#Milano poesia
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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Il sentiero della speranza e della memoria in "Il Sentiero" di Antonia Pozzi. Recensione di Alessandria today
Una riflessione poetica sulla vita, i ricordi e l’infanzia
Una riflessione poetica sulla vita, i ricordi e l’infanzia. “Il Sentiero” è una delle poesie più evocative della poetessa italiana Antonia Pozzi, scritta il 30 gennaio 1935. Attraverso immagini delicate, la Pozzi esplora il tema della memoria e del ritorno alla semplicità della vita, delineando un percorso intimo tra le speranze del passato e la realtà del presente. La poesia racconta un viaggio…
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marcogiovenale · 5 months ago
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Domani alle ore 18.00 alla Fondazione Mudima, presentazione di “Gli anni di milano-poesia” di Eugenio Gazzola via Tadino 26, Milano. Insieme all’autore intervengono Biagio Cepollaro, Marilina Ciaco e Barbara Anceschi cliccare per ingrandire
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princessofmistake · 8 months ago
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Sono venuta a te con il velo della mia carne pusillanime fino alla croce e ho stampato dentro i tuoi flutti la processione delle mie barche: è un porto la mente dove il coraggio s’affloscia di fronte al sogghigno e dopo la barriera è così incerta di tale destino che le maghe, i foschi gineprai del mio tutto, << i canti di Maldoror >>, e la tua angelica forma, fanno tutt’uno dentro il germe dell’arte: ma a noi questo è segreto.
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penelopeparis · 1 year ago
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Il gioco dell’angelo
“Ha una brutta faccia.” Sentenziò.“Indigestione” Replicai.“Di cosa?”“Di realtà.”Carlos Ruiz Zafón
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marcogiovenale · 1 year ago
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oggi, 22 novembre, a roma, presso la fondazione baruchello: "carte e memoria. gli archivi d'autore: storie, fisionomia, tutela"
Fondazione Baruchello presenta: Carte e memoria. Gli archivi d’autore: storie, fisionomie, tutela Convegno a cura di Cetta Petrollo Pagliarani Interventi di: Cecilia Bello Minciacchi, Luca Cadioli, Gabriele Capone, Benedetta Carpi De Resmini, Giuseppe Garrera, Stefano Ghidinelli, Alessandra Grandelis, Federico Milone, Silvia Moretti, Elio Pecora, Nadja Perilli, Carlo Alberto Sitta, Nicoletta…
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i-am-a-polpetta · 5 months ago
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che fatica essere tristi d'estate.
piove polvere dai cieli di milano, troppo carichi di un malessere intrinseco che prende il colore grigio che ti lascia l'afa intorno e non ti fa respirare.
che fatica essere tristi d'estate.
e quando ti dicono "scrivi cose profonde solo quando stai male altrimenti non ci riesci e non sai che dire" e credo che un po' abbiano ragione. se non sei pervaso dalla tristezza o dalla malinconia o da tutte quelle emozioni troppo forti da saperle gestire, non si sa che dire. sai che a stare bene troppo tempo ci si ammala e che la felicità è una droga più forte di quelle che prendi per non impazzire.
che fatica essere tristi d'estate.
fossi Patrizia Cavalli ci avrei scritto una bellissima poesia. dai cieli di milano cade una pioggia più fitta, le foglie degli alberi, la mia voglia di vivere. c'è un vento che fa volare via quel briciolo di serenità. la mia ragazza mi appoggia la testa sul braccio e piange. è stata una brutta giornata.
che fatica essere tristi d'estate.
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fashionbooksmilano · 7 months ago
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Cini Boeri architetto e designer
a cura di Cecilia Avogadro
SivanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2004, 168 pagine,168 ill., 16,8x24cm, Brossura con alette, ISBN 9788882156404
euro 90,00
email if you want to buy [email protected]
Il volume è la prima monografia esaustiva dell’opera dell’architetto e designer Cini Boeri. Pubblicazione non convenzionale, il libro ospita un’ampia intervista, nella quale l’architetto racconta la sua vita in modo asciutto, generoso e autoironico, dall’infanzia nella Milano degli anni venti, ricordando la guerra, gli studi e le prime esperienze di lavoro fino alla libera professione, passando per il ‘68, e senza mai dimenticare la famiglia, la politica, la poesia e l’arte. Segue, nel volume, un apparato scientifico composto da un saggio di Cecilia Avogadro, una raccolta di testi di e su Cini Boeri, il regesto delle opere e la bibliografia. I progetti di Cini Boeri hanno sempre convinto per la loro geometria familiare e per i materiali raffinati. Uniti a una forma dettata dalla funzione, essi rappresentano una sintesi tra sensualità ed efficienza.
19/04/24
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raccontidialiantis · 18 days ago
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Mi spoglio per te
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Ho trentacinque anni. Le ho provate tutte: cameriera, commessa in un negozio di aeromodellismo, in una tabaccheria, in un minimarket di alimentari. Operatrice in un call center. Regolarmente il titolare, chiunque fosse, quando eravamo da soli finiva per mettermi le mani addosso e infine dovevo andarmene, con sul mio corpo esile gli sguardi infuriati e nelle orecchie le frasi da lingua di vipera urlate dalla moglie o fidanzata di turno. 
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Mai fatto nulla per incoraggiare: anzi, zero trucco e maglioni larghi. Ma questo inspiegabilmente pareva eccitarli di più. Intanto, in qualche modo studiavo. Laurea in Lettere Moderne con 110 e lode: olé! Però sta lì, nella mia testa, con la tesi stampata in fondo alla mia fedele valigia. Pronta a viaggiare con me. Resto sempre leggera, provvisoria. Come la mia vita fino a oggi. 
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Sono dovuta andare via presto anche da casa mia per lo stesso motivo: il nuovo compagno di mamma aveva iniziato con battutine, abbracci un po’ troppo stretti e, quando lei non c’era, a cercare di ficcarmi mezzo metro di lingua in bocca. Mia madre ci ha sorpresi in un momento in cui, non potendone più, sfinita gli stavo consentendo di baciarmi il collo e toccarmi il culo da sopra i calzoni, purché la finisse: questo era l’accordo, giuro! Ma lei l’ha interpretata come se io ci stessi e ha pensato che l’avessi già fatto scopare.
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Ovviamente tra lui e me lei senza esitazione ha scelto di tenersi il suo cazzo caldo e duro in bocca e tra le cosce la notte. Non importava che fosse attaccato a uno stronzo. L’ultimo impiego “serio” prima di gettare la spugna è stato il lavoro in un negozietto di lingerie di assoluta classe a Milano. Piccolo ma di alto livello: con clientela top e danarosa. Gestito da una divorziata quarantenne e bellissima. Lì sono durata un paio d’anni. Dapprima il nostro è stato un rapporto decisamente professionale: ho veramente pensato per un po’ di potervi rimanere.
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Lei, Giuliana, inizialmente era un po’ algida, diffidente. Poi ha visto che ero brava e sveglia sul lavoro: gestivo in modo impeccabile e razionale il magazzino scorte, mi segnavo gli articoli in esaurimento per il riassortimento, ordinavo fatture, pagamenti etc. Ma soprattutto vendevo da pazzi. Sono quello che si definisce un “soggetto emotivamente intelligente” come cataloga Daniel Goleman. 
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Quindi Giuliana dopo qualche mese ha iniziato a scongelarsi, con me. Ho scoperto che dal divorzio, per scelta non era più stata con un uomo. Che ormai preferiva le donne. E comunque per oltre un anno mai un contatto scorretto o un momento di imbarazzo, tra noi. Complicità, ecco: questo c’era. Ed era francamente molto gradevole. A lei piace arrampicarsi, per cui una domenica ho accettato di fare una passeggiata-arrampicata con lei su una mezza collina, dal grado di difficoltà elementare.
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Me la sono cavata benino. Ero contenta e scendevamo insieme a valle. Dopo una curva, a duecento metri dalla sua macchina, mentre ridevamo e scherzavamo, lei non ha resistito: s’è messa di fronte a me, mi ha presa per le spalle, m’ha attirata a sé e m’ha baciata. Non ho opposto resistenza. L’ho lasciata fare: soprattutto perché proprio non volevo ricominciare a cercare un altro lavoro. Ha subito insistito perché restassi a cena a casa sua. E ovviamente a letto. Madonna, che caspita di appartamento: ero incantata!
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Con Giuliana ho finto una naturalezza che non avevo e mi sono ficcata tranquillamente sotto le coperte con lei. La mia prima volta con una donna. M’è piaciuto, devo dire. Forse le cose da lontano diventano sempre un po’ poesia. Però prima le ho detto chiaramente che volevo che la cosa restasse episodica, una notte e basta lì. Ho messo in chiaro che non desideravo legami. Pur di leccarmi la fica e il buco del culo, di sentire la mia lingua guizzarle addosso e le mie mani tra le sue cosce e sui seni, m’ha stra-giurato: “ma certo, figurati. Resteremo comunque ottime amiche intime, no? E poi sai bene che sei anche la mia miglior collaboratrice, in negozio: non voglio perderti! ” 
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Dopo un po’ di giorni però me la ritrovavo addosso in tutti i momenti morti: in magazzino e anche nel microscopico bagnetto. Mi voleva, mi cercava. M’accarezzava. Spesso in modo lascivo e intimo. Iniziò a essere pure gelosa, possessiva. Mi scriveva messaggi chilometrici e mi mandava note vocali disperate, in cui a volte mi diceva di essere innamorata persa. Altre che le dovevo assoluta riconoscenza e di conseguenza amore. In sostanza, cercava di usare di continuo bastone e carota, con me. Faceva di tutto, pur di avermi per sé e ancora nel letto. Per non perdere il lavoro a cui tenevo veramente molto, nuovamente un paio di notti sono stata da lei, per tenerla buona.
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Ma ho sbagliato, cazzo! S’è legata di più e infine ha fatto “il passo”: mi ha chiesto di sposarla e di trasferirmi a casa sua. Alla fine la sua vicinanza è risultata insostenibile. Mobbing, esasperazione, molestie. Mi sono dovuta licenziare ancora una volta, per evitare una situazione di continuo e assoluto imbarazzo. Ho dovuto farlo, pur di troncare con questa nuova e indesiderata “colla” che mi era piovuta addosso. E allora adesso basta: lavoro da casa, col mio laptop. Mi spoglio per te. Faccio ciò che dici. Ho molti clienti, tra cui alcuni assidui e affezionati che vogliono solo me: avvocati, salumieri, brokers d’alto profilo, impiegati e infine casalinghe trascurate, forse le più appassionate. Poi anche ragazzi con difficoltà a instaurare rapporti con le loro coetanee: a loro cerco di dare i consigli giusti e di spingerli a vivere al di fuori di un computer. 
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Gli altri invece cerco di farli restare collegati il più possibile, così corre il tassametro del desiderio e della loro libidine insoddisfatta. In questo modo guadagno bene. Ci pago l’affitto, mangio e mi tolgo pure qualche sfizio. Sono disperatamente sola. Alcuni mi offrono montagne di denaro, per andare una notte con loro: donne, uomini maturi, ragazzi, preti e anche una suora! Anzi: di alcuni ho già il numero di telefono e alla fine penso proprio che tenterò la mia nuova carriera di puttana. Mi sento sola. Sono molto tentata: a trentacinque anni mi devo sbrigare ad accumulare denaro. E lavorerò solo con bonifico anticipato, questo è sicuro. Nessun rischio di far godere dentro di me qualcuno che non mi pagherà. 
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Io però non ero nata puttana. Nessuno nasce col desiderio di vendere il proprio corpo. O almeno così credo. Alla fine dei conti io volevo solo un lavoro normale, pulito e alla luce del sole. E magari un bel ragazzo: uno serio, onesto, che mi amasse, con cui fare due o tre figli. Non è mai arrivato. Purtroppo ciascuno ha un proprio karma ben definito: ho capito ormai che il mio è quello di attirare inesorabilmente soltanto gli obliqui, gli irrisolti, i frustrati del sesso.
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Mi cercano: come la fiamma ha bisogno dell’ossigeno, le mani e la libidine di questi esseri umani sessualmente frustrati me le ritrovo lungo il cammino della mia vita. Sembra un incantesimo, arrivano senza che io faccia nulla. Li attiro magneticamente e ormai li riconosco al volo ovunque io vada. 
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In un gruppo c’è sempre e invariabilmente qualcuno che inizia a guardarmi con quello sguardo fisso che conosco benissimo. Io sono per loro quello che il miele è per le mosche. Sarà l'odore del mio corpo. Sia fatta la tua volontà, o Signore: ho capito. Seguirò la strada che mi hai messo davanti. Cercherò di far comunque bene il mio lavoro. Tu però fai la tua parte e proteggimi, perché sono sempre una tua figlia.
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Sarò pure io una di quelle che scontano i peccati del mondo, che pagano per i privilegi dei giusti e dei più fortunati. Che dormono sonni tranquilli. Una di quelle destinate a essere come bellissime stelle filanti. Oggetti che danno piaceri effimeri. Donne desiderate, godute e fottute da molti. Ma scelte per la vita solo dalla solitudine. “Ci sei? Ciao: si, sono qui. Che cosa vuoi che faccia per te stasera, bello?”
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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Pan di Antonia Pozzi: Un viaggio poetico tra vita, morte e rinascita. Recensione di Alessandria today
Antonia Pozzi esplora il ciclo naturale della vita, dalla sofferenza alla rigenerazione, in una poesia intensa e simbolica
Antonia Pozzi esplora il ciclo naturale della vita, dalla sofferenza alla rigenerazione, in una poesia intensa e simbolica. La poesia “Pan” di Antonia Pozzi, scritta nel febbraio del 1938, è un’opera carica di immagini potenti e simboliche che esplorano il ciclo della vita, della morte e della rinascita. La poetessa cattura la delicatezza di un momento intimo e naturale, trasformandolo in una…
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marcogiovenale · 1 year ago
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22 novembre, roma, fondazione baruchello: "carte e memoria. gli archivi d'autore: storie, fisionomia, tutela"
Fondazione Baruchello presenta: Carte e memoria. Gli archivi d’autore: storie, fisionomie, tutela Convegno a cura di Cetta Petrollo Pagliarani Interventi di: Cecilia Bello Minciacchi, Luca Cadioli, Gabriele Capone, Benedetta Carpi De Resmini, Giuseppe Garrera, Stefano Ghidinelli, Alessandra Grandelis, Federico Milone, Silvia Moretti, Elio Pecora, Nadja Perilli, Carlo Alberto Sitta, Nicoletta…
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robertbundy · 19 days ago
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«Je suis une force du Passé
Tout mon amour va à la tradition
Je viens des ruines, des églises,
Des retables d’autel, des villages
Oubliés des Apennins et des Préalpes
Où mes frères ont vécu.
J’erre sur la Tuscolana comme un fou,
Sur l’Appia comme un chien sans maître.
Ou je regarde les crépuscules, les matins
Sur Rome, sur la Ciociaria, sur le monde,
Comme les premiers actes de la Posthistoire,
Auxquels j’assiste par privilège d’état civil,
Du bord extrême de quelque époque
Ensevelie. Il est monstrueux celui
Qui est né des entrailles d’une femme morte.
Et moi je rôde, fœtus adulte,
Plus moderne que n’importe quel moderne
Pour chercher des frères qui ne sont plus. »
Poesia in forma di rosa, Garzanti, Milano 1964
"I am a force of the Past
All my love goes to tradition
I come from the ruins, churches,
Altarpieces, villages
Forgotten of the Apennines and the Pre-Alps
Where my brothers lived.
I rom on the Tuscolana like crazy,
On the Appia like a dog without a master.
Or I watch the twilight, the mornings
On Rome, on the Ciociaria, on the world,
Like the first acts of Posthistory,
Which I attend by civil status privilege,
From the extreme edge of some era
Ensevelie He is monstrous that
Who was born from the bowels of a dead woman.
And I'm prowling, adult fetus,
More modern than any modern
To look for brothers who are no longer. ”
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fridagentileschi · 25 days ago
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Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Mi scusi Presidente
Non è per colpa mia
Ma questa nostra Patria
Non so che cosa sia
Può darsi che mi sbagli
Che sia una bella idea
Ma temo che diventi
Una brutta poesia
....
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
....
Questo bel Paese
Pieno di poesia
Ha tante pretese
Ma nel nostro mondo occidentale
È la periferia
Mi scusi Presidente
Ma questo nostro Stato
Che voi rappresentate
Mi sembra un po' sfasciato
E' anche troppo chiaro
Agli occhi della gente
Che tutto è calcolato
E non funziona niente
Sarà che gli italiani
Per lunga tradizione
Son troppo appassionati
Di ogni discussione
Persino in parlamento
C'è un'aria incandescente
Si scannano su tutto
E poi non cambia niente
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Mi scusi Presidente
Dovete convenire
Che i limiti che abbiamo
Ce li dobbiamo dire
Ma a parte il disfattismo
Noi siamo quel che siamo
E abbiamo anche un passato
Che non dimentichiamo
Mi scusi Presidente
Ma forse noi italiani
Per gli altri siamo solo
Spaghetti e mandolini
Allora qui mi incazzo
Son fiero e me ne vanto
Gli sbatto sulla faccia
Cos'è il Rinascimento
Io non mi sento italiano
Ma per fortuna o purtroppo lo sono
Questo bel Paese
Forse è poco saggio
Ha le idee confuse
Ma se fossi nato in altri luoghi
Poteva andarmi peggio
...
Giorgio Gaber
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donaruz · 8 months ago
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Come un cane sbandato
in cerca di pace
ho girato il mondo.
Molti cuori
hanno accompagnato
a tratti il mio cammino.
Quasi questa mia malinconia
fosse una calamita
e i miei occhi uno specchio
in cui ritrovarsi.
Non ho molto da lasciarvi
amici cari
qualche fotografia
qualche poesia...
L’eredità di un sognatore
cascato in un mondo che fatica a capire.
MILANO 2020
Giovanni Gastel
Muore un poeta
Un fotografo
Una persona meravigliosa
Un Uomo sensibile e gentile.
Profondamente increduli e addolorati.
Oltre la parola Fine
In ricordo di una Grande Persona ❤
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gregor-samsung · 11 months ago
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" È consolante riandare alle proprie letture. Penso alle fughe nel fantastico quando si leggeva dei pirati della Malesia di Emilio Salgari, o Giulio Verne e i viaggi per ventimila leghe sotto i mari, o le memorabili avventure di Oliver Twist in Dickens, o l’Odissea che lessi da piccolo in una edizione illustrata a colori, e i favolosi volumi della «Scala d’oro» che la Utet stampava, divorati nel tepore della cucina. Daniel Pennac ricordava la sua lettura di Guerra e pace «che si svolse di notte, alla luce di una lampada tascabile, e sotto le coperte tirate su come una tenda in mezzo a un dormitorio di cinquanta sognatori, russatori e sussultatori»*. Walter Benjamin, in Infanzia berlinese, ricorda i romanzi di avventura della sua infanzia che gli venivano incontro come venti del Sud o tempeste di neve: «I paesi lontani che vi incontravo danzavano confidenzialmente l’uno intorno all’altro come fiocchi di neve. E poiché ciò che scorgiamo lontano attraverso la neve non ci invita fuori, ma dentro, cosí Babilonia, e Bagdad, Akka e l’Alaska, Tromsö e il Transvaal abitavano dentro di me»**. Tutto ciò che l’umanità ha pensato, concretizzato, fantasticato, sentito e intuito sta nei libri. La finzione della poesia o della narrativa ci fa percepire il mondo presente e ricostruire il passato. È simulazione potente di vita vera e di emozioni. Grande consolazione è il sapere che tutto sta nei libri, nella loro presenza fisica. "
* D. PENNAC, Come un romanzo [1992], Feltrinelli, Milano 2000, p . 122.
** W. BENJAMIN, Infanzia berlinese [1950], Einaudi, Torino 1973, p. 78.
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Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
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marquise-justine-de-sade · 7 months ago
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Mi piace
l’odore della rotaia
il profumo del basilico
le rughe piene di storia
la storia degli uomini che non l’hanno scritta
la lingua napoletana durante l’amore
la granita al caffè con la panna
il latte di mandorla
l’accoglienza del bergamotto
le gambe storte
dormire tra le barche dei pescatori
fare l’amore tra le barche dei pescatori
il cielo di milano a gennaio
pietro germi
la poesia di antonio delfini
il coraggio di ernst lossa
il be bop
la tromba sorridente di Raffaele
chi ha da insegnare
chi è curioso
la verginità dell’ogliastra
i colori della barbagia
il silenzio di chi ha qualcosa da dire
i pugni nelle tasche
la faccia di ernest borgnine
marlene jobert
il vento di quimper
la traversata dover – calais
la notte di copenhagen
il viaggio senza meta
il ritorno.
V. Costantino
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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Don Chisciotte di Antonia Pozzi: Il sogno eroico e la lotta contro il disincanto. Recensione di Alessandria today
Un’interpretazione poetica della figura di Don Chisciotte nella Milano di Antonia Pozzi, tra illusioni e sacrificio
Un’interpretazione poetica della figura di Don Chisciotte nella Milano di Antonia Pozzi, tra illusioni e sacrificio. La poesia “Don Chisciotte” di Antonia Pozzi è una rilettura contemporanea e intima della figura del celebre cavaliere errante, simbolo di idealismo e di lotta contro le ingiustizie. In due brevi, ma intense sezioni, la poetessa esplora il tema della ricerca del sublime e della…
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