#Milano poesia
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oggi, 23 gennaio, a milano, presentazione del libro "gli anni di milano-poesia", di eugenio gazzola (edizioni del verri)
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#Associazione dipoesia#Biblioteca Lambrate#edizioni del verri#Eugenio Gazzola#Giancarlo Sammito#il verri#Milano poesia#Paolo Giovannetti#poesia#presentazione#ricostruzioni
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Il sentiero della speranza e della memoria in "Il Sentiero" di Antonia Pozzi. Recensione di Alessandria today
Una riflessione poetica sulla vita, i ricordi e l’infanzia
Una riflessione poetica sulla vita, i ricordi e l’infanzia. “Il Sentiero” è una delle poesie più evocative della poetessa italiana Antonia Pozzi, scritta il 30 gennaio 1935. Attraverso immagini delicate, la Pozzi esplora il tema della memoria e del ritorno alla semplicità della vita, delineando un percorso intimo tra le speranze del passato e la realtà del presente. La poesia racconta un viaggio…
#Antonia Pozzi#Antonia Pozzi biografia#Antonia Pozzi opere#Il Sentiero#Infanzia#Introspezione poetica#letteratura italiana#lirica italiana#Malinconia nella poesia#Memoria#metafora del cammino#Milano poesia#Montagna#natura e poesia#nostalgia#paesaggi poetici#poesia breve#poesia del ritorno#poesia del XX secolo#poesia e speranza#poesia esistenziale#poesia italiana#poesia sulla vita#poesia sull’infanzia#poetesse italiane#poeti italiani#Ritorno alla natura#scrittrici italiane#significato del sentiero#simbolismo nella poesia
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Sono venuta a te con il velo della mia carne pusillanime fino alla croce e ho stampato dentro i tuoi flutti la processione delle mie barche: è un porto la mente dove il coraggio s’affloscia di fronte al sogghigno e dopo la barriera è così incerta di tale destino che le maghe, i foschi gineprai del mio tutto, << i canti di Maldoror >>, e la tua angelica forma, fanno tutt’uno dentro il germe dell’arte: ma a noi questo è segreto.
#La volpe e il sipario#alda merini#Alda Merini#poesia#poesie#(Milano 1931-2009)#citazioni#citazione#amore#frasi
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23 gennaio, milano, presentazione del libro "gli anni di milano-poesia", di eugenio gazzola (edizioni del verri)
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Teatro Menotti. Milano. Pinocchio: un viaggio onirico tra poesia e teatro d’immagine al Teatro Menotti di Milano
Dal 4 al 9 febbraio, la Compagnia Teatro del Carretto porta in scena il celebre burattino con una produzione che ha incantato il mondo
Dal 4 al 9 febbraio, la Compagnia Teatro del Carretto porta in scena il celebre burattino con una produzione che ha incantato il mondo Milano, 3 febbraio 2025 – Dal 4 al 9 febbraio, il Teatro Menotti di Milano ospiterà “Pinocchio”, uno degli spettacoli più iconici della Compagnia Teatro del Carretto. Adattato e diretto da Maria Grazia Cipriani, lo spettacolo è un viaggio visionario nel mondo del…
#adattamento teatrale#Alessandria today#avventure Pinocchio#biglietteria Teatro Menotti#burattino di legno#Carlo Collodi#Compagnia Teatro del Carretto#cultura a Milano#eventi febbraio 2025#eventi imperdibili#eventi Milano#Geppetto#Google News#italianewsmedia.com#magia del teatro#Mangiafuoco#Maria Grazia Cipriani#Maria Grazia Cipriani regia#marionette in scena#Narrazione Poetica#performance internazionale#Pier Carlo Lava#Pinocchio teatro#poesia teatrale#Premio Olimpici del Teatro#produzione teatrale italiana#Pubblico e critica#rassegna teatrale Milano#scenografia Graziano Gregori#scenografie suggestive
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Il gioco dell’angelo
“Ha una brutta faccia.” Sentenziò.“Indigestione” Replicai.“Di cosa?”“Di realtà.”Carlos Ruiz Zafón
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Storia Di Musica #354 - Astor Piazzolla, Libertango, 1974
Nello stesso anno in cui in Brasile Jorge Ben iniziava la sua rivoluzione della musica del suo paese, nei territori dei cugini argentini si consumava il più famoso degli assassini musicali (premetto subito in senso simbolico). Fu però un delitto che non portò alla fine, ma alla rinascita e alla rivoluzione di uno mondo magico ma dalle regole ferree, fiero del suo conservatorismo: il tango. Oltre che musica e il più sensuale dei balli, il tango è poesia e cultura. Nessuno sa perchè si chiami tango (dal latino tangere, io tocco) solo che nacque agli inizi del ‘900 nella zona di Rio de la Plata, diffondendosi inizialmente in Uruguay e Argentina. Nella prima metà del secolo, dal punto di vista musicale, il tango si sviluppò come musica da orchestra e canto, con figure leggendarie, come quelle di Carlos Gardel, eroe nazionale argentino (anche se i maligni sostengono che fosse uruguaiano), Roberto Goyeneche o Carlos José Pérez. Il la musica e il canto, malinconico, emotivo, teatrale modellò il genere. Uno che però non amava tanto le fissità musicali fu Astor Pantaleon Piazzolla. Figlio di genitori italiani, Piazzolla visse i primi 16 anni a New York. Studia musica e direzione d’orchestra. Si trasferisce nella seconda metà degli anni 40 in Argentina, dove diviene un virtuoso del bandoneon, lo strumento inventato da Heinrich Band nell’800 e divenuto il principe delle orchestre di tango, che per caso arriva in Argentina al seguito dei marinai tedeschi, che lo tenevano sulle loro navi ad allietare i durissimi e lunghissimi viaggi transoceanici.
Piazzolla era affascinato dall'idea di fondere elementi della musica jazz alle strutture del tango. Fu un parto difficilissimo: ritornò a fine anni '50 a New York prontissimo a diventare musicista di colonne sonore, ma in quel momento la musica era in fermento per la rivoluzione del jazz che Kind Of Blue di Miles Davis e poi il nucleo del free jazz di Ornette Coleman stavano portando. Finì senza un soldo e solo per la generosità di un editore musicale che gli pagò un anticipo su una delle sue canzoni più famose (e che ritroveremo tra poco) ritornò in Argentina. Qui però un infarto lo segna profondamente, tanto che tramite alcuni amici si trasferisce in Italia. Ed è proprio qui, nella culla della sua famiglia, che inizia la rivoluzione: registrò nel 1974 l’album che lo fece conoscere al mondo interno.
Libertango, dall’unione tra libertad (in questo caso espressiva) e tango. Registrato a Milano con una favolosa sezione d’archi diretta da Umberto Benedetti Michelangeli, ma soprattutto con l’innesto di una sezione ritmica di chiara matrice jazz composta dal basso elettrico di Pino Presti e dalla batteria di Tullio de Piscopo, il disco ridisegna il tango, che attraverso le dissonanze del jazz, l’innesto di strumenti elettrici e una nuova idea compositiva diviene Tango Nuevo. I puristi ovviamente gridano allo scandalo, e definiscono Piazzolla el asesino del tango. Persino Borges se ne risentì, e si dice che lo chiamasse Astor Pianola. Fu persino accusato di non essere mai stato argentino, un camorreno, per le sue origine italiane. Ma poco possono le critiche contro la sensualità e dal forza di Libertango, meravigliosa, famosa per l’innumerevole quantità di usi cinematografici e pubblicitari (per esempio, nella pubblicità della Vecchia Romagna, prima del penoso remix di David Guetta). Vi aiuto a capire le differenze: confrontate la sua musica con quella che accompagna una delle scene più famose del cinema degli ultimi 30 anni: quando Al Pacino in Profumo Di Donna balla il tango, si muove sul ritmo di Por Una Cabeza, uno dei classici di Carlos Gardel: il titolo, Per Una Testa in senso letterale, è l'equivalente del nostro Per Un'Incollatura, ed è una brano che gioca sulla metafora della passione del protagonista per le corse dei cavalli comparata per la sua passione per le donne. Piazzolla sciorina partendo da Libertango la sua idea nuova in altri 6 momenti: Meditango, Undertango, Violentango (clamorosa), Novitango e la conclusiva Tristango. A legare il tutto una toccante e magnifica elegia al padre, Adios Nonino, dedicata al padre morto improvvisamente (Nonino era chiamato il Padre, Don Vicente Piazzolla, e in Argentina l’immigrazione italiana ha di fatto sostituito l’abuelo\a spagnolo con nonino\a dall’italiano nonno\a riferito in senso reverenziale alle persone anziane); scritta nel 1959, è la canzone la cui vendita dei diritti gli permise di ritornare in Argentina da New York, viene ripresa e ridisegnata secondo il conjunto electrico del Tango Nuevo, con una forza espressiva ed emozionale senza pari.
Il disco, un successo per la piccola etichetta Carosello che lo sopportò, proietta Piazzolla ai vertici della musica internazionale. Di lì a poco collaborerà con grandi del jazz, dirigerà intere orchestre e spedisce il tango in una dimensione nuova ed internazionale, e che rivitalizzerà il genere, fino alle ultime evoluzioni, tipo i Gothan Project, paladini del tango elettronico. Piazzolla dimostra come è possibile difronte ad un bivio, scegliere una strada pericolosa, rischiosa, ma che può portare a risultati grandiosi. Nel rispetto di se stessi, anche della tradizione, ma che non si ferma davanti alla difficoltà. Che sia di augurio per chiunque legga queste righe.
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che fatica essere tristi d'estate.
piove polvere dai cieli di milano, troppo carichi di un malessere intrinseco che prende il colore grigio che ti lascia l'afa intorno e non ti fa respirare.
che fatica essere tristi d'estate.
e quando ti dicono "scrivi cose profonde solo quando stai male altrimenti non ci riesci e non sai che dire" e credo che un po' abbiano ragione. se non sei pervaso dalla tristezza o dalla malinconia o da tutte quelle emozioni troppo forti da saperle gestire, non si sa che dire. sai che a stare bene troppo tempo ci si ammala e che la felicità è una droga più forte di quelle che prendi per non impazzire.
che fatica essere tristi d'estate.
fossi Patrizia Cavalli ci avrei scritto una bellissima poesia. dai cieli di milano cade una pioggia più fitta, le foglie degli alberi, la mia voglia di vivere. c'è un vento che fa volare via quel briciolo di serenità. la mia ragazza mi appoggia la testa sul braccio e piange. è stata una brutta giornata.
che fatica essere tristi d'estate.
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Cini Boeri architetto e designer
a cura di Cecilia Avogadro
SivanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2004, 168 pagine,168 ill., 16,8x24cm, Brossura con alette, ISBN 9788882156404
euro 90,00
email if you want to buy [email protected]
Il volume è la prima monografia esaustiva dell’opera dell’architetto e designer Cini Boeri. Pubblicazione non convenzionale, il libro ospita un’ampia intervista, nella quale l’architetto racconta la sua vita in modo asciutto, generoso e autoironico, dall’infanzia nella Milano degli anni venti, ricordando la guerra, gli studi e le prime esperienze di lavoro fino alla libera professione, passando per il ‘68, e senza mai dimenticare la famiglia, la politica, la poesia e l’arte. Segue, nel volume, un apparato scientifico composto da un saggio di Cecilia Avogadro, una raccolta di testi di e su Cini Boeri, il regesto delle opere e la bibliografia. I progetti di Cini Boeri hanno sempre convinto per la loro geometria familiare e per i materiali raffinati. Uniti a una forma dettata dalla funzione, essi rappresentano una sintesi tra sensualità ed efficienza.
19/04/24
#Cini Boeri#architetto e designer#rare books#Cecilia Avogadro#design books#designbooksmilano#fashionbooksmilano
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«Il cuore di un Anarchico sanguina sempre, il mio perchè sono consapevole che Anarchia è solo pura utopia, e perchè il mondo che osservo con i miei occhi non mi piace, e lo vorrei diverso.
Vorrei che nessuno fosse padrone e che nessuno fosse più servo,
vorrei che l'uomo riuscisse finalmente ad autogestirsi e a collaborare con gli altri, vorrei non avere più nessun uomo politico che gestisca il mio futuro e quello di migliaia di altre persone, vorrei che nessuno sia più mercenario di guerra al servizio del potere.
Vorrei che l'uomo non avesse più inibizioni come una legge imposta dall'alto e che l'unica legge fosse la nostra morale. Vorrei che la gente smettesse di credere in valori sbagliati come il consumismo.
Vorrei che l'uomo fosse finalmente libero.»
Faber❤️
Oggi è l'11 Gennaio ed in questo giorno, nel 1999, a Milano moriva il grande cantautore Fabrizio De Andrè. Era nato a Genova nel 1940 e viene considerato uno tra i più grandi cantautori italiani di ogni tempo. Insieme a Gino Paoli, Bruno Lauzi, Umberto Bindi e Luigi Tenco ha fatto parte della cosiddetta "Scuola Genovese". Libertario, pacifista e di pensiero anarchico, i suoi testi hanno raccontato di emarginati, prostitute e ribelli, ma anche il tema dell'amore è stato affrontato con grande e particolare originalità. Alcuni suoi testi, considerati vera e propria "poesia", sono stati inseriti in antologie scolastiche di letteratura. E' il cantautore con maggiori riconoscimenti dal "Premio Tenco" (prestigioso premio tra i più importanti riconoscimenti musicali italiani, creato in omaggio a Luigi Tenco e riservato ai cantautori) con sei targhe e la vittoria di un Premio Tenco. Attraverso le sue canzoni s'interessò anche di rivalutare certi idiomi locali, come il genovese ed il gallurese. Conosciuto anche con l'appellativo di “Faber”, che gli dette l'amico attore Paolo Villaggio, riferendosi alla predilezione da parte di De Andrè per le matite ed i pastelli “Faber-Castell”. L'esordio discografico avvenne nel 1961 con un 45 giri che conteneva i due pezzi: Nuvole Barocche” e “E Tu La Notte” e nel 1963 avvenne il suo debutto televisivo nel programma “Rendez-Vous”. Tra la miriade dei grandi successi di De Andrè, possiamo ricordare ' in estrema sintesi, “La Canzone di Marinella”, “Il Pescatore”, “Via Del ampo”, “Bocca di Rosa”, “Creuza De Ma'”, “La Guerra di Piero”, “Amore Che Vieni, Amore Che Vai”, “Dolcenera”, “Amico Fragile”, “Don Raffaè”. Dopo la scomparsa, gli furono intestate in varie parti d'Italia, vie, piazze, parchi, biblioteche e scuole.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa
Ricordando Faber...Buongiorno🌈
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Domani alle ore 18.00 alla Fondazione Mudima, presentazione di “Gli anni di milano-poesia” di Eugenio Gazzola via Tadino 26, Milano. Insieme all’autore intervengono Biagio Cepollaro, Marilina Ciaco e Barbara Anceschi cliccare per ingrandire
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Nanni Balestrini, Ipocalisse. 49 sonetti. Provenza 1980-1983, «Poesia» 9, Libri Scheiwiller, Milano, 1986, p. 66
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Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Mi scusi Presidente
Non è per colpa mia
Ma questa nostra Patria
Non so che cosa sia
Può darsi che mi sbagli
Che sia una bella idea
Ma temo che diventi
Una brutta poesia
....
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
....
Questo bel Paese
Pieno di poesia
Ha tante pretese
Ma nel nostro mondo occidentale
È la periferia
Mi scusi Presidente
Ma questo nostro Stato
Che voi rappresentate
Mi sembra un po' sfasciato
E' anche troppo chiaro
Agli occhi della gente
Che tutto è calcolato
E non funziona niente
Sarà che gli italiani
Per lunga tradizione
Son troppo appassionati
Di ogni discussione
Persino in parlamento
C'è un'aria incandescente
Si scannano su tutto
E poi non cambia niente
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Mi scusi Presidente
Dovete convenire
Che i limiti che abbiamo
Ce li dobbiamo dire
Ma a parte il disfattismo
Noi siamo quel che siamo
E abbiamo anche un passato
Che non dimentichiamo
Mi scusi Presidente
Ma forse noi italiani
Per gli altri siamo solo
Spaghetti e mandolini
Allora qui mi incazzo
Son fiero e me ne vanto
Gli sbatto sulla faccia
Cos'è il Rinascimento
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Questo bel Paese
Forse è poco saggio
Ha le idee confuse
Ma se fossi nato in altri luoghi
Poteva andarmi peggio
...
Giorgio Gaber
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Come un cane sbandato
in cerca di pace
ho girato il mondo.
Molti cuori
hanno accompagnato
a tratti il mio cammino.
Quasi questa mia malinconia
fosse una calamita
e i miei occhi uno specchio
in cui ritrovarsi.
Non ho molto da lasciarvi
amici cari
qualche fotografia
qualche poesia...
L’eredità di un sognatore
cascato in un mondo che fatica a capire.
MILANO 2020
Giovanni Gastel
Muore un poeta
Un fotografo
Una persona meravigliosa
Un Uomo sensibile e gentile.
Profondamente increduli e addolorati.
Oltre la parola Fine
In ricordo di una Grande Persona ❤
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" È consolante riandare alle proprie letture. Penso alle fughe nel fantastico quando si leggeva dei pirati della Malesia di Emilio Salgari, o Giulio Verne e i viaggi per ventimila leghe sotto i mari, o le memorabili avventure di Oliver Twist in Dickens, o l’Odissea che lessi da piccolo in una edizione illustrata a colori, e i favolosi volumi della «Scala d’oro» che la Utet stampava, divorati nel tepore della cucina. Daniel Pennac ricordava la sua lettura di Guerra e pace «che si svolse di notte, alla luce di una lampada tascabile, e sotto le coperte tirate su come una tenda in mezzo a un dormitorio di cinquanta sognatori, russatori e sussultatori»*. Walter Benjamin, in Infanzia berlinese, ricorda i romanzi di avventura della sua infanzia che gli venivano incontro come venti del Sud o tempeste di neve: «I paesi lontani che vi incontravo danzavano confidenzialmente l’uno intorno all’altro come fiocchi di neve. E poiché ciò che scorgiamo lontano attraverso la neve non ci invita fuori, ma dentro, cos�� Babilonia, e Bagdad, Akka e l’Alaska, Tromsö e il Transvaal abitavano dentro di me»**. Tutto ciò che l’umanità ha pensato, concretizzato, fantasticato, sentito e intuito sta nei libri. La finzione della poesia o della narrativa ci fa percepire il mondo presente e ricostruire il passato. È simulazione potente di vita vera e di emozioni. Grande consolazione è il sapere che tutto sta nei libri, nella loro presenza fisica. "
* D. PENNAC, Come un romanzo [1992], Feltrinelli, Milano 2000, p . 122.
** W. BENJAMIN, Infanzia berlinese [1950], Einaudi, Torino 1973, p. 78.
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Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
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Mi piace
l’odore della rotaia
il profumo del basilico
le rughe piene di storia
la storia degli uomini che non l’hanno scritta
la lingua napoletana durante l’amore
la granita al caffè con la panna
il latte di mandorla
l’accoglienza del bergamotto
le gambe storte
dormire tra le barche dei pescatori
fare l’amore tra le barche dei pescatori
il cielo di milano a gennaio
pietro germi
la poesia di antonio delfini
il coraggio di ernst lossa
il be bop
la tromba sorridente di Raffaele
chi ha da insegnare
chi è curioso
la verginità dell’ogliastra
i colori della barbagia
il silenzio di chi ha qualcosa da dire
i pugni nelle tasche
la faccia di ernest borgnine
marlene jobert
il vento di quimper
la traversata dover – calais
la notte di copenhagen
il viaggio senza meta
il ritorno.
V. Costantino
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