#Lorenzo Fontana
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womenforwomenitaly · 7 months ago
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In questo 2024 di presidenza italiana del G7, la Camera ha portato il suo contributo in relazione allo sviluppo della tecnologia IA applicata al lavoro per la democrazia, interpellando giovani sviluppatori in una call pubblica orientata ad analizzare idee e progetti per il futuro.
La Camera si rivolge al mondo della ricerca e università per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale a supporto del lavoro parlamentare. E’ possibile inviare i progetti entro il 31 maggio scrivendo a [email protected]
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fabriziosbardella · 2 years ago
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E’ una Vinitaly da record quella che si svolge dal 2 al 5 aprile in Fiera, con 4.400 espositori che occupano interamente 18 padiglioni  #verona #vinitaly, #veronafiere #lorenzofontana #lucazaia #francescolollobrigida #matteozopas #mauriziodanese #gennarosangiuliano #flaviopasini #damianotommasi #federicobriccolo #fabriziosbardella
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conformi · 1 year ago
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Santa Maria in Montesanto, Santa Maria dei Miracoli and Flaminio Obelisk, Piazza del Popolo | Rome, Italy, 1662-1679 VS Giorgio Morandi, Still life, 1958
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zn-alessia · 5 months ago
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APR. 24
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art3mus · 9 months ago
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One of the dolphins on the Fontana del Tritone in Piazza Barberini 3/13/24
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metanoias-substack · 8 months ago
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The House of Chigi is an Italian princely family of Sienese origin. Their ducal palace in the town of Ariccia, near Rome, was rebuilt in 1664-1672 by Gian Lorenzo Bernini and Carlo Fontana.
The 17th-century baroque palazzo is now an art museum. The building is very well-preserved, featuring most of the original furnishings from 400+ years ago.
Images by Giulia Cappelli (__giuliacappelli) and Domenico Schiavo (@mimmo.schiavo).
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castelnou · 7 months ago
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fontana della barcaccia (piazza di espagna)
designed by pietro e gian lorenzo bernini
roma (italia)
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massimogilardi · 1 year ago
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GIAN LORENZO BERNINI: NETTUNO E TRITONE
Il cardinale Alessandro Damasceni Peretti Montalto, pronipote di Sisto V, era un uomo magnanimo e gioviale, un munifico committente tanto benvoluto che, alla sua morte, il pittore Giovanni Bricci (padre di Plautilla, futuro architetto) licenziò un libello molto apprezzato nel quale si tessevano le lodi di quello che, se non fosse mancato prematuramente – per una congestione – a poco più di cinquant’anni, avrebbe potuto diventare papa nel conclave del 1623, che vide poi invece eletto Maffeo Barberini.
Il cardinale Montalto, come tutti lo chiamavano, era figlio della nipote Sisto V e, ad appena quattordici anni, fu adottato dal prozio che lo creò così giovanissimo cardinale. La nonna di Alessandro, Camilla, era la sorella di Sisto V, colei per la quale fu coniato il modo di dire “Camilla, tutti la vònno, nessuno pija…”, nonché proprietaria del terreno che avrebbe poi ospitato la favolosa villa che, con lui, sarebbe divenuta la villa privata più estesa di Roma. Un posto che, a giudicare dalle incisioni e da alcune foto di fine Ottocento, doveva essere incantevole e che il cardinale, raffinato collezionista, arricchì con tante opere d’arte.
La peschiera Montalto era la più grande “piscina” di Roma e si trovava a due passi dalla casa paterna di Bernini (Via Liberiana), sua prima casa romana. A pianta ovale con diametri di mt 36,50x24,50 essa, secondo la descrizione di Giuseppe Bianchini a commento della tav. 194 del X Libro delle Magnificenze di Roma di Giuseppe Vasi, 1761: “Nasce dal clivo del colle Viminale […] a destra si alza, quasi custode della delizia, un Ercole colla mazza, e a sinistra un Fauno con una zampogna, come se volesse accrescere il delizioso mormorio delle acque. Gira attorno alla peschiera una balaustra con di marmo con dodici statue sopra, e fra una e l’altra tante tazze dalle quali si drizzano altrettanti zampilli di viva acqua verso il centro della peschiera. Nel sito più alto, ove spiccano più copiose le acque, si alza la statua di nettuno col suo tridente in atto di domare quell’elemento e ai lati in sito più basso le statue di Orfeo e di Mercurio…”. (In realtà le statue a decorazione erano sedici, tutte raffiguranti dèi pagani e imperatori dell’Antica Roma).
La peschiera, che fu ancora per l’Ottocento un acquario molto vario, aveva anche uno “scherzo”, uno di quei trucchi tanto apprezzati nel Seicento: uno scalino calpestabile che correva tutt’intorno alla vasca sotto il pelo dell’acqua così che, nel calpestarlo, bagnava le caviglie degli ospiti, e fu descritto come: “Uno scalino falso che inaqua un poco le gambe”.
La fontana-laghetto creata da Domenico e Giovanni Fontana ai tempi di Sisto V – le cui insegne ricorrevano sotto le statue della balaustra – fu “coronata” dal Nettunoberniniano per volontà del cardinale Alessandro, con un basamento che recava le proprie insegne: al momento della commissione, attorno al 1619, Bernini aveva appena 20 anni. Per Leone Strozzi, che aveva la propria villa vicina a quella di Monalto, suo padre Pietro aveva già licenziato alcune statue (e lo stesso Gian Lorenzo gli venderà, sebbene l’avesse scolpito per sé stesso, il San Lorenzo sulla graticola oggi coll. Contini Bonacossi presso Uffizi, Firenze) per le quali aveva in parte coinvolto anche il giovane figlio. Potrebbe esser stato dunque un “passaparola” tra ricchi mecenati a far sì che Montalto affidasse al giovane Lorenzo un gruppo da porre in piena vista nel suo fantastico giardino. Che il giovane avesse talento per i gruppi, il cardinale lo sapeva comunque avendo visto senz’altro il gruppo di Enea, Anchise e Ascanio (o Fuga da Troia) licenziato nel 1619 per il cardinale Scipione Borghese.
A Gian Lorenzo Bernini Montalto avrebbe commissionato tre opere in tutto: il Nettuno, il busto ritratto oggi ad Amburgo (1622) e il David oggi alla Galleria Borghese (1621-3).
Alcune incisioni mostrano come il gruppo del Nettuno e Tritone fosse posto a coronamento della peschiera che si ergeva all’estremità della proprietà, smembrata a fine ‘800 per far posto alla stazione Termini, nella parte più rialzata (l’unico edificio rimasto della villa, cmq modificato, è l’attuale Palazzo Massimo alle Terme): da lì si aveva una vista sopraelevata dell’abside di Santa Maria Maggiore, dov’era sepolto il prozio del cardinale, Sisto V, e dove Montalto stesso sarebbe stato prematuramente sepolto (sebbene il suo cuore si trovi in Sant’Andrea della Valle, i cui lavori di realizzazione aveva profusamente finanziato).
Il Nettuno ha una resa aspra, quasi ruvida, coerente con la destinazione all’aperto e l’esposizione alle intemperie: troneggia sulla vasca a gambe divaricate su una conchiglia, barba e baffi arruffati, quasi imbrinati di salsedine, e punta il tridente in basso con piglio deciso in un avvitamento turbinoso come il mare in tempesta che gli spazza il viso mentre il panneggio gli lambisce i fianchi come fosse al centro di un ciclonico mulinello.
Tra le gambe del dio spunta un tritone che con la sx si aggrappa al suo polpaccio sx, mentre con la dx tiene una buccina della quale pare ancora di udire il richiamo. Sotto al gruppo, l’acqua fluiva nel bacino sottostante formando una cascata su tre gradini.
Si è a lungo supposto che la fonte iconografica fosse da individuare in Virgilio, EneideI, 132 e segg., ma è più probabile che la fonte sia da ricercarsi in Ovidio, MetamorfosiI, 330-48:
“Cessò l’ira del mare, il dio delle acque depose l’asta tricuspide, chiamò il ceruleo tritone che sovrastava il pelago profondo con le spalle coperte di natie conchiglie e gli comandò di dar fiato alla conca fragorosa, per fare ormai, con quel segnale, rientrare i flutti e le correnti. Quegli prese la cava buccina tortuosa che va dal principio allargandosi in ampia spirale, la buccina che, quando in alto mare si empie d’aria, introna del suo suono i lidi che si stendono dall’oriente all’occaso. E anche allora, appena ebbe toccato la bocca del dio dalla barba stillante, e gonfia annunziò l’ordine della ritirata, fu udita da tutte l’acque della terra e del mare, e tutte le onde che l’udirono raffrenò e respinse. Il mare ebbe ancora le sue rive, i letti contennero i fiumi rigonfi, si abbassarono le correnti, si videro i colli riapparire fuori, sorse la terra, si ingrandirono le cose col decrescere delle acque e, dopo lunghi giorni, le selve mostrarono le loro cime, spogliate, e avevano ancora su le fronde il limo lasciato dai flutti. Il mondo era rinato.”
Rispetto al testo ovidiano, che Gian Lorenzo avrebbe letto a fondo di lì a breve anche per Apollo e Dafne, il suo Nettuno non ha ancora posato il tridente e sembra ancora piuttosto contrariato: Bernini lo rappresenta nell’acme dell’azione. Il tritone invece è stato reso abbastanza calzante al testo, e in esso vediamo un concetto che tornerà in tutte le sue fontane successive: l’acqua che emerge alla luce da un essere umano, mitologico o animale.
L’episodio ovidiano, che narra del mito di Pirra e Deucalione, trova corrispettivo nel racconto biblico del diluvio universale; la clemenza di Nettuno che, di concerto col fratello Giove, permette alla coppia di sopravvivere e rigenerare il genere umano, corrisponde al passo di Genesi: 8,1: “Or Iddio si ricordò di Noè, di tutti gli animali e di tutto il bestiame che era con lui nell’arca, e Dio fece passare un vento sulla terra, e le acque si calmarono.”
La pietasdivina che dopo il caos ristabilisce la quiete era allusione alla munificenza del cardinale Montalto, mentre il senso del contrasto tra l’agitazione di Nettuno e lo specchio piatto dell’acqua nella peschiera era chiaro: Nettuno aveva appena placato una tempesta per permettere che gli ospiti di Montalto potessero ammirare con calma i pesci che la popolavano e, in generale, il suo elemento.
Chi poteva aver suggerito un collegamento pagano-cristiano così sottile? Se è vero che il cardinale faceva segretamente parte dell’Accademia degli Intronati con lo pseudonimo di Profundus, è stato suggerito anche tuttavia il nome dell’allora cardinale Maffeo Barberini, da sempre appassionato di poesia, ma il quesito rimane senza risposta.
Nettunolasciò Roma parecchio tempo prima della demolizione di villa Montalto ormai Negroni: nel 1784 il ricco commerciante Giuseppe Staderini comprò la villa dai Negroni (che l’avevano acquistata a loro volta nel 1696) e iniziò una vendita sistematica di tutto ciò che essa conteneva, alberi compresi.
Tuttavia, da una lettera scritta da Raphael Mengs da Madrid nel 1767 al cav. D’Azara, deduciamo che forse i Negroni avevano già tentato di piazzare il gruppo berniniano: “Desidererei sapere quanto costerebbe il gruppo del nettuno del Bernini”. Non se ne fece evidentemente nulla se nel 1777 il viaggiatore De la Roque, in visita alla villa, affermò che Nettuno si trovava in una rimessa annessa alla peschiera, dunque già “smontato” in vista di un trasloco ma ancora a Roma. Dopo un periodo in custodia presso Villa Borghese, infine, nel 1786, il gruppo fu acquistato da sir Joshua Reynolds e venduto, dopo la sua morte, a Lord Yarborough nella cui famiglia è rimasto fino al 1950.
L’idea del Nettuno sarà ripresa da Bernini per il mai realizzato progetto della Fontana di Trevi al quale aveva dato principio sotto Urbano VIII Barberini poi abbandonato per mancanza di fondi, stornati sulla guerra di Castro: la prima idea prevedeva un complicato gioco architettonico e scultoreo dove sarebbe apparsa la Virgo della leggenda (colei che aveva permesso ad Agrippa e ai suoi soldati di trovare la fonte dell’Acqua Virgo che serve la fontana) mentre la seconda, se la prima non fosse piaciuta al papa, contemplava appunto la figura del dio marino.
Sotto Innocenzo X Pamphili Bernini rispolverò l’idea di una fontana sormontata da un Nettuno per la “terza” fontana di piazza Navona, dopo la Fontana dei Quattro Fiumi e il Moro: anch’essa rimase però irrealizzata per la sopraggiunta morte di papa Pamphili e quella che anche oggi non a caso ritrae il dio del mare (opera di Antonio della Bitta) mostra come l’idea di Bernini per essa fosse nota e tenuta in considerazione. Infine, l’idea del Nettuno fu ripresa da Salvi nella figura di Oceano che oggi vediamo proprio in trionfo nella fontana di Trevi.
di Claudia Renzi ©
In foto: Gian Lorenzo Bernini, Nettuno e tritone (Londra, Victoria and Albert Museum).
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FONTANA DEL TRITONE
PIAZZA BARBERINI
CAPOLAVORO DI GIAN LORENZO BERNINI
🇮🇹
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scottsbifh · 3 months ago
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Fontana del Moro which sits on Piazza Navona, designed in 1570 by Giacomo della Porta, and completed in 1654 by Gian Lorenzo Bernini. Rome.
Posted to FB by Chasing Oz
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carloskaplan · 1 year ago
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Gian Lorenzo Bernini: Fontana dei Quattro Fiumi (pormenor), Alegoria do Nilo (ca. 1650). Piazza Navona
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lesser-known-composers · 6 months ago
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Giovanni Battista Fontana (1589-1630) - Sonata Seconda a Violino Solo
Violin / Fiddle: Enrico Onofri
Harpsichord: Lorenzo Ghielmi
Harp: Margret Köll
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vintagebiker43 · 2 years ago
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ANTOLOGIA MACABRA
Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, evoca la teoria complottista e razzista della sostituzione etnica (19 aprile). Ma poi, stupito delle reazioni inorridite, ci rassicura: tranquilli, la mia è solo ignoranza (20 aprile).
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo approfondite ricerche sulla storia del pensiero politico, scopre che il fondatore della destra in Italia è Dante Alighieri (14 gennaio), mescolando con signorile nonchalance il grande intellettuale medievale con concetti del moderno pensiero politologico e, perché no, un po’ di capre e un po’ di cavoli.
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, individua la vera causa che porta milioni di persone a scappare dalla loro terra: il problema non va cercato nel periodo coloniale che ha sconvolto le società che l’hanno subito, e neanche nelle guerre spesso fomentate dal mondo ricco, né, tanto meno, nel cambiamento climatico; il problema è l’opinione pubblica italiana (25 marzo) che, evidentemente, deve essere raddrizzata, in un modo o nell’altro. Lo stesso Ministro ci informa anche che i veri colpevoli della morte di tanti bambini nei viaggi della disperazione sono i loro genitori (27 febbraio) che non li fanno viaggiare su comode e sicure imbarcazioni. Negare i problemi e trovare un colpevole, uno qualunque.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ci rende partecipi della sua personalissima teoria pedagogica: per i bambini che non si conformano allo standard, lo strumento educativo migliore è l’umiliazione (21 novembre). Signor Ministro, alcuni miei amici e io consideriamo questa affermazione aberrante e ritengono che un’educazione fondata sull’umiliazione formi tanti piccoli nazisti, non menti libere e aperte, sia cioè la negazione dell’educazione stessa. Ma, come dice lei Ministro, forse il nostro pensiero è roba vecchia, figlio del periodo dell’”egemonia culturale della sinistra gramsciana che è destinata a cessare” (28 dicembre) (non voglio sapere, per il momento, come pensa di farla cessare). Adesso siamo nell’anno primo dell’era … (già, di quale era?) e tutto è cambiato.
Intanto, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, riscrive la storia dell’attentato di via Rasella e, con un colpo di bacchetta magica, trasforma i nazisti invasori stragisti in una innocua banda musicale di pensionati (31 marzo) e i partigiani in assassini di quegli allegri musicanti.
Il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, persona gentile e equilibrata, storpiandone il cognome in Bàkelet, ci fa intendere di non aver mai sentito parlare dell’omicidio di Vittorio Bachelet sulle scale della Sapienza, degli anni di piombo e del più ampio problema della strategia della tensione che ha segnato, forse fino ai giorni nostri, la storia italiana (20 aprile).
Sembra un’antologia di umorismo macabro, ma sono dichiarazioni dei più alti rappresentanti delle istituzioni. La verità è menzogna e la menzogna è verità. Forse ha ragione il Ministro Lollobrigida, è solo questione di ignoranza (20 aprile). L’ignoranza, di per sé, non è una colpa. Ma l’ignoranza, che spesso fa rima con arroganza, unita al potere, è un’arma di distruzione di massa, innanzitutto di massa cerebrale.
Ma il problema ancor più serio è che – mi pare – ci stiamo assuefacendo ad ascoltare queste parole prive di senso, o dotate di un senso macabro, restando indifferenti. Questa assuefazione, questa indifferenza è ciò che fa paura. E’ importante, oggi più che mai, ricordarci l’un l’altro e insegnare ai giovani che le menzogne non sono opinioni, che i crimini sono crimini, che il bene comune è superiore al bene individuale, che i confini sono punti di contatto, che i bambini sono sacri e non possono essere piegati attraverso umiliazioni senza distruggerli. E che il conflitto fra valori di vita e disvalori di morte non ha niente a che fare con la normale dialettica democratica.
@Riccardo Cuppini
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morelin · 1 year ago
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Katara Cultural Village
Il Katara Cultural Village di Doha (Qatar) è situato tra il distretto finanziario di West Bay e le torri a mezza luna dell’area residenziale di The Pearl. Un mix di modernità e tecniche antiche costruito per ospitare attività culturali, intellettuali ed artistiche che lo hanno reso uno dei centri artistici più importanti della regione del Golfo Persico. La nostra prima tappa qui è la colorata Moschea di Katara o Moschea Blu progettata da Zeynep Fadilloglu, la prima architetta donna a specializzarsi in questo tipo di edifici religiosi. Ricoperta da meravigliose piastrelle blu e dorate, trae ispirazione da diversi edifici civili e religiosi del mondo musulmano.
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All’arrivo siamo stati accolti dalla guida per un interessante approfondimento sui momenti di preghiera.
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Vi è anche un’altra moschea a Katara che però abbiamo visto solo esternamente perché l’accesso non è consentito ai non musulmani, la cosiddetta Gold Mosque, così chiamata perché è interamente ricoperta da piastrelle dorate.
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Abbiamo visto anche delle strane costruzioni, strutture oblunghe con fori e trespoli: si tratta delle Pigeon towers dedicate ai piccioni che servivano per raccogliere i loro escrementi utilizzati poi come fertilizzanti. Curiosa anche la forma dell’edificio dove ha sede Al-Gannas Qatari Society, un’associazione culturale che promuove la tradizionale caccia araba e la falconeria: infatti rappresenta uno chaperon, il copricapo per gli uccelli rapaci.
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Nel cuore del villaggio si trova il grandioso e bianchissimo Anfiteatro, un mix tra arte islamica e greca,che può ospitare fino a 5 mila spettatori.
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Anche se non volevamo fare shopping abbiamo raggiunto la 21 High Street, la via super lussuosa dove si trova il grande magazzino Lafayette, per ammirare le stupende sculture all’aperto in vetro di murano e poi siamo entrati al SNAN Food Hall per sbirciare la copertura in stile liberty.
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Non mancano poi le sculture, ad esempio “The Force of Nature II” di Lorenzo Quinn oppure la fontana in movimento nella piazza principale.
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Infine, per la mia gioia, la street art è arrivata anche qui.
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pulledpurplecurtains · 1 year ago
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adventures in rome part 3
okay so after piazza venezia we reached the incredibly famous fontana di trevi. this place had fallen into disrepair until fendi house restored it for 2 million euros, asking that their fashion show could be held in it, a permission they were granted. the water is fresh and not recycled, and it flows without any mechanism being needed straight from an aqueduct built over the ancient roman one. in the center stands oceanus , and not poseidon, on the left abundance and on the right salubrity. on the bottom two tritons are fighting two horses, one tame and one wild, that represent the dual and ever-changing nature of water. they say that if you throw a coin over your shoulder into the fountain and wish to return to rome your wish will be granted -that’s partly why it’s such a famous tourist attraction. also my name is on it which is pretty cool sfgjjdgh
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after admiring fontana di trevi we headed to piazza navona where there’s the church of st agnese in agone designed by francesco borromini and in front of it lies the famous fontana dei quattro fiumi (fountain of the four rivers) by the well known lorenzo bernini. the obelisk in its center is one of the 13 obelisks remaining in rome to this day, from which only 3 are the originals. borromini and bernini are said to have been great rivals and that’s allegedly why the statues of the fountain shield their eyes or look away from the church.
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it’s a beautiful square with two more fountains, one of which you can see in the third pic (+bonus face reveal dfghjkf). the fourth picture is from the nearby square campo dei fiori (field of flowers) which is called that bc in the middle ages it used to be a meadow. in the middle stands the very ominous statue to a philosopher and you can also see that little tap/fresh water spring thingy. those can be found basically everywhere in the center of rome and they have free flowing, non recycled water running - it’s absolutely safe to drink, it’s cold and very refreshing.
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that was the first half day in rome, so lemme round up this post with some aesthetic pics from the morning of day 2
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semioticas · 2 years ago
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Bernini
Um aniversariante de 7 de dezembro: Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), mestre do barroco italiano, para muitos o maior dos escultores. Na imagem, sua obra na Fontana di Trevi em cena de "La Dolce Vita", filme de Federico Fellini.
Veja também:
Semióticas – Memórias de Fellini
https://semioticas1.blogspot.com/2020/01/memorias-de-fellini.html .
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