#Interiore
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“È che la gente semplicemente non capisce che a volte le cose ti capitano. Assolutamente senza il tuo consenso. Senza il tuo consenso interiore, voglio dire.”
— Truman Capote
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COME RAGGIUNGERE LA PACE INTERIORE ?
Vi siete mai chiesti perché è così difficile sentirsi in pace?
Sembra un paradosso ma la pace interiore, che tanto desideriamo, è già dentro di noi e non ha nulla a che fare con ciò che ci circonda. Eppure, spesso siamo convinti che la nostra serenità dipenda da fattori esterni, da altre persone o dalle circostanze. Ma è davvero così?
Se imparassimo a vivere il presente, ad ascoltare il nostro respiro e a osservare i nostri pensieri senza giudizio tutto apparirebbe più semplice. Ma in che modo tutto questo può aiutarci a trovare la pace interiore? La chiave è nel comprendere che tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci sereni e completi è già in noi. Nessuna persona o evento esterno può davvero privarci di questa pace, a meno che non siamo noi a permetterglielo.
Immagina di avere un diverbio con un collega o con un familiare. In quel momento, potresti sentire rabbia, frustrazione, forse anche rancore. È facile attribuire queste emozioni all'altro, dicendo: "Mi hai fatto arrabbiare". Ma, guardando in profondità, è davvero così? Queste emozioni sono nostre e, molto spesso, nascono da aspetti di noi stessi che ci rifiutiamo di affrontare.
Perché continuiamo a dare il potere della nostra serenità agli altri?
Pensaci: quando nutriamo rancore, è come se portassimo con noi un carico pesante, un peso che lentamente logora la nostra pace. Attribuire la causa delle nostre emozioni negative a qualcun altro è una scusa inconscia, un modo per evitare di guardare dentro di noi e affrontare quelle parti che ci spaventano o che rifiutiamo.
Non è facile ammettere che la rabbia o il rancore che proviamo sono riflessi di aspetti irrisolti in noi. Ammetterlo è un atto di coraggio necessario per risolvere i nostri conflitti interni. Riconoscere che ogni emozione è una nostra responsabilità non significa ignorare i conflitti o le difficoltà con gli altri, ma accettare che la risposta emotiva a questi eventi è sempre nostra.
Chi ha davvero il potere sulla tua felicità?
NESSUNO, in realtà, può renderci infelici se non glielo permettiamo. Se lasciamo che qualcuno o qualcosa influisca sul nostro stato d’animo, stiamo concedendo a quella persona o situazione un potere su di noi che non dovrebbe avere. Accusare qualcuno della nostra infelicità è un modo per delegare a qualcun altro la responsabilità della nostra serenità.
Quando accusiamo qualcuno di renderci infelici, stiamo evitando di prenderci la responsabilità della nostra risposta emotiva. Certo, alcune persone o situazioni possono risultare difficili da gestire, ma il modo in cui reagiamo è sempre una nostra scelta. Siamo noi che decidiamo se permettere a qualcun altro di influenzare il nostro stato interiore.
Cosa ti impedisce davvero di essere felice?
La pace interiore, così come la felicità, è una scelta che facciamo ogni giorno. Non è uno stato esterno che qualcuno può darci o toglierci; è un equilibrio che troviamo in noi stessi. Essere felici significa accettare che, anche nei momenti di difficoltà o nelle situazioni di conflitto, possiamo scegliere di mantenere una prospettiva interiore serena.
Un esercizio pratico: ogni volta che senti un’emozione negativa verso qualcuno o qualcosa, fermati. Osserva quell’emozione senza giudicarla. Chiediti: “Questa rabbia è davvero dovuta a ciò che è accaduto, o ci sono aspetti di me che questa situazione ha messo in luce?” Guardiamo alle emozioni negative come opportunità per comprendere parti di noi che richiedono attenzione e cura.
La vera serenità non è l’assenza di difficoltà, ma la capacità di rimanere stabili e in equilibrio, indipendentemente da ciò che accade intorno a noi.
Ricorda che nessuno ha il potere di toglierti la tua serenità, a meno che tu non glielo permetta. Trova la tua pace interiore, sii responsabile delle tue emozioni, e scoprirai che la felicità è una tua scelta.
Sei pronto a intraprendere un viaggio verso la tua pace interiore e una vita più serena?
La felicità e la quiete che cerchi sono come un lago nascosto nel profondo, calmo e immutabile. Ogni passo verso la conoscenza di te stesso è come schiarire le acque, permettendo alla tua vera luce di risplendere. Scopri come, rallentando e ascoltando, puoi trasformare il tuo rapporto con te stesso e con il mondo.
la chiave è già nelle tue mani.
Tito Bisson
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Non ho più poi molto, a cui fare riferimento. Né da dire. In qualche modo mi ritrovo continuamente a sentirmi sminuita, non capita, allontanata, presa con superficialità.
In qualche modo non riesco più a sentirmi calma o gioiosa. O anche solo fiduciosa, di una persona, un giorno, una promessa. Sento mille spade attorno e non riesco a vedere i volti di chi le brandisce.
Mi sento stanca, ma la rabbia è tornata e sta vincendo. Mi fa alzare, spostare, allontanare prima di perdere il controllo. Non è ancora esplosa, la sto gestendo, controllando, limitando.
Capitano episodi depressivi, qualche momento di dissociazione, attimi in cui non vorrei esistere e metto a rischio la mia esile vita.
Qualche gesto da persona ossessiva-compulsiva, qualche altro da DCA, una possibile borderline, senza nessuna scritta sulla propria cartella clinica, né farmaci prescritti.
E una bambina viziata, egoista, stupida davanti a me, allo specchio. Che cerca attenzioni ma è troppo sveglia per abbandonarsi ad esse. Che già in giovane età ha iniziato ad allontanarsi, a mentire, a smettere di stare bene. Una bambina che forse dovrei proteggere, o così mi suggeriscono gli studi di psicologia, ma che vorrei solo abbandonare.
Non mi sono mai piaciuti i bambini, e lei mi è sempre piaciuta meno degli altri.
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Amare due persone?
Laura (nick) ci ha scritto descrivendo le sue sensazioni in merito all’eventualità di rinnamorarsi nonostante il suo cuore fosse già, del tutto, appagato. E’ possibile amare due persone contemporaneamente? Name: Laura (nick) Subject: risposte Quesito È possibile amare due persone contemporaneamente? Ho sempre pensato di no. Almeno non lo stesso tipo di amore. Ho la maturità sufficiente, senza…
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procrastinare é posticipare la paura
la paura di non fare abbastanza
la paura di fallire
perché dire alla fine “ho avuto poco tempo”
allontana il pensiero
che anche se non avessi rimandato
avrei comunque sbagliato
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Nella mia testa
I miei due neuroni
Dialogano vivacemente tra loro
Cannabis e Duloxetina
I loro soprannomi.
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Pensate così tanto all'esteriore che avete completamente perso l'interiore
#citazioni#frasi#seguimi#seguimi e ti seguo#compagnia#amore#noia#domande#pensieri#love#interiore#esteriore#nuove conoscenze
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Bed of Lettuce by Paul Octavious
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we've found it folks: mcmansion heaven
Hello everyone. It is my pleasure to bring you the greatest house I have ever seen. The house of a true visionary. A real ad-hocist. A genuine pioneer of fenestration. This house is in Alabama. It was built in 1980 and costs around $5 million. It is worth every penny. Perhaps more.
Now, I know what you're thinking: "Come on, Kate, that's a little kooky, but certainly it's not McMansion Heaven. This is very much a house in the earthly realm. Purgatory. McMansion Purgatory." Well, let me now play Beatrice to your Dante, young Pilgrim. Welcome. Welcome, welcome, welcome.
It is rare to find a house that has everything. A house that wills itself into Postmodernism yet remains unable to let go of the kookiest moments of the prior zeitgeist, the Bruce Goffs and Earthships, the commune houses built from car windshields, the seventies moments of psychedelic hippie fracture. It is everything. It has everything. It is theme park, it is High Tech. It is Renaissance (in the San Antonio Riverwalk sense of the word.) It is medieval. It is maybe the greatest pastiche to sucker itself to the side of a mountain, perilously overlooking a large body of water. Look at it. Just look.
The inside is white. This makes it dreamlike, almost benevolent. It is bright because this is McMansion Heaven and Gray is for McMansion Hell. There is an overbearing sheen of 80s optimism. In this house, the credit default swap has not yet been invented, but could be.
It takes a lot for me to drop the cocaine word because I think it's a cheap joke. But there's something about this example that makes it plausible, not in a derogatory way, but in a liberatory one, a sensuous one. Someone created this house to have a particular experience, a particular feeling. It possesses an element of true fantasy, the thematic. Its rooms are not meant to be one cohesive composition, but rather a series of scenes, of vastly different spatial moments, compressed, expanded, bright, close.
And then there's this kitchen for some reason. Or so you think. Everything the interior design tries to hide, namely how unceasingly peculiar the house is, it is not entirely able to because the choices made here remain decadent, indulgent, albeit in a more familiar way.
Rare is it to discover an interior wherein one truly must wear sunglasses. The environment created in service to transparency has to somewhat prevent the elements from penetrating too deep while retaining their desirable qualities. I don't think an architect designed this house. An architect would have had access to specifically engineered products for this purpose. Whoever built this house had certain access to architectural catalogues but not those used in the highest end or most structurally complex projects. The customization here lies in the assemblage of materials and in doing so stretches them to the height of their imaginative capacity. To borrow from Charles Jencks, ad-hoc is a perfect description. It is an architecture of availability and of adventure.
A small interlude. We are outside. There is no rear exterior view of this house because it would be impossible to get one from the scrawny lawn that lies at its depths. This space is intended to serve the same purpose, which is to look upon the house itself as much as gaze from the house to the world beyond.
Living in a city, I often think about exhibitionism. Living in a city is inherently exhibitionist. A house is a permeable visible surface; it is entirely possible that someone will catch a glimpse of me they're not supposed to when I rush to the living room in only a t-shirt to turn out the light before bed. But this is a space that is only exhibitionist in the sense that it is an architecture of exposure, and yet this exposure would not be possible without the protection of the site, of the distance from every other pair of eyes. In this respect, a double freedom is secured. The window intimates the potential of seeing. But no one sees.
At the heart of this house lies a strange mix of concepts. Postmodern classicist columns of the Disney World set. The unpolished edge of the vernacular. There is also an organicist bent to the whole thing, something more Goff than Gaudí, and here we see some of the house's most organic forms, the monolith- or shell-like vanity mixed with the luminous artifice of mirrors and white. A backlit cave, primitive and performative at the same time, which is, in essence, the dialectic of the luxury bathroom.
And yet our McMansion Heaven is still a McMansion. It is still an accumulation of deliberate signifiers of wealth, very much a construction with the secondary purpose of invoking envy, a palatial residence designed without much cohesion. The presence of golf, of wood, of masculine and patriarchal symbolism with an undercurrent of luxury drives that point home. The McMansion can aspire to an art form, but there are still many levels to ascend before one gets to where God's sitting.
If you like this post and want more like it, support McMansion Hell on Patreon for as little as $1/month for access to great bonus content including a discord server, extra posts, and livestreams.
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Fossil sink
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Amarti in una clessidra di Angela Caputo: Un viaggio profondo tra amore e rinascita. Recensione di Alessandria today
La storia di Dafne, una donna alla ricerca di sé stessa tra gli alti e bassi delle relazioni, del dolore e della speranza.
La storia di Dafne, una donna alla ricerca di sé stessa tra gli alti e bassi delle relazioni, del dolore e della speranza. Recensione: Amarti in una clessidra, scritto da Angela Caputo, è un romanzo che cattura sin dalle prime pagine per la sua capacità di esplorare l’animo umano in tutte le sue sfaccettature. La protagonista, Dafne, è una donna sulla soglia dei trent’anni che si trova a un…
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“Io non ho fatto altro che sognare.
E’ stato questo, e solo questo, il senso della mia vita.
Non ho mai avuto altra vera preoccupazione se non la mia vita interiore.”
— Fernando Pessoa
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PAURA DEL DENTISTA: STRATEGIE PER SUPERARLA
Sono molti coloro che provano timore nel recarsi dal dentista. I denti, spesso croce e delizia, possono trasformare il semplice sentire nominare la parola 'dentista' in un'esperienza carica di ansia e paura. Questo terrore, irrazionale ma reale, può causare sintomi fisici come tachicardia, sudorazione e perfino attacchi di panico.
Le cause di questo timore, noto come odontofobia, sono varie e spesso affondano le radici in esperienze negative con il dentista, specialmente in età infantile, o in procedure dolorose. Alcuni pazienti evitano gli appuntamenti dentali per evitare imbarazzi legati alle condizioni dei propri denti, temendo il giudizio o la critica.
Tuttavia, superare questa paura è fondamentale per preservare la salute orale. Trascurare la salute dei denti può portare a condizioni come l'alitosi, la parodontite e le carie trascurate che, nel peggiore dei casi, possono causare perdita dei denti.
Oltre a ciò, la paura stessa del dentista può compromettere il lavoro del professionista, spingendo i pazienti a comportamenti evitanti che possono complicare ulteriormente la situazione.
Ecco alcune strategie psicologiche per affrontare la paura del dentista in maniera più efficace:
Informarsi per comprendere meglio: Esplorare e conoscere meglio il trattamento dentale potrebbe ridurre l'ansia che deriva dall'ignoto.
Scelta del dentista: È essenziale selezionare un dentista con cui ci si senta a proprio agio. Conoscere il professionista tramite video presentativi o interagendo sui social può aiutare a creare fiducia e comfort.
Comunicazione chiara e aperta: Un dialogo aperto e rassicurante tra paziente e dentista è fondamentale. La comunicazione verbale e non verbale deve essere chiara e confortante.
Gestire la paura dell'ago: Informare il dentista sulla paura degli aghi può aiutare ad adottare strategie di sedazione consapevole, rendendo l'esperienza meno dolorosa e più rilassante per i pazienti.
Evitare racconti negativi: Evitare di ascoltare esperienze negative di altri pazienti può contribuire a non alimentare la propria paura.
Richiedere aiuto professionale: Quando la paura diventa paralizzante, un aiuto psicologico professionale come la terapia strategica breve può essere una soluzione. Questo tipo di terapia mira a sostituire le soluzioni disfunzionali con quelle più funzionali per modificare la percezione della situazione dentale.
Affrontare la paura del dentista richiede tempo e pazienza, ma è cruciale per preservare la salute dentale e per stabilire una relazione più salutare con i professionisti del settore.
Affronta la tua paura del dentista e riconquista il sorriso❗️Scopri come superare la tua ansia con le giuste strategie psicologiche. Prendi il controllo della tua salute dentale oggi stesso.
Tito Bisson
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Meditazione, quando, dove, con chi meditare
Coloro che praticano la meditazione sanno già che libertà interiore, spiritualità e religione sono soprattutto una scelta. Quindi, medita regolarmente, prediligendo i momenti più propizi. Scegli gli spazi fisici in cui vivere la tua spiritualità con oculatezza. O non sceglierli affatto, giacche lo spazio della mente è sempre a tua disposizione. E, soprattutto, seleziona con cura i tuoi eventuali…
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