#Passione tra colleghi
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L’amore tra i ghiacci
Il vento soffiava forte, sollevando piccoli vortici di neve attorno alla figura esile di Sara mentre si avventurava fuori dalla base scientifica in Antartide. Le temperature rigide le pungevano il viso, nonostante lo spesso strato di abbigliamento termico. Ogni passo sembrava pesante, ma dentro di lei c’era una curiosità insaziabile. Lavorava come biologa marina da qualche anno, e l’Antartide era…
#Amore tra biologi marini#Incontro romantico in una spedizione#Passione tra colleghi#Racconto romantico ambientato tra i ghiacci#Storia d&039;amore in Antartide
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Fuor di sesto
Mi dispiace. So bene che un essere con le mie compulsioni non dovrebbe mai e poi mai insegnare ai ragazzi. Non posso tormentarne lo studio con le mie stupide ossessioni, facendogli ripetere la stessa pagina trenta volte, finché non la dicono (perfettamente) come vorrei. Ho già fallito due lavori perché cercare di eseguirli al meglio esasperava in me atteggiamenti ossessivo-compulsivi che mi violentavano l’anima. La traduzione, per quanto l’amassi, m'era veleno nell’orgasmo. Nonostante scarsa riconoscenza e paga miserabile, le brevi scadenze, il dovere e la passione mi spingevano a frustarmi notte e giorno, alla ricerca della traduzione aurea, la frase distillata tra le fiamme di mille ripetizioni e infinite inflessioni, che mi avrebbe restituito la pace, come un povero guitto alla première (per poi acquistare il libro e scoprire che qualcuno, forse l’editor o chi per lui, aveva scambiato le mie con inique parole abusive che impresse d'inchiostro in eterno m’affossavano gelidamente il cuore). Tradurre mi ammalava, dovevo sopravvivere e per farlo l’abbandonai a malincuore. Da social media manager andò anche peggio. Ero bravo, ma un giorno, dopo un’intensa discussione, mia sorella, la mia titolare, arrivò a dirmi: “Questo è un lavoro che va fatto in velocità, a certe regole, e onestamente non credo proprio faccia per te”. Era fuggita in ferie smollandomi un lido extralusso nelle due settimane precedenti ferragosto. All’improvviso mi trovai a gestire i social di una finestreria, gli eventi del lido, a contattare dj, fotografi, musicisti, virtuosi del cocktail, rispondendo a tutte le richieste di info e prenotazione (tutte) a tutte le ore, nonostante mi fosse stato detto di ignorarle dopo una certa ora. Errore mio, chiaramente. Quando scoprii che molto semplicemente alcuni colleghi copiavano i testi da altri siti, capii cosa volesse dire con “farlo in velocità” e abbandonai, comunque licenziato. Ingenuamente pensavo fossero quei lavori a non andar bene per me, che col prossimo avrebbe funzionato. Ma la realtà è che sono io a non andar bene. E ciò varrà per qualsiasi lavoro mentale m’impegnerò a svolgere. Ma la mente è l’unico talento che ho, cos'altro potrei mai fare? È difficile accettare di non essere adatti alla realtà, un ingranaggio rotto, stridente e fuor di sesto, io non vado bene a questo mondo, non sarò mai atto a produrre, è bene accettarlo e chiudere tutto prima di contagiare anche i bambini.
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La malattia della settimana scorsa, come è giusto che sia, mi ha fatto "rallentare" e riflettere sui ritmi che sto sostenendo in questi mesi e su alcuni punti di questo lavoro. I ritmi sono molto serrati, ma è anche perché io decido quotidianamente di perseguire la mia passione della palestra, sottraendo ore di riposo e di preparazione pasti - quindi un po' è anche colpa mia.
In quella settimana di malattia e per il discorso ferie ho odiato la mia azienda nella maniera più forte possibile - avrei voluto andarmene via subito. Tuttavia, quando penso a dimettermi nel momento in cui sono nell'azienda che mi è stata assegnata mi sento abbastanza in pace: l'ambiente è multiculturale, il lavoro non è complicato, i colleghi non sono per niente male e ho il caffè e il cappuccino gratis.
Se dovessi pensare a quello che proprio non va è una cosa sola: il viaggio. Perdo praticamente 3h della mia giornata solo per raggiungere e tornare dall'ufficio.
E allora il punto è: devo cambiare lavoro o devo cambiare casa?
Se cambiassi casa e mi avvicinassi a Tokyo potrei, sì, dimezzare i tempi ma perderei l'aiuto all'affitto che attualmente l'azienda mi offre (ovvero mezzo affitto me lo pagano loro per 2 anni) e, cosa più importante, perderei il contatto diretto con tutti gli amici che ho conosciuto qui. È pur vero che so già che prima o poi ci si abbandona, ma è come se non mi sentissi in grado di fare il primo passo (specialmente se si aggiunge al discorso economico). Inoltre, anche questo lavoro nell'attuale azienda potrebbe essere temporaneo e potrei essere spostata da un giorno all'altro.
Quindi che fare? La soluzione sarebbe fare una scala delle priorità e capire cosa fare. Però nel momento in cui mi decido a cambiare casa, sto lì a pensare a quanto mi costerà in più e alla perdita umana che dovrò affrontare (e che forse non sono ancora pronta ad affrontare).
In tutto ciò, ogni tanto mando cv totalmente a caso e questo mi ha portato oggi (che sono in smartworking*) a fare due colloqui con due aziende diversissime tra loro:
- nel primo caso è nell'industria dei viaggi e del turismo. Azienda internazionale solida con 2 giorni a settimana in smart e con 10 giorni di malattia in aggiunta alle ferie retribuite. Tutto molto allettante, se non fosse che mi sono resa conto che il giapponese probabilmente non potrei usarlo più frequentemente come adesso;
- nel secondo, industria dell'insegnamento dell'inglese. Orari un po' strambi e con il lunedì di riposo invece del sabato. In questo caso dovrei praticamente gestire una mini scuola tra genitori e personale per cui il giapponese è richiesto e lo utilizzerei. Poco chiaro il discorso ferie (120 annual leaves che significano? Che leaves sono? Boh).
Non so come andrà a finire (dato che sembrano sempre tutti interessati ma poi ti ghostano). Sebbene l'unica cosa certa che so è che in generale non sento che il mondo IT mi appartenga e che un giorno cambierò campo, ogni volta che comincio a muovermi, tutto quello che lascio indietro diventa evidente e mi mette sempre molta tristezza al punto che vorrei che le cose rimanessero come sono. Sarà sicuramente la paura dell'ignoto...
#qualche decisione però la devo prendere perché sennò in vado in burnout sul serio#my life in tokyo#lavoro#*smartworking solo un venerdì ogni 2 settimane non ci allarmiamo con i benefit
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Ed eccoci di nuovo qui con la rubrica a cadenza mensile e precisamente l'ultimo giorno di ogni mese, curata dalla nostra utente e amica Valentina Pace
Questa rubrica nasce anche e soprattutto da una riflessione che ci accompagna da un po' di tempo: per una "piccola" biblioteca di un piccolo paese non è sempre facile stare al passo con le richieste, i suggerimenti, le necessità degli utenti e non. Per questo motivo, con l'aiuto di Valentina scopriremo nuovi autori e nuove letture, consigli e spunti di riflessione, insieme a curiosità e notizie sui nostri cari libri. E allora, diamo il benvenuto a questo nuovo spazio culturale dove si viaggerà alla scoperta delle case editrici indipendenti: ʟᴇᴛᴛᴜʀᴇɪɴᴅɪᴇ.
La casa editrice di questo mese è: Neri Pozza
Buona lettura a tutti!
OMICIDIO A CAP CANAILLE - CHRISTOPHE GAVAT
“… il comandante sa bene che i delinquenti marsigliesi non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi della capitale in materia di criminalità. In quanto a tecniche per uccidere il prossimo il marsigliese, benché provinciale, non manca mai di immaginazione, e tiene a dimostrare al parigino che in questo campo, come su quello da calcio, il migliore è lui. E che non ha paura di dégun – di nessuno.”
Cos’hanno in comune un cadavere carbonizzato trovato nel portabagagli di un’auto abbandonata a Marsiglia: il cosiddetto “barbecue”, un sistema atroce per regolare i conti tra fuorilegge, con una serie di rapine a furgoni portavalori a Parigi?
Il comandante Henri Saint-Donat, da poco trasferito alla Brigata criminale della città provenzale dal 36 quai des Orfèvres, la celeberrima sede della Polizia giudiziaria di Parigi, capisce subito di trovarsi di fronte ad un caso molto complesso.
Henri ha un curriculum di tutto rispetto, è un poliziotto di grande esperienza ed estrema sensibilità; dopo tanti anni di matrimonio è ancora molto innamorato della sua Isabelle, ma è anche un uomo tormentato a causa di una tragedia familiare che lo ha segnato nel profondo e di cui nessuno dei suoi colleghi è a conoscenza.
Negli uffici dell’Eveché, sede della polizia giudiziaria, nel dedalo di strade che attraversa La Cayolle, quartiere labirintico e malfamato di Marsiglia, nei corridoi delle Baumettes, il tetro penitenziario, Henri non è solo. Lo supportano il giovane tenente Basile Urteguy e il capitano Lucie Clert.
Basile è un ragazzo pieno di vita, un appassionato di musica, un genio dell’informatica e, allo stesso tempo, un poliziotto di grande perspicacia: nel corso dell’indagine il suo apporto sarà fondamentale.
Lucie, invece, è una forza della natura: una gran bella donna dal carattere impossibile che ha il brutto vizio di saltare subito alle conclusioni. Sul lavoro è testarda e professionale, ma la sua vita privata è un vero disastro. Chissà che non trovi l’amore proprio nel corso dell’indagine…
“Omicidio a Cap Canaille” è un polar di azione che mostra al lettore le tecniche di investigazione della polizia francese, ma dà anche molto spazio alla vita privata e ai sentimenti dei suoi protagonisti.
I capitoli sono estremamente brevi e il linguaggio è semplice, diretto, crudo nel raccontare l’evolversi dell’inchiesta giudiziaria, ma altrettanto evocativo nelle pagine dedicate alla descrizione dei luoghi e degli stati d’animo, anche quando i sentimenti, le emozioni e il privato dei protagonisti prendono il sopravvento sul dovere professionale.
L’autore, Christophe Gavat, è lui stesso un commissario della polizia francese e, leggendo il romanzo la passione per il suo lavoro, il rispetto e l’ammirazione per i colleghi sono del tutto evidenti.
“È ancora un piedipiatti nell’anima, perché ama quell’atmosfera ovattata e notturna dell’Evêché, dove i passi riecheggiano nei corridoi vuoti, dove solo poche luci negli uffici, qualche grido o un’invettiva qua e là suggeriscono che ci siano ancora dei poliziotti al lavoro. Lavorano sempre. Soprattutto, sa di amare quegli agenti dal carattere forte, che non mancano né di energia, né di abnegazione, né di senso dell’umorismo per svolgere ogni giorno con passione il loro mestiere, tanto da farlo anche di notte.”
COSA MI È PIACIUTO
La lettura di “Omicidio a Cap Canaille” è stata la mia prima esperienza con un polar e ho apprezzato moltissimo la descrizione vivida dei luoghi, l’approfondimento psicologico dei personaggi e l’analisi dei rapporti che si creano tra di loro.
COSA NON MI È PIACIUTO
Il finale prevedibile.
L’AUTORE
Christophe Gavat, nato nel 1966, è entrato in polizia nel 1989. Parigi, Marsiglia, Grenoble, Guyana: nella sua carriera pluritrentennale è stato decorato al valore, messo sotto inchiesta e reintegrato. Ha avuto a che fare sia con i grandi casi che catturano l’attenzione mediatica, sia con i piccoli casi quotidiani che lasciano il segno. Già autore di tre libri sulla sua vita di poliziotto, con questo suo primo romanzo si è aggiudicato nel 2021 il Quai des Orfèvres, premio deciso da 21 giurati tra poliziotti, avvocati, magistrati e giornalisti.
LA CASA EDITRICE
Neri Pozza è una casa editrice veneta rinomata e prestigiosa, fondata nel 1946 dall’omonimo scrittore e ha pubblicato, nel corso degli anni, opere di autori molto famosi della letteratura italiana come Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Goffredo Parise, Massimo Bontempelli, Giuseppe Berto ai quali si affiancano oggi nomi internazionali grandiosi quali Romain Gary, Natsuo Kirino, Tracy Chevalier, Eshkol Nevo, Herman Koch.
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Tra Natura e Professione, viaggio attraverso collaborazioni ed ecosistemi..
Sono un'appassionata della natura, un'eterna esploratrice di boschi, monti e sentieri, ma la mia vita va ben oltre le meraviglie del mondo naturale.
Mi occupo di diverse attività, interagendo regolarmente con professionisti di vari settori, da creativi a ingegneri, da esperti di marketing a tecnici.
Ogni volta che mi confronto con queste menti brillanti, non posso fare a meno di vivere ogni interazione attraverso la lente della natura.
Per me, ogni discussione è come un'escursione in un ecosistema unico: ci sono dinamiche da osservare, relazioni da esplorare e, perché no, un po’ di ironia da cogliere.
Le strategie aziendali si intrecciano con i cicli delle stagioni, e le collaborazioni professionali richiamano alla mente le simbiosi tra piante e animali.
In questo modo, riesco a portare la mia passione per la natura anche nel mondo del lavoro, trasformando ogni incontro in un'opportunità di riflessione e scoperta.
E allora mi chiedo:
In un mondo dove le interazioni sociali sembrano sempre più informali, ci sono ancora quei rari angoli in cui il “lei” regna sovrano, come una maestosa quercia nel bel mezzo di un campo di margherite.
Ma perché, ci chiediamo, questa necessità di dare del “lei”?
Forse perché, come una farfalla che si posiziona delicatamente su un fiore, c'è il desiderio di rispettare la delicatezza delle relazioni umane?
Immaginate di trovarvi in un ufficio, circondati da colleghi che si scambiano battute amichevoli e si danno del tu.
A un certo punto, entra il nuovo manager. Con il suo portamento regale e il suo sguardo che ricorda un gufo saggio, si avvicina e, con un tono grave, inizia a dare del “lei” a tutti. Ecco... in un attimo, l'atmosfera cambia: si passa da un picnic spensierato a una riunione di giurisdizione tra pinguini in un iceberg.
La verità è che il “lei” ha un suo fascino, come un cactus fiorito nel deserto.
Esprime una certa distanza, una sorta di rispetto, come se stessimo dicendo “sì, siamo in un ambiente professionale, ma voglio che tu sappia che ti considero una creatura dignitosa, non un semplice criceto nel mio ingranaggio aziendale”.
È un po’ come se volessimo proteggere il nostro spazio personale, come fa un riccio quando si rannicchia per difendersi.
In natura, ci sono animali che si avvicinano con cautela per non disturbare l’ecosistema. Pensate agli elefanti: non si avvicinano mai a un altro animale senza prima stabilire una sorta di protocollo.
Ecco, il “lei” è un po’ come il rituale degli elefanti: una forma di rispetto per la gerarchia, per il territorio altrui.
In questo modo, possiamo continuare a coesistere senza fare troppi danni, come se stessimo danzando in un bosco incantato.
Quindi, mentre ci ritroviamo a dare del “lei” a chi ci sta di fronte, ricordiamoci che stiamo solo cercando di mantenere quell’equilibrio delicato che rende le nostre interazioni un po’ più simili a un giardino fiorito, piuttosto che a una giungla caotica.
Magari, in fondo, il “lei” è solo un modo per dirci che, nonostante le apparenze, siamo tutti parte dello stesso ecosistema umano, e un po’ di cortesia non guasta mai...
#ecologia umani natura#osservazione del mondo#natura e professione#ecosistemi umani#riflessioni verdi filosofia ed ecologia
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Come comportarsi con le donne sui social?
Oggi affronterò brevemente un tema a cui la scienza non ha ancora dato una spiegazione, alcuni teorici rimandano la soluzione a un quarto segreto di Fatima di cui nessuno sa dell'esistenza. Perché un segreto che è segreto appunto.
Altri studiosi rimandano il tutto al movimento dadaista, poiché dada fa rima con gnagna.
Comunque un triumvirato composto da Alberto Angela, Mario Tozzi e Alessandro Barbero ne stanno discutendo in un summit culturale. Hanno iniziato sei anni fa, non è dato sapere quando arriveranno a una conclusione.
Ma torniamo all'argomento principale.
Io e le donne nei social.
Non ho mai inviato il pisello in chat. A nessuna.
Non capisco se sono un perfetto idiota o un inguaribile deficiente.
Il pisello. Sembra che alcuni miei colleghi maschi senza di quello non avrebbero altro da fare nella vita.
Alcune donne, vista la mia mancanza in questo, mi hanno rimosso dalle amicizie. Alcune anche bloccandomi il contatto.
Eppure la vita, quella del pisello intendo, dura molto meno della nostra quindi non si dovrebbe perdere tempo. Un giorno sai scrivere il tuo nome facendo la pipì nella neve, un giorno ti ritrovi a doverti sedere per urinare; altrimenti col catzo (appunto) riusciresti a centrare il water.
Alcuni pensano che Bukowki sia la traduzione in russo di "buco", credo che sia colpa anche di tutte quello foto di fondo schiena con frasi dello scrivano tedesco.
Quando arrivò il tempo di cercarsi amicizie e rapporti con il mio prossimo io lo feci in modo empatico, in maniera del tutto aperta.
Nelle mie esperienze trovai interesse per gente simpatica, che trovai sia tra le femmine che tra le donne. Si, ve lo giuro.
Mi ricordo che una tizia dopo un po' che ci si frequentava mi chiese di sposarla, il mio cuore andò in fibrillazione, le dissi che ero emozionato non avendo mai celebrato un matrimonio. Non la rividi più.
Ho conosciuto donne più folli degli uomini, senza drogarsi giuro!
La prima cosa che mi colpisce in una donna è l'ironia, mi piacciono quelle che ne hanno in abbondanza.
L'anno scorso chiesi a Babbo Natale una donna complice, con cui parlare e risolvere i problemi dell'esistenza nostra senza rabbie o complessi psichiatrici tossici.
Dopo un paio di giorni (un caso?) ricevetti una mail norepley chiocciola punto qualche cosa con un link, era di Amazon sezione bambole sessuali in silicone.
Credo che instaurare un rapporto di profonda complicità con una persona del sesso opposto sia molto arduo, ma per chi ci riuscisse sarebbe qualcosa che va oltre ogni meravigliosa immaginazione.
Torno su Tinder, Vanessa la pitonessa mi ha appena inviato un messaggio. Chissà quanta ironia avrà e passione per la buona cucina. Noto di più le teglie che le taglie.
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PERCHÉ POSTIAMO?
Bentornati sul nostro blog! Anche questa settimana abbiamo creato qualcosa per voi. Perché postiamo? Questa è la domanda che ci siamo posti… sei curioso di sentire la risposta? Allora sei nel posto giusto: continua a leggere!
Gruppo 10 Filmato assegnato: India del Sud
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Stereotipi ribaltati - STEREOTIPO B: I social media ci rendono più soli - STEREOTIPO G: I social media aiutano le grandi aziende, non il commercio locale - STEREOTIPO E: I social media nutrono solo il nostro narcisismo
Breve descrizione del filmato In questo video vediamo come i social media consentano a Usha, la storyteller del video, di usare la piattaforma Facebook per raccontare e promuovere le sue storie e i suoi racconti tradizionali. Inoltre, la piattaforma le permette di raggiungere culture diverse e realtà lontane come l’Egitto o l’Australia, di ampliare le relazioni nel mondo e di trasmettere la sua passione oltre ogni confine. Usha utilizza Facebook anche per categorizzare i suoi racconti in modo tale da facilitare la scelta di cosa leggere o ascoltare da parte del suo pubblico. Per interagire con i suoi follower, posta delle fotografie sul suo profilo che la ritraggono spesso con altre persone e non unicamente del suo primo piano, ma mentre svolge degli incontri per promuovere le sue storie. In questo modo le persone che visitano il suo profilo possono immedesimarsi più facilmente con le storie. Usha utilizza Facebook anche per aiutare e condividere, infatti attraverso dei link pubblicizza i lavori di colleghi simili a quelli che fa lei, interagisce col suo pubblico quindi non solo parlando di quello che crea lei ma dando spazio anche al valore che ritiene ci sia nelle creazioni dei suoi colleghi. Questo è il ribaltamento concreto dello stereotipo E, “i social media nutrono solo il nostro narcisismo”. Infatti Usha non desidera solo farsi un nome e diventare famosa ma avvalora anche il suo pubblico e altre persone presenti nella sua comunità. Secondo noi quindi, tutto ciò evidenza come lo stereotipo B, ossia il fatto che “i social ci rendano più soli” venga ribaltato in quanto Usha non si sente in alcun modo sola anzi, sa di aver creato molte connessioni anche in altri paesi e per questo si sente grata e vive il social media in modo positivo. Per quanto concerne invece lo stereotipo G, "i social media aiutano le grandi aziende, non il commercio locale” notiamo nuovamente un ribaltamento dell’affermazione da parte di Usha. Infatti, lei sostiene che, grazie a Facebook il suo commercio locale abbia potuto espandersi e ampliarsi in modo più efficace ed efficiente raggiungendo un pubblico più vasto.
Esempio personale La conferma del ribaltamento dello stereotipo G La storia del “Da Gu Grotto all’Elvezia”
Stefania, un membro del nostro gruppo, ci dice che anche in una piccola realtà come il Ticino i social media sono un grande aiuto per la promozione del proprio brand. Stefania e il suo compagno sono i titolari di un piccolo Grotto a Lamone. Per un locale come il loro, di piccole dimensioni e a gestione famigliare, affrontare le spese per la pubblicità può essere complicato. Stefania ci spiega che “per pubblicare un annuncio sul Corriere del Ticino ad esempio, può costare tra i 180 e 300 franchi, e parliamo di una sola edizione, ma se vuoi promuovere un evento, come può essere il pranzo di Pasqua, devi calcolare di pubblicare l’annuncio almeno tre volte, quindi si parla di 600 franchi. Mettiamo che vengono 20 persone a 60.- franchi per menù, vuol dire che ne incassiamo 1’200, ma da quei soldi si devono togliere le spese per la pubblicità, le spese dell’acquisto della merce e così via… Capite che per un grottino come il nostro diventa una spesa importante!” Stefania e Guglielmo hanno deciso di affidarsi solo e unicamente ai profili social del Grotto per la promozione del loro locale, riuscendo a raggiungere in questo modo molto pubblico a costo zero. Stefania ci racconta del periodo difficile che hanno dovuto affrontare durante la pandemia: “Tutto d’un tratto ci dicono che non possiamo più lavorare, che dobbiamo chiudere, e ci ritroviamo letteralmente con le chiappe per terra, perché il Grotto era la nostra unica fonte di guadagno e non sapevamo se e quando il Cantone ci avrebbe aiutato! “In quattro e quattr'otto” abbiamo deciso di trasformare il locale in un take away e di continuare a proporre i nostri piatti ma in versione da asporto. Il problema era farlo sapere alle persone, quindi il mio compagno ha postato tutto su Instagram e Facebook e in un attimo la voce si è sparsa e i clienti hanno cominciato a contattarci. Tutti i giorni postavamo il menù, gli orari di consegna, le regole da seguire per il ritiro della merce e tutto ha funzionato alla perfezione”. Senza la possibilità di promuovere il loro business istantaneamente e a costo zero, Stefania e Guglielmo forse non avrebbero superato la crisi pandemica e come loro molte altre piccole realtà presenti sul territorio. Quindi, i social media non aiutano solo le grandi aziende, ma danno sostegno anche al commercio locale!
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Sarah Vaughan
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Sarah Vaughan è stata una vera leggenda del jazz, cantante e pianista, ha inciso oltre cinquanta dischi.
Quattro volte vincitrice dei Grammy Award, incluso un Lifetime Achievement Award, nel 1989 il National Endowment for the Arts, le ha conferito il NEA Jazz Masters Award, la più alta onorificenza statunitense del genere jazz.
Nacque a Newark il 27 marzo 1924 in una famiglia di umili origini che amava la musica, sua madre cantava nel coro della chiesa e suo padre suonava la chitarra e il pianoforte che lei iniziò a studiare a soli tre anni. Da bambina si esibiva come organista e solista del coro di una chiesa battista. A quindici anni lasciò la scuola per dedicarsi completamente alla musica.
A diciotto anni vinse un concorso canoro al mitico Apollo Theater di Harlem che le consentì di aprire il concerto di Ella Fitzgerald dove fu notata dal cantante Billy Eckstine che la fece entrare nell’orchestra diretta da Earl Hines.
La sua carriera da solista è iniziata nel 1945.
Ha inciso dischi con i più grandi musicisti e compositori di tutti i tempi come Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis e sfornato un successo dopo l’altro. Molte sono le sue canzoni rimaste nella storia della musica di tutti i tempi.
Aveva una profonda carica interpretativa e la capacità di controllare ogni dettaglio, dall’intensità del vibrato e del volume, all’articolazione delle sillabe. Una parte della critica la giudicava troppo manierata, accusandola di crogiolarsi troppo nei virtuosismi, ma lei riusciva sempre a stupire il suo pubblico, trasmettendo il suo enorme potenziale attraverso ogni tipo di repertorio.
In bilico tra la passione e le esigenze del mercato, Sarah Vaughan ostentava una forte personalità ma in realtà era fragile, insicura e dipendente da fumo e droghe. Sboccata e impertinente i colleghi le avevano appioppato vari soprannomi come Sailor e Sassy, il pubblico, invece, la chiamava La Divina.
Una profonda amicizia l’ha legata al suo mentore Billy Eckstine, con il quale ha realizzato storici duetti e che chiamava padre e anche my blood (il mio sangue). Erano talmente uniti che, alla notizia della sua morte, l’uomo subì un colpo apoplettico.
Nella sua travagliata e sofferta vita sentimentale si è sposata per ben quattro volte. Il primo è stato il trombettista George Treadwell che divenne anche il suo manager e ne decise il look, capelli, abiti e addirittura le fece cambiare la dentatura. Il secondo è stato il giocatore di football Clyde Atkins con cui, nel 1961 adottò una bambina, Debra Lois, attrice cinematografica nota col nome d’arte Paris Vaughan. Il loro matrimonio fu breve perché lui era un violento. Ha sposato poi Marshall Fisher, ristoratore di Las Vegas e ancora il trombettista Waymon Reed.
Sarah Vaughan è morta a Hidden Hills, il 3 aprile 1990, aveva sessantasei anni.
L’anno successivo la musicista Carmen McRae l’ha omaggiata col disco Dedicated to Sarah, in cui ha interpretato i suoi maggiori successi. Sempre nel 1991 si è tenuto un tributo alla Carnegie Hall che ha visto l’esibizione di importanti musicisti e musiciste.
Dal 1998 è presente nella Hall of Fame con due dischi, l’album Sarah Vaughan with Clifford Brown del 1954 e il singolo If You Could See Me Now del 1946.
Nel 2003 Berkeley e San Francisco hanno proclamato il 27 marzo, sua data di nascita, il Sarah Lois Vaughan Day.
Nel 2016 le è stata dedicata la versione 4.7 della piattaforma WordPress.
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Sono nato a Padova il 29.9.1972, dove risiedo. Ho conseguito la maturità scientifica nel 1992 e la laurea in giurisprudenza nel1999. Ho svolto la pratica forense in due primari Studi patavini (diritto penale Avv. Luigi Pasini e diritto civile Avv. Benedetto Cortese).
Nel settembre 2002 ho superato l’esame di abilitazione professionale (portando, quali materie principali, penale e procedura penale, che erano le mie preferite e su cui avevo di più concentrato la pratica).
Nel 2003 ho deciso di iscrivermi all’Albo, iniziando a lavorare con l’Avv. Luigi Ficarra, con il quale ho collaborato per quasi quindici anni, acquisendo una certa esperienza in vari settori del diritto civile e del lavoro.
Negli anni mi sono sempre più dedicato e appassionato al diritto del lavoro, grazie anche alla collaborazione, tra il 2017 e il 2020, con lo Studio legale dell’Avv. Enrico Giampieretti. Ho frequentato i corsi di specializzazione in diritto del lavoro dell’Università di Padova nel 2008 e nel 2018 e la Scuola biennaledi Alta Specializzazione in Diritto del Lavoro dell’A.G.I. (2021-2022).
Da alcuni anni collaboro, assieme all’Avv. Marco Ferrero, con la CGIL di Venezia, seguendo numerose vertenze giuslavoristiche, sia in fase stragiudiziale che giudiziale.
Sono socio di “Comma2” e di A.G.I.
Ho maturato una certa esperienza anche nel diritto delle locazioni (abitative, commerciali, E.R.P.), collaborando con l’Unione Inquilini e svolgendo volontariato presso lo Sportello Sociale, per l'assistenza ai meno abbienti.
Ho Studio principale a Padova, in via Valeri e Studio secondario a Marghera Venezia in via Ulloa.
I colleghi dello Studio di Padova e di Venezia possono offrire assistenza in altri ambiti, con alta specializzazione ed esperienza (in particolare in diritto dell’immigrazione, minorile e famiglia, responsabilità civile, diritto dell’arte e del terzo settore, nonché in ambito penale).
Oltre alla passione per il mio lavoro, ho sempre coltivato quella per l’arte e lo sport.
Federico Pampaloni
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Creare Ambienti Verdi e Accoglienti con I Giardini di Giulia
Le piante per interni sono un elemento essenziale per chi desidera trasformare la propria casa in uno spazio accogliente e rilassante. Su I Giardini di Giulia, il nostro obiettivo è offrire prodotti di alta qualità per creare angoli verdi unici e personalizzati. Dai kit terrario alle idee regalo per Natale, il nostro vivaio online è il punto di riferimento per chi ama il verde. quadro verde silenzio idee regalo natale
Kit Terrario: Un’Esperienza Creativa
Un kit terrario è molto più di un semplice prodotto: è un’esperienza creativa che ti permette di realizzare piccoli ecosistemi verdi per decorare la tua casa. Ogni kit contiene tutto il necessario per iniziare, inclusi contenitori, piante selezionate e strumenti utili. Grazie alla sua praticità, è adatto sia ai principianti che agli esperti di giardinaggio.
I terrari sono ideali per decorare salotti, camere da letto o anche uffici, aggiungendo un tocco naturale e rilassante all’ambiente. Inoltre, sono perfetti come regalo, offrendo un’opzione unica e originale per sorprendere amici e familiari.
Sottocassettone Schio: Funzionalità ed Eleganza
Nel nostro vivaio online, il sottocassettone Schio è uno degli accessori più richiesti per chi desidera organizzare e curare le proprie piante per interni. Questo prodotto combina funzionalità ed eleganza, permettendo di mantenere puliti e ordinati gli spazi dedicati al verde.
Realizzato con materiali di alta qualità, il sottocassettone è ideale per chi cerca praticità senza rinunciare al design. Può essere utilizzato in salotti, balconi o giardini d’inverno, garantendo una base stabile e protettiva per le tue piante.
Quadri Verdi Silenzio: Design e Natura
I quadri verdi silenzio rappresentano una soluzione innovativa per chi desidera unire natura e design. Realizzati con piante stabilizzate o vive, questi elementi decorativi sono perfetti per creare un punto focale in qualsiasi stanza. Offrono un aspetto naturale e rigenerante, senza richiedere cure costanti.
Questi quadri sono anche un’eccellente idea regalo per Natale. Eleganti e originali, sono ideali per chi desidera fare un dono che unisce estetica e funzionalità. Disponibili in diverse dimensioni e stili, possono essere personalizzati per adattarsi a ogni tipo di arredamento.
Sottovaso Rotondo: Accessorio Essenziale
Il sottovaso rotondo è un accessorio indispensabile per chi coltiva piante per interni. Disponibile in vari materiali e dimensioni, offre una soluzione pratica per raccogliere l’acqua in eccesso e proteggere i mobili o i pavimenti.
Su I Giardini di Giulia, proponiamo una vasta gamma di sottovasi rotondi per soddisfare ogni esigenza. Che si tratti di piante grandi o piccole, i nostri sottovasi garantiscono stabilità e durata, aggiungendo al contempo un tocco estetico grazie ai loro design curati. sottovaso rotondo piante per interni
Idee Regalo per Natale: Sorprendi con il Verde
Natale è il momento perfetto per fare regali che lasciano il segno. Se stai cercando idee uniche, i nostri prodotti sono pensati per sorprendere e deliziare. Dal kit terrario ai quadri verdi silenzio, ogni articolo è selezionato con cura per offrire qualcosa di speciale.
Un regalo verde è sempre apprezzato, soprattutto da chi ama la natura. Inoltre, i nostri prodotti sono confezionati in modo elegante, pronti per essere regalati. Scegli tra la nostra gamma di opzioni per trovare il dono perfetto per amici, familiari o colleghi.
Perché Scegliere I Giardini di Giulia?
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Qualità garantita: Tutti i nostri prodotti sono realizzati con materiali di prima scelta.
Ampia selezione: Trova tutto ciò di cui hai bisogno in un unico posto.
Assistenza dedicata: Il nostro team è sempre disponibile per fornire consigli su cura e manutenzione.
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Aumentare il tasso di coinvolgimento (engagement rate) è cruciale in molti contesti, che si tratti di marketing, gestione delle risorse umane, educazione, o altre attività sociali e professionali. Ecco i motivi vitali per cui l'engagement è così importante:
1. Crea Connessioni Significative
Per le aziende: Coinvolgere i clienti crea un senso di appartenenza, migliorando la fidelizzazione e trasformando gli utenti in ambasciatori del marchio.
Per i team: In un contesto lavorativo, l'engagement favorisce rapporti più forti tra colleghi e con i leader, migliorando la comunicazione e il senso di scopo.
2. Aumenta la Produttività
Motivazione personale: Le persone coinvolte lavorano con maggiore passione, portando a risultati migliori.
Efficienza aziendale: I dipendenti più coinvolti tendono a essere più proattivi, riducendo sprechi di tempo e risorse.
3. Migliora la Retenzione
Clienti: Un cliente coinvolto ha meno probabilità di abbandonare un servizio o prodotto. Studi dimostrano che clienti fedeli contribuiscono in modo significativo al profitto aziendale.
Dipendenti: Coinvolgere i dipendenti riduce il turnover, abbassando i costi associati alla ricerca e formazione di nuovi collaboratori.
4. Fomenta l'Innovazione
Per chi crea contenuti o prodotti: Un pubblico attivo fornisce feedback utili, ispirando innovazioni che rispondono meglio alle loro esigenze.
Per le aziende: I team coinvolti sono più inclini a proporre idee creative e soluzioni innovative.
5. Rafforza la Brand Identity
Nel marketing: Un tasso di coinvolgimento elevato sui social media o nelle campagne promozionali aumenta la visibilità organica, costruendo una reputazione positiva e coerente.
Nella cultura aziendale: Coinvolgimento interno significa che i valori aziendali sono condivisi, diffusi e rappresentati da tutti.
6. Aumenta la Credibilità
Marketing e comunicazione: Una comunità attiva attorno a un brand o progetto ne amplifica la percezione di autorevolezza, aumentando la fiducia del pubblico.
Gestione interna: Leader capaci di coinvolgere il loro team guadagnano credibilità e rispetto.
7. Raggiunge Obiettivi Condivisi
Il coinvolgimento sincronizza le persone verso un obiettivo comune. Questo vale sia per i progetti di lavoro, sia per le campagne di sensibilizzazione sociale o educativa.
8. Fomenta il Benessere Generale
Emotivo: Sentirsi parte di qualcosa riduce il senso di isolamento, aumentando il benessere emotivo.
Prestazionale: Quando le persone vedono i risultati del loro impegno, sperimentano un senso di realizzazione che rafforza l'autostima.
Aumentare l'engagement non è solo una strategia, ma una leva essenziale per il successo a lungo termine, poiché fa leva sulle motivazioni intrinseche e costruisce connessioni profonde con le persone.
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Inge Morath
Il Palazzo di Città di Cagliari rende omaggio a Inge Morath (1923-2002), una delle più interessanti figure della storia della fotografia del Novecento, con la grande retrospettiva italiana che celebra il centenario della sua nascita.
Prima fotoreporter donna a entrare a far parte dell’agenzia fotografica Magnum Photos nel 1953, Morath ha realizzato, nel corso della sua carriera, reportage in diverse parti del mondo, studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni regione dove si recava. Il suo lavoro è, prima di ogni cosa, testimonianza di una passione che muoveva da una necessità profonda e imprescindibile. “La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore”, scriveva lei stessa. Uno stile fotografico sviluppato grazie alle esperienze maturate con colleghi del calibro di Ernst Haas e Henri Cartier-Bresson, da cui riprese l’idea di una fotografia del “momento decisivo”.
La mostra si snoda tra il piano terra e il secondo piano del Museo. Un corpus di oltre duecento opere per rappresentare la vita e la carriera di una donna che è riuscita, con coraggio e determinazione, ad affermarsi in una disciplina all’epoca prettamente maschile.
(via Inge Morath - Silvana Editoriale)
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Filippo Zanin e Francesco Favilli sono precipitati mentre arrampicavano la parete sud della Marmolada
Le salme dei due alpinisti precipitati sulla Marmolada sono state recuperate mercoledì sera dal Soccorso alpino della Val Pettorina. Si tratta di dipendenti dell’azienda calzaturiera “Scarpa”, di Asolo, per la quale Favilli, 44 anni, lavorava come brand manager, mentre Zanin si occupava di marketing. L’allarme era stato lanciato dalla moglie di uno di loro, preoccupata per aver provato a contattare gli scalatori durante la giornata senza ricevere risposta. Le ricerche Allertato dalla Centrale del Suem, il Soccorso alpino si è attivato martedì sera intorno alle 23.20 per avviare le ricerche. Le auto dei due sono state ritrovate una a Malga Ciapela, in prossimità della salita che porta al rifugio Falier, l’altra nel punto in cui era prevista la discesa dal ghiacciaio, al passo Fedaia. Si tratta del percorso conosciuto come la “via di Don Chisciotte”. Le perlustrazioni sono continuate fino alla mattina seguente, quando alle 5.30 circa l’elicottero Falco 2 ha rinvenuto i corpi esanimi dei due amici tra i ghiaioni alla base della parete. Colleghi e amici Zanin e Favilli erano amici da tempo, e li accomunava non solo il lavoro ma anche l’amore per la montagna. Il primo lascia una moglie e una figlia di appena due anni, il secondo due figli di 11 e 8 anni che abitavano con l’ex moglie nel veneziano. "Siamo distrutti dal dolore", ha detto Sandro Parisotto, presidente di “Scarpa”. "Filippo e Francesco erano due persone veramente speciali, nonché professionisti particolarmente apprezzati e conosciuti per il profondo amore per la montagna. Una passione che avevano portato in azienda e trasferito a tutti i colleghi. La notizia della loro scomparsa ci ha lasciati senza parole, siamo sotto shock: si tratta di una perdita che crea un enorme vuoto sotto tutti i punti di vista". Le parole di Zaia Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha contattato l’azienda “Scarpa” ed espresso cordoglio alle famiglie delle vittime. "In questo momento di grande dolore esprimo la mia vicinanza ai familiari e agli amici di Francesco Favilli e Filippo Zanin, i due alpinisti asolani che hanno trovato la morte sulla Marmolada. Esprimo anche un ringraziamento per tutto il personale del Soccorso Alpino intervenuto nelle ricerche dei due sportivi e nel recupero delle salme", ha detto. Read the full article
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ㅤ ㅤ ��� ㅤ ㅤ ⟡ 𝐁𝐈𝐎𝐆𝐑𝐀𝐏𝐇𝐘 ㅤ ﹫ɪɴꜰᴏ ᴘᴏɪɴᴛ ⸝ ꜰʀᴇᴇㅤ ㅤ ㅤ ㅤ ㅤ ㅤ❤ㅤ ‧‧‧ㅤ on game ㅤ ㅤ ㅤ😭ㅤ ‧‧‧ㅤ off game ㅤ ㅤ ㅤ 🖇 basics : ㅤ ㅤ ♯ nome: india riley wood ♯ prestavolto: jasmine tookes ♯ pronomi: she/her ♯ luogo di nascita: boston, massachusetts ♯ vive a: manhattan, new york ♯ sessualità: etero ㅤ ㅤ 🖇 about them : ㅤ ㅤ ㅤ 𝐈ㅤ Nata in una pittoresca casa vittoriana a Boston, in Massachusetts, India ha trascorso gran parte della sua infanzia immersa in un ambiente stimolante, grazie ai suoi genitori che l’hanno sempre incoraggiata a esplorare il mondo attraverso l’arte e la cultura. Il padre, rinomato architetto, noto per il suo stile che mescola elementi moderni con richiami storici, le ha trasmesso la passione per l'arte, unita alla determinazione della madre, avvocato penalista. Un'infanzia, quella della Wood, che le ha permesso di trascorrere diversi periodi in città come New Orleans, una città intrisa di cultura, storia e arte che ha influenzato profondamente la sua personalità e le sue passioni, Washington in cui ha compreso la complessità dei giochi di potere e Savannah, facendosi ammaliare dalla storia del Sud. ㅤ ㅤ 𝐈𝐈ㅤ Il periodo trascorso in viaggio per gli States, ha permesso alla giovane Wood di affinare le sue passioni, elaborarle e svilupparle, visitando biblioteche, musei e siti storici, che non hanno fatto altro che nutrire la sua immaginazione e acceso la sua passione per la storia dell'arte. Fin dalla sua prima visita a New York, a sei anni, ha compreso che quello sarebbe stato il suo mondo. Durante una visita al Metropolitan Museum of Art, si è persa ma invece di spaventarsi, si era fermata davanti a un grande dipinto del Rinascimento e, incantata dai dettagli, era rimasta lì a osservarlo fino a quando i suoi genitori l'avevano trovata. Da quel momento, il museo divenne uno dei suoi luoghi preferiti, un rifugio dove poteva perdersi e ritrovarsi tra le opere d'arte. ㅤ ㅤ 𝐈𝐈𝐈ㅤ Oggi, India continua a esplorare il mondo dell'arte attraverso la scrittura e la fotografia. Nonostante la sua ansia, è riuscita a trasformare le sue vulnerabilità in forza, utilizzando l'arte come mezzo per affrontare le sue paure e connettersi con il mondo. Ama viaggiare, visitare musei e mostre, e scoprire nuovi talenti artistici. Ha una collezione di taccuini pieni di schizzi, poesie e riflessioni, che considera i suoi più preziosi tesori. India vive in un appartamento nel quartiere storico di SoHo, circondata da libri, piante e opere d'arte. Nel tempo libero, si dedica alla cucina, sperimentando ricette che uniscono le tradizioni del Sud con influenze europee, e organizza serate culinarie per amici e colleghi, dove si discute di arte, letteratura e filosofia. ㅤ ㅤ 𝐈𝐕ㅤ India lavora come critica d'arte freelance. Scrive per diverse riviste culturali e giornali, fornendo analisi approfondite su mostre d’arte, nuovi artisti emergenti e la connessione tra arte e società. Il suo stile di scrittura è poetico ma preciso, capace di trasportare il lettore nei mondi che descrive. Inoltre, tiene conferenze occasionali sulla storia dell'arte presso università e musei locali. Nel tempo libero, offre anche consulenze per collezionisti d'arte che vogliono acquistare opere di artisti emergenti. Recentemente, ha iniziato a lavorare al suo primo libro, un saggio che esplora come l'arte abbia influenzato i movimenti sociali nel corso della storia. ㅤ ㅤ ㅤㅤ ❚ ᴘɴɢꜱ/ꜰᴀᴍɪʟʏ, quindi 𝗣𝗩 importanti che 𝗻𝗼𝗻 possono essere duplicati: ㅤ ㅤㅤ ㅤ ✦ㅤ oliver wood — ғᴏʀᴇsᴛ ᴡʜɪᴛᴀᴋᴇʀ ( father ) ㅤ ✦ㅤ evelyn riley dupree — ɢɪɴᴀ ᴛᴏʀʀᴇs ( mother ) ㅤ ✦ㅤ eli wood — ʟᴜᴄɪᴇɴ ʟᴀᴠɪsᴄᴏᴜɴᴛ ( brother ) ㅤ ✦ㅤ noah wood — ʀᴇɢᴇ́-ᴊᴇᴀɴ ᴘᴀɢᴇ ( brother ) ㅤ ✦ㅤ olivia caroline dupree — ᴋᴇʀʀʏ ᴡᴀsʜɪɴɢᴛᴏɴ ( aunt ) ㅤ ㅤ
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LADY-J a Genova il 29/6, con Ika Faccioli in console all'Estoril e la tutor Georgia Mos
Si scrive LADY-J e si legge le DJ ed è il talent pensato per supportare le DJ del futuro, le protagoniste della scena della scena musicale di domani. Nel corso dell'estate 2024, LADY-J sta già facendo scatenare alcuni dei beach club italiani di riferimento, al ritmo di quattro giovani dj. Lo scopo è far crescere il talento di Gloria Fregonese, Ika Faccioli, Nikita Voguel e Dizzy (da sinistra a destra nella foto), queste le quattro DJ in gara. Come? Grazie ad esibizioni in contesti importanti ed ai consigli di colleghi DJ di grande esperienza.
Uno dei punti di forza di LADY-J è infatti che ogni artista viene affiancata da un professionista del mixer già affermato, che possa guidarla verso una carriera di successo. Tra i tutor, ecco Tommy Vee ed Alex Neri, artisti che non hanno certo bisogno di presentazioni.
Ika Faccioli, una delle dj in gara, è protagonista a Genova insieme alla tutor Georgia Mos, una delle dj italiane più affermate, in Italia e nel mondo (insieme nella foto, Ika sulla sinistra e Georgia sulla destra). Originaria di Sanremo, Georgia Mos il 21 giugno scorso si è esibita al mitico Tropicana di Mykonos e spesso si esibisce tra New York, i Paesi Arabi... ed ovviamente in tutta Italia. La tappa di LADY-J a Genova culmina sabato 29 giugno, con un dj set di Ika Faccioli supportata da Georgia Mos all'Estoril. Tutto questo dopo uno scatenato dj set il 28 giugno, sul palco del Radio 105 Summer Festival, in Piazza Vittoria.
Ma chi è Ika Faccioli? Le braccia disegnate dai vintage tattoo, lunghi capelli neri e tanta passione per la musica. Federica Faccioli, è una talentuosa DJ della scena veronese. Inizia a suonare nella primavera del 2017 per alcuni party in città e a settembre 2017 è già resident del Berfi's Club di Verona. Nel 2018 pubblica due singolo "Vostok 6.1 ed "Ideas from Mars" ed apre serate ad artisti come Richie Hawtin, Joseph Capriati, Sfera Ebbasta e Subsonica. Nel 2019 diventa resident del Disco Love di Verona, dove divide la console con artisti del calibro di Cristian Marchi, Mark & Kremont e Djs From Mars. Presto sarà come resident alla console della Praja di Gallipoli.
L'organizzazione di LADY-J è a poi cura di Match Music, realtà con solide radici nella scena musicale come Music TV. Da tempo produce eventi (oltre 350) e brand tour (oltre 130). Non solo: già nel 2012 organizzò She Can DJ, il primo contest italiano per DJ donne. LADY-J prende vita dal vivo, in tanti diversi eventi scatenati on the beach, mentre su LADY-J.it è possibile votare le esibizioni delle dj in gara ed accedere a contenuti video in esclusiva.
LADY-J culmina poi in una finale tutta da vivere, lunedì 29 luglio 2024 al Samsara Beach di Riccione, epicentro del divertimento e della musica in Riviera Romagnola. Dato lo spirito di LADY-J, tutte e quattro le partecipanti prenderanno parte alla finale insieme ai loro tutor.
E non finisce qui. La vincitrice suonerà all'Ibiza Global Festival, uno degli eventi di riferimento nell'estate dell'isola simbolo del divertimento, nel weekend del 9 e 10 agosto '24. L'evento, a ingresso gratuito, invaderà ancora una volta la spiaggia di S'Arenal a San Antonio. Anche se la line-up è ancora da annunciare, è certo che sarà un'epica maratona dance. Nelle scorse edizioni si sono esibiti artisti del calibro di Luciano, Nic Fanciulli, Roger Sanchez, Amémé, Alex Kennon e molti altri. Per questo partecipare, per la vincitrice di LADY-J, sarà un'esperienza irripetibile.
Partner di LADY-J sono poi Shiseido, colosso cosmetico giapponese, insieme a Marionnaud Paris Italia, rinomata profumeria francese. Nei punti vendita Marionnaud presenti nel territorio italiano e online, chi acquisterà un prodotto Shiseido può partecipare ad un concorso per vincere l'accesso il backstage della quarta tappa, quella di Massa Carrara, prevista per venerdì 5 e 6 luglio, tra la spiaggia di Marina di Massa ed il Giò Beach.
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LADY-J a Genova il 29/6, con Ika Faccioli in console all'Estoril e la tutor Georgia Mos
Si scrive LADY-J e si legge le DJ ed è il talent pensato per supportare le DJ del futuro, le protagoniste della scena della scena musicale di domani. Nel corso dell'estate 2024, LADY-J sta già facendo scatenare alcuni dei beach club italiani di riferimento, al ritmo di quattro giovani dj. Lo scopo è far crescere il talento di Gloria Fregonese, Ika Faccioli, Nikita Voguel e Dizzy (da sinistra a destra nella foto), queste le quattro DJ in gara. Come? Grazie ad esibizioni in contesti importanti ed ai consigli di colleghi DJ di grande esperienza.
Uno dei punti di forza di LADY-J è infatti che ogni artista viene affiancata da un professionista del mixer già affermato, che possa guidarla verso una carriera di successo. Tra i tutor, ecco Tommy Vee ed Alex Neri, artisti che non hanno certo bisogno di presentazioni.
Ika Faccioli, una delle dj in gara, è protagonista a Genova insieme alla tutor Georgia Mos, una delle dj italiane più affermate, in Italia e nel mondo (insieme nella foto, Ika sulla sinistra e Georgia sulla destra). Originaria di Sanremo, Georgia Mos il 21 giugno scorso si è esibita al mitico Tropicana di Mykonos e spesso si esibisce tra New York, i Paesi Arabi... ed ovviamente in tutta Italia. La tappa di LADY-J a Genova culmina sabato 29 giugno, con un dj set di Ika Faccioli supportata da Georgia Mos all'Estoril. Tutto questo dopo uno scatenato dj set il 28 giugno, sul palco del Radio 105 Summer Festival, in Piazza Vittoria.
Ma chi è Ika Faccioli? Le braccia disegnate dai vintage tattoo, lunghi capelli neri e tanta passione per la musica. Federica Faccioli, è una talentuosa DJ della scena veronese. Inizia a suonare nella primavera del 2017 per alcuni party in città e a settembre 2017 è già resident del Berfi's Club di Verona. Nel 2018 pubblica due singolo "Vostok 6.1 ed "Ideas from Mars" ed apre serate ad artisti come Richie Hawtin, Joseph Capriati, Sfera Ebbasta e Subsonica. Nel 2019 diventa resident del Disco Love di Verona, dove divide la console con artisti del calibro di Cristian Marchi, Mark & Kremont e Djs From Mars. Presto sarà come resident alla console della Praja di Gallipoli.
L'organizzazione di LADY-J è a poi cura di Match Music, realtà con solide radici nella scena musicale come Music TV. Da tempo produce eventi (oltre 350) e brand tour (oltre 130). Non solo: già nel 2012 organizzò She Can DJ, il primo contest italiano per DJ donne. LADY-J prende vita dal vivo, in tanti diversi eventi scatenati on the beach, mentre su LADY-J.it è possibile votare le esibizioni delle dj in gara ed accedere a contenuti video in esclusiva.
LADY-J culmina poi in una finale tutta da vivere, lunedì 29 luglio 2024 al Samsara Beach di Riccione, epicentro del divertimento e della musica in Riviera Romagnola. Dato lo spirito di LADY-J, tutte e quattro le partecipanti prenderanno parte alla finale insieme ai loro tutor.
E non finisce qui. La vincitrice suonerà all'Ibiza Global Festival, uno degli eventi di riferimento nell'estate dell'isola simbolo del divertimento, nel weekend del 9 e 10 agosto '24. L'evento, a ingresso gratuito, invaderà ancora una volta la spiaggia di S'Arenal a San Antonio. Anche se la line-up è ancora da annunciare, è certo che sarà un'epica maratona dance. Nelle scorse edizioni si sono esibiti artisti del calibro di Luciano, Nic Fanciulli, Roger Sanchez, Amémé, Alex Kennon e molti altri. Per questo partecipare, per la vincitrice di LADY-J, sarà un'esperienza irripetibile.
Partner di LADY-J sono poi Shiseido, colosso cosmetico giapponese, insieme a Marionnaud Paris Italia, rinomata profumeria francese. Nei punti vendita Marionnaud presenti nel territorio italiano e online, chi acquisterà un prodotto Shiseido può partecipare ad un concorso per vincere l'accesso il backstage della quarta tappa, quella di Massa Carrara, prevista per venerdì 5 e 6 luglio, tra la spiaggia di Marina di Massa ed il Giò Beach.
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