mentre l’inflazione sottostante è vista ferma a 2,7%. È improbabile che questo dato, da solo, possa dissuadere la BCE dal tagliare i tassi a giugno, ma alcuni funzionari si stanno già esprimendo contro la necessità di un ulteriore allentamento. Il calendario economico del blocco prevede anche il sondaggio dell’Indice Ifo sul clima economico tedesco lunedì e quello sulle aspettative di inflazione della BCE di martedì. - Dati del Giappone I dati sull’inflazione di Tokyo di venerdì saranno tenuti sotto stretta osservazione per cercare di capire quando la Banca del Giappone potrebbe alzare i tassi. I dati precedono di due settimane il prossimo vertice di politica monetaria della BOJ, in cui alcuni scommettono che la banca centrale potrebbe effettuare il suo secondo rialzo dei tassi dopo la storica mossa di marzo. I responsabili politici stanno affrontando una crescente pressione per un rialzo dei tassi a causa della continua debolezza dello yen, che danneggia i consumi gonfiando il costo delle importazioni di materie prime. Sempre venerdì, il Ministero delle Finanze pubblicherà i dati sugli interventi, che riguardano le recenti tornate di interventi sospetti e il programma di acquisto di obbligazioni della BOJ, in cui i trader si guarderanno bene dal tagliare l’ammontare degli acquisti della banca centrale. - Attività della Cina Lunedì la Cina pubblicherà i dati sui profitti industriali per l’anno in corso, con gli osservatori del mercato desiderosi di vedere se i profitti sono rimbalzati ad aprile dopo il forte calo del mese precedente che ha fatto rallentare il ritmo dei guadagni per i primi tre mesi al 4,3%. Venerdì la Cina pubblicherà i dati ufficiali sull’indice PMI manifatturiero e non manifatturiero. Gli economisti si aspettano che a maggio l’indice manifatturiero rimanga per il terzo mese appena al di sopra della soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione. Pechino ha fissato un ambizioso obiettivo di crescita economica di circa il 5% per quest’anno, che secondo molti analisti sarà difficile da raggiungere, poiché la prolungata debolezza del settore immobiliare e la tiepida domanda dei consumatori continuano a frenare la seconda economia mondiale. 5. Prezzi del petrolio I prezzi del petrolio sono saliti di circa l’1% venerdì, ma hanno registrato una perdita settimanale per il timore che i forti dati economici statunitensi mantengano i tassi di interesse elevati per un periodo più lungo, frenando la domanda di carburante. Il petrolio Brent ha chiuso la settimana in calo del 2,1%. La scorsa settimana ha registrato quattro sedute consecutive di ribasso, la serie di perdite più lunga dal 2 gennaio. Il greggio WTI ha chiuso la settimana in ribasso del 2,8%. L’aumento dei tassi di interesse aumenta il costo dei prestiti, il che può rallentare l’attività economica e ridurre la domanda di petrolio. La domanda di petrolio è ancora robusta da un punto di vista più ampio, hanno scritto gli analisti di Morgan Stanley (NYSE:MS) in una nota, aggiungendo che prevedono un aumento del consumo totale di liquidi petroliferi di circa 1,5 milioni di barili al giorno quest’anno. La debolezza della domanda di benzina negli Stati Uniti è stata compensata dalla domanda globale, che ha sorpreso al rialzo, soprattutto nella prima parte dell’anno, hanno detto gli analisti. Read the full article
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STUDIO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Dopo qualche settimana di "fermo tecnico", abbiamo ripreso settimana scorsa lo studio della nostra Costituzione: e riprendiamo anche ad analizzare i vari articoli, sintetizzando le varie situazioni che si dovessero creare o comunque che potrebbero consentirci di affidarci alla Costituzione stessa, partendo dall'articolo 21 dei "Rapporti Civili - Titolo I".
L'articolo 21 dice che "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'Autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni."
Con l'articolo 21 si "entra" in quelle che sono le problematiche/dinamiche giuridiche legate alle libertà di opinione o comunque alla stessa libertà di stampa. Libertà peraltro tutelata in quanto, in caso di difformità/scorrettezze, l'Autorità giudiziaria ha 24 ore di tempo in tal caso per ricorrere al sequestro dell'organo di stampa medesimo. Viene però richiesto se vi è un finanziamento che potrebbe dare adito a sospetti di conflitto d'interesse.
Per l'articolo 22 "Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome."
Mentre, invece, per l'articolo 23 "Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge."
Ovvero: la costituzione rispetta e tutela la privacy di ogni persona alla quale non possono venire imposte prestazioni di natura patrimoniale.
Infine, secondo l'articolo 24, " Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari."
E' inequivocabile: ognuno ha diritto di difendersi da capi d'accusa, da denunce, diffamazioni, ecc...e a tutelare i propri diritti, a maggior ragione i soggetti che versano in difficoltà economiche/fisiche e che non hanno possibilità di rivolgersi a legali che verranno a loro assegnati dal Foro competente.
Come in precedenza, ecco il link attraverso il quale poter consultare la Costituzione Italiana:
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“ Perché ce l’ho tanto con Putin? Perché il tempo passa. Quest’estate saranno sei anni che la seconda guerra cecena è iniziata affinché Putin potesse diventare presidente. E non se ne vede la fine. All’epoca i bimbi shahid [martiri dell’Islam] non erano ancora nati, ma dal 1999 a oggi tutte le stragi di bambini – tra le bombe e le pulizie etniche – sono rimaste impunite: i carnefici non sono mai finiti sul banco degli imputati. Putin non l’ha mai preteso, sebbene abbia fama di «amico di tutti i bimbi». In Cecenia i militari continuano a comportarsi com’è stato loro permesso da che la guerra è iniziata: pensano di essere in un poligono di tiro senza nessuno intorno, bambini compresi. Questa strage di innocenti non ha scosso il Paese. Nessuna televisione ha mostrato le immagini dei cinque piccoli ceceni uccisi. Il ministro della Difesa non si è dimesso seduta stante (perché è un amico di Putin e perché è uno dei papabili alle presidenziali del 2008). Non ha lasciato il suo posto nemmeno il comandante dell’Aeronautica militare. È rimasto tutto com’era. Il comandante in capo non ha indirizzato una sola parola di conforto o di condoglianze a quel padre rimasto solo. Il mondo continua a ribollire attorno a noi. In Iraq sono stati ammazzati degli ostaggi. Popoli e nazioni hanno chiesto a chi li governa e alle organizzazioni internazionali di ritirare le truppe per salvare la vita di quanti stanno facendo il loro dovere. Da noi niente. La morte di quei bambini assurti a martiri non solo non ci ha spinti a chiedere di ritirare le truppe, ma nemmeno a iniziare un dibattito su quanto sta accadendo in Cecenia con l’intento di aprire una strada al dialogo, alla pacificazione, alla smilitarizzazione e a tutto ciò che consegue alla fine di un conflitto. Perché ce l’ho tanto con Putin? Per tutto questo. Per una faciloneria che è peggio del ladrocinio. Per il cinismo. Per il razzismo. Per una guerra che non ha fine. Per le bugie. Per i gas nel teatro Dubrovka. Per i cadaveri dei morti innocenti che costellano il suo primo mandato. Cadaveri che potevano non esserci. Io la penso così. Altri avranno punti di vista differenti. Nonostante la strage, la gente continua a sperare che il mandato presidenziale si prolunghi fino a dieci anni. Di solito è il Cremlino, nella persona di Vladislav Surkov, a creare l’ennesimo movimento giovanile pro-Putin. Surkov, vicecapo dell’ufficio del presidente, non è solo un gran tessitore di alleanze, ma anche il miglior PR del Paese – dove «pubbliche relazioni» diventa sinonimo di menzogna, inganno e parole invece che fatti. I movimenti politici nati da un decreto del Cremlino sono in gran voga a casa nostra, affinché l’Occidente non sospetti che il nostro sia un sistema monopartitico, autoritario e non-pluralistico. E così spuntano gruppi che prendono nomi del tipo Marciamo insieme, Cantiamo insieme, Per la stabilità e altre varianti della Gioventù comunista di un tempo. Il tratto distintivo di questi movimenti parapolitici pro-Putin è che il ministero della Giustizia – solitamente incline a creare difficoltà a chi tenta qualche passo in politica – li registra in quattro e quattr’otto, senza lungaggini burocratiche. E come primo atto pubblico il neonato movimento annuncia che si adopererà a favore dell’estensione del mandato per l’amato presidente. “
Anna Politkovskaja, La Russia di Putin, traduzione di Claudia Zonghetti, Adelphi (collana Gli Adelphi, n°639), 2022⁴; pp. 353-354.
[1ª Edizione originale: Putin’s Russia, The Harvill Press, London (UK), 2004]
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IL CROGIUOLO
“Il crogiuolo” di Arthur Miller è una possente pièce teatrale fatta di parole, spesso di parole urlate, ma pur sempre di parole. Un po’ come tutto il teatro di Arthur Miller. Costruire o, come in questo caso, ri-costruire vicende con la sola forza delle parole e con un ricorso minimo alle azioni sceniche, è molto difficile e difficile anche per un regista che vede i suoi spazi di manovra ridotti al minimo. Prova brillantemente superata per lo Stabile di Torino e per il regista, Filippo Dini che hanno debuttato a Milano, qualche sera fa, al Teatro Strehler con il cupo dramma di Miller. Sulla scena si racconta una vicenda della caccia alle streghe, forse la più nota, quella che si svolse nel 1692 a Salem (Massachusetts), piccola comunità urbana, dove un gruppo di donne viene accusato di stregoneria a causa di comportamenti anticonformisti e stravaganti. Dramma scritto da Miller in pieno maccartismo e che porta quindi con sé una doppia cifra di lettura, quella degli accadimenti della fine del XVII secolo e quella della nuova “caccia alle streghe” (comuniste), dell’America degli anni Cinquanta, cifra di lettura che, volendo, diventa utilizzabile per tutte le persecuzioni passate, presenti e future, che si tratti di dissidenti politici o di rave party… Gli abitanti della piccola città di Salem si ingarbugliano in una inestricabile spirale fatta di sospetti, accuse e testimonianze false, dove tutti divengono accusati e accusatori, in preda ad una paradossale psicosi collettiva di odio ed isteria. Il regista Filippo Dini, che veste anche i panni di Proctor, uno dei protagonisti della vicenda,( ossia colui che decide di rompere la catena psicotica di accusa-confessione), sceglie un allestimento scarno ed essenziale per lasciare parlare il testo (nella storica traduzione italiana di Masolino D’Amico), affidando ad una chitarra elettrica vagamente country-blues, un rarefatto, ma azzeccato commento sonoro, su una scena di perenne desolazione urbana ed umana Lo spettacolo si replica fino al 10 novembre allo Strehler.
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UN DOCENTE DI STORIA CONTEMPORANEA PROPONE LA SUA ANALISI DI QUESTI MESI... E VEDE LONTANO: ecco *il progetto politico EUROPEO studiato per re-disciplinare la società in modo autoritario, eliminando libertà di impresa e socializzazione sostituita dal digitale.*
Il lockdown generale è già stato deciso a tavolino da tempo.
Tutte le oscillazioni di queste settimane sono soltanto gioco del poliziotto buono e cattivo, tattica per imporre la decisione gradualmente, testando volta a volta le reazioni.
Il progetto è chiaro.
Non ha niente a che vedere con la *situazione sanitaria, che è sotto controllo* (salvo le solite inefficienze locali) e che vede una pressione sugli ospedali inferiore a quella che si verifica abitualmente ogni anno per le epidemie stagionali di influenza. Morti e terapie intensive sono evidentemente in gran parte *anziani ammalati di altro,* spesso già ricoverati (i dati emergono su scala locale, anche se il governo si guarda bene dal chiarirlo a livello nazionale).
Se si volesse affrontare seriamente la protezione delle fasce di cittadini a rischio (chiarissimamente individuabili per via statistica) *basterebbe monitorare gli anziani con patologie specifiche attraverso medicina di base e Usca,* *somministrare loro terapie ormai note ai primi sospetti di virus, e fornire servizi.*
Ma chiaramente, di questo, *a chi governa non importa nulla*. Il progetto già pianificato dalla primavera scorsa è un altro, e tutto *politico*: un esperimento di *ri-disciplinamento autoritario delle società funzionale ad un modello economico ben preciso.* È un progetto non solo italiano ma europeo, che parte *dall’asse franco-tedesco e da Bruxelles, e di cui il governo italiano è solo uno tra gli esecutori.* Non bisogna essere complottisti per individuarlo: esso è già palese nella torsione paternalista, eticizzante delle istituzioni Ue di cui Ursula von der Leyen è la garante. L’obiettivo di queste classi politiche è *enfatizzare a dismisura il virus per distruggere quel che resta della piccola e media impresa, del terziario autonomo, degli spazi di formazione, socialità e cultura “fisici”*, e sostituirli con consumi, intrattenimento, didattica e socialità *integralmente digitalizzati*, completamente inglobati dalle grandi corporations hi-tech globali.
La *narrazione terroristica del Covid e i lockdown sono lo strumento per rimpiazzare del tutto la socializzazione con i *social*, le comunità di scuola e università con la *didattica su piattaforma,* l’amore e il sesso con il *dating virtuale,* i ristoranti e i bar con il *food delivery,* i cinema e i teatri con *Netflix*, lo shopping con *Amazon*, i concerti con le *dirette a distanza*, lo sport con il “workout” casalingo gestito da app, il lavoro con *sussidi statali di semi-indigenza,* il culto religioso comunitario con una *spiritualità solitaria* senza nessun rilievo sociale. E, soprattutto, per *eliminare ogni forma di associazione culturale, circolo, movimento civico e politico libero, non controllabile, trasformando la società civile in una pluralità di individui isolati* che si limitano ad essere followers dei leader politici, in un quotidiano reality show, “profilati” e sottoposti al continuo martellamento delle news unanimi di regime selezionate per loro dai social media depurandole di quelle che loro chiamano fake news, cioè di ogni fonte che non sia approvata dal complesso politico-mediatico mainstream.
L’accelerazione di questa trasformazione permetterebbe, per le élites europee, la saldatura tra il *mega-tecno-capitalismo d’oltreoceano, lo statalismo burocratico Ue a economia sussidiata e il modello di mercato autoritario cinese*.
L’unico ostacolo che può ancora frapporsi tra il progetto e la sua attuazione è *la reazione, la resistenza, la mobilitazione delle società civili europee, dei ceti e delle fasce sociali che si è deciso di sacrificare.
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Il 16 novembre del 1988 fu un grande giorno, ricco di speranza, ottimismo ed entusiasmo. Quel giorno per la prima volta in un paese islamico una donna divenne primo ministro.
Quella donna era Benazir Bhutto: aveva 35 anni e il sogno di cambiare il suo paese, il Pakistan.
Fino a quel momento, però, la strada era stata in salita: per la strenua opposizione al regime di Zia ul-Haq, il dittatore che aveva prima deposto suo padre, l’ex primo ministro Zulfiqar Ali Bhutto, e poi nel 1979 lo aveva ucciso, Benazir aveva subito gli arresti domiciliari, il carcere duro e l’esilio in Gran Bretagna.
Ma lei decise comunque di raccogliere l’eredità politica del padre e divenne leader del Partito Popolare Pakistano. Nel 1986 rientrò in Pakistan, accolta con grande entusiasmo da chi sperava in un rinnovamento del paese, ma fortemente osteggiata da chi vedeva in lei un pericolo per il regime e un’offesa alle tradizioni, per il suo essere una donna troppo libera, moderna e coraggiosa, in una società ancora patriarcale e maschilista.
Grazie al successo elettorale del suo partito nel 1988, fu nominata Primo Ministro. Il suo programma prevedeva riforme, accesso all’istruzione per i più poveri, servizi essenziali e, soprattutto, un nuovo ruolo alle donne, perché come sosteneva: “Quando le donne sono rispettate e considerate alla pari con gli uomini, si moltiplicano e migliorano le premesse sociali necessarie a far entrare una nazione nella comunità globale”.
Nonostante l’entusiasmo iniziale, il suo governo durò solo 20 mesi: fu destituita con accuse di corruzione, che in qualche modo gettarono su di lei ombre e sospetti. Tornò al potere nel 1993, per tre anni. Ma anche questa volta fu deposta, senza avere il tempo di portare a termine il suo programma di riforme.
Dopo un altro esilio, Benazir Bhutto rientrò in Pakistan nel 2007, accolta dall’entusiasmo dei suoi sostenitori che speravano in una sua nuova candidatura. Però quello che sembrava un momento di festa si trasformò in tragedia: un attentato suicida dei Talebani causò 138 vittime e circa 600 feriti. Lei si salvò miracolosamente, ma era ormai chiaro che era solo questione di tempo.
E, infatti, due mesi dopo, il 27 dicembre del 2007, Benazir Bhutto venne uccisa al termine di un comizio, mentre salutava la folla. Prima un colpo di pistola, poi un’esplosione che causò la morte di una ventina di persone.
Benazir Bhutto sapeva benissimo a quali rischi andava incontro, sapeva di avere molti nemici, alcuni anche molto vicini, aveva già provato sulla propria pelle la macchina del fango e della delegittimazione, e sapeva di essere un obiettivo per gli integralisti islamici e per gli oppositori politici.
Sapeva di essere in pericolo, ma ciononostante non si tirò mai indietro, perché aveva un progetto, anzi forse un sogno: un Pakistan in pace, dove ogni bambino possa vivere, crescere e realizzarsi completamente, senza alcuna discriminazione di genere, ceto sociale o credo religioso.
Ma purtroppo, a distanza di anni, è sempre un sogno…
🦋La farfalla della gentilezza🦋
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Eyes on the world #207
In ferie sì, ma sempre sul pezzo in un modo o nell’altro.
Torniamo con una veloce carrellata di brevi per un contro-esodo pieno di argomenti di cui parlare. Ce n’è per tutti i gusti, credetemi.
Cominciamo subito 👇
🇨🇦 Giovedì, le compagnie ferroviarie canadesi Canadian National Railway e Canadian Pacific Kansas City hanno avviato una serrata, bloccando gran parte delle attività e sospendendo circa 10mila dipendenti dopo il fallimento delle trattative per il rinnovo contrattuale. La serrata riguarda principalmente i treni merci e potrebbe causare gravi disagi in Canada e negli Stati Uniti, con ripercussioni sull'economia di entrambi i paesi. I sindacati chiedono migliori condizioni di lavoro e stipendi più alti, mentre le aziende propongono un accordo di modernizzazione. Il governo canadese potrebbe intervenire, ma è ostacolato dagli alleati politici vicini ai sindacati.
🧫 Il virus dell’mpox, precedentemente noto come "vaiolo delle scimmie", è stato dichiarato un’emergenza sanitaria internazionale dall'OMS il 14 agosto. Endemico in Africa centrale e occidentale, tra il 2022 e il 2023 si è diffuso in diverse parti del mondo. Attualmente, è particolarmente presente nella Repubblica Democratica del Congo, dove una nuova variante, più contagiosa e pericolosa, ha causato oltre 14.000 casi sospetti e 511 morti quest'anno. In Europa, i casi sono stati pochi e d’importazione, con un solo caso della nuova variante “1b” rilevato in Svezia. Il virus si trasmette principalmente attraverso il contatto prolungato con persone infette o oggetti contaminati e può causare sintomi variabili, tra cui eruzioni cutanee e febbre. La malattia è particolarmente rischiosa per persone con difese immunitarie deboli e bambini in Africa centrale. Attualmente, sono disponibili due vaccini, ma le campagne vaccinali non sono ancora diffuse nei paesi più colpiti. L’OMS spera che la dichiarazione di emergenza favorisca una migliore coordinazione nella lotta contro il virus. In risposta, l'azienda farmaceutica danese Bavarian Nordic ha donato 40.000 dosi del suo vaccino alla Repubblica Democratica del Congo. Il vaccino, denominato Imvanex in Europa, Jynneos negli Stati Uniti e Imvamune in Canada, è considerato il più promettente per prevenire l’mpox. Attualmente, il rischio di diffusione del virus in Europa è basso, mentre in Africa – come detto – la situazione è più critica. La vaccinazione è raccomandata per persone a rischio, ma non è necessaria per la popolazione generale. Bavarian Nordic prevede di aumentare la produzione del vaccino, con una domanda crescente soprattutto dai paesi africani.
🇪🇺 La commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha annunciato nuove misure per rafforzare i controlli alle frontiere dell'area Schengen. Dal 10 novembre entrerà in vigore il Sistema di ingresso e uscita (EES), che richiederà ai viaggiatori extracomunitari di fornire dati biometrici alla dogana, conservati per 3-5 anni. Entro maggio 2025 sarà introdotto l’Etias, un’autorizzazione elettronica simile all’ESTA statunitense, necessaria per cittadini extracomunitari senza visto, inclusi quelli del Regno Unito. L’Etias avrà un costo di 7 euro e sarà valida per tre anni, con un periodo di transizione di sei mesi.
🇮🇱 Torniamo a parlare della questione Gaza. Il ministero della Salute locale ha riportato un caso di poliomielite in un bambino di 10 mesi a Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, colpita dall'invasione israeliana dallo scorso ottobre. La poliomielite, che può causare paralisi permanente e morte nei bambini, era stata eradicata in gran parte del mondo grazie ai vaccini, ma il virus è stato trovato nelle fognature di Gaza a luglio. Le autorità sanitarie di Gaza hanno inviato campioni biologici in Giordania per confermare la presenza del virus. L'OMS ha chiesto un cessate il fuoco per vaccinare 640mila bambini palestinesi contro la malattia. Sul campo, martedì l’esercito israeliano ha bombardato una scuola a Gaza usata come rifugio dai civili, causando almeno 10 morti, tra cui due bambini, e 15 feriti. Israele ha giustificato l’attacco affermando che la scuola ospitava un centro operativo di Hamas, mentre il gruppo nega di utilizzare edifici civili per le proprie attività. Nel frattempo, le negoziazioni per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, iniziate il 15 agosto a Doha, sono fallite e dovrebbero riprendere al Cairo. Israele, mediato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, ha accettato una proposta americana, criticata da Hamas per essere troppo favorevole a Israele. La proposta prevede un cessate il fuoco di sei settimane, il rilascio graduale degli ostaggi israeliani e il controllo israeliano di parte del confine tra Gaza e l’Egitto, a cui Hamas si oppone. Israele, che ha occupato il corridoio durante un'operazione a Rafah, vuole mantenere una presenza militare per motivi di sicurezza, temendo il contrabbando di armi verso Hamas. L'Egitto, invece, chiede il ritiro israeliano, considerando la presenza militare una violazione dell'accordo di Camp David del 1978. Un altro punto critico riguarda il rilascio dei prigionieri palestinesi. Finora sono stati recuperati 13 ostaggi israeliani, ma 105 sono ancora in Gaza. Intanto, da oltre tre settimane, Israele e altri paesi del Medio Oriente attendono un attacco dall'Iran in risposta all'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuta il 31 luglio, presumibilmente per mano israeliana. Nonostante le minacce iniziali del leader iraniano Ali Khamenei, l'attacco non è ancora avvenuto, creando un clima di tensione nella regione. L'Iran ha dichiarato che l'attacco ci sarà, ma sta temporeggiando, forse per motivi strategici o per attendere l'esito di negoziati di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. La lunga attesa potrebbe indicare un cambio di strategia o la preparazione di un attacco diverso dal solito.
🇺🇸 In USA, la convention del Partito Democratico statunitense è iniziata a Chicago con il discorso di Joe Biden, originariamente previsto per la chiusura dell'evento. Nonostante alcuni problemi organizzativi, Biden ha ricevuto un'accoglienza calorosa dalle oltre trentamila persone presenti. Il discorso di Biden, che ha rivendicato i successi della sua amministrazione e ammonito sui rischi di una nuova presidenza Trump, ha lasciato poco spazio al futuro e a Kamala Harris, sua vice e candidata del partito. Durante la giornata, sono intervenute anche Hillary Clinton e Alexandria Ocasio-Cortez, entrambe critiche nei confronti di Trump. Contestualmente, si è tenuta una manifestazione contro i Democratici, con scarsa partecipazione rispetto alle aspettative, concentrata principalmente sulla critica al sostegno degli Stati Uniti a Israele e alla guerra in Ucraina. La convention è proseguita fino a giovedì, con il discorso conclusivo di Harris. La candidata Democratica ha sottolineato la sua storia personale e la sua carriera da procuratrice, presentandosi come una leader forte e determinata a difendere le libertà americane. Ha criticato duramente Donald Trump, accusandolo di mettere i propri interessi sopra quelli del paese, e ha promesso di proteggere la nazione, affrontando temi di politica interna ed estera. Harris ha chiuso il discorso con un richiamo al patriottismo e all'importanza delle elezioni imminenti.
🇱🇾 In Libia, la fragile stabilità post-guerra civile del 2020 è a rischio a causa di crisi politiche ed economiche interconnesse. Il paese rimane diviso tra due governi rivali: uno a Tripoli, guidato da Abdulhamid Dbeibah e sostenuto dall'ONU, e l'altro a Bengasi, controllato da Khalifa Haftar e i suoi figli. La banca centrale libica, che gestisce i proventi del petrolio, è al centro dello scontro, con il suo presidente Sadik al Kabir che ha rotto i rapporti con Dbeibah, spostando il sostegno finanziario verso Haftar. Questa mossa ha aumentato l'influenza degli Haftar, che ora minacciano di riprendere Tripoli, violando il cessate il fuoco. L'instabilità cresce, anche se una nuova guerra civile appare improbabile grazie alla presenza di truppe turche a protezione di Tripoli.
🇺🇦 Negli ultimi giorni, le forze ucraine hanno distrutto tre ponti nella regione russa di Kursk, che collegavano un'ampia area di confine con l'Ucraina al resto della Russia. Questa azione fa parte di un'offensiva ucraina iniziata due settimane fa, mirata a creare una «zona cuscinetto» per allontanare il fronte e prevenire attacchi russi sul territorio ucraino. Due dei ponti sono stati distrutti durante il fine settimana e il terzo lunedì, mentre l'esercito russo ha costruito due ponti provvisori di barche, di cui uno è stato già abbattuto. Non è chiaro il numero esatto di soldati russi presenti nell'area, con stime che variano tra 700 e 1.000. La riuscita dell'accerchiamento ucraino rappresenterebbe un successo significativo, ampliando il territorio conquistato lungo il confine. Tuttavia, i recenti avanzamenti ucraini sono stati limitati e la Russia ha inviato grandi quantità di truppe, comprese molte reclute, che potrebbero rallentare l'offensiva ucraina. Intanto, nella notte tra il 20 e il 21 agosto, l’Ucraina ha lanciato 10 droni sulla regione di Mosca, tutti abbattuti senza causare danni. Il sindaco Sergei Sobyanin ha descritto l'attacco come uno dei più estesi mai tentati contro la capitale. Gli aeroporti di Vnukovo, Domodedovo e Zhukovsky hanno limitato temporaneamente le operazioni. Inoltre, sono stati abbattuti altri 34 droni ucraini, di cui sei sulla regione di Belgorod e due su Kursk. Nella stessa notte, la Russia ha lanciato 50 droni contro l’Ucraina, tutti intercettati. Gli attacchi con droni sono ormai una costante nella guerra, con la Russia che colpisce frequentemente le città ucraine e l’Ucraina che mira a obiettivi strategici. Altrove i combattimenti nella regione del Donbass si sono concentrati su Pokrovsk, una città strategica per le linee di difesa ucraine. L'esercito russo è avanzato rapidamente, avvicinandosi a 10 chilometri dalla città, mentre i civili tentano di fuggire e l'esercito ucraino cerca reclute. L'importanza di Pokrovsk deriva dalla sua posizione, che controlla accessi a città cruciali come Zaporizhzhia e Dnipro. L'Ucraina sembra cedere rapidamente a causa della carenza di munizioni e soldati, nonostante un attacco in territorio russo per alleggerire il fronte. La battaglia per Pokrovsk potrebbe durare mesi e essere molto violenta.
🇩🇪 Venerdì sera a Solingen, in Germania, un uomo ha accoltellato diverse persone durante una festa cittadina, uccidendo tre persone e ferendone altre otto, di cui cinque gravemente. L'aggressione è avvenuta intorno alle 21:30 nella piazza del mercato, durante un evento per i 650 anni della città. La polizia ha avviato una vasta ricerca dell'aggressore, che è riuscito a fuggire tra il panico generale. Non ci sono ancora informazioni sull'identità dell'attaccante o sul suo movente. La festa, che avrebbe dovuto durare tre giorni, è stata annullata.
Alla prossima 👋
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L'amara provocazione: "Quanti palestinesi morti sono troppi ?” E’ il titolo di un articolo-analisi di una delle firme storiche del giornalismo israeliano: Zvi Bar’el. “Il capo di stato maggiore Aviv Kochavi - scrive Bar’el su Haaretz - ha chiesto ai comandanti superiori del comando centrale di agire per ridurre i casi di sparatorie contro i palestinesi in Cisgiordania", secondo un articolo di Yaniv Kubovich su Haaretz di martedì. Presumibilmente non ci potrebbe essere una confutazione più clamorosa dei commenti del giornalista Gideon Levy su Kochavi, nel senso che ‘un comandante dell'esercito che non ha nulla da dire su queste uccisioni metodiche contribuisce ancora di più al degrado dell'esercito’. Qui abbiamo un capo di stato maggiore che presta attenzione ai sentimenti della gente, che capisce che gli atti di omicidio compiuti in suo nome in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza non vanno giù facilmente al pubblico, anche se si tratta di una piccola minoranza. Si alza come un leone per fermare il crimine e "chiede" ai suoi ufficiali superiori di tenere d'occhio il comportamento indisciplinato. (...) La questione importante è come attuare la richiesta di Kochavi sul terreno. Quanti palestinesi innocenti siamo autorizzati a uccidere prima che si accenda una conflagrazione? Ogni brigata o compagnia riceverà una quota mensile o annuale di morti che non deve essere superata? Possiamo già sentire le grida di dolore dei leader dei coloni che il capo di stato maggiore non lascia vincere l'IDF. Possono smettere di preoccuparsi - Kochavi ha chiesto solo di abbassare le fiamme, non di spegnerle. Ha chiesto solo agli ufficiali dell'IDF, non a loro. I coloni non sono subordinati a lui, e le loro armi, comprese quelle appartenenti ai soldati che usano occasionalmente, sono libere da restrizioni. (...) Da maggio, più di 40 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania. Manca solo che il portavoce dell'IDF presenti con orgoglio questa scoperta come prova delle "lezioni imparate". Senza di essa, potrebbe affermare, 80 palestinesi, o forse 100, sarebbero stati uccisi. (...) In una dichiarazione diffusa il 24 giugno, Amnesty International ha accusato la polizia israeliana di aver commesso, durante e dopo il confitto in Israele e a Gaza, una lunga serie di violazioni dei diritti umani ai danni dei palestinesi in Israele e a Gerusalemme Est occupata, attraverso una campagna repressiva basata su arresti di massa, uso illegale della forza contro manifestanti pacifici, maltrattamenti e torture. Inoltre, la polizia israeliana non ha protetto i cittadini palestinesi di Israele da attacchi premeditati di gruppi di suprematisti ebraici armati, persino quando tali attacchi erano stati resi noti in anticipo e la polizia ne era o avrebbe dovuto esserne a conoscenza. (...) Anche rappresentanti politici e del governo hanno incitato alla violenza. Tra questi il deputato Itamar Ben-Gvir, di “Potere ebraico”, che ha incitato i suoi sostenitori a recarsi a Lod e in altre città e invocato l’uccisione di chi lanciava pietre, e il sindaco di Lod, Yair Revivo, che ha descritto gli eventi in corso in città come un pogrom contro gli ebrei. Gli arresti di quattro sospetti per l’uccisione di un palestinese di nome Musa Hassuna sono stati descritti dal ministro per la Sicurezza pubblica Amir Ohana “un fatto terribile”: dopo tre giorni sono stati rimessi in libertà su cauzione. “Il fatto che cittadini ebrei di Israele, anche noti, abbiano potuto incitare apertamente alla violenza contro i palestinesi senza subire conseguenze descrive il livello di discriminazione istituzionalizzata ai danni dei palestinesi ed evidenzia l’urgente bisogno di protezione da parte di questa comunità”, afferma Molly Malekar, direttrice di Amnesty International Israele. Una protezione negata. Da sempre.
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