#Luigi Severi
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marcogiovenale · 3 months ago
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[r] _ florinda fusco legge giuliano mesa: audio della serata in camera verde (16 nov 2019), con interventi di vari autori
https://slowforward.net/wp-content/uploads/2019/11/fusco_mesa_cameraverde_16nov2019_.mp3 Letture di testi di e per GIULIANO MESA @ La camera verde, via G. Miani 20, Roma Sabato 16 novembre 2019, h. 19 Florinda Fusco legge frammenti in flusso unico da Quattro quaderni e da Tiresia Inoltre, testi dedicati a Giuliano: di Luigi Severi, Fabio Orecchini, Simona Menicocci, Marco…
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aitan · 6 months ago
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Il mio bisnonno Luigi Vergara (1880-1930) con i suoi genitori Maria Capasso (1840-1934) e Carmine Vergara (1839-1920).
Quando vedo queste foto mi vengono in mente le commedie di Eduardo Scarpetta e certi quadri di Ilya Repin dei primi anni del '900.
Gli uomini, poi, li vedo tutto impettiti ed eleganti, la trisavola, invece, mi pare una brigantessa con le mani bruciate dalla polvere da sparo.
Le pose erano lunghe e ancora non si era diffuso il vizio di fingere di sorridere alla telecamera. Forse era più forte l'esigenza di apparire autorevoli e severi. O, semplicemente, si era stanchi e irritati per i lunghi tempi di attesa.
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mypickleoperapeanut · 1 year ago
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Lunedì 24 luglio 2023 alle ore 21.30, la Basilica di Santa Croce, ha ospitato il bellissimo concerto dei Solisti del Festival internazionale 'Italian Brass Week', Rex Richardson, Omar Tomasoni, Andrea Dell'Ira alle trombe, Oliver Darbellay, jorg Bruckner ai corni, Lito Fontana, Zoltan Kiss ai tromboni, David Childs – euphonium
Ryunosuke (Pepe) Abe – euphonium, trombone
Sérgio Carolino, Mario Barsotti, Gianluca Grosso – al tube, Filippo Lattanzi al marimba, Andrea Severi all' organo.
Musiche di J. S. Bach, G. F. Handel, G. Caccini, A. Marcello, T. Albinoni
I solisti del Festival condivideranno con il pubblico presente le più prestigiose pagine del repertorio cameristico fiorentino ed italiano, legandosi ai capolavori artistici, pittorici e scultorei, che la Basilica custodisce.
Saranno eseguiti brani della fiorentina Camerata de' Bardi, celebranti la Cappella dei Bardi di Vernio, omaggio al Conte Giovanni fondatore del circolo musicale ed intellettuale che ha dato vita al melodramma; dei compositori francescani, primo fra tutti Padre Giovan Battista Martini, maestro di Wolfgang Amadeus Mozart, gli ottocenteschi Luigi Cherubini e Gioachino Rossini; così come brani sacri che si legano alle Storie di San Giovanni Battista, di San Giovanni Evangelista, di San Francesco e della Vergine Maria, celebranti i cicli pittorici realizzati da Giotto e da Gaddi per le Cappelle Peruzzi, Bardi e Baroncelli.
Riccardo Rescio per I&f Arte Cultura Attualità
Firenze 24 luglio 2023
Italian Brass Week Città di Firenze Cultura Fondazione CR Firenze Italia&friends Publiacqua SpA Basilica di Santa Croce di Firenze
Ministero della Cultura Ministero del Turismo ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo Ivana Jelinic
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enzopizzolo · 5 years ago
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L’on. Carla Giuliano ha visitato questa mattina il comando della Polizia municipale di San Severo
“Un confronto positivo e proficuo durante il quale abbiamo messo a fuoco alcune delle principali criticità del territorio e raccolto istanze e proposte dal corpo dei Vigili Urbani”. Questo il giudizio di Carla Giuliano, parlamentare del M5S di San Severo al termine della sua visita odierna presso il Comando della Polizia Municipale di San Severo con il Comandante Magg. Dott. Ciro Sacco, avvenuta alla presenza del sindaco avv. Francesco Miglio, dell’assessore con delega alla Polizia Locale ing. Luigi Montorio, del Vice Commissario di Polizia Locale dott. Marco D’Antuono e del Vice Conmissario di Polizia Locale, Dott. Felice Cafora .
In particolare l’on. Giuliano, dopo aver rinnovato la “solidarietà al Comandante Sacco per quando accaduto” e apprezzamento al Comando “per il lavoro svolto sul territorio nonostante i limiti di organico”, si è soffermata “sull’importanza del presidio interforze già attivato lo scorso fine settimana che, dietro mia istanza, è stato disposto dal Prefetto, per rafforzare il controllo del territorio durante il fine settimana, iniziativa di cui ringrazio il Prefetto per la tempestività e la grande attenzione mostrata per le problematiche che attanagliano il nostro territorio”.
Circa una settimana fa, l’on. Giuliano, a seguito di quanto accaduto al Comandante Sacco aveva chiesto al Prefetto “controlli più severi per i ciclomotori selvaggi a San Severo” attraverso “una nuova espressa istanza finalizzata a porre in essere specifiche iniziative di contrasto al fenomeno dei ciclomotori selvaggi”, sollecitando anche l’impegno di famiglie e scuole “a stigmatizzare esplicitamente con i propri figli e con i giovani a loro affidati l’episodio”.
“La risposta del Prefetto a queste mie esplicite richieste non si è fatta attendere, come dimostra l’attivazione del presidio interforze durante il weekend”, sottolinea l’on. Giuliano.
La parlamentare del M5S di San Severo, nel corso della visita presso il Comando, ha quindi indicato una serie di altre importanti criticità affrontando in particolare il problema dei parcheggi selvaggi e delle violazioni del codice della strada nonché il problema dei controlli agli esercizi commerciali e della occupazione abusiva di aree pubbliche”.
“L’attenzione alle problematiche del territorio è costante e massima. perciò sono particolarmente lieta tanto delle risposte del Prefetto quanto delle azioni messe in campo dal Comando della Polizia Municipale e da tutte le forze dell’ordine per garantire la sicurezza del nostro territorio. C’è tanto da fare per ripristinare la sicurezza a San Severo ma sono certa che se continueremo a confrontarci come abbiamo fatto oggi arriveranno tanti altri importanti risultati”, ha concluso l’on. Giuliano.
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hellogiuseppemerolafan · 6 years ago
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Dava consigli su come eludere i vincoli del reddito di cittadinanza, sospeso consulente del Caf  Il vicepremier Luigi Maio l’aveva detto ieri: quanti pensano di poter eludere i paletti previsti dal decreto sul reddito di cittadinanza “stiano attenti scatteranno controlli severi della Guardia di finanza e non ci sarà pietà per nessuno”.
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pneusnews · 7 years ago
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Online il programma preliminare di Autopromotec Conference
Online il programma preliminare di Autopromotec Conference
È online il programma preliminare di Autopromotec Conference in calendario dal 13 al 14 giugno presso l’Unipol Arena di Casalecchio di Reno.
Mercoledì 13 giugno 2018
09.30 Welcome Coffee
10.00 Accredito dei partecipanti
10.30
Saluto AICA – Mauro Severi, Presidente
Saluto Istituzionale – Palma Costi, Assessore alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma…
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klemcoll · 8 years ago
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The Lineup at Le Mans
The Lineup at Le Mans
It is early afternoon at Le Mans, just a couple of hours before the start of the 1957 running of Les 24 Heures du Mans. Cars from the Ferrari team are being lined up in front of the pits, ready for the start that is about to come. On the left is a Ferrari 315 Sport that will be driven by Martino Severi and Stuart Lewis-Evans into fifth place behind four Jaguar D-Types. Indeed, it will be the only…
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marcogiovenale · 6 months ago
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video completo della puntata del 'club del libro' dedicata ai "cinque testi..." di michele zaffarano
con Antonio Syxty, Carmen Gallo, Luigi Severi, 20 maggio 2024
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letteratour · 5 years ago
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Fare poesia: Luigi Severi, da Sinopia, Exit 2013 In fondo, la poesia non è altro che l’intonacatura di una e più parole...
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tmnotizie · 5 years ago
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MACERATA – Il 5 settembre la banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri, diretta dal Maestro Col. Massimo Martinelli, terrà un concerto all’arena Sferisterio di Macerata. “Un evento che abbiamo voluto per i 190 anni dello Sferisterio, inaugurato proprio il 5 settembre 1829 – ha sottolineato con soddisfazione  il sindaco Romano Carancini durante la presentazione avvenuta stamattina insieme al colonnello comandante provinciale dei Carabinieri, Michele Roberti e alla presidente della Fondazione Carima, Rosaria Del Balzo Ruiti e a Sandro Parcaroli di Med Store che hanno sostenuto l’iniziativa. Presente il maggiore Luigi Ingrosso comandante dei Carabinieri di Macerata.
“Un evento straordinario con una formazione di gran prestigio dal calendario fitto di appuntamenti ed eventi e che ha accolto il nostro desiderio/invito di esibirsi nella nostra splendida arena sferisterio in un evento che riveste un triplice aspetto: istituzionale, di comunità e artistico.” ha proseguito il sindaco.
Un appuntamento da non perdere, dunque, con una formazione, quale la Banda dell’Arma dei Carabinieri, “nota in ogni parte del mondo per la varietà del suo repertorio, per la perfezione formale delle sue esecuzioni e per il fascino che suscitano i suoi orchestrali, con le loro splendide uniformi, la magnifica compostezza, la profonda vocazione musicale” –  ha sottolineato il col. Michele Roberti che ha ricordato come negli anni in cui si apriva lo Sferisterio a Macerata la banda nasceva nella sua veste di orchestra con l’inserimento nel suo organico un nucleo di trombettieri che ha dato il via alla trasformazione e crescita del complesso apprezzato in tutto il mondo.
“Un sogno rincorso per tanti anni, quello di ascoltare allo Sferisterio la banda dell’Arma dei Carabinieri- ha detto Rosaria del Balzo Ruiti- un progetto di elevata qualità artistica e il miglior modo per concludere una stagione estiva eccellente in uno scenario straordinario quale lo Sferisterio che -come ha sottolineato Sandro Parcaroli – “appartiene a tutti noi e a tutto il territorio.”
Il programma della presenza della banda a Macerata prevede anche una sfilata lungo corso Cairoli che partirà alle 19.30 dall’inizio del corso per raggiungere alle 19.45 lo Sferisterio, per l’occasione vestito di tricolore, dove la banda farà una breve esibizione, cui seguirà lo spettacolo alle ore 21.
L’ingresso è gratuito e da martedì 27 agosto si possono ritirare (max 4 a persona) i biglietti alla biglietteria di piazza Mazzini, aperta da martedì al sabato: dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
Nata nel 1820, quando per la prima volta il Corpo dei Carabinieri Reali inserì nel suo organico un nucleo di trombettieri, tale formazione fu trasformata poi in Fanfara nel 1862 e nel 1920 assunse una fisionomia più ampia e la denominazione di Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri.
Dal luglio del 2000 dirige il complesso musicale il maestro Massimo Martinelli. Diplomatosi al Conservatorio di S. Cecilia di Roma, in Composizione, Direzione d’Orchestra, Musica Corale e Direzione di Coro, Pianoforte e Strumentazione per Banda, il Maestro Martinelli ha ricoperto prestigiosi incarichi in Bande di altri corpi militari, è autore di musica corale e per banda e ha diretto la banda dei carabinieri negli ultimi anni nei più importanti teatri d’Italia e all’estero.
La banda si è esibita alla presenza del papa Karol Woytila durante la prima visita ufficiale di un pontefice alla Camera dei Deputati nel 2001, poi in Giappone, in Cina alla presenza dei Presidenti del Consiglio italiano e cinese in occasione delle manifestazioni per l’Anno dell’Italia in Cina del 2006, al Musikschau der Nationen di Brema, negli Stati Uniti, a Mosca e in Argentina.
Con i suoi 102 orchestrali selezionati attraverso concorsi pubblici, la Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri costituisce una complessa struttura in grado d’interpretare composizioni celebri e più rare che vanno dalle tradizionali trascrizioni del repertorio orchestrale a brani originali per banda. Il suo ricchissimo repertorio va dalle tradizionali marce militari ai brani classici e moderni.
Nelle sale da concerto, nei teatri, alla radio e alla televisione, in qualsiasi luogo si esibisca, la Banda raccoglie consensi e ottiene il plauso dei critici più severi e i suoi concerti sono sempre molto seguiti dal pubblico soprattutto in Italia, a conferma della simpatia e del legame degli italiani con l’Arma dei Carabinieri.
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samdelpapa · 5 years ago
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Come sospettavo=Lo sfogo di Piercamillo Davigo: “A 25 anni da Mani Pulite, l’Italia è ancora più corrotta… il codice penale è ridotto ad uno spaventapasseri e in cella vanno solo gli sciocchi.”Il leader dell’Anm: il codice penale è uno spaventapasseri, in cella vanno solo gli sciocchi. «Il giudice è messo nella condizione di dover scegliere tra rispettare la legge rinunciando a fare giustizia o tentare di fare giustizia forzando la legge»
Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo (foto sopra), ha partecipato ad un forum al Corriere della Sera con il vice direttore Giampaolo Tucci e con i giornalisti Marco Ascione, Giovanni Bianconi, Luigi Ferrarella, Mario Gerevini, Giuseppe Guastella
e Fiorenza Sarzanini. Argomento del dibattito, che si è svolto nella redazione di via Solferino a Milano, il pianeta giustizia a 25 anni dall’inizio dell’inchiesta Mani pulite e in occasione dell’uscita del libro «Il sistema della corruzione» (Editori Laterza) scritto dall’ex pm del pool Mani pulite, ora presidente di sezione in Cassazione.
A 25 anni da Mani pulite, in Italia è cambiato poco o nulla?
«È drammatico quanto poco sia cambiata la situazione e quanto sulla corruzione peggiori la deriva dell’Italia nel panorama internazionale».
Un Paese corrotto?
«A livelli diversi, finalità e modalità diverse. È un Paese che sta morendo. C’è sfiducia, la gente non va più a votare, espatria».
Ci vuole una rivoluzione culturale?
«Bisogna cominciare dalla scuola».
Migliore l’Italia degli anni di Mani pulite?
«L’effetto domino non fu innescato da un sussulto di coscienza civile, ma dal fatto che erano finiti i soldi».
Lei sostiene che per la corruzione ci vorrebbe un doppio binario, come per la mafia.
«Bisognerebbe introdurre alcune delle norme che valgono per i mafiosi».
Ad esempio?
«Un sistema premiale forte e serio e le operazioni sotto copertura».
La corruzione spesso è alimentata da fondi neri esteri, sempre più difficili da aggredire.
«È un problema internazionale. L’assistenza giudiziaria internazionale è un relitto ottocentesco che richiede tempi talmente lunghi, incompatibili con la durata di un processo».
Corruzione «Simonia secolarizzata». Cioè?
«Nella Chiesa c’è il sacerdote che vende cose sacre, nello stato c’è il funzionario pubblico che vende le cose che per lui dovrebbero essere sacre, perché ha giurato fedeltà alla Repubblica».
Il pool Mani pulite ha fatto errori?
«Secondo me, no. Ha fatto quello che poteva. Se non ci avessero cambiato le leggi a partita in corso, saremmo andati avanti. Molte leggi possono avere su il nome dell’imputato».
Forse fino a un’epoca determinata.
«Sì, poi è cambiata la maggioranza e da allora le fanno più sofisticate. Ad esempio, la legge Severino non contrasta la corruzione ma è stata gabellata per una legge che la contrasta».
Monti, il premier di allora, non era sospettabile di essere vicino ai corrotti.
«Quella legge l’ha fatta il Parlamento. Ricordo che il ministro della Giustizia rispose alle obiezioni: “Era il massimo che si potesse fare in quel momento con quelle Camere”».
I vostri rappresentanti dissero che era una buona legge, come nel caso di quella sull’autoriciclaggio. C’è anche un problema vostro?
«Certo che c’è anche un problema della magistratura, ma cerchiamo di capirci, gioca anche molto il modo di fare leggi dovuto all’incompetenza della pubblica amministrazione che, purtroppo, non è più quella di cento fa, fatta di funzionari competenti e con il senso dello Stato. Quando ho incontrato la prima volta il ministro Orlando, gli ho fatto presente che la depenalizzazione che avevano fatto non serviva a niente perché toglieva solo le briciole ma alcuni reati depenalizzati avevano l’effetto non di ridurre il carico di lavoro, ma di aumentarlo. Mi rispose che l’Anm aveva dato parere favorevole, io gli dissi che non sarebbe accaduto più perché avevamo costituito delle commissioni interne».
Ha un giudizio molto negativo sui politici.
«Ce ne sono anche perbene, ma i meccanismi talvolta favoriscono il malaffare».
Cosa ne pensa di chi, come i 5 Stelle, ha introdotto codici interni legati alle inchieste?
«La politica non deve agganciarsi ad atti formali nel giudizio, ma a una valutazione autonoma dei fatti. Si può cacciare uno che è innocente o tenerlo se è colpevole. Sono due valutazione diverse, una è politica, l’altra di giustizia».
Non si introduce così un’inversione del principio di non colpevolezza?
«Non è così. Molte volte non c’è bisogno di aspettare la sentenza per far scattare la responsabilità politica, ma in questo Paese non avviene mai, neanche di fronte ai casi evidenti».
Prendiamo il caso di Roma e della sindaca Raggi, è un caso controverso.
«Premesso che non parlo dei procedimenti in corso, in qualche caso la politica può dire “aspetto di vedere come va finire” o “mi sono fatto un’idea”, ma non può dire sempre “aspettiamo le sentenze”. Significa caricare sulla decisione del giudice la selezione della classe politica».
I politici dovrebbero darsi codici di comportamento?
«Secondo me sì. Basta anche il buonsenso».
Non c’è il rischio di finire nel moralismo?
«Se mi mandano in udienza con un collega che si è saputo che ruba, io non vado perché chi ci vede pensa che siamo uguali. Io non rubo».
L’Anm accoglie pm e giudici. Non le sembra forte dire che il codice di procedura penale è fatto per farla fare franca ai farabutti?
«Il nostro giudice è vincolato da un sistema di inutilizzabilità sconfortante perché una prova acquisita, valida nei confronti di un imputato, diventa inutilizzabile per un altro se è stata acquisita a termini delle indagini preliminari scaduti. Il giudice è messo nella condizione di dover scegliere tra rispettare la legge rinunciando a fare giustizia o tentare di fare giustizia forzando la legge. È inaccettabile. E allora è normale che uno venga arrestato e poi assolto. Se non volevano questo non dovevano scrive il codice così, oppure dovevano dirci di non arrestare più».
Riporta una frase del generale Dalla Chiesa che diceva: che c’è chi parla di manette facili e chi di ingiustizia che assolve. Ingiustizia?
«L’ingiustizia può essere nella legge oltre che negli uomini, se la legge è contraria al senso comune di giustizia, e molte delle norme che applichiamo lo sono. Ora la minaccia del carcere non è credibile perché il codice penale è uno spaventapasseri, da lontano fa paura, quando ci si avvicina appare innocuo. In galera ci va chi è così sciocco da farsi arrestare in flagranza e gli appartenenti alla criminalità organizzata. Gli altri in media ci vanno di meno».
Lei è un giudice, un suo imputato potrebbe avere difficoltà leggendo: «Ne prendiamo pochi e quando li prendiamo vengono condannati a pene esigue che non vengono fatte scontare».
«Nel nostro sistema il rispetto delle regole formali, che il più delle volte non hanno nessuna utilità, vanifica la ricostruzione storica dei fatti. A un certo punto ho lasciato la Procura per fare il giudice in appello, volevo capire come mai le sentenze venissero quasi sempre riformate. Ho visto che era vero quello che mi aveva insegnato un anziano magistrato che diceva che i giudici del tribunale sono come i padri, severi quando è necessario, quelli della Corte d’appello come i nonni, di regola rovinano i nipoti. Dato che su cento ricorsi in appello, 98 sono degli imputati condannati, si cominciano a vedere i problemi solo con una certa ottica e spesso è impossibile resistere alla tentazione di ridurre le pene. Bisognerebbe cambiare anche l’appello».
Solo carcere? E l’esecuzione esterna?
«Dipende dai reati e dal tipo degli imputati».
E stato mai tentato di forzare le regole?
«No. Le ho sempre rispettate, e anche quando ero convinto che l’imputato fosse colpevole l’ho assolto se la prova era inutilizzabile, pensando che era un mascalzone che l’aveva fatta franca».
Un sistema che protegge l’impunità?
«In un sistema ben ordinato, un innocente non deve essere assolto, non deve neppure andare a giudizio perché per lui il processo è una tragedia. I filtri dovrebbero essere all’inizio».
Qual è la priorità?
«La depenalizzazione. Il problema della giustizia è il numero dei processi. O abbiamo il coraggio di dire che va drasticamente ridotto o non se ne uscirà mai. Nel penale basta intervenire con una massiccia depenalizzazione e introdurre meccanismi di deterrenza delle impugnazioni, quelli che ci sono, sono risibili».
La politica invece va su una strada diversa e introduce nuovi reati come l’omicidio stradale.
«Cose prive di senso. Per l’omicidio stradale la pena è talmente alta che tra un po’ a qualcuno converrà dire che voleva ammazzare per rispondere di omicidio volontario».
Che ne dice dei suoi colleghi dell’Anm dell’Emilia Romagna dopo il comunicato sulla decisione del Tribunale del riesame?
«Non lo conosco, non posso sapere tutto».
È stata trovata la decisione di un collegio prima dell’udienza. L’Anm locale ha detto che poi altri giudici hanno confermato la decisione dei primi che si erano astenuti…
«Bisogna distinguere l’ipocrisia dal malcostume. Un giudice diligente non potendo ricordare a memoria decine di processi al giorno, si appunta lo studio che fa. L’ho sempre fatto, ma non firmo gli appunti e non li metto nel fascicolo».
E allora, a cosa serve la discussione?
«Si può cambiare la decisione».
Lei lo fa?
«Quando un avvocato dice cose che non avevo notato, raro, o che mi convincono, cambio opinione perché solo gli imbecilli non lo fanno»
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purpleavenuecupcake · 6 years ago
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Ponte Morandi, silenzio e rispetto per le vittime della negligenza. Gli interventi urgenti del Governo
(di Emanuela Ricci) Oggi lo ricorderemo per sempre! Oggi è il giorno del silenzio, quel silenzio che però fa rumore, quel silenzio che provoca dolore. Dolore immenso per la tragedia che ha colpito coloro che rimangono a piangere i loro cari. E’ così che finisce la vita. Questo dono bellissimo! Oggi si spengono troppi sorrisi….., quelli innocenti….., si spengono per sempre. A coloro che sono caduti rivolgiamo preghiere per la gloria eterna, altro non si può fare. Inchiniamoci di fronte a questa tragedia. Vittime della negligenza, vittime dell’avidità, vittime di chi non fa il proprio dovere, vittime di chi non ha voluto ascoltare le denunce. 39 le vittime innocenti, 633 gli sfollati, decine le persone disperse, questi i numeri di un sistema malato che non è riuscito ad intervenire per tempo ed evitare una strage annunciata. Come un film già visto, quando il fatto è ancora caldo,  si fanno le solite promesse. Iniziare da zero, questa dovrebbe essere la parola d'ordine. Rivedere norme e procedure per poi stanziare tanti soldi per le grandi opere. Tuttavia la rabbia che ci assale è data dal fatto che da oltre dieci anni si sapeva. Il problema dei ponti in Italia è noto come quello idrogeologico e quello sismico ma ancora non è stato fatto abbastanza  dai governi che si sono succeduti e dalle amministrazioni locali. Il vero problema è che manca la programmazione e quando si riesce a pianificare qualcosa, appena subentra un nuovo Governo/Amministrazione territoriale  salta tutto. Le risorse stanziate vengono dirottate altrove, ovvero cancellate.
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Da 10 anni si sono susseguiti interventi ordinari e straordinari al Ponte Morandi, tanto  denaro pubblico speso e tanti Enti e aziende intervenute. Non sarebbe stato meglio costruirne uno nuovo, moderno e sicuro?  Due, ora, le vie parallele da seguire, punire i colpevoli e fare la mappatura nazionale di tutte le  infrastrutture pubbliche considerate pericolose. Decine i miliardi di euro da stanziare, abbandonando le “fantasiose” promesse fatte durante la recente campagna elettorale. Il timore, tuttavia, è che dopo il clamore iniziale tutto possa cadere nell'oblio. Nel frattempo la Società Autostrade ha detto: "ricostruiremo in 5 mesi". Ma cosa ha deciso il Governo nell’immediato? Durante la conferenza stampa, al termine del Consiglio dei Ministri straordinario presso la Prefettura di Genova, il premier Giuseppe Conte ha riferito di aver "decretato lo stato di emergenza per 12 mesi e di aver avviato  la procedura per la revoca della concessione a società Autostrade". “Il Governo nominerà un Commissario e  ha stanziato 5 milioni per i primi interventi urgenti”. Poi ha detto, "quanto accaduto a Genova è una grave ferita non solo per la città, ma per la Liguria e tutta Italia. Purtroppo, come immaginavamo, il bilancio delle vittime è cresciuto ancora. Una tragedia che ci accomuna tutti, che ci spinge a interrogarci sulle cause. Quello che come Governo lanceremo tempestivamente è un piano straordinario di monitoraggio di tutte le infrastrutture, soprattutto di quelle più vecchie. I controlli saranno molto severi perché non possiamo permetterci altre tragedie come questa. Tutti i cittadini devono viaggiare sicuri". Luigi Di Maio "I responsabili hanno un nome e un cognome e sono Autostrade per l'Italia. Dopo anni che si è detto che le cose dai privati sarebbero state gestite molto meglio, ci troviamo con uno dei più gradi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza. Queste sono scuse. Autostrade deve fare la manutenzione e non l'ha fatta. Prima di tutto si dimettano i vertici". "E' possibile, in caso di inadempienze, ritirare la concessione e far pagare multe fino a 150 milioni di euro. Attingeremo da fondi straordinari per assicurare la viabilità ai cittadini anche prolungando, se serve, l'utilizzo di alcuni viadotti costieri. Stiamo studiando tutte le possibilità per far funzionare subito la viabilità, perché così la città è spezzata in due", ha assicurato Di Maio promettendo che "faremo, come ha già annunciato il premier Conte, un piano straordinario di monitoraggio. Si tratta di installare dei banali sensori su tutte le infrastrutture del Paese per un monitoraggio costante: a volte si fa con dei satelliti, a volte con i sensori. Saremo giudicati sui fatti e tra qualche mese verificheremo con i cittadini se saremo conseguenti a quanto annunciato". Danilo Toninelli Autostrade non ha fatto la manutenzione sul ponte Morandi, desecreteremo i contratti con concessionari autostrade e avvieremo le procedure" per il ritiro della concessione. "Può gestire lo Stato. Ad Autostrade paghiamo i pedaggi più alti d'Europa e loro pagano tasse bassissime perché sono posseduti da una finanziaria Benetton in Lussemburgo", ha sottolineato il ministro dicendosi "certo" che" il crollo del ponte Morandi "si poteva evitare: le condizioni visibili a tutti, non a un ingegnere, lasciano capire che la manutenzione non è stata fatta e per questo il ponte è crollato. Non è crollato per una fatalità ma perché non si è fatta manutenzione". Sulla ricostruzione Toninelliha detto che "per quanto riguarda Genova verrà usato il Fondo Emergenze della Protezione civile per ripristinare la viabilità ordinaria, prendendo in considerazione anche la possibilità di prolungare fino a Voltri la 'Strada a mare'. Per la ricostruzione del ponte Morandi, che voglio sottolineare necessitava di manutenzione da decenni, verranno poi utilizzate le risorse del Piano economico e finanziario di Autostrade, da discutere eventualmente a settembre, e altre risorse non impegnate e prese da due fondi dedicati in parte a interventi infrastrutturali". Matteo Salvini Così il vicepremier Matteo Salvini su twitter e durante la conferenza stampa, "nostro dovere sarà controllare tutte le opere pubbliche segnalate da sindaci e cittadini, e individuare i colpevoli di questo disastro che non resterà impunito". La revoca delle concessioni è il minimo che ci si possa aspettare" ed ha osservato che "una società, come quella che gestisce quel tratto autostradale, che fa miliardi di utili deve spiegare agli italiani perché non ha fatto il possibile per reinvestire una parte di quegli utili in sicurezza". "Un ringraziamento alle centinaia di professionisti e volontari impegnati da ore nei soccorsi e una preghiera per le vittime e per le loro famiglie. Andremo fino in fondo per accertare le responsabilità di questo disastro immane", ha aggiunto il ministro dell'Interno che ha promesso 1.500 assunzioni di vigili del fuoco in un anno e l'impegno di destinare "12 milioni di euro" per acquistare automezzi, vetture e la strumentazione necessaria al Corpo. Vedremo di dare le prime risposte urgenti. La città non può essere bloccata. Al di la dei morti c'è un danno economico e sociale inimmaginabile. Occorre intervenire subito e con urgenza. https://youtu.be/RyoiFVW0hMY Read the full article
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nuovaletteratura · 7 years ago
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LABORATORIO-ROMA. Genealogie novecentesche - Tendenze della poesia degli anni 2000
LABORATORIO-ROMA. Genealogie novecentesche – Tendenze della poesia degli anni 2000
LABORATORIO-ROMA
Genealogie novecentesche – Tendenze della poesia degli anni 2000 c/o FONDAZIONE PRIMOLI – via G. Zanardelli 1
Ciclo di incontro con i poeti contemporanei a Roma A cura di Roberto Antonelli e Luigi Severi La poesia italiana attraversa un momento di notevole vivacità. Tuttavia, non è facile individuarvi delle tendenze unitarie, per via di un crescente attraversamento dei confini tra…
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materaguide · 8 years ago
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Opere di Maurizio Boiani - Mostra di incisione
Ottavo appuntamento con i maestri dell’incisione italiana presso la sede del Distretto del Mobile imbottito, in via Sette Dolori n. 12 a Matera nel Sasso Barisano, con una mostra che sarà inaugurata sabato 6 maggio alle ore 19:30.
In esposizione, fino al prossimo 31 maggio, opere di Maurizio Boiani.
La mostra, come quelle dei mesi scorsi dedicate agli incisori associati di Matera, ad Alfredo Bartolomeoli, a Guido Navaretti, a Roberta Zamboni, a Bonizza Modolo, a Gianni Favaro, a Vladimiro Elvieri e Maria Chiara Toni, rientra nella celebrazione dei quarant’anni di attività della “Grafica di via Sette Dolori” di Matera.
Maurizio Boiani nasce a Caselle di Crevalcore ( Bologna) il 18 Novembre 1945. Vive e lavora a San Pietro in Casale  ( Bologna)
Fra le sue passioni, che si sono concretizzate, bisogna annoverare anche la pittura, disciplina che ha fatto sua sin da bambino.
Si considera un autodidatta anche se ha frequentato, saltuariamente, lo studio del pittore Pietro Scapardini.
Nel 1994 si è avvicinato all’arte della calcografia.
I suoi maestri sono stati Clemente Fava e Manuela Candini.
Boiani fa parte dell’ A.L.I. “Associazione Liberi Incisori – Luciano De Vita” di Bologna e dell’A.I.E. “Associazione Italiana Ex Libris” di Somma Lombardo (VA).
Sue opere sono presenti nei volumi: “Repertorio degli Incisori Italiani” vol. III, IV, V, VI – ed. Edit Faenza.Catalogo , “Borghi e Frazioni in Musica – opere incise, immagini della campagna bolognese, San Pietro in Casale e Comuni limitrofi” ( 2004)   e “Incisori Italiani Contemporanei”, a cura dell’Associazione Nazionale Incisori Italiani, Vigonza (PD) 2006 .
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Morandi. L'arte dell'incisione
Prezzo: EUR 47,00
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Visitare una mostra di Maurizio Boiani e avere la possibilità di dialogare con lui sul suo percorso artistico – scrive Luigi Samoggia – è un’esperienza di straordinario interesse per diversi motivi. L’entusiasmo interiore col quale presenta il suo instancabile lavoro e ogni sua singola opera, grafica o pittorica, traspare dalle sue parole con il fervore che anima il neofita che ha risposto alla sua più autentica vocazione, celata da lungo tempo, finalmente scoperta ed abbracciata per corrispondervi con  appassionata dedizione.
Ed è ciò, come egli racconta, che gli è occorso in età non più giovanile ma ancora in grado di compiere scelte che incidono in maniera determinante e duratura. Il cammino per impossessarsi degli strumenti dell’arte figurativa non ha avuto per Boiani un traguardo di breve respiro; quanto poteva essere utile per assecondare soltanto un non impegnativo o marginale interesse non corrispondeva certo alla volontà di chi intendeva invece dedicarsi, con seria e determinata intenzione, ad esprimere con  adeguata preparazione una propria originale creatività.
Così è stato. E, anche senza fare riferimento ai primi diretti maestri ai quali si è affidato, si avverte che la conoscenza e l’attento studio di quanto la scuola contemporanea bolognese di pittura ha espresso,  e soprattutto la conoscenza della grafica prodotta dai maggiori artisti, abbiano avuto un ruolo determinante nella formazione di Boiani. Uno studio e un apprendistato veramente severi si rendono inoltre evidenti nella straordinaria abilità operativa acquisita nell’uso delle più complesse tecniche di incisione e stampa.
Sorprende constatare come in un tempo relativamente breve, la “bella avventura” da lui intrapresa abbia consentito di pervenire a risultati di abilità pratica e a sensibilità espressive raggiungibili, di norma, soltanto dopo lunga rigorosa disciplina e costante applicazione.
Maurizio Boiani, come ogni appassionato della propria creatività, non può riservare a sé i segreti del suo studio: sulle orme degli antichi e più moderni autentici maestri sente tutta l’urgenza di condividere le proprie esperienze e le costanti conquiste con altri che sappiano comprendere il rigore del suo straordinario artigianato, e soprattutto mettersi in “ascolto” del suo sensibile linguaggio artistico.
Quella dell’incisione è un’arte che permette di andare a ritroso nel tempo, dove l’antica manualità diventa base di ricerca di un’arte dalle possibilità infinite, dai mille contenuti, che sa esprimere la poetica del nostro vivere. Le esposizioni curate dall’associazione “Grafica di via Sette Dolori” hanno  mostrato l’esito finale di un’arte che, per gli esperti maestri fondatori Vittorio Manno e Angelo Rizzelli, non ha segreti da custodire. Nello spirito della divulgazione dell’arte incisoria, sono stati organizzati due corsi di xilografia, il primo già tenuto da Alfredo Bartolomeoli, l’artista che ha aperto la rassegna dei maestri incisori italiani. Il secondo corso intensivo “Dalla xilografia al libro d’artista”, sulla tecnica di realizzazione di un’edizione d’arte, sarà diretto da Marina Bindella, artista e docente di Storia della Grafica, dal 5 al 12 luglio 2017 in concomitanza con la mostra delle sue opere, che chiuderà la ricca rassegna di artisti incisori. Le iscrizioni sono aperte fino ad un massimo di 15 corsisti.
La mostra dedicata a Maurizio Boiani resterà aperta dal 6 al 31 maggio 2017
L’esposizione è visitabile dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00 dal lunedì al sabato, la domenica previo contatto telefonico.
Per informazioni e contatti sulla mostra e sul corso “Dalla xilografia al libro d’artista” :
Vittorio Manno 3478032495, Angelo Rizzelli 3286310675, Daniela Cataldi 3203926454
    Associazione Incisori Grafica di Via Sette Dolori
Via Sette Dolori, 7 – 75100 Matera, Italy
https://www.facebook.com/GraficaDiViaSetteDolori
http://graficaviasettedolori.blogspot.it/
Opere di Maurizio Boiani – Mostra di incisione è stato pubblicato da Matera Guide | Guida Matera | Sassi Matera | Matera 2019
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redazionecultura · 8 years ago
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sede: Museo del Paesaggio (Torre di Mosto); a cura di: Giorgio Baldo e Stefano Cecchetto.
L’esposizione che inaugura il nuovo anno, curata da Giorgio Baldo e Stefano Cecchetto, è nata dall’idea di celebrare il decennale dell’attività del Museo del Paesaggio aprendo un nuovo orizzonte alla sua futura ricerca: aprire l’occhio a un altro paesaggio, il “paesaggio del fantastico”, quello che vivifica come un fiume carsico tutti i grandi libri dell’uomo. Accanto al reale e alle infinite sorprese delle sue rappresentazioni ci si è proposti di ritrovare e presentare, in un ciclo triennale, le grandi narrazioni che rincorrendo mitologie, favole, avventure fantastiche hanno nei secoli costruito un altro mondo accanto a quello “vero”: irreale certo nella sua fisica e nella sua consistenza di materia, ma vivo di immagini straordinarie, frutto esclusivo delle invenzioni della fantasia. Vicino alle rivisitazioni di alcune delle storie e favole “classiche”, sono inserite storie più recenti e contemporanee; sono stati coinvolti gli artisti che hanno esposto le loro opere al Museo negli ultimi anni e, a incrociare dipinti e installazioni, le opere di alcuni dei più importanti artisti italiani e internazionali che operano nel campo dell’illustrazione e del fumetto. La mostra che si è sedimentata nell’ultimo anno, si configura come un “racconto di racconti” che si è cercato di articolare attorno a nuclei tematici, scandendone ognuno in capitoli più o meno ampi. L’esposizione è stata divisa in due parti, collocate ognuna nei due edifici del Museo del Paesaggio: l’ex scuola elementare da una parte e il Laboratorio dall’altra. Nel primo edificio il tema di “Fabula” si è sviluppato in modo più libero da tesi e temi precostituiti, ordinandosi in “capitoli” che sono andati quasi autonomamente a disporsi da sé nella sequenza che segue.
“Primordi”. Il primo capitolo del viaggio comincia con una fantasia sulla “pre-historia”: con Ezio Gribaudo si è allestito una sorta di set archeologico in cui l’artista ci presenta alcuni “ritratti” di chi, in tempi geologici, ha abitato prima di noi il nostro pianeta: i dinosauri fanno bella mostra di sé portandoci ad altri paesaggi e ad altri tempi dell’avventura della vita.
“Il Libro”. Il secondo capitolo è dedicato al libro; il magico contenitore inventato nei tempi dei tempi per conservare in parole e immagini “l’ Altro mondo”, che la sapienza e la fantasia dell’uomo ha costruito nei millenni. L’Archivio Cardazzo ci ha fornito alcuni libri d’artista – Capogrossi, Tilson, Procktor, Gentilini, Antes, Bacci, Azzaroni, Pozzati, Scanavino, Verdet – che la Galleria del Cavallino ha commissionato ai propri artisti dagli anni ’60 agli anni ’80 del secolo scorso e che abbiamo aperti a mostrare l’esplosione della fantasia immaginativa che l’arte sa offrire alla vita. Mariapia Roncoroni ci presenta invece la sua riflessione amara – ma che mai si arrende al nichilismo – dei suoi “libri muti”, straziati dai chiodi che li vogliono sfregiare e chiudere, offendendo ciò che di nobile in essi si incarna: la conoscenza, l’utopia, la parola.
“I luoghi delle Fonti sorgive”. Nel terzo capitolo abbiamo rincorso le tracce di un folletto che ci accompagna dai primordi del tempo e anima l’infanzia della specie: lo spiritello saltellante che ci impollina con il piacere del gioco; con la sua allegria ispira gli artisti nella creazione delle forme felici del mondo. Paolo Valle racconta, inondato da questa grazia, animali parlanti, re con la corona d’oro, musicanti di Brema; Nelio Sonego trasforma le geometrie della razionalità, i severi triangoli della misurazione, in farfalle vaganti nel cielo delle idee; i segni germogliano e si dispongono in geroglifici di senso e parole visive.
“L’onirico e l’introspezione”. Il quarto capitolo è dedicato al territorio dell’onirico e dell’introspezione sul sé. Gli enigmi dell’inconscio nelle rappresentazioni visibili degli artisti prendono forma determinata senza perdere la loro carica di interrogazione. Lina Sari, Giovanni Cesca, Mario Schifano sono gli autori scelti per questa esplorazione.
“Storie di amicizie e alterità”. Il quinto capitolo presenta due racconti visivi. Il primo, la “Stanza del figlio”, ripropone in modo fedele su un parete la cameretta del figlio di un curatore. Il padre ha ricevuto dagli amici artisti una serie di doni che ha regalato al figlio e il giovane li ha disposti nella sua camera componendo un sua piccola esposizione fatta da dipinti, disegni, manifesti che tengono compagnia alla sua fantasia: la composizione diviene rappresentazione della fertilità di un dono che diviene creativamente un nuovo fare per una nuova emozione. Il secondo tema, “Prigioniere” di Luigi Rizzetto, è il ritratto di una alterità femminile che non si lascia mai decifrare sino in fondo né mai riportare alla possibilità di uno svelamento definitivo; le sue prigioniere imparano le loro posture severe ed enigmatiche dal lavoro sugli equilibri impossibili dei giocolieri, si protendono in tensioni insieme epiche e liriche verso ideali cieli e mari irraggiungibili, strette da legacci nel corpo della materia che imprigiona a terra i voli celesti dell’anima e della mente verso la comunione con l’infinito del cosmo e la poesia del notturno plenilunio.
“Fabula”. In questa sezione si trovano una serie di tavole tratte da un insieme di storie illustrate da alcuni grandi artisti italiani e internazionali; immagini che partendo o da alcuni dei grandi libri divenuti “classici” del racconto fantastico, o da una storia di loro invenzione, penetrano il mistero degli uomini e delle cose: dove le storie, anche in un piccolo segno a matita, nel tracciato di una linea, diventano sogno evanescente e insieme realtà tangibile. Fanno parte di questo “racconto di racconti”, parte centrale dell’esposizione, Lucio Schiavon, Gianni Verna, Lorenzo Mattotti, Gianluigi Toccafondo, Emanuele Luzzati, Roland Topor, Roberto Perini, Jean Michel Folon, Franco Matticchio, Leonardo Cemak, Altan, Brad Holland, Sempé, Alessandro Sanna, Hugo Pratt, Guido Crepax, Luca Caimmi, Karel Thole, Milton Glaser, Andrea Morucchio, Giovanni Soccol, Enrico Manera. Nel secondo edificio del Museo, il Laboratorio, abbiamo rivisitato con gli occhi di “Fabula” il tema della civiltà contadina, che in modo così penetrante ha caratterizzato l’identità del luogo dove il Museo del Paesaggio trova la sua sede. È la civiltà scomparsa delle nostre campagne negli anni ’60 del secolo scorso e di cui scorgiamo ancora, seppur confuse e annerite dal tempo, tracce e reperti che sembrano volerci ancora parlare.
“C’era una volta…”. Era un mondo fervido di immaginazione, intessuto di favole e storie raccontate alla sera nel filò, al caldo della stalla con la bocca aperta; un mondo del tempo lento, così diverso da quello affrettato della civiltà industriale e di quello perennemente connesso e tutto concentrato nell’attimo del presente della civiltà tecnologica. Alcune di quelle storie “antiche” che risuonavano allora le abbiamo di nuovo raccontate nel nostro Museo, ritrasformate (e alcune reinventate) dalla immaginazione di Giovanni Cesca, Giani Sartor, Gigi Prosdocimo, Chiara Trentin, Silvia Bellinzani, Cristina Bettin, Francesca de Pieri, Veronica Ruffato. E assieme a queste, più strettamente legate al “ricordo” del mondo antico, abbiamo scelto due nuove storie, strettamente intrecciate al tramonto di quel mondo. Nell’opera di Sandro Boccato viene raccontato liricamente il suo “ricordo felice”; la campagna dell’infanzia e dell’adolescenza nelle stanze della memoria fa parlare uomini, animali, natura con i versi della poesia. In Terenzio Trevisan invece il precipitare nel nulla di quella millenaria civiltà, la sua trasformazione in un nuovo di cui non si riconoscono più le rassicuranti fattezze, diviene ferita per lo scorrere di un incubo surreale. I suoi contadini ci fissano o ridono allucinati, contaminati dalla pazzia che ha sfregiato la natura, corrosa dall’acido della tecnica e del chimico, dagli sconvolgimenti portati dalla fabbrica della vicina Portomarghera in cui quegli stessi contadini vanno a lavorare negli anni ’50 e ’60. Le sue immagini surreali testimoniano la trasformazione “tragica” della natura, la sua sopravvenuta estraneità: persa la confidenza con il suo scorrere, essa diviene per l’uomo d’oggi luogo di inquietudini e metamorfosi terrifiche di uomini, animali, forme vegetali; nel sogno il suo incubo.
Per finire l’esposizione presenta, organiche alle storie del Laboratorio, un insieme di oggetti e di foto del vicino “Museo della Civiltà contadina” che deve forzatamente traslocare dalla sua attuale sede; queste presenze testimoniano il nostro impegno affinché la sua esperienza e le opere che contiene non siano disperse e trovino una nuova sede e idee per tener viva e parlante la memoria dell’identità del luogo.
Didattica. Il Museo del Paesaggio con questa esposizione si propone di dialogare attraverso diverse iniziative di carattere didattico con il mondo della scuola della Città metropolitana di Venezia e, in modo particolare, con gli Istituti del Veneto Orientale. Per questo compito il Museo si avvarrà della collaborazione dell’Associazione Culturale Dimensione Cultura.
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Fabula / Incroci - Mostra Collettiva sede: Museo del Paesaggio (Torre di Mosto); a cura di: Giorgio Baldo e Stefano Cecchetto…
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marcogiovenale · 6 months ago
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oggi, 20 maggio @ 'la finestra di antonio syxty' / club del libro: carmen gallo e luigi severi leggono e commentano i "cinque testi tra cui gli alberi" (benway series, 2013), di michele zaffarano
alle ORE 21:00 @ https://www.youtube.com/@MTMTVMilano e https://www.facebook.com/lafinestradiantoniosyxty il libro: https://benwayseries.wordpress.com/2013/05/25/zaffarano-cinque-testi-tra-cui-gli-alberi/ _
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