#Polisemie
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De la scritta maniera
Non fu mai intenzion mia immortalare ciò che segue, ma la sfrontatezza di chi mi è inferiore m'ha portato a cambiar la rotta, a navigar per li mari de la bella parlata. Sarò superbamente destro ne la revelatione dell'ars mea, de la quale ho già fatto sfoggio certo e completo in quanto precede.
In questo breve trattato, come da titolo annunziato, vomiterò atomi de la scritta maniera, affinché chi come me non compete nel fare pulcri versi possa manipolare gli italici dirsi.
Il punto primo della scrittura è quello del peso. Si immagini l'accostarsi di parole - o costruzioni di sintagmi che siano - come materia, di cui ogni singolo elemento detiene, appunto, il proprio peso. Verrà naturale pensare che vi sia differenza tra parola e parola seppur uguali di senso, e certamente vi è. Per esempio, se io fossi ne la situazione di dover scrivere di una divina creatura giunta dai candidi cieli, utilizzerei alti termini tingendoli di passati idiomi. Ne evidenzierei lo splendore dicendola maravigliosa, parlerei della sua pulcritudine piuttosto che della sua bellezza, citerei anzichè l'ale le piumate braccia di bianco sfavillio. Si ricordi che pur sempre di peso si parla e, dicendolo nella logica dei numeri, il valore è assoluto: più chiaramente rivelato, una cosa nefasta egualmente rispetto ad una alta vedrà un pareggiarsi del peso.
Il punto secondo della bella scrittura è il peso non quantitativo, ma qualitativo. Ogni parola o costruzione detiene la propria valenza qualitativa che ne determina il ruolo nel discorso e il discrimine di una rispetto all'altra. Vien a farsi cosa una con le polisemie, che siano di specie regolare o metanarrativa. È opportuno aver parsimonia nella scelta dei vocaboli - o sistemi di vocaboli - da apporre ad un periodo, nei termini delle loro sfaccettature plurime. Ad esempio, sia data la parola "dimonio" e sia richiesto di descriverla in incognito contesto. Dirò del dimonio la sua magrezza al fin che siano messe in risalto ambedue la smuntezza e l'empietà, o ne dirò l'iniquo serpeggiare per evidenziarne il viscidume e la reità primigenia. Si badi che anche qui ho scelto vocaboli pesanti e materiosi per l'assolutezza del peso proprio del dimonio. La qualità è forse la regola più importante, se considerata in funzione delle costruzioni - qui si parlerebbe di peso qualitativo relativo - : l'ordine delle parole e dei sintagmi può essere modificato per potenziare inconsci stati. Metterò un aggettivo prima del suo sostantivo se lo crederò di maggior peso, porrò il verbo in un punto ponderato del periodo se lo vedrò gravar a la giusta maniera lì. La qualità ha infinite strade percorribili, che ci portano al terzo punto.
Il punto terzo è quello di ricordarsi che la lingua non è che schifosa limitazione del magnifico pensiero umano. Noi siamo migliori della lingua. Noi siamo più alti. La lingua è nostra deboletta fabbricazione e noi la dobbiamo dominare. È imperativo che noi uomini giungiamo oltre gli idiomi, ma finchè vi soggiaciamo, che questi si pieghino al nostro volere e non viceversa. Le parole e le costruzioni, che si cambino a favor de la bella parlata, che i verbi si disgreghino in funzion de la movenza delle cose, che i periodi si facciano pazzi e insani. Non v'è licenza che non regga, non v'è eccesso, niuna cosa è errata, e seppur io sia ipocrita a far belli periodi con arcaicheggianti messinscene, che sia maledetta quella puttana della lingua. Che si dica nefando, materioso e mille altre parole che non sono.
Quarto e definitivo pilastro è quello della forma. Dopo aver analizzato l'essenza, era naturale discorrere di questa. Per forma io vo intendendo quel che le persone chiaman suono, ma credo che tal nomea sia eccessivamente restrittiva. Addolcirò una parola o un periodo se dovrò narrar d'angeli, li inasprirò se dovrò narrar di dimoni, mi manterrò su mediane ma alte parole se dovrò narrar di nefilim. Si tratta di forma anche nel bel caso del ritmo delle cose, che marcerà a una maniera o a un'altra in base all'energia detenuta dal soggetto, o nel caso dell'elisione, strumento di ineffabile utilità in analoghi casi.
Che mi si affronti, che mi si facciano appunti insulsi, io credo in modo certo e vero in quanto rivelato in queste brevi righe disperate. Si badi che la componente estetica non è mai messa in discussione.
Se non capisci quello che c'è scritto, non è affatto colpa mia. Poichè io scelgo di scrivere in un certo modo. Ma altrimenti, che gusto ci sarebbe?
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"sapienziale": un saggio di davide castiglione, online su 'polisemie'
“sapienziale”: un saggio di davide castiglione, online su ‘polisemie’
Davide Castiglione annuncia su fb l’uscita su Polisemie di “uno studio monstre (42 pagine)” in cui sviluppa “un modello stilistico-pragmatico per analizzare gli enunciati universali o almeno generali (sentenze, proverbi, stereotipi, tesi ecc.) in poesia” applicandolo “a quattro autori intensamente frequentati: Cristina Annino, Milo De Angelis, Marco Giovenale e Guido Mazzoni”, cercando inoltre…
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#assertività#Cristina Annino#critica letteraria#Davide Castiglione#enunciati#Guido Mazzoni#kritik#Marco Giovenale#Milo De Angelis#non assertività#poesia#Polisemie#proverbi#saggio#sapienziale#sentenze#stereotipi#teoria#teoria letteraria#tesi
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Nel primo Magrelli la ricerca e l’uso di una lingua chiara e trasparente
Nel primo Magrelli la ricerca e l’uso di una lingua chiara e trasparente
Al centro esatto del libro di esordio dell’allora ventitreenne Valerio Magrelli, “Ora serrata retinae” <1 (Feltrinelli, 1980), si trovano due componimenti molto significativi che, per mantenerci all’interno della metafora nautica <2 con la quale si chiude la raccolta («con l’ultimo cabotaggio si conclude / questa passione geometrica» [OSR 99]), rappresentano il giro di boa del tragitto circolare…
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#1980#Giorgio Giuseppe Tranchida#lingua#metro#poesia#Polisemie#Riccardo Socci#sonetto#Valerio Magrelli
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VentiVenti 16/18 aprile La Sapienza
VentiVenti 16/18 aprile La Sapienza
Sono molto lieta di annunciare la partecipazione del Fondo Librario di Poesia Contemporanea di Morlupo al convegno VentiVenti 16/18 aprile 2020 organizzato dalla rivista di poesia Polisemie presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza“. L’ambito di partecipazione è quello sociale e prevede le seguenti tematiche:
Editoria e poesia oggi – Analisi della produzione poetica…
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#editoria#o Librario di Poesia Contemporanea di Morlupo#poesie#relazione#rivista di poesia Polisemie#società#Supporting Entrepreneurship and Innovation in Higher Education in Italy#tecnologie#Università degli studi la sapienza#Viviana Scarinci
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Fête des Jardins 2021
Au Village Reille
Les 25 et 26 septembre 2021, les occupants du Village ont ouvert leportes aux habitants du quartier, et organisé la plus belle fiesta botanique du 14ème.
#lacobi london#@etreparis#polisemi#association aurore#La Fée dans les bois#La Wafflette#Locavor Montsouris#Les petites voisines#Florenbleu#Harouna's Kitchen#La Fourmilière#Re-belles#Aude Brédy#Shayna Klee#Izha aux mille fleurs#Atelier Metiss#Jeanineemoi
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Apa Perbedaan Homonim, Homograf, Homofon dan Polisemi?
1. Pengertian Homonim
Homonim berasal dari bahasa Yunani, homos yang berarti sejenis dan onuma yang berarti nama. Dalam imu bahasa, istilah tersebut diartikan sebagai kata yang bentuk dan cara pelafalannya sama, tetapi memiliki makna yang berbeda.
Menurut Kamus Besar Bahasa Indonesia (KBBI), homonim adalah kata yang sama lafal dan ejaannya, tetapi berbeda maknanya karena berasal dari sumber yang…
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GİT BENİ POLİSEMİ ŞİKAYET EDİYORSUN MAHKEMEYEMİ VERİYORSUN NE YAPIYORSAN YAP ZATEN Bİ ONLAR DUYMADI SENİ ÇOK SEVDİĞİMİ PİŞMANLIĞIMI HABER KANALLARINA FALANDA ÇIKALIM HERKES DUYSUN YETER M.KOYIM YA BENİMSİN ULAN BENİM !!!
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Grodd - mina tankar
Här är mina tankar kring Grodd. Jag kan både svenska och tjuvasjiska. Jag har inte haft så mycket kontakt med poesi sedan länge (sedan skolan egentligen). Tjuvasjiska är snarare mitt hjärtespråk än mitt modersmål. Även om Ajgi skriver mycket "renare" på tjuvasjiska (med rim och enklare), så är det ett väldigt djup i tjuvasjiska folksymboliken som gör det svårare att förstå för en som inte har växt upp i tjuvasjisk miljö.
Å andra sidan har jag lärt mig en del tjuvasjiska poetiska symboler genom åren och på det sättet inte helt representativ som en vanlig svensk läsare. Det som är självklart för mig är nog inte självklart för andra. Det finns en del universella symboler som är samma överallt. Mikael Nydahl har kommenterat alla dikter, men det finns såklart mycket mer.
Potatisblast
Mikael Nydahl har översatt väldigt nära till originalet och gett en fin gåta till alla läsare. Jag har i princip överallt kunnat jämföra rad för rad svensk dikt med dess original. På det sättet har jag även lärt mig mer tjuvasjiska och svenska!
Även om det är nära originalet, så får översatta diktera sina egna liv på grund av ordens olika konnotationer och polisemi (att de kan betyda fler saker och de oftast inte överlappar varandra).
Ett givet exempel är tjuvasjiska ordet "Sară" - gul. Gul färg i tjuvasjiskan har även betydelse "vacker" (så som sară hĕr Narspi - vacker “gul” flicka Narspi). Gul i svenskan är inte ful såklart, men den visar mer vissenhet - så som i "Potatislandet om hösten". När man läser svenska dikten tänker man på den vissna blasten. I tjuvasjiskan finns det ändå en bismak av en (bisarr?) beundran, något vackert? Jag får den associationen i alla fall. För mig blir det lättare att plötsligt svänga till optimistiska "spåren av Troja" i slutet.
Svenska "blast" är ett nytt ord för mig. Rent fonetiskt påminner det mig om "blä", något halväckligt. Tjuvasjiska motsvarigheten är "avri" är snarare "hållare", "handtag" (samma ord används för verktyg och redskap så som hammare). Avri är definitivt snällare och närmare än blast.
I svenska dikten blir vändningen mycket skarpare och oväntad, medan i tjuvasjiska originalet är det nästan ingen vändning.
Sorg
I "Efter femton år" sorger Ajgi sin mamma. Jag har tyvärr inte hittat originalet. Den är väldigt enkel och vacker och universell. Den är vacker på svenska, har rim och låter en känna också hans smärta.
Göra ingen förnär
För mig är Ajgi ny, jag kan inte jämföra hans tjuvasjiska dikter med hans ryska dikter. Mikael Nydahls översättning är min första ingång till Ajgi. Det är därför jag kan råka skriva något som är självklart. Ett tema som återkommer hela tiden är ...
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Kabur : Kisah Lain dari Manusia
Bulu romaku berdiri
Mataku tak henti tuk mengaram
Jantungku berdegup kencang
Aku hanya tak ingin hidup di sana
Dalam perahu yang telah karam
Itu begitu dingin dan terasa mencekam
Ruhku berkata, itu tempat terlarang. Tidak sah!
Jangan terus kau hidup di sana
Tubuhmu sudah tak merasa betah
Juga ruhmu
Tunggu, ini bukan polisemi
Aku tak mencoba membuat ketaksaan leksikal
Ini jelas!
Hanya satu, aku takut hidup dan kembali
Tempat itu tidak tepat bagiku
Aku pikir bagi mu juga
Paham?
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apertura del terzo numero della rivista 'polisemie'
apertura del terzo numero della rivista ‘polisemie’
apertura del terzo numero di Polisemie: Rivista di poesia iper-contemporanea. all’indirizzo https://polisemie.warwick.ac.uk/ è possibile leggere l’articolo di Giuseppe Andrea Liberti, OLTRE MARECHIARE. PRIME OSSERVAZIONI SULLA POESIA NAPOLETANA DEL XXI SECOLO. Polisemie pubblica numeri aperti (roll-out issues): nel corso dei prossimi mesi sarà possibile quindi trovare articoli sempre nuovi sulla…
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VentiVenti 17 aprile La Sapienza spostato
Purtroppo il convegno VentiVenti per un’interpretazione della poesia di inizio secolo organizzato dalla rivista di poesia Polisemie presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” è stato spostato a data da destinarsi.
Pertanto la mia partecipazione ai lavori del convegno riguardante l’ambito:
Testo e società, azione e reazione – Rapporto tra testo poetico e realtà sociale:…
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#editoria#o Librario di Poesia Contemporanea di Morlupo#poesie#relazione#rivista di poesia Polisemie#società#Supporting Entrepreneurship and Innovation in Higher Education in Italy#tecnologie#Università degli studi la sapienza#Viviana Scarinci
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cosa dove leggo: "la gente non sa cosa si perde", "delle osservazioni", e bits da "oggettistica", il 29 (domani) al brancaleone
cosa dove leggo: “la gente non sa cosa si perde”, “delle osservazioni”, e bits da “oggettistica”, il 29 (domani) al brancaleone
quando? sabato 29, un po’ prima delle 16, penso. al Brancaleone, Roma, via Levanna 11. come mai ne parlo? credo si tratti del primo reading in presenza dopo quasi un anno e mezzo. vediamo. (more…)
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roma, 29 maggio: reading di poesia al brancaleone
facebook.com/premiopoesiamassimoferretti/photos/a.107421078125692/120341070167026/ Al Brancaleone (Roma, via Levanna 11), sabato 29 maggio, nel contesto delle iniziative della prima edizione del Premio Massimo Ferretti. https://polisemie.it
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oggi, h. 18: ottava sessione di twentytwenty extended conference
oggi, h. 18: ottava sessione di twentytwenty extended conference
OGGI, martedì 20 aprile, alle ore 18:00ottava sessione di TWENTYTWENTY EXTENDED CONFERENCE Questi gli interventi: Luigi Severi (Roma), Forme della complessità. Su alcuni procedimenti delle nuove scritture Gruppo di lettura “Sul ponte diVersi“, Riccardo Deiana (Università degli Studi Roma Tre), La Presenza Vera del poeta degli anni Venti. Social-curricula, legittimazione e auto-promozione…
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twentytwenty extended conference: 20 aprile, ottava sessione
twentytwenty extended conference: 20 aprile, ottava sessione
martedì 20 aprile, alle ore 18:00ottava sessione di TWENTYTWENTY EXTENDED CONFERENCE Questi gli interventi: Luigi Severi (Roma), Forme della complessità. Su alcuni procedimenti delle nuove scritture Gruppo di lettura “Sul ponte diVersi“, Riccardo Deiana (Università degli Studi Roma Tre), La Presenza Vera del poeta degli anni Venti. Social-curricula, legittimazione e auto-promozione Poster:…
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